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Autore: Axia    20/02/2007    16 recensioni
Storia di un'amicizia fra due nemici, di un amore improvviso, di una torneo pieno di drammi, di sconfitte e di una vittoria, sia in partita che nella vita reale. Non yaoi.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akagi Takenori, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Ryota Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hanamichi Sakuragi stava seduto in panchina.
In silenzio, osservava il lucido parquet del palazzetto dello sport.
La cerimonia di premiazione era finita da mezz'ora, tutti se n'erano andati, anche gl'inservienti...ma il campo di battaglia così silenzioso era anche più bello, a volte, di un campo pieno di validi avversari.
Guardava la linea di metà campo, quella dei tre punti, la lunetta...
Che partita.
Sendoh gliel'aveva fatta sudare quella vittoria.
Aveva ancora il cuore in gola, ricordando l'ultimo secondo dei cinque minuti supplementari.
Ma avevano vinto con undici punti di vantaggio, avendo ormai vinto psicologicamente sul Ryonan grazie a Mitsui.
Mitchy era stato grande.
L'emozione nel vederlo fare quel tiro... ah, era indimenticabile.
Non credeva che avrebbe mai potuto giocare un'altra partita del genere.
Benchè ognuna fosse diversa dall'altra, quella era stata...irripetibile.
Sentì uno sguardo freddo e azzurro su di lui, ben sapendo chi era.
- E' ora do'aho.-
Si girò, trovando Kaede appoggiato sulla porta con la spalla.
Hana si lisciò i jeans, mettendosi in piedi e afferrando la borsa.
Dovevano tornarsene a casa. O a festeggiare, visto che erano solo le quattro del pomeriggio.
- Contento volpe?- gli chiese, passandogli a fianco.
- Hn.-
Sorrise divertito, restandogli accanto. Ma che ci si poteva aspettare da Kaede Rukawa?
- Gli altri dove sono?-
- In sala d'aspetto. Moribondi.-
E in effetti anche il rossino non è che riuscisse a tenersi molto in piedi. Strisciarono fino al loro gruppo, non trovarono Miyagi con gli altri titolari.
Dov'era? In infermeria a farsi rifare la fasciatura mentre sua madre e suo padre gli bestemmiavano dietro per tanta esemplare deficienza.
Si lasciarono andare sull'altro divano, davanti ad Akagi, Kogure e Mitsui.
In mezzo parenti e gente di tutti i tipi che non conoscevano.
- Che figata. Abbiamo finito anche la scuola.- se ne uscì bastardamente Hana, ricevendo subito un'occhiataccia da quelli del quinto anno - Dai ragazzi, siete dei sapientoni...basterà qualche oretta di ripasso.-
- Come no.- rognò il Gorilla - Ringrazia che non ho più fiato, imbecille.-
- Lunedì possiamo venirvi a prendere dopo la prima sessione senpai.- rincarò anche Rei, però senza sarcasmo.
- Cos'è che avete, a proposito?- chiese Raim, sedendosi a fianco di Rukawa.
- Prova di letteratura.- sospirò Kogure, sorridendo - Cinque ore da sessanta.-
- Cinque ore di scartavetramento di palle.- chiarì Hisashi, guardando suo fratello di striscio - Ehi Kay...fai il bravo fratello, mi porti a casa in spalla?-
Il maggiore esibì un ghigno perverso, assolutamente finto.
- Ma certo. Sai cosa possiamo fare? Andiamo nel parcheggio, rubiamo un moto e ti porto a casa trascinandoti. Va bene?-
- Nel parcheggio mi ci porteresti in spalla?- fu la spettacolare risposta.
- Sai mettere in funzione una moto senza chiave Kay-san?- se ne uscì invece Hana, allibito.
- Una delle tante doti degli avvocati.- frecciò la guardia.
- E che ci va. È semplice, credimi.-
- Perché io perdo sempre le chiavi sai...com'è che si fa?-
- Dunque, intanto ti serve...-
- Kay.- Hisashi lo zittì, tossicchiando.
Il maggiore si volse, aria apatica, trovandosi di fronte niente meno che il caro paparino.
Il padre di Mitsui in effetti aveva la tipica aria dell'uomo tutto d'un pezzo, pensarono Kaede e Hana osservando il suo viso indurito. La madre invece era una persona dolcissima, come da una donna così gentile ed eterea fosse nato Mitchy proprio non lo sapevano ma rimasero in silenzio, rizzando le orecchie, proprio quando arrivò Anzai a salutare Kay.
Lui gli presentò i loro genitori e mentre chiacchierava con la madre, il padre della guardia continuava a fissare i figli.
- Si?- fece Kay, senza tanti giri di parole.
- La tua ragazza come sta?-
Kay schioccò la lingua, scuotendo il capo - Bene.-
Lapidario. Significava che non voleva parlarne, così il signor Mitsui si volse verso il minore dei suoi figli.
- Sei stanco?-
Hisashi cercò di stare tranquillo, anche se ora non si sentiva molto bene. Aveva quella fastidiosa sensazione di angoscia che presagiva sempre guai ma cercò di tenerla sotto controllo.
- Si, parecchio. Come mai sei venuto?-
- Niente lavoro oggi?- interloquì Kay sarcastico.
Il padre gli scoccò un'occhiataccia ma proprio in quel momento arrivò qualcuno dal corridoio opposto con occhiali da sole e sorriso a trentadue denti.
- Ueda.- Hisashi si mise in piedi, divertito - Non mi dire che sei ti sei sciroppato quattro ore di treno per vedermi.-
- Il preside e l'allenatore sono categorici.- ghignò il cercatore di talenti, tornato apposta per la finale - Complimenti ragazzi, mai vista una partita simile alle superiori.-
Lo Shohoku ringraziò mentre la guardia presentava a Kay, ad Anzai e forse un po' anche a suo padre, il signor Ueda.
