Serie TV > Lost
Segui la storia  |       
Autore: Leannel    08/01/2007    0 recensioni
-La storia semplice di due elementi completamente diversi e assolutamente affini.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sayid, Shannon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTO IV e Conclusione

ATTO IV e Conclusione.

Tutto è accaduto decisamente troppo in fretta per essere descritto. È accaduto di nuovo. Lei è stata di nuovo male, insomma. È stata male sul serio, e Jack né Boone né nessun altro ha saputo più che cosa fare. Sayid ha avuto di nuovo la sensazione di essere imprigionato nel plexiglas, mentre lei respirava così male da non riuscire a chiamare nemmeno il nome di Boone. E allora è successo. Molto peggio di perdere le staffe, mettersi a gridare, a imprecare, o qualsiasi altra reazione follemente normale che un uomo qualsiasi avrebbe potuto avere. Sayid ha iniziato a non pensare più. Per questo avvicinato Jack, per questo gli ha esposto il suo piano. A Jack è sembrato un piano ragionevole. D’altra parte non aveva nessuna idea migliore. In realtà era rimasto a corto di idee.

Sayid non pensa più alla donna coreana che ha qualcosa da dire. Non pensa più a Boone,c he è sempre d’intralcio. Pensa solo a Sawyer, che è un uomo irragionevole e lo detesta.

Così lo ha fatto di nuovo. Ci sono voluti molto più di sette anni per assorbirlo e dimenticarlo, per andare avanti, ma Sayid l’ha fatto di nuovo.

E Adesso, due, tre, sei, dieci ore dopo, non riesce a smettere di pensarci. Non ha importanza il contorno. Non ha nessuna importanza che Sawyer l’ha fatto per niente, tranne le attenzioni della bella Kate, non ha nessuna importanza che la donna coreana abbia trovato una soluzione. Nessuna. Sayid si rende conto d’essere l’unico colpevole dell’intera vicenda. Ha sollevato il coperchio. Si sente stupido, solo e bugiardo. Non si fida più nemmeno di sé stesso. In particolare non si fida di sé stesso.

Cosa fai, cosa accade, non è importante sull’isola. Loro possono dimenticare. Ma Sayid no.

Sayid non può di certo dimenticare sé stesso. È uno strano senso di vergogna che s’impossessa di lui. Ma è molto più della semplice vergogna.

Che cosa farò adesso? Che cosa accadrà adesso?

Tiene una mano nella sabbia e con l’altra le foto di Nadia.

Ci incontreremo nella prossima vita, se non in questa-

Dimenticala. È l’unica cosa da fare. Dimentica quello che eri prima di essere qui.

Sayid non è un uomo forte a sufficienza. Sayid è un uomo saldo, un uomo saggio, ma perdio non è forte. Non lo è abbastanza.

Però Sayid deve ammettere che vederla respirare decentemente, dopotutto, non è stato male. L’ha fatto strare meglio per quei trenta secondi.

Basta.

Perché lo senti perfettamente. Che se resterai fermo ancora per un po’. Continuerai a pensare finchè. Finchè non impazzirai. E la tua presenza sarà del tutto. Inutile.

Per cui questo devi fare. Devi trascorrere del tempo da solo e riflettere, sulla bionda, su Nadia, sul bamboo tra il polpastrello e l’unghia, sul coltello. C’è una cosa che non capisce. S’è fermato soltanto quando lo ha ferito. Dio, quanto sangue.

Questo lo ha fermato, il sangue?

Guardati. Sei un uomo pieno di risposte, e non ne hai nemmeno mezza per te.

Sayid si alza dalla sabbia e mette le foto nella busta, tra la cinta e la pancia nuda.

