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Autore: Akarai92    30/01/2007    13 recensioni
Titolo La storia di una ragazza, che si ritroverà invischiata nei cambiamenti e nelle avventure che la porteranno ad essere la compagna del nuovo Cavaliere dei Draghi...
CAPITOLO 4 [E Rae urlò come non aveva mai urlato in vita sua. Un urlo straziante, che venne udito a molti metri di distanza, da Roran e Garrow che lavoravano nei campi. Un urlo terribile che Eragon non avrebbe dimenticato mai.]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brom, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Roran
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Piece of Heaven     Piece of Heaven



Alagaesia. Valle Palancar. Villaggio di Carvahall.
Un ragazzo sui diciassette anni aprì gli occhi al mondo, disturbato dalla luce del sole che penetrava dalla sua finestra. Due meravigliose pozze color del mare si guardarono attorno ancora assonnate, cercando di dare al loro possessore una minima idea di che ore fossero. Il cervello ancora totalmente appannato dal sonno del giovane non gli permise di farsi un’idea. Ma a tutto c’è rimedio. “Forza Eragon muoviti!!!! C’è parecchio da fare oggi!!” Ora però il ragazzo era completamente sveglio, grazie al miracoloso urlo di suo zio Garrow. Eragon si alzò a fatica dal suo letto e provvedette a sciacquarsi il viso e a cambiarsi. L’immagine del ragazzo che finalmente uscì dalla stanza non era per niente male: capelli biondi corti, occhi azzurri molto grandi, alto, abbastanza muscoloso, vestito con una semplice veste da contadino. Lentamente si avvicinò alla porta, la aprì e uscì all’aperto. “Ma perché devo sempre fare tutta questa fatica?!” esclamò stiracchiandosi. “Perché se vuoi mangiare devi darti da fare, tutto qui!!” gridò ridendo un ragazzo dai capelli castani dall’altra parte del campo. Suo cugino Roran. “AhAhAh” rispose Eragon ironicamente. Comunque, nonostante le sue lamentele, il ragazzo cominciò a lavorare. In fondo suo cugino aveva ragione: se voleva mangiare, avrebbe dovuto lavorare. E poi c’era abituato, erano anni che viveva nella fattoria, e il lavoro ormai non lo preoccupava più. Infatti, Eragon era arrivata al villaggio di Carvahall quando era ancora un neonato in fasce, portato lì da sua madre, Selena, la sorella di Garrow. Lei poi era corsa via e non era più tornata. Erano passati diciassette anni da quel giorno. Il ragazzo era diventato grande e aveva cominciato a desiderare di uscire dal villaggio e vedere il mondo. Forse era anche per quel motivo che si era offerto di andare a caccia sulla Grande Dorsale, la catena di montagne che sormontava la Valle Palancar, da sempre considerata maledetta e abitata da strane creature. Ma Eragon ancora non sapeva quanto si sarebbe allontanato dalla sua casa, trascinando con sé anche la persona per lui più importante.

Una bella ragazza correva per le stradine di Carvahall. Non era vestita con i tradizionali abiti delle donne del villaggio bensì con una tunica verde e marrone e degli stivali alti di pelle. Forse era per questo che tutte le donne che incontrava le lanciavano un’occhiata strana. In mano aveva un sacchettino e sembrava avere una gran premura. Come un fulmine, passò davanti alla locanda e salutò di sfuggita il proprietario “Buongiorno, Horst!” “Buongiorno a te, Rae (si pronuncia “Rè” NdM)!” La giovane sembrava correre verso la fattoria di Garrow, e abitando all’intermo del villaggio, si sarebbe dovuta fare un bel pezzo di strada. Finalmente, dopo venti minuti buoni, riuscì ad arrivare in vista della fattoria. Il sole che splendeva alto nel cielo illuminava pacificamente il tetto di paglia dell’abitazione, e lanciando riflessi stupendi sulle foglie e sull’erba bagnate ancora di rugiada, faceva assomigliare il paesaggio ad un piccolo frammento di paradiso. Si fermò un attimo a riprendere fiato, poi ripartì più lentamente, diretta alla fattoria.

