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Autore: Kysa    14/12/2006    74 recensioni
All'ultimo anno, Draco Malfoy dichiara guerra alla mezzosangue che ha sempre disprezzato, invischiando entrambi in una scommessa che li metterà di fronte alla verità...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Venti giugno, un caldo infernale e la tipica giornata che secondo Harry James Potter avrebbe preso una piega precisa.
Una bella giornata di merda, avrebbe detto ad alta voce e specialmente davanti alla faccia della Mcgranitt quando alle nove in punto, in mezzo al corridoio principale aveva consegnato il primo compito di Trasfigurazione.
Venti giugno, inizio degli esami del M.A.G.O.
Uno schifo.
È questo che pensavano tutti gli studenti del settimo anno della quattro case di Hogwarts, davanti a quei cinque fogli bianchi pieni da riempire di nozioni di teoria. E avevano solo due ore di tempo.
La Mcgranitt tornò alla cattedra piazzata davanti alle due file del corridoio, incrociando le braccia al petto.
- Dunque…signori, fra esattamente un minuto l’esame teorico di Trasfigurazione avrà inizio.- sibilò severa, poggiando poi la mano su un clessidra che presto sarebbe stata girata – Avrete esattamente due ore, nessuno potrà sforare e metto in chiaro fin da ora che chi verrà sorpreso a copiare o a aiutare i compagni, verrà subito escluso dall’esame.- si fece da parte, indicando le sette persone che stavano seduti pomposamente oltre la cattedra – Gli Esaminatori saranno presente durante la durata di tutti gli esami e controlleranno la regolarità della prova. Dopo la teoria, oggi alle tre avranno luogo le prove pratiche. Corvonero passerà per primo, poi Tassorosso e …come sapete bene, Serpeverde e Grifondoro faranno la prova insieme. Perfetto…- incrociò di nuovo le braccia, facendo finta di non vedere la Umbridge che spiava ogni mossa di Harry e company. Prese la clessidra e la girò di scatto, dando il via alla prova.
- Potete cominciare.-
Tutti, in sincrono, si buttarono come avvoltoi a sfogliare i cinque fogli di pergamena. C’era chi si buttò subito sulla prima, pieno di foga per il poco tempo, chi lesse prima tutto…poi le piume d’oca si misero tutte a lavorare freneticamente. Si stavano slogando i polsi quei poveretti, se ne accorse perfino la Mcgranitt che per un breve attimo provò qualcosa di simile al dispiacere per quei suoi poveri studenti, ma durò poco perchè quando tornò a sedersi in cattedra e portò lo sguardo alla finestra, ebbe un moto di stizza.
Sul davanzale c’era un pipistrello e un falcone che guardavano gli esami con aria troppo attenta.
Li fece volare via con un’occhiata imperiosa, così quando tornarono alla Torre Oscura, i due volatili ripresero la loro forma umana ridacchiando.
- Che avete da ridere voi due?- soffiò Clayton Harcourt, scuotendo il capo seduto in poltrona fuori dalla cella della Torre – Siete dei bastardi.-
- Brutti ricordi dell’esame finale Clay?- frecciò Tristan, svaccato sul cornicione per lungo, intendo a prendersi il sole.
- Come se te lo fossi scordato bastardo!- ringhiò il Sensimago – Per poco non ci hai fatto sbattere fuori!-
- Volete stare buoni voi due?- sbuffò Sphin, arrivando dalla scala in maniche corte – Oggi fa abbastanza caldo senza voi imbecilli che vi prendete a pugni e voi due…- indicò Jess e Milo – che andate a tormentare Harry e i ragazzi!-
- Che vuoi che faccia?- si lagnò Morrigan sedendosi accanto a Clay – Senza presenza femminile io mi rompo!-
- Già!- fece Harcourt con aria da cucciolo – Dov’è Lucilla?-
- Lucilla è arrivata.- cinguettò la Lancaster, apparendo di colpo avvolta dalla nuova magia dorata che l’accompagnava sempre – Mi avete chiamato per qualche motivo serio o devo spaccare le ossa a tutti?-
- Oh tesoro, luna storta?- le chiese Jess, passandole la fiaschetta.
- Idiota!- sbottò Tristan scattando a molla, tirandogli dietro un pugnale – E’ incinta!-
- Ma è solo acqua!- si scusò suo fratello, scostandosi per un pelo.
- E tu giri con l’acqua nella fiaschetta?- rise Clay – Cazzo Jess, tu si che sei avanti…-
- La volete finire tutti quanti?- ringhiò la mezzo demone – Che diavolo volete eh?-
- Non puoi stare un po’ qua con me?- le chiese Tristan con voce dolce, guardandola con gli occhioni verdi tutti lucidi.
- Con te non sto da nessuna parte.- replicò seccata.
- Oh, ma dai…-
- Ma dai un corno!- poi cambiò espressione di colpo, si era come fatta pensierosa – Stanno facendo gli esami?-
- Già.- le disse Milo.
- E come vanno?-
- Primo giorno, prova teorica di Trasfigurazione. Oggi fino a giovedì ci saranno le prove pratiche.-
- Grifoni e serpi passeranno per ultimi, mi sa.- disse Clay tranquillo – Sento il panico nell’aria…-
- Che menata, finiranno a luglio inoltrato cazzo!- rognò Tristan scocciato – Luci tesoro, che facciamo?-
- Tristan, amore…- replicò lei con vocetta stucchevole – VAI AL DIAVOLO!-
- Quand’è che la smetterai di avercela con me eh?-
- Quando sarai morto!-
- Ci vorrà parecchio allora.- replicò angelico.
- Dipende Mc.- disse lei con fare minaccioso – Ne riparleremo quando la nausea mi darà tregua! E adesso scusa ma devo andare da tuo padre e tua madre!- concluse, rabbiosa – La tua cara progenitrice ha avuto la bella idea di portarmi diversi manuali sui significati dei nomi e una ventina di cataloghi di vestiti da sposa!-
- Oh…- gli Auror fecero una smorfia. Chissà perché ma non ce la vedevano proprio con Rose Mckay, seduta a un tavolo a discutere di fiori e veli bianchi. Anzi, era una cosa alquanto buffa.
Ma certamente non osarono ridere. Il sistema nervoso di Lucilla era già stato messo abbastanza alla prova.
Sparì sibilando in serpentese, probabilmente stava maledicendo tutta la famiglia Mckay, così i cinque ripresero le loro quotidiane abitudini di cazzeggio.
All’ora di pranzo, la fiumana dei condannati uscì dalla scuola, riversandosi nel giardino.
Qualcuno si buttò direttamente dalla finestra del primo piano, ma Hermione non ci fece eccessivamente caso quando un ragazzo di Tassorosso si sfracellò nel cespuglio accanto alla panchina su cui si era seduta lei.
Malfoy poi non alzò la testa dalle sue gambe, incurante persino della Leptis che era uscita dalle arcate piangendo disperata. Si sarebbe quasi strappata i capelli come un’isterica che la Bulstrode non l’avesse fermata.
- Ma quanto ti odio.- rognò poi il Serpeverde di punto in bianco, alzando appena gli occhi grigi verso la Grifoncina.
Lei alzò le spalle, togliendo il panino dalla carta stagnola e addentandolo con gusto.
Per lei l’esame di Trasfigurazione era stato, tutto sommato, piacevole.
- Ciao gente!-
Justin e Dalton apparvero loro davanti, un pelino spettinati e parecchio provati. Cosa strana visto che il Corvonero era in effetti uno studente molto brillante.
- Com’è andata Herm?- chiese Dalton, fregandosene della faccia bellicosa di Malfoy.
- Bene direi. Ho risposto bene a tutti i quesiti, mi ha dato problemi solo…-
- L’ultima vero?- fece Edward serio – Quella era la più bastarda!-
- La domanda sugli Animagi!- annuì Justin – Ma forse per te era facile Herm…-
- Più o meno.- rispose, sorridendo – Avete visto Harry e Ron per caso?-
- Si sono fiondati nel bagno della Malcontenta con Zabini.- disse il Corvonero, rimettendosi la tracolla in spalla – Potter era un pelino traumatizzato, ma sai… in questa settimana la Mcgranitt gli avrà ricordato cento volte che deve prendere tutte O per fare l’Auror e ha studiato come un dannato, basta vedere le occhiaie che ha.-
- Basta pensare il tempo che ha sottratto a me!- bofonchiò Draco scocciato.
- Oh, dai…ho dedicato le stesse ore a entrambi!- mugugnò Hermione.
- Le palle…-
- Vabbè, adesso dobbiamo andare.- disse Justin – Oggi Edward passerà quasi per primo e se ho fortuna passo anche io.-
- Ti prendo gli appunti delle domande Herm. Te lo porto stasera a cena. Ci vediamo.- concluse Dalton.
- In bocca al lupo!- gli augurò la Grifoncina e i due se ne andarono, lasciando Malfoy a chiedersi per quale motivo quel Corvonero maledetto non la finisse con tutte quelle menate. Proprio non capiva una mazza sul serio!
Si rimise seduto per mandare giù qualcosa anche se sinceramente dopo quella prova non aveva molto appetito e in quel momento uscirono altri poveretti dall’aula dell’esame di Trasfigurazione: quelli erano i meno sicuri che si erano fermati a chiedere conferma alla prof. di certe cose, peccato che uscirono anche alcuni degli Esaminatori.
La Umbridge marciò per prima con suo naso sprezzante verso l’alto, praticamente furente col mondo intero, per poi filare dritta verso Silente che si era fermato a parlare con Hagrid, per preparare il suo esame con sicurezza.
La bella Granger non vide bene ciò che successe perché aveva altro da fare e un Malfoy lamentoso per scarse attenzioni da mandare al diavolo: andandosene per il giardino, per andare al suo salice preferito, continuò a pensare che la presenza di quella a Hogwarts non era un buon segno. Gli altri Esaminatori erano più o meno gli stessi del suo G.U.F.O. ovvero tutte brave persone, ma quella secondo lei aveva insistito per essere presente. Forse voleva vendicarti del quinto anno, forse voleva farla pagare al preside…forse voleva farla pagare anche a Harry.
Si fermò di botto, tanto che Draco le volò addosso e a momenti finirono per terra entrambi.
- Si può sapere che c’è?- borbottò seccato.
- La Umbridge ce l’ha con noi.- disse seria, girandosi verso di lui – Vuole vendicarsi.-
- Di me certo no…- rise perfido e menefreghista.
- Come se non gli avessi sabotato tu la carrozza due anni fa!-
- Una soddisfazione dovevo pur prendermela anche io no?-
- Oh, senti…questa cosa va risolta adesso! Stanotte!-
Draco fece una smorfia, sentendo la classica puzza di bruciato. Ormai era troppo provato per dirle di arrangiarsi da sola ma un anno di quella follia aveva lasciato i segni. Fra lei, Harry-cerco-guai-Potter, la piccoletta e la Donnola ne aveva davvero avuto abbastanza. Non sapevano fare altro che crearsi problemi da soli.
- Che vuoi fare, avvelenarla?- le chiese, accendendosi una sigaretta.
- Oh, un modo lo trovo…- disse pensierosa – Allora, com’è il programma di oggi?-
- Due ore di pratica di Trasfigurazione, un’oretta di ripasso Pozioni ed esercizi sul Patronum fatto e finito. Poi possibilmente ceniamo e andiamo a letto insieme.-
- Sarebbe anche bello se non avessi dimenticato Babbanologia!-
- Ma chissene frega, cazzo! Tanto Raimond baserà l’esame su cercare tutti i canali sportivi nella telescatola!-
- Televisione!-
- Oh, che palle…dai, vuoi dirmi che non troviamo uno spazio?-
- Dipendi da quanto intendi per spazio… lo sai che non mi va di andare di fretta!-
- E allora che facciamo? Rimandiamo la nostra vita sessuale a data da decidersi?- frecciò, sbuffando il fumo con espressione sarcastica – Senza contare che dovrai aiutare Potter, probabilmente anche Weasley, devi terminare quella tesi finale che secondo me ti costerà la defenestrazione e Tristan si starà inventando qualcosa di particolarmente sadico per l’esame pratico. Allora? Il tempo per vivere quando lo trovi?-
A parte il fatto che Malfoy considerava vivere come fare sesso, Hermione continuò a ripensare per tutto il giorno alla sua corposa tesina. Aveva scelto quel tema per stupire, vero. L’aveva scelto per scandalizzare? Forse.
Ma l’aveva fatto perché nell’ultimo anno lei ci era venuto parecchio a contatto…anzi, negli ultimi setti anni, a dire il vero. Il tema aveva lasciato senza parole la maggior parte dei suoi compagni, perfino Jess e Tristan.
"La Magia Oscura. I problemi portati da un’istruzione che preclude quest’arte magica ."
Dire che tutti i compagni l’avevano guardata con gli occhi sbarrati era poco. Perfino Draco che ancora continuava a credere che un po’ di magia oscura non facesse male nel bagaglio di ogni mago era stato abbastanza scettico.
Hermione credeva che avesse cominciato a preoccuparsi per lei, Harry e Ron compresi.
Si prese una pausa verso le due, dicendo a Malfoy che l’avrebbe raggiunto più tardi a Serpeverde.
Lei doveva parlare con l’unica persona che in quel momento avrebbe potuto capirla… e trovò Lucilla nella sala professori, seduta in poltrona con Tanatos Mckay e sua moglie Rose.
Non seppe bene dire perché ma la Grifoncina vide che il padre di Tristan era sull’orlo di una corposa risata e la bella Lancaster invece se ne stava dritta e compita nella sua poltrona, seria e glaciale. Dal viso non traspariva nulla, tantomeno dai suoi occhi azzurri…ma Hermione poté notare qualche lampo rosso attraversarli ogni tanto.
Lucilla non se ne accorgeva, ma probabilmente stava per saltare per aria.
La salvò in estremis, chiedendo se poteva strapparla ai Mckay per qualche minuto ma alla fine praticamente Lucilla non si fece più vedere da Rose. Tanatos se l’era aspettato, ma essendo un gran scommettitore e osservatore del comportamento umano e mezzo umano, aveva deciso di vedere fino a che punto quell’orgogliosa ragazza avrebbe retto davanti a vestiti da sposa, incombenze di società a cui la moglie di un Mckay doveva assolutamente adempiere, comportamento ineccepibile e buone maniere (anche se Lucilla era praticamente un esempio di grazia e cortesia fatta a persona, almeno quando si trattava di non uccidere nessuno) e la crescita di un rampollo Mckay.
Poco dopo Hermione vide Lucilla lasciarsi andare a letto con una smorfia, evidentemente provata.
- Tutto bene?- le chiese, sedendosi sulla sponda.
- No, per niente…voglio uccidere Tristan per tutto quello che mi sta facendo passare!-
La streghetta sorrise, divertita ma in fondo la capiva. Era presto anche per una come Lucilla.
Anche se era una donna, aveva comunque vissuto troppo poco la sua vita in libertà per apprezzare quel figlio.
Senza contare che la mezzo demone non pareva avere un particolare istinto materno.
- Magari alla fine potrebbe piacerti.- cercò di consolarla, versandole del the freddo.
Lucilla in risposta ficcò la testa sotto il cuscino, decisa a lasciar perdere quella storia, così anche Hermione mollò la prese, però non prima di averle fatto notare il lato positivo della cosa.
- Tua madre che tipo era?-
Lucilla tolse la testa da sotto il guanciale e la guardò stranita – Come prego?-
- Si…che tipo di donna era come madre?-
Molto dolce, pensò Lucilla fra sé. Sempre sorridente, tenera anche…
Cosa strana per un demone puro. In effetti, specialmente quando era cresciuta, Lucilla aveva notato che quel suo sguardo dolce e colmo d’amore si accendeva solo quando Degona Lancaster posava i suoi occhi quasi bianchi sulle sue figlie, oppure su suo marito. Con le altre persone che la circondavano…Degona mostrava un interesse minuto. Guardava gli altri maghi e sembrava vedere il nulla. Un demone puro di stirpe e tanto potente non avrebbe mai potuto essere diverso in fondo. Ma con lei e Lumia, sua madre era sempre stata perfetta.
- Allora?- chiese, scuotendosi dal ricordo un po’ triste della sua bella madre – Grazie per avermi salvato da quella dannata strega ma non credo tu l’abbia fatto per spirito umanitario.-
- Bhè, vorrei chiederti un parere sulla mia tesi.- disse Hermione facendosi seria, mentre la Lancaster beveva il the al limone a brevi sorsi – E’ una cosa che non credo sia stata mai fatta. Forse potrebbe farmi perdere punti, specialmente con la Umbridge, ma ci ho pensato tanto e credo che sia importante.- tolse dalla sacca un rotolo di pergamena a cui era stato fatto un incantesimo per renderlo trasportabile. Quando Lucilla lesse il titolo, incuriosita, non disse nulla… ma levò gli occhi ridenti su quelli dorati della Grifoncina.
- Vuoi far scoppiare un putiferio Herm?- le chiese, cominciando a leggere.
- No…si… non lo so!- ammise l’altra, confusa – So solo che non avrei potuto scrivere nient’altro. In questi anni ci sono stata così attaccata che…sto cominciando a pensare che la magia oscura sia malvagia a secondo dell’uso che se ne fa. Tu per esempio! Tu usi la magia oscura costantemente, eppure per te non c’è la Legge del Tre! Non ci sono ritorsioni!-
- Sono figlia di una demone di stirpe.- le ricordò.
- Si, ma gli studenti vengono addestrati a difendersi da essa! Se imparassimo però qualcosa di più su quest’arte, forse potremmo trarne dei benefici. Forse potremmo usarla più coscienziosamente!-
Lucilla smise di leggere e sollevò di nuovo lo sguardo, stavolta non proprio sicura di aver capito bene.
- Mi stai dicendo…che vuoi che t’insegni la magia oscura per caso?-
Hermione tacque per un lungo attimo, sapendo bene che ciò che avrebbe detto avrebbe dato una svolta decisiva a quel suo ultimo periodo a Hogwarts. Ma anche agli anni che l’aspettavano

