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Autore: bacinaru    15/04/2012    2 recensioni
"Alla verità non si può fuggire in eterno e Gregory la trovò a casa, ad aspettarlo tra le lenzuola del letto disfatto. Non fu tanto la vista di sua moglie che si scopava allegramente il vicino di casa – neanche si erano accorti della sua presenza sulla porta, tanto erano forti (e volgari!) i loro gemiti di piacere – ma piuttosto la triste consapevolezza di aver sempre saputo e non aver mai fatto nulla a riguardo, che lo fece voltare ed uscire fuori dall'appartamento di corsa, senza una parola."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lestrade , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV capitolo

The world's spinning in his own way








L'appartamento era di piccole dimensioni. Contava in tutto tre stanze: il bagno, la cucina e il soggiorno, che fungeva anche da studio e da stanza da letto.
Lestrade si trovava in mezzo a quest'ultimo.
Tra il via vai continuo dei tecnici della scientifica poteva scorgere una scrivania, sommersa da un'ingente quantità di fogli, penne e giornali sparsi in modo disordinato, un po' sulla superficie laccata di un tenue grigio perla, un po' sul pavimento piastrellato di bianco.
Era un chiaro segno di colluttazione, ma in mezzo al disordine dell'appartamento (vestiti sparsi sul letto disfatto, briciole sul pavimento, scatole di take away e piatti sporchi nel lavabo della cucina), non appariva tanto strano quanto avrebbe dovuto.
Al centro della stanza, a terra, un cerchio di gesso e strani simboli. Nel suo perimetro, la sagoma del corpo e il sangue che si era lasciato dietro.
Le pareti, colorate di un pallido giallo estivo, erano illuminate dalla calda luce del mattino, che penetrava dall'unica finestra della stanza.
Spalancata.
Una scelta della scientifica a quanto pare, che dopo aver fatto tutti i prelievi più importanti aveva deciso di cambiare aria, per liberarsi dell'odore acre di morte e sangue comune a tutte quelle situazioni.
Un venticello fresco accarezzò il viso dell'ispettore, quasi beffandosi della tragedia avvenuta.
Sherlock non ne sarebbe stato contento, Lestrade poteva quasi sentirlo urlare su quanto fossero idioti, di come, aprendo quella finestra, avessero probabilmente distrutto qualche prova importante - il tutto seguito da un'altra serie di insulti poco gentili.
Lestrade sospirò, le mani nascoste in tasca e lo sguardo indagatore che vagava per lo spazio circoscritto. Solo lui poteva collaborare con qualcuno che pretendeva di risolvere un crimine tenendo il naso per aria.
E se questo non fosse stato vero, almeno, si sarebbe sentito meno idiota.
L'ispettore aprì con senso pratico il proprio taccuino.
A salutarlo, i suoi appunti, scritti con una calligrafia ancora un po' elementare.
La vittima era Carolyn Eden. Aveva ventidue anni e studiava medicina presso l'università di Oxford. Si era trasferita in quell'appartamento da pochi mesi. La madre abitava a due isolati di distanza, insieme al fratello minore. Il padre, invece, se ne era andato di casa due anni prima. Carolyn ne aveva denunciato la scomparsa, ma la madre aveva rassicurato la polizia che il marito era andato via di sua spontanea volontà. La faccenda non era andata oltre.
Perché allora la ragazza credeva il contrario?
- Vedo che ha iniziato a farsi le domande giuste.
La voce alle sue spalle lo fece sussultare.
Sherlock gli si era avvicinato con passo felpato, molto simile al predatore che si appresta all’assalto della propria preda.
- Smettila di apparire come un fottuto fantasma.
Borbottò l'ispettore, contrariato – senza prendersela davvero più di tanto.
Non si domandò nemmeno come l'altro fosse a conoscenza dei suoi pensieri.
Sherlock era fatto così.
- Finestra spalancata? Ottimo lavoro, razza di idioti!
Ecco, lo sapeva.
- Smettila. E come sei entrato, comunque?
Sherlock alzò le spalle, disinteressato.
- Ho preso in prestito un distintivo.
Lestrade portò d'istinto una mano alla tasca della giacca. Il suo era ancora lì e ciò voleva dire che lo aveva preso altrove, forse da qualche povero agente nei dintorni.
A volte si domandava seriamente se Sherlock non fosse un qualche tipo di criminale in incognito.
- Non puoi farlo! E' un reato!
