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Autore: Val Nas    20/05/2012    6 recensioni
La guerra contro Voldemort appartiene al passato.
Nel mondo magico, ogni timore è ormai scomparso grazie agli eroici guerrieri che hanno combattuto valorosamente contro Colui che non deve essere nominato e i suoi Mangiamorte.
Nessuno quindi si aspetta,che una nuova minaccia incomba sul mondo della magia. Nemici giungono inaspettati a sconvolgere gli eredi di coloro che hanno combattuto quella battaglia.
I tre Guardiani della Magia si sono risvegliati e la guerra è aperta.
Troveranno la strada libera per compiere la loro missione o qualcuno cercherà di combatterli stringendo nuove alleanze? Lily, Scorpius, James e Albus, insieme ai loro amici più fedeli, dovranno salvare il mondo magico a un passo dalla distruzione...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Primum, Ignis e Tenebris


I Guardiani della Magia avevano una lista. Piuttosto insolito pensare che tre Divinità potessero possedere un qualcosa di tanto banalmente ordinario.
Eppure su un lungo rotolo di pergamena, erano scritti dei nomi.
La lista era lunga e fitta, ordinata e dettagliata. Erano appuntati nomi e cognomi di tutti i maghi e streghe da punire: Lovegood, Granger, Weasley, Tonks, Black, Lestrange, Evans, Malfoy, Tiger e Potter…naturalmente.
Erano numerosi come moscerini in una notte calda d’Estate, facili da schiacciare come mosche appesantite ed intontite dall’afa.
Poteva apparire piuttosto ridicolo ad un occhi critico, immaginare tre figure così potenti nell’atto di far riferimento ad una lista scritta con calamaio e penna d’oca.
Certo, ammesso che quella fosse una normale lista…
I tre Occultatori esistevano sin dagli albori della magia, perché loro erano la magia e l’avevano regalato al primo mago e alla prima strega della terra, creando tutto il mondo magico.
I loro occhi non potevano forse vedere ogni cosa?
Non più.
Più la comunità magica smetteva di adorarli dimenticandosi delle vecchie leggende e di culti antichi quanto barbari, più loro si indebolivano.
Ma qualcuno, li aveva finalmente invocati di nuovo.
Primum, Ignis e Tenebris,erano soddisfatti di aver seminato morte e disperazione.
Ne avevano stanati a sufficienza, anche se i pezzi grossi dovevano essere stati avvisati da qualcuno che conosceva i loro piani, perché erano sfuggiti dove i loro occhi non potevano arrivare.
Un traditore … presto avrebbe pagato con la morte quell’affronto ai supremi Guardiani della magia.
Ma d’altronde, dove si potevano mai nascondere un così alto numero di maghi e streghe?
Non ad Hogwarts, resa impenetrabile dai loro scagnozzi.
Stanarli, quindi, sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Primum cancellava dalla lista i nomi degli assassinati, con la sua candida bacchetta ritorta. Non era una bacchetta comune, Olivander avrebbe strabuzzato gli occhi toccandola con riverenza. La bacchetta di Primum era di cristallo perfettamente lisco e levigato, e possedeva un nucleo di Erba del Diavolo.
Primum cancellava quei nomi dalla pergamena, come a far sparire ogni ricordo di loro dalla faccia della terra, come se non fossero mai esistiti.
I volti dei caduti erano raggelati nelle ultime emozioni di vita prima che la morte li cogliesse d’improvviso; ora erano solo occhi inespressivi, sbarrati a fissare il  cielo.
I loro corpi restavano riversi nel fango o sull’asfalto, oppure piegati sul tavolo della cucina poco prima di cena, uomini, donne…bambini. Non avevano avuto pietà per nessuno.
“Disillio”  Pronunciava invece Ignis sui loro  corpi.
Con quell’incantesimo di disillusione, i loro corpi non sarebbero stati un problema per i babbani e presto la squadra dei Pulitori del Ministero della Magia avrebbe fatto il resto, facendoli sparire.
Tenebris era colui che aveva il potere di uccidere.
Aveva una bacchetta argentata e nera, sulla cui sommità era inserita una pietra oscura e trasparente dai riflessi rossi e oro. Con quella bacchetta, seminava morte e paura in silenzio.
 La morte stessa gli obbediva, strisciandogli ai piedi come un sibilante e viscido serpente addomesticato.
“Potter.”
La voce di Primum risuonò tombale nello spiazzo della foresta dove si erano materializzati.
L’eco di morte di cui era carica quella voce, fece zittire ogni creatura vivente nel raggio di miglia.
Ogni coniglio, cornacchia e civetta, si stava domandando da quale angolo buio provenisse quella voce scaturita da labbra invisibili
Tenebris il padrone della Morte, si chinò su un cespuglio di rose canine.
Con dita adunche e bianche, così pallide e scheletriche da far vedere le vene azzurre sotto la carne sottile come una foglio di carta velina, il terzo e più temibile degli Occultatori, si piegò accarezzando l’erba. Sembrava uno scheletro, rivestito da un sottile strato di pelle incartapecorita. I suoi occhi neri come pozzi senza fondo, scrutarono avidamente l’erba e la vegetazione. La sua mano diede la morte alla natura sfiorata da quei suoi polpastrelli esangui,  che frenetici tastavano il terreno. Possedeva un mantello blu come la notte sopra la sua testa ,calva e tatuata con antichi simboli runici.
Sembrava un segugio mortale che strisciava nelle tenebre dei peggiori incubi di un bambino per afferrarti da sotto il letto, e trascinarti via con sé.
“Eccoli.” Pronunciò con un sibilo freddo come lo spiffero gelido del vento in una notte di tempesta che ti coglie di sorpresa.
Gli animali, le piante, le stesse stelle in cielo, si ritirarono per sfuggire alla sua anima nera.
Tenebris iniziò a passare la mano su profili invisibili, delineando forme nell’aria che presero consistenza. Si sollevò,tastando palmo a palmo qualcosa di invisibile ma consistente…freddo acciaio intriso i magia.
Un cancello.
“Homonum Revelio”
Ignis rivelò il segreto celato da un incantesimo inutile per tenerli lontani.
“ La padrona, sarà molto felice.” Aveva la voce stridula e melliflua, come di un ragazzino intrappolato nelle sembianze di un demone.
Dopotutto i demoni, erano pur sempre Dei.
Harry Potter, avanzò nel giardino. Sembrava deciso a difendere casa sua, più che difendere se stesso.
Era solo, sua moglie e i suoi tre figli non erano con lui. Se per tre di loro sapeva esattamente dove erano andati, per Lily provava un ansia agghiacciante. Era fuori, quando Hermione aveva lanciato l’allarme, e non sapeva se era viva o morta.
Harry lasciò cadere la bacchetta, sistemandosi gli occhiali sopra il naso. Doveva cambiarli, di nuovo. La sua vista stava notevolmente peggiorando e le sua gambe erano pesanti come macigni.
Sì stava invecchiando, e mai vecchiaia era stata più serena. Fino a quel momento, almeno.
“Vi pensavo più…beh…più!”
Arrogante e consapevole di non avere scampo, Harry decise di giocarsi il tutto e per tutto. Non aveva paura della morte, l'aveva già vista da vicino.
Primum ammantato di giallo, si fece avanti arrotolando la pergamena. Si finse pensoso, prima di mostrare il suo volto scarno e intagliato di una maschera di gesso. Gli occhi neri, si insinuarono nell’animo di Harry cercando di carpire tutte le sue paure e i suoi segreti.
“ Dove sono?”
Harry resistette all’assalto. Era un Auror, il miglior Auror mai esistito dopo Albus Silente. Non aveva paura di loro, non aveva paura della morte.
Per una mente per organizzata, la morte non è che una nuova e grande avventura.
Quanto avevano senso le parole di quello che per lui era stato un padre!
“Puoi provare con Legilmens” Lo derise Harry.
“ Se ti va di perdere tempo.”
Harry allargò le braccia, alzando fiero il mento.
“O puoi farla finita e toglierti il pensiero.”
Era così, sarebbe dovuto finire tutto?
Non aveva rimpianti, non aveva rimorsi. Aveva avuto una vita piena, un vero amore, amici meravigliosi, dei figli straordinari.
Ad un cenno di Primum, Tenebris fece due passi avanti, misurando la sua bacchetta con il pollice.
“Sono onorato di ucciderti, Harry Potter. Ma LEI lo sarà ancora di più, quando metterà le mani sulla tua discendenza.”
Lei…lei chi?
Gli occhi verdi di Harry si incupirono di un ombra grave, dilatandosi di paura.
Quell’angoscia rinvigorì i tre Occultatori come un lauto banchetto.
“Già. Pare che non ci siamo tirati fuori da soli dalla gabbia di miscredenza in cui ci avete scaraventati smettendo di idolatrarci.”
“Adesso basta.”