Passarono i giorni e fra esami teorici e pratici, le ore scivolavano veloci.
L’esame di pratica di Trasfigurazione fu un vero successo per molti che secondo la Mcgranitt potevano farcela perfettamente. Harry Potter se la cavò alla grande, nonostante il lieve tremore che la sua prof aveva notate nelle sue mani quando quella belva della Umbridge aveva cercato di metterlo nel panico a tutti i costi.
Aveva svolto tutti gl’Incanti alla perfezione, specialmente il Proteus e il Glacialius, aveva trasformato la sua Edvige più volte in un compostissimo unicorno, rendendo fiero anche Silente che era venuto ad ammirare il suo operato e quando la Umbridge, stizzosa, aveva detto che bastava, lo stesso Esaminatore che due anni prima gli aveva chiesto il Patronus, stavolta gli chiese nell’orecchio se era vero che era un Animagus.
E fu così che Harry Potter si guadagnò la sua sudato O di Trasfigurazione: lasciando senza parole tutti, diventando una bellissima aquila. Perfino l’applauso della Mcgranitt lo rese orgoglioso come mai.
Avendo esami in coppia, l’aiuto di Blaise gli fu fondamentale quando toccò alla prova pratica di Pozioni.
Dire che anche lì la Umbridge ce la mise tutta per fargli saltare i nervi sarebbe dire un eufemismo ma stranamente Piton, che non sopportava interruzioni durante gli esami e le interrogazioni in generale, la rintuzzò più volte con la dovuta cortesia tanto che alla fine riuscirono a ricreare un perfetto Veritaserum, quando solo Draco ce l’aveva fatta nella loro classe. Schiaffare la provetta davanti a Piton e agli Esaminatori fu una vera goduria.
Un po’ meno per Severus quando quei due megalomani di Malfoy e della Granger arrivarono a fare una cosa che sapevano tanto di ripicca. Cosa fecero? La pozione OblioBomba, quella che era costata il suo studio nei sotterranei e un sacco di denunce dai genitori.
Ma la loro faccia da schiaffi la diceva tutta quando mollarono quella pozione violacea davanti al suo naso adunco, sogghignando sotto i denti per come tutti gli Esaminatori li guardavano ammirati.
Le prove teoriche scritte erano quelle che minavano di più la concentrazione perché i professori si erano fatti davvero puntigliosi. Quelle pratiche invece erano decisamente più sciolte e lo fu particolarmente la prova di Incantesimi, quando Vitius fece fare tutta una serie di esercizi sulla telecinesi a tutti gli studenti. Alcuni se la cavarono benissimo, tipo Dalton che riuscì a sollevare perfino una statua di Cosetta Corvonero con la forza della mente. Per altri fu un disastro, visti i cocci che poi gli elfi domestici furono costretti a ripulire ovunque.
Harry e gli altri se la cavarono bene ma la telecinesi di quel giorno segò le ginocchia a un bel po’ di loro che all’esame teorico di Babbanologia ebbero qualche problemino a ricordarsi la differenza fra un’utilitaria e un fuori strada.
Alla prova pratica Harry, Hermione, Dean e altri si ruppero le palle in maniera impressionante e vennero praticamente messi in disparte per fare più domande ai loro compagni, anche se Raimond per una volta rimase piacevolmente colpito dalla destrezza di Malfoy nel giocare col telecomando, su come s’intendesse bene del basket e sull’utilizzo dei Cd.
Erbologia fu una sorpresa molto…come dire…divertente, forse per chi osservava perché la Sprite ebbe la bella idea, ispirata chissà da chi poi, che i ragazzi avrebbero dovuto destreggiarsi con una pianta carnivora gigante.
- Quello non era un esame, era un massacro!- ringhiò Ron quando poterono uscire dalla serra.
Avevano i vestiti conciati malissimo, qualche graffio sulle mani e Seamus era quasi stato mangiato vivo da un bocciolo grande quando un bue. Gli unici a salvarsi, facendo il solletico alla pianta assassina, erano stati Neville e Blaise che si erano così automaticamente presi una O, mentre Malfoy con la sua mannaia forse non aveva fatto la stessa buona impressione. Su una cosa però era certo… lui si era divertito da matti!
- Per me è la Umbridge che decide gli esami!- rognò il rossino, svaccandosi su una panca.
- Ma dai, non è possibile.- gli disse Pansy Parkinson – Silente non sarebbe mai d’accordo!-
- Si ma quella pianta era carnivora!-
- Vedrai che a Divinazione andrà meglio…- lo prese in giro Harry stanchissimo.
- Tu che hai Herm, invece?- le chiese Lavanda.
- Aritmanzia.- rispose la Grifoncina – Anzi, è meglio che vada a ripassare. Mi tocca verso le quattro.-
- C’è anche Dalton mi pare!- le urlò Blaise mentre correva via – Ci vediamo a cena!-
- E intanto noi che facciamo?- si lagnò Seamus a pezzi, sdraiato nell’erba – Andiamo in Sala Duelli?-
- Si ma dopo pranzo, per favore.- concesse Ron distrutto – Non sarei in grado di fare niente ora come ora!-
- Domani cos’abbiamo?- mugugnò intanto Neville, scorrendo la sua agenda – Hagrid…poi il pomeriggio qualcuno deve ancora finire con Divinazione. Di teoria poi rimarrà solo Storia della Magia, il tema sull’Occlumanzia che ha richiesto Piton e il test scritto sulla Smaterializzazione. Tristan di scritto ci chiede la tesi a scelta.-
- Ecco perché lo amo! E di pratico che rimane?- gli chiese Calì, arrivando da loro tutta spettinata e accaldata.
- Rimase Divinazione domani notte e Difesa la prossima settima. Questa finiscono Corvonero e Tassorosso.-
- La nostra tesi però anche se l’ha chiesta Tristan dovremo leggerla davanti al consiglio, vero?- piagnucolò Lavanda.
- Già…bene, vado a cercare un cappio per uccidermi.- disse Harry mettendosi in piedi – Ci vediamo.-
- Ci vediamo…- e si separarono, per cercare un luogo decente in cui riposarsi.

