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Autore: carlie003    24/07/2012    0 recensioni
"....Da quanto tempo non le capitava più di sognarlo? E perché giusto quel giorno? Se era notte fonda o semplicemente l'alba, non seppe dirlo. Quelle ore che la separavano dalla luce del giorno, furono quasi interminabili,ma si sa, prima o poi il tempo passa per tutti. E lei lo sapeva bene."
Questa storia nasce da un fatto ben preciso, ispirato ad avvenimenti accaduti nella realtá, ripeto, l'ispirazione! non so ancora come si evolverà, ne tanto meno come andrà a finire. Che ne dite di scoprirlo insieme?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Colin Canon, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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-Te l'avevo chiesto anche per favore, per favore Cazzo.- Così dicendo Malfoy lanciò un calcio al comodino che aveva davanti a sè.
Era arrivato a Faith House cinque minuti prima e nel salone d'ingresso aveva trovato un Potter sconsolato e sconvolto con in mano un bicchiere di wisky incendiario e la faccia di un uomo che aveva appena scoperto di essere condannato a morte;
a Draco era parso strano anche il fatto che San Potter avesse abbassato tutte le sue difese magiche, era inerme da quel punto di vista, non che gli interessasse granché ciò che faceva o no quel pirla, ma doveva ammettere che non era piacevole verderlo così e non avere la soddisfazione di essere stato lui stesso a procurargli quello stato.
Nessuno poteva permettersi di ridurre così lo Sfreggiato! Nessuno tranne lui ovviamente.
Aveva chiesto a modo suo cos'era successo, ordinato più che altro ma per un Malfoy era già tanto se si abbassava a preoccuparsi così per un Potter.
Harry aveva solo sollevato un pò la testa, accennato un sorriso amaro e poi facendo il gesto di brindare per Draco aveva indicato il piano di sopra.
A Draco aveva colpito come un fulmine il pensiero di Harry che due secondi dopo gli era arrivato: "Lei è di sopra."
Draco aveva capito prima ancora di sentire tutti gli altri pensieri un pò sconnessi fra loro e senza senso che Harry iniziò a formulare.
Era corso di sopra in camera sua e l'aveva trovata seduta sul suo letto, guardava davanti a sé la parete bianca.
Draco aveva chiuso la porta con tutta la forza che aveva, era furibondo;
-Non mi saluti neanche Dra? Mi sono presa la briga di venire a cercarti e farti una sorpresa e tu manco mi saluti? A proposito ti sto aspettando da mezz'ora, e lo sai quanto io odio aspettare, vero?-
Si era girata piano piano verso di lui, con movimenti fluidi, calcolati e sensuali, aveva incrociato i suoi occhi color nocciola con quelli di Draco, però quelli di quest'ultimo erano diventati più freddi del ghiaccio stesso.
Ecco perché quel comodino pochi secondi più tardi aveva subito quell'attacco che non meritava.

-Perche sei venuta? Nessuno ti vuole vedere in questa casa, non sei la benvenuta e lo sai perfettamente. Che sei venuta a fare qui, che è venuta a fare una mercenaria, come te,eh?-
-Attento a come parli Mangiamorte. Io non sono neanche lontanente miserabile quanto lo sia tu, traditore. Almeno non apparento ne voglio essere quello che non sono, non mi provocare.
Sono solo venuta a trovare il tizio che non si fa vedere da tre settimane, e poi qua ci abita anche mio fratello o te ne sei dimenticato?-
Così dicendo Ginevra Weasley si alzò da letto e avvicinandosi piano piano col passo felpato di un felino tentò un contatto con quell'uomo che sembrava di marmo. Lui la guardava con sprezzo e non tentò neanche di nasconderlo.
-Non sei la benvenuta, tuo fratello non ti vuole vedere, non inventare cazzate con me, non fare finta neanche di preoccuparti per me che lo sai, l'hai sempre saputo che io non ti voglio nella mia vita, così come tu non mi vuoi nella tua. Noi andiamo solo a letto insieme quando capita, punto. Che sei venuta a fare, eh? Ti conosco Gy, fin troppo bene purtroppo.-
Draco evitò di rispondere di proposito alle accuse di poco prima, non voleva discutere del suo passato, meno che mai con lei.
