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Autore: Sidera_    16/05/2012    4 recensioni
L'Insula Incantii è l'unica scuola di magia d'Italia. Sì, perché ovviamente ne abbiamo una anche qui. Fondata secoli e secoli fa da un famoso poeta latino. Sorge su un'isola nell'arcipelago delle isole Pontine, nel Tirreno. I babbani ovviamente non possono vederla. Vi si arriva tramite un'enorme galeone, la "Fortuna". Questa è la mia scuola. E questa sono io. Una distrattissima quindicenne, piena di voglia di fare e di viaggiare e conoscere. E piena di culo, oserei dire. Già, perché su tutti i non-so-quanti studenti della Insula Incantii... io ho vinto la selezione per andare in scambio culturale ad Hogwarts, la versione inglese della scuola di magia e stregoneria italiana. Cribbio. Per un anno intero. Doppio cribbio.
La storia della mia avventura, che ha intrecciato la mia vita a quella di Hogwarts ed in particolare ai gemelli Weasley.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Dodicesimo Capitolo
Let go
 


Mi svegliai di pessimo umore. Inizialmente non ricordavo neppure per quale motivo mi sentissi così mal disposta verso il mondo e non riuscivo a spiegarmi la mia irritabilità. Poi, ormai in piedi, pronta ad affrontare la lezione di Incantesimi, mi affacciai per un momento alla finestra del dormitorio e vidi una testa rossa attraversare il giardino del castello. Da quella distanza non avrei saputo riconoscere uno dei membri della famiglia Weasley, ma quella breve visione aveva richiamato alla memoria una serie di flashback piuttosto recenti.
Insieme ad altrettanti motivi per prendere a testate il muro di pietra del dormitorio e rimettermi al sicuro sotto le coperte seduta stante.
Stavo giusto prendendo in considerazione l’idea di lanciarmi dalla torre di Astronomia, quando Hermione Granger entrò nella stanza.
 

- Sid, che fai ancora qui? Non sei scesa a fare colazione?

- Uh… no, ho preferito dormire ancora un po’… stavo per venire giù.

- Andiamo insieme, allora. Ero tornata su per prendere i miei libri.

Ci avviammo per le scale. I nostri passi rimbombavano per i corridoi quasi vuoti. Mancavano pochi minuti all’inizio delle lezioni. Essere in ritardo, per me, non era una novità. Ma per Hermione sì. Perché non era già in classe a ripassare la lezione del giorno come sempre, da studentessa diligente quale era? Certo, poteva capitare  a tutti di dimenticare i libri in stanza, persino a lei. Ma perché ora non stava correndo precipitosamente verso l’aula, ma passeggiava piuttosto tranquillamente affianco a me? La guardai di sottecchi e mi accorsi che anche lei mi guardava di sbieco. Alzai le sopracciglia e lei spostò lo sguardo. Tossicchiò. Poi attaccò discorso:

- Dunque… è stata carina la festa di ieri sera, no?

- Sì. – mormorai, sentendo lo stomaco contrarsi. – davvero bella.

- Un bel pensiero da parte di Fred e George, vero?

- Mmh.

Eravamo quasi arrivate. Allungai il passo, ma Hermione rimase indietro. Mi parve che rallentasse.
Attesi che mi raggiungesse. Prima che ricominciassi a camminare, riprese:

- Sai, conosco i Weasley da quando sono entrata ad Hogwarts… sono tutte persone fantastiche. Anche loro, Fred e George… sì, insomma, a volte sono proprio idioti…

Mi sorrise, come sperando che sorridessi anche io. Un po’ scoraggiata dalla mia mancanza di reattività, continuò:

- Ma sono dei gran... dei bravi ragazzi. Non farebbero mai del male ai loro amici. Al contrario, sono davvero leali e… l’avrai capito, ti vogliono un gran bene.

Roteai gli occhi. Si stava avvicinando al nocciolo della questione.

- Dove vuoi arrivare, Hermione? O meglio, dove vogliono arrivare quei due?

Sospirò, spazientita.

