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Autore: Perfidia    19/12/2006    1 recensioni
- Si beh! Non hai tutti i torti in fondo. – disse l’altro, moretto, occhi verdi, come l’acqua del mare in una giornata di nuvole, mentre si succhiava il labbro spaccato, da un cazzotto ben assestato di quella specie di essere coi capelli color senape disteso a fianco a lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

 

-         Harry dov’eri finito? – Una ragazza castana, dagli occhi color ambra e le guance arrossate dai primi freddi di ottobre, getto i libri a terra, non appena lo vide comparire sulla soglia della sala comune di Grifondoro.

-         Io ? è si… ero al lago…

-         Ma lo sai che ore sono?- la ragazza che stava raccogliendo il libro, alzò gli occhi su di lui- ma che diavolo t’è successo?- disse correndo da lui, e passandogli un braccio attorno alla vita.

-         Niente… ho avuto uno scambio d’opinioni con Malfoy.- disse l’altro, sedendosi a fatica una volta raggiunto i divano.

-         Avrei dovuto immaginarlo! Aspettami vado a prendere del disinfettante e qualche benda.- e così sparì dietro la porta del dormitorio femminile. Harry intanto, si lasciò andare sul divano, dove si addormentò immediatamente. E di nuovo, appena chiuse gli occhi iniziò a sognare.

-         era steso nello stesso identico luogo, e allo stesso modo, era sveglio però, e accanto a lui c’era, una capoccia rossa, che ululava e imprecava contro, Hermione, che con la pazienza di una santa, faceva marinare una strana pozione verdastra sulla schiena del suo amico, non che sulla sua, dopo un’ennesima zuffa con Malferret & co. Come li chiamava lui, quando ne parlavano. Quella volta era stata davvero eccezionale. Si erano azzuffati, al campo da quiddich, perché nessuno tra lui e Malfoy, aveva intenzione di concedere il campo all’altro. Si ricordava perfettamente il fatto che Ron  in quella zuffa, c’era entrato volontario, non per solidarietà, ma per separare quei due deficienti che altrimenti si sarebbero ammazzati. Il risultato? Beh Ron ne aveva prese più di tutti. –

