Oggi:
Marzo.
Anno:
6°.
Luogo:
Hogsmade.
James.
Ma da quel giorno ho potuto solo guardarti da lontano. Perché? La
risposta è semplice. Perché anche se mi hai illuso di aver vinto, alla fine non
è stato così. Me l’hai fatta pagare. Mi hai lasciato baciare te, te, l’unica
che io davvero sognassi… E poi mi hai scaricato senza nemmeno la decenza di una
parola. E per la prima volta in vita mia mi hai fatto stare male per amore. Male! Io! Per amore!
No, davvero, ancora sono sorpreso. Sono davvero colpito da te. Quasi
orgoglioso.
E ora cammino per Hogsmade. Dopo tante uscite saltate per
punizione, finalmente sono fuori, cammino per le vie fredde sferzate da un
primo vento primaverile. Non c’è nessuna ultima fiamma. Niente. Solo un velo di
divertimento, perché erano mesi che non uscivo dai confini della scuola.
-Allora Jamesino, stai tanto male per amore veero?- Sirius, da
ottimo migliore amico quale è, non perde l’occasione per ricordarmi del mio
plateale fallimento. Tutta la scuola lo sa, ed è come divisa. Alcuni tifano per
me, altri ammirano la Evans, alcuni ragazzi sperano che lei non ceda perché
vogliono una possibilità con lei, alcune ragazze sperano che non ceda perché la
vogliono con me. Ma non importa. È come vivere attraverso gli occhi della
gente.
-Non sto male.
-Eddai.- Fa Remus. –Ammettilo. Ti ha proprio dato due di
picche. Allora succede a tutti!
E non ci crederete mai, ma è successo mesi fa. Mesi! Ma la gente
ama i pettegolezzi. E alcuni non muoiono mai.
-Lo sai, vero, che prima o poi uscirà con qualcuno? Sì?- Chiede
Peter, trepidante. Lo fulmino. Ma che cazzo di amici mi ritrovo?
-Ma un po’ di solidarietà?
-Pensa ad altro, Jamesino. È pieno di belle ragazze.
-Smettila Sirius. Non voglio una bella ragazza. Voglio la Evie.
-Non chiamarmi Evie!
Mi volto, totalmente sconvolto. Non ci posso credere…
Lily.
Sono stufa di fare la parte della snob. Della suora. Della
demente. Perché in ogni caso, agli occhi di tutto questo branco di scemi, è
questo che sembro. Non una ragazza con dei principi, ma una ragazza idiota.
Alcuni diranno che sono lesbica. Le dicono di tutti i colori! Ma una,
semplicemente, non può non apprezzare un ragazzo?
Secondo me, sì.
E invece, la gente non prova a sapere. Sanno che ci siamo
baciati. Come? James, ovviamente, prima di rendersi conto che per me non c’era
storia, ha sparso la voce. Poi la gente ha capito, lui no. A un certo punto,
dopo qualche giorno di languidi sguardi e pessime battutine, si è dato per
vinto. E ha capito che è stato un bacio, nulla di più. E allora, invece che
reagire con la sua solita spavalderia, ha continuato ad ostentare il fatto che
“prima o poi avrei capito di amarlo profondamente”. Ma no! Io non voglio capire
niente! A me non interessa! Dopo la tattica dello spavaldo, quella del
comprensivo, alla fine, nell’ultima settimana, ha applicato quella del povero
ragazzo distrutto dalle pene d’amore. Così non solo io mi sono ritrovata senza
quasi più un sostenitore, senza la mia migliore amica, reputata la più stronza tra
le stronze della scuola… ma ho dovuto pure sopportare la sua espressione da
cane bastonato. E adesso basta!
E vi dirò di più.
Per un po’ mi sono divertita.
Ma ora basta.
Anche questo giochino mi ha stancata. Io non voglio te, ma voglio
un ragazzo. E in questo modo non lo troverò mai e poi mai! Nessuno vuole
provarci con la perfida Lily Evans alla quale non è andato bene nemmeno James
Potter! Ma nessuno vuole capire che non per tutti Potter è il prototipo umano
perfetto del principe azzurro?
