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Autore: telesette    28/05/2012    3 recensioni
Libero adattamento della favola di "Cenerentola"...
Ramenentolo è un giovane genin orfano, costantemente maltrattato dalla matrigna Tsunade e dalle sorellastre, ciononostante sogna di diventare un ninja bravissimo.
Nel seguire e sperare lungo il suo sogno, grazie all'aiuto dei suoi amici ninja-topolini e con un pizzico di magia, Ramenentolo troverà anche l'amore del bellissimo Principe Sasuke...
Genere: Comico, Parodia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Sasu/Naru in Musica!'
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Intanto a casa di Ramenentolo la vita era ricominciata a scorrere come al solito: Tsunade aveva ripreso a giocare e a perdere regolarmente piccole somme di denaro qua e là, Ino e Sakura avevano ricominciato a comportarsi come le pettegole arroganti e presuntuose che erano, e Ramenentolo... Beh, lui era praticamente "diviso" tra la dolce illusione dei suoi sogni e la triste realtà dei suoi doveri.
Non sembrava più neanche lui.
Konohamaru e i compagni lo vedevano sempre più assente, senza più voglia di allenarsi con loro nel tempo libero, a svolgere con indolente passività le tonnellate di faccende che la matrigna e le sorellastre gli affibbiavano. Mentre lavava il pavimento per esempio, dopo due ore che immergeva lo strofinaccio nel secchio senza strizzarlo e sospirando fortemente, l'ingresso era diventato una specie di acquitrino.
Anche la matrigna Tsunade, rientrando in casa al termine di una sfortunatissima serata, ebbe modo di accorgersene dolorosamente. Il tempo di mettere il piede sul pavimento fradicio, la donna scivolò per circa un paio di metri, battendo dolorosamente il fondoschiena alla base della scalinata. Ramenentolo sembrò non essersi accorto assolutamente di nulla, neppure quando Tsunade si rialzò furibonda minacciando di incenerirlo solo con lo sguardo.

- Razza di sciagurato - urlò. - Si può sapere che ti salta in mente in quella tua testaccia vuota ?!?
- Il pavimento è bagnato - rispose Ramenentolo con noncuranza, continuando a passare più volte lo straccio fradicio.

Tsunade sbarrò gli occhi perplessa, cercando di stabilire se costui fosse rimbecillito o più semplicemente la stesse prendendo in giro. Alla fine però, dato il suo temperamento focoso, non poté trattenersi dal mollargli un sonoro calcione nel didietro e fargli sbattere violentemente la testa contro il soffitto.

- Adesso siamo pari - commentò acida la matrigna, la vena sulla fronte ancora pulsante di rabbia e il pugno sollevato davanti a sé. - E vedi di asciugare tutto questo macello, piccolo buono a nulla che non sei altro!

Così dicendo Tsunade scomparve in cima alle scale, lasciando Ramenentolo bocconi sul pavimento con la testa avvolta da mirìadi di stelline luccicanti.

- Quella donna ha veramente una fortissima personalità - commentò una voce, fischiando in modo sarcastico.

Ramenentolo alzò gli occhi e, nel riconoscere il volto sorridente del suo padrino Jiraya, non poté fare a meno di cacciare un'esclamazione di stupore. Il vecchio Eremita dei Rospi si chinò dunque a guardarlo affettuoso e gli offrì la mano per aiutarlo a rialzarsi.

- Scusami tanto, figliolo - esclamò Jiraya con aria costernata. - Avrei dovuto aggiungere qualche altro dettaglio circa la Magia del Rospo ma, con l'età che avanza e tutto il resto, la mia memoria non è più quella di una volta... Per questo mi chiamano Smemorino!
- Non importa - sospirò Ramenentolo. - E' stato bello, finché è durato, ma penso che mi convenga rassegnarmi...
- Oh no, è esattamente il contrario!
- Come?

