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Autore: Hypnotic Poison    14/12/2006    8 recensioni
Un labirinto è una strana costruzione: devi impararne le regole, o affidarti all'intuito, per uscirne...ma se si trattasse di un labirinto molto speciale??
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Maze: il labirinto

Maze: il labirinto

 

2. Moonlight shadow and Memories

 

Ryan stava per prenderla. All’improvviso, sentì un leggero BIP. Una forte luce bianca avvolse lei e il ragazzo, che ormai l’aveva raggiunta e afferrata per un braccio. Un senso di vuoto li colse allo stomaco, per una frazione di secondo. Poi…

-Ryan…cos’è successo?-

Il ragazzo non le rispose, intento ad osservare il territorio che li circondava.

-Di certo non siamo a Tokyo…almeno credo…-mormorò poi dopo qualche attimo.

Davanti a loro si estendeva un territorio di terra rossa, circondato da impervie montagne dello stesso colore. Alcune emettevano fumo dalla vetta.

Quello che sembrava un grande lago partiva dalle pendici dei monti e arrivava fino a loro. Tutto intorno, dei grandi boschi con alberi altissimi.

Ryan rivolse la sua attenzione sulla ragazza, letteralmente terrorizzata: -Strawberry, tu…hai le orecchie e la coda!-

La rossa spostò lo sguardo sul suo fondoschiena:-Ah si? Beh, questo non è il mio problema principale, adesso!-

Cominciò ad armeggiare nelle tasche, alla ricerca del cellulare, poi all’improvviso si fermò: - E’ vero…l’ho lasciato al Caffè perché qualcuno mi ha rifiutato la chiamata!-

Uno strepitio improvviso stoppò sul nascere quella discussione. Strawberry si aggrappò al braccio di Ryan, guardano terrorizzata il cielo.

Un enorme coso volante stava solcando i cieli di quello strano territorio. Aveva un lungo becco aguzzo, un’escrescenza sulla sommità del capo e non aveva le piume.

- Cos’è?? Cos’è???- gridò terrorizzata

Ryan inghiottì la saliva: -Quello è uno pterodattilo!-

Un tremore salì lungo la colonna vertebrale della ragazza. Da quel poco che si ricordava, lo pterodattilo era una specie di dinosauro volante…

-E se quello è uno pterodattilo, allora noi siamo nella preistoria…- continuò il biondo

Il dinosauro emise un altro verso, poi scese in picchiata…verso di loro!

-SCAPPA!- gridò Ryan, tirando per un braccio Strawberry e cominciando a correre verso il limitare della foresta.

All’improvviso, però, la terra tremò. I due ragazzi alzarono lo sguardo, ritrovandosi davanti ad una gigantesca zampa.

-Ryan…questo lo conosco…è il dinosauro assassino di Jurassic Park…- mormorò tremante Strawberry, nascondendosi dietro il biondo –Però non credo che se stiamo fermi non ci vede…-

Fortunatamente, il tirannosauro rex (questo il nome) non era interessato a loro, bensì al dinosauro volante. Con una specie di salto, lo afferrò fra i denti e lo uccise, deponendolo poi a terra per mangiarlo.

I due umani osservarono atterriti quella scena, poi corsero via, al sicuro nella foresta.

-Forza!-esclamò Ryan –Sali sull’albero!-

Dopo qualche difficoltà, riuscirono a trovare rifugio tra i grandi rami di una conifera.

-E adesso cosa facciamo?- pigolò la rossa, ancora ansimante per la fatica

Ryan fece spallucce:- Non ne ho la più pallida idea…-

Un forte vento si alzò improvvisamente. Strawberry rabbrividì, siccome indossava solo abiti leggeri.

Sentì qualcosa di caldo piombarle sulla testa, e meccanicamente si abbassò, portandosi le mani al capo. Si stupì nel sentire che il Ryan le aveva messo in testa il suo cappellino nero.

Si girò verso di lui per ringraziarlo…e scoppiò a ridere!

- Cos’hai?- esclamò il ragazzo, guardandola infastidito

Tra i singhiozzi di Strawberry, il biondo riuscì a capire: -Tu…hai…le orecchie!-

Ancora senza capire, il bel statunitense portò le mani sulla testa e trasalì.

Gli erano spuntate le orecchie proprio come a Strawberry! E ora che guardava meglio, gli era cresciuta anche la coda!

-Ma che diavolo…?- mormorò, tastandosi sospettoso quell’appendice pelosa che partiva dal fondoschiena.

Strawberry smise di ridere e si sporse a toccare le grigie orecchie del ragazzo: -Sono le orecchie di Art!- mormorò, accarezzandole e constatando che erano realmente vere

-Si, ma ora lascia stare!- la rimbeccò il biondo.

La rossa riprese a ridere, ma un enorme sbadiglio le bloccò il sorriso sulle labbra.

-Come faremo ad uscire da qui?- sussurrò, appoggiandosi alla ruvida corteccia dell’albero

-Non lo so…-

La troppa adrenalina accumulata e così di colpo consumata l’aveva stancata moltissimo.

Si appoggiò dolcemente sulla spalla del biondo: -Ryan?- disse sottovoce

-Mhm?-

-Sei spigoloso…-

Ryan sorrise nel buio della sera che ormai era calato su quello strano mondo, illuminato solo dalla pallida luce della Luna. Quasi automaticamente, il suo braccio sinistro volò a circondare le spalle della ragazza che placidamente si addormentava, cadendo nel mondo dei sogni, sicuramente migliore di quello in cui si stavano trovando…

 

 

Il Sole splendeva nella bella Tokyo, riscaldata dai suoi raggi primaverili. Tutta la città era allegra, tranne che per quel bel Caffè nel parco.