Non permetteva a nessuno di trattarlo con superiorità o di insultarlo ma con lei era inutile sprecare fiato, era sempre stato così.
Anche ad Hogwarts non lo aveva mai convinto con quell'atteggiamento sottomesso e timido che aveva voluto sempre apparentare.
Apparenze, ecco cos'era Ginevra, solo apparenze.
Eppure ci era cascato anche lui come lo Sfreggiato. Aveva sperato di poterla cambiare, di poter dimenticare e di trovare in quella donna ciò che aveva perso e lasciato un vuoto incolmabile su di lui anni prima. Apeva sperato di poter finalmente trovare l'amore con lei.
Ma ovviamente così non era stato.
Ginevra si era insinuata nella sua vita pochi mesi dopo essersi lasciata o meglio dopo aver spezzato il cuore allo Sfreggiato. Draco, troppo debole per resistere ad una dea dannata come lei si era lasciato trascinare in una storia che di sicuro aveva solo il sesso tra loro due. Non aveva opposto resistenze ed anzi aveva confessato il suo amore per Ginevra poco tempo dopo. Non alla diretta interessata, ma alla persona che più adorava al mondo: Lei, la Mezzosangue. Le aveva raccontato tutto, non le aveva nascosto neanche un solo pensiero, era stato sincero dall'inizio sino alla fine, Lei era l'unica che potesse capirlo, che potesse appoggiarlo.
Lei sarebbe sempre stata dalla sua parte, pensava Draco in quei giorni lontani. perché lui stesso  avrebbe fatto altrettanto senza pensarci due volte. Così pensava, ingenuamente. Ed invece Lei, Hermione aveva avuto una reazione totalmente diversa, era diventata un'altra persona, aveva urlato insulti, rinfacciato sacrifici.
Aveva versato lacrime di delusione. Aveva parlato di Harry e del fatto che non poteva, non doveva. Aveva anche farfugliato un qualcosa simile al fatto che "anche le altre persone avevano dei sentimenti" e che avrebbe potuto ferire non soltanto una o due persone. GLi aveva dato dell'egoista, egocentrico e falso.
Draco aveva letto delusione in quegli occhi color dell'oro. Una delusione profonda.
Lui alla fine l'aveva delusa.
Quello era bastato a fargli aprire gli occhi, non voleva cercare di costruire un futuro cin una donna che non voleva nemmeno un impegno serio e costante, non voleva dover sempre pensare che forse, e anzi, sicuramente, era stata tra le braccia di un altro uomo.
Ma sopratutto non voleva costruire assolutamente nulla se Lei, la Mezzosangue non era inclusa in quel qualcosa.
Ma poi tutto era cambiato, Lei si era allontanata piano piano, l'aveva capito subito, si allontanavano in direzioni opposte a piccoli passi e non per colpa di lui, era lei che aveva scelto per tutti e due....
-Sto parlando con te Dra!! Non ignorarmi. Ho bisogno di un alloggio sicuro nel Galles! E tu non ti puoi rifiutare, lo si che hai una tenuta lì.- disse Ginevra che a quanto pareva non si era accorta ne del fatto che l'aveva completamente ignorata per prestare attenzione a vecchi ricordi ne che i suoi muscoli si erano irrigiditi a tal punto da sembrare una corda di violino forzata al massimo.
Prendi quello che vuoi, non m'interessa, basta che te ne vai. Non voglio problemi con Lenticchia e tu se avessi anche un minimo di cuore lì dentro non ti faresti vedere così da Potter.-
-Ma a me non interessa ne l'uno ne l'altro, ancora non lo capisci? Non m'importa proprio nulla di ciò che possano o no provare. Comunque ora me ne vado, seguirò il tuo consiglio, solo ricordati una cosa: non sparire così dalla mia vita Dra, te ne pentiresti. Io e solo io decido quando, come e se voglio lasciare andare via un giocattolino ed ancora non mi sono stancata di te, sia chiaro. La prossima volta tranquillo che mi avrai vicina per altri motivi ed in altre circostanze, bye sweat!- e così dicendo si smaterializzò via, lasciando Draco a maledire tutti i Weasley della Gran Bretagna.