A me piacciono i biondi, per esempio. Il mio principe azzurro è
biondo. Gira su un cavallo bianco e non su una scopa. Ha i capelli spettinati
per la corsa contro il tempo fatta per salvarmi, e non perché se li è
spettinati apposta. Sorride con dolcezza e non con presunzione. Il mio principe
azzurro… è tutto quello che James Potter non sarà mai! E a costo di aspettare
per sempre… io non cederò mai.
Basta caccia. Basta scacchi. Basta pettegolezzi.
Eccoli, i mitici Malandrini.
-Smettila Sirius. Non voglio una bella ragazza. Voglio la Evie.
-Non chiamarmi Evie!- faccio. Si girano tutti in un sol colpo, e
arrossisco appena.
-Che fai, ora origli le nostre conversazioni, non solo le
infesti?- fa Sirius Black.
Se non fossi così nervosa riderei.
-Non origlio…- Mi difendo.
-Allora che fai?
-Ti critico, no? Mi chiami Evie. E non è il mio nome. Io mi chiamo
Lily.
-Oh, Lily.- Ride James. –Adesso sei “Lily”, per me?
-Non sono “Lily per te”. Sono solo Lily.- Mi irrito. Che stiamo
dicendo? –Chiamami Evans. È lo stesso. Chiamami anche verruca di troll,
non mi interessa.- Sirius ride.
-Hai ragione, è tosta.
-Tosta? Sono tosta?- lo ammetto, questa è la cosa più carina e
divertente che mi sia mai stata detta. Piacere ad un ragazzo perché mi reputa
“tosta” è meglio che piacergli per qualche mia altra, ehm, “caratteristica”.
Rido.
-Non era un insulto…- si difende.
-Non l’ho preso come un insulto, Potter. Oltre a tosta sono anche intelligente, pensa un po’.
-Oh, lo sa.- Fa Remus Lupin. Gli sorrido. Mi è sempre stato simpatico.
Sembra così fuori posto con loro.
-Non dovete essere carini con me. Lo so che mi odiate per il
“povera James”.
-“Povero James”! Dopo tutte le donne che ha scaricato così si
meritava una delusione ogni tanto.- Ride Sirius. James si guarda le scarpe.
-Bene.- Dico, piano. –Allora, ehm, Potter… potrei parlarti
un secondo?
Mi guarda con aria di sfida.
-Cosa?
-Potty, ti vorrei parlare. In che lingua te lo devo chiedere?
James.
La verità, signori, è questa: nessuno resiste al fascino di James
Potter.
-Ovviamente, Madame Evie, potete parlarmi.
Sbuffa. È deliziosa quando sbuffa.
-Okay. Andiamo.
-Dove lo porti?- Fa Sirius, prendendomi per un braccio. –Non
far male al nostro cucciolino malato.
-Malato?- Chiediamo in coro io e Lily. Questa è AFFINITA’ signori.
-Malato d’amoree… Tu sei un virus Lily… Devo tenerti lontana dal
nostro Ramoso.
-Sirius!- Piagnucolo io.
-Possiamo anche parlare davanti a loro.
-Visto?- ride Sirius. –Almeno non ti fa più la bua.
Lily ride. Sirius la diverte! Sirius! Io sono più divertente di
Sirius!
-Non se ne parla, andiamo.- Faccio, scocciato. E la seguo nella
strada affollata.
-Dove andiamo?
-Dove possiamo parlare.
Senza dircelo ci avviamo verso il fuori-Hogsmade. È l’unico posto
di Hogsmade in cui non ci sia tanta gente.
-Di cosa stiamo parlando?
-Non stiamo per parlare. Non tu almeno. Io parlo. Tu
ascolti.
-Okay.
-E non provare ad interrompermi! In nessun modo.
Non posso fare a meno di sorridere.
-Non fare stupidi ghigni.
Mi copro la bocca con la mano e annuisco.
-Pronto?
Annuisco. –Ma tu non urlare come l’altra volta.
-Non te lo posso promettere.
Lily.