- Lei è quello dell'università, giusto?- gli chiese Kay - E' un piacere.-
- Il piacere è mio, specialmente quando convincerà suo fratello a venire da noi.- ghignò Ueda, come una faina - Hisashi è molto testardo. Le ho provate tutte in questi ultimi due mesi. Sarei arrivato a pagarlo, mi creda.-
- Non sopporto la gente insistente.- sbuffò Mitsui - Sei venuto qua per battere ancora sul chiodo?-
- Dopo quel tiro non potrei fare altro. O mi licenziano.-
- Così lei è di Tokyo.- se ne uscì improvvisamente il signor Mitsui, serissimo.
- Già. Voglio suo figlio a Tokyo per l'inizio dei corsi.-
- E come la mettiamo coi suoi voti?- continuò suo padre, mentre Hisashi si nascondeva sotto il cappuccio della felpa.
- A dire il vero ha passato tutti i test a pieni voti.- si stupì Ueda - Non gliel'ha detto?-
- No.- rispose il padre, gelidamente incazzato - Non mi ha detto nulla.-
- Non amo vantarmi.- sibilò Hisashi velenosamente.
Qualche fischio di sottofondo di Hana e perfino di Akagi gli fecero capire di volare basso ma ora l'attenzione di suo padre era tutta per Ueda. Merda, era finito!
-...così sono tornato per l'ennesima volta e stavolta giuro che gli strapperò una promessa.- concluse Ueda, sogghignando - Ho parlato di lui al mister della H.K ed è venuto anche lui a vederlo. Dire che è rimasto senza parole è poco. Certo, col suo ginocchio ci sarà qualcosa da chiarire ma non credo ci saranno problemi per il suo ingresso in squadra. E a proposito...non è venuto solo per te, Hisashi. Ma anche per Takenori Akagi.-
Il Gorilla alzò un sopracciglio.
Tanto ormai li avevano presi in facoltà, avevano accettato le domande...che senso aveva andarli a vedere ora? Mah.
- E per quanto riguarda i corsi?- tornò alla carica il signor Mitsui, mentre Hisashi si lasciava andare con la testa contro il fianco di suo fratello, in piedi davanti al divano su cui era seduto - Che avreste in mente?-
- Ho provato ha chiederlo a suo figlio.- cinguettò Ueda - Ma la sua bocca è tuttora chiusa ermeticamente.-
- Si, come sempre.-
- Ha parlato.- sibilò Kay ironico.
- Vivrebbe al campus?- richiese il padre di Hisashi.
- Si, certo.- annuì Ueda - Lì i giocatori sono molto controllati.-
- Però, quello che ci vuole per lui.-
- E un bel collegio militare?- rincarò Kay - Dici che non andrebbe bene?-
- Non so. Mi farebbero usare le armi?- soffiò Mitchy, stando al gioco.
- Si, certo. E poi vieni da una scuola pubblica, sei già specializzato in armi piccole.-
- Fatela finita voi due.- sibilò il caro genitore, porgendo poi la mano al tizio di Tokyo e dandogli il suo biglietto da visita - Signor Ueda, è stata una conversazione interessante. Mi chiami quando vuole, vorrei approfondire.-
- Con piacere.- sorrise quello - Allora...Mitsui, Akagi...ci vediamo prossimamente.-
- Come no.- rognò Mitchy a bassa voce.
Ma no, dai!
E che cazzo, l'avevano incastrato!
- Fottuto Hisa.- gli cantilenò Kay all'orecchio - Allora? Andate a festeggiare?-
- Credo che andrò a buttarmi sotto un ponte.- sibilò Hisashi.
- Tesoro vieni a cena con noi stasera?- gli sorrise sua madre - O sei troppo stanco?-
- A cena?- Mitsui si sentì male - Da soli? Noi tre?-
- Con Kay naturalmente. Perché non inviti la tua ragazza?-
Grazie mamma. L'adorava. Ma meglio la morte che parlare con suo padre prima di andare a dormire.
Gli avrebbe segato il week end.
- Grazie mamma ma sono davvero a pezzi. Esco un po' coi ragazzi e poi andrò a dormire.-
- Bravo, così potrai studiare per gli esami.- gli disse suo padre fra i denti - Mi aspetto parecchio.-
- Allora aspetterai invano.- Hisashi si mise in piedi, avvertendo ora la nausea in gola - Vado in bagno, torno subito.-
Kaede lo seguì con lo sguardo, stava per alzarsi come Hana ma la guardia gli fece cenno di stare tranquilli, così tornarono comodi.
Che essere dispotico, pensò il rossino.
Insopportabile!
- State buoni.- li ammonì Raim, seduta silenziosamente accanto alla volpe.
Però. I loro istinti omicidi dovevano averli scritti in faccia perché se se n'era accorta lei, forse anche gli altri avevano capito che stavano per guadagnarsi anni e anni di galera.
Il primo a tornare fu Miyagi, incerottato dalla testa al mento. Fortunatamente la madre di Hana gli aveva messo le mani sull'occhio e sistemato la voragine procurata dopo la caduta in campo ma restava il fatto che gli sarebbe rimasto un bel segno, peccato che al tappo non fregasse assolutamente nulla.
La cosa anzi, lo gasava.
Una bella ferita di guerra. Il massimo!
Tornò anche Mitsui, era abbastanza calmo, e ridendo e strisciando andarono via tutti dal palazzetto dello sport.
Alcuni di loro però si volsero un attimo indietro.
Quella era l'ultima gara degli under 21 a cui avrebbero partecipato tutti insieme, a Kanagawa, come squadra.
Akagi, Kogure e Mitsui sospirarono.
Avevano vinto e se ne andavano in bellezza.
Altro non potevano fare.
Se non andare a festeggiare con gli altri.
Si, si meritavano questo e altro.
- Ve la date una mossa?- sbraitò Hana dalla strada - Dai che ho fame Gori!-
- Arrivo, arrivo...scimmia.-
- E muoviti che la volpe mi si addormenta sul marciapiede!-
Ridacchiando, anche Kogure e Mitsui li raggiunsero.
Ma si.
Bella prova.


