Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Insanely Funny    11/05/2012    1 recensioni
C'era una volta un Angelo, che si innamorò di un umano, e lo trasformò in angelo, per poter passare con lui il resto della propria esistenza infinita.
C'era una volta quello stesso angelo, che dopo migliaia di anni si innamorò di un umano, ma cosa fare se l'Angelo che l'ha creato, lo ama ancora, e di certo non lo vuole condividere con nessun altro, al punto da averlo imprigionato nel proprio castello?
Una storia che parla di un amore impossibile, che i nostri due eroi, un angelo bellissimo ed un semplice umano con qualcosa in più di tutti gli altri, faranno del loro meglio per farle raggiungere la "The End" che tutti sogniamo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Angel, the angel and the human.
 














1. Red hairThe color of the devil?

Ricordo perfettamente la prima volta che lo vidi. Come al solito, ero scappato dalle cure del tutore di turno, quello che ancora non aveva fatto infuriare Miku per un qualsivoglia motivo. E' sempre stata una persona piuttosto scorbutica, il mio Salvatore.
Non ha mai desiderato che uscissi, per chissà quale motivo, ed è sempre stato convinto che qualcuno o qualcosa avrebbe potuto farmi del male in qualsiasi momento. Almeno, questa era la scusa ufficiale. In realtà comprendevo benissimo questo suo comportamento era dettato dalla sua eccessiva gelosia.
"Sei troppo bello perché altri possano godere della tua bellezza." Si lasciò sfuggire un giorno.
Tutti nella Corte godevano di una bellezza sfavillante. I servitori di Miku, come primo requisito, dovevano essere belli. E' sempre stato il suo chiodo fisso, un suo difetto, o una sua particolarità, che comunque incideva profondamente nella sua personalità. Il più bello comunque, è sempre stato lui. Ho sempre avuto un debole per i suoi capelli color acquamarina, impalpabili al tatto, lisci come seta, e i suoi occhi dalle folte ciglia che, quando si posavano su di me, sembravano colmarsi di dolcezza.
Però non stavamo parlando di lui, ma del mio primo incontro con quell'altro.
Non un angelo, oh no. Successe tutto il giorno in cui le lezioni stavano prendendo una piega ancora più noiosa del solito, e quel tutore era davvero un tipo imbranato e stupido, bastava davvero poco per ingannarlo e fuggire. Il mio rifugio preferito, a quel punto, era una piccola radura immersa nel fitto bosco che circonda il castello in cui vivevo. Alberi altissimi dalle chiome molto folte, nemmeno dall'alto è possibile scorgere il mio piccolo e segreto angolo di Paradiso. Non ho mai avuto amici, la possessività di Miku mi impediva di intrecciare legami con qualcuno che non fosse lui, quindi ero il solo a conoscere quel posto.
Non so se fu la mano del destino a guidarmi. Quel giorno, dopo essermi sdraiato sull'erba di un verde scintillante costellata da fiorellini dai colori delicati qua e là, non rimasi a poltrire fino all'ora di cena come ero solito, conscio che ci sarebbe stato ad aspettarmi Miku infuriato a morte per l'ennesima fuga. Un piccolo movimento dietro un cespuglio attirò il mio sguardo, e nonostante fosse difficile che la curiosità prendesse possesso di me - per forza, tutto era sempre così noioso -, mi alzai in piedi per cercare di capire cosa avevo visto, quando un piccolo esserino... uno piccolo animaletto dal pelo folto e bruno, che si teneva allarmato su due delle quattro corte zampette... mi si parò dinnanzi. Dopo avermi visto, però, fuggì. Oh, ma era così delizioso!
Da principio lo chiamai, illudendomi che si sarebbe fermato dopo aver sentito il suono della mia voce, e poi lo inseguii, facendo attenzione a non impigliarmi le ali nella fitta boscaglia. Al di fuori della radura, il bosco era molto cupo, ma io non avevo paura; ero conscio che mi sarebbe bastato librarmi in volo per riuscire a ritrovare la strada di casa. E così cominciai a correre nella direzione in cui mi era parso si fosse diretto l'animaletto, più veloce, sempre più veloce... fino a che non raggiunsi una seconda radura, ancora più piccola della precedente. Giusto una manciata di metri quadrati. Dall'altra parte della stessa, una scavatura nella corteccia secolare di un albero indicava la tana dell'animaletto con relativa famigliola che mi fissava spaventata, ma la mia attenzione era rivolta da tutt'altra parte.
