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Autore: tizianosmile    19/07/2012    20 recensioni
questa è una nuova fanfiction sui One Direction e su Justin Bieber, solo che Justin non me lo faceva aggiungere. e.e comunque sta ff è diversa dalle solite storielle d'amore, ok? leggetela e ditemi che ne pensate! (: x
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CHAPPY 3. UNA GIORNATA DA RICORDARE... O DA DIMENTICARE?

 
Zayn.
La strada che avevo scelto non era proprio la scelta più giusta che avessi mai fatto, anzi forse era anche una delle peggiori: salita ripida e piena di sassi sparsi qua e là, addirittura un sassolino mi era entrato in una scarpa e mi aveva fatto vedere le stelle... avevo dovuto bruciarlo per sentirmi meglio, almeno per metà: la strada andava sempre peggiorando, salite ripide peggio delle precedenti... e io odiavo le salite. Non che amassi le discese, anzi, non sapevo quale fosse peggio e sapere che al ritorno avrei dovuto fare la salita come discesa sarei morto... almeno Harry non era con me. Non faceva altro che infastidirmi, tipo bagnarmi i capelli o farmi scivolare su una pozza d’acqua e a volte mi veniva la tentazione di bruciarlo, ma non avrebbe avuto nessun risultato: fuoco e acqua si annullavano a vicenda, per mia sfortuna.
Arrivai a un bivio e superato quello, ce ne furono sempre di più, finché non riconobbi la strada della scuola della ragazza misteriosa... feci una piccola corsa e arrivai alla scuola. Purtroppo era ancora troppo presto perché lei uscisse, così decisi di entrare.
Passai inosservato per un po’, finché una donna dai capelli biondi a caschetto, bassa, grassa e con occhiali senza montatura, non venne verso di me a passo di carica e mi sbraitò in faccia: «Chi sei? E cosa ci fai nella nostra prestigiosa scuola? È un istituto rispettato e non tutti possono entrare, soprattutto ragazzi che non sono alunni! Allora si può sapere chi sei? Mi rispondi? Insomma!»
Tenevo le mani nelle tasche, alzai un sopracciglio e stavo per parlare, quando quel mostriciattolo m’interruppe, cosa che mi fece scendere di molto il mio umore già brutto. Purtroppo non me la potevo prendere granché, quella strega era umana, ma una cosa da da sapere sugli dèi era che sono facilmente irritabili e non vanno mai interrotti, quindi neanche a dirlo, l’avrei volentieri incenerita con lo sguardo se avessi potuto farlo, ma lei parve non accorgersene e io comunque non potevo incenerire quella che sembrava essere la padrona del “prestigioso e rispettato istituto”. «Allora? Non parli? Insomma, dì qualcosa! Sei muto? Ma io ti denuncio, sai?! Non puoi entrare così in una scuola che neanche frequenti, lo sai? Figurarsi, se a uno come te importa delle regole, sicuramente hai marinato la scuola, oggi. Che scuola fai? Di dove sei? Non ti ho mai visto e non è un grandissimo paese. E poi guarda come ti sei vestito, nono... – disse scuotendo la testa e fissandomi da capo a piedi – ...non sono abiti adatti per questa scuola. Che sbarbatello... Insomma? E deciditi a parlare una buona volta!»
Mi stavano saltando i nervi. Come cavolo pretendeva che parlassi se ogni volta che provavo, lei neanche mi faceva parlare? Alla quarta volta d’interruzione, sbottai: «Senta brutta megera sgangherata – dissi puntandole un dito contro – non sono qui per lei, quindi chiuda quella bocca, ok? E se si azzarda a interrompermi un’altra volta, se ne pentirà!», detto ciò le passai davanti e presi le scale, lasciando la strega a bocca aperta che fissava il punto dove prima c’ero io.
Feci un po’ di strada, quando poi sentii ridermi alle spalle. «Certo che hai proprio fegato, ragazzo».
Mi girai verso la ragazza appoggiata al muro e restai di sasso: non credevo di trovarla così presto. Sorrisi. «Sono stato bravo, eh?», mi vantai incrociando le mani dietro la testa e sorridendo.
