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Autore: _Milla3    19/04/2012    5 recensioni
Rieccomi! L'ultima storia non ha avuto molto successo, spero andrà meglio con questa. Storia sui Thiaguella, dedicata a AnneMarieClaire.
Un giorno Jazmin chiede all'amica Mar di farle compagnia, dovendo uscire con un ragazzo. Le promette ci sarà qualcuno anche per lei, e Mar, sebbene controvoglia, accetta.
Non avrebbe mai detto che l'incontro con Thiago le avrebbe cambiato la vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marianella, Thiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Asi como el dia sigue la noche,
cada final anuncia siempe un nuevo comienzo.
Que nos volvamos a ver.
Gracias por tanto.

Capitolo 14 - Epilogo
 

«Mamma! Mamma!»
Una bambina dagli occhi luminosi e dai capelli castani fa il suo ingresso nella camera. Seduta sul divano, a leggere un libro, c'è una donna che le assomiglia parecchio.

«Che c'è, Sofia?»
La bambina apre gli occhi, il suo viso si illumina in un enorme sorriso.

«Guarda cosa abbiamo trovato io e Bruno!»
Caccia da dietro la schiena una scatola rossa, piccola e poco pesante. La donna sorride con tenerezza, quando si rende conto di quello che sua figlia ha trovato.

«Ci sono delle lettere, dentro, ma non riesco a leggerle..»
La bambina fa solo la prima elementare, e la calligrafia di quelle lettere, che sua madre scrisse quando aveva circa quindici anni, è troppo complicata per lei.

«Me le leggi tu?»
Allora la donna la prende in braccio, e, piano piano, inizia a leggere. 
La prima lettera era una lettera di delusione, di rimpianto. Una lettera con molte domande, e poche risposte. Era una lettera di una ragazzina alle prime prese con l'amore.
'S
ono la stessa che ero prima, ancora una volta non credo nell'amore. Ma è diverso. Prima ero cinica, ora sono ferita.'
Così dice quella lettera. La donna legge, non si aspetta che sua figlia capisca. Ma legge e si perde nei ricordi. Poi passa alla seconda. Quella era una lettera di scuse. L'aveva scritta quando si era lasciata sopraffare dagli eventi, quando non credeva abbastanza dell'amore a tal punto da sfidare la famiglia.
Si era rifatta, poi, era scappata con lui. Ma questo, alla figlia, di guardò bene dal dirlo, ovviamente.
Terza lettera. Sofia, in braccio alla madre, è sempre più concentrata.
Altre domande. Stavolta non più confuse. Domande da donna, che però non capisce. Domande di chi si chiede il motivo di tanta cattiveria. Un'accusa, contro un tradimento. La donna legge il tutto con le lacrime agli occhi. Quella lettera le fa male, più di tutte le altre. Ma ormai, si dice, è acqua passata.

«Mamma, le hai scritte tu, queste lettere?»
Chiede Sofia. La donna annuisce.

«Vuoi che continui?»
Adesso è la bambina a fare cenno di sì con la testa. Vuole sapere come va a finire la 'storia'.
Allora Marianella prende in mano la quarta lettera. Una lettera di rabbia, di risentimento. Una lettera in cui  non rinnega più il suo amore, ma non è disposta a ridarlo ad una persona che, a suo parere, non se lo merita. Legge la quarta lettera con foga, dimenticandosi quasi di star parlando con una bambina di appena sei anni. Sul fondo della scatola è rimasta solo una lettera. 
Prende la quinta con delicatezza, ed inizia a leggere anche quella. Una lettera d'amore. D'amore tradito, che ricomincia a sbocciare, come un fiore dopo la primavera.
Ancora insicuro, senza volersi troppo sbilanciare, per paura d'illudersi e poi appassire. 
Mar sorride, adesso, con un po' di malinconia, mentre Sofia, ormai soddisfatta, se ne va via contenta. Troppo piccola, la bambina, per capire che c'è un dopo. 
Ancora con la scatola in mano, la donna va nella camera da letto. Lì, sul comodino, accanto ad una foto del marito, c'è un'ultima lettera, scritta appena due mesi prima. Una lettera che mai si sognerebbe di far leggere ai suoi figli, una lettera alla quale non aveva trovato un posto. Ora c'è.
Prima di metterla nella scatola, insieme alle altre, la prende in mano e la legge, per l'ennesima volta.

