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Autore: My Vanya    06/06/2012    3 recensioni
La storia di Bandit e Miles. Fin dagli inizi.
La storia di due relazioni parallele, che intrecceranno la famiglia Way e la famiglia Iero.
"Oggi non vado all'asilo perché andiamo a trovare questo Miles. Me l'ha spiegato mamma che lui è più importante dell'asilo. Chissà se è grande come mio papà o come me. Forse invece è piccolo come le gemelle. È un po' di tempo che non le vedo. Ho voglia di giocare con loro. Sono piccole. È divertente essere la più grande."
No, non riesco a scrivere qualcosa che non sia Frerard, lo ammetto.
Il rating cambierà.
Oh, se cambierà.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giugno 2022 -Prima notte di vacanza-


Guardo gli occhi di mio padre, quegli occhi così simili ai miei e dentro ci vedo mille, forse più sensazioni. Purtroppo nessuna, o quasi, definibile. Intravedo un pizzico di sorpresa, paura, forse. Ma vedo chiaramente le lacrime. Già, signore e signori, Gerard Way ha un cuore, e sembra che io, sua figlia, sia riuscita a scalfirlo, almeno restiamo così, in silenzio, mentre i Misfits continuano a gridare e suonare nello stereo. Abbasso lo sguardo, non riuscendo più a sostenere il suo e lo sento sospirare. Un sospiro che, ancora una volta, per me è un’incognita. Muove qualche passo verso di me, incerto. Mi sfiora una guancia con le punta delle dita, quasi fossi di porcellana, quasi non volesse farmi male.

Come se non mi avesse già distrutta abbastanza andandosene una volta.

Mi guarda e cerca di riconoscere in questa ragazza sua figlia, mentre una lacrima silenziosa scende sulla mia guancia e lui si appresta a raccoglierla, senza ancora proferire una parola. Poi mi stringe silenziosamente a se, io inizio a piangere come quella sera. Perché anche se sono passati tre anni io sono ancora la debole, piccola, Bandit.

-Scusami Principessa- Biascica le parole stringendomi ancora più forte. Io piango lasciando scorrere via tutto quello che mi sono tenuta intrappolata dentro in questo tempo. Giurerei che anche lui stia iniziando a piangere, mentre mi bacia i capelli e continua a chiedermi scusa. Restiamo così per un po’, anche quando mi sono calmata. Lui che mi accarezza la schiena, io che mi lascio andare a lui, a mio padre, per la prima volta dopo tanto, troppo tempo. Troppi giorni passati facendo finta che tutto andasse benissimo, troppi istanti passati l’uno di fianco all’altra senza mai accorgerci di quanto stessimo soffocando dentro. E d’un tratto capisco tutto quello che mi era sfuggito, negli ultimi mesi.

-Grazie papà- sussurro con il viso premuto sul suo petto e la voce ancora roca per il pianto. “Grazie di non essertene mai andato davvero, nonostante tutto” vorrei aggiungere. Ma credo che un “grazie papà” sia più che sufficiente per ora.

Qualcuno entra e spegne la musica, abbracciando entrambi. Sorrido quando riconosco le braccia tatuate e forti di Frank che ci stringono. Anche mio padre sembra essere sollevato dalla sua vicinanza. Non ci sono più lacrime adesso. Solo, una famiglia. Un abbraccio piccolo e grandissimo insieme, uno squarcio di luce, in un mondo che mi è sembrato troppo buio, da quella sera di settembre. Che stupida sono stata a non averlo capito fino ad ora. Frankie è sempre stato il punto di appoggio mio e di mio padre. Ci ha spinti l’un verso l’altro per tutto questo tempo. Chi ha preparati a dovere, per essere di nuovo pronti alla vicinanza, per toccarci di nuovo dentro. Ci ha curato con la cura di una mamma, ci ha lenito le ferite, lentamente, con calma, senza fretta. Ha aspettato che metabolizzassimo la cosa, dandoci attenzioni diverse, ma ricominciando a cucirci insieme, come la più abile sarta.

Non sono immaginare quanto sia stata dura per mio padre. Non riesco nemmeno a pensarci. anche se so quanto è stata dura per me, e per Frank, prima di me. Forse questo basta per provare a capire. Forse nemmeno devo provare a capire. Anzi, credo che molto spesso sia inutile, tentare di capire. Voglio solo continuare a vivere in questo abbraccio, con i due uomini che ora sono la mia famiglia. Con colui che mi ha ha generata, e colui che mi ha salvata dall’affogare in un dolore che non sarebbe dovuto appartenermi. Insieme ai due uomini ai quali dovrò sempre e solo dire “Grazie.”.



-Frankie, smetti di fare lo scemo e restituiscimi il caffé!- Urla mio padre tra le risate mentre Frankie stringe a se la tazza, con la stessa espressione giocosa. Dio quanto sono belli, alle 4 di notte a litigarsi un caffè mentre io bevo silenziosa la mia cioccolata calda. Alla fine mi sono convinta di essere stata fortunata ad avere loro due con me, nonostante tutto quello che abbiamo passato. Ma quelle sono solo cicatrici, che andrò fiera di mostrate.

Il cellulare che squilla mi risveglia dai miei pensieri, chi diamine potrà essere a chiamare a quest'ora? Vedo la scritta “Lyn-z” sul display ed attacco, non voglio sentire la sua voce strascicata e che trasuda ubriachezza. Non voglio rovinarmi un momento di gioia in famiglia, dopo anni. Mi volto verso i due uomini (anche se sembrano due bambini) alle mie spalle e corro a rubare la tazza di Frankie.


Che i giochi abbiano inizio.








N.d.A
Sono in ritardissimo lo so D:
Ma con la scuola e tutto non ho mai avuto tempo di postare, chiedo umilmente perdono.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, che seguono, che preferiscono e che ricordano.
Chiedo perdono ma non ho tempo di citarli tutti D:
Anyway, nel prossimo capitolo la nostra B. Affronterà le superiori e conoscerà un simpaticissimo ragazzo di cui la mia Rossina sa tutto ma voi non saprete niente dino a che non aggiornerò è.é *si sebte nalefica*
Spero di essere puntuale.
Un bacio,
Maylene

  
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