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Autore: Artemis00    17/01/2007    29 recensioni
AU, OOC (ma non del tutto). Naruto, Sasuke, Gaara e Lee si iscrivono allo stesso college maschile... ne vedremo delle belle! Sasunaru, Gaaralee e... un sorprendente mordi e fuggi. Non vi anticipo nulla...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sabaku no Gaara , Naruto Uzumaki, Rock Lee, Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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College

College!

 

Titolo: College!

Titolo capitolo: First day… and surprise!

Autore: Artemis.

Pairing: Sasunaru Leegaara.

Rating: Nc13.

Personaggi: un po’ tutti.

Particolarità: Yaoi, AU, OOC (ma non i personaggi principali)

Genere: Romantico, parodia.

 

 

First day and surprise

 

Dal diario di Sakura:

“ Domani è il mio primo giorno di scuola. Sono triste perché l’estate è finita e non rivedrò più Sasuke… ma perché si è scelto un istituto maschile? Proprio non lo capisco…”

 

Lee si svegliò presto quella mattina… insomma… lui si sveglia sempre all’alba! Sbadigliò e aprì le finestre, facendo entrare i raggi di sole e soprattutto il vento gelido. Si sporse e cominciò a gridare un inno alla gioia. Almeno finché il vicino di casa, quello grasso e brutto, non gli scagliò una pantofola sul naso. Certa gente non capisce il significato della giovinezza! Sbuffò e corse a fare colazione: uno yogurt bianco con molto zucchero.

“ Oggi si va al college! Niente più svegliate all’alba! Ora alle quattro del mattino per studiare!” non si era mai sentito più eccitato.

Era così su di giri che andò a salutare la dolce vecchina che abitava all’angolo.

- Salve signora! Sta bene? Vuole che le vada a comprare il pan…-

La dolce vecchina per tutta risposta lo prese per i capelli e, armata di pinzette, prese a strappargli… le unghie? Di più! I bulbi oculari? Molto di più! Le sue amate sopracciglia!

Dopo aver dunque vinto la terza guerra mondiale lo sbatté fuori di casa.

- Ma guarda questa!- diceva fra se’ Rock Lee, osservandosi schifato quel che ne restava (una sfoltita perfetta! A regola d’arte! Complimenti signora!) allo specchio- Vai a fare del bene! Sono impresentabile! Bleah! E guarda che taglio orrendo mi ha fatto ieri il barbiere… addio Paul McCartney! Non somiglierò mai più a te! ç_ç – difatti gli aveva tagliato la frangia e scalato la criniera in un taglio ehm… normale. Cercò di domare i ciuffi ribelli, ma si arrese e uscì, andando al luogo d’incontro con Naruto, il suo più caro amico.

Stavano nella stessa classe sin dalla scuola materna: si erano conosciuti un giorno di pioggia.

Naruto stava da solo a guardare gli altri bambini che giocavano al riparo nelle classi, e dopo aver tentato inutilmente di unirsi, si allontanò sconfortato e scese nel cortile, dove ben presto il diluvio lo rese fradicio.

- Ma guarda quell’Uzumaki! Sciocco! Si prenderà un raffreddore!- aveva commentato la maestra, osservandolo dalla finestra. Lee si era offerto di andare da lui a portargli l’ombrello. La signorina Hubert non poteva dire di no al più diligente fra i bambini affidatigli! Infatti acconsentì.

Dunque il biondino, che teneva le braccia attorno alle ginocchia dove nascondeva il viso, si sorprese di non sentire più le gocce di pioggia frustargli la schiena. Aveva forse smesso di piovere? Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di quel ragazzino dalle grosse sopracciglia, l’unico che non lo prendeva mai in giro per la sua goffaggine. Teneva sopra di lui un ombrello azzurro.

- Torniamo dentro, che se no prendi freddo!- consigliò pacatamente.

Per tutta risposta scoppiò in lacrime.

- Che hai?-

Quella fu la prima volta che Naruto si confidava con qualcuno, e Lee sentì, seppur nella sua incoscienza infantile, di aver trovato un amico sincero.

 

- Fratellino…- uhm… di chi era questa dolcissima voce?- fratellino tesoro… SVEGLIA!- un secchio pieno di acqua gli si svuotò in faccia.

- ITACHIIIIII!!!!- Urlò Sasuke, rivolto al fratello che si rotolava dalle risate (OOC!!!).