Lory guardò l’orologio: -Sono ormai tre ore che sono scomparsi…- mormorò tristemente

La situazione, purtroppo, non era migliorata. Con tutto il lavoro che avevano da fare, non riuscivano a trovare un attimo libero per studiare a fondo il congegno ideato da Pie.

-Lory, per l’amor del cielo, vuoi venire a darci una mano?!- la voce irritata di Mina la riportò al suo lavoro

Il campanello che stava sulla porta d’ingresso trillò per l’ennesima volta. Le quattro Mew Mew si girarono per vedere chi fosse il nuovo cliente…la persona sbagliata al momento veramente sbagliato…

-Mark! Ehm, che sorpresa! Che ci fai qui?- esclamò Mina, con il tono di voce stranamente alto

-Sono passato a salutare Strawberry. Oggi ho finito prima, con gli allenamenti di kendo, perché l’allenatore ha sostenuto che sono così in forma che non ho bisogno di allenarmi ancora e così…- il moro continuò a parlare per altri cinque minuti, durante i quali la Mew blu rischiava un infarto. Che cavolo gli avrebbe detto adesso?

-Vedi, Mark, Strawberry in questo momento è andata…a fare una commissione, sì, però non ti so dire quando torna…- lo interruppe la ragazza

-Oh, che peccato. Volevo chiederle di aiutarmi a pulire il parco, domani. Ma, per caso, il vostro amico Shirogane è andato con lei?- chiese sospettoso Mark, perlustrando con gli occhi la sala del Caffè

-No, perché?-

-Perché di solito è sempre seduto alla cassa, oppure in cucina, mentre oggi non lo vedo…-

-Quello che fa Ryan non è affar tuo.- Pam era intervenuta a salvare la situazione con la sua glacialità

Mark indietreggiò leggermente spaventato: -No, certo che no, avete ragione. Scusatemi se vi ho disturbato. Buon lavoro!- e si dileguò velocemente

-Grazie, Pam. Ero caduta nel panico, non sapevo più cosa rispondere!- sussurrò Mina

-Prego.-

 

 

Ma quanto può essere fastidiosa la Luna, a volte? Quando con i suoi candidi raggi ti batte prepotentemente in faccia, impedendoti di riposare in pace.

E in quel mondo, la Luna era davvero seccante. Nessuno dei due ragazzi riusciva a rumore, sia per l’agitazione sia per la luce del satellite terrestre.

-Almeno di questo possiamo essere sicuri…- esclamò Ryan, calcandosi ancor di più il cappello sugli occhi –Se c’è la Luna, allora siamo sulla Terra. Saremo in un’epoca di circa 225 milioni d’anni fa, ma almeno siamo nel mondo.-

La ragazza che gli stava a fianco sospirò. Aveva una paura tremenda…come avevano fatto ad arrivare in quell’era???

Un rumore alla sua destra la fece girare: Ryan stava scendendo dall’albero.

-Ryan! Cosa stai facendo! Non puoi lasciarmi qui!- gridò.

Con agilità felina, scese velocemente dalla grande conifera e si aggrappò al braccio del ragazzo: -Mi spieghi cosa vuoi fare?-

-Dobbiamo trovare una via d’uscita, e al più presto.- le rispose il biondo, camminando lentamente

Lo strano paesaggio era illuminato solo dalla luce del satellite terrestre, i cui raggi giocavano con gli alberi, creando strane ombre affusolate sul terreno. In tutto questo c’era ben poco di romantico.

Oltretutto, strani rumori riempivano la notte. Fischi, grugniti, ruggiti, tutti versi che facevano accapponare la pelle a Strawberry. La codina nera sferzava l’aria, e le orecchie erano tese per cogliere anche il più piccolo respiro.

-Ma, Ryan…tu sai come uscire?- bisbigliò, sempre aggrappata al braccio del ragazzo, il quale rimase zitto e concentrato.

Dopo un po’ di tempo, Ryan esclamò: -Mentre hai fatto una visitina nel mondo dei sogni, ho visto come un lampo di luce illuminarsi da queste parti. Guarda se noti qualcosa di strano…-

-Ma come faccio che è buio???- piagnucolò la ragazza

L’americano si fermò guardandola scocciato: -Strawberry, se noti è tutto illuminato dalla Luna, ben dieci volte più grande di quanto siamo abituati. Non vedi che luce che c’è?!?-

Questo servì ad ammutolire la ragazza. Per un po’…

 

 

-Ragazze, sono le sette, dobbiamo chiudere!- Kyle fece sgombrare le clienti rimaste al Caffè, che fino all’ultimo avevano sperato di veder comparire il bellissimo proprietario del locale.

Le quattro cameriere tornarono dallo spogliatoio: -Novità?- chiese Lory

-Niente di niente. Ho provato ad accenderlo ma non è successo niente. Tabula rasa, ragazze.- rispose il moro

-Forse è meglio avvertire i signori Momomya che oggi Strawberry non tornerà a casa…dirò che rimane a dormire da me…- sospirò Mina, componendo al cellulare il numero di casa dell’amica.

Pochi minuti dopo, le ragazze uscirono dal Caffè: -Allora ci vediamo domani…- le salutò Kyle, chiudendo la porta

Le quattro si avviarono sconsolate verso le rispettive direzioni.

-Chissà, magari ci hanno fatto uno scherzo e adesso sono nascosti da qualche parte a pomiciare!!- esclamò Paddy, rotolando su una gigantesca palla.

- Paddy, non è divertente…magari adesso sono in pericolo, impauriti e…- mormorò Lory, stringendosi le mani.

-Lory, Paddy, piantatela. Staranno sicuramente bene. Ora andate a casa e dormite.- abbaiò fredda Pam, salendo sul suo taxi

“Secondo me, Paddy un pochino di ragione ce l’ha…chissà cosa staranno facendo quei due, da soli…”  pensò Mina, mentre un sorriso malizioso le ornava il viso

 

 

- L’hai visto anche tu?-

-C-credo di si…ma cos’era?-

Se prima era leggermente in ansia, ora Strawberry era letteralmente terrorizzata.

