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Autore: Rosmary    22/06/2012    31 recensioni
Tutto ha inizio l'ultimo giorno di vacanza: è un mix esplosivo! Immaginate un gruppo di ragazzi delle più svariate età, aggiungete un gioco pestifero e un'ignara ragazza che ha solo commesso l'errore di far amicizia con il suddetto gruppo di ragazzi.
Hogwarts sarà teatro di una piccola sfida sentimentale: tra professori esigenti e maghi oscuri, ci sarà anche qualcuno alle prese con guai ben diversi da questi.
«Ragazzi, ragazzi! Frenate! Siete sicuri di volerci giocare?»
«Dai, Charlie, hanno detto di sì»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il giorno del compleanno di Hermione è arrivato e, paradossalmente, è proprio un lunedì. Un lunedì tanto amato dalla neosedicenne, dato che può dedicarsi interamente alle faccende di inizio settimana: le ronde da organizzare, nuovi compiti assegnati, programmi appena iniziati e tanto altro ancora. Un mondo intero in cui calarsi e grazie al quale distrarsi. Perché Hermione da quel martedì ha voluto soltanto distrarsi, distrarsi e non ascoltare, non pensare e non parlare, timorosa che qualsiasi cenno potesse annebbiarle nuovamente i sensi.

«Hermione! Buon compleanno!» L’abbraccio caloroso di Ginny, che ha appena raggiunto l’amica in Sala Comune.

«Grazie, Ginny» Ricambia l’abbraccio. Il tono è pacato e privo d’entusiasmo, mentre il sorriso è forzato e per nulla naturale.

«Come stai?» Chiede la più piccola, sondando l’umore del Prefetto.

«Bene» Quel sorriso forzato diviene sempre più artefatto «Ovviamente, bene»



«Sono stata una sciocca, Ginny. Come ho potuto credergli? E Ron me l’aveva detto. Ron! RON! Lo stesso Ron che è troppo ingenuo e distratto per afferrare al volo ciò che accade, lo stesso Ron che mi ha usata per un gioco…» Riprende fiato, ma non smette di andare avanti e indietro, consumando il pavimento della stanza «Quel RON ha capito sin dal primo momento TUTTO. E io cos’ho fatto? Ho protetto quel bugiardo, impostore…»

«Hermione, basta. Ho capito» Ginny, andandole incontro e abbracciandola «Calmati ora»

«Non ho nessuna intenzione di calmarmi»

«Vuoi vendicarti?»

«No» Rifila un’occhiataccia a Ginny, allontanandosi da lei «Ne ho abbastanza di questa storia: piani, giochi, scommesse. Io torno alla mia vita, alla mia routine. Fred Weasley non ha mai fatto parte della mia quotidianità. Il problema è risolto»



«Certo…» Perde anche lei l’entusiasmo, mostrandosi ancora una volta preoccupata «Hermione… ma perché non vuoi credere…»

«Ginny» Indurisce i tratti, facendo tacere l’altra «Io credo a quello che ho sentito»

«Non hai sentito tutto»



Una mano afferra la manica della divisa di Hermione, non appena quest’ultima ha abbandonato l’aula di Aritmanzia.

«Ginny, che modi» Stizzita.

«Lo so, scusa. È che ho appena saputo una cosa!» Sorride radiosa. Hermione inarca un sopracciglio «Ieri sera…»

«Non parlarmi di ieri sera»

«No, aspetta! Ieri sera non hai ascoltato tutto… Fred voleva dire un’altra cosa…»

Ma l’altra sbuffa «Ci hanno già provato sia Fred che George e, pensa, ci ha provato persino Dean» Un’ilarità fittizia «Vuoi sapere cosa penso? Il gioco li ha divertiti e vogliono solo farlo durare ancora un po’. Ma questa volta non partecipo»



«Quella è solo l’ennesima bugia» Stringe a sé la borsa con i libri «E lo sai anche tu» Abbandona la Sala Comune, diretta alle lezioni mattutine. Ginny, rimasta sola, scuote il capo, sinceramente convinta che Hermione in fondo conosca la realtà e abbia tanta paura di rimettersi in gioco.

