Parental
Advisory: The static age
Epilogo
I
hope you had the Time of your life
Una settimana dopo presi l’aereo che mi
avrebbe portata a New York.
Mi ricordo ancora la sensazione che mi
strinse lo stomaco, impedendomi di respirare, quando feci il check-in e
guardai
Billie, consapevole del fatto che non avrebbe potuto seguirmi.
Non
lo avrei rivisto mai più.
Non dimenticherò mai quei suoi occhi
verdi, colmi di dolore, che mi fissavano da distante, le sue mani
poggiate
sulle transenne, quasi volessero spaccarle per potermi raggiungere;
devo
ammettere che per un qualche istante sperai disperatamente che saltasse
le
sbarre e venisse a prendermi, per riportarmi nella nostra piccola tana
felice,
lo scantinato dei Green Day.
Quando fui sull’aereo scoppiai in lacrime
e non smisi di piangere per tutta la tratta; non posso fare a meno di
farmi
scappare un sorriso al ricordo dell’hostess impacciata che non sapeva
come
essermi d’aiuto.
Certo, non fu semplice lasciare Billie Joe
e tutto ciò che lui aveva rappresentato per me: il cambio della mia
vita, la
presa di coscienza della mia condizione; mi aveva aperto gli occhi alla
realtà,
obbligandomi a prendere le redini della mia esistenza.
Grazie a lui avevo capito chi
volevo diventare.
La Juillard si era rivelata fin da subito
la scelta migliore per la mia vita; avevo iniziato ad impegnarmi con
tutta me
stessa nella danza, studiando, sudando, combattendo,
tenendo a mente tutto ciò che Armstrong mi aveva insegnato.
Ricordo che dopo qualche mese che mi
trovavo a New York ricevetti una chiamata: era Billie Joe; non ci
sentivamo da
settimane e fu traumatico per me udire la sua voce, rendendomi conto
che
suonava ancora immensamente familiare.
Mi disse che Celine era morta di overdose
la sera precedente. L’aveva trovata lui stesso in una delle sue ronde
notturne,
il corpo accasciato in un bagno pubblico, la siringa ancora piantata
nel
braccio.
Fu un duro colpo per me e pensai anche di
tornare a Rodeo per assistere ai funerali, ma Billie mi disse che non
ci
sarebbe stata una funzione galante, semplicemente una piccola sepoltura
a cui,
probabilmente, avrebbero assistito lui, Mike, Trè e Maggie.
Mi informò anche del fatto che, ora, Mike
e The Strange formavano una bizzarra coppia, notizia che mi fece
sorridere.
La mia vita era ormai distante da Rodeo,
da Billie e i Green Day; a volte sentivo la mancanza del calore di
Armstrong,
delle sue battute taglienti, della sua musica fastidiosa che mi
svegliava
all’alba, dei suoi penetranti occhi verdi, ma poi rivolgevo
l’attenzione alle mie
scarpette da ballo appoggiate sul letto della mia stanza e mi rendevo
conto che
il mio posto era proprio dove mi trovavo in quel momento.
Quel periodo fu triste, difficoltoso e lo
passai in completa solitudine, concentrata al massimo su ciò che era il
mio
obiettivo: diventare una ballerina.
****
Sono passati diversi anni dal giorno in
cui lasciai Billie all’aeroporto di Rodeo e, a causa di ciò che mi sta
davanti,
mi sono ritrovata a fare un salto nel passato, rivivendo tutti quegli
eventi
che mi hanno cambiato la vita, rendendomi una persona nuova.
Il frastuono al di fuori del mio camerino
mi irrita, mi rende impossibile concentrarmi e immergermi nella parte
che ho
sempre desiderato interpretare: Il Lago
dei Cigni.
Sorrido, rendendomi conto che diversi anni
prima, nel teatro comunale di Rodeo mi esercitavo per lo stesso
spettacolo,
anche se a livelli meno professionali.
Ho
raggiunto il mio sogno, mi
dico mentre ritocco il fondotinta sulle guance pallide.
Sono diventata la Prima Ballerina del
Balletto di New York, proprio come ho sempre sognato, fin da quando ero
una
piccola bimba che danzava sulle note dello Schiaccianoci.
Questa sarà la mia serata, è la Prima e il
teatro sarà pieno di persone, sarò davanti ad un pubblico raffinato,
abituato a
performance perfette.
“Tattoos
of memories
And
dead skin on trial
For
what it’s worth? It was worth all the
while.
It’s
something unpredictable, but in the end
it’s right
I
hope you had the time of your life”
Sento quelle parole toccanti cantate da
una voce che conosco bene.
Rivolgo la mia attenzione alla televisione
e vedo che stanno facendo un primo piano ad un uomo decisamente basso
dai
capelli neri che indossa un paio di pantaloni sgualciti, tiene una
chitarra in
mano e ora si dimena come se fosse del tutto impazzito.
Non lo riconoscerei se non fosse per un
particolare che non potrei dimenticare per nessuna ragione: due occhi
verdi
come lo smeraldo.
Occhi negli occhi.
La voce dello speaker che commenta il
concerto suona alta in tutta la piccola stanza che è il mio spogliatoio.
̶ Adesso partono con When
I Come Around, gente! Vi ricordiamo che stiamo seguendo in
diretta il concerto della band di fama mondiale, i favolosi Green Day!
̶
Sorrido, pensando che non sono stata
l’unica ragazza di Rodeo che ha avuto successo, realizzando tutti i
suoi sogni:
anche tre squattrinati ragazzi punk di periferia si sono dimostrati
degni di
fama.
Rido nel vedere la folla di ragazzine
innamorate e scatenate che urlano al cantante dichiarazioni di tutti i
tipi,
rendendosi anche un po’ ridicole.
Buona
fortuna per il tuo concerto, Billie Joe Armstrong, penso, mentre esco dal camerino per salire
sul mio palco in contemporanea con i Green Day.
Fine.
Angolo Eryca:
Spero con tutto
il mio cuore che questa
storia abbia lasciato dentro di voi qualcosa, vi abbia fatti emozionare
e vi
sia davvero piaciuta.
Io ci ho messo
l’anima, realmente.
Voglio
ringraziare tutti i miei lettori,
tutti colori che
mi hanno seguito
dall’inizio fino alla fine, chi ha sempre recensito, chi ha inserito la
storia
tra le Preferite, le Seguite o le Ricordate.
O, anche più
semplicemente, chi ha solo
letto.
Ma il grazie più
sincero di tutti va alla
mia mamma, che ha letto tutti i capitoli della storia, dal primo
all’ultimo,
sostenendomi anche quando ero giù di morale.
Grazie a tutti
voi, che siete la ragione
della mia scrittura,
Vostra,
Eryca.