La mattina dopo, alla prova pratica di cura delle creature magiche, Hagrid si accorse che i ragazzi erano particolarmente stanchi. Silente lo aveva informato che la Umbridge avrebbe preteso molto e che sarebbe stata anche piuttosto vendicativa, ma non avrebbe mai immaginato di trovare i ragazzi così distrutti.
L’esame per le ragazze era sugli unicorni ancora cuccioli, quindi piuttosto rilassante. Per i ragazzi sarebbe stata una bella caccia alla fate, cosa che per una volta fece bestemmiare anche Harry che si ritrovò armato di retino, in giro per la foresta e con il dente piuttosto avvelenato. Come cazzo la prendeva una fata? Stavano in alto sugli alberi!
Per non parlare del fatto che s’innamoravano subito degli uomini che catturavano e come minimo non ne sarebbe uscito da quella storia. Quelle piccole vipere erano imprendibili e delle vere civette una volta acciuffate.
Qui la soluzione era una sola.
Quando tornò a terra sotto forma di aquila, con una peste dai capelli rosa alta sei centimetri fra gli artigli, trovò Malfoy intento a scrutarlo con un’aria che la diceva tutta. Così per farlo tacere Harry dovette volare a trovargliene un’altra e una volta presa la mollò a Malferret, a cui aveva praticamente fatto l’esame.
Ok che era illegale diventare Animagi per gli esami ma proprio così sfacciatamente…
Andò a finire che superarono di nuovo quell’esame piuttosto brillantemente, ma mentre Malfoy ebbe il tatto rude per dire alla sua fatina di levare le tende perché lui la ragazza ce l’aveva già e non alta sei centimetri, Potter non ebbe proprio la forza di farlo. Il suo nome era incredibilmente lungo e pronunciarlo nella lingua delle fate per i maghi era impossibile, quindi Ron che ridendo come pazzo aveva accolto quella nuova sanguisuga a braccia aperte a differenza del suo migliore amico, l’aveva ribattezzata Gigì.
Oh, era una belva! Non lasciava che nessuna ragazza si avvicinasse a Harry, a cena aveva inforcato i coltelli e aveva quasi cavato un occhio a Calì perché gli aveva rivolto la parola, a Hermione aveva quasi strappato una ciocca di capelli e si era perfino incavolata con Draco perché secondo lei si parlavano troppo.
A quel punto Malferret ci aveva messo una pietra sopra, anche perché lui doveva ancora finire la sua tesi.
E poi venne il fatidico momento della prova di Difesa.
I ragazzi non sapevano bene cos’aspettarsi anche perché Corvonero e Tassorosso entrarono con loro in sala duelli quella mattina, quando invece avrebbero dovuto averlo già fatto l’esame. Sbagliato. Tutti l’avrebbero sostenuto in quella settimana, quindi nessuno, neanche i Corvonero, sapevano a cosa andavano incontro.
- Me lo sentivo cazzo, che Mc meditava qualcosa…- ringhiò Draco, entrando per ultimo con Blaise e Pansy.
- E’ stato troppo zitto in queste settimane, mi sembrava strano.- stava dicendo anche Harry quando Zabini e gli altri lo raggiunsero – State a vedere adesso che combina!-
- Eddai, non sarà così bastardo spero!- disse Lavanda mesta.
- No?- rognò Weasley – Questi esami sono state delle vere stragi! La Umbridge secondo me sta spingendo per farci esami più difficile possibile e gl’insegnanti mica le possono dire di no!-
- Eddai, non possono mica ucciderci!- li calmò Hermione più pragmatica – Qui dentro ne abbiamo superate un sacco, secondo me non sarà niente di eccessivo…-
Si, certo. Tristan arrivò riposato e bello come il sole, unica cosa che allietò la giornata alle ragazze, con qualche minuto di ritardo ma il bello era che non era solo. Assolutamente. C’era Milo con lui. Ma che meraviglia!
Tristan Mckay, professore di Difesa e Auror di quinto livello, irriducibile sadico, dette a ognuno di loro la possibilità di scegliersi la prova fra tre opzioni: la prima era combattere e rendere innocuo il coso altro almeno due metri e largo tre che si agitava dentro una cassa magica di legno, all’interno di un cerchio di protezione. Cos’era? Un Ceracon, una sorta di rinoceronte gigante con tre corni, un demone d’assalto che usavano i demoni impuri nelle antiche battaglie.
Molto carino, neanche morto!, pensarono tutti quanti.
Ma si dovettero ricredere quando videro la seconda opzione. Combattere contro l’Illusio. L’Ibrido che aveva il reale potere della cosa temuto, l’Ibrido che aveva preso la forma di Hermione, facendo combattere la Grifoncina contro se stessa. Speravano che almeno la terza fosse combattere contro un coniglietto nano…sbagliato di nuovo!
La terzo prova consisteva nel riuscire a polverizzare Milo.
Tristan, consapevole che avrebbero voluto spararsi all’istante, maledisse la Umbridge che gli aveva fatto sapere, tramite Silente, che il Ministero l’aveva mandata per pretendere delle prove più serie e aveva apportato un attestato del Wizengamot per rendere veritiere le sue parole. Ecco perché quel M.A.G.O. era stato tanto duro.
Comunque quell’ultima prova prima della consegna delle tesi durò fino all’inizio di luglio e per tutti fu davvero un bel disastro. Molto si buttarono sull’Illusio, finendo per correre fuori dall’aula terrorizzati a morte, altri ne uscirono con alcune costole rotte ma la prova più scelta fu la seconda.
Dopo quattro giorni, l’unico che aveva reso innocuo quel Ceracon era stato Dalton, uscendone col polso slogato ma con un applauso tale che la Umbridge si era mangiata le mani per la rabbia.
Fu il turno di entrare di Hermione e Draco quel venerdì mattina dopo l’uscita di Ron. Era entrato come un suicida con Pansy ma ne era uscito con un coro da parte degli Esaminatori.
- Hai sconfitto il ragno?- rise Hermione abbracciandolo – Bravo, sei grande!-
- Non è per il ragno che applaudono.- disse la Parkinson andando a riposarsi – Ma perché Tristan ha detto ai vecchi che lui era capace a Smolecolarizzarsi nei muri. Sono andati in visibilio.-
- Hai calato l’asso eh?- lo prese in giro Harry felice per lui – Adesso devi solo finire la tesi! Entro stanotte anche!-
Passarono altri circa tre quarti d’ora e Harry e Blaise, il cui turno era quello dopo, cominciavano a preoccuparsi.
- Che prova hanno scelto?- chiese Potter – Te l’ha detto Malferret?-
- Non che ci sia tanta scelta…- si schifò Zabini, accendendosi una canna in sordina – Credo siano propensi per la seconda anche loro. Una delle Esaminatrici si è opposta al fatto che delle ragazze combattano contro quel coso a tre corni. Viva il femminismo.-
- Aspetta…sento qualcosa…eccoli, escono!-
Mezzi svestiti e mezzi sconvolti, uscirono anche con un leggero ghigno sulle labbra. Era andata bene…
Avevano scelto l’Illusio, tanto per trovarsi di nuovo di fronte alle loro paure perché erano dei masochisti e mentre Draco aveva fatto a pezzi in cinque minuti il Serpente dell’Oblio che l’aveva tormentato per tutta la vita, Hermione ce l’aveva avuta molto più dura contro se stessa. Gli Esaminatori erano rimasti molto impressionati da quella strana combinazione, ma Tristan non aveva perso un attimo di vista la sua allieva e anche se c’era voluta tanta forza e tanto di quel coraggio da non averne basta per il resto della vita, Hermione era riuscita a mala pena a gettare a terra la sua nemica. Ancora non era stata abbastanza forte per batterla ma questa volta non aveva avuto più paura. In quei giorni, e grazie all’aiuto di Lucilla, aveva fatto chiarezza in sé una volta per tutte.
Draco una volta le aveva detto che lei voleva la perfezione, essere sempre la migliore.
Si, aveva ragione.
Per Harry e Blaise invece fu tutto un altro paio di maniche. Ormai tanto valeva giocarselo quell’esame e sbattere in faccia alla rospa la sua arroganza, quindi sfidarono Milo quando il Diurno si era mai svaccato il poltrona e messo a nanna. La storia di quella sfida venne raccontata per giorni e giorni ma ebbe maggiore effetto a cena, quando ormai tutti avevano finito gli esami prima della tesi finale.
Quanto Tristan era a cena tutti gli studenti si riunivano praticamente, anche perché ormai erano rimasti in pochi.
Alla fine della fiera, Blaise e Harry avevano attaccato Milo allegramente come se fosse stato un vampiro e fin lì niente di strano ma il problema era che i Diurni erano più tosti. Intanto Morrigan non aveva problemi con la luce del giorno, anche se andava in giro con gli occhiali da sole, l’acqua santa che gli aveva rovesciato addosso l’aveva solo bagnato tutto e al massimo fatto venire un eritema sulle braccia e per finire era agilissimo. Non essendo del tutto umano aveva una forza e una velocità che superava di molto la loro, quindi si erano sfiancati a rincorrerlo per tutta la sala duelli mentre Tristan faceva di tutto per non ridere.
Il bello poi era venuto quando Milo aveva afferrato Blaise e con la bocca si era avvicinato al suo collo, così, tanto per farsi due ghignate. Harry, nel panico e nel pieno dello spirito combattivo, aveva preso una spada e senza assolutamente intenzione aveva proprio centrato il cuore del Diurno, mentre Zabini si abbassava velocemente.
Milo si era polverizzato e in quel mentre a Potter era venuta una crisi isterica. Credendo di averlo ammazzato sul serio, scordandosi delle parole di Hermione sui Diurni, si era messo lì a fare un cumulo della cenere del suo amico e solo dopo qualche secondo Milo si era riformato, più fresco di prima.
Insomma, a cena erano scoppiati tutti a ridere come dei matti e Tristan era contento di aver allentato almeno un po’ la tensione. In fondo quei ragazzi gli piacevano troppo…e non meritavano di penare così tanto per quella bestia di donna.