- Questo è per augurarti un buon anno scolastico, secchione!-

- Umpf… basta con questa storia!-

- Anche quest’anno darai il meglio di te, vero? Studierai a manetta, e stavolta non ci sarò io a salvarti la faccia, diventerai il soggetto dell’istituto! Ahahahah!-

- Grazie dell’augurio.-

I due fratelli fecero colazione in un silenzio scocciato. I due non potevano essere più diversi nel carattere, seppur tanto simili in piano fisico.

Sasuke era un tipo composto, introverso, un po’ musone e oltretutto non faceva altro che studiare dalla mattina alla sera.

Itachi era un tipo vivace e impulsivo, spesso marinava la scuola ma, non si sapeva come, i suoi voti non andavano mai al di sotto del sette e mezzo. Aveva un mare di amici che invitava a casa, mettendo la musica metal a tutto volume. A volte, durante questi festini, prendeva in ostaggio il fratellino per legarlo ad una sedia, insieme ai suoi compagni. Oppure lo infastidivano mentre tentava di studiare.

- Fratellino, vai al COLLEGE!- informò il più grande.

- No, sul serio?!- fece sarcastico l’altro.

- è ora che tu metta la testa a posto. Hai scelto un istituto maschile, dove vanno solo i figli di papà. Nessun posto è il migliore per portare scompiglio. Sveglia i ragazzini che avrai come compagni. Fai sentire loro il profumo della libertà! Manifestazioni, scioperi, assenze di massa, occupazioni, molotov…-

- Al college si va anche per lavorare…-

Itachi sventolò la mano per aria come per cancellare la risposta sgradevole.

- Parlo sul serio stavolta… voglio che ti faccia degli amici. Credi che mi diverta a legarti alla sedia?-

- Sì-

- Beh…- arrossì – effettivamente è una cosa molto spassosa. Però lo facciamo per farti uscire dal guscio.-

- Senti, come io non vengo a dirti di studiare, tu non venire a rompermi su argomenti che non m’interessano.- scattò Sasuke. – ora vado a prepararmi. Ci vediamo.-

Il maggiore rimase con la tazza di latte a mezz’aria e l’espressione delusa.

- Ok…-

Il moro salì in camera sua e prese a provarsi vestiti. Ma l’arringa di Itachi era ancora viva dentro di lui, così al posto dei soliti pantaloni grigi da ginnastica indossò dei jeans neri, poi una camicia scozzese (stile Clark Kant) di suo fratello, aperta su una maglietta viola. Non stava male.

Appena il maggiore lo vide apparire sulle scale lo abbracciò di slancio simulando commozione:

- Oooh!!! ç_ç fratellino finalmente cresci e non ti vesti da grezzone! Sono così emozionato! Oh Kami! Sia ringraziato il cielo…-

- Piantala.- ordinò aspramente l’altro.

- Oui monsieur.-

 

Il sole era già alto… che ore dovevano essere? Presto, di sicuro. Ma che importava?

Un ragazzo dai capelli rossi si stropicciò gli occhi. L’insonnia non passava. Da una parte era un vantaggio, perché poteva sbrigare gli impegni quotidiani durante la notte, così aveva tempo libero durante il giorno. Ma… che noia a volte!

- Gaara, è ora!- l’informò sua sorella maggiore Temari.

Ora per che cosa? Era già pronto. Tanto le uniformi non le avevano ancora distribuite e lui era nel dubbio se usarle oppure farne falò. Così, tanto per fare.

Si alzò e prese in spalla lo zaino nero, mezzo vuoto.

Non era mai entrato nella sua nuova scuola, ma il fratello Kankuro, che la frequentava già da tre anni, gli aveva raccontato tutto.

Dunque avrebbe avuto altri tre compagni di stanza, secondo la riforma corrente. Che fastidio… nemmeno un attimo di privacy.

Per avere una stanza singola avrebbe dovuto protestare col preside, magari appellandosi al padre, che era il vicesindaco del paese. Questo mai!

Non poteva sopportare il tono sottomesso che usavano gli insegnanti con lui, i voti gratuiti e l’averla sempre vinta solo perché era il rampollo di una delle famiglie più ricche della città.

- Appena potrò, me ne andrò.- si ripromise – già la scelta di un collegio mi da’ la mia indipendenza e lontananza da questa stupida situazione.