 

****


«Fred»

«Freddie»

«Presente»



«Wow! Sono giorni che volevo far crescere un cactus sulla testa di qualcuno!»

Lee e Fred ridono di gusto, ed è l’ultimo a prendere parola «Davvero artistico!»

«Sì, sulla testa di Finnigan ha un certo fascino!» Continua a sghignazzare Lee, per poi guardarsi in giro «Un vero peccato che la tua bimbetta non abbia assistito allo spettacolo»

«Un vero peccato?!» Sgrana gli occhi George, accomodandosi sulla poltrona «Fortuna, direi! A quest’ora starebbe ancora sbraitando…»

«Puoi ben dirlo!» Fred, intercettando Ron «Ehi, Ron! Dov’è Hermione?»

Il più piccolo, sistemando la bandana sulla fronte, assume un’aria stranita e sottilmente soddisfatta «Non lo so. È entrata con me…» Osserva i vari studenti «…Manca anche Harry. Forse è con lui» E con queste parole torna al proprio triste compito, ossia mettere ordine in Sala e spedire tutti a letto. Possibilmente, evitando che l’episodio di Seamus trapeli: la sola idea di dover dare una spiegazione plausibile alla McGranitt lo imbarazza.

«Con Harry. Già ti tradisce?» Insinua divertito George, facendo ridere anche Lee.

Fred si limita a ghignare «Con quel mucchietto d’ossa?» Le ultime parole, prima di sbucare al di là del ritratto della Signora Grassa, ritrovandosi dinanzi una scenetta davvero interessante.



Lee e George scambiano un’occhiata complice. Il primo prosegue «Non funziona così, amico mio»

«Infatti. Se fissi il portone non la costringerai a entrare!» Completa George. Ma Fred resta in silenzio, sorseggiando il succo di zucca mattutino e fissando il portone d’ingresso della Sala Grande «Fred…» Lo scuote.

«George, ho capito» Si volta di scatto, facendo stranire i due «Sto riflettendo»

«Potremmo sapere su cosa?» Il tentativo di Lee.

«Per forza, mi servite» E un sorriso sghembo affiora sulle sue labbra «Hermione Granger sarà la mia ragazza entro questa sera» Brinda a se stesso, tornando a bere. George e Lee, senza ancora conoscere l’idea - sicuramente malsana - di Fred, ghignano.



«Hermione…» La chiama, un po' perplesso e un po' irritato. Ritrovarla tra le braccia di Harry non è uno spettacolo piacevole. Si avvicina, così da rendere palese la propria presenza, ma Hermione, scossa dai singhiozzi, non lo nota. È invece il Prescelto a intercettare il ragazzo e ad assumere nell'immediato un’espressione ben poco amichevole.

«Cosa vuoi?» Serra le braccia strette intorno al minuto corpo di Hermione, peccato sia lei a distaccarsi non appena comprende chi sia l’interlocutore di Harry.

«Cosa voglio?» Inarca un sopracciglio, prendendo seriamente in considerazione l’idea di dare compagnia a Seamus.

«Sì, Fred, cosa vuoi?» Interviene Hermione. Il dorso della mano asciuga frettolosamente le lacrime. Gli occhi arrossati e l’espressione delusa.

«Cos’è successo? Chi ti ha ridotto così?» Le si avvicina preoccupato, ma lei fa un passo indietro «Hermione…»

«Stai lontano da me»

«Cosa? Non capisco… cos’è successo?» Non s’avvicina, timoroso che scappi nuovamente. È scosso da sensazioni contrastanti: preoccupazione, rabbia, angoscia, curiosità, nervosismo. Un misto che può farlo esplodere, e infatti serrando i pugni rivolge un’occhiataccia a Harry «Tu ne sai qualcosa? Perché se vengo a sapere…»

«Cosa? Chi minacci? Harry non c’entra niente»

«Allora spiegami» Come al solito, la pazienza non è il suo forte «Perché sei in questo stato?»

«Fred…»

«No, Harry» Sorride all’amico, o almeno tenta di farlo «Ci lasci soli, per favore?» Harry, del tutto contrariato, annuisce e si allontana controvoglia.

