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Autore: indiceindaco    05/05/2012    6 recensioni
Quando cala il sipario, ed il pubblico abbandona le poltroncine in velluto rosso, ed il brusio della gente si fa fioco, sempre più fioco, cosa succede dietro le quinte? Ad ormai quattro anni dall'uscita dell'ultimo libro, dall'ultima pagina voltata con emozione, aspettativa, malinconia, da quell'ultima frase che ha commosso tutti, nel bene e nel male. Il sipario è calato, il teatro è già stato ripulito, eppure no, non è finita qui.
Harry, Ron ed Hermione, ancora insieme si trovano ad affrontare la vita, quella vera, quella oltre le quinte di scena. E tanti cambiamenti si prospettano all'orizzonte. Scelte da prendere, scelte da rimandare, scelte in cui perdersi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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II. Pubblicità alla sfiga

 

"Ad ogni sorpresa siamo preparati.

Sono le cose quotidiane che ci cascano addosso come calamità naturali."

S.J. Lec

7.30, secondo più, secondo meno.

Si sentiva un adolescente al primo giorno di scuola.

Non faceva altro che misurare il salotto a grandi passi. Un orologio Babbano, fissato sopra il caminetto, segnava l'avvicinarsi dell'inesorabile ora. Quella che mancava al vero e proprio inzio dei corsi in Accademia.

Quasi non inciampò nel tappeto, per l'agitazione. 

Ron sarebbe stato da lui alle otto in punto.

Ed Harry era convito che la cosa non lo avrebbe tranquillizzato affatto. Si ritrovò a maledire mentalmente la commissione per aver bocciato Hermione.

Ci fosse stata lei, avrebbe sparso serenità e pace.

Harry aveva passato tutta l'estate alla Tana, trascorrendo le giornate sempre in compagnia. 

Solo verso la fine di settembre aveva deciso di tornare in quella che legalmente era casa propria: Grimmauld Place, numero 12.

Una casa troppo grande, per lui, tutto solo ed agitato in quella mattina così importante.

Poteva sentire quasi la voce di Ginny, che lo rassicurava, dicendogli che: "Finito il settimo anno verrò a vivere laggiù con te."

Harry non era sicuro fosse la scelta migliore per la sua, ormai ufficiale, ragazza. A ben pensarci, però, in quel momento sarebbe stata una grande idea avere uno straccio di qualcuno accanto.

Ebbe, d'improvviso, l'impressione che il pavimento si fosse incuneato un po', come se il suo percorrere per la centesima volta il medesimo percorso stesse creando un solco.

Dalla base delle scale al divano. Dal divano alla base delle scale.

Harry non sapeva dire quante volte avesse percorso quella breve distanza. Decise di abbandonarsi su una delle grosse poltrone di pelle.

Guardò la punta delle proprie consumate scarpe da tennis, i jeans scuri che per una volta tanto sembravano essere della misura giusta, la maglia banalmente rossa che indossava.

Non aveva mai fatto caso a cosa indossasse, o più in generale al proprio aspetto esteriore. Ed anche quella volta non aveva fatto eccezione.

Riprese in mano la pergamena che Ginny gli aveva mandato quella mattina stessa: una lettera piena di incoraggiamenti, di certezze, che nemmeno lui credeva potessero esistere.

Con uno sbuffo abbandonò la testa all'indietro, gli occhi serrati.

Poi si guardò intorno, nervosamente. 

Quanto quella casa fosse cambiata, dopo la "pulizia" degli Auror, era sorprendente.

L'Agosto passato, il Ministro della Magia aveva ordinato che la casa di Harry fosse ripulita, da cima a fondo, da ogni aggeggio oscuro, dalle barriere che alcuni dei membri più illustri dell'Ordine avevano posto, e sopratutto dall'orrendo ritratto urlante della signora Black.

Anche se, tutto sommato, in quel momento, Harry considerò che qualche strilletto sarebbe tornato confortante, in quell'assordante silenzio.