" Caro Harry Potter,
So che non mi conosci,
Ma diciamo pure che io ho
Imparato a conoscerti in
Questi ultimi tre anni.
Dunque, so che sicuramente
Lei non l'avrà detto
Assolutamente a nessuno
Di voi, i suoi amici Londinesi,
Ma é ritornata e sarebbe
Piacevole per lei,
Naturalmente, se vi faceste
Una passeggiata nei pressi di quel vecchio
Appartamento non credi?
Arrivederci e a presto,
Almeno è ciò che spero!
M."

Erano quasi le due del pomeriggio quando aveva sentito il suo telefono vibrargli in tasca, semi sdraiato sul divano, completamente brillo e sulla soglia di una sbronza aveva letto quel sms.
Lei era tornata.
Tre anni.
Vecchi amici londinesi...
-Herm?- si alzo di scatto dal divano, mise al suo posto il telefono e si smaterializzò via, con una nuova speranza nel cuore.
Poco dopo apparve in un vicolo buio della Londra Babbana, nelle vicinanze di Diagon Alley.
Dalla tasca dei jeans tirò fuori un pacchetto di sigarette Babbane, se ne accese una, scrutato dai passanti per caso uscì dal vicolo e si diresse verso un palazzo rimodernato da poco, il consierge era intento a scrutare dei registri che aveva in mano, decise di avvicinarsi. -Buon pomeriggio, cercavo la signorina Granger, per caso potrebbe dirmi se è nel suo appartamento?- chiese Harry.
L'uomo ancora che scrutava i suoi registri senza alzare lo sguardo disse - Si riferisce alla signorina italiana che è arrivata sta mane e non ha risposto a nessuna delle mie domande? Si, credo. Sono ore che cerco il suo cognome sui vecchi registri, bastava anche quello, ma lei nulla. Sono nuovo, non sono affatto negligente, sono solo nuovo!- lo disse con disperazione nella voce, come se cercasse una scusante per se stesso e non per Harry.
- Bene, la capisco, mi scusi ma sono un amico della signorina, se non le dispiace vado su, terzo piano, appartamento numero 13, lo so.- disse Harry ancor prima che il pover uomo avesse l'ennesima crisi della giornata a giudicare del modo in cui roteava gli occhi.
Harry prese l'ascensore centrale, quindi aveva intuito bene, era Hermione la "Lei" di cui parlavo "M". Chissà chi era, poi. Decise che avrebbe indagato in un secondo momento su quel punto, in quel momento era solo deciso a rincontrare uno dei pensieri che ancora lo tenevano a galla in quel mare tempestoso che era la sua vita emotiva in quel periodo.
Scese dall'ascensore, attraversò il corridoio e suonò il campanello.
Nessuna risposta, provò ancora e in quel momento sentì una voce ovattata provenire dall'interno:
-Arrivo, arrivo! Gliel'ho già detto che deve solo controllare l'atto di proprietà dell'appartamento, ma lei ha mai fatto il portiere o che cosa? O è veramente un caso disperato o è completamente inetto, mi consent...-
Hermione non finì l'ultima parola, aveva aperto la porta di scatto e si era trovata un uomo con indosso una giacca in pelle, dei jeans un pò consunti e degli occhi color smeraldo che la scrutavano, erano tristi quegli occhi pensò subito lei, ma erano anche pieni di stupore ed un pò di allegria ritrovata.
-Harry!!!!! Aaaaaah!!! Harry, che ci fai qui?!?- così dicendo anche se era solo con indosso un accappatoio si lanciò su Harry con le braccia aperte.