- Mi hanno detto di spiegarti che c’è un valido motivo per spiegare perché faranno… quello che faranno. Non mi hanno detto di cosa si tratta e non oso immaginare... - corrugò la fronte, immersa nei suoi ragionamenti. - E che l’ultima cosa che vorrebbero fare è ferirti, che hai sconvolto un po’ i loro piani… non hanno usato proprio queste parole, ma suppongo che il concetto fosse quello…

- E che parole hanno usato di preciso?

- Oh, qualcosa come “spiegalo tu, Hermione, sei brava con le parole”.

- Capisco…

- Davvero Sid, puoi fidarti.

D’accordo, potevo fidarmi.
Però non mi andava bene lo stesso. Non volevo che mi lasciassero proprio quando più avevo bisogno di loro, anche se questo mi faceva sentire un po’ egoista. Non avevo ancora capito bene quali fossero i sentimenti di George per me. Magari per lui era tutto un gioco, il bacio all’angolo della bocca, le prese in giro a me e Nott… ma io non riuscivo a immaginare come sarebbe stato tornare alla mia vita di prima, senza di lui. L’idea era insopportabile. Mi sentivo crollare al solo pensiero. E mi rimanevano solo due settimane per stare con lui.
Mi sorse un altro dubbio. Come comportarmi? Dovevo dirgli di Nott? …Sì, ovviamente. Se non lo avessi fatto io ci avrebbe pensato Fred.
Ma poi? Ogni minima possibilità con lui sarebbe crollata?
Sospirai forte. Magari con un po’ di fortuna avrebbe continuato a rivolgermi la parola. Ma sarebbe stato divertente e spontaneo come sempre?
Forse dovevo rinunciare. All’idea di avere una storia con lui. Dopotutto mancavano due sole settimane. Se non fossi stata corrisposta, avrei rovinato tutto. Meglio lasciar perdere e godermi la loro amicizia. Anche se in realtà non mi sembrava che bastasse.
Hermione mi sventolò una mano davanti alla faccia, riscuotendomi dai miei pensieri.
Entrammo nell’aula. Prestai ben poca attenzione al professor Vitious, quella mattina.
All’uscita dall’aula un ragazzino del primo anno, con la divisa di Serpeverde, mi ficcò in mano un biglietto e se ne andò senza darmi il tempo di replicare. Diceva:
Torre di Astronomia, appena leggi il messaggio.
T.N.
Ah! Bene. Ma certo, milord, ai suoi ordini. Che diamine voleva dire? Quel tono autoritario non mi piaceva per niente. E purtroppo per lui, in genere, dal momento in cui mi si imponeva di fare qualcosa, mi passava immediatamente la voglia di farlo.
E poi cosa gli saltava in mente? Non gli avevo detto più che espressamente che doveva andare all’inferno? Non doveva azzardarsi a rivolgermi la parola. Ecco.
Motivo per cui poteva benissimo trascorrere il resto della sua giornata nella Torre di Astronomia da solo. O a farsi fottere. Come preferiva.
Stracciai il biglietto e decisi di non pensarci più. Basta, Nott era un capitolo chiuso.
C’era una questione più urgente da sistemare.
A pranzo mi ingozzai velocemente nella Sala Grande. Non potevo fermarmi a lungo, dovevo ripassare diverse materie approfittando di tutto il tempo a mia disposizione. Cercai Fred e George con lo sguardo, ma non li trovai. Decisi che avrei approfittato della prima occasione per parlare chiaro con entrambi. Intanto, in Sala Comune, i libri di Trasfigurazione mi aspettavano.
Sulle scale mi scontrai con Neville. Si scusò balbettando un paio di volte e prima che me ne andassi mi disse che Fred o George mi cercava, dalle parti della Sala di Grifondoro. Non avrebbe saputo dire chi dei due.

- E di che umore era? – gli chiesi.

- Non saprei… come sempre, credo… forse un po’ più serio del solito…

Deglutii. Fred voleva ricordarmi di parlare con George? O aveva già vuotato il sacco e George voleva chiedere spiegazioni?
Salii i gradini a due a due. Mi fermai solo davanti al ritratto della Signora Grassa.
Dunque. Cosa avrei trovato dietro il passaggio? La fine di un’amicizia o l’inizio di una storia, magari? O forse tutti i miei problemi che mi aspettavano a braccia conserte, battendo i piedi a terra, impazienti di essere risolti?