Ok, magari non proprio confortante, ma almeno lo avrebbe distratto dai mille pensieri e dubbi che svolazzavano nella sua mente.

Tutto era cambiato, eccetto una stanza. Quella, Harry voleva fosse lasciata com'era: la stanza di Sirius. 

Via tutto il resto: mobili e soprammobili grotteschi ed inquietanti, via i preziosi arazzi, i baldacchini, i tappeti consunti, i libri di dubbio argomento, via persino Fierobecco. Ma non la stanza di Sirius.

Harry la teneva chiusa a chiave, doppia mandata, perché non aveva il coraggio di violarne l'intimità. Come avrebbe potuto permettere che lo facessero degli estranei?

Sospirò e si aggiustò gli occhiali sul naso.

Puntò lo sguardo sul caminetto, sicuro che Ron avrebbe usato la metropolvere, pur di scongiurare l'incidente di spezzarsi proprio al primo giorno.

Notò come fosse l'unico punto davvero pulito della casa, mentre negli altri la polvere la faceva da padrona.

Si ripromise di farsi suggerire qualche incantesimo da Molly, anche se non disdegnava l'eventuale servigio di un elfo domestico…

Rabbrividì al pensiero delle urla di Hermione se solo avesse intavolato l'argomento alla lontana.

Si ritrovò a sorridere da solo.

-Amico, due giorni da solo in questa casa, e già ti trovo a ridere da solo? Te l'avevo detto che avresti dato fuori di matto a star qui!

Ron era piombato nel bel mezzo della stanza, mandando al diavolo i pronostici di Harry circa la sua smaterializzazione.

Harry, assorto com'era, non si era nemmeno accorto del pop tipico, e l'arrivo di Ron poteva significare solo una cosa: mancava davvero molto poco al nuovo inizio.

 

***

 

-Se siete qui, vuol dire che ve lo siete meritato. Ma non finisce tutto con l'esame d'ammissione, Signori e Signore. Ogni tassello, ve lo dovete sudare, non solo meritare.- la voce vigorosa ed autoritaria, di quella donnina alta poco più di un metro e mezzo, metteva i brividi.

-Sono il Comandante Chappels e mi occuperò del vostro addestramento durante il primo semestre. Sarò un vero tormento, ve lo assicuro, e non illudetevi che io non sappia chi siate. Ho letto il curriculum di ognuno di voi e non vi consiglierei di mettere alla prova la mia memoria. Con me imparerete cosa significhi duellare, gestire gli scontri magici quanto quelli corpo a corpo. Vi chiedo costanza, dedizione, precisione. In cambio vi offro fatica, sudore e successi per i vostri percorsi futuri. Insieme a me, i Comandanti Wang e Berth vi seguiranno costantemente. Il primo vi guiderà ed insegnerà i fondamentali del primo soccorso. Il secondo invece vi formerà per ciò che riguarda i rudimenti della Strategia di Contrattacco, ovvero Occlumazia e Legimanzia. Gli esami si terranno a Gennaio e riguarderanno esclusivamente questa parte del corso. Le lezioni si terranno dal lunedì al giovedì, tutte qui in Arena, salvo qualche allenamento al venerdì con me, ai quali vi consiglio vivamente di partecipare. 

Si trovavano in una specie di grande aula, come un anfiteatro coperto, non a caso il Comandante lo aveva chiamata "Arena". Harry e Ron erano seduti fra le ultime file, si guardavano intorno un po' spaesati. Dovevano essere una cinquantina, ma tra quei ragazzi, Harry non riconosceva nessuno di già noto, ad eccezione di qualche Corvonero o Tassorosso che come lui s'era diplomato lo scorso giugno. Non era sconfortato dalla cosa, non quanto Ron almeno. Ma sentì prudere le mani quando riconobbe, tra la folla, un bagliore biondo. Decise di non indagare oltre, ma era quasi sicuro si trattasse di Malfoy.

