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Autore: MonyMOFO    22/04/2012    2 recensioni
Possono due persone completamente diverse accorgersi poi di essere completamente uguali? Brook è una ragazza molto ricca tanto quanto viziata, figlia di un avvocato molto conosciuto a Los Angeles e di una donna architetto.
Una sua giornata tipo si suddivide in shopping, parrucchiera, estetista e feste mondane.
Jared è una rockstar che a differenza di Brook odia il fatto di essere troppo al centro dell'attenzione e passerebbe una giornata intera a leggersi un buon libro.
I due si troveranno a dover passare un periodo insieme dopo che il menager della band di Jared Leto, chiama il padre di lei per risolvere un problema con la loro etichetta discografica EMI ma un terzo incomodo renderà tutto ancora più difficile.
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"Ti rovinerò, Jared Leto"
"Vedremo, Edward Martin"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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novo!

Ooooooooooooops!! Sono-in-un-fottutissimo-ritardo DD: credo che conosciate anche voi il blocco dello scrittore, no?! Ecco, mi è successo :D ma ora credo, anzi penso, che mi sia tornata l'ispirazione. Questo capitolo è cortino ma almeno vi sazio un po' per l'assenza.
Chiedo di nuovo perdono!!
P.S. La frase finale l'ho modificata un pochino!
xoxo Mony

Uscii dal bagno con addosso la mia vestaglia di seta, tolsi i braccialetti e li appoggiai sul comodino, poi mi infilai sotto le coperte. Osservai Eddy alla scrivania, concentrato a scrivere qualcosa. Se fosse venuto a sapere che quella sera avevo baciato Jared, mi avrebbe massacrata di botte, di nuovo. Mi sedetti comoda e presi tra le mani un giornale di gossip per leggere le ultime novità.
"Dove sei stata tutto questo tempo?", mi domandò il ragazzo senza nemmeno guardarmi in faccia.
"In giro per Kyoto", risposi osservandolo mentre lui con menefreghismo continuava a scrivere su quel maledetto pc.
"Sei stata con Jared Leto?", stavolta si voltò.
"No, la mia vita non gira intorno a lui, sai? Siamo legati solo professionalmente"
"Voglio che voi due vi vediate solo quando ci sono io presente", blaterò.
"E perchè mai? Non ti fidi di me?"
"Non mi fido di lui", chiuse con un colpo il pc e dopo essersi alzato dalla sedia si avvicinò a me.
"Non fidarti di quell'uomo. E' un bugiardo traditore. Ti sta solo usando per guadagnare soldi e successo. Fa tanto il dolce con te ma in realtà non è la tua amicizia quello che vuole", si sedette sul letto di fianco a me.
"Ma cosa stai dicendo? Da quando ti accanisci così con le persone? Eddy, non sei più la persona che ho conosciuto all'università. Sei scortese, dici che mi sta usando, ma almeno lui quando gli parlo mi guarda negli occhi e mi dedica attenzione", Eddy alzò lo sguardo dall'iPhone e mi tirò uno schiaffo.
Mi massaggiai la mandibola e da uno dei miei occhi sgorgò una lacrima.
"Scusa", disse lui. Mi alzai velocemente dal letto e mi chiusi in bagno.
Il ragazzo cominciò a bussare alla porta urlandomi di uscire:"Ti ho chiesto scusa, esci subito!" - "Vattene Eddy", urlai piangendo.
Mi sedetti appoggiando la schiena alla porta. Non ne potevo più di quella situazione. Quando lo conobbi un anno prima era una persona del tutto diversa. Mi trattava come una principessa e mai si era permesso di alzare le mani. Da quando aveva cominciato a lavorare per il padre era diventato ossessionato dela sua professione ed era sempre nervoso.
Mi alzai e riaprii la porta, mi catapultai velocemente vicino all'armadio e presi la valigia, la lanciai sul letto e cominciai a riempirla con i miei abiti.
"Che cazzo fai eh?", urlò Eddy tentando di portare via dalle mie mani la valigia.
"Non ti sopporto più, me ne torno a Los Angeles!", urlai tra le lacrime.
Il ragazzo mi prese per il collo e mi scaraventò contro la parete:"Tu non vai da nessuna parte...", mi disse digrignando i denti. Mi divincolai tentando di staccare la sua mano dal mio collo ma lui era troppo forte e io troppo debole. Provai a dirgli di lasciarmi ma le parole non mi uscivano di bocca.
"Hai ancora in mente di andartene?", mi chiese. Accennai un no con la testa e mi lasciò libera.
"Sei un bastardo", sussurrai a stento massaggiandomi il collo.
"Fai un altro passo falso e per te sarà la fine", mi diede una spinta e finii sul letto mentre lui tornò al pc.
Tutta questa situazione stava degenerando e dovevo fare qualcosa, dovevo trovare una soluzione e anche presto.