-Sono stufa, Potter. Stufa di questo assurdo comportamento. Io non
intendo più essere la suora che non sta con nessuno, né la perfida snob che non
vuole stare con te. Io non sto con te per un motivo. E tu sai qual è: Odio le
persone come te. E non intendo starci. Non farmelo dire ancora. E togliti dalla
faccia quella espressione da cane bastonato. Non sei un cane. E non ti ho
bastonato.
James.
-Ma allora perché hai lasciato che ti baciassi?
Lily.
-Come sempre, Potter, tu non ti sei fermato a pensare. Tu non
pensi mai! Mi hai praticamente costretta a baciarti! E COMUNQUE, TU MI HAI
BACIATA! E io me ne sono andata! Sono certa che sia andata così! Sono certa che
non mi sia piaciuto! E tu sapevi che io non volevo stare con te. Ma nonostante questo
hai messo in giro la voce. Per dare spettacolo. Ma c’è un dannato momento in
cui non dai spettacolo? In cui ti limiti a guardare?
James.
-Sì. Io ti guardo sempre. E non te ne sei andata. Hai risposto al
bacio. Io ne sono certo.
Lily.
-Stai parlando Potter! Avevi detto che non parlavi! E non devi
farlo! Per una volta mi devi ascoltare. Sono stufa di questo gioco. Di questa
assurda caccia… Di questa partita ridicola che stiamo giocando. Non ci sono
vinti, ne vincitori, Potter. È finita. Io non sono un premio, e di certo non lo
sarò per te.
James.
-Non sei un premio, Evans. Non si tratta di caccia, di giochi, di
vincere. Avanti! Mi reputi davvero così un bambino!- Ovviamente sì. –Ovviamente
sì.
Ridiamo, ma solo per un secondo.
Lily.
-Quello che tu non capisci, non capisci e non vuoi capire Potter,
è che a me non interessa. Non lo faccio per una questione di principio nei tuoi
confronti. Non è questo. È che proprio non mi interessa. E non voglio fare la
parte della cattiva. Hai vinto, va bene? Di a tutti che sei tu ad avermi
lasciato. Di che io ti ho scongiurato di stare insieme e tu hai detto no.
Perché in fondo tu non vuoi davvero me. Tu vuoi solo girare per i corridoi, il
tuo squallido palcoscenico, consapevole che tutti ti guardano come “colui che
ha trafitto il cuore di ghiaccio di Lily Evans, e poi l’ha rotto senza
raccogliere i pezzi”. Prenditi quello che vuoi Potter, ma lasciami in pace. Non
ho più Marleen e adesso non ho nemmeno più una dignità. Almeno lasciami un po’
di pace.
James.
-Lo sai, Lily Evans? Per tutti questi mesi, ho pensato di essere
l’unico pazzo tra di noi. Ma ora so che non è così. Pensavo di essermi sognato
il fatto che tu non fossi normale, e invece lo sei proprio. E vuoi sapere
un’altra cosa? Non sei l’unica ad essere stanca. Anche io non ne posso più.
Sono stufo di questa cosa che pensi di me. Che sono solo un uomo di merda. Che
sono solo un attore di una commedia. Che voglio solo che tutti parlino di me
bene, che non mi interessi di te. Cavolo Evans, lo vuoi capire che mi piaci? E non come una delle
tante “Jane” “Leen” “Margot”. Ma la verità è che sono io ad essermi sbagliato.
Tu non sei la Lily Evans che pensavo. Tu sei solo una ragazzina viziata. Sei
solo una stupida. Mi potrei anche prostrare ai tuoi piedi e non ti
interesserebbe di me. Potrei farti ridere, piangere, arrabbiare, sognare.
Potrei regalarti diamanti e rose rosse, ma a te non te ne fregherebbe comunque
di me. Perché mi vedi come una specie di mostro. Va bene. Va bene così. Allora
è finita.
Lily.
-Finita? Cosa è finito? Non è mai iniziato niente!
-Allora vuoi dirmi che tutto questo è niente? Che baciarci,
guardarci, flirtare, non è niente? Vuoi dirmi che mi sono sognato tutto?
-Sì.
-Bene. Ora sono anche un visionario! Fantastico! Ho vinto
all’otto.
Ridacchio. –Non sai stare serio, lo vedi?
-IO SONO SERISSIMO!
-Non urlare con me, Potter.