Il sabato e la domenica passarono nel silenzio totale. Gazza si stupì di tanta tranquillità.
Praticamente dormirono tutti quanti, Draco e Hermione invece recuperarono il tempo perso a letto, Harry tirò su una bolletta da parecchie centinaia di sterline al cellulare con Elettra e Ron…da qualche parte a Hogsmade con la Parkinson, ma nessuno sapeva bene che cavolo facessero.
Il fluire dei gufi era molto aumentato. I genitori si tenevano sempre informati e Edvige portava a Harry veri e propri pacchi da un sacco di persone: primi Sirius e Remus, ma poi anche Kingsley e Ninfadora gli facevano gli auguri e s’informavano, anche Malocchio e perfino Piton si era fatto più magnanimo.
A Hermione invece le lettere arrivavano dallo Yorkshire, da una delle case di campagna degli Hargrave.
Sua madre e suo nonno la tenevano informata sugli Osservatori dei Veggenti e per ore le cose sembravano ancora sotto controllo ma la Grifoncina sapeva bene che non sarebbe durata a lungo.
Era lunedì quando tutta Corvonero passò con la tesi. A cena dello stesso giorno Dalton e tanti altri erano liberi.
Martedì toccò a Tassorosso e quando fecero festa loro, Draco e Harry provarono quasi il desiderio di ammazzarli tutti.
Mercoledì, data storia, le coppie di Grifondoro e Serpeverde iniziarono a entrare in sala insegnati, dove si sarebbero tenuti i colloqui finali sulle tesine, entrando un po’ come avevano voglia loro.
Per loro ci vollero due giorni e infatti Harry, il solito sfigato, passò direttamente a giovedì pomeriggio.
Con lui anche Hermione e Draco e se la Grifoncina non li avesse fermati, probabilmente avrebbero ammazzato il nervoso prendendosi a cazzotti. Ron invece passò mercoledì verso sera e quando ne uscì estrasse la bacchetta, insonorizzò il corridoio e poi piantò un urlo di giubilo bestiale che fece scappare tutti i fantasmi.
Era finita… almeno lui!, pensava Potter sbuffando e facendo su e giù per il corridoio.
Lui e Blaise erano i penultimi e si sentiva molto preparato, nonostante tutto e le frecciata di quel biondo bastardo che non gli dava un attimo di tregua. Zabini poi era sempre tranquillo e pacioso, specialmente grazie alle canne che si fumava dopo la colazione, ma aveva una grande verve e sapeva tenersi buoni tutti, anche quella stronza della rospa. Harry invece stavolta la temeva davvero. Doveva esporre la sua tesi sulle arti di difesa nei primi anni di apprendimento della magia ma specialmente sui programmi in generale che si realizzavano nelle scuole e sapeva bene come la pensava quella cretina della Umbridge.
Entrarono nella sala insegnanti dopo che ne furono usciti Lavanda Brown e Nott, così la Granger e Malfoy rimasero soli in corridoio con quella peste di Gigì che non faceva altro che svolazzare con la sua luce rosa ovunque, rimbambendo il biondo di chiacchiere e minacciando la Grifoncina di morte se solo osava guardare Harry. Alla fine Draco fu costretto a buttarle addosso della polvere soporifera e la stecchirono addormentata nella tracolla de Serpeverde.
- Speriamo bene!- mugugnò la streghetta – Quanto ci metteranno?-
- Se sono bravi a non farsi interrompere e la Umbridge non straccia le palle direi un’oretta e mezza.- sibilò Malfoy, accedendosi una sigaretta alla faccia delle restrizioni della scuola – Che rottura, cazzo…-
Praticamente non passò un’oretta mezza. Ma ben tre!
Si scrissero sulle mani come i bambini, giocarono a tris sui muri, a bowling in mezzo al corridoio, Draco le disegnò sconcerie sull’agenda e Hermione rilesse tre volte la tesi di Malfoy. Insomma, un delirio.
Quando finalmente il pendolo batté le cinque quei due dementi uscirono dalla sala. Felici come fringuelli perché la loro tesi aveva creato lo spazio per un certo dialogo anche col preside. Silente infatti aveva partecipato con molto interesse, idem Tristan che aveva dato contro a ogni frecciata della Umbridge, proteggendo gli studenti.
E poi? Fecero una pausa di mezz’ora in cui praticamente Draco picchiò la testa al muro per tutto il tempo. Infine entrarono, per dare l’ultima botta a quell’esame dannata che stava succhiando via la vita a tutti.
Draco come sempre se la cavò alla grande: per sua natura, presa direttamente da Narcissa, aveva un tono autoritario quando doveva esporre qualcosa e non lasciava che nessuno lo interrompesse, specialmente la Umbridge. A tutti i suoi piccoli colpi di tosse, Draco prendeva esempio dalla Mcgranitt chiedendole con un’angelica faccia da viziato se gradiva dell’acqua…cosa molto pericolosa visto che Malfoy aveva scritto una tesi spettacolare sull’uso dei veleni nelle pozioni ingeribili. Alla fine gli vennero fatte molte domande, specialmente da Piton e da Tristan che parevano parecchio interessati e anche Silente fece i suoi complimenti, colpito ma anche…orgoglioso.
Infine Draco tornò a svaccarsi sulla sedia, aspettando il cataclisma e questo cominciò già a presagirsi quando un leggero rombo di tuono attraversò l’aria di Hogwarts. Si stava levando il vento e anche un temporale.
Hermione Granger si alzò in piedi e con calma prese un respiro. Poi disse il tema della sua tesi…e cadde il silenzio.


