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Autore: Writer96    03/07/2012    12 recensioni
Lui era il ragazzo incredibile, quello bello e dolce e divertente che faceva impazzire le ragazze e che si faceva adorare dagli amici.
Io era una ragazza più o meno come tutte, fatta eccezione per la mia smodata passione per i libri e la capacità di risultare goffa e incredibilmente timida in qualunque situazione.
E puntualmente mi ritrovavo ad ascoltarlo ogni volta che ne combinava qualcuna delle sue.
-Hayley Core, ragazza londinese. Migliore amica di Liam Payne.
O qualcosa di più?
Dal quarto capitolo
Non avrei mai avuto le forze o il coraggio di allontanarmi da Liam solo per smentire delle voci di corridoio.
Avrei sofferto come un cane e probabilmente quelle sarebbero solo aumentate.
Avrei continuato a fare tutto normalmente.
Come se non avessi saputo niente.
Come se avessi avuto le idee chiare in testa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '10 Things I didn't give to you'
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"If I love you too"
I Want, One Direction




A Londra essere lunatici era frequente.
Erano lunatici gli imprenditori, gli insegnanti, i baristi, i commessi della Starbucks.
Era  lunatico anche il tempo.
Mi era capitato numerose volte di ritrovarmi a camminare in mezzo alla strada ed essere investita improvvisamente da uno scroscio d’acqua, da un temporale improvviso, destinato a finire nel giro di due minuti. Avevo giusto il tempo di ritirarmi sotto la tettoia di una panetteria prima di vedere la grandine cadere con forza e rimbalzare ovunque, infiltrandosi tra i ciottoli e scivolando nei canaletti di scolo. Finiva tutto nel giro di due o tre minuti e non rimaneva nessuna traccia della tempesta appena avvenuta, se non la grandine così simile alla neve che riempiva la strada.
Ero abituata, eppure, ogni volta che l’acqua mi colpiva senza preavviso, sobbalzavo e rimanevo per qualche istante immobile, in balia di ciò che stava succedendo intorno a me.

Quando le labbra di Liam toccarono le mie, ebbi poco tempo per riflettere sulla pioggia o per pensare all’essere lunatici a Londra. A dire il vero non riuscii proprio a riflettere o a pensare in generale.
Se l’altro bacio mi aveva sconvolta e aveva prodotto nella mia testa una confusione che aveva rischiato di farmi impazzire, questo stava pian piano uccidendo tutti i miei neuroni. E quando dico tutti, intendo dire tutti.
Baciare quello che fino a qualche giorno prima era stato il mio migliore amico era la cosa più bella che potessi fare. Non era come nei film o nei libri, le nostre labbra non sembravano fatte per incastrarsi alla perfezione, piuttosto si sfioravano delicatissimamente. Ero terrorizzata all’idea di sembrare una pazza isterica, perciò ci misi un po’ per concepire il pensiero che se lui mi aveva baciato e detto tutte quelle cose –tutte quelle cose, porca miseria!- forse non dovevo proprio fargli schifo.
Posai una mano sulla sua spalla e mi alzai sulle punte per avvicinarmi maggiormente a lui.
Era quel bisogno che avevo provato anche l’altra volta, ma la confusione che mi aveva ottenebrato la mente nella prima occasione sembrava essersi dissolta, lasciando spazio ad un vuoto confortevole.
Il mio corpo era allungato, teso, eppure ero sicura che non sarei mai crollata o caduta a terra. A sostegno della mia tesi c’erano le braccia di Liam, agganciate dietro alla mia schiena, che mi stringevano delicatamente, la punta delle dita che sfiorava la mia colonna vertebrale.
Inclinai la testa e la mia mano trovò la base del collo di Liam, dove una leggerissima peluria mi solleticava le dita.