Ramenentolo non riusciva assolutamente a capire.
Eppure Jiraya gli aveva già detto molto chiaramente che gli effetti dell'incantesimo non sarebbero durati oltre quella famosa mezzanotte. C'era dunque qualcos'altro che il ragazzo doveva sapere su quella straordinaria magia? C'era forse la possibilità di rivedere ancora una volta il Principe Sasuke?

- Vedi, Ramenentolo - cominciò Jiraya, con un'espressione serissima in volto.
- Sì ? - domandò l'altro con ansia.
- Ecco, io...
- Allora?

Jiraya fece cenno al ragazzo di avvicinarsi e, assicurandosi che nessun altro all'infuori di lui potesse sentire, gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

- Toglimi una curiosità. - mormorò. - Per caso la tua matrigna è ancora single?

Il volto di Ramenentolo diventò pallido come un cencio lavato tuttavia, seppure parecchio irritato, sembrò nuovamente tornato in possesso di tutta la sua lucidità mentale.

- Ma che domanda cretina - rispose. - Chi sarebbe tanto pazzo da sopportare quella vecchia befana ?!?
- Magnifico - sorrise l'Eremita, fregandosi le mani con soddisfazione. - Ne parlerò con l'autore della favola, non si sa mai...
- Mi stavi dicendo dell'incantesimo - fece Ramenentolo tra i denti, cercando di trattenersi.
- Ah sì, scusa - aggiunse subito Jiraya, dandosi una pacca sulla fronte. - Intendevo dire che, dal momento che Sasuke ha "toccato" il coprifronte di cristallo, parte dell'incantesimo è rimasta attiva e questo riflette su di te tutto il potere magico ancora in funzione!
- In altre parole?

In breve Jiraya mise Ramenentolo al corrente degli ultimi avvenimenti. Il coprifronte che il Granduca Kabutolao andava provando a tutti i giovani shinobi e le giovani kunoichi del regno, da almeno due settimane, non poteva essere indossato da altri che dal suo legittimo proprietario: la Magia del Rospo lo aveva creato espressamente per Ramenentolo, perciò per chiunque altro era impossibile indossarlo.
Ramenentolo non riusciva quasi a crederci.

- Mi sembra troppo bello per essere vero - mormorò il ragazzo, piangendo lacrime di gioia al pensiero.
- Calma, giovanotto, calma - si affrettò a dire Jiraya, afferrandolo per le spalle. - Purtroppo, a causa di quel serpe... di Sua Maestà, sono sorte alcune complicazioni che...

Senza nemmeno ascoltarlo, Ramenentolo si allontanò verso le scale con lo stesso sguardo ebete e l'espressione assente di prima. Jiraya si grattò la fronte con l'indice, rivolgendo ai tre topolini/ninja un'occhiata interrogativa. Konohamaru e gli altri si limitarono a scuotere il capo sconsolati, sottolineando come il loro giovane amico si fosse talmente e irrimediabilmente rincretinito.

- Dannazione - commentò Jiraya, mordendosi l'unghia del pollice. - Come faccio a spiegargli ora che deve stare in guardia dalla matrigna e dalle sorellastre?
- In che senso? - squittì Konohamaru, drizzando le orecchie curioso.
- Il Re ha stabilito che il coprifronte venga provato sia agli uomini che alle donne - spiegò dunque Jiraya, sottolineando a grandi gesti la gravità della situazione. - Di conseguenza, Tsunade e le sue figlie non permetteranno MAI a Ramenentolo di sostenere la prova!
- Ma allora dobbiamo correre ad avvertirlo - scattò subito il topolino.
- Purtroppo non mi è consentito rimanere oltre - ammise Jiraya tristemente. - Ho alcuni versamenti da fare, prima che l'ufficio postale chiuda, e mi sono dimenticato di farli prima... Cercate di avvertirlo voi, mi raccomando!

Così dicendo l'Eremita tracciò un gesto nell'aria e scomparve in un magico gracidìo.

- Andiamo, ragazzi - disse Konohamaru, rivolgendosi agli altri. - Dobbiamo avvertire il nostro fratellone, prima che quelle due streghe possano fregarlo!

