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Autore: Writer96    01/05/2012    6 recensioni
Lui era il ragazzo incredibile, quello bello e dolce e divertente che faceva impazzire le ragazze e che si faceva adorare dagli amici.
Io era una ragazza più o meno come tutte, fatta eccezione per la mia smodata passione per i libri e la capacità di risultare goffa e incredibilmente timida in qualunque situazione.
E puntualmente mi ritrovavo ad ascoltarlo ogni volta che ne combinava qualcuna delle sue.
-Hayley Core, ragazza londinese. Migliore amica di Liam Payne.
O qualcosa di più?
Dal quarto capitolo
Non avrei mai avuto le forze o il coraggio di allontanarmi da Liam solo per smentire delle voci di corridoio.
Avrei sofferto come un cane e probabilmente quelle sarebbero solo aumentate.
Avrei continuato a fare tutto normalmente.
Come se non avessi saputo niente.
Come se avessi avuto le idee chiare in testa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '10 Things I didn't give to you'
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"And I'm dying just to know your name"

One Thing, One Direction




Mi piaceva andare a scuola, ma evitavo di dirlo in giro.
Era logico che non mi dispiacesse, visto l’impegno che ci mettevo, ma cercavo di non andare in giro urlando “Io amo la scuola”.
Non era vero, innanzitutto.
Non la amavo, ma mi piaceva. Sospiravo sconfitta quando i miei compagni, nonostante ci conoscessimo da cinque anni, si ostinavano a chiamarmi secchiona.
Liam aveva provato a farlo un paio di volte, scherzoso, ma si era ricreduto davanti al mio rifiuto di ridere.
Aveva capito il mio disagio.
Perché lui, nonostante tutto, mi capiva sempre.

Stavo pensando a lui mentre la professoressa di biologia ci ridava i compiti in classe della settimana prima.
Per una volta non sentivo i consueti crampi allo stomaco e la leggera nausea, che mi assalivano ogni volta che ero preoccupata o che stavo per essere giudicata.
Sorrisi impercettibilmente e Julie, seduta vicino a me, si girò, quasi avvertendo la mia serenità inusuale.

-Cos’ha combinato Liam stavolta?- mi sussurrò, lanciando solo un’occhiata veloce al suo compito, sul quale campeggiava una C+ rossastra. Lo diceva sempre, lei, che era stanca ormai, che non vedeva l’ora di arrivare alla fine dell’anno e poi mi guardava, pronta a raccontarmi qualcosa.
Per molto tempo non avevo considerato Julie la mia migliore amica, ritenendola solo una compagna di classe molto simpatica. Ero più legata a Sam, amica d’infanzia che mi era sempre stata accanto. Ma aveva due anni più di me e si era trasferita a Oxford per l’università, impedendomi di comprare con lei il mio primo appartamento.
Julie era stata un’ottima... sostituta. No, non sostituta, odiavo quella parola. Più che altro, era stata lei a farmi capire che oltre a Sam c’era anche qualcun altro che mi voleva abbastanza bene da mettersi in gioco per me.
A volte la guardavo e non potevo evitare di abbracciarla, pensando a quanto l’affetto delle persone potesse cambiarti la vita. Mi sentivo un po’ idiota in quei momenti, come se fossi uscita da un romanzetto rosa o da una di quelle pubblicità di giornali per ragazze, ma non ci badavo, infischiandomene, per una volta, dell’essere seria o comunque di quello che avrebbero potuto pensare gli altri.

-Liam?- chiesi, colta alla sprovvista dalla domanda di Julie. La professoressa posò il mio compito sul banco, ed io tentai di ignorare con nonchalance la A= fiammeggiante in cima alla pagina.
Avevo smesso di sorridermi e di compiacermi “in pubblico” già da tempo, quando mi ero accorta che le battutine sul mio essere secchiona erano sempre in crescita.
Non che non mi volessero bene. Semplicemente, non capivano.