Qualche istante prima, era apparso davanti ai loro occhi una specie di rettangolo luminoso. In pochi secondi era sparito senza lasciare traccia.

-Un fuoco fatuo (*)?- mormorò Strawberry tremante.

-Non credo…non mi sembra di essere in un cimitero…-

I secondi passavano, senza che la luce tornasse, un’attesa snervante.

Qualche momento dopo, lungo come anni, quella strana luce tornasse.

I due ragazzi ebbero il tempo per osservarla: -Sembra che non abbia fine…- mormorò stupita la rossa

Ryan la prese per mano: -Saltiamo, Strawberry. È la nostra unica possibilità!-

Prima che la ragazza avesse il tempo di ribattere, il biondo la trascinò dentro al rettangolo luminoso.

Strawberry chiuse gli occhi, aggrappandosi forte all’americano. Avvertì una spiacevole sensazione all’altezza dello stomaco, come quando sulle montagne russe affronti un giro della morte a troppa velocità e lo stomaco sembra rimbalzarti nella pancia.

Le sembrava di non avere niente sotto ai piedi. Poi, all’improvviso, una luce molto più forte di quella lunare penetrò attraverso le palpebre ancora chiuse. Mosse il piede leggermente. Possibile che ci fosse dell’erba?

Aprì lentamente gli occhi: il Sole splendeva felice e davanti a lei si stagliava imponente una siepe di un verde intenso.

-Siamo fuori da Jurassic Park?- chiese

Ryan si dileguò dalla sua presa, camminando attorno a lei e osservando serio qualcosa. La rossa se ne accorse solo in quel momento: la siepe verde che aveva visto non appena aperti gli occhi continuava tutta attorno a loro, e anche per altri sentieri.

-Strawberry…- esclamò Ryan, togliendosi gli occhiali da sole e guardandola fissa con i suoi meravigliosi occhi –Siamo in un labirinto…-

-Un che??-

Il biondo strabuzzò gli occhi, incredulo. Ma perché proprio a lui doveva capitare una cosa simile??

-Ascolta, Strawberry. Un labirinto è una costruzione con una pianta così complicata e tortuosa da rendere difficile l’orientamento e quindi l’uscita. In altre parole, se non stai attenta, ti perdi!- spiegò

-Va bene, va bene, Mister Genius. Ora potresti spiegarmi perché siamo finiti in un labirinto?- esclamò offesa la rossa

-Bella domanda…- rispose semplicemente lui, incrociando le braccia dietro la testa e incamminandosi verso una delle multiple stradelle. 

Dopo qualche minuto, Strawberry gli fu a fianco e gli chiese: -Ma se siamo entrati nel labirinto attraverso il rettangolo luminoso, allora potremmo anche uscirne!-

-Complimenti, non credevo tu fossi così intelligente!- ironizzò lui, continuando a camminare e senza voltarsi a guardarla.

La rossa si fermò di botto: più ci passava del tempo assieme, più scopriva che Ryan era davvero insopportabile.

“No, non è vero…” pensò poi “Quando vuole sa essere anche dolce e gentile…come ieri sera sull’albero…”

-Strawberry, quali pensieri poco consoni ad una ragazzina della tua età stai facendo?-

Strawberry sussultò: -Eh? Ma cosa stai dicendo?-

Ryan si stampò un sorriso malizioso sulla faccia: - Hai sospirato già tre volte, e poi sei tutta rossa…-

La ragazza arrossì ancora di più: -Ho solo caldo!- si difese

-Si, come no… e io sono Aoyama…- mormorò il biondo

-Beh, mi piacerebbe molto di più se ci fosse il mio Mark al posto di uno zoticone antipatico come te!- strillò Strawberry

Ryan non rispose, immerso in chissà quali pensieri…

 

 

-Quiche, per favore, la vuoi smettere di pensare a quell’umana? Dobbiamo approfittare che la vecchiaccia e il suo amico non ci sono e colpirle!-

Tart continuava a “galleggiare” davanti al naso del fratello maggiore, nel tentativo di distrarlo dai pensieri che il piccolo dei tre proprio non capiva.

Quiche rivolse gli occhi ambrati all’alieno: -Tart… non hai nient’altro di meglio da fare?- mormorò annoiato.

Tart fece una capriola a mezz’aria: -No, finchè non ti toglierai dalla testa quella vecchiaccia rimbambita!- esclamò facendogli una pernacchia –E ora è il momento giusto per togliere di mezzo le sue amiche strampalate!! Un colpo solo, a sorpresa, e non ci sono più!-

Quiche sospirò. Era preoccupato per quello che sarebbe potuto accadere a Strawberry. E a dirla tutta, si annoiava senza prenderla un po’ in giro…

-Tart! Lascialo perdere, e aiutami con questo nuovo chimero…- lo chiamò Pie, che armeggiava davanti al suo computer

Il piccolo alieno non se lo fece ripetere due volte: non era cosa abituale che potesse “giocare” liberamente con il privatissimo computer di Pie…

 

 

Passo dopo passo, attorno a loro il paesaggio era sempre lo stesso. Alte e verdi siepi s’innalzavano verso un cielo blu, privo d’ogni nuvola, e il Sole splendeva allegramente, riscaldando l’atmosfera.

Erano entrambi più tranquilli, in quel momento. Anche se non sapevano né dove fossero né come avrebbero fatto ad uscirne.

Eppure…la rossa non riusciva a rilassarsi…c’era qualcosa che la metteva in ansia.

-Strawberry…da quanto state insieme tu e Mark?- esclamò all’improvviso Ryan

Il cuore della ragazza le salì in gola, e divenne del colore dei suoi capelli.

