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Autore: valeria18    04/02/2007    3 recensioni
Una trilogia scritta pensando alla storia difficile tra una mia amica e quello che dovrebbe essere il suo migliore amico, ma che in realtà è molto di più. Credo che alcuni di voi potranno rispecchiarsi, anche se alcune parti sono proprio riferite a loro due e quindi più difficili da capire. Decido di renderla pubblica, di donarla anche un pò a voi, perchè ognuno alla fine vive "battiti di pioggia".
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se credevo di averti capito, mi sbagliavo.


Nonostante continui a vomitarti addosso fiumi di parole inutili e offensive, rimani a fissarmi.


E così me ne vado io.


Sento che i tuoi occhi continuano a traforare la mia schiena e cercano di costringermi a tornare da te.

No, non sarà così semplice.


Con te non ci sono vie di mezzo: o ti amo o ti odio.


E ora ti odio.


Ma la cosa che odio di più è sapere che non dipende da me.


Che, in un modo o nell'altro, tornerò ad assaporare le note della tua anima. Che, in un modo o nell'altro, riuscirai a intrappolare di nuovo le mie ali di farfalla nella tua tela sottile e ingannevole di ragno.


Pozione letale, da bere in piccole dosi. Ecco ciò che sei. Carico di controindicazioni, ma talmente attraente da produrre dipendenza.


E ricomincio a cantare, trattenendo le parole che mi escono fuori e accennando solo alla mia canzone preferita.


*


Senza destinazione, vago attraverso questra strada grigia. Ed ecco che ti rivedo.


Sembra che non te ne freghi niente quando fai così. La blocchi e la baci, cosciente di farti vedere da me.


Cosa vuoi che faccia? Che cada a terra e mi arrenda? Spiecente, l'inferno è troppo in alto per essere raggiunto.


Guardami. Cosa vedi? La simmetria di un asse perfettamente in equilibrio o un marchio indelebile, graffiato da mani troppo grandi per contenere il mio cuore?


Non so mantenermi dritta su questo filo troppo sottile, cado.


Continui a ridere con lei, e poi mi lanci solo un breve sguardo.


Vaffanculo.


*


Molte volte la gente sbaglia e aspetta che siano le circostanze a migliorare la situazione.

Tu invece, agisci solamente. Non ti importa sapere se il destino era dalla tua parte o cosa sarebbe successo se avessi aspettato ancora.


Guardi in faccia il presente e lo affronti.


Mi segui mentre scappo via e mi trattieni per un polso.

Non ho voglia di starti a sentire, né tanto meno stare a guardare come inconsciamente cedo a te.


Accelero e mi blocchi ancora. Il corridoio è praticamente deserto, come il resto della scuola.


La finestra dalla quale entra una flebile luce argentea si appanna.


Cazzo, la pioggia no.

Non oggi.

Non adesso.


Te ne sei accorto anche tu, e sorridi. Ormai sono gli agenti atmosferici a decidere per noi.


Al contrario del mondo, per noi la pioggia rappresenta uno scambio di impulsi elettrici che si fondono insieme.


Mi dici che non ho motivo di essere arrabbiata.


Le goccie battono sul vetro e il tuo solito, fottutissimo sorriso, ti si stampa sulle labbra.


Ti ripeto di lasciarmi stare. Non posso essere la tua bambola di pezza per sempre.


In lontananza il cielo espolde in un tuono. La pioggia aumenta, le nuvole grigie si diffondono a coprire qualsiasi spiraglio di luce.


E in questa penombra respiriamo insieme. Ti appoggi al muro, con aria strafottente, ma te lo leggo negli occhi che sei davvero preoccupato.


Per una volta sono io ad avere il controllo del gioco.


Insisto ad allontanarmi da te, facendoti provare per una volta, ciò che accompagna la mia vita.


Mi chiedi di perdonarti e che questo è solo una delle tante prove che io e te non possiamo considerarci un noi.

Sarebbe sofferenza. Sarebbe inquietudine. Sarebbe tu che ti sbatti un'altra.


Forse un giorno riuscirò ad accettare queste strane regole, e a capirne il perchè.


Per ora mi limito ad assecondarle.


Pioggia, tanta pioggia, come a volerci smuovere.

Ed ecco che il gioco ricomincia.



  
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