 -Andiamo. La tua gamba non ha fatto su e giù per tutto il tempo e non hai nemmeno tentato di uccidere l’angolo del tuo quaderno per l’ansia. Solo una cosa ha il potere di calmarti, e quella cosa si chiama Liam Payne e sta nell’aula proprio di fronte alla nostra...- concluse, con un sorrisetto e una strizzata d’occhio.
Sbuffai, puntandole un dito contro, dopo essermi interessata del voto di qualche amica o amico, che sorridevano tutti contenti.

-Cosa vorrebbe significare quel ghigno che è appena apparso sul tuo dolce visino?- le chiesi, scuotendo la testa. In quel momento la campanella suonò, distraendomi per qualche istante.

-Ricreazione...- esclamò lei, angelica e contenta. La vidi ravvivarsi i ricci chiari e prendere il cellulare per specchiarsi sullo schermo nero, per poi alzarsi e salutarmi con un bacio volante mentre se ne andava alla ricerca di Harry.
Stavano insieme da qualche mese e non avevo mai visto Julie così... interessata a qualcosa. Harry Styles aveva un anno meno di noi, ma aveva due occhi che la facevano impazzire e un sorriso che contagiava chiunque altro. Faceva battute squallide, ma sapeva anche essere tremendamente simpatico e dolce.
Non era romantico, ma si vedeva che teneva realmente a Julie e io, benchè lo frequentassi poco, non avevo nulla da ridire su di lui.
Il pensiero di Elizabeth mi tornò alla mente in fretta e lo scacciai con uno scuotimento di testa, mentre mi alzavo pure io ed uscivo dalla classe.
Sapevo già dove avrei trovato Liam, perché era lì dove lo trovavo sempre, seduto sulle scalinate del cortile con i gomiti poggiati sugli scalini di ferro.
Avanzai nella sua direzione lentamente, guardandomi intorno nel caso ci fosse stato qualcuno che avrei potuto disturbare. La ricreazione era mia e di Liam, o almeno la prima parte, e i suoi amici sembravano averlo imparato senza fare troppe domande.

Liam era lì, gli occhi socchiusi e il volto proteso in avanti a catturare il sole. Mi sedetti accanto a lui e gli diedi un bacio scherzoso sulla guancia destra, facendogli aprire gli occhi di scatto.
-Salve, miss Core.- brontolò, facendomi un po’ di spazio e lasciando il braccio appoggiato allo scalino appena sopra, appena dietro di me.
-Buongiorno anche a te...- gli dissi, addentando un pezzo della sua pizza, tenuta inconsciamente a poca distanza da me.
-Ma non hai altro da fare che scroccarmi la merenda, tu?- mi chiese, fingendosi scocciato e regalandomi un sorriso felice. Chiusi gli occhi e arricciai le labbra, spingendo il mento in alto per sembrare un’aristocratica offesa.
-Effettivamente no, quindi continuerei con piacere...- lo presi in giro, allungandomi per staccare un altro morso di quella pizza meravigliosa. Lui fu più veloce e mi tappò la bocca con una mano, facendomi mugugnare scontenta.
-Sei di buon umore, oggi. Non avrai niente da rinfacciarmi, spero...- disse, senza staccare la mano dalla mia faccia. Avrei sbuffato, se avessi potuto, ma non volevo sembrargli eccessivamente... niente.
Semplicemente non volevo sbuffare.
Fui costretta ad allontanargli la mano per potergli rispondere e lui reagì portando il braccio sul gradino di prima, facendomi una linguaccia.

-A dire il vero me n’è venuta in mente un’altra... non mi hai mai dato il permesso di trovarti un soprannome...- dissi e lo sentii gemere senza sorprendermi.
Lui odiava i soprannomi.
Li trovava stupidi ed era l’unico a chiamarmi semplicemente Core quando il mio nome intero era troppo lungo da pronunciare. In generale odiavo essere chiamata per cognome, ma a Liam perdonavo tutto.
In effetti, gli perdonavo sempre tutto.

-Lo sai che li trovo delle cose inutili..- provò a ribattere, beccandosi una mia gomitata tra le costole.
-Ho detto trovare, non usare. Non sarà così difficile, no?- gli dissi, girandomi nella sua direzione e osservando la sua smorfia. Poco più avanti di noi c’era un gruppetto di ragazzine del primo anno che lo indicavano sussurrando e ridacchiando tra di loro.
Mi concessi una breve risata, quando mi accorsi che lui non le aveva neanche viste.
Ingenuo Liam. Dolce Liam.