Sospira. Per un attimo mi fa paura. Penso sia arrabbiato.
-Non urlo con te. Non faccio più un tubo con te. Basta. Ora me ne
vado.
James.
Non pensavo che facesse male, lo sapete? Una specie di gigantesco
ippopotamo si è seduto sul mio ego e si è messo a giocare a ping pong con il
mio cuore. Davvero. E non solo. Sta soffiando con una cannuccia tutto il sangue
sulle mie guance, sto arrossendo. Questo ippopotamo idiota. Cammino a testa
bassa.
-HAI VINTO EVANS!- Urlo. Sono davvero incazzato con lei. Non mi
sono sognato niente. Ci stava. Io conosco le donne. So quando ci stanno. Ha
giocato con me. Lei! Una stupida qualunque!
L’ippopotamo ha preso le splendide sembianze della Evans, e non
sembra intenzionato a spostarsi dal mio petto.
Lily.
La mente femminile è strana e leggermente perversa.
Hai vinto Evans.
Quella frase era forse ciò che volevo sentirmi dire?
Sono così infantile?
Perché non sono triste? Lui si sta allontanando, è triste, l’ho
ferito… abbiamo litigato…
Tutto il mondo si aspetterebbe da me come minimo un po’ di tristezza.
E invece no.
Io non sono in grado di seguire il protocollo.
Sono felice perché ho vinto! Che idiota!
Ma c’è anche un altro motivo.
E non me ne vergogno.
Da questa cosa tra me e James, ho capito una cosa.
Mi fa un po’ schifo ma l’ho capita.
Non solo gli uomini sono orribili, ma anche le donne.
E non solo. Sapete quella cosa che succede… che quando ti succede
qualcosa tu ne impari un’altra? Io ho imparato una lezione da questi ultimi
dieci minuti della mia vita. Più di quanto abbia imparato in tutta la mia vita.
Una lezione incedibile.
James.
Cammino in fretta. Non voglio che nessuno mi veda così incazzato
con una donna. Già, non sono triste. Sono incazzato. E forse nemmeno con Lily.
Ma con me stesso, di sicuro. Ero così certo che nessuna donna mi avrebbe mai
schifato così! La Evans aveva ragione. Tutte le cose che mi ha detto sono vere.
Su di me. Senza conoscermi mi ha dato un profilo esatto dell’uomo che sono e
che non avrei mai voluto diventare.
Che schifo!
-James!
È orribile sapere che hai gettato via un’occasione irripetibile
con una donna unica solo perché sei una persona tremenda. Davvero! È terribile
avere questa certezza.
-James!
Di tutte le cose che ti possono succedere nella vita, sono certo
che questa è la peggiore.
L’ippopotamo balla il tiptap in tutto il mio corpo. Petto,
stomaco, cervello. Miliardi di ippopotami con la faccia di Lily Evans, lì solo
per farmi sentire in colpa!
-POTTER!
Mi giro.
Lily Evans??
Di tutte le cose che ti possono succedere nella vita, sono certo
che questa è la più folle.
Lily.
Sapete cos’ho imparato?
Che anche se passi tutta la tua vita ad aspettare un principe
azzurro biondo e valoroso, con gli occhi azzurri e luccicanti, con il sorriso
da tremarella nello stomaco, che sia dolce e gentile, amichevole e protettivo,
silenzioso quando serve e loquace quando ne hai bisogno, tenero e insieme
riservato, timido ma in grado di prendere l’iniziativa, che ti metta al centro
del suo mondo senza imbarazzarti, che abbia dei valori nobili e dei buoni
gusti… anche se lo aspetti per tutta la vita… con la totale certezza che lo troverai…
Nonostante tu ne sia assolutamente certa, anche nel momento di più grigia
disperazione… Alla fin fine ti rendi conto che non serve. Che non ti interessa
davvero un principe azzurro.
E improvvisamente capisci la favola del ranocchio.
Nel tuo ranocchio, nel tuo insopportabile, viscoso, arrogante
ranocchio…
Può esserci un principe. Non sarà mai azzurro.
Ma vi svelerò un altro segreto.
Io odio l’azzurro.
James.
-Evans?