Lei rise e mi si avvicinò come se ci conoscessimo da sempre. Mi prese sotto braccio e iniziammo a camminare vicini. «Come ti chiami, straniero? Sei nuovo nella scuola?», chiese.
Risi. «Certo che allora è proprio una malattia eh?», scossi la testa.
Lei si fermò, facendo fermare anche me, e mi guardò. «Cosa vuoi dire?», chiese confusa.
Indicai la strada da cui venivo. «Anche la strega faceva domande a raffica», risi.
Tornò a ridere anche lei, e ricominciò a portarmi in giro per il corridoio e parlammo a lungo per tutto il tragitto, finché non ci fermammo dentro un aula vuota.
«Non sarà pericoloso rimanere qui? Magari potrebbero entrare gli alunni col professore e...», iniziai mentre chiudevo la porta, ma mi fermai non appena vidi che faceva di no con la testa, andò alla finestra e si appoggiò al balconcino dandomi le spalle.
«Quest’aula è della mia classe, e la mia classe è in gita. Io non ci sono andata, perché sono in punizione», disse girandosi verso di me e sorridendo maliziosa.
«In punizione? – ricambiai sorridendo malizioso anch’io e avvicinandomi a lei – e come mai? Cosa hai combinato?», chiesi.
«Niente di grave... ho solo fumato in biblioteca col mio ragazzo e l’abbiamo incendiata...», ridacchiò.
Alla frase “mio ragazzo” mi sembrò che il mondo mi cadde addosso... non poteva essere vero...
Mi fermai di colpo appoggiandomi alla cattedra. «Hai... – deglutii - ...un ragazzo?», chiesi confuso.
In quel momento avrei volentieri incendiato qualcosa anch’ io...
Lei parve non accorgersi del mio cambiamento d’umore. «Sì. Solo che lui si è anche ammalato per questo non è qui e io mi annoio... – poi si girò verso di me e sorrise – bè... mi annoiavo prima, ma ora ci sei tu».
Quindi cos’ero diventato, la seconda scelta? Non ero mai stato la seconda scelta di nessuno e non avrei iniziato adesso. Sorrisi e, scuotendo la testa, feci marcia indietro e uscii dalla classe mentre lei mi urlava dietro di restare. Appena fuori dalla classe, m’incamminai verso il giardino e solo quando uscii fuori mi accorsi di essere arrabbiato... anzi, no... furioso. Era. Fidanzata. Ed io ero la seconda scelta. No, non avrei permesso a nessuno di fare di me la seconda scelta. Cercarla era stato tutto un errore, un grosso, enorme, colossale errore, ma non lo avrei ripetuto più. Abbassai lo sguardo sentendo del calore giù ai piedi: avevo bruciato il pavimento davanti al portone della scuola e ora c’erano le mie impronte di piedi. Risi e scossi la testa. Col piede destro sistemai il casino che avevo creato e andai in strada. Mi misi il cappello che avevo infilato nella tasca posteriore dei jeans appena uscito di casa e di cui poi mi ero dimenticato e poi infilai le mani in tasca. Presi un’altra strada per tornare a casa e ci misi meno tempo del previsto, in più per fortuna non incontrai ne salite ne discese. Mi ritrovai davanti casa con l’umore nero. Se Harry si azzardava a fare uno qualsiasi dei suoi scherzi lo avrei bruciato. Ancora non potevo crederci. Era fidanzata. Certo non ero un tipo che si scoraggiava facilmente  solo che odiavo mettermi tra due persone che si amavano. Quindi dovevo lasciar perdere. Il brutto era che mi ero fatto un sacco d’illusioni. Ci speravo davvero perché lei mi piaceva sul serio... e invece l’unica cosa che avevo adesso era un cuore ferito, l’umore nero e nessuna ragione per rimanere sulla Terra. Era per lei che ero sceso, e alla fine non sapevo neanche il suo nome.
 
Alla fine decisi di prendere la stessa strada di Louis e Justin, e magari chissà, se Fortuna voleva, li avrei incontrati che si sfidavano in uno stupido gioco di auto o moto. Odiavo quegli aggeggi, ma magari avrei potuto trovare una cameriera carina non fidanzata e che era disposta a uscire. Certo, non sarebbe stata la stessa cosa, ma almeno non mi sarei annoiato.
 