- L'ho fatto e lei non mi sta ancora arrestando, come vede.
Prima di avere la possibilità di replicare, Sherlock lo zittì con una mano.
L'ispettore smise all'istante di parlare e, reprimendo l'insana voglia di prendere l'altro a schiaffi, concesse  spazio e silenzio alla mente del giovane. Sperava solo che il ragazzo non lo costringesse a mandare via tutti, come era già successo un paio di volte in precedenza. Lestrade poteva capire che Sherlock aveva bisogno di silenzio per pensare, ma nessuno li conosceva, lì – se non di vista e per sentito dire – ed era già abbastanza frustante dover lavorare con sconosciuti, senza dover aggiungerci anche la loro antipatia.
Per fortuna, Sherlock sembrò badarci poco, questa volta.
Iniziò a camminare per il soggiorno, con passi piccoli e misurati. Si piegò sulle ginocchia –  senza che queste toccassero il pavimento – e passò un dito sulle piastrelle, vicino ai bordi del cerchio.
Indossava un paio di guanti in lattice, ovviamente.
Esaminò qualche foglio, limitandosi a leggere i primi righi di alcuni di essi, mentre ad altri prestò maggiore attenzione. Avvicinatosi alla scrivania, prese tra le mani una cornice rovesciata, per poi lasciarla sul posto così come l'aveva trovata. Si soffermò nei pressi della libreria, sfiorò con l'indice vari titoli e si guardò attorno, notando altri libri sparsi per la stanza.
Con un sorriso soddisfatto, concluse la sua osservazione.
- Cosa mi sai dire?
- Non molto.
L'ispettore sapeva che mentiva. Il sorriso compiaciuto e un po' arrogante sulle labbra di Sherlock gli diceva tutto il contrario.
- Quindi?
Odiava quando si metteva in mostra, tenendolo sulle spine.
- Due persone.
- Ne sei sicuro?
Si fidava del ragazzo, aveva dovuto ammetterlo a se stesso solo qualche tempo addietro, ma il suo lavoro era quello di avere prove concrete, fare domande e capire – quindi, in un modo o nell'altro, cercare di penetrare nella mente di Sherlock.
Il giovane sospirò con fare drammatico.
- E’ sufficiente osservare questa stanza per capirlo. L'assassino era arrabbiato, data la violenza del colpo inferto alla vittima, che ha scaraventato prima contro la scrivania – lo si può dedurre facilmente dai documenti sparsi in modo così disordinato - e poi sul pavimento. Il cerchio e i simboli – devono far parte di qualche antica religione - sono stati realizzati dopo l'omicidio stesso e da una lettura veloce di questi documenti, desumo che ne manchino diversi. Dopo un omicidio del genere, l'assassino non avrebbe avuto lucidità sufficiente per curare tutti questi dettagli. Ergo, deve essere intervenuta una seconda persona, legata all'assassino in qualche modo. Infatti, tutto è stato fatto con lo scopo di proteggere l'omicida. Come ha provato a coprire le tracce? Semplice. Il sangue della vittima si trova soltanto attorno al corpo e solo all'interno del cerchio. Il pavimento qui intorno è più lucido rispetto ad altre zone dell'appartamento. Il complice ha lavato via parte del sangue per disegnare il cerchio, ha pulito la scrivania e si è sbarazzato di molti documenti. Probabile che l'assassino, in preda alla rabbia, abbia toccato molti oggetti lasciando le proprie impronte. Il complice ha fatto davvero un ottimo lavoro, splendido!
Lestrade evitò di far notare a Sherlock quanto fuori luogo fosse stato il suo ultimo commento, preferendo concentrarsi sulle informazioni ricevute.
- Se quello che hai detto è vero e non ti stai inventando tutto di sana pianta...
Sherlock lo trafisse con lo sguardo, quasi a volerlo fulminare.
- ... la vittima conosceva il suo assassino.
Le labbra del giovane si piegarono un po' all'insù, in una smorfia molto simile ad un sorriso compiaciuto. Lestrade notò distrattamente che aveva delle profonde occhiaie e un evidente bisogno di riposo.
- Il complice deve aver preso anche il computer della vittima.
- Come fai a dirlo?
- Questi documenti sono stati scritti al computer, ma di quest'ultimo non c'è traccia. A giudicare dai segni ancora visibili sul polso della ragazza, lo stava usando poco prima di essere assassinata. Quindi, l'assassino o il suo complice devono averlo preso con loro.