***

Purtroppo Ino e Sakura, in quanto soce regolari del P.A.P.P.A. ( vedi capitolo precedente! ), avevano già messo in atto il loro piano per sbarazzarsi dello scomodo concorrente. Approfittando del fatto che Ramenentolo non era praticamente in grado di intendere alcunché, perso com'era nelle sue dolci fantasticherìe, le due arpìe riuscirono infatti ad immobilizzarlo con un trucco e il poverino si ritrovò dunque legato, imbavagliato e scaraventato dentro l'armeria come un sacco di patate.

- Ben fatto - esclamò Ino, rivolgendosi alla sorella.
- Idem - replicò Sakura, strizzandole l'occhio e battendo amichevolmente le palme delle mani contro le sue.

Quando Konohamaru e gli altri arrivarono, era troppo tardi: le due kunoichi avevano già chiuso a chiave la porta e, per evitare sorprese, Sakura aveva "sbriciolato" la chiave nelle mani come un pezzetto di gesso.

- Ops, come sono sbadata - esclamò cinica, contemplando la polvere metallica formare un mucchietto sul pavimento.
- Mmph! Mmmphhh! - gemette una voce soffocata da dietro la porta.
- Non temere, Ramenentolo - disse Ino, accostandosi alla porta per farsi sentire attraverso il legno. - Ti tireremo fuori da qui... Dopo tutto dovrai pure prepararci la cena!

Entrambe le sorellastre si allontanarono ridendo come due oche giulive. Konohamaru e gli altri si appiattirono contro il muro, ricorrendo alle tecniche ninja della mimetizzazione; sia Sakura che Ino non si accorsero di niente e, non appena si furono allontanate, i tre topolini/ninja scivolarono sotto la fessura della porta e si avvicinarono al loro amico legato.

- Tranquillo, fratellone - squittì Konohamaru, sorridendo rassicurante. - Dacci solo un momento e ti liberiamo!

Moegi e Udon ci misero poco a liberare Ramenentolo dalle corde che lo tenevano legato. Purtroppo il problema era un altro: la porta dell'armeria, in quanto dotata di una serratura speciale, era praticamente a prova di ninja; non c'era alcuna arma o strumento in grado di scalfirla, per non parlare poi delle tecniche basilari del ninjutsu... Purtroppo la chiave era stata distrutta e, senza di quella, difficilmente Ramenentolo poteva sperare di uscire da quella trappola prima dell'arrivo del Granduca Kabutolao.

***

Frattanto il fido quattrocchi di Sua Maestà, con coprifronte di cristallo al seguito, si presentò immancabilmente alla porta della casa. Tsunade e le figlie lo accolsero di buon grado, facendo mostra di grande dignità e compostezza, tuttavia Kabutolao aveva trascorso ben due settimane di inferno per lasciarsi impressionare da tutti quei salamelecchi.

- Siate il benvenuto - esclamò Tsunade con un sorriso più che cordiale.

Kabutolao si aggiustò gli occhiali sul naso con indifferenza, scrutando severo la donna e le due kunoichi alle sue spalle. Costoro avevano espressioni tutt'altro che rassicuranti, tuttavia il Granduca non ci fece caso e proseguì ad introdurre il prezioso coprifronte. Questo era deposto elegantemente su un morbido cuscino, decorato con motivi verde ed argento, sul quale c'era scritto: "Souvenir Serpeverde, 100% Made in Taiwan"...
Non appena videro il cristallo luccicare, le due sorelle fecero per allungarvi sopra le mani con avidità. Fortunatamente Kabutolao non era uno sprovveduto e, avendo fatto tesoro dei giorni precedenti, sapeva molto bene come far fronte a questo tipo di situazione. In un attimo le due kunoichi si ritrovarono le braccia "intrappolate" da robustissimi fili di chakra e, prima che il Granduca le liberasse, Tsunade scoccò loro un'occhiata a dir poco furibonda.