Era praticamente la pecora nera della famiglia. Si comportava nel modo contrario al quale gli dicevano per il gusto di non essere come loro. Non voleva essere considerato un figlio di papà, tutto qui. Non che gli interessasse il parere altrui, ma nessuno doveva permettersi di pensare a lui come uno che ha tutto, e dunque è viziato e felice.

Perché non poteva essere normale?

Salì nella macchina di kankuro.

- Possibile che tu non abbia un amico che ti dia un passaggio?- brontolò lui, ingranando la quarta.

No. Di amici non ne aveva. Da molto tempo ormai.

L’unico che gli aveva dimostrato un po’ d’affetto era Yashamaru… il suo Yashamaru. Il suo “servetto” personale di quando era bambino, ma che non aveva mai considerato al di sotto di se’.

Ma se n’era andato da tempo ormai, lasciandolo solo.

Non poteva perdonarlo, non doveva…

Non voleva soffrire ancora, dunque aveva rinunciato ad ogni forma di compagnia.

- Siamo arrivati!- fece Kankuro.

 

- Cavolo Lee! Come sei cambiato!- Fece Naruto con ammirazione.

- Uno schifo, eh?- sospirò l’altro.

- Mi sa che stavolta Sakura la conquisti, invece.- disse il biondino, pensando al suo antico amore per la ragazza dai capelli rosa, da tempo sfumato.

- Non credo proprio… lei è innamorata persa di quell’Uchiha, ricordi?-

- Come del resto tutte le ragazze di Konoha… non ha più possibilità di nessuna, e alla fine cederà, almeno credo.-

- Sì. Sogna!-

- Bene! Eccoci qui! Ma… cade a pezzi!-

- Il Collegio Buonarrotti è stato fondato nel 1845 ad opera di un importante benefattore straricco che volle mantenere l’anonimato, è chiaro che sia un po’ vecchiotto.- Disse Lee, indicando l’edificio di forma rettangolare, ingrigito dal tempo e per buona parte ricoperto dall’edera rampicante che trovava le radici nell’ampio parco.

- Si dice che i capitelli siano opera di Michelangelo Buonarrotti in persona…- sospirò il moro.

- Ma come sai queste cose?-

- Secondo te sceglievo un istituto senza conoscerlo?-

- …...- Naruto non rispose. Poi sgranò gli occhi e disse:

- No, guarda che macchinone!-

Attirò l’attenzione verso la macchina che si era fermata poco distante: una Rolls Royce Bahama blu marine. Da essa scese, senza degnare di uno sguardo anima viva, un ragazzo esile dai capelli rossi e gli occhi verde acqua.

- Mh… è il figlio del vicesindaco!- mormorò qualcuno alle loro spalle.

- Già… come se la tira!- sibilò un altro.

A Naruto e Lee non sembrava che se la tirasse. Aveva un’aria tranquilla, un po’ chiusa, ma senza sufficienza. Commenti al vetriolo, come al solito. Ci avevano già fatto callo, nulla di cui preoccuparsi.

Erano immersi nei loro pensieri che non si accorsero di averlo di fronte.

- Mi fate passare o avete in programma di fissarmi per il resto della vostra inutile esistenza?-

Uzumaki s’infiammò immediatamente, e stava per dirgliene quattro, ma venne fermato da Lee che lo prese per il braccio.

- Passa pure…-

“ Classica resa strategica di fronte ai figli dei potenti… anche loro sono dei vigliacchi che temono mio padre e lo adulano… disgusto.” Pensò Gaara, allontanandosi.

- Perché mi hai fermato?- chiese Naruto irritato.

Rock Lee alzò gli occhi al cielo.

- Non aveva poi torto a rivolgersi così a noi… avrà passato la vita fra persone che lo fissano a bocca spalancata e avrà pensato che lo fissassimo con invidia o supponenza…-

- Forse hai ragione, però ha esagerato.-

- Su questo sono d’accordo con te.- 

 

Gaara entrò direttamente dentro l’edificio, senza aspettare il suono della campana. Voleva farsi un’idea di come stavano le cose.

La prima stanza che incontrò fu l’aula magna, un ambiente abbastanza spazioso e accogliente, con il pavimento in legno e le sedie foderate di vellutino rosso. Poi le classi, tutte strapiene di oggetti, e le aule specifiche: l’aula di disegno era piuttosto fornita, quella di scienze e chimica disponeva di grandi quantità di coleotteri imbalsamati ma pochi microscopi. L’aula di informatica aveva parecchi computer un po’ vecchiotti ma ben tenuti. Scoprì, con sua grande sorpresa, all’ultimo piano una piccola stanza sbilenca, dalle ampie vetrate e una serie di telescopi disseminati qui e là. Non ricordava che si studiasse anche astronomia.