-Qu-questo non ti-ti interessa…- mormorò

Un sorriso beffardo si stampò sulle labbra del biondo: -E perché no? Potrei essere l’ultima persona che vedrai…e poi sono il tuo…capo e sono tenuto a sapere tutto della vita di chi devo proteggere…- continuò maligno

Senza accorgersene Strawberry aveva rallentato quasi fino a fermarsi. Il cuore le pulsava velocemente, le guance le bruciavano come quando aveva la febbre. Le gambe non rispondevano più ai comandi.

Ryan se ne accorse e ritornò sui suoi passi.

Poi avvicinò il viso a quello della ragazza le sussurrò: -Perché ti sei fermata? Maybe are you afraid of me, my dear ginger?-(**)

Se possibile, Strawberry divenne ancora più congestionata. Chissà perché stare vicino a quel ragazzo le faceva sempre quell’effetto. In più, non aveva capito una parola della domanda che le aveva posto Ryan.

-C-cosa ha-hai detto?- mormorò

Il ghigno beffardo si allargò ancora di più: -Lascia perdere, ginger. Tu e l’inglese siete due cose diverse…- esclamò dandole le spalle

Strawberry deglutì. Cosa c’entravano lei e la bevanda analcolica?? (***)

Scosse la testa. Tutto quello che aveva pensato di buono su Ryan fino a quel momento doveva essere cancellato. Perché la torturava sempre così?? Eppure, sembrava tanto un angelo triste caduto dal cielo…

Le guanciotte paffute della ragazza si ricolorarono: “Pensa a Mark, Strawberry, pensa a Mark!” si disse mentalmente.

Chiuse gli occhi, riprendendo a camminare e ripetendosi quella frase. Ad un certo punto, sbatté la fronte contro un paio di pettorali ben scolpiti.

-Ma ti sembra il modo di fermarsi, questo?- esclamò arrabbiata, massaggiandosi la fronte

-Veramente eri tu che camminavi ad occhi chiusi…e poi mi è venuta in mente una cosa…quando ti ho chiamata ginger, mica hai pensato alla bibita, vero? (4) - la rimbeccò il biondo

E via, la Mew rosa si tinse nuovamente di rosso. Ryan ci aveva azzeccato anche quella volta…

-Ma che vai a pensare? Certo che no!!- mentì lei

 Ryan sorrise, furbo: -Bene…-

Strawberry sospirò, mentre lentamente il battito cardiaco si ristabilizzava.

La marcia verso…l’ignoto riprese. Gli unici rumori erano i passi dei due ragazzi e i fischiettii che lanciava Ryan ogni tanto, mentre camminava tranquillo con le braccia incrociate dietro la testa.

 

 

La luce della lampada creava un cerchio perfetto attorno al tavolo del laboratorio. L’orologio ticchettava senza pietà, scandendo i minuti e allungando l’attesa e la preoccupazione.

Aveva compiuto un giro completo da quando le porte del Caffè si erano chiuse dietro le cameriere, e lui non si era ancora alzato dalla sua postazione.

Il cerchio di luce illuminava il dispersore temporale degli alieni, che emetteva di nuovo la lucina verde. Kyle pensava fosse un buon segno, che indicasse il corretto funzionamento di quell’affare.

“Ancora qualche secondo, e lo spengo!” pensò.

Provava ad intervalli di un’ora ad accenderlo, sperando che i due “scomparsi” ritornassero nell’epoca attuale.

Contò fino a dieci e spinse il bottone. La lucina verde si spense.

Kyle sospirò: per quanto sarebbe andata avanti quella storia? Non avrebbero potuto certo nascondere la sparizione di Strawberry a lungo…

Si alzò strisciando la sedia sul pavimento e spense la luce.

“Ryan…almeno evita di fare cose di cui poi potreste pentirvi…” si ritrovò a pensare.

La fiducia che regalava al biondo quando questi era solo con Strawberry superava di poco l’un per cento…

 

 

Ryan ora fischiettava un motivetto alquanto irritante, per Strawberry. Da almeno mezz’ora non faceva che ripetere quelle poche note, senza cambiarle mai.

-Ryan, per favore, potresti smettere di fischiare?- chiese irritata la ragazza, mentre la codina nera falciava l’aria. Per tutta risposta, il ragazzo iniziò a cantare:

-Ring-a-ring o ‘roses, a pocket full of poises, a-tishoo, a- tishoo, we all fall down!- (5)

Prima che Strawberry potesse ribattere, si materializzò davanti a loro un nuovo rettangolo luminoso.

La rossa afferrò la mano di Ryan: -E-entriamo?- domandò titubante

Il ragazzo le strinse la mano, e insieme saltarono dentro al “buco”.

Questa volta, il “salto” fu più lungo. Strawberry potè benissimo vedere un’infinità gialla attorno a lei, poi all’improvviso del verde sotto ai suoi piedi.

Atterrò agilmente, piegando le ginocchia per attutire il colpo. Solo in quel momento si accorse che Ryan non era più di fianco a lei.

Fu presa dal panico: cosa avrebbe fatto??

Si guardò intorno. Era in un grande parco, con file ordinate di alberi e erba ben tagliata. All’orizzonte, sopra le cime del bosco, si scorgeva quello che riconobbe come un tetto. S’incamminò per quel bellissimo parco, fin quando non vide un parco giochi.

C’era l’altalena, lo scivolo, la giostrina, e una buca della sabbia dove stava giocando un bimbo.

Strawberry si avvicinò, per chiedere anche aiuto.

Il bimbo, di circa sei anni, le dava le spalle, intento a costruire un castello di sabbia. Aveva degli stupendi capelli dorati…

-Ciao, bel bambino. Mi puoi dire dove siamo?- gli chiese con un sorriso.

Il bimbo si girò: -Hello. Who are you?-

La rossa trasalì: quel bambino parlava inglese!! Però, perché le ricordava terribilmente qualcuno?