Ero così concentrata, così felice, così immersa nella mia bolla di amore che fu decisamente uno shock il percepire chiaramente una goccia d’acqua che scendeva, correndo all’impazzata, lungo la mia schiena, dopo essersi fatta strada nello spazio tra il colletto e il mio collo.
Mi staccai da Liam con un sussulto e strinsi i denti, cercando di non imprecare, perché decisamente una cosa del genere non sarebbe stata particolarmente romantica.
-Hayley?- chiese Liam e io mugugnai qualcosa in risposta, mentre scuotevo la maglia cercando di far scendere definitivamente quel pezzetto di ghiaccio liquido che mi stava uccidendo.
-Acqua. Lungo la schiena...- brontolai, e sospirai dopo che mi fui accertata che non correvo il pericolo di un secondo shock nel riappoggiarmi la maglia alla schiena. Certo, anche quella era fradicia, come me, come i miei capelli e come Liam, ma del resto avevo raggiunto una sorta di temperatura di equilibrio, perciò non soffrivo più di tanto.
Liam scoppiò a ridere, così forte che temetti dovesse avere un infarto nel giro di poco. Esattamente cinque secondi dopo, ero di nuovo attaccata a lui, stretta fra le sue braccia e con il suo mento appoggiato comodamente alla mia testa. Le mie braccia erano premute tra il mio petto e il suo e fu con una certa difficoltà che le districai, allacciandole poi dietro al suo collo.
-Perdonami, giuro che non lo faccio più..- dissi e in risposta trovai le labbra di Liam che baciavano con prepotenza le mie, mentre percepivo il formarsi di un altro sorriso sul suo volto.
Questa volta fu lui a staccarsi per primo, con dolcezza e lasciando sempre la fronte appoggiata alla mia.

-Mi prenderesti per un pazzo maniaco se ti facessi notare che abbiamo due macchine nelle quali potremmo entrare invece che rimanere qui a rischiare una polmonite?- chiese, le
guance tinte leggermente di rosso e un labbro tra i denti. Era così dannatamente Liam in quel momento che mi chiesi perché ci avessi messo tanto tempo per capire che era cambiato qualcosa tra di noi. Era il Liam di sempre, quello dolce, adorabile e timido, eppure in quel momento il mio cuore stava battendo così forte che pensavo sarebbe scoppiato.
-Ti prendo già per pazzo maniaco, quindi non c’è motivo di preoccuparsi...- sussurrai e presi abbastanza coraggio da essere io a baciarlo per prima, giusto per qualche istante, prima di prenderlo per mano e andare in direzione della mia macchina.
L’abitacolo era caldo, accogliente e, soprattutto, asciutto perciò fu un piacere accoccolarci lì, come avevamo fatto tante volte, la mia testa posata sulla sua spalla e un suo braccio che mi circondava le spalle.
L’unica sostanziale differenza erano le nostre mani che si sfioravano e i baci che ci davamo ogni tanto, inframmezzati da discorsi timidi all’inizio e poi sempre più rilassati.