Un mese più tardi, a Hiroshima, Hanamichi Sakuragi stava seduto nel giardino della pensione che li ospitava.
Guardava in alto, nel cielo limpido e pieno di stelle.
Certo che ne erano successe di cose!
Dopo la partita col Ryonan e la premiazione del torneo prefetturale che li aveva visti di nuovo come i campioni di Kanagawa, lo Shohoku aveva dovuto subire l'interesse della stampa ma non solo.
Finita la tiritera, per i ragazzi fino al quarto anno era ufficialmente iniziata l'estate e la preparazione per il torneo nazionale, a parte per Hana e Kaede che dovettero dare l'esame pratico della patente. Non si sa bene come ma alla fine riuscirono a farsi dare il maledetto e malaugurato passaporto per investire ufficialmente la gente sulle strisce pedonali. Forse la ottennero per il rotto della cuffia o solo per aver minacciato di morte l'esaminatore...nessuno lo seppe mai.
Per altri senpai invece era iniziata la settimana degli esami finali.
A quanto gli aveva raccontato Sendoh alla cerimonia, non è che Mitchy si fosse ammazzato di studio ma forse, per prendere alla fine per il culo tutti i dannati professori, gli anni passati a fare il teppista, suo padre e anche Yoshikawa, Hisashi Mitsui dette per l'ultima volta in quella scuola il meglio di sé.
I risultati appesi parlarono chiaro.
Su quasi cento studenti che dettero gli esami finali, quel mentecatto alla faccia di tutti arrivò terzo.
Akagi quinto.
Quando videro il suo punteggio quasi non riuscirono ad aprire bocca.
La faccia poi di Hisashi quando andò a ritirare il diploma come se avesse fatto un favore a tutti era da immortalare.
Fra i tanti, Hotta e Aota fecero un casino inciampando davanti al vicepreside per l'emozione, la Kurata invece nemmeno quel giorno riuscì a tenere le mani a posto e qualcuno tornò a casa senza portafoglio.
Diciamo mezzo consiglio studentesco.
E così anche i migliori se ne andarono.
Mitsui, Akagi e Kogure dissero addio allo Shohoku ma per loro era iniziato il campionato nazionale.
Partirono due giorni dopo la consegna dei maledetti diplomi e il viaggio fino a Hiroshima fu abbastanza tranquillo anche se si rividero in giro certi soggetti che avrebbero preferito dimenticare di aver conosciuto anni prima.
Fra testa di cazzo di ogni tipo, spacconi, rintronati che a momenti persero il treno perché come sempre erano in ritardo e un ritardo stratosferico delle linee, Shohoku e compari si tapparono in albergo senza neanche andare a vedere le prime partitelle di riscaldamento. Perchè? Semplice...molto semplice. Sul treno, un certo tizio di nome Mitsui era salito col giornale di Kanagawa. In prima pagina una notizia che sapeva tanto di "chi la fa, l'aspetti": Takeru e due dei suoi compagni di squadra erano stati sottoposti a una retata a scuola. L'armadietto perquisito e al setaccio erano arrivati più di venti grammi di droga a testa. Chi avesse fatto la soffiata alla polizia era un mistero...ma di certo non era mistero chi avesse fatto il favore alla guardia d'infilarsi allo Shikuda alle tre del mattimo, scardinare gli armadietti e chiudere per sempre la storia della Oni's School. Tetsuo. Che per una volta aveva compiuto una buona azione. 
Così, a parte sadicissime vendette dal sapore dolcissimo e godurioso, nei giorni seguenti all'arrivo delle squadre ad Hiroshima, uscirono gli accoppiamenti.
Lo Shohoku era in un girone folle tanto per cambiare ma non se ne curarono troppo, specialmente perché il 20 giugno, due giorni prima del compleanno di Mitsui, alla pensione arrivò una telefonata per la guardia verso le dieci di sera. A prenderla fu Ayakp visto che Hisashi era a mollo nella vasca termale con gli altri ma la manager entrò senza fare una piega, dicendogli che era diventato zio.
Mancò poco che affogasse e sconvolgendo metà albergo corse al telefono con un asciugamano sui fianchi, seguito dai titolari conciati come lui, tutti bagnati e ansimanti.
La figlia di Kay era nata pochi minuti prima e i due stettero al telefono per circa un'ora.
A fare che? Scegliere il nome per la bambina.
Consultarono metà pensione, fermando tutti i passanti e ne uscirono i nomi più demenziali.
All'alba delle undici e mezza, Hisashi scandì lapidario l'ultimo nome che era deciso a dire a quel demente di suo fratello. Saya.
Saya Mitsui.
Si, ci stava.
Per il resto della serata gli altri lo tormentarono a manetta, con mille epiteti cretini che oltre ad aver impedito a Kaede di dormire avevano anche messo alla prova il precario equilibrio mentale di Hisashi che, tutto gudurioso, pensava a quel fesso di suo fratello in ospedale coi suoi.
Ben gli stava!
E ora Hana se ne stava all'aperto, a godersi l'aria notturna.
Il campionato nazionale era iniziato da ventun giorni e loro avevano già disputato quattro ottime partite.
Il Ryonan ne aveva passate due, poi aveva perso quello stesso giorno contro il Toyotama con sei punti di svantaggio. A quanto avevano visto per registrazione, Sendoh praticamente aveva giocato solo contro cinque e, sempre secondo il video, quando erano usciti dalla palestra Akira era stato osannato per il suo gioco perfetto.
E ora il tensai pensava a cosa combinare dopo l'estate.
Ci sarebbe stato il torneo juniores e poi...già, e poi un altro anno in cui per la prima volta la squadra dello Shohoku avrebbe dovuto raccapezzarsi in un campo senza un buon centro come il Gorilla e una guardia come Mitchy.
Dette un sonoro sbuffo, allungandosi meglio sulla panchina ma dei passi alle sue spalle gli fecero capire che aveva compagnia.
- Piantala di farti seghe.-
Hana guardò la volpe, scoccandogli un'occhiataccia.
- E chi ti dice che me le stessi facendo Kit?-
Rukawa si sedette, mollandogli una lattina di birra.
- Hn.-
Ecco, ora lo uccideva. Arrivava, sganciava bombe e poi mugugnava.
Orrido essere.
- Che farai appena finita questa faccenda?- gli chiese, stappandosi la lattina.
Kaede mandò giù un sorso, levando le spalle - C'è il campionato juniores. E poi ne parlerò con Raim.-
- Vuole tornare da sua madre?-
- Si, per qualche settimana. E tu do'aho?-
- Non lo so.- ammise il rossino - Ho la testa da tutt'altra parte.-
- Vedi che ti fai le seghe?-
- Ma che palle, sei seccante. È solo che il prossimo anno sarà dura da morire.-
- Rei è bravo in difesa. Può stare al posto di Mitchy.-
- Si ma non parlo solo di quello...- Hana mise il broncio - Il Gorilla sarà un gran rompiballe ma con lui mi divertivo. Non sono come te che mi voto in castità all'idea del basket. A me piace giocarlo con la gente che mi scassa attorno.-
Bella spiegazione, pensò Rukawa.
- In poche parole ti piace solo far casino.-