Non mi rispose, così m arrovellai per trovare qualcosa di carino ed originale.
-Potrebbe essere Lim...- provai a dire, ma lo vidi scuotere la testa con scarso entusiasmo.
-Andiamo, è inutile una cosa così. Lim.. aggiungici una a e poi hai il mio nome normale. Che cosa risparmi, nel togliere una lettera?- protestò e toccò a me scuotere la testa, perché era davvero sfiancante quando ci si metteva.
-Ok. Allora... Lilo?- provai, sentendolo ridere in risposta.
-Lilo è una bambina, Hayley. Una bambina che ha un cane alieno. Per quanto possano piacermi i cartoni animati, non penso che mi piacerebbe essere chiamato così...- borbottò lui, dandomi una botta sulla spalla sinistra e facendomi scuotere ancora con più forza la testa.

Liam era così. Pragmatico, ma anche sognatore. Alternava momenti in cui avresti voluto abbracciarlo ad attimi in cui saresti voluto solo scappare a gambe levate.
La prima volta che avevamo fatto un discorso del genere io ero finita con una crisi isterica e lui con un’aria affranta che si adattava comunque alla sua faccia. Non ricordavo neanche più perché mi avesse fatto impazzire, sapevo solo che era stato qualcosa di assurdamente stupido e assurdamente... irritante.

-Va bene, allora ci riprovo. Lilli. Ti ci chiamerei solo io, sarebbe una cosa scherzosa...- tentai di nuovo, allungando una gamba e studiando la punta delle mie Adidas mezze distrutte.
Sapevo che stava sorridendo scocciato.
Lo sapevo, eppure mi girai lo stesso per constatare se avessi ragione.
-Lilli è una cosa da femmine, Core. Capisco che tu possa mettere in dubbio la mia virilità, ma credimi, sono ancora un ragazzo.- sospirò, poggiando la testa sopra la mia.
Ero sicura che, se fossi stata un’altra persona, sarei arrossita. Ma si trattava di me, perciò mi limitai ad alzare la testa fingendomi scocciata.
-Elle, allora. Fa molto Gossip Girl, ma è bello. Tu potresti chiamarmi Acca. Sarebbe figo. Molto alla gangsta.- dissi, soddisfatta. Un’ombra arrivò a coprirmi, prima che Liam potesse rispondermi ancora una volta con la sua solita aria strafottente e buffa.

Alzai lo sguardo e vidi Zayn che mi salutava, dicendo qualcosa che poteva essere sia un “Ehi Hay!” sia “Hay, Ehi!” e battendo su una spalla a Liam.
Zayn adorava giocare sul mio nome e su come potesse sembrare un saluto e gli piaceva particolarmente farmi impazzire nel tentativo di capire cosa stesse dicendo.
-Che cosa fate, a parte tubare?- chiese, beccandosi un calcio da parte mia e una risata da parte di Liam, che continuava a giocherellare con la cucitura della mia felpa tenendomi un braccio dietro le spalle.
Provavo la fastidiosa sensazione di imbarazzo che mi prendeva quando non sapevo come comportarmi.
Ma Liam era tranquillo, e così pure Zayn, perciò decisi anche io di ignorare il mio stomaco che reclamava il prezzo della mia timidezza e mi misi ad ascoltarli.
Mi sarei alzata dopo poco e sarei andata via, salutandoli con la manina come i bambini piccoli e sarei andata a passare il resto della ricreazione chiacchierando con qualche amica.