 Il Comandante Chappels, aveva fatto una pausa, e aveva lanciato uno sguardo d'intesa ai propri colleghi.

Era piuttosto bassina, magra come un fuscello. Aveva una trentina d'anni, ad occhio e croce. Ma poteva benissimo contrastare l'austera McGranitt. Ad Harry sembrava quasi la figlia illegittima della stessa nuova Preside di Hogwarts, con tanto di spilletta luccicante da Auror.

Aveva i capelli scuri raccolti nello stesso chignon, le mani nodose si muovevano a scatti, la bocca aveva una piega severa e gli occhi scuri erano fiammeggianti e determinati.

Non ne avessero già abbastanza paura, Harry e Ron l'avrebbero sicuramente stimata. 

-Bene, andiamo alle cose pratiche e abbandoniamo qualsiasi convenevole. Per quanto riguarda le mie lezioni, al fine di rendere proficue le stesse, sarete divisi in ordine alfabetico in alcuni sottogruppi. Badate bene, lo faccio nel vostro e nel mio interesse, i sottogruppi di otto persone, sono più facili da gestire, sopratutto durante gli allenamenti. Io stessa affiggerò in bacheca i nominativi con relativi orari di lezione ed allenamento, e vi sarà mandato un gufo oggi stesso. Una volta mandato il gufo, noi saremo sicuri che gli studenti abbiano preso visione degli orari, un'assenza inciderà sulla vostra media, quindi sappiatevi regolare. Intanto ringrazio i Comandati Wang e Berth per la loro presenza e…

Harry perse il resto della frase, non perché si fosse volontariamente distratto, ma perché Ron aveva appena piantato una gomitata fra le sue costole.

-Ehi! Hai sentito? Ci separano…

-Sì, Ron, in ordine alfabetico e…oh.

Harry, disperso nel nuovo ambiente quanto nelle nuove informazioni d'assimilare, non aveva prestato troppa attenzione a quel particolare.

-Cavolo, le possibilità di essere nello stesso gruppo sono praticamente nulle!- disse Harry, palesando i pensieri che trapelavano dagli occhi di Ron.

-Miseriaccia!

-Dai, Ron, sarà solo per le lezioni di Duello.

Ron abbandonò il mento sul collo, mestamente.

Ad Harry vorticava nel sangue la stessa eccitazione, ma c'era qualcos'altro che si faceva sentire, sul fondo dello stomaco.

-…Benvenuti in Accademia, Signori e Signore. Buona permanenza e…dimenticate Hogwarts, qui è tutta un'altra storia. Non mi importa di che casa abbiate fatto parte, non mi importano quanto Eccezionali fossero i vostri voti in Difesa Contro le Arti Oscure, né tanto meno come vi chiamiate, neanche doveste essere i Salvatori del Mondo Magico in persona. Da domani, si comincia. Sul serio.

Era paura, sul fondo dello stomaco, ora poteva sentirlo indistintamente, alcuni sguardi erano scattati su di lui, alle ultime parole del Comandante.

Harry riusciva soltanto a sentire l'inquietante eco di quel: "sul serio".

 

***

 

Harry e Ron, subito dopo esser stati congedati dal Comandate Chappels, decisero di squagliarsela dal ministero e rifugiarsi a Diagon Alley.

Arthur s'era tanto raccomandato di passare da lui, ma i due avevano sentito il bisogno di un gelato da Fortebaccio.

Entrambi erano ancora scombussolati. Fu Ron il primo a parlare, dopo una veloce e generosa leccata al proprio gelato:

-Che ne dici?

Harry deglutì rumorosamente, lasciando che lo sguardo vagasse distrattamente tra la folla di maghi che scalpicciava per le vie della Londra Magica. Era l'ora di pranzo e tutta quella confusione sembrava proprio irreale.

-Dico che sarà dura. Non terribile, ma dura…

Ron strabuzzò gli occhi e per poco non si spalmò il CioccogelatoRana sulla maglia azzurra.