-Grazie. Ora mi devo trovare un nuovo migliore amico. Sai cosa diavolo vuol dire, questo?- brontolai ad un certo punto. Liam rise e il suo abbraccio si intensificò tanto da farmi ritrovare appiccicata a lui, la faccia schiacciata contro la sua spalla e il braccio storto in una maniera assurda.
-Vuol dire che ti darò una mano. Ma trovatene uno brutto. O ancora meglio, uno gay. Così non ci sono rischi.- disse e io tentati di ridere, ma la mia mascella sembrava aver perso completamente sensibilità. Lo allontanai con una mano, spingendo contro la sua cassa toracica e riuscendo ad ottenere abbastanza spazio per parlare, ma senza provare a sciogliere l’abbraccio.
-Sei già geloso, Payne. Bambino precoce...- scherzai e mi allungai per strofinare il naso contro la sua guancia. Passò qualche secondo prima che rispondesse e io temetti di aver osato troppo, di essermi spinta troppo in là.
-Sono sempre stato geloso di te, Core. Solo che tu non te ne sei mai accorta, ecco qual è il problema...- sussurrò e la mia faccia si fece completamente sconvolta, prima che riuscissi a fare niente.
Prima che Julie si mettesse con Harry, lei era terribilmente cotta di lui e terribilmente pessimista. Mi aveva chiesto di darle un pugno, un pizzicotto o qualunque altra cosa non appena mi fossi accorta che lei stava fantasticando su cose che riteneva impossibili. Avevo fatto più o meno la stessa cosa da sola ripensando a me e a Liam, quindi ero sempre riuscita ad evitare illusioni dolorose.
In quel momento sentii lo stomaco che si torceva e prima che potessi rendermene conto avevo preso il viso di Liam tra le mani e l’avevo baciato con dolcezza, quasi limitandomi a sfiorarlo.
-Mi ucciderai, prima o poi. E a quel punto potrai ritrovarti in un qualche casino...- dissi, riacquistando una certa dignità e posando il petto contro il suo, sincronizzando i nostri respiri e guardando fuori dal parabrezza, godendomi una gara tra due gocce d’acqua che agognavano la libertà.
-Tu mi hai già ucciso, Hay. Quindi saremmo pari...- esclamò, ma non c’era rabbia, risentimento o cose simili nel suo tono.
Era il tono che aveva quando parlava con Elizabeth. Quello delicato, quello che sapeva di respiro lasciato sulla guancia dopo un bacio rubato.
Era il tono di Liam che amava.
E in quel momento, fui più che certa che sarei morta d’infarto.
 
 
 
-Julie, io ti.. ammazzo?! Julie, per favore, vieni qui. Julie, sto diventando isterica, se non porti immediatamente le tue gambe anoressiche in salotto giuro che comincio a strillare!-
-Hayley, stai già strillando. Quindi, non vedo il motivo di avere fretta.-
-Julie, vuoi muoverti? O devo procedere alla sistematica distruzione di ogni oggetto presente in questa stanza?-
-Hayley, perché quando sei contenta hai manie di distruzione?- domandò Sua Signoria, degnandomi della sua presenza e ponendo fine al mio attacco isterico. Rigiravo tra le mani il portachiavi della macchina e cercavo di lottare con i miei stessi muscoli facciali per non avere un’espressione troppo ebete. Ero tornata da neanche cinque minuti a casa, dopo aver passato due ore con Liam chiusi in macchina a guardare la pioggia fuori e a parlare più o meno di tutto.
Julie tirò fuori dal mio abbraccio il cuscino giallo che stavo tentando di stritolare e si concesse una breve risata alla vista della mia faccia contratta, a metà tra l’isterico e l’estasiato.
-Non ho manie di distruzione. Era per farti venire di qua. Perché tu e Liam capite sempre le cose più stupide in tutto il mio discorso, che magari è anche compiuto, logico e profondo?- domandai e acchiappai una coperta che giaceva da qualche parte abbandonata sul bracciolo del divano. Non sapevo da dove venisse fuori tutto quel bisogno spasmodico di stringere qualcosa tra le braccia, sapevo solo che mi sentivo vuota senza l’abbraccio di Liam.
-Sai, dalla faccia che hai sembra che tu abbia appena vinto al Gratta&Vinci. Dal tuo atteggiamento sembra che il tuo ragazzo ti abbia appena lasciato. Dai tuoi discorsi sembra che tu non riesca a fare altro che a pensare a... qualcuno. – disse Julie, buttandosi a sedere accanto a me e incrociando le gambe. Sbuffai, posando la coperta e mi buttai all’indietro.
-Ho appena vissuto uno dei pomeriggi più belli della mia vita. Ho, diciamo, lasciato un migliore amico e non riuscirei neanche volendo a smettere di pensare a ciò che ho guadagnato. Quindi, la tua analisi era assolutamente azzeccata.- brontolai e Julie si sporse in avanti, i capelli che scivolavano da dietro le orecchie e gli occhi che brillavano. Adoravo quando faceva così, quando si rendeva assolutamente partecipe di ciò che sentivo, di ciò che provavo.
-Voglio sapere esattamente cosa è successo.- esordì lei, dopo qualche istante di silenzio.
-Come se già non lo sapessi...- la presi in giro, strizzandole un occhio e tornando a guardare il portachiavi, che ancora era appeso al mio indice sinistro. Iniziai a farlo roteare e quasi mi persi la risposta della mia migliore amica.
-Io so solo quello che Liam avrebbe dovuto dirti, non quello che poi ti ha realmente detto. E non so nemmeno perché diavolo sei così... fradicia.- rise, persa in una sua qualche battuta mentale che non volevo sforzarmi di capire. Mi misi una mano tra i capelli e li trovai ancora più fradici e spettinati del solito.
-Va bene. Prendi qualcosa da mangiare, io ho fame.- esclamai e lei rise di nuovo, facendomi strabuzzare gli occhi di fronte a tanta ilarità. Non avevo idea di cosa le fosse preso, ma del resto, se era felice almeno un quarto di quanto lo ero io non potevo non pensare che fosse impossibile contenersi.
La mia espressione mediamente seria era frutto di anni e anni di forzato autocontrollo, ma nonostante ciò sentivo lo stesso l’impulso fortissimo di ridere per ogni cosa.
-Eh, lo sappiamo tutti, baciare è un’attività assai stancante...- disse e riuscì ad abbassarsi giusto in tempo per schivare il mio cuscino. Iniziammo a ridere, sempre di più, fino a tenerci la pancia per il dolore. Quando Julie rialzò il viso, si poteva benissimo vedere un alone nero sotto al suo occhio, i resti del povero trucco trascinato dalle lacrime.
-A parte gli scherzi, ho davvero fame...- ripresi a dire io e lei annuì, alzandosi e dirigendosi in cucina. Una vibrazione nella tasca dei miei pantaloni mi fece emettere uno squittio di sorpresa, e subito mi iniziai a contorcere per tirare fuori lo smartphone.

