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Autore: emmesmiler    15/06/2012    0 recensioni
Skylar è una semplice ragazza con dei sogni,uno di questi è andare al concerto di cinque ragazzi che le hanno cambiato la vita. E spera che qualche suo film mentale si avveri.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un applauso per i ragazzi,ci scambiammo i numeri con alcune ragazze che incontrammo lì –sicure che non ci saremmo sentite-, uscimmo e li aspettammo fuori,sperando di avere un loro autografo. Io ed Anne non parlammo molto durante il concerto o mentre li aspettavamo,anche perché l’avevo persa di vista. I ragazzi incominciarono ad uscire e le ragazze ad urlare,dovetti mettermi una mano nell’orecchio per l’urlo della ragazza che avevo accanto. Incominciarono a firmare autografi,e a volte fare foto con le fan,mancava poco e Niall era vicino a me. Iniziai a tremare,come sempre capitava,il cuore iniziò a battere all’impazzata e avevo una strana sensazione allo stomaco,ancora due ragazze e avrei avuto Niall davanti a me. Adesso una. O forse metà,la ragazza accanto a me –credo si chiamasse Becky- stava per svenire. Sorrisi quando Niall l’abbracciò perché la ragazza si era commossa,era così dolce.
«Ciao!» disse Niall sorridendo.
«C-ci-ciao» dissi balbettando e allungando il foglietto che avevo.
Niall sorrise e passò alla ragazza accanto a me.
Quanto sei stupida. Balbetti anche!!
Passò anche Louis,che firmò in fretta e furia gli autografi,dato che alcuni bodyguard mettevano fretta. Vidi Harry che si avvicinava alla nostra fila e iniziai a non capire più nulla,non sapevo nemmeno se il cuore batteva ancora,se le gambe stessero tremando o stavano cedendo,cosi da svenire,non sapevo nemmeno il mio nome. “No,no ti prego non ti avvicinare. Cioè si,ma non sorridere e soprattutto non parlare!” ,lui si avvicinava sempre di più verso il mio lato, “sento che sto per svenire.. si,lo sento”. L’avevo davanti a me e io non fiatavo,non mi muovevo,non riuscivo nemmeno ad avvicinare il foglio per fargli scrivere l’autografo. Con un po’ di fatica allungai il foglio e lui scrisse l’autografo. Fece uno di quei sorrisi che ti mozzano il fiato. Aprii la bocca per dire qualcosa,per parlare,per dire anche un semplice “ciao”,ma niente non uscì nemmeno una parola. Passò alla ragazza accanto a me e poi a tutte le altre ragazze. Cercai con lo sguardo Anne e la trovai,mi feci largo tra tutte quelle persone e uscii. Stavo per inciampare,ma fortunatamente c’era Anne li davanti e mi aggrappai al suo braccio.
«Sta attenta!» disse ridacchiando.
Non dissi niente,iniziai a camminare verso il bar,dove avevamo appuntamento con mia madre.
«Ah,ma tu di chi l’hai avuto l’autografo?» le chiesi girandomi verso di lei.
«Liam,Louis e Zayn» disse un po’ delusa.
Presi il fogliettino dove avevo l’autografo di Niall e glielo porsi «Tieni.» le dissi sorridendo.
Mi guardò sbalordita «Che? Questo è… è l’autografo,Niall?!»
«Niall,autografo,si. E’ tuo!»
Scoppiò a piangere e mi abbracciò. «Io ti amo!» disse fra un singhiozzo e l’altro.
«Si,anch’io mi amo.» dissi sorridendo e aprendo la portiera della macchina.
Anne si asciugò le lacrime e aprì la portiera del il suo lato della macchina. «No! Sei ritornata la stronza di sempre»
Salimmo in macchina con dei sorrisi da orecchio a orecchio. Salutammo mia madre e in macchina parlammo del concerto,dell’assolo di Harry,degli autografi,delle lacrime,delle domande,dell’emozione,delle urla e molte altre cose. Rientrammo a casa ed io e Anne salimmo in camera nostra a parlare sempre del concerto,solo un po’ più tra sorelle.