-Non terribile? Amico, che razza di gelato hai preso, alla Sporallegra?

Harry lo guardò confuso, cos'era mai la Sporallegra?

Non fece in tempo a chiederlo che due gufi planarono in loro direzione, abbandonando, con poca grazia, due buste identiche.

Harry la soppesò prima con la mano, poi la voltò e riconobbe subito il timbro del Ministero. Al centro della spessa busta troneggiava in inchiostro blu:

 

Alla cortese attenzione del

Signor Harry J. Potter

I due si scambiarono uno sguardo d'intesa. 

Finirono i loro gelati in contemporanea. Ed in contemporanea aprirono la lettera.

-Ron, prima tu, dai!

Ron annuì, più alla busta che al suo migliore amico e cominciò a leggere ad alta voce:

-Egregio Signor Weasley, siamo lieti di informarla...blablabla. Il piano di studi prevede…blablabla. Sarà sua premura…blablabla- disse Ron, con fare solenne, saltando un paio di righe, per arrivare al punto in cui si parlava dei gruppi di studio.

-Ah, per la miseria! Eccolo qua: Vilnius, Warrington, Weasley, Wimson, Woodfrey, Xing, Zefford e Zakaris. Bene, non ne conosco nemmeno uno.- disse con aria affranta, dopo aver letto i nomi di quegli illustri sconosciuti.

-Ehi, Ron, ma Zakaris non è quel tipo… quello che ha frequentato qualche lezione dell'ES con noi ad Hogwarts, no?- cercò di rabbonirlo Harry.

Nulla da fare, di quel Zakaris, Ron non aveva memoria, e tanto meno aveva voglia di credere alla palese balla di Harry.

-Tocca a te, vediamo se a te è capitato qualcuno che conosciamo.

Harry annuì con vigore, dicendo:

-Vai, dimmi tu! Fai con calma però…preparami psicologicamente- disse Harry ridendo, porgeva la pergamena a Ron, con fare melodrammatico.

-Uhm, d'accordo…Vediamo un po'. Oh, ecco ci siamo!- tossì un po' per schiarirsi la voce e sgranò gli occhi.

Harry intanto mimava un'espressione concentrata, occhi chiusi e dita sulle tempie.

-Mirrinton, Montox, Nisson, Nemson, O'Brian, Petch, Potter…- disse Ron con voce tremante.

-Non è possibile Ron! Il gruppi sono da otto! Rileggi!- ordinò, il mimo, ancora in posa da pensatore concentrato.

-Harry, fratello, sei sicuro di volerlo sapere?

La voce di Ron si era fatta seria.

Harry lo guardò, confuso per un istante, poi afferrò la spessa pergamena:

 

Componenti del gruppo Delta sono:

Malfoy

Mirrinton

Montox

Nisson

Nemson

O'Brian

Petch

Potter

 

Harry strabuzzò gli occhi, non credeva a quello che gli stava scritto sotto il naso. Lesse di nuovo:

…sono:

Malfoy

Potter.

 

 

-Non sarà terribile eh? Quasi quasi sono contento di non conoscere nessuno.- disse Ron.

Harry non reagì, rimaneva a fissare quella manciata di nomi. Non si mosse nemmeno quando Ron poggiò una mano sulla sua spalla e disse:

-Amico, tu potresti fare pubblicità alla sfiga.

 

 

Note, a volte ritornano:

Ho una beta, meravigliosa beta…^^ TINAX86. Non so ancora come ringraziarla, magari con un bel regalo di compleanno?

Ma andiamo a noi...

Via con la fantasia! Si viaggia! Ehm, spero che non troviate nulla di incoerente o di incongruente, in caso contrario vi prego di farmelo notare. Vorrei anche sapere che ne pensate della nuova "prof". E mi scuso con tutto me stesso per la banalità dei cognomi che ho inventato. Giusto roba fittizia, vi assicuro. Beh, lo spazietto è sempre lì, sapete? ;P

  
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