C'era un buco, esattamente al centro dello spiazzo erboso.
Non un buco normale però, di questo me ne accorsi al primo sguardo. Non poteva essere stato realizzato da un qualche animale, la forma era troppo rotonda e perfetta, e non conoscevo nulla che potesse riprodurre un qualcosa di simile. Ma la cosa più curiosa di tutte era che non riuscivo a vederne il fondo. Più nello specifico, sembrava che, in quel preciso angolo di mondo, ci fosse un pezzetto di vuoto. Proprio così, raggelante, non trovate? Non esisteva nulla lì, e quel posto mi dava una sensazione così strana, che mi spaventai.
Però non scappai via, in un certo senso, ero attratto da quel luogo. Sono sempre stato un angioletto piuttosto particolare, almeno a detta di Miku; mi raccontava spesso che, secoli fa, quando ero più giovane e ingenuo, mi divertivo a esplorare ogni angolo dell'enorme castello, dal tetto ai sotterranei. Ogni stanza, ogni armadio, ogni anfratto, non ha mai avuto segreti per me. Come ho detto prima, non sono mai stato una persona particolarmente curiosa, però non riuscivo a trattenermi quando si parlava di misteri. In passato, quel castello luminoso e bellissimo costituiva un mistero per me; in quel momento, il mistero era proprio quel semplice buco dentro il quale non si scorgeva nulla.
M'inginocchiai, e gattonando con circospezione mi avvicinai cautamente, come se temessi che quella cosa potesse risucchiarmi da un momento all'altro. Appurato che, almeno in apparenza, quella cosa non mi avrebbe mangiato, mi sporsi per guardare.
Prima di tutto, appurai che davvero quel buco fosse senza fondo come mi era sembrato; pareva quasi che il mondo in cui vivevo fosse poggiato sopra una sottile strisciolina di carta, che in quel punto preciso si era strappata. Quel pensiero non si allontanava molto dalla realtà, a ripensarci ora. Dopo un secondo, mi accorsi che in realtà non era propriamente esatto che non ci fosse nulla lì dentro: in effetti, si potevano scorgere alcuni puntini luminosi, molto flebili, simili a decine di stelle.
Improvvisamente, quei bagliori presero a vorticare sotto il mio sguardo attonito, spaventato. Qualcosa mi diceva che sarebbe stato meglio se mi fossi allontanato, ma non riuscivo a staccare lo sguardo da quello spettacolo così straordinario e insolito. In fondo, nella mia lunga vita, non mi era mai capitato nulla di così emozionante.
Per qualche istante non si riuscii a scorgere nemmeno le stelle attraverso quella superficie, che stava cominciando a incresparsi come se in realtà stessi ammirando uno specchio di acqua nera. Poi mi si parò davanti agli occhi l'immagine di una grossa palla dai colori vivaci, prevalentemente azzurro, verde e marroncino, su sfondo scuro. Quell'immagine stuzzicava la mia memoria, forse avevo già visto qualcosa di simile in uno dei vecchi libri di cui era piena la biblioteca del palazzo. Mi accorsi presto che quell'immagine si avvicinava sempre di più, permettendomi di scorgere un numero sempre maggiore di particolari di quella strana sfera a me così misteriosa a mano a mano che si avvicinava. Non mi accorsi nemmeno di essermi avvicinato un po' troppo, le labbra socchiuse in una muta espressione di sorpresa.
Finalmente, quando ormai il profilo di alcuni monti dalle cime innevate si stagliava davanti ai miei occhi, così come la striscia di qualche fiume s'intravedeva timido tra il verde di alcuni campi, realizzai di stare guardando un paesaggio dall'alto, come se lo stessi ammirando librandomi nell'aria. Senza che io lo potessi controllare, quella specie di schermo naturale mi fece percorrere quella che mi parve una lunga striscia di rocce appiattite e lineari. Alla vista delle prime di quelle che mi parvero abitazioni, arricciai le labbra.
"Ehi..." Chiamai con impazienza la polla, pervaso dalla strana sicurezza che mi potesse capire. "... che cosa stai cercando di mostrarmi?"