Raduna qualche bottiglia, che poi andrà alla sorgente a riempire, in silenzio, senza farsi vedere da nessuno. È pomeriggio, ma alle grotte sembra sempre notte. Prendo la maglietta che ha salvato dal disastro, un coltello, carta e penna e altre cose più o meno utili. Forse le sta radunando solo per occupare il suo tempo, prima di andarsene. Quando gli sembra d’aver preso tutto, allora si siede, guarda per un po’ il suo vecchio fuoco e il sole negli occhi. Chi penserà al suo fuoco? Deve dire due parole a Kate, a proposito. Si giustificherà in qualche modo. Non vuole parlare con Jack, né tantomeno con Sawyer. Chissà cosa sanno gli altri.

“Ciao” lei è arrivata senza che Sayid la sentisse. Il suo scialle è ricomparso. È di nuovo pulito come il primo giorno, probabilmente Boone ha pensato di lavarlo per bene.

Sayid è scosso dal suono della sua voce. Ormai, non era abituato a nessun’altra voce che quella dei suoi pensieri. Un suono monocorde ormai da un sacco di tempo.

Sayid è un uomo severo, ma è così poco fiero di sé stesso da non riuscire a guardarla negli occhi. Cosa penserà? Sicuramente lei sa tutto.

‘Ti ho giudicato male’ dirà ‘Tu sei uno… uno che fa male alla gente’ adesso come adesso, Sayid sente che non può sopportarlo un rifiuto, da parte di nessuno, e in special modo da parte della principessa.

Certo. Lei è molto americana. Non capirà. D’altra parte non c’è niente da capire, sei colpevole, e in quanto colpevole, sei solo.

Silenzio.

“Io volevo chiederti scusa” dice lei. Non lo dice con la solita semplicità. Pare che sia una persona difficile alle scuse. Che dolce.

Lo scialle è così rosa che risalta sul pallore del suo corpicino magro. È bellissima.

Sayid non sa spiegarsi delle parole simili.

“Hai fatto tutto questo perché… e io… non potrò mai…sono una frana. Jack ha detto che tu eri…”

Sayid sorrise. Una frase composta da scomposte frasi senza una coda.

Ad ogni modo è sempre più incerto, e questa sensazione lievita, quando lei si avvicina.

“Hai pianto?” gli chiede

davvero? Si dice lui, ho pianto?

Annuisce.

Lei sorride e gli toglie quel che resta di una lacrima dal viso.

È un nuovo lunghissimo, perfetto istante. Sayid si sente un po’ meno colpevole, e anche Shannon.

Gli espressivi occhi di lui riprendono il tono usuale, perdendo quell’idea di disperazione.

Restano per un po’ in silenzio. Nessuno dei due sa quanto. Sull’isola il tempo non conta niente.

“Cosa ci fai con quella roba?” dice lei. Parla dello zaino.

“Credo che starò via per qualche giorno” lei è delusa. Proprio adesso?

“Io devo andarmene.” Pausa “Ho fatto una cosa che mi ero promesso di non fare più.” Le loro mani si toccano. Sono dolci e stupidi come due adolescenti, adesso, perché anche lui è estremamente vulnerabile. “Se non posso fidarmi di me io…”

Lei annuisce. Capisce perfettamente. Certo, la cosa le secca.

Si avvicinano. Lei, la principessa, emana l’odore profondo dell’eucalipto, che la donna coreana ha usato come medicinale. È un odore che le si addice, dolce e acre allo stesso tempo, ed estremamente fresco.

Si fissano. Non c’è nient’altro che possano fare, se non guardare l’uno negli occhi dell’altro. Hanno entrambi bellissimi occhi, sinceri.

“Lo fai anche per quella donna, vero?”

lui risponde con un silenzio di assenso.

Sayid le sfiora le dita. Senza staccare un attimo gli occhi da lei, non ci riesce, si alza e prende lo zaino. Come in quella canzone di Damien Rice, non riesce a staccarle gli occhi di dosso. Sempre guardando nella sua direzione, si allontana. Anche lei lo segue con lo sguardo.

La Principessa aveva seguito il Soldato, aveva sentito dalle sue labbra i suoi racconti, e adesso non voleva perderlo. Ma la Principessa lo lasciò andare, perché sapeva che sarebbe tornato diverso.

THE END-

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lost / Vai alla pagina dell'autore: Leannel