Udì soffocato il suono che segnalava l’ora di entrare, e scese le scale, verso il piano terra. Tre piani, ma se la prese comoda. Non aveva fretta… che importava anche se arrivava in ritardo magari a metà di un noiosissimo discorso da parte del preside? Ma a quanto pare a qualcuno importava, perché, appena voltato l’angolo, fu travolto da uno che correva come un matto: finirono entrambi a terra.

- Maledizione!- imprecò il rosso, poi alzò lo sguardo verso il ragazzo che giaceva a pochi centimetri da se’, che si massaggiava i gomiti.

Era alto, magro, dai capelli neri e gli occhi allungati anch’essi del medesimo colore. Aveva la pelle addirittura più bianca della sua, un pallore quasi cartaceo.

- Scusa, ma non trovavo l’aula magna e sono in ritardassimo!- fece il moro.

- Guarda un po’ dove vai…- rimproverò aspramente l’altro.

- Ti ho già chiesto scusa, che devo fare, ora? Gettarmi ai tuoi piedi implorando pietà?-

“ Perché no?! Ormai lo fanno tutti…” pensò Gaara, invece rispose:

- Mi faresti solo perdere tempo prezioso… -

- Dunque le tue parole sono fuori luogo, in quanto mancano di motivazione adeguata…- Com’è che ora usava parole tanto ricercate? Ma che gli ha preso? – Chi sei?- domandò infine.

- Sabaku no Gaara…- si presentò il rosso, aspettandosi un sussulto rispettoso e sorpreso che mai arrivò.

- Uchiha Sasuke.- disse Sasuke.

Gaara serrò gli occhi. Ecco perché non si era comportato come gli altri: lui era praticamente al suo pari. Veniva da una delle famiglie più facoltose della città.

- Ora, se non ti disturba troppo, sapresti indicarmi la strada per la stanza di ritrovo?-

- Umpf… tanto devo andarci anch’io, perciò seguimi. Non devi avere molto acume se sei arrivato perfino al secondo piano senza trovarla.-

L’espressione dell’Uchiha tradì un filo di sorpresa, che il compagno non colse.

Era la prima volta che parlava con qualcuno che non gli chiedeva di esprimersi come un comune mortale. Lui utilizzava un linguaggio così formale per mettersi al di sopra di chi tenta di umiliarlo, cercando di farlo sentire inferiore. E spesso funzionava. Ma il ragazzo che aveva davanti a se’ non solo non gli ha detto “parla come mangi”, ma addirittura utilizzava il suo lessico. Un bel cambiamento!

 

Lee stava svegliando un Naruto profondamente assopito quando udì la porta aprirsi. Si voltò e riconobbe il tizio antipatico e il soggetto amato da ogni ragazza… Sasuke… forse, non ricordava benissimo.

L’Uchiha si scusò col preside che era stato interrotto a metà del suo discorso, e si sedette con il Sabaku, che non dava segni di disappunto, quattro file più indietro.

Il professor Sarutobi Hokage continuò la sua litania perenne. Verso la fine del discorso, si schiarì rumorosamente la voce, per essere certo di avere l’attenzione di tutti.

- Le liste delle classi e dei dormitori sono nella porta della sala professori, ora andate e vedete di sistemare le vostre cose, perché le lezioni inizieranno domani e dovrete essere già organizzati perfettamente.-

L’intera folla sciamò fuori dall’aula, dirigendosi verso la sala.

Nel mare di teste, Naruto urlò per farsi sentire da Lee.

- Noi siamo in classe separati, purtroppo. Io con l’Uchiha, tu con Sabaku… auguri.-

- Non sarà poi così male, vedrai che conoscendolo meglio…-

- Mah, sarà… ora vediamo i dormitori…-

Sgranò gli occhi.

- Sabaku, a quanto pare siamo nello stesso dormitorio con tale Uzumaki e Rock…- fece l’Uchiha.

- …- il ragazzo fece finta di nulla, poi si fece indicare la strada dal bidello più anziano e salì lo scalone di parquet, sempre con Sasuke dietro. Non che fossero entrambi di compagnia, ma al confronto di Gaara, quest’ultimo pareva molto loquace.