- La ragazza aveva scoperto qualcosa? Qualcosa contro di loro?
- Ovvio, ma cosa?
Sherlock unì i palmi delle mani, le punta delle dita che gli sfioravano appena le labbra.
Quando assumeva quella posizione, era pericoloso interrompere il corso dei suoi pensieri. Così, Lestrade decise di fare qualcosa per conto suo.
Aveva bisogno di sapere di più sulla vittima e sulle sue relazioni. Se aveva un ragazzo, un lavoro, chi erano i suoi compagni di corso. Delegò il compito a un paio di agenti.
- Una giornalista.
- Cosa?
Lestrade non si era neanche accorto che Sherlock gli si era avvicinato.
- La vittima era una giornalista. Non di professione, ma si dilettava a scrivere alcuni articoli. Deve aver intrapreso la facoltà di medicina per volere della madre, ma voleva diventare una giornalista.
- Come fai a saperlo?
- I libri sulla scrivania. Sono i suoi libri di corso, ma c'è un sottile strato di polvere su di loro, ne deduco che venivano usati molto poco. Non le interessava la medicina, aveva intenzione di abbandonare la facoltà. Per la stanza, invece, sono sparsi molti testi di scrittura e articoli sul giornalismo. Sono piuttosto logori, segno evidente di un utilizzo continuo. Usava il computer per le sue ricerche e per scrivere i suoi articoli. Deve aver scoperto qualcosa, qualcosa di importante...
- Qualcosa che l'ha fatta ammazzare.
Concluse Lestrade, che adesso vedeva la situazione molto più chiaramente.
Sentì il proprio corpo pervaso da una familiare sensazione. Empatia, forte e dolorosa. Per quanto ci provasse, abituarsi a certe cose gli era impossibile. Non era un santo. Aveva anche lui i suoi vizi, fumava, perdeva la pazienza e a volte beveva un po' più del necessario, ma proprio non riusciva ad accettare che al mondo esistesse tanta crudeltà. Spesso si domandava se quella perseguita da loro fosse davvero la giustizia, perché a quanto sembrava più si cercava di essere onesti, più si rischiava di finire con i piedi nella fossa.
Molti bastardi avrebbero continuato a vivere, mentre a quella povera ragazza il futuro era stato precluso per sempre. Era ingiusto, eppure il mondo girava in un modo tutto suo e nessuno avrebbe potuto davvero cambiare le cose. Anche Lestrade ne era consapevole. L'unica speranza restava nelle piccole azioni, in quel po' di pace che potevano donare agli altri trovando risposte alle loro domande.
- Chi ha trovato il corpo?
Sherlock si infilò tra i suoi pensieri con la solita voce baritonale, riportandolo con i piedi per terra. Lestrade sfogliò di nuovo i suoi appunti.
- Una sua compagna di corso. A quanto pare dovevano incontrarsi per studiare, stamattina, intorno alle sette. Aveva le chiavi dell'appartamento, così quando è entrata ha trovato il corpo.
L'ora della morte è stimata intorno al pomeriggio di ieri, ma dobbiamo aspettare i risultati dell'autopsia per avere un dato più preciso.
Lestrade corrugò la fronte.
- Pensi possa essere stata la ragazza?
- Improbabile. Il modo in cui tutto è stato ripulito è molto accurato. E' stato fatto con mano ferma ed esperta, non credo che una semplice universitaria possa averlo fatto, ma per essere certo avrei bisogno di vederla.
Vederla, non interrogarla.
Lestrade annuì distrattamente, mentre decideva sul da farsi.
- Devo parlare prima con la famiglia. Vuoi venire?
Sherlock non gli rispose, ma lo precedette verso l'uscita, dando così il suo consenso.
Lestrade lo seguì subito dopo.
Sarebbe stata una lunga giornata.







Angolino di Baci
Mi dispiace tantissimo per il ritardo, ma avrò iniziato e riscritto questo capitolo almeno un centinaio di volte. Un vero parto! Purtroppo è più corto rispetto agli altri, ma mi sono appena accorta che il giallo non è proprio il genere più facile da scrivere, almeno per me, quindi sto cercando di andare con calma per non ingarbugliarmi tra le mie stesse idee. Vedetelo come un capitolo di presentazione del delitto XD Ok, la finisco di dire cretinate e prego che il capitolo via sia piaciuto almeno un pochino. Spero di rivedervi al prossimo aggiornamento XD Baci e buona notte! <3
  
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