- La prego di perdonarle - si scusò Tsunade, rivolgendosi con rispetto al Granduca. - Sapete com'é: l'emozione, l'agitazione...
- Immagino - replicò Kabutolao gelido. - Mani a posto, comunque!

Ino e Sakura chinarono il capo con imbarazzo, maledicendo sottovoce quel guastafeste, e si rassegnarono nel sottoporsi alla prova secondo le regole.

***

Nello stesso momento, Ramenentolo imprecava a gran voce contro la sua sfortuna. Per anni aveva subito tante e tante angherie e, dopo che finalmente credeva di aver trovato l'amore e la felicità, tutto sembrava ancora complottare contro di lui. Se solo fosse riuscito a trovare un modo per abbattere quella dannata porta...

- Alla malora - esclamò il genin, sferrando violentemente un calcio contro la serratura.
- Calmati, fratellone - squittì Konohamaru, balzando agilmente sulla sua spalla. - Invece di arrabbiarti, prova ad escogitare qualcosa... Sei o non sei il ninja più forte del mondo?

Improvvisamente un lampo attraversò la testa di Ramenentolo, come una sorta di ispirazione. Un vero ninja non poteva certo farsi battere da una volgarissima porta, anche se questa era studiata per essere a prova di tutto, ma esisteva davvero una tecnica capace di aggirare un simile ostacolo?
D'un tratto Ramenentolo ripensò agli anni e agli allenamenti assieme ai suoi amici topolini.
Lui sapeva quale tecnica poteva tirarlo fuori da questo impiccio, ed era una tecnica che conosceva assai bene... Subito infatti giunse le mani e si concentrò per richiamare a sé tutto il chakra necessario.

- Tecnica della Moltiplicazione del Corpo!

In men che non si dica, sotto gli occhi sbigottiti di Konohamaru e degli altri topolini/ninja, la stanza si riempì letteralmente di "copie" di Ramenentolo: dieci, cento, cinquecento... Le pareti di quello spazio così piccolo e angusto non potevano certo contenerle tutte cosicché, dopo essersi gonfiata in modo impressionante, la porta esplose e le copie di Ramenentolo schizzarono fuori libere assieme all'originale.

***

Tsunade si era privata piuttosto malvolentieri degli ultimi venti ryo, così da consentire alle figlie di provare a mettersi il coprifronte, ma il suo disappunto più grande era scoprire di aver buttato via quei soldi per niente. Sia Ino che Sakura non riuscirono ad indossare quel pezzo di cristallo sagomato, neppure stringendoselo addosso con le dita, e solamente i fili di chakra del Granduca Kabutolao impedirono alle due sorelle di fare un macello. Pazze di rabbia e delusione, le kunoichi mandarono lampi di fuoco con gli occhi, tuttavia il coprifronte venne nuovamente adagiato sul cuscino e pronto per essere provato altrove.
Kabutolao fece per uscire rassegnato quando, con un rombo assordante, l'intera casa cominciò a tremare.
A bocca aperta per lo stupore, tutti i presenti videro un'orda di genin tutti identici tra loro scendere giù dalle scale come tanti barbari inferociti.

- Fate provare anche me... me... ME - urlarono tutti all'unisono.

Solo quando raggiunse il pianoterra, Ramenentolo fece sparire tutte le sue copie una dopo l'altra. Kabutolao rimase a dir poco sbalordito che un genin, per giunta di così bassa estrazione sociale, potesse avere chakra sufficiente da creare un esercito di ninja. Ignaro degli sguardi della matrigna e delle sorellastre, Ramenentolo ripeté la sua ferma richiesta di poter provare il coprifronte di cristallo.

- Tutto è possibile - sentenziò Kabutolao, aggiustandosi gli occhiali tra il pollice e l'indice. - Basta versare la quota regolamentare però: ovvero una moneta da dieci ryo!

Subito Ramenentolo impallidì.
Le sue tasche erano più verdi della clorofilla, tanto che non sapeva neppure come era fatta una moneta da dieci ryo. In quello stesso momento però, mentre le sorellastre sghignazzavano malvagiamente, il vecchio Jiraya Smemorino ricomparve magicamente nella stanza assieme ai suoi due rospi ballerini.