- Fortuna maior. – dicemmo all’unisono io e qualcun altro.

Mi voltai. Era proprio lui, capelli rossi, sorriso sardonico e sornione e tutto il resto.
Non fece in tempo a salutarmi con un “hey” che gli saltai praticamente addosso, cingendogli la vita con le braccia, aggrappandomi a lui stretta stretta, in una sorta di placcaggio di rugby.
Per un attimo sembrò paralizzato dallo stupore. Poi riprese la sua espressione abituale e disse imperturbabile:

- Sid, finirai per sciuparmi. Ti dispiacerebbe lasciarmi respirare?

A malincuore, poco a poco, sciolsi il mio abbraccio. Non avevo potuto farne a meno. Non volevo che se ne andasse, non volevo… come avrei potuto accettare un’esistenza senza George? Senza le sue battute e quel suo sorriso che mi mandava fuori di testa…

- Beh… che fai da queste parti? – cominciai, ancora visibilmente triste, tentando di distogliere la sua attenzione da quell’abbraccio improvviso.

- Ho un po’ di tempo libero. Dovevo vedermi qui con Fred, ha detto che dovevamo fare una chiacchierata.

Un primo campanello d’allarme iniziò a squillare furiosamente.

- Che tipo di chiacchierata? – domandai cautamente.

- Non saprei. Credo che abbia qualcosa di interessante da dirmi. Ah, aveva detto che se ti incontravo per strada avrei dovuto farti venire con me….

Partì un secondo allarme, più deciso e squillante del primo.

- Ed ora… Fred è in Sala Comune?

- Credo di sì.

- Aspetta qui, non muoverti.

Attraversai il passaggio e attesi che si richiudesse dietro di me per assicurarmi che George non mi seguisse, poi mi precipitai nella stanza, cercando Fred con lo sguardo.

- Tu! – esclamai vedendolo.

- Oh, Sid, ti cercavo. – disse sorridendo. Passò un pacchetto ad un ragazzino e contò scrupolosamente le monete che  ricevette in cambio. Le ripose in tasca, facendole tintinnare.

- Fred, mi serve più tempo.

- Prima glielo dici, meglio sarà per tutti. Lo sai anche tu.

- Sì, ma ora non posso. Devo ancora decidere bene come dirglielo.

- Dirmi cosa?

George entrò nella stanza, il suo solito sorriso stampato sulla faccia.

- Scusa Sid, mi annoiavo fuori. – spiegò – Allora, che devi dirmi?

- Io? Dovevo dirti che… va bene. Cioè… mi dispiace di aver reagito male ieri sera, capisco che ci deve essere un motivo valido perché voi… insomma... – iniziai a parlare velocemente, incespicando nelle parole, inventando.

George si finse toccato.

- Quanta tenerezza. Sono contento che si sia risolto tutto, Sid. – sorrise e mi abbracciò.

Avevo le lacrime agli occhi. Poggiai il mento sulla sua spalla e pregai Fred con lo sguardo. Lo vidi incerto per un attimo, poi annuì.
Chiusi gli occhi, sollevata. Poi George sciolse l’abbraccio.

- Vado a prendere dei libri. – li salutai in fretta, cercando di non farmi vedere in faccia.

Corsi in dormitorio ed aspettai che mi passasse.
Camminai avanti e indietro per la stanza, lo sguardo rivolto verso il soffitto, facendomi aria con le mani per asciugarmi gli occhi. Dopo aver controllato in uno specchio di avere un aspetto normale, raccolsi i libri dal baule, li strinsi in una cinghia e corsi a lezione di Erbologia.
La lezione parve interminabile. La serra era un luogo piacevole in autunno, quando la pioggia picchiettava delicatamente sui vetri e il tepore riscaldava le estremità congelate dal freddo esterno. Ma sotto il sole di Aprile l’aria diventava pesante ed irrespirabile. Dopo due soli minuti avrei voluto gettarmi nell’acqua del Lago Nero. La professoressa Pomona Sprite si aggirava tra gli studenti asciugandosi il sudore dalla fronte con un fazzoletto.
Finché ad un certo punto decise che avremmo ripreso il lavoro l’indomani, quando il sole sarebbe stato meno cocente grazie ad una massa nuvolosa proveniente dalla Manica. Attraversai il giardino, respirando a pieni polmoni l’aria pulita esterna. L’ultima lezione della giornata mi aspettava. Finalmente… non ne potevo più di muovermi da un punto all’altro del castello. Controllai la mia agenda.
La lezione di Piton sarebbe cominciata entro dieci minuti.
 