Una voce femminile e piatta, fece letteralmente immobilizzare quelli che Harry non aveva capito  fossero solo delle pedine.
Dalle loro spalle, comparve una figura emaciata dalla folta chioma rosso fuoco.
Harry non ebbe tempo di respirare, di apprezzare il dolore che lo trafisse come un vecchio amico, prima di morire in ginocchio, illuminato da un lampo verde.
Il nome di Harry venne cancellato dalla lista, per sempre.
La sua storia finì quella notte, da solo, sacrificando la sua vita per i suoi figli. Vide la sua vita scorrergli davanti, Edvige a Diagon Alley, il sorriso di Hermione e di Ron sull’Espresso per Hogwarts, la sua prima partita di Quidditch, il viso rigato di lacrime di Ginny il giorno del loro matrimonio, la gioia dei suoi figli la mattina di Natale.
Sì, Harry aveva vissuto.
Adesso, poteva andarsene. La sua parte nella storia, era finita.
 
***
Lo lasciarono lì, nel giardino della sua casa, tra le aiuole ben curate a cui Ginny adorava dedicarsi, rubando qualche fiore bianco da mettersi nei capelli.
Lily si materializzò a casa sua, solo dopo un’ora.
Giunse troppo tardi, o forse grazie a Scorpius, giunse esattamente quando doveva arrivare.
 
***
 
 
 
 
 
 
  
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