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Autore: Darkvayne    30/06/2012    1 recensioni
Vi siete mai chiesti se è possibile trasformare la determinazione in odio?un uomo ci riuscì,il suo nome era Noah Von Ronsemburg,meglio conosciuto come il Giudice Magister Gabranth.
Questa è una storia che scrivo al fine di colmare una grande fetta della vita di uno dei miei personaggi preferiti,il Giudice Gabranth,con una storia da me inventata.La storia copre un arco di tempo che parte dalla sua infanzia a 10 anni,fino ad arrivare al termine degli eventi di Final Fantasy XII.La storia è essenzialmente frutto della mia fantasia e viene raccontata dagli occhi e l'anima di Gabranth.
Si tratta del mio primo racconto e spero che lo gradirete,accetto in tal senso critiche e giudizi al riguardo.
Il vero scopo però di tutto ciò non è solo quello sopracitato,no,il vero scopo è condividere con tutti il mio pensiero su esso,e per farvi scoprire il Giudice Gabranth,ma non il Giudice Gabranth che avete visto nel gioco originale,ma la sua intera storia che risiede nella mia mente.
Perchè questo non è altro che il racconto di un povero sognatore che non è capace di tenere a bada la propria mente.
Buona lettura.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabranth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nalbina era diversa da come me l’aspettavo,i viaggiatori che passavano per il villaggio quando raccontavano di Nalbina dicevano che era una delle più fiorenti città di Ivalice,benché fosse sotto il dominio di Archadia.
Mi ero immaginato enormi grattacieli,complesse strutture, aeronavi cittadine qua e là.
E invece no,vi erano numerosissimi piccoli mercatini e chioschi dove vendevano di tutto e di più,dalle armi,al succo di cactus,dai migliori prodotti per importazione ai falsi più sfacciati.
Il numero di gente che fluiva in quell’unica via era pazzesco,benché fossi appena entrato dalle porte a Nord della città nessuno,neppure le guardie imperiali mi avevano notato.
Da quando era terminato il funerale della mamma non avevo mangiato ne bevuto nulla e avevo dormito solo per poche ore,ero incredibilmente distrutto e senza un soldo per potermi acquistare qualcosa con cui recuperare un poco le forze.
Quei pochi secondi mi sembravano ore e ore,i miei passi erano lenti,i battiti del mio cuore erano lenti,non riuscivo a vedere nessuno,la mia vista era offuscata,il tempo si stava fermando per me in quei pochi istanti,tutti coloro che erano intorno a me,alla mia vista sembravano muoversi ad una velocità spaventosa,non riuscivo a comprendere più nulla.
Feci un altro passo,l’ultimo,e mi sembro di camminare nel vuoto,di aver appena posato il mio piede in un burrone,caddi a terra stremato,ancora nessuno si occupava di me,tutti erano distratti nelle loro compere e nessuno mi notava.
La mia vista si appannò ancora di più rispetto a prima,della sabbia mi era finita negli occhi ,ma nonostante ciò le mie palpebre non se ne curavano e si muovevano lentamente,tentando di mettere a fuoco il volto di un individuo…no…due individui…non riuscivo a capire nulla,il volto di uno per quel poco che vedevo era lungo e di un colore azzurro pallido,mentre l’altro sembrava molto più tozzo e mi sembrava fosse marrone e rosa pallido,con una grossa chiazza verde sul volto.
-Ehi…guarda questo…-
Furono le ultime parole che riuscii a captare,poi più nulla,socchiusi gli occhi e mi persi in un abisso oscuro.


Non fu immediato,ci vollero alcuni minuti perché mi rendessi conto di essere sveglio.
I miei occhi erano ancora chiusi e mi sentivo incredibilmente debole,la sensazione di vuoto all’interno del mio corpo era insopportabile,ed ero affamato,molto affamato.
Lentamente riuscii ad aprire gli occhi,ero disteso su un letto in una piccola stanza,grande all’incirca come quella che condividevo con Basch al villaggio,vi erano altri due letti al suo interno.
La camera pareva davvero molto spoglia,solo pochi ornamenti qua e là e un piccolo tavolo da lavoro dove vi erano carta e penna.
La vista finalmente mi si schiarì e riuscii ad alzare il busto e a guardarmi meglio intorno.
Vi era una piccola finestra in alto e una grossa porta in legno e ferro.
A giudicare dalla luce doveva essere circa mezzo giorno.
Rimasi così,fermo,poi mi distesi sul letto e iniziai ad ascoltare le voci che per tutto il tempo inondavano la stanza in un’indistinguibile ammasso di parole.
Eppure nonostante ciò tutto quel ronzio di voci,quello sciame di inutili chiacchiere non penetrava nella mia testa,anzi sembrava quasi fare da sfondo all’intera città.
D’un tratto la porta scricchiolò e lentamente iniziò ad aprirsi.