Eragon si era ritirato nel fienile, per prendersi una piccola pausa dal lavoro e una piccola tregua dal sole cocente. Erano già le undici del mattino e lui lavorava dalle otto. Completamente sudato, si sedette su una balla di fieno e cominciò a giocare con delle pagliuzze che ne sporgevano. “Ehi cuginetto! Si batte la fiacca?!” Roran entrò ridendo nel fienile, anche lui fradicio di sudore e si parò dritto davanti ad Eragon, guardandolo con aria di sfida. Il cugino lo osservò con un sopracciglio pericolosamente alzato. “Cerchi guai, Roran?” disse con un ghigno. Per tutta risposta, il ragazzo ridacchiò con fare di scherno. “Bene, fatti sotto allora!!” e gli si lanciò contro. I due cominciarono a combattersi, prima con dei bastoni, poi azzuffandosi sul fieno, rotolando tra le pagliuzze. “Siete proprio due bambini!” Una voce femminile li interruppe, lasciandoli uno sopra all’altro. Entrambi si voltarono verso la porta del fienile, da dove era provenuta la voce. Davanti all’entrata si stagliava l’esile profilo di una ragazza vestita con una tunica verde e marrone. I suoi capelli erano raccolti in una treccia che le arrivava a metà schiena e i suoi occhi erano due luminosi smeraldi. Li stava guardando con le mani sui fianchi, tentando di sembrare arcigna. I due si alzarono in tutta fretta, fecero finta di rassettarsi, poi si avvicinarono e le fecero un inchino. “Perdonateci, vostra signoria, ma il lavoro ci ha debilitato e avevamo bisogno di riprenderci…” cominciò a dire Eragon, poi entrambi scoppiarono a ridere. “E bravi, così mi prendete anche in giro… peccato, e pensare che vi avevo persino portato la colazione…” disse la ragazza con un sorrisetto malizioso. Alla parola colazione i due si attivarono, in fondo il lavoro mette fame, e tornarono seri (se così si può dire). “Oh avanti Rae, lo sai che scherziamo… non farci questo…” le disse Roran con voce pietosa. “Non lo so ci devo pensare…” “Ti prego Rae…” Eragon le si era avvicinato e aveva messo su un paio di occhi da cucciolo abbandonato, a cui nemmeno lo stesso Galbatorix avrebbe potuto resistere. Lo detestava quando faceva così, perché lui sapeva benissimo che non era capace di resistere a quell’espressione. In fondo erano migliori amici da quando avevano due anni. “E va bene, ma solo perché mi fate pena!” e detto questo posò il sacchettino sul piccolo tavolo di legno. I due si fondarono letteralmente sul cordoncino e lo aprirono: il piccolo fagotto di pelle conteneva dei graziosi e rotondi biscotti, color beige. Gli occhi dei due ragazzi si illuminarono “Rae… te lo abbiamo mai detto che ti adoriamo!” esclamò Eragon, correndo verso la ragazza e schioccandole un bacio su una guancia, seguito a ruota da Roran. “ Sì, sì… ma se fino a due minuti fa mi odiavate!” disse la ragazza, mentre i due si avventavano letteralmente sui biscotti. Li osservò per un po’, poi con noncuranza chiese: “Sono buoni?” Nessuno dei due ragazzi rispose, ma entrambi fecero un segno di assenso con la testa. “…li ho fatti io!!” esclamò tutta contenta. Eragon e Roran si fermarono di colpo, e, guardandosi terrorizzati, fecero finta di tossire per eliminare il sapore dei biscotti. “Ma non potevi dircelo prima!” “Per poco non ci uccidi! Assassina!” I ragazzi erano sul punto di soffocare, sia per i falsi colpi di tosse, sia per le risate mal trattenute alla vista del muso che Rae aveva messo su. “E dai, adesso non ti offendere! In fondi ci piacciono i tuoi biscotti… molto in fondo…” “Grazie Roran, tu sì che sai come risollevare il morale alla gente.” Rispose ironica. “Su, perdonaci! Non mettere il muso, sei più carina quando sorridi!” Eragon lo disse con l’aria più suadente che gli riusciva, e riuscì a strappare un sorrisetto alla ragazza, che però lo nascose subito, voltandosi verso l’uscita e cominciando ad uscire. “Vedo che qui io e i miei biscotti non siamo graditi, perciò me ne vado!”. I due ragazzi rimasero un attimo esterrefatti, poi si scambiarono uno sguardo maligno. “Non credo proprio!” Rae si voltò di scatto, trovandosi Roran proprio di fronte. Il ragazzo sorrise malefico, poi improvvisamente si piegò e la sollevò tra le braccia. “RORAN, SEI IMPAZZITO?!!!!!”