- Non dirmi che quest'anno non ti sei fatto due ghignate.- ridacchiò il tensai - Cioè, al primo ci siamo letteralmente ammazzati ma già l'anno scorso è stata una figata davvero. Quest'anno poi ti sei dimostrato veramente oltre ogni aspettativa volpino. Con quel pugno ad Arai sei diventato il mio eroe!-
- Hn. Do'aho.-
Poi, non si sa come il discorso si spostò abbastanza velatamente sulla sua convivenza con Raim.
Hana era diventato abile a strappargli qualcosa con apparente incuranza e quando Kaede se ne accorgeva solitamente era tardi.
- Così sei diventata una kitsune domestica.- cinguettò Sakuragi, accartocciando la lattina con una mano e lanciandola in un cestino poco lontano - Sei proprio cambiato Kit.-
Kaede tacque, finendo le ultime gocce di birra.
Si, era vero in fondo.
In un anno era stato travolto da una marea di novità, grazie a Raim aveva imparato a vivere di nuovo e a stare con qualcuno e Hana era riuscito perfino a fargli instaurare di nuovo un po' di dialogo con suo cugino.
L'avevano proprio tarato quelle due teste rosse.
- Prima di partire...- Rukawa cambiò argomento, prima che il maledetto iniziasse con le domande spinte e attaccasse a ridere da perfetto sadico quale era davanti al suo imbarazzo - Prima di partire sono andato con Ayako nel quartiere Harashi. Al palestra delle medie Kitamura.-
Hana alzò un sopracciglio. - E Miyagi lo sa?-
- Imbecille, non siamo andati a infrattarci.-
- Sarà meglio, Ryo-chan potrebbe prendersela sai? Allora cosa siete andati a fare?-
- A veder giocare un tizio.-
- Siete andati a far propaganda?- allibì il rosso - Ma dai, non ti ci vedo proprio.-
- Veramente è stata lei a chiedermi di seguirla.- gli spiegò, mentre il tensai si accendeva una sigaretta - Ci andava già da parecchio tempo. Il Kitamura ha vinto per gli under 15 e tutto grazie a questo ragazzino.-
- Nome?-
- Yukito Sagami.-
- Ruolo?-
- Ala grande. È alto 1.94.-
Hana quasi si strozzò col fumo - E che cazzo, ha preso troppi ormoni della crescita? Bhè, come gioca?-
Dal silenzio di Kaede, Sakuragi parve capire che per lasciare la volpe senza parole doveva essere davvero un grande.
- E' forte.- rispose il volpino, serio - E cerca lo scontro.-
- Ah, ecco perché ti piace.- sghignazzò il rossino - Dai, dimmi qualcos'altro.-
- Mastica la gomma mentre gioca.-
- Ah. E non gli va di traverso?-
- No.-
- Ok kitsune ma com'è?-
- Può diventare bravo.- rispose l'ala piccola - Ha l'aria di uno a cui non piace prendere ordini.-
- Però. Andrete d'accordo se verrà da noi.-
- E come fai a saperlo?-
- Ayako non è una che si sbatte per niente. Se ci andava a parlare prima di portare anche te, vuol dire soltanto che l'ha già imbrigliato. Ci hai parlato con questo moccioso?- e vedendo la sua faccia, scosse il capo - Scusa, perché sprecare il fiato eh Kit? Ma insomma, potevi almeno farti un'idea!-
- Basta vederlo giocare.-
- Questo è sicuro. A guardare te, si capisce subito di che pasta sei fatto.-
- Do'aho. Potrei dire lo stesso di te.-
- Te la tiri troppo, imbecille. Vabbè...mi racconti qualcos'altro o no? Adesso la faccenda m'interessa!-
- Che faccenda ragazzi?-
I due si voltarono, trovando niente meno che le due manager.
Hana ringraziò il cielo, sorridendo ad Ayako.
Gli raccontò che Rukawa gli aveva detto di quel Sagami e così la mora sorrise, mentre Raim si sedeva in braccio alla volpe. - E così andavi a vederlo giocare da un pezzo eh?-
- Già.- annuì la ragazza - E ti posso assicurare che è praticamente in squadra con noi.-
- Perché dici così?-
- Semplice. È venuto a vedere la finale contro il Ryonan. Veder giocare Rukawa deve averlo convinto.-
- Non vorrai dirmi che è un altro fissato!-
- Più o meno.- sorrise Ayako - E' un tipo un po' ombroso e non parla volentieri ma l'ho incontrato nei corridoi mentre voi vi cambiavate e mi ha fatto capire che entrare nello Shohoku non gli sarebbe dispiaciuto. È un'ottima ala grande, ha una potenza di braccia e gambe, è buono nello sfondamento e veloce in attacco ma è troppo esile per farci da centro.-
- Quindi sono fregato.- borbottò il rossino - Toccherà a me.-
- Pare di si.- annuì la mora - Rei è ala piccola, quindi anche in difesa se la cava bene e se ci sono problemi avremo anche Nobu a disposizione. Ce la caveremo.-
- Prevedi tutto eh?- sorrise Raim - E brava Ayako.-
- Se aspettavamo che i ragazzi andassero a vedere gli under 15 stavamo fresche.- sghignazzò l'altra - Comunque questo Sagami è un bravo ragazzo, ha la media di un fallo a partita e di trenta punti in attivo.-
- Miseria ladra.- alitò Hana - Ma gli altri della squadra allora sono delle seghe.-
- Abbastanza.- borbottò Rukawa, cingendo meglio al vita della sua rossa.
- E poi è uno a cui piacciono le sfide. Inoltre non si fa mettere i piedi in testa, quindi credo che andrete d'accordo.- insinuò Ayako - Dovevi chiedergli le sue credenziali nelle risse anche?-
- Allo Shohoku non guasta mai.- sibilò il rossino - Comunque...non è una volpe in miniatura, vero?-
- Non direi.- rispose la mora, facendo mente locale - Oddio...è cupo e ombroso ma è parecchio ironico, anche se come ti ho detto non parla volentieri con gli estranei. Lo conosce anche Rei, lui andava alla Kitamura.-
- Fantastico.- Sakuragi incrociò le braccia - Quindi avremo a che fare con un raggio di sole.-
- Si, più o meno.-
- Avrai pane per i tuoi denti Kaede.- sussurrò Raim, all'orecchio del volpino.
- Hn. È da vedere.-
- Piuttosto, che ci fate voi due ancora in piedi?- chiese la rossa.
- Non ditemi che chiacchieravate.- frecciò anche Ayako.
- No, io parlo e lui bofonchia.- frecciò Hanamichi, stiracchiandosi - Ma che ore sono? Che palle, già mezzanotte. Domani chi dobbiamo sciropparci?-
- Una squadra di Tokyo.- rispose la mora, - Forza, in piedi. Vi voglio a letto fra due minuti o domani come al solito vi addormenterete in tribuna.-
- E il coach l'avete sentito?- le chiese Sakuragi, mentre tornavano alla pensione.
- Si, ci raggiunge dopo domani.- sorrise Raim - Si è completamente ristabilito.-
- Accidenti al nonno, un giorno o l'altro ci farà morire tutti di crepacuore.-
In effetti partire per Hiroshima senza Anzai non era stato il massimo, come del resto disputare quelle prime quattro partite senza di lui ma se l'erano cavata ancora una volta.
Ora che il Buddha sarebbe tornato però il loro umore sarebbe risalito alle stelle.
Ne erano sicuri.
E come volevasi dimostrare la mattina dopo, alla stazione, lo trovarono sano e bello pacioso come suo solito.
Qualcuno immaginò anche che mangiasse troppo e che di nascosto si abbuffasse per segare la dieta ma i ragazzi erano troppo contenti e Anzai ansioso di tornare a vederli giocare.
Di nuovo in panchina, era tornato a tenerli uniti con la sua presenza...e stavolta con una piccola sorpresa.