Fred assiste in silenzio, privo di idee che possano spiegare il comportamento della ragazza «Mi dici cos’è successo?» Le si avvicina dolcemente, ma lei ancora una volta si scosta.

«Ho sentito tutto» Ma lui continua ad essere perplesso «Tutto quello che hai detto a Seamus»

«Ah…» Gratta il capo, tra l’imbarazzato e lo stranito «…Beh… io pensavo lo sapessi ormai, cioè pensavo fosse chiaro…» Alludendo, ovviamente, all’ultima parte del discorso «Sei arrabbiata per il cactus?» Si lascia sfuggire una risatina divertita.

«Ridi anche? Ma ascolti ciò che dici? Io… no... io non lo sapevo»

«Cosa non sapevi?» Questa volta, stanco della discussione sterile, le afferra le spalle e si avvicina «Hermione, cosa non sapevi? Che mi piaci? Questo non sapevi?!»

«Mi prendi in giro? Continui a prendermi in giro…» Non piange, è troppo orgogliosa per lasciarsi andare dinanzi a lui «Ti ho sentito. Per te è solo un gioco… mi sei stato intorno, no? Com’è che hai detto? I libri… le passioni…» Si agita tentando d’allontanarsi da lui, ma Fred serra la presa.

«Sei tu l’idiota adesso» Fred, serioso «Hai sentito solo questo?» Lei annuisce e lui china il capo, ridacchiando «Merlino, Granger! Dovrebbero ricoverarti»

«Basta. Non prendermi in giro»

«Non lo faccio» Torna a guardarla «Non hai sentito l’ultima parte. È vero, è iniziato tutto come un gioco, ma poi le cose sono cambiate… è un po’ che ho smesso di giocare» Le carezza il volto ora, certo che non sia più necessario trattenerla per evitare che fugga via «Tieni parecchio a me se sei in questo stato» Un dire sghembo, che tenta di spezzare la tensione. Lei tace per qualche istante, limitandosi semplicemente a osservarlo.

«Non ti credo»

«Cosa?»

«Non ti credo, Fred» S’allontana «Stai solo continuando a giocare e, come hai detto tu, io tengo parecchio a te. Ma io, appunto. Non tu»

 

****

«Harry! Ehi, Harry!»

Il cercatore si volta in direzione di un Dean particolarmente sorridente «Dean, cos’è successo?»

«Sei solo?»

«Non per molto, sto aspettando Ron e Neville» Ridacchia «La Cooman li ha trattenuti»

«Ah» Ghigna divertito «Aspettiamo loro, così lo dico a tutti»

«Seamus?»

«Sta benissimo, altrimenti Madama Chips non l’avrebbe fatto uscire» Fa una pausa, adocchiando Neville e Ron sbucare dall’aula «Non si è ancora fatto vedere in giro perché ha paura del trio» Sghignazza assieme a Harry.



«Sei contento ora? Allora? Guarda come ti hanno ridotto»

«Me la pagheranno»

Occhi al cielo ed espressione annoiata «Non farmi ridere… io mi scuserei se fossi in te» Si sistema meglio sulla sedia messa accanto al letto dove è disteso Seamus «E poi te la sei cercata. Se avessi parlato così della mia ragazza avrei fatto anche peggio»

Sorride a Dean «Forse me la sono cercata…» Il capo è immobile: il cactus è ancora lì e secondo Madama Chips occorrono tre giorni perché sparisca «…Mi divertiva…»

«Cosa?»

«Il gioco. Il gioco mi divertiva» Assume un’espressione dolorante, il medicinale inizia a fare effetto «Eravamo uniti, tutti. Senza Tu-Sai-Chi, il Profeta o il Ministro. Senza la Umbridge…» Deglutisce «Mi divertiva»

Cala lo sguardo Dean, avvertendo su di sé tutta l’angoscia provata dal proprio migliore amico «Possiamo essere uniti anche senza il gioco»

«No. Tu sai che non è così»

«Seamus» Scuote il capo il ragazzo di colore «Prima o poi capirai…»

«Prima o poi?»

«Sì. Fino ad allora… ci sono io» Gli sorride, per poi assumere un’espressione maliziosa «Comunque, io devo dirti una cosa!» Cala il tono di voce «Susan, l’amica di Meredith…»

«Meredith?»