- Tutto a posto - esclamò l'Eremita, sorridendo trionfante. - Pago io per il mio figlioccio!

Così dicendo, Jiraya lanciò una moneta nelle mani del Granduca. Kabutolao non fece in tempo ad afferrarla che, una volta riconosciuto l'individuo che aveva davanti, Tsunade si avventò rabbiosamente contro di lui per strangolarlo.

- Tu - esclamò agguantandolo con entrambe le mani per il bavero della giacca. - Adesso facciamo i conti, lurido pervertito schifoso!
- Non chiedo di meglio, mia cara - rispose Jiraya, schioccando le dita e baciandola per la seconda volta.

Tsunade avvertì il fuoco, nelle calde labbra dell'Eremita, un fuoco tale da lasciarla completamente senza fiato. Dopo un attimo di smarrimento, dimenticando dunque la rabbia e la collera, la donna si abbandonò tra le braccia del vecchio ricambiando di buon grado le sue effusioni. Anche Gamakichi e Gamatatsu, gracidando rumorosamente una specie di Marcia Nuziale, si diedero da fare con le due sorellastre; Ino e Sakura persero i sensi, prima ancora che i due rospi le cingessero con le loro membra viscide e umide... Tuttavia si sarebbero abituate ben presto, una volta celebrato il matrimonio.
Dopo aver verificato l'autenticità della moneta, Kabutolao si accinse a prendere il coprifronte di cristallo per effettuare la prova. In quella però, qualcuno gli gridò con voce autoritaria di fermarsi.

- Fermo, Kabutolao!

Il Granduca impallidì.
Colui appena apparso sulla soglia altri non era che il Principe Sasuke in persona, affascinante nella sua divisa da shinobi finemente ricamata, e sembrava anche piuttosto contrariato.

- Principe Sasuke - esclamò Kabutolao con voce strozzata. - Credevo che foste a palazzo...
- Taci, sciagurato - lo interruppe il Principe, facendosi avanti minaccioso. - Ho appena dovuto sborsare fior di quattrini, per mandare in vacanza Re Orochimaru e il suo zoo; pare che sua sorella abbia partorito ben due maschietti, così perlomeno la finirà di tormentarmi; di conseguenza l'operazione "Coprifronte di Cristallo" torna di mia esclusiva competenza!

Senza aggiungere altro, Sasuke strappò via il coprifronte dalle mani di Kabutolao e si avvicinò a Ramenentolo. Questi lo guardò come ipnotizzato dai suoi rossi occhi perfetti e, nel momento in cui le mani del Principe adagiarono il cristallo sulla sua fronte, Ramenentolo si trasformò ancora una volta nel meraviglioso Shinobi dall'azzurro chakra splendente.

- Eccoti dunque di nuovo davanti a me - sussurrò il Principe, in preda all'emozione. - Posso sapere il tuo nome adesso, mio dolce shinobi dalla chioma dorata?
- Tutti mi chiamano Ramenentolo - rispose il genin, scoprendosi il volto per rivolgere a Sasuke un sorriso colmo di felicità. - Ma il mio vero nome è Naruto!

Come ebbe sentito il dolce suono di quel nome, Sasuke sentì il cuore palpitare al ritmo di una nuova melodia. Nello stesso momento, i rospi musicisti fecero il loro magico ingresso e il Principe si mise ancora una volta a cantare con tutto l'amore che aveva.

LA REGOLA DI SASUKE
( parodia di: "La Regola dell'Amico" - M. Pezzali, 883 )

Io
ho aspettato tanto, sai
questa storia tra di noi
prima solo amici
intimi però
qui c’è di più:
prendo il coprifronte che
brilla ai tuoi capelli se
chakra di magia
solo su di te
le mani
tutte qui ci provano
aspettano un mio segno
e intanto sperano
che a starmi appresso si ottenga
qualche cosa però
non si ricordano
il principio naturale che

 La Regola di Sasuke
non sbaglia mai:
se sei amico di Naruto
non esiste la kunoichi
perché sei gay
un finocchio troppo bello...
Cacchio!