Due figure entrarono,la mia vista era ancora leggermente appannata ma riuscivo a distinguere più o meno bene ciò che mi circondava,dovevano essere coloro che mi avevano portato fino a li. Erano una coppia abbastanza inusuale da vedere,un Bangaa e un Seeq, non dovevano essere molto più grandi di me,benchè il Bangaa fosse più alto del sottoscritto di due o tre spanne w il Seeq fosse più basso di me di pochi centimetri erano chiaramente dei bambini. Tuttavia la loro massa muscolare era molto più sviluppata rispetto alla mia,perfino quella del Seeq che è una razza famosa per la sua stazza.
-Ah,ti sei svegliato-disse goffamente il bambino Seeq.
-Ti senti meglio?-mi chiese il Bangaa. Ero un po’ perplesso,ed ero molto affamato ma tutto sommato stavo bene,per cui annuii.
-Ti abbiamo trovato in mezzo al Bazar- mi disse il Bangaa.
-Non ti aveva notato nessuno,ma non fraintendere,la gente da queste parti è sempre gentile,ma in questo periodo vi sono grossi sconti sulla merce e nessuno bada a nessun’altro,quelli che ti hanno visto a terra evidentemente pensavano che tu fossi caduto e non sono stati li più di pochi secondi tornando subito ai loro acquisti-. Mi spiegò il Bangaa.
-A proposito,io mi chiamo Brom,e questo Seeq si chiama Bansat viviamo e lavoriamo insieme qui a Nalbina-. Il Seeq si avvicinò al mio letto e mi osservò per un po’.
-Di dove sei?non ho mai visto persone bionde qui a Nalbina-.
-Sarà di Landis,ricordi quella carovana di viaggiatori che è arrivata qui qualche tempo fa da un villaggio lontano,da Landis appunto,erano tutti biondo sabbia proprio come lui-.
-La gente dalle mie parti ha sempre i capelli così,ogni tanto qualcuno ce li ha castano scuro  ma in gran parte ce li abbiamo biondi-. Dissi.
-Finalmente hai parlato! Allora non stai così male come pensavamo,allora ce la fai a fare uno spuntino?-
-Eccome!- a sentire la parola spuntino rinacqui immediatamente,pronto a degustarmi il pasto.
I due presero dalla loro sacca tre pacchi e li aprirono,all’interno vi erano del riso,un po di carne e delle verdure bollite,senza il benché minimo condimento per tutte le pietanze.
-Ecco a te amico-.
Assaggiai un po’ di riso,era freddo e quasi raffermo,e non aveva sapore,diedi un assaggio alle verdure ma erano solo state bollite senza nessuna spezia e non erano così buone,infine assaggiai anche la carne,più speranzoso che mai,ma venni deluso.
Probabilmente avevano solo messo un po’ di carne sul fuoco per due o tre minuti e poi gliel’hanno consegnata,anche perché sembrava un po’ cruda.
Iniziai a malincuore a mangiare,tuttavia benché il cibo fosse così penoso lo divorai in men che non si dica,e anzi mi sembrò quasi buono come uno dei piatti della mamma da tanto ero affamato.
-Ehi! Amico calma,mica scappa via il riso-disse Bansat.
-Devi sapertelo gustare bene il cibo anche se fa schifo come questo-.
-E tu ne sai molto vero Bansat?disse scherzosamente Brom-.
-Vorresti forse insinuare che sono grasso lucertola?-
-No che sei una palla di lardo!-
-Su ragazzi calmatevi!finiamo di mangiare!-conclusi io tentando di riappacificare i miei due salvatori. Il silenzio aleggiò per qualche minuto e infine mi decisi e ruppi ogni indugio facendo qualche domanda.
-Voi lavorate qui giusto?-
-Si certo-mi rispose Bansat.
-E che genere di lavoro fate?-
-Alziamo e solleviamo grossi sacchi di cemento,o aiutiamo a spostare rocce e mattoni per alzare le mura di Nalbina,è massacrante ma se non altro ci guadagniamo bene da vivere-mi disse Brom con un velo di tristezza in volto.
Quei due dovevano essere orfani come me probabilmente,per questo erano costretti a lavori massacranti nonostante la giovane età.
Sembra che anche io sarei stato costretto a quel destino.
-Pensate che potrei lavorare con voi?-chiesi.
Ormai non avevo nulla da perdere,avevo solo loro che mi potessero aiutare a ricominciare una nuova vita,ormai quei due per me erano l’unica speranza di vita.
Non potevo fare altro che stare con loro.
-Certo,perché no?chiederemo al capo cantiere-.
 
E fu così che entrai a far parte di una nuova famiglia.
Vissi insieme a Bansat e Brom per quasi un anno,vivendo con loro momenti belli e momenti brutti,nonostante il cibo orrendo,le abitazioni orrende,la vita orrenda,il lavoro orrendo ero tutto sommato felice di essere li,di non essere solo.