Lo osservò meglio…e sussultò.

“Gli occhi…gli occhi del bambino…” pensò

Il bimbo, nel frattempo, la osservava incuriosito…con un paio di occhi azzurro cielo, così belli da incantare chiunque…

“Lui…lui è Ryan!”

-Who are you?-

Una voce di donna la riportò alla realtà. Si girò verso la provenienza della voce e vide una donna bellissima, con dei lunghi capelli biondi che le arrivavano fino alla vita e gli occhi azzurri come il cielo d’estate, avanzare elegantemente verso di lei.

-Ehm, salve…non volevo disturbare…- balbettò Strawberry, indietreggiando di un passo

La donna la fissò per un attimo, poi sorrise: -Oh, you’re a Japanese girl, as my husband! Perdonaci, mio figlio Ryan, anche se è, diciamo, un piccolo genio, non ha ancora la piena padronanza della tua lingua! Hai bisogno di aiuto?- continuò poi, in perfetto giapponese.

Strawberry tirò un sospiro di sollievo: -Ecco…potrei sapere dove sono?-

-Sei nel parco di villa Shirogane, piccola. Come sei arrivata fin qui? Non ci sono mezzi che collegano New York a casa nostra!-

La rossa trasecolò: aveva ragione lei! Era caduta nell’infanzia di Ryan, quando abitava ancora in America e i suoi genitori erano ancora vivi!

Fu colta da un’improvvisa tristezza. Forse era meglio che ci fosse stato Ryan al suo posto, per poter parlare ancora una volta con la madre…

-Darling, è tutto ok?-

Guardò la signora Shirogane accarezzare dolcemente la testa del figlioletto, che le sorrise compiaciuto.

-Mummy!­ – esclamò felice lui –Can we play to ring-a-ring o’roses?- (6)

La bionda sorrise come solo una mamma, o una donna innamorata sa fare. Prese le mani del bambino e iniziò a girare insieme a lui, cantando con una bellissima voce dolce:

-Ring-a-ring o’roses, a pocket full of poises, a-tishoo, a-tishoo! We all fall down!­ – poi si lasciò cadere sulla soffice erba del giardino, senza preoccuparsi di sporcare la lunga gonna che indossava, mentre il figlio le buttava le braccia al collo e la stringeva forte.

“Ecco cos’era la canzoncina che canticchiava prima Ryan!” pensò malinconica Strawberry “Era il gioco che faceva con la madre…”

 

 

Ryan atterrò agilmente su una spiaggia dalla sabbia morbida. La riconobbe facilmente: era una delle tante spiagge della baia di Tokyo.

In quel momento era davvero affollata: gruppetti di ragazze in bikini, famiglie con bambini, coppiette in dolci effusioni e tanti altri ancora.

Si sentì osservato. Forse perché era l’unico ad indossare jeans e scarpe…

“O forse per la mia naturale bellezza?” pensò ridendo tra sé e sé

Effettivamente, un gruppetto di ragazze sui quattordici anni lo indicava e rideva piano. Ryan sorrise loro, e con un gesto della mano le salutò, mandandole in visibilio.

Improvvisamente, qualcosa si schiantò contro la sua gamba. Abbassò gli occhi e vide una bambina di circa quattro anni aggrovigliata ai suoi jeans bianchi.

Gli fece un enorme sorriso, diventando leggermente rossa, proprio come il colore dei suoi capelli, che portava legati in due buffi codini.

Ryan la guardò interrogativo, per non dire scocciato: quella bimba non si staccava da lui…tuttavia aveva qualcosa di familiare…

Finalmente li raggiunse di corsa una donna, anch’essa con i capelli rossi.

-Ecco dov’eri finita! Scusa, ti ha dato fastidio?- chiese rivolta al lui.

Il biondo studiò per un attimo quel viso conosciuto:-No, stia tranquilla, sua figlia non mi ha dato fastidio!-

La donna, pur essendo sui trentacinque anni, non riuscì a non arrossire di fronte a quel quindicenne di una bellezza straordinaria.

Questo fece scattare un altro dubbio nella mente di Ryan: dove diavolo aveva visto un viso come quello, che aveva le stesse reazioni?

-Ciao, come ti chiami?- squittì una vocina ai suoi piedi

Ryan guardò quella buffa bambina cicciottella che ancora non si era scollata dalla sua gamba:

-Ciao. Mi chiamo Ryan!-

-Raian!- ripetè la bimba, aggrottando la fronte

-Tesoro, basta infastidire questo ragazzo! Vieni, andiamo a giocare con la palla!- esclamò la madre, prendendo per mano la bimba, ma lei si ribellò: -No! Voio giocare con Raian!- arricciò il naso e si aggrappò ancor di più alla stoffa dei pantaloni bianchi.

“Quell’espressione…quel movimento del naso…ma dove…?” pensò Ryan, più confuso di prima.

Un nome lentamente si fece spazio nella sua mente.

-Raian, io mi chiamo Stlobelli e ho quattlo anni!- squittì di nuovo la bimba

Il biondo non potè fare a meno di scoppiare a ridere: la bambina paffuta che gli stava davanti con addosso un costume intero a righe viola e rosa non era altro che Strawberry da piccola!

-Bene, Strawberry, piacere di averti conosciuto. Ora mi dispiace, ma devo andare! Ho un’amica che mi aspetta!- le disse, scompigliandole i capelli

La mini-Strawberry lo guardò con gli occhioni color del cioccolato pieni di lacrime: -Pecchè vai via? Non mi voi più bene?-

Ryan rivolse spaesato lo sguardo a colei che ormai riconobbe come Sakura Momomiya. Lei alzò le spalle rassegnata.

Sentì tirare di nuovo i suoi jeans: -Va bene, Strawberry. Andiamo a giocare con la sabbia!- sospirò rassegnato, prendendo per mano la bimba felice e seguendo la madre fino all’ombrellone.

