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Autore: Wallie    30/04/2012    3 recensioni
Mi chiamo Helena Alice..
No, il cognome lo vorrei tenere per dopo, altrimenti finirei per rovinare un'amicizia che forse potrebbe durare, perchè mi piacerebbe instaurare un bel legame con te, caro lettore, che stai sfogliando con gli occhi queste righe scritte da un dodicenne.
Tornando a noi, rovinare una probabile o futura amicizia con la menzione di un cognome è una cosa pazza quanto stupida.
Se non lo sai -e molto probabilmente, non lo sai davvero-, il mio cognome allontana da me molte, molte persone.
(tratto dal capitolo uno).
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Helena





Le immagini sfocate si muovevano sinuose davanti al mio sguardo.
Un ragazzo.
Bello. Bello e attraente come il diavolo.
Sdraiato su una distesa verde, con un imponente castello davanti, il vento che gli scompigliava i capelli scuri.
Una ragazza si avvicinò a lui. Anche lei era bellissima: con una mano scostò delle ciocche dal volto del giovane.
'Tom. Sveglia, tra poco ricominciano le lezioni' sussurrò.
Doveva essere svegliato per andare in classe, ma lei, in cuor suo, sperava di poterlo ammirare ancora mentre dormiva.
Tom biascicò qualcosa poi aprì gli occhi.
'Sì, andiamo' sorrise il ragazzo.
Si allontanarono mano nella mano verso il castello di pietra e, mentre tutti gli altri ragazzi correvano frenetici, loro due andavano a passo lento verso quella reggia enorme.
Le immagini si mescolarono in un intruglio grigiastro e dal nulla ricomparse lo stesso ragazzo in una diversa situazione.
Tom, da qualche secondo prima, era cresciuto di circa cinque anni. Non era più un bambino, anzi, era forse quasi adulto. Quasi diciassettenne, per buttare un età.
Seduto sulla scrivania, con una mano bianca si tormetava i capelli scuri, con l'altra rigirava una piuma. I piedi distesi su un'altra sedia, accavallati senza scarpe. Un diciassettenne in procinto di studiare.
La visuale si spostò dietro di lui e, distesa dolcemente sul letto, una donna addormentata. I capelli ricci che le sfioravano il viso, le labbra socchiuse e le mani nivee che tenevano strette le lenzuola. Tom si alzò dalla poltrona dove studiava e si avvicinò al letto. Con le dita affusolate accarezzò la guancia di lei, che rabbrividì alla freddezza di quelle mani e si rigirò nel letto, tirando verso se le coperte.
Doveva essere successo qualcosa di molto importante, quella sera. Non ero stupida, ci arrivavo che quella era la famosa notte d'estate in cui Helena Alice Riddle era stata concepita da un giovane rampollo e da una ragazza meravigliosa.
Le immagini si confusero di nuovo, tornò quel misuglio grigio e poi si vide un altro quadretto.
Una donna disperata dal volto magro e scavato, i capelli ispidi, le braccia magre che tenevano strette un neonato e una figura incappucciata.
Sta volta le persone parlarono. Si sentì la voce tremante della donna supplicare ''Sei sicuro? La vuoi davvero abbandonarla a questo destino? Rimane tua figlia!''
Le lacrime solcavano i lineamenti spigolosi della donna, una smorfia colma di tristezza. Un volto rovinato dalla magrezza e dalla paura.
''Non abbiamo altra scelta'' una voce roca, senza sentimento, provenì dall'uomo incappucciato, che sfoderò una mano bianca e lucida e schiaffeggiò la donna che cadde a terra, proteggendo la bambina.
''Prendila e dalla a Georgia e Alphonse. Altrimenti, che sia mi figlia o no, intralcerà i miei piani''
La donna, esausta di continuare a combattere, barcollò e si avvicinò a due uomini mascherati che le strapparono la bambina dalle mani.
La piccola, per tutto il tempo, aveva fatto da sottofondo con i suoi pianti e i suoi strilli.
L'uomo incappucciato, levò una mano lattea dal mantello e prese un bastoncino, che interpretai come bacchetta.