( interludio ) 

Tu
sei uno stupido però
senza te io non ci sto
E se il ramen scotta
un tuo bacio può
e invece no…
Questa volpe dentro te
è una st***za più di me
Sul più bello alza le
code e resto solo qui così
a rodermi perché
s’è presa il mio diletto
e rifilando a me
un mucchio di sciacquette
innamorate che poi
perdono tempo con me!
Non riescono a capire che

 La Regola di Sasuke
non sbaglia mai:
se sei amico di Naruto
non esiste la kunoichi
perché sei gay
un finocchio troppo bello...
Cacchio!
La Regola di Sasuke
proprio perché
stando assieme con Naruto
non esisterà niente niente
che possa mai
rovinare questo bel rapporto!

 Io
tengo lampi d’odio che
lo Sharingan scocca a te
che stai sorridendo
senza alcun ritegno
con lei
con Hinata che mi fa
inca***re tanto ma
Ino e Sakura qui
mi tormentano...
Che palle!
Qui i commenti piovono:
"
Ma sei finocchio o no?"
"
Che te ne frega a te?"
"
Mi garba solo Naruto
è lui il più bello per me!"
Perdono tempo perché
non riescono a capire che

 La Regola di Sasuke
non sbaglia mai:
se sei amico di Naruto
non esiste la kunoichi
perché sei gay
un finocchio troppo bello...
Cacchio!
La Regola di Sasuke
proprio perché
stando assieme con Naruto
non esisterà niente niente
che possa mai
rovinare questo bel rapporto!

***

E dal momento che i due giovani innamorati vissero per sempre felici e contenti, non resta dunque che augurare loro ogni bene e salutare voi lettori e lettrici con un bel Lieto...

FINE

 

Angolo dell'Autore:

A parte il fatto che, dopo aver finito di leggere questa storia, immagino che qualcuno stia ancora ridendo.
Beh, che dire?
Rispetto a quando io ero piccolo, le favole erano e sono rimaste qualcosa di fermo nel tempo EPPURE in continua evoluzione. Una volta mia madre mi spaventava con la storia dell'Uomo Nero dietro il divano, o del Gatto Mammone sulla credenza della cucina... Oggi le Tasse di Monti mettono assai più paura dei mostri delle favole, in quanto tragicamente vere, però la fantasia non ci è ancora stata tassata ( grazie al cielo! ) ed è forse l'unica cosa ancora libera di questo mondo.
Saranno banalità, saranno sciocchezze, ma le favole mantengono sempre vivo il loro pregio.
Sono sogni che rimangono dentro, nella pelle, ed accompagnano il grigiore della realtà con i colori della mente. Non si possono comprare, non si possono vendere e non si possono tantomeno rubare... perché fanno già parte di noi, sono parte del nostro essere, è questa la verità!
Si può forse "comprare" l'immaginazione?
Si può forse "vendere" la fantasia?
Si può forse "rubare" il sogno che ognuno di noi racchiude nel proprio cuore?
Il giorno che questo sarà possibile ( e sinceramente spero MAI ), l'essere umano avrà già smesso di vivere senza neppure rendersene conto.
O si è troppo grandi per volare, o si è troppo grandi per fantasticare, o si è troppo grandi per credere a Babbo Natale... E chissà che altro vi diranno ancora, per convincervi che crescere significa lasciarsi tutto alle spalle.
Il futuro è nel passato, questa è l'unica verità sacrosanta, e un bambino del futuro è identico a un bambino del passato. I loro occhi vedono cose diverse, i loro giochi sono diversi, ma le favole... Le favole non cambiano - mutano, si evolvono, rinverdiscono ma NON cambiano - per fortuna!
Okay, finito questo sproloquio, posso anche togliere il disturbo e darvi appuntamento alla prossima storia.

A presto!

   
 
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