Aprì la porta e trovò quei due sfigati che aveva apostrofato malamente poche ore prima. Il biondo disfava le valigie, con il broncio. Il moro tentava di appiattirsi i capelli allo specchione, dicendo:

- No… non torneranno mai più come prima, oh Kami… è una cosa orribile, mi sembra di tradire Lennon, McCartney, Harrison e Starr… mi sento un verme. Tutta colpa tua Naruto, e di quel barbiere senza un briciolo di stile che mi hai indicato… sia maledetto ç_ç!!!!-

 

Naruto guardò i nuovi arrivati con scarso interesse.

Se è vero che gli anni più belli sono quelli che cominciano peggio, allora quell’anno sarebbe stato stratosferico! Dunque cercò di dare più attenzione al muro, che avrebbe certo ingentilito con dei poster di gruppi metal, poi al letto che pareva duro come una roccia, ma a saggiarlo sembrava comodo… dopotutto a lui sembrava comodo anche il banco di scuola! Le coperte erano anonime e impersonali, meno male che si era portato dei copriletto arancioni per dare un tocco di colore. A terra avrebbe messo un tappeto peloso… ma per fare tutto questo doveva avere il consenso non solo di Lee, ma anche del Sabaku e dell’Uchiha! Sembravano avere un’aria tanto arcigna che magari avrebbero anche rifiutato. Nulla di strano.

Sasuke si frugava nella giacca perplesso… ne tirò fuori alcuni petardi.

“ E questi da dove spuntan… ITACHI!!!!” Il fratello glieli aveva messi in tasca nell’atto di abbracciarlo. Ma che se faceva? Che aveva in mente quello squilibrato?

Rimase con gli occhi fissi a quei piccoli cilindri innocui all’apparenza, ma letali se nelle mani sbagliate. Quelle di Itachi erano mani sbagliate. Ma le sue?

Teoricamente no. Ecco, ora le avrebbe buttate nel cestino della carta, così se ne sarebbe liberato. Invece, inconsciamente, se li rimise in tasca, facendo finta di nulla. Itachi lo stava plagiando, l’aveva capito. Chissà come mai, non lo infastidiva più di tanto.

Lee prese la radio che si era portato da casa e ci mise un disco, premette il tasto Play.

- Let it be… let it beee…. Let it be, let it be…- fece questa.

Immediatamente Naruto si gettò sul letto tenendosi la testa con le mani, gridando:

- Spegni! Spegni! Spegni!- e rotolandosi ovunque, turandosi le orecchie e strizzando gli occhi azzurrissimi.

Lee sbuffò e mise le cuffie, il baccano cessò di colpo come di colpo era iniziato.

- è impossibile chi i Beatles ti diano così fastidio, Naru!-

- Non li sopporto Lee, te lo dico e basta!- si lamentò.

- A voi piacciono i Beatles?- chiese allora Rock Lee rivolto ai due nuovi.

Poi notò che Gaara stava già appendendo poster dei Sex Pistols e HIM, mentre Sasuke aveva in mano un cd di Al Bano.

Naruto si fece ancora più isterico, e abbandonata ogni diffidenza, si gettò sul moro.

- Non ci posso credere, ma ascolti questa musica commerciale??????? Nooooo!!!! NO! È assurdo impossibile inenarrabile, supergrezzo! Peggio dei Beatles, molto molto molto peggio! NOOOO!!!! Devo chiedere al preside il trasferimento, non posso stare con un psicopatico in stanza io, tu sei pazzo, amico ciliegia, pazzo e pericoloso!-

Silenzio.

- Hai finito? =_=- fece pacatamente l’Uchiha.

- Sì.-

- Bene. Perché, conosci musica migliore?-

- A voja!- disse l’Uzumaki dandosi arie da intenditore. Prese il suo lettore Mp3 e mise su gli Ska-p. Gli passò una cuffietta.

- Prova questo.- propose.

Si stesero sul letto.

Sulle prime Sasuke rimase indifferente, poi mosse un po’ la testa al ritmo. Finito Planeta Eskoria dovette ammettere di apprezzare questa musica diversa.

 

Lee fece per andare verso il letto dove Gaara maneggiava il cellulare per attaccare bottone, ma il rosso ammonì:

- Nonprovareneancheadavvicinartituelatuamusicaburda.-

- ç_ç sigh.-            

 

 

        

 

 

 

  
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