Due giorni dopo, Harry Potter si faceva largo fra altri diciottenni vestiti in abiti comuni davanti alla grande teca nell’ingresso di Hogwarts. Spingendo e spintonando, insieme a lui tanti altri scoppiarono a esultare, abbracciandosi a vicenda, gridando come pazzi, felici e ridenti.
- Evvai!- urlò, girandosi alle sue spalle per abbracciare Ron. I due si strinsero forte, dopo di che vennero sommersi da altri abbracci di amici. Seamus e Dean praticamente saltarono loro addosso perché si ritrovarono spalmati per terra, al limite della gioia che solo i giovani provano, dopo una grande prova che li rende liberi.
- E allora?- chiese una voce alle loro spalle – La finite di fare i bambini?-
Harry strisciò fuori dalla massa, restando comunque spalmato per terra sul marmo fresco – Ciao Sirius! Indovina un po’? Quasi tutte O!-
Black scoppiò a ridere come un pazzo, senza crederci – Vuoi dirmi che anche Mocciosus ti ha dato una O? Non ci credo neanche se viene qua a sputarmelo in faccia!- e si avvicinò alla bacheca mentre arrivavano anche Remus e Tonks. Poco più in là i Weasley che stavano per arrivare a stritolare il loro adorato Ron che era l’orgoglio di famiglia, in quel momento. Fuori in giardino i Zabini che accompagnavano Narcissa Black e Andromeda Tonks.
Per ultima arrivò Jane, scendendo di corsa da una carrozza per raggiungere Hermione che le si gettò fra le braccia, felice di rivederla. C’era anche suo nonno ma Liam evitò di abbracciarlo, in fondo era una persona un po’ riservata ma si mostrò molto colpito dalla sua votazione. Esattamente come tutti gli altri.
Erano seduti tutti in giardino poco più tardi, a complimentarsi coi loro ragazzi ma Remus aveva un’aria molto corrucciata.
- Che ti prende Moony?- gli chiese Harry, stranito.
- Oh, nulla…- fece il lupo mannaro, fissando la Grifoncina – Sono solo rimasto stupito dalla tua votazione finale Hermione. Cioè…tutte O, nessuna esclusa ma non ti hanno dato il voto pieno. Perché?-
- Oh, la storia della tesi…- si lagnò Ron, sbuffando – E’ solo una testona!-
- La tesi?- fece anche Jane – Tesoro, ti avevo detto di lasciar perdere!-
- Me ne frego del voto. Io dico quello che penso.- sentenziò Hermione alzando le spalle, scandalizzando tutti a quel "me ne frego del voto!" così inusuale sulla sua bocca saputella – Se non posso neanche dire come la vedo in proposito allora si che è un bel guaio! Un mi ucciderà avere un voto in meno di O in Difesa.-
- Se vuoi fare l’Auror è un problema.- sentenziò Arthur Weasley – Di cosa parlava la tua tesi cara?-
- Magia Oscura.- rispose la Grifoncina senza scomporsi. Qualcuno sbiancò un attimo, perfino Remus ebbe qualche difficoltà a mandare giù il suo caffè. L’unico a non stupirsi fu Sirius – Bhè, in effetti nessuno ha mai portato una tesi simile che io sappia. Quegli indecorosi vecchi ti avranno presa per una seguace dei Mangiamorte!- e scoppiò a ridere, facendo venire la pelle d’oca a Molly Weasley – E Silente che ti ha detto in privato?-
- Oh, più o meno quello che hanno detto Tristan, Piton e la Mcgranitt. Hanno trovato le mie argomentazioni molto interessanti ma non hanno potuto darmi il loro pieno appoggio. Gli Esaminatori contano molto coi voti.-
- Ma che s’impicchino, tu sei bravissima!- cincischiò Harry – Dai, lascia perdere!-
- Appunto, pensiamo alle vacanze eh?- rise Ron – Allora gente? Quando si parte?-
Quello che allora non sapevano era che Hermione aveva già preso una decisione molto importante.
E anche se Silente non gliel’aveva detto con chiarezza, la ragazza aveva capito quale sarebbe stato il percorso da seguire. Purtroppo per lei non avrebbe coinciso con quello di Harry e Ron.
Quel giorno, purtroppo, il Trio si rompeva.
Anche qualcun altro, oltre a Hermione Granger, sentì che presto la sua vita avrebbe dovuto subire grandi cambiamenti. Davanti a sua madre, Draco Malfoy non disse nulla ma quando rimase solo con sua zia, mentre Narcissa parlava con Silente, capì che era meglio parlare chiaro.
- Deve andarsene per un po’?- chiese, fissando Andromeda serio come non mai.
- Non sarà necessario credo.- disse la strega, osservando il nipote con una strana sorta di tenerezza – Ma voglio essere sincera. Le elezioni del Wizengamot non hanno ancora portato all’elezione di un nuovo Ministro e finché non lo trovano, saranno i Consiglieri Anziani a decidere e tua madre con la sua maledetta linguaccia, ieri notte ha insultato uno di loro durante un colloquio.- Andromeda scosse il capo – Comunque deve starsene buona e tranquilla. Solo che non sopporta di essere spiata e questo le dà fastidio. Il Wizengamot ha deciso che dovrà vivere per un anno nella casa dei nostri genitori, sotto stretto controllo.-
- Nella casa dei vostri genitori?- si sconvolse il biondino – Ma lei non ha fatto niente!-
- Lo sanno, solo che temono che tu invece centri ancora qualcosa. Per questo dopo l’estate dovrai subito recarti al Ministero e fare ciò che ti diranno i Consiglieri. D’ora in avanti abiterai con me.-
Draco allargò gli occhi, sempre più allibito. Lui? Adesso era colpa sua?
Abbassò lo sguardo, disperato. Dannazione…ma quando sarebbe finita? Quando?

