Ooooooooooooops!!
Sono-in-un-fottutissimo-ritardo DD: credo che conosciate anche voi il blocco
dello scrittore, no?! Ecco, mi è successo :D ma ora credo, anzi penso, che mi
sia tornata l'ispirazione. Questo capitolo è cortino ma almeno vi sazio un po'
per l'assenza.
Chiedo di nuovo perdono!!
P.S. La frase finale l'ho modificata un pochino!
xoxo Mony
Uscii dal bagno con addosso la mia vestaglia di seta,
tolsi i braccialetti e li appoggiai sul comodino, poi mi infilai sotto le
coperte. Osservai Eddy alla scrivania, concentrato a scrivere qualcosa. Se
fosse venuto a sapere che quella sera avevo baciato Jared, mi avrebbe
massacrata di botte, di nuovo. Mi sedetti comoda e presi tra le mani un
giornale di gossip per leggere le ultime novità.
"Dove sei stata tutto questo tempo?", mi domandò il ragazzo
senza nemmeno guardarmi in faccia.
"In giro per Kyoto", risposi osservandolo mentre lui con
menefreghismo continuava a scrivere su quel maledetto pc.
"Sei stata con Jared Leto?", stavolta si voltò.
"No, la mia vita non gira intorno a lui, sai? Siamo legati solo
professionalmente"
"Voglio che voi due vi vediate solo quando ci sono io presente",
blaterò.
"E perchè mai? Non ti fidi di me?"
"Non mi fido di lui", chiuse con un colpo il pc e dopo essersi
alzato dalla sedia si avvicinò a me.
"Non fidarti di quell'uomo. E' un bugiardo traditore. Ti sta solo
usando per guadagnare soldi e successo. Fa tanto il dolce con te ma in realtà
non è la tua amicizia quello che vuole", si sedette sul letto di
fianco a me.
"Ma cosa stai dicendo? Da quando ti accanisci così con le persone?
Eddy, non sei più la persona che ho conosciuto all'università. Sei scortese,
dici che mi sta usando, ma almeno lui quando gli parlo mi guarda negli occhi e
mi dedica attenzione", Eddy alzò lo sguardo dall'iPhone e mi tirò uno
schiaffo.
Mi massaggiai la mandibola e da uno dei miei occhi sgorgò una lacrima.
"Scusa", disse lui. Mi alzai velocemente dal letto e mi chiusi
in bagno.
Il ragazzo cominciò a bussare alla porta urlandomi di uscire:"Ti ho
chiesto scusa, esci subito!" - "Vattene Eddy", urlai
piangendo.
Mi sedetti appoggiando la schiena alla porta. Non ne potevo più di quella
situazione. Quando lo conobbi un anno prima era una persona del tutto diversa.
Mi trattava come una principessa e mai si era permesso di alzare le mani. Da
quando aveva cominciato a lavorare per il padre era diventato ossessionato dela
sua professione ed era sempre nervoso.
Mi alzai e riaprii la porta, mi catapultai velocemente vicino all'armadio e
presi la valigia, la lanciai sul letto e cominciai a riempirla con i miei
abiti.
"Che cazzo fai eh?", urlò Eddy tentando di portare via dalle
mie mani la valigia.
"Non ti sopporto più, me ne torno a Los Angeles!", urlai tra
le lacrime.
Il ragazzo mi prese per il collo e mi scaraventò contro la parete:"Tu
non vai da nessuna parte...", mi disse digrignando i denti. Mi
divincolai tentando di staccare la sua mano dal mio collo ma lui era troppo
forte e io troppo debole. Provai a dirgli di lasciarmi ma le parole non mi
uscivano di bocca.
"Hai ancora in mente di andartene?", mi chiese. Accennai un no
con la testa e mi lasciò libera.
"Sei un bastardo", sussurrai a stento massaggiandomi il collo.
"Fai un altro passo falso e per te sarà la fine", mi diede una
spinta e finii sul letto mentre lui tornò al pc.
Tutta questa situazione stava degenerando e dovevo fare qualcosa, dovevo
trovare una soluzione e anche presto.
Mi svegliai bruscamente dal sonno profondo, qualcuno bussò violentemente alla
mia porta e solo dopo aver sentito urlare il mio nome capii che era mio
fratello.
"Porca puttana, svegliati Jared, è urgente!" - "Arrivo!",
urlai.
Mi stiracchiai per qualche secondo gettando le braccia all'aria e molto
lentamente mi accinsi a scendere dal letto e ad andare ad aprire la porta.
Non feci in tempo ad aprire che Shannon si precipitò nella mia stanza
sventolando un giornale.
"Siamo nella merda bro!", disse agitato.
"Cos'è successo?"
"Qualcuno ha messo un articolo su questo giornale spiegando del nostro
problema con la causa...".