Passò un'altra settimana e lo Shohoku quel venerdì sera uscì dal campo di gioco col sorriso sulle labbra, tutti stanchi e a pezzi, ma vincenti.
Il giorno prima avevano fatto strage del Yokotama Kogyo, di Hyogo, e ora avevano vinto sul Too di Tokyo, dei bastardi senza precedenti, per 76 a 68 e sebbene non avessero più fiato neanche per bere, qualcuno aveva ancora energia a sufficienza per guardare storto Anzai e la sua sorpresina invisibile.
Dovevano fermarsi a vedere l'Aiwa contro il Daiei Gakuen e questa partita si sarebbe dimostrata di gran lunga una delle tre migliori di tutto il campionato mentre il giorno dopo il Toyotama doveva vedersela col Fubo di Chiba.
Dopo di che un'altra settimana e sarebbero arrivati di nuovo alle finali.
Peccato "la sorpresina".
Ormai i ragazzi la chiamavano in quel modo la nuova recluta che si sarebbe cuccato Miyagi.
O almeno, Anzai l'aveva presentata come una recluta ma la new entry che li aspettava nell'anno nuovo non era stata proprio orgogliosa e gioiosa per la sue entrata in squadra.
Anzai aveva avvisato i ragazzi una volta alla pensione, al suo arrivo, e l'aveva presentata più o meno in questo modo, brutale e chiaro: "Ragazzi, con l'inizio della nuova stagione scolastica avremo un giocatore nuovo, che ora frequenta il terzo anno. Si chiama Shinichi Aikawa e per punizione Yoshikawa l'ha costretto a incanalare le sue energie in eccesso nella nostra squadra."
La parola punizione aveva fatto restare secchi Miyagi e gli altri, mentre Mitsui levava un sopracciglio.
Aikawa. Dove l'aveva già sentito quel nome?
Si venne poi a sapere, tramite le conoscenze di Raim, che questo Aikawa era sempre in punizione e in rotta col vicepreside. Motivo? Era un muralista, il tizio che nel giro di pochi anni aveva riempito lo Shohoku di fantastici murales con la tua tag sparsa un po' ovunque. Si firmava Psyko e quasi tutti sapevano chi era, visto che se ne andava sempre in giro con una tracolla sbrindellata piena di bombolette, pennarelli e colori.
Secondo Mitsui non era un cattivo ragazzo, anzi.
Una volta ci aveva parlato mentre era al lavoro, verso le otto e mezza della sera.
La guardia si era fermata per i suoi tiri e l'aveva pescato seduto su una scala, davanti al muretto di cinta sul retro.
Era stato molto gentile e cordiale e anche se tutto sporco di colore sulla faccia come un teppista, Hisashi aveva dovuto ammettere che era un vero e proprio artista.
A quanto pareva poi, Yoshikawa si era rotto le palle dei suoi scarabocchi e così l'aveva messo a vita in punizione, obbligandolo a giocare nella squadra di basket.
C'era un unico piccolo problemino e non era per la poco voglia del ragazzo.
Anzi, il coach aveva detto che era bravino.
No, il problemino mastodontico era la sua asma.
ASMA intensa e persistente che l'accompagnava dalla nascita. Il medico gl'impediva attività fisica continua come il basket per più di mezz'ora. Da spararsi.
Ci mancava anche che a quello mancasse il fiato e ci restasse secco, sindacò Hana, pragmatico come sempre.
- Bhò, tanto non è più un problema mio.- fischiò Akagi, lasciando Ryota pallido come un cencio.
- E già tappo.- Mitsui, ridendo, puntò il play - Tranquillo, è simpatico. Potrà ridipingerti casa se vuoi!-
- Ma porca...-
La faccenda di per sé invece lasciò indifferente Rukawa.
Che facesse murales o meno, l'importante era che questo tizio non avesse stracciato i maroni.
Dai suoi precedenti però si venne subito a sapere che questo impiastro, della loro stessa età e nella sezione F, aveva una vera predisposizione per far incazzare Yoshikawa.
Segava le lezioni, gli boicottava le riunioni in consiglio, gli colorava tutta l'aula, lo tormentava con incredibile faccia angelica e una volta gli aveva anche fregato la macchina, per farci un giro, e poi gliel'aveva rimessa davanti a casa.
Da ucciderlo.
Non era altissimo, a quanto aveva detto Mitsui, ma neanche una statura comune, sul metro e ottantacinque, poco meno di Hisashi e avrebbe giocato nel ruolo di guardia.
Per il resto, Anzai sembrava del tutto contento.
Mah.
In tribuna si godettero un'ottima partita, con Dai Moroboshi, la stella di Aichi, che regalò un primo tempo spettacolare, seguito poi da una panchina scalmanata visto che il mister lo rimise al suo posto. A guardare.
L'Aiwa vinse con ventidue punti di vantaggio, senza stupire nessuno, e se ne andarono a testa alta.
Lo Shohoku invece se ne tornò alla pensione con una nuvola nera sul capo.
Ma non era per la forza degli avversari.
Era perché ormai la finale era alle porte e stavano accadendo un sacco di imprevisti.
Se non altro Anzai si era rimesso e i loro allenamenti pomeridiani servivano a distrarre gli animi.
A quanto sapevano poi, a Tokyo il torneo nazionale di pallavolo stava per finire e lo Shohoku avrebbe disputato il giorno dopo la partita contro la rivale di sempre, in una finale attesissima.
Se ne parlava molto anche ai telegiornali e Tokyo era in subbuglio per quell'ultima partita importantissima fra le campionesse indiscusse per sette anni e la squadra che alle finali aveva sempre cercato di spodestarle, ovvero la squadra del liceo Hokujo Daisan dove militava la nemica numero 1° di Junko Kanzaki, una tizia di diciannove anni sul metro e ottantasette che in tutti quegli anni l'aveva sempre fermata a muro.
Fra i ragazzi ormai circolava la scommessa che Junko sarebbe stata buttata fuori per la rottura di troppi palloni e per quanto quella partita, come aveva detto Raim, sarebbe stata veramente dura per le loro amiche, erano praticamente sicuri di avere di nuovo la vittoria in mano.
Erano troppo forti, lo riconoscevano anche i più scettici come Akagi e Rukawa.
Quelle ragazze erano delle campionesse, senza obiezioni.
E meritavano di vincere.
Sabato sera, alle dieci, i ragazzi ormai non riuscivano più ad aspettare.
La partita non era trasmessa sui canali principali e non c'era una parabola alla pensione che prendesse le partite degli under 21, così si erano riuniti tutti nella stanza delle manager e ammonticchiati sui futon, aspettavano impazienti di sapere qualcosa. Raim si era attaccata al telefono di Sumire Endo che sicuramente stava in panchina e dopo una ventina di squilli, li raggiunse una voce soffocata, in sottofondo il casino più grande mai sentito.
Quella disgraziata piangeva e dalla panchina c'erano grida e ovazioni.
- Sumire!- Raim imprecò, non capiva se avevano perso o vinto e con tutti i ragazzi incollati addosso che blateravano a vanvera era impossibile comunicare.
- Insomma ma state zitti!- sbraitò Ayako - Dai non si sente una mazza!-
- Sumire!- urlò di nuovo Raim, spingendo via Ryota, Hana e pure Hisashi con una manata sulla faccia - Sumire per favore dimmi qualcosa! Ehi!! Mi senti??-
Cadde la linea, imprecò quasi tutta la stanza e poi Raim richiamò di nuovo, insieme ad Ayako che si attaccò al cellulare di un'altra delle matricole della Kurata.
Mezz'ora più tardi a Mitsui arrivò un messaggio da parte della sua ragazza.
"Preparati a pagare la scommessa, fra due giorni sono da te."
La guardia attaccò a ridere, prima sommessamente, poi sempre più forte.
Quando disse a tutti che le ragazze avevano vinto di nuovo l'intera pensione sobbalzò per il loro urlo.
Dopo aver passato tanto tempo insieme a quelle maledette casiniste sembrò normale esultare per loro, specialmente quando vennero a sapere dei risultati. Due set a uno per lo Shohoku.
E Junko Kanzaki venne premiata per la media più alta di punti del campionato nazionale su tutte le squadre del Giappone.
Di lì a due giorni sarebbero arrivate a Hiroshima, per vederli arrivare di nuovo a passo dal titolo.
Più tardi, finita l'interminabile chiamata che costò due schede e un pacco di gettoni al telefono delle pensione, i ragazzi se ne tornarono nelle loro stanze.
Rukawa stava per chiudere gli occhi e impiombarsi, visto che era in una camera da quattro con niente meno che Miyagi, Mitsui e Hana quando dal balcone aperto vide Raim scendere in giardino, ancora attaccata al cellulare.
L'aveva vista strana durante la chiacchierata con la Kanzaki e forse era meglio andare a scoprire cosa le passava in quella testa matta.
La trovò seduta su una panchina, sotto un albero.
Il cellulare fra le mani lasciate in grembo, le gambe da gazzella che spuntavano dalla mini di jeans, lunghe davanti a lei.
Lo sguardo era perso, lontano.
Quando lo vide però, gli sorrise.
- Ehi. Com'è che sei ancora sveglio?-
Kaede non rispose, chinandosi a baciarla.
Raim gli passò un braccio attorno alle spalle e rimasero a baciarsi a lungo in quella stramba posizione.
Quando si staccarono, la ragazza osservò quel suo musetto da volpe e gli depositò le labbra sul naso.
- Cosa c'è?-
Glielo chiese quando si fu seduto, girato verso di lei.
La sua rossa sorrise ancora, stavolta con un accenno amaro nell'espressione.
- E' per il campionato?- le lesse nel pensiero, sussurrando a bassa voce - Volevi esserci.-
Raim attese un secondo, poi annuì.
Li pulì una lacrima furtiva, senza alzare lo sguardo.
- Scusa.- bofonchiò.
- Scusa di cosa?- richiese, senza con tono basso e intimo.
Ricordava le prime volte in cui erano stati insieme, quella prima chiacchierata in palestra, mesi prima, dopo averla vista allenarsi col nastro. Ricordava i suoi occhi verdi pieni di luce dopo le partite di pallavolo con la Kanzaki e le altre.
In quel momento la vide massaggiarsi il ginocchio e mordersi il labbro.
Si, avrebbe voluto esserci.
Tornare a essere parte di quel giro di boa.
E forse anche di quel legame...quello strano legame che lui aveva scoperto vivo in lui da qualche tempo.
L'aveva sentito nel petto ma...se ne era reso conto solo un mese prima, quando fissando Hana negli occhi aveva passato la palla a Mitsui. Quando lui era saltato...era come se insieme alla guardia ci fossero stati anche lui, Hana, Miyagi e il capitano.
Era come essere una sola persona.
Un tutt'uno.
Le passò di punto in bianco un braccio attorno alla nuca, costringendola a nascondere il viso nel suo collo.
Le carezzò piano i capelli mentre le depositava dei lievi baci sulla spalla scoperta.
Stettero in silenzio, a sentire il respiro dell'altro.
Per Raim non poteva fare altro in quel momento.
Ma lui finalmente...si, lui forse aveva finalmente capito.
Quel tutt'uno non avrebbe mai dovuto dimenticarselo.
Giurò che non avrebbe mai dovuto scordarsi quel canestro fatto a metà campo, a quattro secondi dalla fine.
Giurò di ricordarsi ogni singolo movimento di quell'azione.
Ogni singolo fiato e battito del cuore.
Non avrebbe modificato il suo gioco, questo era impossibile visto quanto era radicato nel suo essere ma...quella tripla gli sarebbe rimasta dentro per sempre.
Si, aveva capito finalmente.