Era quasi il tramonto quando Colin fece l’ultima foto ai recalcitranti membri del gruppo. Canon era tornato apposta a Hogwarts per immortalare l’ultima volta la squadra che quell’anno aveva sconfitto i nemici.
Harry, Ron, Hermione, Draco e Blaise, Seamus e Neville, Dalton e Justin e anche Elettra che era stata portata dai Weasley vennero immortalati con tanta pazienza, infine il Grifondoro del sesto promise loro che avrebbe mandato una copia a tutti, poi finalmente quella tortura, ebbe fine…
Sbuffando, Draco Malfoy si scostò i capelli dalla fronte e i suoi occhi si posarono su Hermione.
Stava salutando le sue amiche che praticamente erano tutte in lacrime. Quando ebbe finito, lo raggiunse…e una folata di vento gelido lo colpì alle spalle. Rabbrividendo, tornò a prestare attenzione solo alla Grifoncina.
- Ci siamo.- gli disse, stanca morta – Questa giornata è stata pesantissima…- ma la sua voce tremava. Draco se ne accorse, si accorse del modo strano in cui cercava di non guardarlo in viso.
Fece per prenderle la mano ma, lasciandolo con una sensazione simile all’abbandono, lei si ritrasse.
- Tieni.- gli disse invece. E gli porse una piuma nera che il Serpeverde, sconvolto, prese senza capire.
Che stava facendo? Lo stava…lasciando ?
L’afferrò per le braccia, stavolta senza lasciarsi scostare e le vide le lacrime agli occhi.
Fu quello che in qualche modo lo fece a pezzi. Lacrime. Ancora.
Non ne poteva più. Non poteva più vederla piangere. Se continuava a piangere per lui allora non erano veramente giunti a niente. Serrò la piuma nera fra le dita, desiderando urlare. Ma alla fine prevalse qualcos’altro. Si piegò su di lei e le sfiorò le labbra con un bacio, poi la sorpassò.
- Draco…- la sentì singhiozzare, per richiamarlo.
Quando si volse, Hermione gli vide un debole sorrise sulla bocca.
- Sai una cosa?- le urlò facendo in modo che sentissero tutti e fissandola tanto da arrivarle fin nell’anima – Sei la maga migliore che conosca Hermione Granger! Non scordarlo mai mezzosangue…-
La scommessa. Hermione si portò le mani alla bocca, reprimendo un altro singhiozzo.
Chi aveva vinto davvero?, si chiese vedendolo andare via. Di certo non lei. E forse neanche lui.

