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Autore: FlaviaBat    25/06/2012    4 recensioni
Ciao belli :33 Questa è la prima storia che posto su EFP, siate buoni! D: Racconta di una ragazza, Emma, del suo più grande sogno, della sua grande difficoltà e della sua forza. Siete pronti a seguirla in questo breve viaggio verso la felicità? Buona lettura e mi raccomando, recensire :33
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'episodio precedente...
Era ora di cena, quindi Zayn provò a farsi un programma mentale...
Che sorprese riserverà a questa meravigliosa creatura?
Emma che farà, gli dirà della malattia o no?

L'unica cosa da fare è aspettare, e provare a sognare le cose più belle che un ragazzo innamorato dal primo sguardo possa fare per lei.

 

Nuovo capitolo...

La limousine li portò direttamente davanti a un lungo tappeto rosso, simile al Red Carpet, solo che questo, al posto delle transenne, aveva molti lumini. Zayn le prese la mano, delicatamente, come se fosse un gioiello prezioso, e la fece scendere dalla macchina. Camminarono fino all’entrata, dove Zayn le aprì la porta con un inchino: -Dopo di lei, signorina- -Oh grazie, messere!-. Quindi si misero a ridere, notando tardi che la gente ai tavoli li stava guardando. Quindi si schiarirono la gola, e cercarono un tavolo per due. Emma non era vestita bene, e il lusso intorno a lei la metteva a disagio. Non appena trovarono un tavolino con una rosa rossa in centro, Zayn le spostò la sedia e la fece sedere. Che galantuomo! –Zayn, Zayn…Zayn! Va bene anche se ti comporti normalmente!- disse lei, ridendo a bassa voce. –Ma io sono fatto così, almeno, voglio essere così, per te-. Lei arrossì, e abbassò lo sguardo. –Hey…Emma, ti sembra che stia correndo?- -No, per niente, non credo neanche che sia reale tutto questo… è impossibile che tu sia qui con me…- -Ci dovrai fare l’abitudine allora- disse lui, finendo con un occhiolino. Mangiarono bene tutta la sera, ridendo e scherzando, e a fine cena, lui le chiese di lei: -E tu? Che programmi hai per il futuro?-. La domanda la spiazzò, certo, non gli aveva neanche accennato della sua malattia… Allora pensò a cosa le sarebbe piaciuto fare: -Io… amo cantare quindi… mi piacerebbe diventare cantante-. Zayn si illuminò, come se avesse un’idea in testa. Pagò la cena velocemente e la trascinò fuori dal ristorante, urlando un “Arrivederci!”. Alla faccia dell’educazione della prima serata!
La limousine aspettava fuori, e non appena entrarono, Zayn chiese all’autista di portarlo a casa sua. In meno di cinque minuti furono davanti alla porta. Lui uscì dall’auto, sussurrandole: -Aspettami qui, ci metto meno di un minuto.-. E così fu. Quando rientrò in macchina, teneva in mano una chitarra foderata; sussurrò qualcosa all’orecchio dell’autista e ripartirono. Emma lo guardò turbata. E lui, come spiegazione, le parlò ispirato: -Sai, dicono che la luna piena porti fortuna…-. Emma guardò fuori dal finestrino, ma non riuscì a vederla. Dieci minuti dopo, Zayn la fece uscire come quando erano davanti al ristorante, e parlò calmo: -Dovremo camminare un po’, saliremo su quella collinetta.-. Era una collina abbastanza alta, con un albero che copriva una piccola parte. Emma cercò di non mostrare gli sforzi, salendo su di essa, e quando Zayn non la guardava, emetteva un sospiro di dolore. Ogni giorno che passava, la spina dorsale non la reggeva più. Quando arrivarono, si sedette sul praticello fresco, e lui vicino a lei. Tolse la fodera alla chitarra, e cominciò ad accordarla. –Sai…- cominciò Zayn, -non ci ho mai portato nessuno, qui…- -Ne sono onorata- disse lei, cercando il suo sguardo. -Non è da molto che suono la chitarra, ma questa canzone riesco a suonarla, e vorrei dedicarla a te.-. –L’hai scritta tu?- -No, è “Gotta Find You”-. Il significato della canzone lo sapeva bene Emma, amava quella canzone, e aveva letto più volte la traduzione. Quando cominciò a suonare, le vennero i brividi. Non credeva che quelle mani potessero suonare così dolcemente. Arrivò al pezzo che in italiano dice così:
 