Il Toyotama vinse il suo ultimo avversario dei play off, proprio come l'Aiwa.
L'ultima squadra testa di serie della finale nazionale era il Kumamoto Shisho, un gruppo di cinque tizi di altezza piuttosto elevata, non uno che andasse sotto il metro e novanta, tutti ragazzi dal terzo anno in su, squadra di grandi prestazioni però molto altalenanti che si era spaccata nei turni precedenti, perdendo anche il loro centro che si era slogato un polso in partita, cadendo malamente.
Per questo per lo Shohoku non fu troppo difficoltoso batterli anche se dovettero faticare un bel po', come per l'Aiwa e il gruppo di Minami.
La partita fra i diavoli e il Toyotama invece fu più combattuta, in un'afosa giornata d'inizio luglio.
A salvare la situazione ancora una volta furono le tattiche di Miyagi e la difesa operata dal capitano Akagi che garantirono una corazza in area di tiro e per quanto Minami con le sue triple avesse creato qualche guaio al volpino che stavolta uscì dal campo con gli occhi sani, lo Shohoku vinse per 91 a 83.
Il Toyotama il giorno seguente venne battuto anche dall'Aiwa e ancora una volta le due squadre si trovarono in finale.
Dai Moroboshi, battendo Minami, uscì dal campo puntando il dito contro l'intero Shohoku, seduto in tribuna.
E sfida fu.
Era la loro ultima partita.
Questa volta l'ultima veramente.
L'ultima che avrebbero giocato tutti insieme come squadra perché quando sarebbero tornati campo, Akagi e Mitsui non ci sarebbero più stati. Al loro posto, altri visi, altri giocatori, altri compagni.
E neanche Kogure sarebbe più stato in panchina.
Contro l'Aiwa.
Si, quella partita sarebbe stata quella decisiva.
La sera stessa, Ayako e Raim trovarono le stanze dei titolari totalmente vuote.
Per la strizza, i mentecatti erano andati a farsi due passi.
Le ragazze li lasciarono perdere, divertite e commosse per loro. In fondo il giorno dopo avrebbero avuto la partita più importante di tutte, dove avrebbero messo alla prova tutto quello che avevano imparato in quegli anni.
Avrebbero messo alla prova la loro maturazione come giocatori, come squadra...
E qualcuno non la stava prendendo molto bene.
- Io mi chiedo con che coraggio certa gente ti consideri uno dei teppisti più bastardi in circolazione!- rognò Akagi all'alba delle dieci di sera, in piedi davanti a Mitsui che seduto su una panchina respirava dentro un sacchetto di carta - Ma tu guarda che stato! Devo andare a prenderti una bombola d'ossigeno per caso?-
- E non darmi il tormento!- rispose Hisashi seccato, inspirando ritmicamente.
- Straccione!-
- Pezzente.-
- Tua sorella.-
- La tua.-
- Un cazzo Mitchy, lascia in pace la mia Harukina!- esplose Hana seccatissimo.
- Su, su ragazzi buoni.- li bloccò Kogure con una goccia sul capo, prima che si mettessero le mani addosso - In fondo è normale essere un po' nervosi. L'anno scorso abbiamo battuto l'Aiwa con chissà tanta fatica che è normale che ci faccia paura no?-
- Ma chi ha paura di quei deficienti di Aichi!- sbottò Mitsui, levandosi il sacchetto dalla bocca.
- Già, chissene frega di loro.- borbottò anche Miyagi, seduto accanto alla guardia.
- Idioti.- sibilò il Gorilla - E voi due si può sapere cosa cazzo fate?- sbottò verso Hana e Kaede, che stavano sulle nuvole per i fatti loro - Non è da voi starvene così docili prima della finale nazionale!-
- L'anno scorso mica hanno fatto casino.- gli ricordò l'occhialuto.
- No, però il casino dalla camera di Mitsui non era neanche di un coro da chiesa!-
- E sai che roba...abbiamo solo sciolto un po' i nervi.- gli sorrise Ryota bastardamente. Ricordava bene la nazionale dell'anno precedente. A parte Sakuragi e Rukawa che per scaricare la tensione si erano rotti le ossa il pomeriggio prima, Mitsui aveva rimorchiato senza poter concludere (e la cosa ancora gli bruciava quando ci pensava!) e poi si erano fatti tutta una bella mano a poker. I soldi che non avevano perso erano finiti nelle spese del servizio in camera.
- Bhè, spero che adesso li abbiate belli sciolti. Se domani perdiamo per colpa di una delle vostre cazzate giuro che vi butto le rotaie alla stazione, chiaro?-
- Certo che come le incoraggi tu le persone Gori non le incoraggia nessuno.- frecciò Hana sarcastico - E sta' calmo, il tensai ancora una volta salverà la situazione! Quel fesso di Moroboshi me lo gioco io! Ahah!-
Non si sa bene come, ma i titolari riuscirono a non pestarlo all'istante per quella sparata, anche se comunque il rossino non aveva tutti i torti. L'anno prima, quando avevano vinto contro l'Aiwa in quella stessa finale, Hanamichi era riuscito a passare Moroboshi e a piazzare, grazie a un assist di Kaede, lo slam dunk più memorabile del torneo, portandoli alla vittoria ma da lì a dire che l'aveva sconfitto, dopo che Rukawa gli era stato appresso dall'inizio alla fine, era veramente una bestialità.
Mitsui tornò a soffiare nel suo bel sacchettino e forse per lo sconforto anche al volpino stava venendo un po' d'asma.
- Come ce la giochiamo ragazzi?- sospirò il vice capitano - L'anno scorso avete faticato tanto, ora siamo decisamente i più veloci in contropiede ma è innegabile che l'attacco dell'Aiwa sia uno dei migliori in assoluto del Giappone.-
- Calma, calma.- Miyagi bloccò lo sproloquio di Kogure prima ancora che iniziasse con le paranoie - Dunque, ho passato tutta questa settimana a vedere ogni fottuta partita abbiano disputato. Emblematica quella col Daiei Gakuen, credo che vi siate tutti resi conto che se trovano un varco nella difesa siamo finiti.-
- Per questo negli ultimi allenamenti ho preteso di farvi seguire alcuni schemi del Ryonan.- ricordò Akagi - E non ve la siete cavata male ma domani dovremo sputare sangue davvero.-
- Moroboshi lo marco io.- sentenziò Rukawa.
- E dove sta scritto kitsune?-
La volpe fissò il rosso con eloquenza - Non sei buono a un tubo, do'aho.-
- Ha parlato! Tu sei buono solo per farci il ghiaccio!-
- E basta, che palle!- sbottò il capitano, ficcando un pugno ad entrambi - Dovete finirla! Domani sarete solo voi due, con Mitsui, a poter segnare! Miyagi invade la metà campo e poi farà i passaggi a voi tre, quindi cercate di lavorare con un minimo di sincrono, Dio Santo!-
- Credo che abbiano in programma di sfinirti nel primo tempo Hisa.- risolse Ryota, fissandolo attentamente - Sanno da dove tiri e quando pestare di più. Cerca di non sprecare troppe energie.-
Mitsui abbassò lo sguardo, pensoso.
Purtroppo per lui era sempre stato quello il suo problema, almeno dopo l'infortunio.
La discontinuità fisica.
Dette un sospiro quasi mesto, lasciandosi andare contro la panchina.
- Che idiota.- borbottò.
- Adesso che cos'ho fatto?- sbottò Hana irritato.
- Do'aho. Non ce l'aveva con te. Se non altro però rispondi al richiamo.- frecciò Kaede.
- Adesso lo ammazzo...-
- Tu non fai un tubo.- ringhiò il Gorilla, fermandolo per la collottola prima che potesse fare un occhio nero all'ala piccola - Che c'è Mitsui?-
- Niente.-
- Davvero non c'è niente che ti preoccupa?- gli chiese Kogure con aria solerte.
- Ma no, tranquilli.- e la guardia sollevò il viso al cielo - Speriamo solo che domani sia una delle mie giornate buone.-
- Lo speriamo tutti.- insinuò Miyagi - Vediamo di andarcene da qua con un trofeo eh?-
- Già.- il quattrocchi sorrise - In fondo è la nostra ultima partita.-
- Guarda che a quello torna la crisi isterica.- brontolò Akagi, indicando la guardia.
- No, sto bene adesso.- si lamentò Hisashi - Comunque se possiamo evitare l'argomento...-
- Ha ragione Mitchy, mi deprimete. Non ci voglio pensare!- sbuffò Hanamichi, mettendosi in piedi e buttando via il mozzicone della sigaretta ancora a metà - E poi potrete sempre tornare a trovarci no?-
- Questo di sicuro.- ghignò il play - Visto che li userò come prova d'ingresso per le nuove matricole.-
- Complimenti tappo, pensi a tutto.- fischiò Mitsui.
- Già, quindi vedi di non sparire. Che tu vada o meno a Tokyo, vedi di essere sempre reperibile.-
- Non potrei fare diversamente visto che quel deficiente di Kay resterà a Kanagawa con Saya.-
- Non si sposta?-
- No, mia madre vuole aiutarlo e così sarà alleggerito di un bel po' di lavoro.-
- Io direi che è una figata.- sindacò Hana.
- Ah si?- soffiò Kaede sarcastico.
- Si kitsune malfidente, perché così avrà sempre un motivo per tornare no?-
- In questa discussione cola miele da tutte le parti.- Akagi era schifato - Non andiamo sulla luna, idiota.-
- Potresti anche andarci, mi faresti un favore Gori...ma in campo a me piace una certa stabilità.-
- E sarebbe?- Ryota ridacchiò - Intendi nel cambio di compagni?-
- Oh, finalmente siete arrivati all'altezza di comprendere le elucubrazioni del Genio!- si esaltò Sakuragi.
- Mi stai facendo venire il diabete, do'aho.- sbuffò Rukawa, svaccato accanto a Mitsui - Ha ragione il capitano, non vanno sulla luna. E poi esistono i telefoni e i computer, se proprio devi rompere le palle al prossimo.-
- I telefoni esistono anche a Kanagawa, peccato che quando uno ha bisogno non ti si trovi comunque Kit!-
- Sapete cosa penso invece io?- se ne uscì Miyagi accavallando le gambe - Io mi ritroverò da solo con questi e una marea di matricole. Cazzo mi verrà un esaurimento nervoso!-
- Ti lascio le mie pasticche se vuoi.- ironizzò Mitsui - Pensa poi a quando il prossimo anno dovrai scegliere a chi lasciare le briglie!- e detto quello anche Akagi e Kogure non riuscirono a trattenere un leggero gemito sarcastico, vedendo le stelline negli occhi di Sakuragi.
- Ti conviene lanciare una moneta.- gli consigliò il Gorilla.
- Si, credo proprio che lo farò.- annuì il play - Allora gente? Che si fa? Si va a letto?-
- Qua mi serve un sonnifero, non chiuderò occhio.- si lamentarono contemporaneamente Hana e Hisashi.
- Questo invece bisogno riportarlo dentro in carriola.- bofonchiò il Gorilla, vedendo Kaede ciondolare pesantemente, gli occhi quasi chiusi - Diciamoci una mossa o Rukawa si addormenterà qua fuori.-
- Certo, non prima che gli abbia chiarito le idee però buttandolo dentro alla fontana.- rincarò Hanamichi - Quello li ha bisogno di una bella svegliata, non può sempre dormire e farsi i suoi comodi!-
- Ma sta zitto e pensa a giocare decentemente domani.- gli disse Ryota, zittendo quella cagnara - Avanti, è l'ultimo chilometro gente. Siamo in linea del traguardo.-
- Si. Vediamo di non inciampare.- concluse saggiamente Mitsui, mentre si chiudevano alle spalle la porta della pensione.