«L’hai visto Niall quanto era figo con quella maglietta bianca?» disse togliendosi le scarpe e sedendosi nel letto.
Risi per quello che aveva appena detto. «Perché Zayn,Liam,Harry,Louis! Louis! Con quei pantaloni» le urlai.
«Vorrai con quel culo! Come fa a non essere fidanzato?! Bha.»
«Aspetta,ma ancora non ti ho fatto vedere l’autografo di Harry!» dissi alzandomi e prendendo il foglietto,glielo porsi, «ecco.»
«Autografo? Emh,Skyler... » disse mostrandomi il foglietto.
Urlai appena lo vidi, «ma quello è il suo….numero! Oh,merda!» dissi mettendomi le mani sulla bocca per non urlare.
«Che aspetti chiamalo!» disse passandomi il foglietto.
«Non penso proprio. Si sarà già scordato di me e di avermi dato il numero»,guardai meglio il bigliettino,c’era una scritta «c’è scritto una cosa: “per la ragazza che non parla. Lol.” Ma che caz…?!» dissi spalancando sia occhi che bocca.
«Uh uh,qui qualcuno ha fatto scena muta.»
«Sta zitta!» dissi colpendola scherzosamente con uno schiaffetto nella spalla, «ok,spegni la luce.»
«Hai sonno. Davvero?» disse alzando le sopracciglia.
«No,ma devi spegnerla lo stesso. Accendo quella del comodino.»
Anne spense la luce e io accesi quella del comodino. Ci mettemmo il pigiama e ci infilammo sotto le coperte.
«Che poi secondo me non è il suo numero,avrà fatto qualche scommessa con i ragazzi.» dissi girandomi verso Anne.
«Secondo me invece gli sei piaciuta e ti ha dato il numero» disse guardandomi.
«Si,certo!»
Parlammo tutta la notte del concerto,di quello che dicemmo -e non- ai ragazzi quando ci hanno fatto gli autografi,delle urla delle ragazze e finimmo per addormentarci verso le 5 del mattino. Mi svegliai di soprassalto il mattino seguente pensando che era stato tutto un sogno,invece era la realtà: li avevo visti. Mi alzai dal letto e presi la macchina fotografica dalla borsa,iniziai a guardare i video,a ricordare la sera prima; una lacrima rigò la mia guancia e con quella molte altre. Era la prima volta che piangevo per un cantante,anzi per cinque cantanti. Continuai a guardare i video finchè non sentii mia sorella svegliarsi. Asciugai le lacrime di corsi,mi alzai e aprendo le braccia urlai: «Buongiornoooo! Ieri li abbiamo visti!!»
«Lo sooo!» urlò lei alzando la testa,per poi ributtarla sul cuscino.
Risi e andai a farmi una doccia veloce. Appena finii,andai nella mia stanza e presi i vestiti dopodiché ritornai in bagno a vestirmi e mettermi un filo di matita. Scesi le scale con quel sorriso da ebete in faccia. Mi bruciava un po’ la gola,forse avevo cantato un po’ troppo.
«Buongiorno.» disse mio padre mentre leggeva il giornale.
«Giorno.» dissi indifferente.
Con mio padre non avevo buoni rapporti. Verso gli undici anni non volevo andare a scuola,avevo dei compagni troppo stupidi,e a volte alzava le mani. Non lo faceva perché era un padre di quelli che picchiava le figlie o le mogli. Gli facevo perdere la pazienza,quindi,in un certo senso ero anch’io a mettermi in quelle situazioni. Mi ricordo che cercavo in tutti i modi di non piangere quando mi sgridava o mi colpiva il braccio; mi mordevo il labbro pur di non piangere. Dovevo apparire forte,dovevo fargli capire che anche se lo faceva a me non importava perché io in quella scuola,in quella classe non volevo metterci piede. Ma dopo crollavo e  piangevo a non finire,cosi andavo a letto,prendevo il mio i-pod e mi addormentavo così. A volte quando ero in dormiveglia sentivo mia madre accarezzarmi il capo e baciarmi la fronte.