 
Mi svegliai bruscamente dal sonno profondo, qualcuno bussò violentemente alla mia porta e solo dopo aver sentito urlare il mio nome capii che era mio fratello.
"Porca puttana, svegliati Jared, è urgente!" - "Arrivo!", urlai.
Mi stiracchiai per qualche secondo gettando le braccia all'aria e molto lentamente mi accinsi a scendere dal letto e ad andare ad aprire la porta.
Non feci in tempo ad aprire che Shannon si precipitò nella mia stanza sventolando un giornale.
"Siamo nella merda bro!", disse agitato.
"Cos'è successo?"
"Qualcuno ha messo un articolo su questo giornale spiegando del nostro problema con la causa...".
Sogghignai. Non aveva perso tempo quel figlio di puttana. Rubai il giornale dalle mani di mio fratello e cercai velocemente l'articolo.
"Chi cazzo è stato?!", urlò il batterista. Lo zittii alzando una mano, stavo leggendo l'articolo e quel bastardo non si era risparmiato su nulla:"...La rockband 'Thirty Seconds To Mars' si risveglia da un lungo letargo dopo essere venuti alla conoscienza di essere stati denunciati dalla EMI", lessi a voce alta.
"E' stato Eddy...", dissi. Shannon mi guardò perplesso.
"Eddy?"
"Siamo in lotta. Non capisco perchè, si è accanito contro di me e sta facendo tutto per rovinarmi"
"E perchè non me l'hai detto subito?"
"Perchè volevo risolvere da solo il problema"
Shannon sbuffò:"Jared, te l'ho già detto che non sei l'onnipotente. Appena quelli della EMI leggeranno l'articolo si incazzeranno. Dobbiamo trovare una soluzione".
Tutto d'un tratto fui interrotto dal suono del mio BlackBerry e sullo shcermo lessi il nome del manager:"Ommerda...è il Manager..."
"Sarà venuto sicuramente a conoscenza di questa cosa, sai che le notizie girano in fretta. Rispondi rimanendo tranquillo".
Seguii il consiglio di mio fratello:
"Pronto?"
"Cosa cazzo avete combinato? Tornate subito a Los Angeles, dobbiamo risolvere questo casino, SUBITO! Altrimenti potete dire addio alla tournèe e alla pubblicazione del cd!"
"Ok, ok. Prenotiamo il primo volo e arriviamo..."
Guardai Shannon e lo vidi preoccupato. Si sdraiò sul letto tenendo a penzoloni le gambe e nel frattempo si massaggiò la testa.
"Vedete di trovare anche una soluzione a questa cazzo di situazione!", mi riagganciò il telefono in faccia.

 

Los Angeles, ore 9 am.

Stiamo parlando della EMI. Quello che hanno in mente di fare loro è farti spendere soldi e torturarti. Non è una casa discografica tradizionale. Non è da persone che operano regole tradizionali della casa discografica. Sono gente che possiedono la società e anche il potere. Stanno solo cercando un modo per prendere soldi e pensano di fottere la gente facendo pagare debiti, finchè non scopriranno la verità, cioè che esiste anche gente più potente di loro pur non possedendo niente. Ma questa articolo… – il manager sventolò il giornale con il gossip riguardo la causa – …non doveva esserci. Dovevamo fare tutto al buio senza che nessuno sapesse nulla. Non sono più così ottimista come prima”.
Andiamo, non è un cazzo di articolo che ci fa mandare all’aria tutto. Gli Echelon capiranno, dove sta il problema? Non abbiamo rubato e nemmeno ucciso nessuno”, dissi avvicinandomi di più a lui dall’altra parte della scrivania.
Certo, sono d’accordo. Ma la gente penserà..
Mi alzai interrompendolo:”La gente, la gente, la gente…lo vuoi capire che a me della gente non me ne fotte un emerito cazzo? Possono dire tutto quello che vogliono riguardo a me e al mio futuro, io so cosa sono in grado di fare e ti dico che questo album uscirà e che risolveremo questa causa!
E se non andrà come pensi tu? Cosa farai?
Mi risedetti:”Mi trasferirò in Brasile  e venderò scarpe”.
Il manager sogghignò scuotendo la testa.


Scappai dal Giappone in fretta e furia lasciando gli altri là, dovevo assolutamente risolvere questo problema, ma appena parcheggiai l'auto nel vialetto trovai  Sasha  di fronte alla  porta di casa mia. Chiusi la portiera col cip e mi avvicinai. 
Jared…”, fece in tempo solo a dire il mio nome e scoppiò a piangere.
Che sta succedendo? Vieni dentro”, dissi trascinandola in casa.
Una volta dentro l’abbracciai forte. Per piangere così doveva essere successo qualcosa di veramente brutto.
Jared stai attento, quello ti ammazza”, sputò fuori.
Chi?!
Eddy”. Mi si bloccò il respiro.


Ciao! Sono Jared, sono un regista, sono un musicista, sono un attore, sono un manager part-time, sono un artista grafico. Faccio scarabocchi, sono conosciuto per come sapevo ballare e mi piace fare lunghe escursioni. Che giornata. Che giornata. Sarebbe potuta andare peggio: un'etichetta discografica avrebbe potuto dirci di fotterci e qualcuno avrebbe potuto minacciarmi di morte.
Dimenticavo, è successo.

   
 
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