"I've been searching for you
I heard a cry within my soul
I never had a yearning quite like this before
Now that you are walking right through my door
All of my life
Where have you been
I wonder if I'll ever see you again
And if that day comes
I know we could win
I wonder if I'll ever see you again..."

Lenny Kravitz, Again.




Le pagliuzze giallastre dei cristalli liquidi stavano irritando gli occhi a Raim.
Forse perché non riusciva a staccare gli occhi dal tempo. Forse perché sentiva il cuore battere così forte che si fosse trovata in campo, in quel momento, insieme ai ragazzi.
Ayako le strinse improvvisamente le mano sinistra, Haruko quella destra, mentre la Kanzaki restava immobile sulla linea di metà campo, con Anzai e Mito. Dalla panchina dietro le matricole e le riserve, un numero imprecisato di avventori provenienti da Kanagawa si rizzarono, quasi divennero di pietra nell'attesa.
Tutta la palestra del torneo di Hiroshima ora stava col fiato sospeso.
40 secondi.
Se si concentrava, Raim aveva l'impressione di riuscire anche a sentire il respiro dei diavoli dello Shohoku.
I muscoli si tendevano, il respiro si dilatava.
Ed era quello il momento in cui si mostravano i campioni.
Kaede Rukawa era a centro campo. Palleggiava.
Dai Moroboshi era di fronte a lui, le pupille puntate in quelle del volpino.
Kaede guardò di nuovo il tabellone.
35 secondi.
Ed erano in parità.
E se in quella partita qualcosa aveva fermato l'Aiwa, era stato solo l'attacco combinato delle ali.
Imprevedibile e senza possibilità di blocco.
Non c'erano stoppate che tenessero.
Kaede variò il movimento della mano, sentendo su di sé lo sguardo di Miyagi.
Erano pronti. Pronti per tentare un'ultima volta.
Un rivolo di sudore gli colò lungo il collo e inquadrò chi di dovere.
Mitsui era davanti a lui, Miyagi al fianco della guardia, a trattenere gli avversari. Akagi, capendo cos'aveva in mente, stava sgombrando sotto canestro per lasciargli lo spazio necessario.
Moroboshi se ne accorse, ma purtroppo per lui era tardi.
Aveva faticato sette camicie dopo il primo tempo per recuperare uno stacco di quindici punti, dato dall'aver preso troppo sotto gamba, ancora una volta, i campioni nazionali e ora ne stava pagando le conseguenze.
Non aveva più fiato.
Eppure negli occhi Kaede gli scorgeva delle vere e proprie fiamme.
Non sarebbe stato facile passarlo.
Ma qualcuno gli venne in aiuto. Miyagi si spostò leggermente, creando lo scompiglio nel suo marcatore e quella baruffa bastò a intercettare l'attenzione del capitano dell'Aiwa quel che bastava al volpino per lanciare la palla in direzione contraria. La sfera arancione finì a Mitsui che dovette liberarsene subito.
Il suo marcatore, esasperato dopo le ben sette triple infilate da quel maledetto, aveva i nervi a fior di pelle ma il gioco non si fermò. Ryota riprese la palla e condusse il gioco fino a quando Rukawa non arrivò sotto canestro.
Moroboshi era lì ad attenderlo, insieme al centro dell'Aiwa, un tizio che aveva creato ad Akagi non pochi problemi.
Pensando a un pallonetto, il pivot si buttò su Rukawa ma quella deviò la palla.
Aspettandoselo, Moroboshi era pronto a vedere qualcuno arrivare in suo aiuto ma la sfera rimbalzò assurdamente sull'anello.
Rukawa aveva cambiato tattica all'ultimo secondo!
Al rimbalzo, chi di dovere prese la sfera e se con una mano si attaccò al ferro, con l'altra piazzò il dunk finale della partita, a quattro secondi dalla fine.
Il risultato finale del campionato nazionale quell'anno fu di 101 a 99 per lo Shohoku.
E l'ultimo canestro fu ad opera di Hanamichi Sakuragi, in una memorabile schiacciata che per onorare una tradizione già precedentemente da lui perpetrata, piegò letteralmente l'anello con uno scricchiolio stridulo sovrastato immediatamente dal boato in campo.
Lo Shohoku vinse per il secondo anno consecutivo il titolo di campioni nazionali.
Matricole, riserve e altri giocatori invasero il campo mentre i diavoli titolari si strinsero in un abbraccio collettivo.
Qualche ora più tardi, i cinque vennero immortalati in una foto informale seduti sul mitico parquet, insieme all'allenatore Anzai e un trofeo che si erano ampiamente meritati, dopo di che l'intera squadra, compresi i supporter e gli amici venne ripresa in un scatto storico, davanti all'ingresso del palazzo dei tornei di Hiroshima.
Il sole di quella limpida giornata di fine luglio nessuno se lo scordò più.
Tantomeno la grandezza di quella vittoria.
Infatti uno dei titolari in quella foto portava una bandana sul capo.
Sopra la scritta Tensai, ora c'era un'altra iscrizione fatta a pennarello nero.
Shohoku's 5° Winners.
E stavolta il tensai non si era sbagliato.
Vittoria o meno, erano davvero una grande squadra...