''Mi dispiace, Bella, ma devo farlo'' sentenziò.
La donna, si accorse di ciò che sarebbe accaduto fra qualce secondo e si fiondò verso i due uomini che reggevano la neonata.
La piccola gridò, gridò più non posso quando vide un lampo di luce verde e sua madre a terra distesa, con gli occhi sbarrati a fissare il vuoto.
''Oh, Bella. Cosa hai fatto?'' disse l'uomo con falsa tristezza.
Diede un calcio al volto della donna e la bambina gridò di nuovo.
'' Prendete la bambina con voi, cambiatevi nome e fingete una vita babbana. E' un ordine'' intimò loro che si inchinarono subito.
L'uomo si allontanò e, dopo uno schiocco di dita, sparì.
Tutto si mescolò di nuovo e ritornai alla realtà.
La mano si staccò dalla mia fronte e caddi all'indietro.
Subito venni assalita da un milione di domande, ma, fortunatamente il Signor Jacobson ebbe pietà di me e mi pose un semplice ''Allora?''
Ero scandalizzata.
''Che c'è?'' disse Janira\Georgia, chi diavolo era?!
''Che c'è?! CHE C'E'?! C'è che mio padre era un figlio di puttana!'' sclerai li in mezzo.
Avevo capito che la donna morta per difendermi era mia madre. Che l'uomo che l'aveva uccisa era mio padre. Che quei due seguaci erano i miei genitori adottivi.
''Voi due, brutti..AAAH! NON SO NEMMENO CHE INSULTO LANCIARVI PER QUANTO MI FATE SCHIFO!''
Ops, sono stata pesante?
''Come vi è venuto in mente di non dirmi niente?! Non vi sembrava dovessi esserne a conoscenza?!''
Li guardavo in cerca di risposte che non arrivarono mai.
''Devo arrendermi a quanto pare'' sbuffai ''Signore, ora vengo con lei. Poi torno per prendere le valigie e parto per questa SCUOLA DI MAGIA''
''Va bene. Prendimi il braccio'' disse compassionevole.
Afferrai in modo alquanto violento il braccio dell'uomo che mugugnò.e salutò con la mano libera i tre.
Sentì il terreno mancarmi sotto i piedi e come un risucchio che partiva dall'ombelico.
Oh Dio che sensazione orribile.
''Arrivati'' disse sorridendo.
Ci ritrovammo dentro un bar squallido, dove tantissima gente beveva e mangiava.
Dei cucchiaini si muovevano da soli, delle sedie si rigiravano sul tavolo, dei bicchieri volavano sopra le nostre teste. Sto sognando?
Ad un certo punto, il mio sogno venne interrotto da un fastidio allo stomaco e..
vomitai.
''Oh Dio, ma che cosa..?'' dissi confusa.
''Sì, capita spesso se è la prima volta che ti materializzi'' sospirò dandomi una pacca sulla spalla.
''Oh, grazie per avermi avvisato prima'' risposi con un sorriso sarcastico.
''Ehi Hagrid!'' si voltò lui verso un uomo.
''E che ti pare mi ascolti pure?'' sussurrai fra me e me.
''Steve! Vecchia talpa'' l'omone si avvicinò a Jacobson e gli lasciò un ceffone sulla nuca.
''Ehi, ci vedo benissimo! Smettila di chiamarmi talpa!'' disse buttando il muso mentre l'omone rideva di gusto. ''Comunque, che ci fai qui? Non dovresti essere ad Hogwarts a controllare se i tuoi 'ANIMALETTI' siano in gabbia?'' calcò molto sulla parola animaletti, il vecchio Steve.
''No. Oggi sono venuto a prendere una chicca. Guarda un po' chi mi hanno incaricato?'' tutto altezzoso, si girò verso un ragazzo che aveva dietro e urlò un ''TADAAAN''
''
OH, PER TUTTI LE MANTICORE MANGIAUOMINI*, ma è Harry Potter!'' gridò stupefatto.
ASPETTA. COSACOSACOSA?!

''Harry Potter?'' Mi intromisi io sconcertata.
''Oh, Helena?'' mi guardò sbarrando gli occhi Harry.
''Ehi, voi due, vi conoscete?''





Angolo dell'autrice:
*=Manticora, creatura mitica, una sorta di chimera dotata di testa umana (spesso munita di corna), corpo di leone e coda di scorpione, in grado di scagliare spine velenose per rendere inerme la preda per poi mangiarla.


Ammetto di non aver dato del mio meglio per scrivere questo capitolo, ma spero vi piaccia comunque..
Scusate, la prossima volta mi ci metto d'impegno xD
Wallie :3
  
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