-         Hermione scese e lo trovò addormentato,  lo fisso un momento, e vide un mezzo sorriso sulle sue labbra. Non ebbe cuore di svegliarlo. Era molto che non lo vedeva sorridere, anche se quel sorriso era dato dall’incoscienza, era felice di vederglielo sulla faccia. Si ritrovò anche lei a sorridere. Era  dolcissimo, sembrava un bambino, e come un bambino era fragile. Si ritrovò a pensare la bruna sistemandogli una coperta addosso. Si sedette sulla poltrona di fronte a lui. quella che ormai, a forza di starci, era diventata la sua. E l’occhio cadde incoscientemente su l’altra, quella a fianco alla sua. Ora vuota. Ma un tempo occupata da quell’altro scapestrato rossiccio, che insieme ad Harry, riempiva le sue giornate. Quante volte erano stati lì, con lui in ginocchio a supplicarla di passargli i compiti per il giorno successivo, oppure a mangiare tutti insieme le peggio schifezze, appena comprate a mielandia, oppure ancora le volte passate lì a fare le 3 parlando di piani per sconfiggere quell’essere sporco e ignobile che se l’era portato via. Una lacrima e un singhiozzo strozzato, le riempirono il cuore, pensando alle urla di Harry , e lei che si voltava, e lo vedeva cadere all’indietro nella polvere. Il suo cuore si era fermato, come allora, e le lacrime le sgorgarono a fiotti, incontrollabili, mentre lei stava rivivendo, quella scena in cui correva verso Ron, e lo trovava a terra disteso, con gli occhi sbarrati. I suoi occhi. Quegli stupendi pezzi di cielo, che tante volte l’avevano guardata. Quante cose le avevano comunicato, la rabbia, la felicità, la tristezza, la preoccupazione, l’amore. Già l’amore, quello che li legava, e che le aveva lasciato un abisso nero all’interno. Ma non era quella la cosa che più gli mancava di Ron. No. Non erano gli occhi, ma il suo sorriso, così sincero e puro, così innocente, che quasi non sembrava reale. Non meritava di morire, non il suo Ron. Non doveva farlo. L’aveva lasciata sola, perché era stato distratto, perché quell’idiota non le dava mai ascolto. Quante volte?... quante glielo aveva ripetuto… e lui l’aveva ascoltata? No. E lei questo non riusciva a perdonarglielo. Ce l’aveva con lui. La cosa le faceva rabbia, e la faceva piangere ancora di più, sapendo che stavolta non avrebbero potuto fare pace. Stavolta lui, non sarebbe tornato da lei, con la sua espressione da cuccioletto implorante. No, non l’avrebbe più rivista quell’espressione. Gli occhi appena asciugati, con la manica del maglione, in un gesto meccanico, si gonfiarono nuovamente di lacrime. Si scosse dai suoi pensieri sentendo la coda liscia e vaporosa di grattastinchi frusciargli contro le gambe. Lo raccolse e lo strinse a se scoppiando in singhiozzi. Quel gatto maledetto, gli ricordava Ron più di ogni altra cosa. A causa sua erano stati un mese senza palarsi al terzo anno. E poi quel suo pelo fulvo, non poteva non ricordargli, i capelli morbidi e scomposti, del ragazzo, con cui giocava, quando erano a letto,  o quando si addormentava sui libri mentre studiavano in biblioteca. Improvvisamente si alzò andando ad affacciarsi fuori dalla finestra. Doveva smetterla, Ron non avrebbe voluto vederla così. Lo avrebbe ucciso un'altra volta continuando a piangerlo. Perché Ron le diceva sempre che a ogni sua lacrima si sentiva morire. Si fece forza e preso un fazzoletto, si asciugò il viso. Aveva deciso… era finito il tempo di piangere.  Guardò in alto verso il cielo, tra le nuvole, una stella brillava, e fu a quella stella, e a se stessa che promise, “ basta! Non piangerò più per te Ronald Weasley, ma sarà quando ti avrò vendicato, che potrò ritenermi in pace, e contaci che lo farò, è una promessa!” .

Harry aprì improvvisamente gli occhi, e tiratosi su a sedere, si portò le mani sul viso. Scrollò la testa un paio di volte, poi aprì di nuovo gli occhi. Si era stato solo un sogno, per l’ennesima volta. Si sentì carezzare la testa e una mano poggiata sulla spalla. Ci mise sopra la sua, e si voltò, era certo di chi fosse, la guardò, e lei gli sorrise.

-         mi sono addormentato! Scusami Herm! – disse con tono di scuse.

-         Figurati! – disse lei, con voce dolce. – dai ora fammi vedere come ti ha conciato.- l’amico la guardò attentamente, aveva pianto, si vedeva, ma aveva una forza nuova dalla sua, le si leggeva in faccia, e quel suo lieve sorriso, gli riportò alla mente quelli belli e sereni di un tempo. Guardandola si sentì meglio. Come se quella nuova forza che vedeva in lei, si stesse diffondendo rapidamente anche in lui. lei sembrava non farci caso. Prese il disinfettante e del cotone, e iniziò a tamponargli un graffiò sullo zigomo, concentrata, senza guardarlo negli occhi. – come mai avete litigato?

-         Hiss!

-         Lo so brucia un po’ Harry…

-         non c’è un motivo preciso. Uno dei soliti suppongo.

-         Andiamo bene! Fai a pugni con Malferret senza neanche avere un motivo.

-         Ahia!

-         Possibile che tu e lui non riusciate ad avere una sottospecie di conversazione normale, che sia in un linguaggio diverso da quello delle botte?- Harry tacque, l’amica lo guardò sentendosi un po’ in colpa, magari aveva esagerato, forse ad Harry sfogarsi su Malfoy serviva per stare meglio. Decise di cambiare discorso.- sai una cosa? – disse sorridendo divertita.

-         No cosa?- chiese Harry, ricambiando con un mezzo sorriso.

