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Autore: loonaty    24/05/2012    2 recensioni
[Raccolta]
"-Posso esaudire tutti i tuoi desideri- Delizioso! - Sarebbe una magia- Quell'aria sperduta che vacilla un attimo prima del cedimento. Delizioso! Perfetti gli esseri umani, nella loro imperfezione. Perfetti per essere buggerati da creature come lui." [Estratto da: Delizioso]
Creature sovrannaturali.
Lievi come un soffio di rugiada,
crudeli come poche.
Insistenti,
subdole.
Traditi amanti,
Innamorati peccatori.
Zaffiri di zucchero.
Genere: Dark, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Attenzione: se non gradite l'omosessualità, anche non propriamente esplicita, ma ben evidente, vi prego di saltare queata storia, non accetterò, infatti, lamentele di alcun tipo. Vi sto avvisando, sia chiaro. Buona lettura ^^


L'amore al tempo dell'inquisizione


Il sapore della saliva.

Lo scontrarsi delle labbra e delle lingue affamate, insaziabili.
L’arcata del palato veniva esplorata con perizia, e i morsi per nulla trattenuti si univano a quel ritmo frenetico.

Rumori di passi, qualcuno che si avvicina.
Un gemito soffocato nello sbattere la schiena contro la pietra umida e coperta di muschio della parete.
La nebbia riempiva i polmoni affannati, e le fiaccole dei passanti non erano che punti di luce distanti.
Il tardo mattino era padrone di quello spicchio di peccato sovente, che andava a ripetersi imperterrito, sotto gli occhi ciechi di una comunità che non poteva comprendere.

I bacini si strofinavano, mani che stringevano, la carne che supplicava, ardente, un contatto più esplicito.
Due cuori carichi della loro colpa che si scontravano nel petto, lì dove le unghie affondavano nella stoffa ruvida della tunica.
Ed ogni volta che quei passi si facevano più vicini,

Ogni volta che un gemito troppo acuto era seguito dal silenzio appiccicoso delle strade paesane,

Ogni istante, passato tra un vociare ed un bisbiglio degli sporadici passanti …

Ogni volta era un singulto, un’esitazione, un fremere di membra, uno scuotersi della carne che non faceva che aumentare l’inquieta eccitazione.
Dita sottili e mani di alabastro scivolavano al di sotto della cinta di cuoio, seguite dall’inarcarsi della colonna vertebrale, scorrevano, con sempre più insistenza.

Dita sottili e mani di alabastro si poggiavano sulla sua bocca, e tra le sue labbra venivano succhiate con ingordigia.

Così, quando da lui prendeva quanto più desiderava, e soffocava parole e pensieri inutili nella nebbia del mattino presto o della sera tarda, lontani dalla gogna paesana, l’essere bollato come peccatore diventava tanto accettabile, tanto possibile, quanto addirittura estatico.
Peccatori?
Noi?

Amiamoci, prendiamoci, uniamoci ogni notte ed ogni giorno finchè la gioia morirà nel suo trionfo come carta che avvampa e brucia consumandosi.
Ci attenderà il rogo.
Il rogo attenderebbe ad ogni sgarro, ad ogni sguardo eloquente intercettato, allo sfiorarsi delle dita dei compagni d’armi, agli ascosi sorrisi, sotto i cappucci tirati.

Tutto ciò, se scoperto, sarebbe diventato la perfetta condanna, prelibata e gustosa come lorda carne per chi seguiva la retta via.

E si arrovella il cuore nel petto, la notte, nell’attesa di una nuova mattina.
Nell’attesa di unirsi, di amarsi, se amore qualcosa di tanto volgare si poteva definite.
MA con le dita strette attorno a lui non poteva che desiderare quello.

MA con lui dentro di sé non poteva che accettare una qualunque morte. Quanto dolorosa fosse.

Uno era consapevole di ciò a cui andava incontro, e non gli importava.
L’altro era consapevole di ciò a cui andava incontro, e bramava ogni girono la sua saliva e il suo sapore.

Poi i passi divennero insospettabilmente vicini, in quel frammento di vergogna, in cui tutto si sgretolò sotto quella nebbia traditrice.
E le fiaccole illuminarono il peccato commesso di labbra indegne.

Perfida fu, la condanna della suprema inquisizione.
Condannati per amore.
Alle fiamme.

Quando fiamme, entrambi, ogni mattino, tra la nebbia, essi si donavano.
   
 
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