 

 

Ogni volta che sentiva su di sé gli occhi di Ryan, un brivido le saliva lungo la colonna vertebrale. Anche se il Ryan che aveva davanti aveva solo sei anni.

Era seduta ad un elegante tavolino di ferro battuto, sotto un bellissimo pergolato ricoperto di gelsomino e glicine, e beveva the in compagnia del piccolo Ryan e di sua madre. 

Era piacevole passare il tempo con loro, che trasparivano gioia e spensieratezza.

Strawberry non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse diverso il Ryan che conosceva lei a quello che le stava davanti.

“La morte dei genitori l’ha davvero cambiato…” pensò, sorseggiando dalla sua tazza

-Mi piacciono i tuoi capelli rossi, Strawberry. They’re funny! - esclamò il bambino, inzuppando un biscotto nel liquido caldo.

Sia la rossa sia la signora Shirogane sorrisero.

-Grazie, Ryan. Anche tu hai dei bei capelli!- rispose la giapponese

Ryan saltò giù dalla sedia, e corse verso la casa.

La madre lo seguì con lo sguardo, poi si rivolse a Strawberry: -Non ho ancora capito come hai fatto ad arrivare fin qui!-

Strawberry divenne del colore dei suoi capelli: -Oh, ehm…stavo facendo una passeggiata soprappensiero e sono finita qui!- farfugliò, sperando di essere convincente

La donna sorrise comprensiva: - E’ sta una fortuna che sia arrivata tu! Il mio Ryan ha finalmente potuto giocare con qualcuno che potesse capirlo…sai, i bambini della sua età non hanno ancora tutte le capacità mnemoniche o intellettive che ha lui…credo che tu gli piaccia molto…-

Quell’ultima frase spiazzò la rossa: cosa intendeva dire?

“Oh, Strawberry, non fare la scema! Ryan ha sei anni, è normale che si dica così!” tentò di rasserenarsi, mentre ingurgitava un biscotto dietro l’altro.

Il piccolo americano ritornò, stringendo in mano qualcosa.

Si avvicinò a Strawberry e tese la mano destra: -Take this teddy bear. It’s my favourite toy. (7) Così ti ricorderai di me!- (che tenero!!! NdHyp) esclamò, mostrandole un orsacchiotto marrone con la pancia color crema.

Gli occhi di Strawberry s’inumidirono mentre prendeva in mano quel piccolo peluche: -Grazie!- esclamò

Anche la signora Shirogane sorrise: -Te l’avevo detto. Credo che tu sia l’unica ragazza cui il mio piccolino si sia veramente affezionato…-

Strawberry sorrise, leggermente imbarazzata: “Ma perché, perché Ryan non è rimasto così?” pensò, guardando quel bimbo che ricambiava il suo sguardo, la testa leggermente piegata verso destra. “Sembra un angelo…” pensò

Il piccolo sorrise, un sorriso bellissimo che avrebbe scaldato il cuore a chiunque, un sorriso come solo un bambino può fare.

Una luce brillò dietro a Ryan. Strawberry alzò lo sguardo, ben sapendo quello che avrebbe visto. Un po’ di delusione aleggiò nel suo cuore quando si dovette alzare dalla sedia di ferro battuto: -Grazie ancora dell’ospitalità, signora Shirogane. Ora io devo proprio andare.-

La rossa si avvicinò al biondino e gli scoccò un bacio sui morbidi capelli: -Grazie anche a te per l’orsacchiotto, Ryan!-

Il piccolo americano la guardò speranzoso e triste: -Non ti scorderai di me, vero? Ci rivedremo un giorno?-

Il cuore di Strawberry si strinse in una morsa: -Certo che mi ricorderò di te! E vedrai che ci rincontreremo. Ora devo proprio andare!-

Con un ultimo saluto, Strawberry s’incamminò verso il rettangolo di luce e, senza voltarsi indietro, ci saltò dentro.

-So? Did you have fun with Strawberry?- chiese la signora Shirogane al figlio, che teneva seduto sulle ginocchia

-Yes. She’s my best friend…- (8)

 

 

Il Sole calava lentamente, colorando tutto il paesaggio di un morbido arancione. La spiaggia si andava via via svuotando, solo pochi ombrelloni rimanevano ancora aperti, proiettando sulla spiaggia ombre lunghe ormai inservibili.

Sotto uno di questi ombrelloni, Ryan stava riempiendo l’ennesimo secchiello con la sabbia.

Con una mano sola sollevò il contenitore e lo scaraventò a terra: -Ecco qui, Strawberry. Il venticinquesimo castello di sabbia di oggi…- esclamò

La rossa gli sorrise, poi con un urletto si buttò di peso sulla torretta di sabbia, distruggendola.

Ryan sospirò. Aveva già visto passare tre “mezzi di trasporto luminosi”, ma non era riuscito ad entrare neanche in uno, visto che la versione baby di Strawberry lo aveva costretto a giocare con lei.

Un rumore simile ad un tuono, ma in versione ridotta, rimbombò all’improvviso. Ryan guardò stupito la piccola rossina. Possibile che in nove anni non fosse cambiata di una virgola?

-Mamma! Ho fame!- esclamò la bambina

Il biondo si alzò, spolverandosi i pantaloni bianchi: -Bene, Strawberry. Ora devo proprio andare. È già ora di cena!-

-Uffa…io mi stavo divertendo…però tornerai a giocare con me?- chiese supplichevole la bimba, guardandolo con occhioni da cerbiatto

Ryan sorrise: -Sono sicuro che ci rivedremo! Fai la brava, Strawberry e non fare arrabbiare la mamma!-

Il biondo salutò con un cenno della mano Sakura e si allontanò verso il punto in cui era “atterrato”.