Harry Potter nel giardino della fontana si girò un’ultima volta verso Hogwarts mentre le carrozze delle famiglie cominciavano a uscire dal sentiero della scuola di magia. Erano presenti tutti, anche se in molti se n’erano già andati. Loro sarebbero tornati a Londra, al Paiolo, per la notte e la mattina dopo sarebbero partiti per l’Italia.
Finita. Ormai era un mago diplomato. Un mago coi fiocchi, come aveva detto Hagrid sette anni prima.
Una mano gli batté sulla spalla e si ritrovò abbracciato a tutto il gruppo degli Auror, Tristan compreso che non amava gli addii. Tanto si sarebbero tenuti in contatto, questo lo sapeva benissimo. Gli avrebbero tormentato l’esistenza visto che sarebbero diventati Auror in fondo…
Mentre Ron salutava Jess e suo padre, Milo e tutti gli altri, Harry guardò Lucilla di sottecchi, sorridendole in modo strano. Lei non disse nulla, scambiandogli la stessa occhiata misteriosa.
- Grazie.- le disse infine, abbracciandola stretta – Non fosse per te non sarei qua. Neanche Sirius.-
- Bhè, bambino sopravvissuto…- disse la Lancaster staccandosi dopo un poco - …non fosse per te, qualcun altro sarebbe ancora qua. Tom avrebbe potuto avere il mondo ma ha buttato via tutto. E tu?-
- E io cosa?- rise il Grifondoro.
- Tu lo vuoi il mondo Harry Potter?- chiese Lucilla, sorridendo – Silente me lo chiese anni fa.-
- Non so…- il moretto alzò le spalle, mentre Sirius e gli altri cominciavano a richiamarlo – Te lo dirò prima o poi.-
- Ci conto.- Lucilla gli strizzò l’occhio.
- Non sparire!- le disse, correndo alle carrozze. Lì finalmente strinse la mano al mago più potente che conosceva, Silente, e riuscì perfino ad abbracciarlo, cosa che prima non avrebbe mai immaginato. Col cuore in gola ascoltò ogni sua parola, guardando Hogwarts ancora e ancora. La sua casa…si, sarebbe sempre rimasta tale.
Ma era ora di staccarsi dal nido.
- Buona fortuna, Harry Potter.- disse il preside, mettendogli una mano sulla spalla.
- Tanto torneremo.- l’assicurò anche Ron che gli stava accanto.
- E allora si che sarà dura!- rise Blaise poco più distante.
Il vecchio Silente scoppiò a ridere con loro, dando a ognuno la sua benedizione.
Poi, salirono sulle carrozze…e fu tempo di andare. Niente più lacrime, niente più addii.
Salutarono dai finestrini gli Auror, gl’insegnanti, Lucilla che già nascondeva un segreto e Silente.
Ora sembravano così lontani…