«La Tassorosso»

«Giusto»

«Dicevo… Susan ha una cotta per te, me l’ha detto Meredith» Non gli dà tempo di rispondere che continua entusiasta «Io l’ho vista, è molto carina! Appena stai bene, le invitiamo da Madama Piediburro?»

Seamus accenna un sorriso «Se dici che è carina…»

«Fantastico!»



«Dean, eccoti. Perché hai saltato Divinazione?» Ron, imbronciato.

«Pasticca vomitosa! Salto tutte le lezioni»

«Ma stai bene…» Un titubante Neville.

«Certo che sto bene, mi hanno già firmato il permesso»

«Cosa voleva la Cooman?» Harry, sistemando gli occhiali.

Neville schiude le labbra, ma l’imbronciato Ron riesce a precederlo «Dirci che siamo in pericolo e che moriremo soffrendo»

«E che abbiamo un mese di vita… ha detto di non sprecarlo»

I quattro, all’unisono, scuotono il capo con aria rassegnata. Dean parla di nuovo «Oggi è il compleanno di Hermione» I tre annuiscono «Fred vuole organizzarle una festa a sorpresa, quindi…» Si rivolge a Ron «…Trattienila fino alle undici, allunga il giro di ronda se necessario…» Passa agli altri due «Voi due con me! Finalmente posso esibire i miei striscioni!» E così dicendo s’avvia alla Sala Comune, seguito da Neville. Harry temporeggia, rivolgendo l’attenzione a Ron.

«Le hai parlato?»

«No»

«Ma, Ron… potresti almeno provarci… è lunedì»

«Harry, non ci riesco. Mi sento così stupido e così in colpa…»



«Hanno litigato?»

«Hai sentito. Dovevi vederla, era sconvolta» Adirato, Harry batte i pugni sull’armadio «E io ero così arrabbiato con Fred, ho creduto a quello che mi ha detto lei»

«Non gli ha creduto?» Harry scuote il capo e Ron abbassa il proprio mortificato «Ѐ tutta colpa mia»

«Ѐ colpa di tutti» Guarda l’amico «Devi dirglielo tu»

«Non chiedermi questo, Harry»

«Ma a te crederà»

Ma Ron scuote ancora il capo «Non credo. Finché c’è questa scritta…» S’indica la fronte lasciata scoperta «…Non crederà a nessuno»

«Quando sparisce?»

«Lunedì prossimo, a mezzanotte»

«Una settimana» Stranito, continua «Ma il mese del gioco?»

Un sorriso amaro affiora sulle labbra di Ron «Fred ha vinto prima, quindi il mese non ha più senso. Lunedì a mezzanotte la scritta sparirà e il gioco potrà dirsi concluso»

 

****


Hermione ha trascorso la giornata tra lezioni, studio, impegni legati al ruolo di Prefetto e qualche augurio. I suoi genitori le hanno fatto recapitare una lettera colma di amorevoli parole e un regalo: un libro di favole, dove per ogni favola c'è un’annotazione della mamma legata a un episodio dell’infanzia della Grifondoro assieme a una fotografia. I regali sono arrivati anche da parte di Harry, Ron e altri, ma lei non ha prestato loro particolare attenzione. La sua mente è altrove da troppi giorni, i suoi occhi si soffermano sempre sulla stessa figura e il suo cuore ha ormai intrapreso una lotta all’ultimo sangue con il raziocinio. Lui, da quella discussione, non si è più avvicinato né l’ha più cercata, ma l’ha guardata ogni volta che gli è stato possibile, alle volte sorridendole, altre scuotendo il capo rammaricato e altre ancora con la voglia di parlarle con il solo sguardo. E lei ha bramato in segreto ogni sguardo e ogni sorriso, ha gioito ogni volta che lo ha sorpreso a scrutarla, mentre dentro di sé, come ogni ragazza innamorata, ha sperato che lui si avvicinasse e trovasse un modo, un qualsiasi modo, per riconquistarla. Ma Fred non l’ha fatto.