 

*

 

- Bene… passabile… molto bene signor Malfoy…

Il professor Piton diede un’occhiata di sufficienza alla mia pozione Antilupo ed annuì con un impercettibile cenno del capo. Tirai un sospiro di sollievo. Finalmente era finita. Ero libera di rinchiudermi nel bagno delle ragazze per il resto della giornata e nascondermi da Fred, che non aveva del tutto digerito il modo in cui mi ero comportata. Ero sicura che avrebbe escogitato un modo per farmi cadere in una trappola, mettermi alle strette e costringermi a confessare tutto.

- Nott… da lei mi sarei aspettato qualcosa di più... Comunque sia, il suo lavoro è indubbiamente migliore di quello di molti altri studenti di questa classe…

Piton passò oltre. Con la coda dell’occhio sbirciai verso Nott. Fissava con aria assente il suo calderone. Ad un tratto Malfoy gli diede una gomitata.

- Ma che ti è preso? – lo sentii dire.

- Ho sbagliato l’ordine di alcuni ingredienti, un errore di distrazione.

- Sarà meglio che ricominci a concentrarti. Stai calando in tutte le materie.

Nott non reagì.

- Hey. Allora? – sbottò Malfoy, spazientito.

Nott continuò a ignorarlo, ma alzò lo sguardo. Incontrai i suoi occhi.
All’inizio vi lessi smarrimento. Poi, poco a poco, la sua espressione si indurì. Distolsi lentamente lo sguardo, con un leggero brivido.

- Siete liberi di andare. – ci congedò Piton.

Radunai in fretta le mie cose, presa da una strana impazienza, ma rovesciai alcuni libri e dovetti chinarmi a raccoglierli.

- Tranne lei, signorina De Simone. – aggiunse Piton, senza alzare lo sguardo dalla pergamena su cui scriveva. – E lei, Nott.

Sollevai di scatto la testa, mancando per un pelo il banco di legno. Fissai Piton con gli occhi sbarrati, poi spostai lo sguardo su Nott, che mi guardava allibito.
Ficcai velocemente tutte le mie cose in borsa e la richiusi. Mi sedetti sul banco in attesa, puntando lo sguardo sul pavimento.

- Qui. – Piton fece cenno di avvicinarsi alla cattedra.

A passi lenti e strascicati, Nott ed io arrivammo davanti alla cattedra, più distanti possibili l’uno dall’altra. Piton continuò a scribacchiare sulla pergamena per un po’. Poi finalmente alzò il capo.

- Signor Nott, vorrebbe gentilmente ricordarmi la sua media scolastica in Pozioni degli ultimi tre anni? – domandò.

- Eccellente, signore.

- Molto bene. Ora vorrebbe dirmi gli ultimi tre voti che le sono stati assegnati in questa materia?

- Scadente, Desolante e Accettabile, signore. – rispose Nott, riluttante.

- Precisamente.

Spostò lo sguardo da me a lui un paio di volte, come se si aspettasse una spiegazione.

- Io non tollero che il mio studente migliore di punto in bianco passi dalla votazione più alta a quella più bassa. – scandì lentamente – Entro la prossima lezione lei dovrà aver recuperato ogni carenza. Può andare.

- Sì, signore.

Prese alcuni libri dal banco ed uscì dall’aula. Piton attese che la porta si richiudesse, poi mi fissò negli occhi, glaciale.

- Non ho alcuna intenzione di entrare nelle faccende private dei miei studenti. Non ho mai avuto questo interesse e mai lo avrò. Tuttavia… se queste vengono ad interferire con l’apprendimento dei miei migliori alunni, – calcò fortemente sulle sue ultime parole – è mio dovere… preoccuparmene…

- Professore, io davvero non…

- Non finga di non rendersi conto della situazione, lei sa perfettamente di essere il principale motivo di distrazione…

- Ma io...