Naturalmente questa non mi rispose, ma sembrò accelerare il giro turistico; enormi edifici rettangolari e grigi, strade dai toni spenti, senza quasi un briciolo di verde... sempre in alcuni libri, mi era capitato di vedere raffigurazioni di alcuni villaggi, ma questo era il più strano che mi fosse mai capitato di vedere. I pochissimi angeli, a parte Miku, che mi era capitato di incontrare, come me vivevano in sfavillanti palazzi circondati dai paesaggi più disparati; ero però cosciente che angeli di rango minore, ed alcuni demoni innocui, vivessero ammonticchiati in edifici di emergenza che riuscivano a ricavare sfruttando la legna degli alberi o invadendo caverne. Quindi, mi chiedevo, che zona di regno angelico questo stupido buco mi stesse facendo vedere. L'immagine zoomò così rapidamente da farmi avere le vertigini, e così potei scorgere le prime forme di vita che abitavano quel luogo: tanti esseri senza ali. Alcuni di essi erano così piccoli che in un primo momento mi parvero putti, peccato però che anche questi non avessero le ali. Altri avevano strane escrescenze sul petto che mi fecero strabuzzare gli occhi dallo sconcerto. Ormai avevo poggiato le mani ai lati di quel buco e con il naso quasi sfioravo quella strana pellicola invisibile.
Mi stavano passando davanti un numero incalcolabile di quegli esseri, ognuno più strano dell'altro, tutti diversi. Ormai avevo perso la concezione del tempo, non sapevo più da quanto stessi accucciato in quella radura, però i muscoli delle gambe e delle braccia mi si stavano intorpidendo. Un angolo del mio cervello stava cercando incessantemente di ricordarmi che Miku ormai mi aveva già dato per morto o disperso, e proprio quando stavo per darle ascolto, uno di quei angeli-senza-ali attirò la mia attenzione. Come se l'avesse capito, la polla misteriosa fermò improvvisamente l'immagine, cambiando bruscamente direzione per seguire gli spostamenti di quel tipo.
Lo guardai attentamente, aggrottando le sopracciglia perplesso quando mi resi conto del suo abbigliamento, così differente dalla mia tunica bianca ad una sola manica, cucita apposta per permettere alle mie ali blu, ripiegate contro la mia schiena, di non avere impedimenti di sorta. Dava l'impressione di indossare indumenti molto scomodi. Successivamente, la mia mente frivola si concentrò anche sul suo volto. Capelli rosso fiamma dal taglio medio e banale, occhi verdi. La prospettiva era cambiata, in modo che potessi osservare la sua faccia come se lo avessi avuto davvero davanti a me. Qualcosa si mosse dentro di me.
Sembrava avesse lo sguardo perso nel vuoto, e le labbra carnose di tanto in tanto mimavano parole che non potevo sentire. Ma la mia attenzione era principalmente attratta dal suo colore di capelli. Non mi era mai capitato di vedere una chioma di quella colorazione, anche se sapevo fosse una caratteristica dei demoni - non che li avessi mai visti, ma le paure di Miku l'avevano portato a impartirmi numerose lezioni di demonologia -, però... non mi dava per niente l'impressione di essere un essere maligno. Anzi. C'era da considerare anche la capacità di cammuffamento che a quella razza non mancava.
Ero così profondamente immerso nei miei complicati ragionamenti, che neanche mi accorsi di non essere più in grado di scollargli gli occhi di dosso. Assimilavo ogni suo più piccolo movimento e caratteristica. Ad un certo punto sarei riuscito a ritrarlo anche ad occhi chiusi. Improvvisamente, mi venne voglia di toccarlo. Senza pensare alle conseguenze, allungai una mano verso la superficie nuovamente piatta di quel buco. Reagì al mio tocco. Emanò improvvisamente un lampo di luce così accecante da costringermi a chiudermi di scatto gli occhi. I pensieri non ebbero il tempo di formularsi, sentii numerose mani afferrare gambe, braccia, busto, ali, e tirarmi giù, sempre più in basso. Gridai.





***



OFF.

... Quanti mesi sono passati? Tanti, sigh. y_y Problemi vari mi hanno portato a non continuare la ff per un beeel po' di tempo, però... chi non muore si rivede, no?
Grazie mille a tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo, alla prossima. <3
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Insanely Funny