“Brutta, ho dimenticato il cappellino in macchina tua... <3”
Mi venne da tossire e per poco non mi affogai nel tentativo di mantenere un respiro normale. Dopo un paio di colpi di tosse e qualche anno di vita in meno, riuscii ad inviare la mia risposta.
“Tu non avevi un cappellino, oggi pomeriggio... <3”
Rispose dopo davvero pochissimo tempo, riuscendo ad uccidere definitivamente ogni mio possibile neurone sopravvissuto.
“Era per poterti sentire, dovresti appoggiarmi... “
Altro colpo di tosse.
Allora ti appoggio. Va bene se ci vediamo lunedì, prima di scuola e così te lo riporto?”
Stavo andando in iperventilazione, lo sapevo. Mi sarei presa a pugni, ma le mie mani erano troppo impegnate a tentare di non far cadere il telefono per terra per occuparsi di me, quindi cercai di calmarmi e presi a rileggere tutti i messaggi che ci eravamo mandati. Non una gran mossa, certamente, ma almeno mi evitava un esaurimento nervoso mentre Julie sembrava essersi persa nei meandri del frigorifero.
“Mi sveglierò presto solo per te. Voglio una ricompensa..<3”
Presi un respiro profondo e pensai che forse mi ci sarei potuta anche abituare, in fondo.
“Tu zitto e alzati. Alla ricompensa ci pensiamo poi. <3”
Un colpo di tosse, stavolta non mio.
Julie mi fissava dalla porta della cucina e rideva di gusto, una mano sulla pancia e i capelli che le erano finiti un po’ in bocca.

-Hayley Core, sei appena diventata il film comico più comico che io abbia mai visto. Dovevi vedere la tua espressione. Era qualcosa della serie Muoio. Ah no, aspetta, se muoio poi dopo come faccio a stare con Liam? Eri meravigliosa...- esclamò, tra una risata e un’altra. Le feci una linguaccia e posai il cellulare, stendendomi definitivamente e osservando il soffitto con il sorriso tra le labbra.
-Ti perdono solo se hai cibo.-
-Smetto di ridere solo se mi fai vedere i vostri messaggi...- ribattè e io aggrottai le sopracciglia, illuminandomi non appena udii un’altra vibrazione da parte del cellulare. La smorfia di Julie fu piuttosto eloquente, mentre si sedeva e mi porgeva un pacchetto di biscotti.
-Sappi che vedrai questa faccia spesso.-
Ne ero abbastanza sicura.
 