- Ma di certo saprà cosa fare per rimediare. – ribatté alzando la voce. - Altrimenti dovrà farsi venire in mente qualcosa. Da questo momento in poi ne andrà della sua media scolastica. Non le permetterò di prendere un solo “Oltre Ogni Previsione” se il signor Nott non riuscirà a recuperare.

Lo guardai allibita.

- Ma è… è ingiusto!

- È libera di andare. – tagliò corto.

Mi trattenni a stento dallo sbattere la porta, uscendo dall’aula. Corsi più in fretta che potevo sulle scale, stufa dell’aria fredda e viziata dei sotterranei, lanciando di tanto in tanto una parolaccia.
Finalmente oltrepassai il portone, lasciandomi alle spalle quei corridoi tetri. Appoggiai le spalle al muro e tirai un sospiro di sollievo.

- Sid.

Mi guardai intorno. Nott comparve dalla porta da cui ero appena passata. Troppo stanca per la corsa, non pensai minimamente ad andarmene. Dissi semplicemente:

- Sì?

- Perché non sei andata alla torre di Astronomia?

- Perché non voglio parlare con te.

- Lo stai facendo, ora.

- Tra un minuto avrò ripreso abbastanza fiato da rimettermi a correre.

Scosse la testa.

- Sei incredibile.

- No, tu lo sei. La tua media improvvisamente si abbassa ed io devo pagarne le conseguenze.

- La mia media scolastica non ti riguarda affatto!

- Vallo a dire al tuo prof. preferito.

Mi fissò, interdetto.

- Mi dispiace. – disse infine.

- Anche a me.

Ripresi a camminare.

- Per tutto. Mi dispiace per come sono andate le cose. – riprese, seguendomi a passo svelto –Ma resto convinto del fatto che io e te dovevamo stare insieme.

- Credici. – replicai, un po’ sconcertata per il fatto che per la prima volta avesse esposto esplicitamente la situazione.

Sembrò sul punto di replicare qualcosa, ma poi rimase in silenzio, continuando a seguirmi. Infine dichiarò:

- È per i Weasley, vero?

- Oh, Merlino! Nott, non sono affari tuoi. – esclamai, puntando i piedi.

- È un mio diritto sapere almeno il perché!

- Tu… a te non spetta alcun diritto. No, perché no. Chiuso.

- Se credi che ti lascerò andare così…

- D’accordo, ascolta.

Sospirai e lo guardai negli occhi.

- Nott… tu non hai niente, capito?, niente che non va. È questo il problema.

Mi guardò con aria interrogativa.

- La perfezione non fa per me, Nott. Voglio un ragazzo semplice e alla mano, che commetta idiozie, che viva con il sorriso ogni giornata… che sappia farmi ridere quando ne ho bisogno… che mi faccia andare fuori di testa con stupidi scherzi o prese in giro… ma che capisca anche quando ho semplicemente bisogno di sentirlo vicino a me.

- Ne parli come se lo avessi già trovato.

Non risposi. Nott fece una specie di sorriso triste.

- Beh, allora… casomai ti rendessi conto di quello che stai perdendo, mandami un gufo. Ma non ti assicuro che mi troverai ad aspettarti a braccia aperte.

- D’accordo. Ciao Theo.

- Ciao Sid.

Prendemmo direzioni opposte. Ci salutammo con un cenno della mano prima di svoltare l’angolo e ci perdemmo di vista. 























Ehilà! ecco che mi ritrovo a postare il dodicesimo capitolo a l'una di notte meno un quarto :'D mai sentito dire "Maggio, studente fatti coraggio"? ecco, diciamo che posso riassumere in queste quattro parole la mia situazione xD
In compenso questo capitolo è abbastanza lunghetto :) Grazie a tutte per le recensioni, le ho lette tutte anche se non vi ho ancora risposto, ma spero di riuscire a farlo presto :)
Capitoli 13 e 14 già in costruzione ^^ al più presto possibile!! :*

  
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