-Herm! Tu, tu cosa ci fai qui! E non hai detto niente a nessuno. Hermione...-
Harry aveva un tono di rimprovero ma allo stesso tempo l'aveva accolta tra le proprie braccia, ritrovando un pò di quel calore umano ed amico che da tempo era venuto a mancare.
Si, erano a casa finalmente.




-Non riesco a capire come tu possa sopportare questi abusi, giorno dopo giorno e non fare nulla! Sono un avvocato e non un giornalista da strapazzo. Dammi sono il via libera e vedi cosa gli combino, quando avrò finito con loro non avranno più tanta voglia di gettare fango neanche sui porci. Sei tu che fai le veci di Harry quando non c'è, sei tu il secondo in comando, ma dico, offendono anche te eh!-
Colin parlava, parlava e Draco era più che mai di pessimo umore.
-Dico, vuoi che ti schianto subito o preferisci finire la tua fottuta arringa di cui per altro alle mie candide orecchie non importa assolutamente nulla? Canon, questi parlano, parlano ma non mi frega nulla. Lo vuoi capire? Si stancheranno prima o poi. E ricordati che prima di essere qualunque altra... Cosa, tu sei un Auror, per Merlino. No, discorso chiuso. Va a rompere da un'altra parte, non sono dell'umore. Anzi, cerca lo Sfreggiato che chissà dove si è cacciato, alla mia regale persona verrà un esaurimento nervoso, sono le sei e passa, alle otto abbiamo il nostro turno e lui se ne va a spasso come un cagnolino senza il guinzaglio, per Morgana..-
Draco se ne andò così, denigrando la famiglia Potter per aver messo al mondo un essere inutile come il "piccolo ed inutile Sfreggiato Jr la vendetta saettante" ed altre elucubrazioni alquanto malate.
Cercando, con risultati alquanto pessimi di mettere in chiaro anche a se stesso che lui non era la baglia di nessuno, men che mai di Potter.
Colin ancora incredulo per gli articoli che erano apparsi quel giorno sulla gazzetta del profeta si Ritrovò solo e completamente sconfortato.
Nessuno lo prendeva in considerazione, nessuno mai chiedeva opinioni, consigli, tanto lui era solo il bamboccio del gruppo.
Sconsolato si smaterializzò via, chissà se Harry si era rifugiato al Ministero. Tanto valeva provare a dare un'occhiata si disse.




-Lo sai che ti amo, vero?-
-Si, credo, ma allora perché ci dobbiamo ancora nascondere?-
-Perché non posso dare anche la solitudine al mio migliore amico, non se lo merita, lo sai.-
-Ma non fai nulla di male Ronny, ti sei innamorato, tutto qui.-
-Ti prometto che non sarà così ancora a lungo, dammi solo ancora un pò più di tempo, ancora un pò. E vedrai che risolverò tutto, te lo prometto!-
Così dicendo Ron prese quel viso tra le mani, e guardando quegli occhi profondi e grandi come il mare affondò anche la sua bocca in quella del suo angelo. Ron si era sentito sempre in dovere di nascondere la sua felicità, causante di questo: la solitudine melanconica in cui Harry si era chiuso dal giorno in cui Ginny si era rivelata per quel che in realtà era sempre stata: un serpente velenoso.
Con il tradimento di Ginny era arrivata anche la "scomparsa" improvvisa di Hermione. Il cuore di Harry forse non aveva retto, era caduto per l'ennesima volta rompendosi in mille pezzi, troppo piccoli per rimettersi in sesto da soli ed in poco tempo, così, almeno per Ron, Harry aveva eretto una barriera.
Lasciando dentro se stesso al sicuro e fuori tutto il resto, Ron compreso.
Una barriera che celava tutti i sentimenti dell'amico, un cancello che non poteva varcare ed aldilà di esso un luogo in cui neanche lui, Ron, il suo migliore amico era il benvenuto.
No, Harry aveva bisogno di lui e lui non poteva andarsene in giro sbandierando la sua felicità, no, aveva bisogno di tempo.
Ma quanto ancora?
  
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