Si passò una mano tra i capelli biondi incrostati di sale, e ripensò a quanto infondo si era divertito quel pomeriggio.

“Quando era piccola, Strawberry era davvero simpatica!” pensò

La bimba l’aveva costretto a fare ben tre bagni in mare e a fare valanghe di figure con le formine e la sabbia, ma infondo non era mai stato così allegro per tanto tempo.

Alzò le braccia verso l’altro per sgranchirle un po’. I muscoli dolsero, affaticati dopo aver sollevato Strawberry per “farle fare i tuffi”. Aveva ancora sul petto minuscoli graffi lasciati dalle sue unghiette quando si aggrappava a lui per sfuggire alla caduta in acqua.

Non potè fare a meno di pensare a quello che gli aveva chiesto la bambina.

Se solo avesse saputo che l’avrebbe incontrato nove anni dopo, e che sarebbe diventata una Mew Mew… Ryan scoppiò a ridere. Ogni volta, Strawberry riusciva sempre a sollevargli l’umore.

-Oh, bene!- esclamò poco dopo –Ecco il mio rettangolo!-

Si diresse verso l’ennesimo rettangolo luminoso e, senza indugiare, vi saltò dentro.

La luce gialla l’avvolse, mentre la velocità a cui stava “cadendo” gli sollevava capelli e vestiti. Scorse il verde del labirinto sotto i suoi piedi avvicinarsi velocemente. Si preparò ad attutire il colpo, ma non appena ebbe posato i piedi sulla morbida erba qualcosa si schiantò contro di lui facendolo finire a terra.

 

 

Strawberry strinse forte il regalo di Ryan. Era impregnato dell’odore del bambino, molto simile a quello che aveva nella “realtà”. Senza voltarsi indietro, saltò nel rettangolo che sperava la riportasse dal Ryan attuale.

Il tragitto magico le sembrò più corto. Pochi secondi dopo il salto riuscì a vedere il terreno del labirinto. Chiuse gli occhi…e si schiantò contro qualcosa.

-Ma sei scema?- la voce irritata di Ryan proveniva stranamente dal basso.

Strawberry aprì gli occhi, ancora dolorante per quella caduta imprevista, e scorse Ryan sotto di lei, visibilmente contrariato.

D’istinto arrossì, il naso molto vicino a quello del ragazzo, e scattò in piedi: -Scusa, scusa, scusa Ryan, non volevo!!-

Anche il biondo si tirò in piedi, massaggiandosi il braccio destro: -Ma perché tieni gli occhi chiusi quando salti?? Ahia…sembra che un elefante abbia camminato sul mio braccio…-

Strawberry fece l’offesa: -Uffa! Ti ho già chiesto scusa, mi sembra!-

Ryan sorrise, ripensando a quello che era accaduto pochi momenti prima: -Va bene, basta che non ti metti a frignare!-

La rossa gli mostrò la lingua.

-Strawberry…che cos’hai lì dietro?- chiese Ryan

La ragazza avvampò: -Ergh… dietro dove?- farfugliò

Il biondo sospirò e si avvicinò a lei: -Forza, fammi vedere!-

Strawberry scosse la testa. Aveva paura che Ryan si sarebbe arrabbiato, se avesse saputo che era andata a “curiosare” nel suo passato.

-Strawberry…non fare la bambina…- Ryan le afferrò il polso e la costrinse a rivelare quello che nascondeva.

Un’ombra strana passò sul bel viso del biondo: -Ma questo…- posò gli occhi azzurri su Strawberry –Dove l’hai preso?-

La rossa prese fiato e strinse i pugni: -Quando siamo saltati dentro il buco magico, io sono finita a… a casa tua, a New York. Lì ti ho conosciuto, cioè, ti ho visto quand’eri piccolo, e ho conosciuto anche tua madre. Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare e a bere the. Poi ho visto aprirsi di nuovo il buco magico e sono andata via. Prima che me ne andassi, Ryan, cioè, tu, mi hai regalato questo…-

Il biondo non proferì parola durante tutto questo discorso; si limitò soltanto a stringere tra le dita il pupazzo di peluche.

-Ryan, io…non volevo, insomma…- borbottò Strawberry

-Fa niente…infondo, non è mica colpa tua se sono morti, vero?- Ryan sorrise come la rossa non gli aveva mai visto fare. Un sorriso bellissimo, dolce e malinconico allo stesso tempo.

-E poi… anch’io ho ficcanasato nel tuo passato…- riprese il biondo, tramutando il sorriso angelico in una smorfia maliziosa.

La Mew gatto rizzò le orecchie (in tutti i sensi): -Come, scusa?-

Ryan le diede le spalle, cominciando a camminare: -Oh niente…dopo il passaggio temporale, mi sono ritrovato sulla spiaggia di Tokyo. Mentre faccio ammirare la mia bellezza, qualcosa mi si avvinghia alla gamba. Tu all’età di quattro anni… ti sei presentata, hai litigato con tua madre e mi hai costretto a fare tre bagni in mare e a costruire non so quanti castelli di sabbia…-

Strawberry trasalì: Ryan aveva visto lei quando aveva quattro anni???

“Oh, no, questo non va bene!” pensò allarmata “Adesso chissà cosa potrà andare a dire sul mio conto! Che ero cicciottella, rompiscatole…”

-Ma non ti preoccupare…- riprese il biondo, interrompendo il flusso di pensieri –Ho allenato i muscoli delle braccia e gli addominali a forza di gettarti in acqua!! Non eri leggera neanche all’ora…-

La rossa si offese: -Lo sai che sei antipatico? Io che mi preoccupo…-

Ripresero lentamente a camminare per gli stretti sentieri del labirinto, in silenzio.