«Questa era l’ultima» Afferma Hermione con stanchezza, chiudendo la porta di un’aula «Possiamo tornare alla Torre»

Ron adocchia l’orologio da polso, soddisfatto «Sì, possiamo tornare» Le sorride imbarazzato, avanzando in silenzio insieme a lei. Solo quando arrivano al ritratto della Signora Grassa riprende a parlare, afferrando il polso di Hermione «Aspetta»

Si volta, guardandolo stranita «Dimmi»

«Scusami» Le libera il polso senza smettere d’osservarla in volto, seppure sia tremendamente imbarazzato «Scusami, davvero»

«Per il gioco?»

«Per tutto, Hermione. Mi dispiace» La bandana non è stata indossata questa sera, a coprire quel Perdente sono solo i capelli «Mi piacerebbe tornare ad essere tuo amico»

Scacciando la diffidenza, sorride divertita «Ronald…» Scuote il capo «…Questa non è l’ultima volta che litigheremo, ma questo non significa smettere di essere amici»

Sorride anche lui «Quindi, è tutto risolto?»

«Più o meno» Si scambiano un ultimo sorriso, un sorriso al sapore di pace, riconciliazione. Ron, finalmente in pace con se stesso e soprattutto con Hermione, pronuncia la parola d’ordine e la Signora Grassa – consapevole della festa – ridacchia frivola e ammicca in direzione di una Hermione alquanto perplessa «Avrà bevuto di nuovo»

«BUON COMPLEANNO, HERMIONE!» Sobbalza la Grifondoro, ritrovando l’intera Casa festante e calorosa. Le si avvicinano diversi studenti, alcuni completamente sconosciuti, dandole dei bacetti sulla guancia e rinnovandole gli auguri. L’atmosfera è allegra e gioiosa. Gli striscioni di Dean colorano l’intero ambiente, sono tutti animati e ritraggono palloncini, torte di compleanno e la ragazza stessa. Altri recitano “Buon Compleanno”. Un altro ancora reca stranamente l’immagine di un boccino d’oro e della Coppa di Quidditch con annessa la scritta “Campioni”.

«Ehm… Dean…»

«Ti piacciono, Ron?»

«Sì, ma quello cosa c’entra?»

Ridacchia Thomas «Quello c’entra sempre!» Ron, patito di Quidditch più del moretto, annuisce concorde.

«Bene, bene, bene! Grifondoro, attenzione!» Lee Jordan, con un megafono alla mano – chi gliel’abbia procurato non si sa. È in piedi sulla solita, povera sedia. Al suo fianco, in piedi su un’altra povera sedia, c’è George «Siamo qui per festeggiare il compleanno del Prefetto più rompi-bolidi della storia!» Ridono gli studenti, Hermione arrossisce divertita «Dai, allora! Cantiamo tutti insieme!» Stonato come una campana, inizia a intonare la classica canzoncina di Buon compleanno, coinvolgendo anche gli altri. Hermione, anche se lusingata, vorrebbe sotterrarsi. Troppi sguardi su di lei e troppa confusione. Troppo tutto e niente lui. Al termine della canzone arriva la torta di compleanno, Harry accende le sedici candeline, rispettando la tradizione Babbana per far sentire Hermione a casa. Lei, sempre più in imbarazzo, si presta anche a questo rito, al termine del quale torna a guardarsi intorno: continua a mancare qualcuno.

«George»

«Hermione! Ti piace?»

«Sì» Sorride, pronta a parlare ancora, ma George è più veloce.

«Ѐ opera di Fred. Tutto. Pensa, è anche andato dalla McGranitt per chiederle il permesso!»

Strabuzza gli occhi «E lei ha detto di sì?»

«Certo!» Ridacchia «Dopotutto è per la sua preferita la festa!»

Hermione sorride ancora «George…» Arrossisce «…Ma Fred dov’è?»

Un ghigno compare sul volto del gemello, che estrae dalla tasca un pezzetto di pergamena «Mi ha solo dato questo, è per te»

Titubante l’accetta, leggendolo in tutta fretta «Raggiungimi a mezzanotte» Mordicchia il labbro inferiore «Ma dove?»

«Boh!» Ghigna ancora il diciassettenne, lasciandola in compagnia dei dubbi e raggiungendo Alicia.