. Ma invece di risponderle il ragazzo cominciò a ridere, facendo finta di lasciarla cadere. “Roran, mettimi giù!!!!!!” “Va bene…” E infatti la mise giù… a suo modo. La lanciò letteralmente in mezzo ad un mucchio di fieno. “Ma sei completamente impazzito?!!!!” gridò, tentando di sembrare arrabbiata. “Mi hai detto tu di lasciarti!” le rispose lui con un visino taaaaanto innocente. Rae fece per alzarsi, sbuffando alle parole del ragazzo, quando un peso molto… pesante le piovve addosso. Si ritrovò praticamente stesa sul fieno, con Eragon seduto sul suo stomaco. “Eragon, gentilmente… potresti toglierti?!!! Pesi!” gli disse con un sopracciglio pericolosamente alzato. “…e cosa mi succede se non lo faccio?!” chiese il giovane con negli occhi un guizzo malizioso. Rae si avvicinò al suo naso, poggiandoci poi la punta del suo. “Tante cose terribili…” e approfittando del momento di incertezza del ragazzo, lo girò e gli si sedette a sua volta sullo stomaco. “Prova solo a dire che peso!” Il tono della sua voce non ammetteva repliche. Eragon sembrava in procinto di dire qualcosa, ma venne interrotto da un’improvvisa apparizione di Roran che, con nessun apparente sforzo, prese la ragazza per la vita e la sollevò dal corpo del povero Eragon. Così la fece volteggiare per tutto il fienile, tenendola stretta e facendole occasionalmente il solletico. Intanto Eragon li seguiva, tentando di far soffocare Rae dalle risate dicendole: “Respira, respira!!” Ma all’improvviso qualcosa li interruppe: un colpo di tosse. Abbastanza eloquente. Sulla porta del fienile era apparsa la fidanzata di Roran: Katrina. I suoi occhi dicevano tutto. In effetti la scena era abbastanza ambigua: Roran, seguito da Eragon, teneva stretta tra le braccia Rae, rossa in viso e con le lacrime agli occhi per le risate, con i capelli completamente scarmigliati e pieni di pagliuzze di fieno. Tossicchiando, i due si divisero. “Ciao Katrina…” dissero tutti i tre. Roran li guardò solo per un attimo, poi uscì in giardino con lei. Rae sospirò: come al solito, alla fine era sempre colpa sua. Le grida di Katrina si sentivano fino al fienile, chiare come se i due fossero stati a pochi centimetri da loro: “La devi smettere!!! Non ce la faccio più!!! Sei sempre attaccato a lei!!! Ogni volta che vi vedo siete abbracciati!!!! OGNI VOLTA!!!! Ora devi scegliere: O LEI O ME!!!!” Eragon vide Roran rimanere di sasso: come poteva chiedergli una cosa del genere, Rae era la sua migliore amica. Lo vide abbassare lo sguardo, poi abbracciare Katrina. Aveva scelto, forse… Sospirando, si voltò. Rae era in un angolo della stanza e si stava rifacendo la treccia. Sicuramente aveva visto e sentito tutto. Quando ebbe terminato il complicato lavoro delle sue mani sui capelli, fece un sospiro e si voltò. Senza guardarlo in viso, fece per andarsene. “Dove vai?” Una domanda stupida. “A casa… non ho più voglia di stare qui.” La sua voce sembrava leggermente spezzata. Eragon le prese delicatamente la mano e la avvicinò a sé. Lei lo guardò: aveva gli occhi lucidi di lacrime. “Accidenti a Roran!” esclamò irato, prima di intrecciare le sue dita con quelle di lei. “Non preoccuparti, andrà tutto bene. Non può… aver preferito lei a te.” Finalmente la ragazza gli regalò un sorriso. Poi lo abbracciò, stringendolo e posando il viso nell’incavo del collo. Lui la strinse protettivo, affondando il volto tra i suoi bellissimi capelli, quella piccola parte lasciata apposta fuori dalla treccia, e si lasciò inebriare dal suo profumo, così simile a quello delle rose.  “Grazie… di tutto…” si divisero e Rae lo baciò dolcemente su una guancia: cosa che lo fece arrossire non poco. Salutandolo con la mano, si avviò verso il giardino. Roran e Katrina se ne erano andati. Prima che voltasse l’angolo per il sentiero Eragon le gridò: “Vieni stasera!” “Perché?!” “Stasera è la notte delle stelle cadenti!!! Le dobbiamo vedere insieme!!” “Allora ci sarò!” gridò sorridendo, poi si voltò. Ma il ragazzo riuscì comunque a vedere una dolce lacrima solitaria solcarle il viso.


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Ciauz a tutti! Questa è la prima fic che pubblico, quindi siate clementi! Non so se pubblicherò anche gli altri capitoli, dipende da quanti la recensiranno!! XD E per quelli che non lo hanno capito (tanto non si capisce) nel secondo chap svelerò anche il mistero del nome dei miei capitoli. Mi raccomando, recensite! XD

Akarai
  
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