-Strawberry…- mormorò dopo una decina di minuti Ryan –Com’era mia madre?-

La Mew Gatto rimase zitta, indecisa su cosa dire: -Beh, ecco… era molto bella…e mi sembra-va, sembrava molto simpatica!- bofonchiò poi

Ryan accennò un triste sorriso: -Già…proprio così…-

Strawberry lo raggiunse e intrecciò le dita con quelle del ragazzo: -Ti voleva molto bene…e credo che da qualche parte lei sia fiera di te!- mormorò

Il ragazzo rafforzò la presa: -I hope it…- (9)

Continuarono a camminare verso l’ignoto, mentre le loro code s’intrecciavano…

 

 

NOTE:

(*) fuoco fatuo: ciascuna delle fiammelle che appaiono talvolta, emesse dalle tombe, nei cimiteri, dovute alla spontanea accensione di prodotti gassosi propri della decomposizione dei cadaveri (sì, lo so, fa veramente schifo! NdHyP)

(**) Maybe are you afraid of me, my dear ginger?: “Hai forse paura di me, mia cara rossa?”.

In italiano fa schifo, ma in inglese ha il suo fascino…

(***) Ginger (vedi anche nota precedente): in questo caso Ginger non è la bevanda analcolica (come suggeritomi dal computer e come pensato da Strawberry… poverina, bisogna capirla… 1) è in presenza di Ryan 2) il suo cervello è già abbastanza distrutto, se preferisce quell’ameba di Mark al bellissimo biondo americano!!) ma significa “ragazzo/a dai capelli rossi”

(4): appunto… -_-

(5): è la versione inglese del Giro girotondo: Giro girotondo di rose, un sacco pieno di viole, eccì, eccì (starnuto), cadiamo tutti per terra 

(6): per chi proprio non sa l’inglese: Mamma! Possiamo giocare a giro girotondo?

(7): altro aiutino: Prendi questo orsacchiotto. È il mio gioco preferito. (“IO NON HO MAI AVUTO ORSACCHIOTTI!! Ti farò causa…” NdRyan, a cui è appena stato scoperto il lato tenero… eheh…)

(8): per la sezione “Magic English”: -Allora? Ti sei divertito con Strawberry?- -Si. È la mia migliore amica- (Si può essere più teneri???? NdHyp)

(9): “Magic English, magic English”: -Lo spero…-

 

 

 

 

Ragasuoli, quante note! Non finivano più!! *Hypnotic sbadiglia*

In questo chappy il mio amato Ryan (Ma si che ti adoro, anche se scassi così tanto!! NdHyp) è più carino che mai…si, forse l’ho fatto un po’ troppo “mammone”, però mi piace tanto quando diventa triste!! È ancora più bello… *Lorichetti volano attorno alla testa di Hypnotic, immersa nel mondo dei sogni e con la bavina alla bocca*

Bene bene, *si riprende*  visto che domani alla prime due ore ho compito di greco (aaaaaaaaaaaargh!) e devo studiare, meglio sbrigarsi e iniziare i ringraziamenti:

 

Killkenny: ciao!!! Grazie per “idea interessante” (e questo era solo il prologo! Eheh) !!! A me è sempre sembrata un po’ scema…ma mi fido di te e dei tuoi commenti così sintetici ma estremamente chiari!!! Ormai ti considero un mio prof…anche perché i voti me li dai, e anche alti!! Thanks thanks e al prossimo chappy!!!

 

Izayoi007: visto che non ho ancora pubblicato il chappy 9 di Mele e caramelle, ti pongo le mie domande adesso: 1) sei un’appassionata di Inuyasha, visto che ti chiami come sua madre? 2) sei un’appassionata di James Bond???

Possono sembrarti stupide, ma hai un nome così…poliziesco!! Scherzo, comunque mi hanno fatto molto piacere i tuoi commenti!! Perdonami, ma la mia memoria è limitata…perché hai scritto “Come non detto…”? Non mi ricorda niente…comunque ho aggiornato prestissimo!! Alla prossima! XD

 

Lucky: ciao tesorina!! Grazie per i complimenti!! Sono felice che ti incuriosisca!! Spero che non sia troppo complicata, io l’ho fatta semplice proprio per rilassarmi durante l’altra mia fic!! Bacissimi 

 

Purinsun: scimmiottina, mi mancavi proprio tu!! Anche i tuoi commenti mi hanno fatto davvero molto piacere: non mi aspettavo di sentirmi dire che ho un modo di scrittura fantastico così presto!! Per Mele e caramelle dovrai aspettare ancora un po’… non penso prima delle vacanze… ma intanto divertiti con questa!! UKY UKY anche a te!! Baciotti

 

Lala_g: ti ringrazio per i complimenti sul mio modo di scrittura! Mi fa sempre piacere sapere che ci sono persone nuove che leggono le mie fic!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che abbia soddisfatto la tua curiosità! Baci a presto

 

Ysi: Dai, per una volta possiamo lasciare che la povera Strawberry si prenda ”La rivincita” sul bel biondino, no? XD Ringrazio anche te per avermi detto che questa fic è bella!! Un bacione

 

E anche per oggi abbiamo finito…spero di poter pubblicare presto un altro capitolo, anche se a scuola ho molto da fare…

Comunque continuate a seguirmiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!

Baci a tutti

Hypnotic Poison (è il mio nome traslitterato in lettere greche…anche se l’ “h” in greco non esiste e sono stata “costretta” a sostituirla con la h, che in realtà sarebbe la “e”…ma non fa niente, no???)

 

P.s: A chi è piaciuta la scena delle codine che si incrociano?? L’ho presa da “Gli Aristogatti”! Avete presente quando Romeo e Duchessa sono sul tetto, davanti alla luna piena?!? Troooppo teneri!!! W i gatti!!

P.p.s: Gente, Mew Mew è riiniziato!!! Oggi (13 dicembre) c’è stata la prima puntata e sono tanto contenta ^___^!!

 

   
 
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