Sogghignai. Non aveva perso tempo quel figlio di puttana. Rubai il giornale
dalle mani di mio fratello e cercai velocemente l'articolo.
"Chi cazzo è stato?!", urlò il batterista. Lo zittii alzando
una mano, stavo leggendo l'articolo e quel bastardo non si era risparmiato su
nulla:"...La rockband 'Thirty Seconds To Mars' si risveglia da un lungo
letargo dopo essere venuti alla conoscienza di essere stati denunciati dalla
EMI", lessi a voce alta.
"E' stato Eddy...", dissi. Shannon mi guardò perplesso.
"Eddy?"
"Siamo in lotta. Non capisco perchè, si è accanito contro di me e sta
facendo tutto per rovinarmi"
"E perchè non me l'hai detto subito?"
"Perchè volevo risolvere da solo il problema"
Shannon sbuffò:"Jared, te l'ho già detto che non sei l'onnipotente.
Appena quelli della EMI leggeranno l'articolo si incazzeranno. Dobbiamo trovare
una soluzione".
Tutto d'un tratto fui interrotto dal suono del mio BlackBerry e sullo shcermo
lessi il nome del manager:"Ommerda...è il Manager..."
"Sarà venuto sicuramente a conoscenza di questa cosa, sai che le
notizie girano in fretta. Rispondi rimanendo tranquillo".
Seguii il consiglio di mio fratello:
"Pronto?"
"Cosa cazzo avete combinato? Tornate subito a Los Angeles, dobbiamo
risolvere questo casino, SUBITO! Altrimenti potete dire addio alla tournèe e
alla pubblicazione del cd!"
"Ok, ok. Prenotiamo il primo volo e arriviamo..."
Guardai Shannon e lo vidi preoccupato. Si sdraiò sul letto tenendo a penzoloni
le gambe e nel frattempo si massaggiò la testa.
"Vedete di trovare anche una soluzione a questa cazzo di situazione!",
mi riagganciò il telefono in faccia.
Los Angeles, ore 9 am.
“Stiamo parlando della EMI. Quello che hanno in
mente di fare loro è farti spendere soldi e torturarti. Non è una casa
discografica tradizionale. Non è da persone
che operano regole tradizionali della casa discografica. Sono gente che possiedono la società e anche il
potere. Stanno solo cercando un modo per prendere soldi e pensano di fottere la
gente facendo pagare debiti, finchè non scopriranno la verità, cioè che esiste
anche gente più potente di loro pur non possedendo niente. Ma questa articolo… – il manager sventolò il giornale con il gossip
riguardo la causa – …non doveva esserci. Dovevamo fare tutto al buio senza
che nessuno sapesse nulla. Non sono più così ottimista come prima”.
“Andiamo, non è un cazzo di articolo che ci fa mandare all’aria tutto. Gli
Echelon capiranno, dove sta il problema? Non abbiamo rubato e nemmeno ucciso
nessuno”, dissi avvicinandomi di più a lui dall’altra parte della
scrivania.
“Certo, sono d’accordo. Ma la gente penserà..”
Mi alzai interrompendolo:”La gente, la gente, la gente…lo vuoi capire che a
me della gente non me ne fotte un emerito cazzo? Possono dire tutto quello che
vogliono riguardo a me e al mio futuro, io so cosa sono in grado di fare e ti
dico che questo album uscirà e che risolveremo questa causa!”
“E se non andrà come pensi tu? Cosa farai?”
Mi risedetti:”Mi trasferirò in Brasile e venderò scarpe”.
Il manager sogghignò scuotendo la testa.
Scappai dal Giappone in fretta e
furia lasciando gli altri là, dovevo assolutamente risolvere questo problema,
ma appena parcheggiai l'auto nel vialetto trovai Sasha di fronte
alla porta di casa mia. Chiusi la portiera col cip e mi avvicinai.
“Jared…”, fece in tempo
solo a dire il mio nome e scoppiò a piangere.
“Che sta succedendo? Vieni dentro”, dissi trascinandola in casa.
Una volta dentro l’abbracciai forte. Per piangere così doveva essere successo
qualcosa di veramente brutto.
“Jared stai attento, quello ti ammazza”, sputò fuori.
“Chi?!”
“Eddy”. Mi si bloccò il respiro.
Ciao! Sono Jared, sono un regista, sono un musicista, sono un attore, sono
un manager part-time, sono un artista grafico. Faccio scarabocchi, sono
conosciuto per come sapevo ballare e mi piace fare lunghe escursioni. Che
giornata. Che giornata. Sarebbe potuta andare peggio: un'etichetta discografica
avrebbe potuto dirci di fotterci e qualcuno avrebbe potuto minacciarmi di
morte.
Dimenticavo, è successo.