Justin.
«Ma dai! Ti ho battuto ancora Lou, come la mettiamo?», risi alzando le braccia al cielo ed esultando.
Era da ore che io e Louis giocavamo alle macchinette della sala giochi, senza neanche un minuto di pausa e ci stavamo divertendo un mondo. Stavo anche battendo Louis al gioco che piaceva a me, forse anche per quello che vincevo...
«Mi hai battuto solo perché giochiamo ai giochi di corse di moto, le tue preferite. Ora giochiamo a ciò che piace a me, ok?», sogghignò Louis.
“Appunto”, pensai. Risi di gusto. «Tanto ti batto lo stesso...».
Dopo altre due ore di giochi, tra macchine e moto, e diverse esaltazioni sia mie che di Louis, ci mettemmo seduti a un tavolo a bere una bibita e a mangiare una pizza che la cameriera ci aveva gentilmente offerto per fare una pausa. Gli dèi facevano sempre colpo, perché per gli umani erano sessualmente irresistibili, infatti la cameriera non faceva altro che guardarci.
«Mi sta ancora fissando?», chiese Louis prima di bere la sua coca cola.
«Ma che dici? Sta fissando me! Comunque sì, se continua così mi sciuperà!», scherzai e iniziammo a ridere.
«Chissà come se la stanno cavando gli altri ragazzi...», sussurrai mentre rigiravo la cannuccia nel mio esta-thè.
«Boh, comunque non so se ci hai fatto caso, ma Zayn, Harry e Niall erano fin troppo gasati... chissà cos’hanno realmente in testa quei tre zucconi...», borbottò Louis.
Scrollai le spalle. «Non so, ma ehy, potremmo sempre parlarne stasera... nel frattempo potremmo farci qualche altra bella partitina, che dici?», offrì alzandomi dalla sedia.
Lou sorrise e annuii. «Certo, ma ehy, dove scappi? Dobbiamo ancora finire la pizza!», disse storcendo la bocca sull’ ”ehy”.
Ridacchiai. «Devo andare al bagno, ma non azzardarti a toccare la mia pizza o te la faccio pagare distruggendo la tua macchina!», scherzai.
Lui alzò le mani in segno di pace. «Un dio della vita che minaccia di morte una povera auto... ma dove siamo finiti?», rise.
Risi anche io e mi avviai verso il bagno, ma mi fermai prima a osservare una scena: una ragazza che veniva derisa da alcuni ragazzi e così senza pensarci mi tuffai nella discussione per aiutarla. Certo, non ero il tipo che s’intromette in questione che non lo riguardano, ma le ingiustizie simili mi davano i nervi.
«Ok, basta ragazzi. È solo una ragazza, perché ve la prendete con lei? Smettela!»
I ragazzi, in cerchio alla ragazza, si girarono verso di me e mi guardarono storto. Purtroppo con persone cattive come loro, l’attrazione per gli dèi non funzionava, ma a quanto pare la ragazza non riusciva a togliermi gli occhi di dosso. Non riuscii a non sorridere un po’ imbarazzato: non ero abituato a essere osservato, e poi la ragazza era anche molto carina. Scossi la testa e tornai con lo sguardo sui ragazzi che mi guardavano malissimo.
«E tu cosa vuoi? Mary è la mia ragazza, togliti dai piedi, ragazzino», minacciò quello che sembrava essere il capo della banda.
Deglutii, ma mi sentii subito rincuorato non appena vidi Louis prendere posizione accanto a me. Sorrisi e, senza pensarci due volte attraversai la calca di ragazzi e andai accanto alla ragazza, Mary. Lei mi si mise subito alle spalle, come a cercare protezione.
«Io non sono la sua ragazza, aiutami ti prego», disse lei, guardandomi supplichevole.
“Ok...”, pensai prendendo la ragazza per mano e portandola con me vicino a Louis. E ora sì che erano guai grossi.
 