Sorrisi quando vidi Anne scendere le scale,sorridendo.
«Vuoi del thè?» le chiesi.
«Si.»
Presi il thè alla fragola e ai lamponi,due tazze e misi l’acqua nelle tazze per poi metterle nel microonde. Presi anche i biscotti e li misi sul tavolo insieme alle tazze. Mi sedetti e incominciai a bere il thè,immersa nei miei pensieri. Quel thè,a volte mi piaceva a volte mi disgustava. Non conosco il motivo. Vidi mia sorella che mi porse il mio telefono e un bigliettino. Subito mi ricordai di Harry e del numero.
«No,no e no!» dissi alzandomi e andando in cucina a posare la tazza.
Anne mi seguì fino in cucina «Si,si e si! Dai,chiamalo. Almeno ti togli il dubbio,che ti costa?»
Alzai gli occhi al cielo «Lo so che non è lui. Quindi,mi metto l’anima in pace e non mi faccio film inutili!»
Non mi ascoltò,prese il cellulare e compose il numero. «squilla!» disse passandomi il telefono.
«No!» obiettai,ma niente da fare:aveva già risposto.
«Pronto?» chiesero dall’altra parte del telefono.
«Cia-ciao,sono…» ,guardai disperatamente Anne,che mi suggeriva cosa dire. Mimò un “sono Skyler”, «sono una ragazza di una compagnia. Stiamo facendo un sondaggio. Lei vorrebbe rispondere a qualche domanda?»
Alzai gli occhi al cielo e mi maledetti da sola.
ma che cavolo dico?
.Anche Anne mi guardava sbalordita.
«Emh..in realtà vado un po’ di fretta..»
«Oh,ok.. può rispondere ad una sola domanda?»
«Certo.»
Gesticolavo con Anne per cercare una domanda non tanto stupida e alla fine decidemmo. «Preferisce: una pizza o il cinese?»
Altra domanda stupida. Dovrei fare un corso di domande intelligente!,pensai.
«Pizza.» disse deciso.
«Ok,grazie. Arrivederci.» riattaccai senza nemmeno farlo rispondere.
«Se devo chiamare un ragazzo chiamo te per dei consigli. Anzi,per delle domande intelligenti!» disse guardandomi male.
«Che posso farci,sono andata nel panico!» dissi poggiando il cellulare sul bancone di marmo.
Riprese il cellulare e me lo porse,di nuovo. «Richiama!»
«Ha detto che andava di fretta»
«Si,ma per rispondere a una ragazza di una compagnia e a una domanda stupida!»
«Io non lo chiamo.» dissi incrociando le braccia al petto.
«Io si!» annunciò componendo il numero.
«Pronto? Eh,no. Anzi,scusami ma mia sorella è timida e quindi… si infatti!» ,disse sogghignando, «certo,te la passo.» sorrise e mi passò il cellulare.
Socchiusi gli occhi e la guardai male. «Pronto?»
«Ciao! Tu devi essere..»
Lo precedetti «Skyler.»
«Si… Che ne dici se ci vediamo?» andò subito al sodo.
«Uscire?»
«Si si si!» sussurrò Anne saltellando.
«Si» rispose Harry.
«Emh,va bene..» dissi un po’ titubante.
Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta,ma pensai “carpe diem” e quindi accettai. In fondo non dovevamo mica sposarci,sarebbe stata una semplice uscita. Non dovevo farmi strani film.
«Ok,allora ci vediamo fra 15 minuti al milk-shake» disse.