-James.- è trafelata.
-Mi hai chiamato davvero James?
-Sì.
-Perché?
-Non so, penso sia il tuo nome.- Ride.
-Che mi devi dire?
Sono ancora arrabbiato.
-So che mi odi in questo momento. Ed è interessante, in fondo.
Perché così provi che cosa sentivo io. Rabbia.
-Bene.
-Ed è anche ironica la vita, lo sai? Perché ad un certo punto
scopri di poter imparare qualcosa proprio da tutti e da tutto quello che
succede.
-Bene.
-Vuoi sapere cos’ho imparato?
Alzo un sopracciglio.
-Sapevo che eri pazza. Ma così tanto…
Lily.
-Quando te ne sei andato arrabbiato… ho capito che in realtà… Non
ero davvero arrabbiata con te. Ero arrabbiata con me. E vuoi sapere perché?
Perché mi sono ricordata cos’ho provato mentre ci baciavamo. Solo per un
attimo. Ero felice. E questo è tremendo, James, perché io ti disprezzo. No? E poi ho capito.
Non è così! Io disprezzavo me, perché… perché anche se tu sei effettivamente tutte quelle cose
orribili che io odio… io comunque sia non posso davvero odiarti… ed è stato
allora che ho capito la cosa del ranocchio!
-La “cosa del ranocchio”?- Sembra divertito.
-Ma sì… che tu baci il ranocchio, e tu odi il ranocchio… è verde,
è brutto… ti sta antipatico… ma ne esce fuori un principe… e poi il principe
non è azzurro… ma non importa, va bene così… io odio l’azzurro!
James.
Non vi giuro di aver capito.
Ma vi giuro che non sono più arrabbiato.
-Odi l’azzurro? Che ranocchio? Evans, ti ho persa. Non capisco. Ma
suona bene.
Ride, prende fiato.
-Certo che non capisci.- ride –Scusami. Mi sono spiegata
male. Ma ora lo farò meglio.
-Grazie…- sorrido.
Lei sale in punta di piedi.
Mi è molto, molto vicina.
Vedo le venature nei suoi grandi occhi verdi.
Sento ad un sospiro dalle mie il sapore delle sue labbra.
Il suo naso gelato tocca il mio.
Il profumo frizzante della sua pelle mi assale.
-Potter, fa sì che mi sia impossibile dimenticare cosa provo,
questa volta.
Sfiora le mie labbra con le sue. Vedo chiudersi i suoi occhi e
chiudo i miei.
Le prendo il viso tra le mani, e la bacio. La bacio come non ho
mai baciato una donna. Mi chiedo cosa io abbia fatto con tutte le labbra delle
donne che hanno preceduto questo bacio. Ma è solo un secondo. Le sue braccia
sottili mi stringono il collo.
Mi chiedo se sono mai stato felice davvero.
E poi non mi chiedo più nulla.
Semplicemente, la bacio. Anche se mi ha paragonato ad un
ranocchio. Perché non ho mai aspettato, desiderato, sognato qualcosa con più
forza che tenerla tra le braccia. Ma ho avuto di meglio. È lei, che tiene me
tra le sue.
E aveva ragione. Non ci sono né vinti né vincitori. Non era una
caccia né una partita di scacchi.
Ma comunque sia, valeva la pena parteciparvi…
FINE.
Eccomi qui!! Okay, okay… che posso
dirvi? Spero che vi sia piaciuta… non dimenticate di commentare!! Sapete che
adoro i vostri commentini ** e li apprezzerò anche se mi scriverete solo
“LETTA” o “SCHIFO”… XD avrete notato che ho usato uno stile un po’ diverso dal
solito… spero che abbiate apprezzato… so di non essere il meglio a rendere la
parte notoriamente comica di James ma perdonatemi… hihi…
Volevo ringraziare davvero di cuore
tutti coloro che hanno commentato
la mia ultima fanfiction, “Wherever You
Will Go”… ho apprezzato moltissimo!
E che altro? Mah… credo sia tutto…
Non voglio rischiare di ripetermi... XD
grazie mille della pazienza con cui vi
siete subiti anche questo mio attacco di follia…
Alla prossima!
Un bacione!!