Liam.
«Guarda Niall! Guarda che bell’animale! Che carino! Mi guarda! Oddio, mi sta guardando! Guarda, Niall! Mi guarda, che carino! E se lo portassimo a casa con noi? Dici che agli altri piacerebbe?», chiesi esaltato guardando il cucciolo di serpente chiuso nella teca di vetro e che mi guardava sibilando.
Niall mi si fece accanto e sbiancò. Mi guardò come se fossi pazzo. «Stai scherzando, vero?»
Ridacchiai. «E perché? Sono sicuro che a Zayn e Justin piacerebbe!»
Niall sbuffò, si girò dando le spalle al serpente e si appoggiò alla teca con i gomiti guardando il soffitto. «Sì certo... – annuì Niall facendo una smorfia – perché non glielo metti nel letto, già che ci sei? Così il serpente non si sente solo... poi, oh, sì. Sono sicuro che Zayn non strillerebbe come una donnetta e Justin non creperebbe d’infarto. – annuì sorridendo - ...Per non contare il fatto che se riesce a sopravvivere al fuoco di Zayn, è probabile che Harry lo affoghi per il “troppo“ – e virgolettò il “troppo” - amore», concluse guardandomi negli occhi e io non potei fare a meno di sganasciarmi dal ridere immaginando Zayn che strillava come una donnetta che vede il topo e bruciava il piccolo cucciolo, mentre Justin sveniva e Harry cercava di affogarlo... E magari Louis che cercava di ammazzarlo con un bastone...
Risi ancora più forte, anche se un po’ mi dispiace immaginare cose del genere. «Sì, forse hai ragione tu...»
Niall sgranò gli occhi e mi fissò. «Forse?!? – rise amaramente – no, Liam, tu sei pazzo. E poi credimi, i serpenti non piacciono neanche a me, sempre a guardarti storto con quello sguardo... Lo farei volare via dopo cinque secondi!».
Ridacchiai. «Ok, lasciamo perdere il serpente... uhm, che ne dici di un criceto?», dissi guardandomi attorno e cercando le gabbiette dei criceti, ma trovai solo piccoli topini bianchi con gli occhi rossi.
Niall, come se fosse capace di leggere nel mio pensiero, mi fu subito accanto e mi sussurrò nell’orecchio: «Non ci pensare neanche. Io quei cosi in casa non li voglio. Ma perché non scegli un cagnolino o un gattino?», domandò guardandomi confuso.
“Perché non ci ho pensato io?”, pensai. Feci una smorfia. «Non volevo prendere i topolini, e al cane io avevo già pensato... - guardai Niall che, scettico, alzò un sopracciglio – ...ok, non è vero. Ma il cane è una buona idea... però anche il gattino non sarebbe male... forse potremmo prenderli entrambi, che dici, Niall? – Non ricevendo risposta, mi girai verso di lui – Niall? – Ma lui stava parlando con un ragazzo, troppo lontano perché potessi riconoscerlo, eppure aveva qualcosa di familiare – Niall?», chiamai.
Niall e il ragazzo si girarono e vennero verso di me. Riconobbi il ragazzo non appena mi guardò e, non appena fu a portata d’orecchio, dissi: «Che ci fai qui, Harry?».





MYSPACE: EHILAA RAGAZZI! CIAO A TUTTI! QUESTA FF A QUANTO PARE è PIACIUTA MOLTO E NON SAPETE QUANTO MI FA PIACERE.** SPERO CHE CONTINUERETE A SEGUIRLA IN MOLTI, GRAZIE A TUTTI DAVVERO! SPERO CHE QUESTO CAPITOLO NON VI ABBIA DELUSO, MA ANCHE SE FOSSE COSì DITEMI LA VOSTRA OPINIONE OK? CI TENGO, ANCHE SE SONO CRITICHE PERCHé POSSONO AIUTARMI A MIGLIORARE, E SCUSATEMI SE CI SONO ERRORI, NON HO RILETTO E HO SCRITTO DI FRETTA PERCHé AVEVO TANTISSIME IDEE!!!

VABBE ORA... FINISCO STO MYSPACE CHE STA VENENDO DAVVERO TROPPO LUNGO AHAHAHAH VABBè, CIAO A TUTTI!
@tizianosmile (su twitter)
xoxo
  
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