Come spesso accade, la strada dei nostri eroi si divise e i componenti della squadra che quell'anno vinse il torneo nazionale non giocarono mai più insieme, almeno in nessuna partita ufficiale.
Alla fine dell'estate, Kiminobu Kogure si iscrisse all'università di Kanagawa mentre il capitano Akagi partì per Tokyo, per la prestigiosa università H.K, la migliore del paese.
A sorpresa, all'inizio dei corsi a ottobre quando ormai si disperava nel rivederlo, si presentò anche Hisashi Mitsui che dopo aver passato circa due mesi ad arrovellarsi il cervello su cosa fare della sua vita, aveva capito che fra tante strade abbozzate, l'unica certa per lui restava il basket, sempre e solo il basket.
A Ryota Miyagi venne affidato lo Shohoku a inizio settembre con il nuovo anno scolastico e dire che per lui fu dura è un blando eufemismo.
Kaede Rukawa partecipò nuovamente in nazione juniores, affiancato da Sendoh e lo stesso Miyagi, mentre un tensai un giorno per caso riuscì in una grande impresa:

- Ehi Kit, bastardo guarda che ti combino!-
Kaede odiava settembre, quel pagliaccio era più energico del solito in quel mese e si staccò di malavoglia dall'abbraccio di Raim per volgere uno sguardo seccato ad Hanamichi.
La testa rossa era di fronte al canestro e gli scoccò uno sguardo di sfida.
- Guarda e impara!-
- Ma che vuole fare?- rise Raim, tenendo le braccia attorno al collo della volpe.
- Che s'ammazzi.- sbuffò Rukawa e cercò di tornare a baciarla quando Hana saltò all'improvviso, dalla lunetta, e sbilanciandosi con la schiena eseguì un perfetto tiro in sospensione all'indietro.
La sfera arancione centrò il canestro e quando Hanamichi atterrò, rimase in piedi, in perfetto equilibrio.
Quando si volse con aria di superiorità, Rukawa lo guardava fra l'altezzoso e un pizzico divertito.
- E allora?- lo sfidò il rossino, puntandogli un dito contro - Sono il migliore o no?-
- Do'aho.- replicò la volpe, come un gesto riflesso.
- Ahah, canestro!-
Hanamichi attaccò a ridere, posandosi le mani sui fianchi e senza attendere oltre tornò da loro.
Scendeva la sera e iniziava un altro anno.
Ma in fondo, anche se il Gorilla, Mitchy e il quattrocchi se n'erano andati, la palla per ricordargli di quei tre era rimasta lì. Insieme a un bel po' di foto e a un trofeo.
- Credete di farcela quest'anno ragazzi?-
La domanda di Raim si perse nel vento ancora mite, mentre s'inoltravano per le strade di Kanagawa.
- Ma certo!- scandì Hana - Perché sono un genio no?-
- Do'aho.-
Fra i suoi stessi brontolii, Hanamichi non si accorse che qualcuno stava sorridendo.
Kaede gli stava alle spalle e lasciò che quelle due teste rosse lo precedessero, scherzando fra loro.
Meglio così, pensò guardando le loro schiene.
Due facce allegre nella sua vita erano meglio di una.
Quindi meglio due geni a farlo sorridere, che uno solo.



Don`t you see
We`re in this together
You and me
One on one forever...
Apoptygma Berzerk, "In This Together"



                                                                        - Fine -
                                                                                       Raim's Fox




 

 

 

Si, fine. Ragazzi, la pacchia è finita. Per me e per voi. Come ogni volta, mi sento davvero triste. Forse perchè, se fosse dipeso dalla sottoscritta, scrivere epiche saghe senza mai fine. E sarebbe davvero bello, ma ecco uno dei motivi per cui non potrò continuare la fic. Immediatamente almeno: primo, studio e lavoro part-time. Non riesco a scrivere un dannato capitolo della mia fic su One Piece, le Cronache, da oltre un mese. Vorrei spararmi. E ve lo dice una che tre anni fa, metteva in rete un capitolo al giorno...non so se mi spiego. Due, ho davvero pronti non tre, ma quattro capitoli del seguito, che ho chiamato al momento l'Ultimo Anno, ma che senso avrebbe mettere quattro capitoli, quando poi non potrei proseguire? Ora come ora non ho testa, non ho tempo...e devo dirlo, quando non mi viene subito l'ispirazione io sono una di quelle che s'incazzano come delle iene. Perciò per ora...nulla, mi spiace proprio, a me per prima. Mi sarebbe davvero piaciuto scrivere questo seguito, adoro Slam, ma il tempo, ragazzuoli, è sacro. Cosa che a voi invece non frega, prossimamente mette due shot originali, scritte in momenti di cupa depressione e opprimente rabbia. Se volete leggetele, ma vi avviso che vanno lette a stomaco pieno.

Prima che qualcuno mi spari me ne vado davvero, comunque ringrazio tutti quelli che hanno letto, che hanno sopportato tutto l'alternanrsi di disastri, risse, depressioni e fughe nei letti altrui, a partire da coloro che già mi avevano sostenuto su manga.it ovvero Mewsana, Shin, ClaHeaven, Kysa, Iceygaze che ha sempre da ridire, God of Thunder a cui dedico questa storia, Magic, Bia-chan. Un abbraccio però ancora più grande a voi nuovi lettori, che avete letto e apprezzato la storia di un writers che se n'è sempre stata coccolata nel suo sito natale, fino a trovare il coraggio di mettere le ali: Seika, Airis, Sasha, Arkadio, Saretta&Zena, Kayra, Jusie, Francy, Lady Core, Kitcool e Scopyon.
A presto con un seguito...si, lo spero davvero!
Un bacione,

Axia

 

 

 

 

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