-Sta cercando di trovarmi un soprannome, Zayn! Capisci? E continua a proporre cose da ragazza. Dici che ha scoperto della nostra relazione?- stava dicendo Liam, facendo ridere a crepapelle Zayn. Mi alzai, pulendomi i jeans dalla polvere e tentando di guardarli male senza ridere.
-Sfotti Payne, sì, mi raccomando, sfottimi insieme a Malik. Vedrai quando riuscirò nella mia impresa...- dissi, scompigliando i capelli di Liam e dando un pugno davvero debole e poco convinto sul braccio di Zayn.
Liam si alzò e mi diede un bacio su una guancia, sorprendendo me e Zayn, e mi sussurrò all’orecchio “Hai tempo fino a mezzanotte, Miss...”
E’ inutile dire che passai la giornata ad arrovellarmi.
Scrissi ovunque il suo nome e cambiai le lettere di posto tra loro una decina di volte, senza risultato. Provai ad associarlo ad altre parole, ma senza risultato. Coinvolsi anche Julie, che continuava a sorridere e a picchiettarmi con la penna sul braccio con fare eloquente.
Non ci fu niente da fare.
Liam aveva ragione.
Il suo nome era perfettocosì com’era.

“Ehi, amica dei soprannomi...” mi salutò così quando risposi al cellulare quella sera mentre stavo cenando. Mi alzai da tavola, facendo un segno a Julie affinchè mi aspettasse e mi chiusi in bagno, seduta sul bordo della vasca a gambe incrociate.
“Ehi, uomo senza soprannomi...”
“Allora... hai nuove idee?”
“Quanto godi nel farmi soffrire così?” protestai, iniziando a giocherellare con un asciugamano. Ero sicura che stesse ridendo silenziosamente dall’altro lato del telefono.
“Tanto, Hayley, sai che godo tanto...”
“Ok. Che ne dici di Willie?
Lo sentii tossire e poi scoppiare a ridere fragorosamente.
“Tu sei tutta scema. Ti voglio bene anche così, però.”
“Ok, allora Will...”
“Perché Will?”
William...”
Silenzio. Potevo sentirlo rantolare nel tentativo di non ridermi in faccia.
“La mia vita sarebbe noiosa senza di te, lo sai?”
“Lo so. Anche tu potresti sforzarti. Potresti trovarmi tu un soprannome.”
“Io?”
“Potrebbe essere la terza cosa. Non mi hai mai dato un soprannome.
“Sarebbe ripetitiva come cosa, non trovi? Voglio metterti più in difficoltà...” ridacchiò.
Toccò a me ridere, questa volta.
“E poi, ti chiamo già Miss...” continuò, senza sentirmi rispondere.
“Liam?”
“Sì?”
“Lascia stare. Ora vado, stavo cenando...”
“Ok. E... Ehi.”
“Hay?”
“Ehi, il saluto. Stavo per finire la frase...”
“Ci avevo sperato, maledizione.”
“Ti voglio bene anche io.”
“E’ la seconda volta che me lo dici, hai carenze d’affetto?”
“Mi mancano le tue stupidaggini.”
“Liam. Posa quelle bottiglie di birra e vai a dormire.”
Lo sentii ridere ed ebbi la voglia improvvisa di correre lì ed abbracciarlo.
“Buonanotte, Hayley Core.”
“Buonanotte, Lilli.”

Chiusi prima che potesse rispondermi ed uscii dal bagno con espressione soddisfatta.
Finsi di non vedere il sorrisino di Julie, che stava iniziando pericolosamente a diventarmi familiare.






Writ's Corner.
Woooha.
Rieccomi.
Ho una connessione pessima, quindi è stata un'epopea inserire anche solo il banner. (Sono fiera di me... :') )
Che dire del capitolo?
E' l'ultimo corto, lo prometto. Gli altri saranno lunghi lunghi.
Si incomincia a capire qualcosa, ma niente di che.
Si definisce il rapporto e la quotidianità dei due.
Ecco, la cosa importante.
Forse, andando avanti, vi sembrerà che Hay sia debole, una sorta di Bella Swan stile New Moon. Niente del genere. NIENTE del genere.
Hay è forte, anche se non lo sa. E il bisogno di Liam è quella di una persona insicura che ha trovato un appiglio sicuro, ecco.
Pubblicherò martedì prossimo di nuovo, ma solo se avrò almeno cinque recensioni. 
CINQUE.

Love Ya.
Writ

   
 
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