-         Sei dolcissimo quando dormi… sembri un bimbo.- disse passando a medicargli il labbro, sempre sorridendo. Il bambino sopravvissuto arrossì.

-         Grazie! Lo prendo come un complimento.- disse sereno.

-         Aspetta… non muovere la bocca! Guarda che t’ha fatto! Ti fa male?- chiese calma.

-         No, questo coso, brucia un po’ ma è miracoloso. Che roba è?- Hermione sorrise.

-         È una pozione fatta con alcune erbe e una lacrima di fenice, è per questo, che fa subito effetto. – spiegò.

-         E chi te l’ha data?- chiese il moretto stupito.

-         L’ho fatta io! l’ho trovata su un vecchio libro in biblioteca.

-         E con la lacrima come hai fatto?

-         Diciamo che la collaborazione di Fanny e il permesso di Silente sono stati essenziali.

-         Silente?

-         Si… mi ha permesso di farla, dopo il tuo primo allenamento di quiddich dello scorso anno.

-         Quando mi sono azzuffato con Malfoy?

-         Già!- disse lei sorridendo.- Sei monotono mio caro lo sai?

-         Però non l’hai usata quella volta vero?- disse Harry risentendosi sulla pelle il bruciore dell’altro disinfettante.

-         No. Quella volta era un'altra.

-         E bruciava di più, mi ricordo ancora le urla di Ron…- ma si pentì di aver pronunciato quel nome. Alzò gli occhi su Hermione, la quale sembrava non averci fatto caso. “ starà fingendo?” . era caduto uno strano silenzio, Harry le prese la mano. – Herm mi dispiace.

-         Per cosa?- chiese lei tranquilla, guardandolo stupita.

-         No è che…. Ron… insomma….- la ragazza gli prese il viso fra le mani con dolcezza, quel gesto l’aveva fatto  a Ron, la mattina del giorno in cui era morto. Erano stati a letto insieme quella notte. Le si strinse il cuore, ma poi socchiuse gli occhi, e sospirò in silenzio.

-         Si Harry, manca da morire anche a me. Però ho deciso. Basta piangere, l’ho fatto fin troppo. – Harry la guardò negli occhi, lei sostenne il suo sguardo, lo pensava veramente, era convinta di quello che diceva. – dai ora scendiamo a cena….- lo baciò sulla guancia, e presagli la mano, uscirono dalla sala comune.

 

 Nel frattempo a serpeverde.

-         Draco che diavolo ti...- ma il biondo con un gesto annoiato, bloccò la lingua del suo migliore amico. Che capì al volo.- di nuovo Potter?!- Malfoy annuì, andandosi a guardare allo specchio, cavolo, aveva un occhio quasi nero….- per cosa stavolta se posso??- chiese l’altro sorridendo.

-         Boh!

-         Come boh? Ora vi picchiate senza motivo?

-         No il motivo c’era, ma ora non ricordo più qual è!

-         Ho capito, t’ha cambiato i connotati con un cazzotto.

-         No… è solo che… - Draco stava per parlare, ma poi qualcosa lo fermò. Ripensò all’espressione di Harry, alle sue lacrime. No, non era giusto sputtanarlo. Decise in quel momento, che sarebbe rimasta fra loro. Almeno finchè non gliene avesse combinata una tanto grande da farlo incazzare a morte. – lo sai, le solite stronzate.

-         Lo so! Siete due idioti!

-         Beh grazie Blaise!

-         Di niente Malfy!

-         Malfy? E questa da dove t’è uscita?- chiese Draco sorridendo al suo migliore amico.

-         Boh! Però ammettilo, è figo è????- gli disse sollevando il sopracciglio.

-         Ma piantala! Certo che a volte sai essere davvero idiota Blaise.

-         Si beh capita a tutti ogni tanto! – disse l’altro per tutta risposta. – dai vieni che ti sistemo la faccia, prima di andare a cena.

-         Grazie.

-         Figurati. – Blaise prese il disinfettante, dell’ovatta e un impiastro color oliva, che non prometteva nulla di buono.- allora… vuoi dirmi la verità?

