Avada Kedavra in tutte le lingue del mondo

Avada Kedavra: queste sono davvero parole magiche. Basta sussurrale ed un’anima abbandona il proprio corpo, lasciando nient’altro che l’involucro vuoto che aveva ospitato. Due parole che possono cambiare ogni cosa.

Quante volte le hai pronunciate, Rodolphus? Troppe, soprattutto per sperare che non abbiano già portato via anche la tua, di anima.

Non avevi mai apprezzato pienamente il loro potere, prima di questo giorno. Lettere vuote poste l’una accanto all’altra per aiutarti ad ottenere i tuoi scopi, nient’altro.

Ora, invece, sono una preghiera. Sono il tuo dio, solo che non puoi fare la loro volontà. Un’altra fede te lo impedisce.

Fremi al solo pensiero di riempire quegli occhi rossi del verde della morte, ma allo stesso tempo vorresti porre fine alla tua vita per averlo anche solo pensato. Perché tu lo ami, il tuo Signore. Lord Voldemort. E lo odi tanto da voler essere la mano che lo condurrà alla morte.

Anche lei lo ama, Rodolphus, ma non come lo ami tu. Lei lo ama come non ha mai amato te.

Fa male, vero, l’amore non corrisposto? Vomiteresti l’anima, se ne fossi capace. La sputeresti per poter finalmente smettere di amare. Ma non puoi, e giorno dopo giorno ti obblighi a rincorrere qualcosa che non avrai mai.

Avada Kedavra, Rodolphus, due parole per smettere di soffrire. Avada Kedavra e resterebbe solo il silenzio della morte. Avada Kedavra per distruggere la tua sofferenza; per uccidere quel Signore che ti ha portato via ogni cosa, anche se forse una sola morte non ti basterebbe. Non più.

Vorresti ucciderlo tante volte quante quelle in cui hai sofferto a causa sua. Tante volte quante quelle in cui Bellatrix ha sussurrato il suo nome e non il tuo mentre giacevate insieme.

Vorresti ucciderlo in tutte le lingue del mondo, cento e cento volte ancora. Donargli una tomba in ogni Stato, per celebrare la sua grandezza, ed un pezzo del suo corpo in ognuna, per celebrare la tua vendetta.

E poi ci sarebbe lei, abbandonata dall’uomo che ama. La lasceresti vivere, forse, per farle provare un po’ del dolore che stai provando tu. Vagherebbe di tomba in tomba, raccogliendo i pezzi del suo cuore dal terreno umido saturo del tanfo della morte.

A te non resterebbe altro che il silenzio che segue la vendetta. Un dolce silenzio che però darebbe spazio a troppi rimpianti.

Non potresti mai ucciderli, Rodolphus. Non Lei, l’unica al mondo ad avere il tuo amore. Non Lui, l’unico al mondo ad avere tutto te stesso.

Entrambi hanno la tua fedeltà, la danno per scontata e la calpestano. Tutto questo, solo perché sono certi che non li tradirai.

Quanti Avada Kedavra che vorresti sussurrare, Rodolphus, ma non puoi. Ed in fondo, non vuoi.

L’amore e la fede ti stanno uccidendo, e forse solo un’anima abbandonerà il proprio corpo: la tua.

Un solitario Avada Kedavra e sarebbe finita per sempre. Ma anche questo, non potresti mai farlo.

Continuerai solamente a pensare a quegli Avada Kedavra, cento e cento ancora, per lenire il dolore e la rabbia.

Avada Kedavra, Rodolphus, ma solo nella tua mente e quando sei lontano da lui. Non potresti mai ucciderlo, non potresti uccidere lei e nemmeno te stesso.

Avada Kedavra, due parole che sussurrerai solo in lingue diverse. Nessuno saprà; nessuno ti biasimerà.

Sarete solo tu, la tua vendetta e mille lingue che non potranno mai placarla.