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Autore: Eryca    29/05/2012    20 recensioni
Avevo 17 anni quando un ciclone improvviso fece il suo ingresso nella mia vita, e mi stravolse ogni piano e ogni certezza.
Avevo 17 anni quando finalmente capii che c’era un’alternativa.
Avevo 17 anni quando mi resi conto che potevo scegliere.

~
Per Amy Murray la vita significa fare ciò che è giusto. Ma qualcuno di molto particolare arriverà, e metterà in discussione tutte le sue tesi, facendole capire il vero significato della vita.
~
Attenzione: Questa non è la solita storiella d'amore, non fermatevi a questa presentazione.
***
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parental Advisory: The static age

 

Epilogo

I hope you had the Time of your life

 

 

 

Una settimana dopo presi l’aereo che mi avrebbe portata a New York.

 

Mi ricordo ancora la sensazione che mi strinse lo stomaco, impedendomi di respirare, quando feci il check-in e guardai Billie, consapevole del fatto che non avrebbe potuto seguirmi.

Non lo avrei rivisto mai più.

Non dimenticherò mai quei suoi occhi verdi, colmi di dolore, che mi fissavano da distante, le sue mani poggiate sulle transenne, quasi volessero spaccarle per potermi raggiungere; devo ammettere che per un qualche istante sperai disperatamente che saltasse le sbarre e venisse a prendermi, per riportarmi nella nostra piccola tana felice, lo scantinato dei Green Day.

Quando fui sull’aereo scoppiai in lacrime e non smisi di piangere per tutta la tratta; non posso fare a meno di farmi scappare un sorriso al ricordo dell’hostess impacciata che non sapeva come essermi d’aiuto.

Certo, non fu semplice lasciare Billie Joe e tutto ciò che lui aveva rappresentato per me: il cambio della mia vita, la presa di coscienza della mia condizione; mi aveva aperto gli occhi alla realtà, obbligandomi a prendere le redini della mia esistenza.

Grazie a lui avevo capito chi volevo diventare.

La Juillard si era rivelata fin da subito la scelta migliore per la mia vita; avevo iniziato ad impegnarmi con tutta me stessa nella danza, studiando, sudando, combattendo, tenendo a mente tutto ciò che Armstrong mi aveva insegnato.

Ricordo che dopo qualche mese che mi trovavo a New York ricevetti una chiamata: era Billie Joe; non ci sentivamo da settimane e fu traumatico per me udire la sua voce, rendendomi conto che suonava ancora immensamente familiare.

Mi disse che Celine era morta di overdose la sera precedente. L’aveva trovata lui stesso in una delle sue ronde notturne, il corpo accasciato in un bagno pubblico, la siringa ancora piantata nel braccio.

Fu un duro colpo per me e pensai anche di tornare a Rodeo per assistere ai funerali, ma Billie mi disse che non ci sarebbe stata una funzione galante, semplicemente una piccola sepoltura a cui, probabilmente, avrebbero assistito lui, Mike, Trè e Maggie.

Mi informò anche del fatto che, ora, Mike e The Strange formavano una bizzarra coppia, notizia che mi fece sorridere.

La mia vita era ormai distante da Rodeo, da Billie e i Green Day; a volte sentivo la mancanza del calore di Armstrong, delle sue battute taglienti, della sua musica fastidiosa che mi svegliava all’alba, dei suoi penetranti occhi verdi, ma poi rivolgevo l’attenzione alle mie scarpette da ballo appoggiate sul letto della mia stanza e mi rendevo conto che il mio posto era proprio dove mi trovavo in quel momento.

Quel periodo fu triste, difficoltoso e lo passai in completa solitudine, concentrata al massimo su ciò che era il mio obiettivo: diventare una ballerina.

 

 

****

 

 

 

 

Sono passati diversi anni dal giorno in cui lasciai Billie all’aeroporto di Rodeo e, a causa di ciò che mi sta davanti, mi sono ritrovata a fare un salto nel passato, rivivendo tutti quegli eventi che mi hanno cambiato la vita, rendendomi una persona nuova.

Il frastuono al di fuori del mio camerino mi irrita, mi rende impossibile concentrarmi e immergermi nella parte che ho sempre desiderato interpretare: Il Lago dei Cigni.

Sorrido, rendendomi conto che diversi anni prima, nel teatro comunale di Rodeo mi esercitavo per lo stesso spettacolo, anche se a livelli meno professionali.

Ho raggiunto il mio sogno, mi dico mentre ritocco il fondotinta sulle guance pallide.

Sono diventata la Prima Ballerina del Balletto di New York, proprio come ho sempre sognato, fin da quando ero una piccola bimba che danzava sulle note dello Schiaccianoci.

Questa sarà la mia serata, è la Prima e il teatro sarà pieno di persone, sarò davanti ad un pubblico raffinato, abituato a performance perfette.

 

“Tattoos of memories

And dead skin on trial

For what it’s worth? It was worth all the while.

It’s something unpredictable, but in the end it’s right

I hope you had the time of your life”

 

Sento quelle parole toccanti cantate da una voce che conosco bene.

Rivolgo la mia attenzione alla televisione e vedo che stanno facendo un primo piano ad un uomo decisamente basso dai capelli neri che indossa un paio di pantaloni sgualciti, tiene una chitarra in mano e ora si dimena come se fosse del tutto impazzito.

Non lo riconoscerei se non fosse per un particolare che non potrei dimenticare per nessuna ragione: due occhi verdi come lo smeraldo.

Occhi negli occhi.

La voce dello speaker che commenta il concerto suona alta in tutta la piccola stanza che è il mio spogliatoio.

̶ Adesso partono con When I Come Around, gente! Vi ricordiamo che stiamo seguendo in diretta il concerto della band di fama mondiale, i favolosi Green Day!  ̶

Sorrido, pensando che non sono stata l’unica ragazza di Rodeo che ha avuto successo, realizzando tutti i suoi sogni: anche tre squattrinati ragazzi punk di periferia si sono dimostrati degni di fama.

Rido nel vedere la folla di ragazzine innamorate e scatenate che urlano al cantante dichiarazioni di tutti i tipi, rendendosi anche un po’ ridicole.

Buona fortuna per il tuo concerto, Billie Joe Armstrong, penso, mentre esco dal camerino per salire sul mio palco in contemporanea con i Green Day.

 

 

 

Fine.

 

Angolo Eryca:

 

Spero con tutto il mio cuore che questa storia abbia lasciato dentro di voi qualcosa, vi abbia fatti emozionare e vi sia davvero piaciuta.

Io ci ho messo l’anima, realmente.

 

Voglio ringraziare tutti i miei lettori,

tutti colori che mi hanno seguito dall’inizio fino alla fine, chi ha sempre recensito, chi ha inserito la storia tra le Preferite, le Seguite o le Ricordate.

O, anche più semplicemente, chi ha solo letto.

Ma il grazie più sincero di tutti va alla mia mamma, che ha letto tutti i capitoli della storia, dal primo all’ultimo, sostenendomi anche quando ero giù di morale.

 

Grazie a tutti voi, che siete la ragione della mia scrittura,

 

Vostra,

Eryca.

   
 
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