 


-Voglio un premio meraviglioso, hai capito? Sono le sette e tre quarti, non so, rendo l’idea..- disse qualcuno alle mie spalle, mentre stavo appoggiata al cofano della macchina e guardavo verso l’edificio di mattoni rossi. Sussultai, ma accettai di buon grado le braccia che mi presero per i fianchi e i capelli che mi pizzicarono le orecchie quando una testa si avvicinò alla mia.
Mi voltai e potei osservare con minuzia quasi eccessiva ogni piccola imperfezione della pelle del volto di Liam, tanto lui era vicino. Sorrisi e poggiai la fronte alla sua, arricciando il naso.
Mi allontanai di scatto prima che lui potesse baciarmi e osservai per qualche istante la sua espressione confusa.
-Mi è venuto in mente che mancava la decima cosa della lista, ce l’hai presente? Ecco. Allora.... non mi hai mai dato un bacio di prima mattina...- volevo dirlo prima che lo facesse, per una mia semplice soddisfazione personale. Liam sorrise e si avvicinò di nuovo, rimanendo comunque ad una certa distanza dalle mie labbra.
-Stavo pensando anche ad un’altra cosa, in verità.- sussurrò e questa volta fu la mia la faccia confusa.
-In teoria- continuò, con un sorriso malandrino che gli avevo visto poche volte – è inutile pensare ancora a questa lista. Insomma, abbiamo una nuova.. beh, una nuova vita davanti ed è piena di cose che non abbiamo mai fatto, insomma, tutta una novità... e quindi..-

Non lo lasciai finire. Fu il mio turno di baciarlo senza preavviso.
Non che le mie paure fossero passate, intendiamoci. Non sarebbero passate mai e nemmeno sarei mai stata in grado di essere sicura, di non nascondermi dietro a scherzi improvvisati e dietro a nausee da stress.

Eppure, avevo Julie, una migliore amica pazza, ma che mi sarebbe sempre stata vicina. Avevo Zayn, con cui stavo stringendo un legame che diventava mano a mano più profondo. Avevo Harry, Alice e anche Louis che stavano pian piano entrando nel mio cuore.
E avevo Liam.
Mentre camminavamo verso la scuola con le dita intrecciate e un sorriso compiaciuto sulle labbra, mi sentivo in grado di conquistare il mondo.
Lo dissi a Liam, che rise e mi abbracciò di scatto, prima di osservarmi.

-Sai, Hay? Sei un po’ arrossita...-




Writ's Corner
Ed eccoci qui.
Ultimo capitolo, a parte l'epilogo.
I ringraziamenti li metterò nel prossimo, non temete, belle fanciulle.
Vi ringrazierò per bene e vi amerò alla follia.
Sono abbastanza triste, in questo momento. Triste ma felice, perchè ripenso agli inizi, a quando questa storia era solo un'immagine sfocata nella mia testa.
E' la prima long-fic che completo, che vedo finire.
mi mancherà da morire aggiornare di martedì e scrivervi "passate, ho aggiornato".
Ma tornerò con altre storie e altri progetti, lo prometto.

Ve lo rivelo qui, anche se non è l'ultimo capitolo.
Penso di creare una raccolta di one-shot romantiche originali, visto che due le ho già imbastite e per un po' andrò avanti con quelle.
Poi ci sono i Missing Moments, per i quali mi state dando tante meravigliose idee.

Quindi.. niente.
Ci vediamo sabato, bellissime.


ps: la battuta finale è riferita al primo capitolo, dove Hayley dice di non essere in grado di arrossire. Il fatto che ci "riesca" indica un cambiamento abbastanza profondo in lei. <3
   
 
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