 

Caro Thiago, dove sei?
Dov'è finita la tua mente, perché non riesco ad incontrarti?
Ormai ho perso le speranze, sai?
Se solo quella maledetta macchina avesse fatto più attenzione, tu ora saresti con noi.
Invece sei lì, in quel letto d'ospedale, a lottare ogni giorno contro la morte.
Sei lì, e non hai mai visto Sofia, non hai visto crescere i tuoi figli.
Sei anni da incubo, amore. Sei anni in cui ho dato tutta me stessa a Bruno e Sofia. Ma a loro manca qualcosa, manca un padre, manchi tu.
Credo di essermente fatta una ragione, ormai. Parlo, ovviamente, del fatto che non tornerai da noi. I medici, lo sai, dicono che non c'è quasi speranza, che dovrei decidermi a staccare quella maledetta spina.
E' giusto costringere una persona a vivere così?
Bruno chiede di te. Non può ricordarsi, ovvio, aveva solo due anni quando sei andato in coma. Ma sa che ha avuto un padre, un tempo.
Ogni tanto li porto da te, i bambini. All'inizio, durante il primo anno, perché dicevano che la voce di Bruno poteva aiutarti a tornare in te.
Adesso, semplicemente perché non voglio che dimentichino.
Ma non sarebbe meglio così? Non sarebbe meglio che loro ti lasciassero andare, se è vero che non puoi tornare?
Ieri è venuta un'amichetta di Sofia a casa. Ha chiesto dove fosse il suo papà. La nostra bambina l'ha guardata con quegli occhioni così belli e ha risposto, con tutta la semplicità del mondo, che il suo papà stava dormendo.
Cosa accadrà quando i nostri figli si accorgeranno che tu dormirai per sempre?
Ho paura, Thiago. E tuttavia non ho il coraggio di staccare la spina, di porre fine alla tua vita che ormai non è più vita. 
Ti amo amore mio, e ti amerò per sempre. 

 

Mar.
 

Mar mise la lettera nella scatola, insieme alle altre, mentre le lacrime le rigavano il volto. Poco dopo si addormentò.
I giorni trascorrevano lenti, tra parole, tra azioni ormai divenute istantanee. Se non fosse stato per Sofia e Bruno, Mar si sarebbe abbandonata, avrebbe smesso di vivere. Ma loro c'erano.
In un giorno d'aprile - erano passati due mesi -, il telefono squillò.

«Pronto?»
«Signora Bedoya Aguero?» Disse la voce al telefono «Venga in ospedale. Si è svegliato.»

Spazio dell'autrice:
Sarò sincera. Volevo far morire Thiago. Poi mia sorella ha iniziato a picchiarmi, quindi ho dovuto abbandonare l'ipotesi. 
La storia è arrivata al termine. So che per la prima parte ho usato una tecnica narrativa diversa, ma volevo rendesse meglio, e solo così ci sono riuscita. Pooooi. Sofia .. Boh. Mi serviva una femmina, un maschietto come Bruno non si sarebbe mai fatto raccontare la storia delle lettere. 
Spero vi sia piaciuta, e che chi mi segue continuerà a farlo nelle prossime FF che scriverò. Anzi, se avete suggerimenti - o richieste, perché no? - chiedete pure. Sono disposta a scrivere su qualsiasi personaggio, e a dedicare FF a chiunque mi abbia seguito.
Un ringraziamento particolare va ad AnneMarieClaire, a cui - come sapete - è dedicata la storia, e a Marthiagojaznacho che mi sempre seguita. Un bacio a tutte.
Ps: Come avete visto la canzone iniziale non c'entra con la storia. Ma essendo l'ultimo capitolo ho voluto mettere questa. Citando Cris Morena, 'Gracias por tanto'.

Se volete sono anche qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1012912&i=1 con un Aleca *O*

  
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