Più che una domanda sembrava un affermazione.
«Ok.» e riattaccò. Abbracciai mia sorella e le sussirrai un «grazie». Salii in camera e presi una borsa. Ci infilai quattro cose,tra cui: foglio,penna,i-pod,portafoglio e le chiavi di casa,scesi e mentre chiudevo la porta di casa urlai: «Io esco! A dopo.»
Mille pensieri mi passarono per la testa. Fino al punto di mollare tutto,girare i tacchi e tornarmene a casa per continuare a sognare. Ci misi poco ad arrivare,era vicino casa mia. Feci un bel sospiro prima di entrare. Aprii ed entrai. Lui era lì,seduto mentre sorseggiava il suo frullato. Alzò lo sguardo ed io sorrisi. ma quanto sei stupida?! Non ti riconoscerà!.A volte odiavo la vocina cattiva che avevo dentro di me. Preferivo quella dolce. Si alzò e mi venne incontro.
«Ciao» disse sorridendomi.
«Ciao!» ricambiai il saluto,sempre sorridendo.
«Ci sediamo?»
«Si.»
Mi guidò fino al posto dove era seduto lui. «Ah,ho ordinato anche per te,spero non ti dispiaccia.» disse facendomi notare il frullato.
«No. Anzi,grazie» sorrisi e sorseggiai il frullato. Era uno dei miei preferiti. «è uno dei miei preferiti: alla fragola.»
«Davvero?» chiese staccandosi dal frullato. Annui e lui continuò.«che fortuna!»
Appena finimmo il frullato decidemmo di andare a fare un giro.
«Allora,ti sei divertita ieri?» mi chiese mentre camminavamo.
«Non vedevi come ballavo?» dissi ridendo.
«Ah,mi ricordavi una ragazza di ieri che si scatenava e che sbiancava ogni volta che qualcuno dei ragazzi la guardava!» e fece uno di quei sorrisi che ti facevano morire.
Mi misi a ridere e lui dopo di me. Adoravo il modo in cui rideva. Stringeva quegl’occhi verdi e allargava i lati della bocca così da far vedere le sue meravigliose fossette e i suoi denti perfetti. Parlammo molto. Gli raccontai che non vivevo a Londra ma a Hull, che non avevo un buon rapporto con mio padre –non andai nei particolari, anche se potevo fidarmi, non volevo raccontargli tutta la mia vita in un giorno. Del rapporto con mia sorella e con mia madre.
«Scusa, ho parlato tutto il tempo io.. » dissi sorridendo imbarazzata.
Nel frattempo avevamo camminato un bel po’. Eravamo in un parco, non molto grande, c’erano dei bambini che giocavano fra di loro o nei giochi. «Quanto sono carini.» pensai sorridendo.
Lui sorrise, mostrando di nuovo quelle fossette che tanto amavo «tranquilla! Mi è piaciuto ascoltare la tua storia.. e non voglio immischiarmi nella faccenda di tuo padre..»
Gli sorrisi. Stavo per rispondere quando mi squillò il cellulare. «Scusami..» dissi indicando il cellulare.
«Fa niente.»
Risposi «Pronto?»
«Skyler,dove sei?» era Anne.
«Vicino al milk-shake»
«Umh,e come va?»
«No,non vengo a mangiare! Ciao.» dissi chiudendo.
«Qualche problema?» mi chiese Harry.
«No.» dissi sorridendo.
«Non per farmi gli affari tuoi..ma dove mangi?»
«In realtà non lo so.» ammisi appoggiandomi ad un muretto.
Si mise le mani in tasca e sorrise. «Ti va di mangiare insieme?»
Rimasi bloccata. Harry Styles stava chiedendo a me di mangiare insieme.
 


Spero vi piaccia anche questo capitolo:) se vi va leggereste anche l'altra mia storia che sto scrivendo?:) Grazie!! M.
  
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