Che io sappia se non sono rimasto per sempre a vivere con loro fu per un evento,un evento che non avrei mai potuto immaginare.
Era il giorno della rassegna.
Durante questo giorno gli uomini dell’esercito Archadiano chiamavano volontari dai dieci anni in su per il loro esercito.
Benché in questa maniera si potesse accedere a una vita migliore,il mio odio mi impediva di unirmi a loro.
Eppure bastò un solo inutile oggetto,bastò un semplice oggetto a farmi cambiare idea e a lanciarmi in questo inferno:un giornale.
Avevamo appena terminato il turno mattutino e ci apprestavamo a consumare il nostro pasto.
Io e Brom avevamo preso il solito pasto datoci al cantiere e stavamo aspettando Bansat sulle scalinate dell’Aerodromo.
Lo aspettammo per una mezz’oretta,quando finalmente la possente figura del nostro amico ci raggiunse correndo.
Appena ci raggiunse ansimava come un matto e aveva con se il giornale di Nalbina.
-Che è successo,perché ci hai messo così tanto?-chiese Brom.
Bansat sembrava al settimo cielo consegnò il giornale al mio buon amico Bangaa.
Non diedi particolare attenzione a ciò che i miei due amici stavano facendo,il sole picchiava forte e io ero affamato e impaziente di pasteggiare.
-Accidenti,niente male!-disse Brom.
-Magari ci fosse qualcosa del genere anche da noi a Nalbina,quelli di Dalmasca sono fortunati!-concluse Bansat.
Ma d’un tratto Brom disse una frase che mi fece gelare il sangue.
-Ehi!Bansat da un’occhiata,non ti sembra che questo tizio assomigli a Noah?-
Un brivido mi attraverso la spina dorsale fino.
-Noah da un’occhiata-mi chiese Bansat.
Presi il giornale e guardai agghiacciato il titolo.
“Giovane eroe aiuta in maniera decisiva la battaglia di Dalmasca contro Archadia,respingendo le truppe nemiche”.
E sotto di essa,vi era una grossa fotografia di Basch.
Ancora.
Ancora una volta.
Ancora una volta ero costretto a riaffrontare il mio passato,a incontrare il mio odio incontrastato.
Strappai il giornale facendolo a pezzi.
Eroe?eroe?un uomo che tradisce la sua patria e la sua famiglia può essere definito eroe?
Sentii il dolore sulla mia pelle,fino ad andare sotto la cute e penetrare nella carne…poi nelle vene,poi nelle ossa,fino a raggiungere il mio cuore impuro e a strapparlo dal mio petto.
Mi ero illuso,mi ero illuso di poter ricominciare una vita,ma adesso basta,ora sapevo cosa dovevo fare.
Sapevo di chi era la colpa di tutto ciò,chi era la ragione del mio odio.
Buttai a terra il cibo e corsi velocemente fino alle porte della città,Bansat e Brom tentarono di seguirmi ma in poco tempo li seminai.
Ed eccoli…gli Archadiani dannati che osservavano i giovani messi in fila per capire chi poteva entrare nell’esercito e chi no.
Mi misi in fila insieme a loro.
Vidi Brom e Bansat che mi raggiunsero e da lontano osservavano il mio tradimento.
Mi dispiace amici miei,mi dispiace tanto. Ma non posso andare avanti così,io devo…io devo farla finita con questa storia.
L’esaminatore ci guardava uno a uno confermandoci se adatti o meno.
Uno a uno li faceva salire su un grosso carro trainato da Chocobo,oppure li scartava semplicemente,cacciandoli via con la cosa tra le gambe.
Infine giunse a  me,l’ultimo della fila.
Mi guardò negli occhi con uno sguardo di ghiaccio. Rimasi impassibile,e non abbassai lo sguardo,risposi al suo,lo guardai male,gli trasmisi un pò del mio odio per il mio fratello traditore.
Sembrò stupito di ciò,e iniziò ad analizzare la mia muscolatura e il mio volto,guardando in alcuni punti specifici come aveva fatto con altri della fila.
-Dottor Cid?-
Chiese un soldato alle sue spalle con un foglio e una penna in mano.
-Questo è probabilmente adatto,fallo salire sul carro-.
-Dottor Cid volete dire che finalmente..?-
-Può essere mio caro può essere,muoviti ragazzo Sali sul carro-mi disse.
Obbedii e salii sulla vettura.
Guardai i miei amici da lontano,ma benchè ci provassi non riuscivo a dispiacermi,sapevo di aver fatto la cosa giusta.
Diedi un ultimo saluto ai miei due amici e mi sedetti.
Fratello,mio caro fratello,ora ho capito che non è l’esercito di Archadia il vero male,sei tu,tu e il tuo sciocco egoismo,tu dannato traditore senza onore,ma sappi che non finisce qui….io ti troverò…e ti ucciderò…perché da adesso in poi,io sono la giustizia!

   
 
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