Sei la voce che sento nella mia testa,
la ragione per cui sto cantando.
Ho bisogno di trovarti, devo trovarti
Sei il pezzo mancante di cui ho bisogno,
la canzone dentro di me.

Ho bisogno di trovarti, devo trovarti.
Sei il rimedio che difficilmente sto cercando
per risolvere il puzzle che vedo dentro me.
Dipingendo tutti i miei sogni
del colore del tuo sorriso,
quando ti troverò tutto andrà bene.

 
I suoi occhi si spostarono su i verdi innocenti di Emma, e le trasmisero tante emozioni, indecifrabili, indistinguibili. La sua voce intonata e sicura combaciava a quella di un angelo. Mentre cantava e suonava, il suo sguardo nel suo rendeva il tutto ancora più intimo. Quando finì la canzone, Emma scoprì di essersi avvicinata ulteriormente a lui: -E’ stupenda, sai? Una delle canzoni più belle che abbia mai sentito, e tu l’hai resa ancora più bella. Grazie, Zayn.-. I suoi occhi brillavano, riflettendo la luce delle stelle. –Senza di te non avrei potuto mai suonare e cantare così. Sei stata un’ispirazione, stamattina, e ho passato il resto della giornata a imparare questa canzone…sapevo che sarei riuscito a rivederti. O almeno, ci speravo tanto. Mi sarebbe piaciuto davvero tanto portarti qui, nessuno conosce questo posto, e io l’ho riservato per una persona speciale.-.
Lusingata, Emma sorride, con le lacrime agli occhi. Sbattè le palpebre, facendole uscire per non ostruirle la vista del ragazzo perfetto, o almeno, angelo che aveva davanti. Lui tese una mano verso la sua guancia, e asciugò le lacrime con il pollice. Emma alzò lo sguardo, e con sorpresa, notò la luna, piena, alta in cielo. –Grazie, Zayn, grazie!-. Cercò di dire lei, ma i singhiozzi ebbero la meglio. Zayn la abbracciò e le accarezzò i capelli: -Em, va tutto bene, l’ho fatto con il cuore, e mi fa piacere che ti sia piaciuto.-.
Lei alzò lo sguardo, e vide che lui la stava guardando. –Perché non canti per me?-. Questo la risvegliò: -Cosa? Io? Per te? Sei matto?- -Che c’è, ti vergogni?- -No, cioè si, cioè… Non stasera…- -Va bene-.
Si addormentarono abbracciati, Zayn appoggiato con la schiena all’albero, ed Emma coricata con la testa sulle sue gambe. I dolori la tennero sveglia per quasi tutta la notte, e si rese conto che il suo cuore non la poteva più reggere abbastanza. Il mattino dopo, chiese a Zayn di poter telefonare privatamente, e lui la aspettò lontano, seduto.

-Papà, non sono riuscita a dormire…
-Hai male?
-Sì… credo che mi rimangano due giorni, ma non ne sono sicura…
-Zayn è lì con te? Lo sa?
-No, non lo sa…
-Perché non glielo dici?
-Non voglio complicare le cose… Ascolta papà, se non dovessimo più s…
-Emma, non dirlo. Devi essere forte. Se dovesse succedere qualcosa di brutto, telefonami subito. Ok?
-…Ok…

Spense la chiamata, e subito si rese conto delle parole che aveva detto: le rimanevano due giorni. Due.
Certo non era sicuro, ma il dottore, quando l’aveva visitata, aveva detto che se non fosse riuscita a dormire per via della respirazione,

il tempo si sarebbe accorciato ulteriormente.

   
 
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