-         Cosa?- disse il biondo fissando il suo amico negli occhi.

-         Non fare il finto tonto. Ti sei azzuffato con Potter, ma c’è qualcosa che ti turba, lo vedo… sei come un libro aperto ormai.

-         Allora, fatti prestare i suoi occhiali, Blaise, perché forse ti è calata la vista.- frecciò l’altro avvelenato.

-         Può darsi… ma tu dovresti imparare a mentire, perché lasciatelo dire, come bugiardo fai pena.- disse chiudendo il barattolino dal contenuto verdastro.

-         Scusa Blaise, hai ragione. Ma non è una cosa che posso dirti. Non mi riguarda neanche. L’ho saputa per sbaglio.- disse il biondo guardando negli occhi l’amico.

-         D’accordo, rispetto la tua decisione. Deve essere una cosa davvero seria.

-         Più che altro, dolorosa. E se c’è una cosa che ho capito, standoti appresso, è che non è carino farsi beffe del dolore altrui.

-         Fiùùùùùùùùùù! Devo affacciarmi e vedere se nevica. Il mio Dracuccio, che dopo 10 anni che ci conosciamo inizia a seguire i miei consigli. Wow, davvero eccezionale!!!

-         Ma la smetti! Sei insopportabile Blaise.

-         E tu un acidone!

-         Anche fosse? Non sono un impiccione come te!

-         Io cosa?  Non farmi ridere ti prego…

-         Ragazzi! Dracuccio dolce… andiamo a cena????

-         Ciao Pansy. – la ragazza si getto fra le sue braccia mollandogli un bacio mozzafiato.

-         Ma che ti è successo all’occhio?

-         Ohhhh! È una storia lunga!!!- ridacchiò  Blaise.- beh io comincio ad andare…

-         “ aspetta che ti fulmino!”

-         Dracuccio dove sei stato tutto il pomeriggio?

-         In biblioteca!- mentì spudoratamente.

-         Potevi dirmelo, mi sei mancato amorucciolo!- disse la vipera col la voce più mielosa che avesse mai tirato fuori, a Draco si rizzarono i capelli dietro la nuca. Doveva scrollarsi di dosso quella vipera! Era una questione di vita o di morte. Non la sua, naturalmente.

-         Andiamo a cena, che è meglio.

-         D’accordo…

E i due lasciarono il dormitorio a braccetto. Lei felice come una pasqua, e lui, con un sorriso finto, talmente naturale da far invidia  a qualunque attore.

 

Arrivati in sala Grande. Presero posto alle loro rispettive tavole. Albus Silente, l’uomo dell’un nome un programma,  fatto apparire una sorta di leggio, si avvicinò e prese la parola.

-         cari ragazzi, siete sicuramente tutti a conoscenza degli ultimi avvenimenti, è per questo che quest’anno ci saranno misure di sicurezza ancora maggiori,  a difesa della scuola. Per tanto vi pregherei, di non recarvi fuori dal castello dopo le sei del pomeriggio, e di non lasciare i dormitori dopo le 19 e 30.  inoltre  ho l’immenso piacere d’informarvi che tra qualche giorno, avrete un nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure. Gli alunni più grandi probabilmente lo ricorderanno, ha insegnato qui, per un anno, tre anni fa. Per ora  è tutto. Vi auguro, buona cena, e buon proseguimento.- a quelle parole, Hermione e Harry si guardarono negli occhi, e subito i loro cuori, fecero un salto prima di ritornare a battere secondo il loro corso naturale. Ebbene si… avevano capito bene, il loro insegnante, di tre anni prima… Remus Lupin. Membro dell’ordine della fenice, uno dei migliori amici dei suoi genitori, sarebbe tornato a scuola, e avrebbe ripreso a insegnargli, quella materia, che avevano praticato praticamente solo con lui.

 

eccolo qui… nuovo cappy fresco fresco 

un ringraziamento speciale a

Piper1831 e a Luc_y: sono contenta che la storia vi piaccia…

 bene non mi resta altro che  dirvi… alla prossima

ladyGranger

   
 
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