Draco Lucius Malfoy, sulla carrozza dei Black, scese lungo il sentiero della campagna attorniato dalle discussioni della famiglia Zabini e di sua madre e sua zia. Ma non sentiva nulla. Attonito, provava solo un vuoto enorme che non avrebbe più saputo riempire. Poggiò la testa allo sportello, poi alzò la piuma nera davanti agli occhi…e improvvisamente vide tutto velato. Hermione…
Un verso di rapace lo scosse e contro il rossore del cielo, un nero battito d’ali risaltava nel suo cuore.
Il corvo seguì la sua carrozza per molto, molto tempo…poi nel folto della foresta, Draco non la vide più.

Harry James Potter invece, nella carrozza insieme ai suoi amici e al suo padrino, ridiscese lungo l’interno della regione.
E da lì ricominciò una nuova storia per il bambino sopravvissuto, anche se molto presto il suo destino sarebbe tornato a scontrarsi con quello delle persone che l’avevano accompagnato fino a quel momento.




 

 

- La Scommessa -
Fine

 

 

Devo ammettere che ripostare di nuovo questa fiction dopo due anni dal suo inizio è stato veramente divertente. Rileggere i capitoli passati mi ha fatto accorgere di quanti errori, del fraseggio, anche delle piccole imperfezioni nei caratteri dei personaggi io abbia fatto. Col senno di poi dovrei riprenderla in mano e riscriverla, ma mi dispiacerebbe in molto, anche se decisamente una bella revisione non le farebbe che bene....ma mi fa anche ridere, con tenerezza, di quanti casini io abbia fatto, scrivendo.

Grazie per le belle recensioni, sia di chi ha riletto la fic dopo due anni sia di chi l'ha letta ora per la prima volta.

Fra qualche giorno metterò il seguito, anche questo già terminato, quindi non stupitevi più di quanto io faccia in fretta a postare. Il nome è "I Bracciali del Destino" e spero riuscirà a coinvolgervi come questa fic. Questa volta la storia sarà basata sui fatti fuori da Hogwarts, per Harry diventato Auror e compari ma ci sarà anche l'ingresso di un nuovo e importante personaggio, che ci riporterà alla scuola di magia.

Adesso vi saluto, allora. Grazie infinite a tutte le amiche di manga.it e a quelle nuove. A prestissimo.

Kysa.

 

  
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