«Raggiungimi a mezzanotte… raggiungimi a mezzanotte… ma dove?!» Sbuffa imbronciata «Stupido Weasley!»

 

****


«Lumos»

«Ti avevo detto a mezzanotte. Hai visto l’orario? Sei in ritardo, Granger!»

«Fred!» Squittisce irritata «Se fossi stato più preciso, io sarei stata puntuale» Adocchia una lampada a olio impegnata a far luce, dunque spegne la bacchetta.

Lui sorride sornione, guardandola «Preciso, eh?! Ma non ci sarebbe stato gusto!»

«Gusto?» Ancora più irritata «Io non l’ho trovato affatto divertente» Porta le braccia conserte.

«Beh, potevi non venire»

«Come?»

«Hai sentito!» Ghigna «Potevi ignorarmi»

«Non mi andava» Poggia la schiena contro la parete, indirizzando il capo verso l’alto per guardare Fred in viso.

«E come mai non ti andava?» I palmi di lui s’adagiano alla parete, ai lati delle spalle della ragazza, braccandola per l’ennesima volta.

«Volevo un po’ di tranquillità. La festa che hai organizzato è troppo chiassosa per i miei gusti»

«Granger, le feste devono essere chiassose» Le sorride malizioso «Comunque mi hai trovato»

«Non era difficile»

«Infatti»

«Tu sei un appassionato…»

«…di tunnel»

«Botole»

«Questo è un tunnel!»

«No! Ѐ una botola!»

Amplia il suo sorriso «Visto!» Lei appare stranita e lui prosegue «Siamo entrambi legati a questo posto… l’hai capito subito e mi hai raggiunto»

«Solo perché è il primo posto in cui mi hai portata»

Fred scuote il capo, accarezzandole il volto «No, Hermione. Perché qui è iniziato tutto»

«Io non mi fido di te»

«Allora perché sei qui?» Lei boccheggia, in imbarazzo «Il gioco è finito» Ora le espressioni di entrambi sono serie «Devo aggiungere altro?»

«Questa settimana mi hai ignorata»

«Perché sei un’antipatica testarda!» Sorridono assieme «Mi avresti solo fatto perdere la pazienza»

«Però ne hai avuta, aspettando sino a oggi» Un luccichio illumina lo sguardo di Hermione.

«Quando qualcosa mi interessa posso fare un’eccezione»

Sorride ancora più apertamente, inarcando maliziosa un sopracciglio «Niente auguri?»

«Perché? È il tuo onomastico?!» L’afferma sarcastico.

Divertita, gli dà un debole pugno sul petto, per poi tornare al reale motivo che li ha portati lì «Cosa vuoi, Weasley?»

«Una possibilità» Ѐ sempre più vicino a lei e al suo viso.

«Niente dichiarazione strappalacrime?» Lo afferma con sarcasmo la strega, trovando il coraggio di unire le proprie mani all'altezza della nuca di Fred.

«Neanche morto!» E tutto diventa buio per i due studenti. Fred, trepidante, non riesce a evitare l’incontro con le labbra di lei, e Hermione non riesce a dare ancora ascolto al raziocinio – com’è già accaduto, quando è in presenza di quel mago tutta la sua razionalità crolla. Tra i due non ci sono promesse d’amore eterno né confessioni né dichiarazioni strappalacrime, sono solo due ragazzi che oggi si sono scelti.









 
 
Angolo Autrice:
Eccomi qui, a concludere anche questa long. Spero davvero che la conclusione sia stata di vostro gradimento, ho preferito un finale "aperto", diciamo così. Ognuno può immaginare ciò che vuole, ossia che la loro storia abbia funzionato e sia andata avanti o, per gli amanti del canon, che la storia si sia poi conclusa, con le conseguenze che conosciamo. Non ho toccato, volutamente, la morte di Fred. Lui qui, ora, è vivo e a noi piace così! Detto questo, ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita con delle bellissime recensioni, ricche d'entusiasmo <3 Ringrazio, ovviamente, chi ha seguito questa storia leggendola semplicemente e tutti coloro che hanno voluto inserirla tra le seguite/ricordate/preferite!
Un bacio! Alla prossima :)
   
 
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