Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: shesfede    11/08/2012    22 recensioni
«Cosa sei?» chiesi di nuovo, sempre più spaventata.
«Lo sai» si rassegnò a rispondere.
Indietreggiai di nuovo, fino a scontrare una colonna che tagliava il corridoio. Scostai i capelli, impreparata e sconvolta per quello.
«Non può essere» mormorai, guardando il vuoto.
«Non può essere» dissi di nuovo, questa volta guardando lui.
I suoi occhi erano spenti, vitrei, quasi invisibili. Completamente diversi da come ero abituata a vederli. Un altro brivido mi percorse la schiena, facendomi raggelare il sangue.
«Se solo mi lasciassi spiegare…» provò ad avvicinarsi, ma lo scansai ancora prima che mi fosse vicino.
«Dillo» gli ordinai. Lui mi guardò, supplicandomi con gli occhi di non farlo.
«Dillo. Voglio che sia tu a dirmelo» non mi lasciai incantare, non più, e glielo chiesi di nuovo.
Lui inspirò, per poi buttare fuori l’aria assunta. «Sono un vampiro, Juliet.»
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Epilogue.
 

30 anni dopo
Il tempo passa, le persone invecchiano, i ricordi vanno affievolendosi. Le donne si guardano allo specchio cercando di intravedere ogni singola ruga o capello bianco, gli uomini riflettono sul perché la loro pancia aumenti con l’età e sulla caduta dei capelli. Tutti cambiamenti necessari nel corso della vita. Ma per me, che ero confinata nei miei 17 anni, i segni del tempo erano invisibili. Ero sempre la stessa da quasi due secoli, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Avevo lasciato Cambridge insieme ad Harry il giorno dopo della morte di Zayn. Per i primi anni avevamo deciso di rimanere in Inghilterra, spostandoci semplicemente a Londra. Quando il momento di andarcene fu arrivato ci spostammo in Spagna, vivendo nella movimentata Barcellona. All’inizio per Harry fu un trauma dover imparare lo spagnolo, ma per fortuna col tempo ci riuscì. Dopo la Spagna tornammo nel Regno Unito, stabilendoci in un piccolo villaggio dell’Irlanda del Nord. Avevamo voglia di un posto che ci ricordasse casa e quel paesino assomigliava molto alla Cambridge dei nostri tempi. Avevamo viaggiato in tutti e cinque i continenti, spostandoci ogni volta che era arrivato il momento di farlo. Ma adesso che ero di nuovo a casa mia mi sentivo come rinata.
La città non era cambiata molto negli ultimi anni. Qualche strada asfaltata e dei nuovi negozi, ma nulla di più. Niall mi aveva dato appuntamento ad un parco giochi che avevano costruito un isolato dopo la nostra vecchia scuola. Era frequentato da tantissimi bambini che si divertivano a giocare tra uno scivolo e un’altalena. Mi fermai ad aspettarlo all’entrata del parco, mentre occupavo il tempo osservandomi attorno.
«Ciao bella mora!» gridò qualcuno. Qualcuno che, come al solito, avevo riconosciuto molto prima che parlasse.
«Ciao Niall» risposi con il solito tono per niente sorpreso, lo stesso tono di quando eravamo più piccoli. Mi voltai con l’immagine del ragazzino dal ciuffo biondo e gli occhi azzurri brillanti nella mente, ma questo non fu quello che vidi. Dinanzi a me c’era un uomo non molto alto, con i capelli corti e un vestito elegante. Anche se la voce era la sua, quello non sembrava affatto essere il mio Niall.
«Ehi, come stai?» L’uomo, che doveva avere una cinquantina d’anni se non qualcosa in meno, mi strinse forte tra le sue braccia, non notando la mia perplessità. Chiusi gli occhi e inspirai ed espirai lentamente, riconoscendo però quello che era il profumo un tempo usato dal mio migliore amico ‘umano’.
«Mi sei mancato così tanto» mi lasciai scappare, quando finalmente riuscii a rivedere in quell’uomo il ragazzino vivace e chiacchierone d’un tempo.
«Non sei cambiata affatto» mi disse, con una punta di ironia. Risi, mentre mi faceva fare un giro completo su me stessa tenendomi per mano.
«Oh, anche tu sei esattamente come ti ricordavo» gli risposi sarcastica, facendolo così ridere. Niall poteva essere cambiato esteticamente, ma il suono della sua risata no di certo. Era sempre lo stesso, riconoscibile a metri di distanza e capace di farti tornare il buon umore anche nella tua giornata peggiore.
«Per te, come i vecchi tempi» mi disse, allungandomi una tazza di caffè caldo. Presi il bicchiere di carta e ne bevvi un sorso, accompagnando il tutto con le mie solite espressioni disgustate dovute al sapore di quella roba. «Beh, in fondo non sei cambiata neanche tu.»
«Andiamo Horan, abbiamo un sacco di cose di cui parlare» gli tesi la mano libera e ci andammo a sedere su di una panchina lì vicino. «Cosa mi sono persa in questi trent’anni?» gli domandai, anche se ero abbastanza aggiornata a causa delle continue telefonate che gli facevo. Avevo perso così tante persone nella mia vita che non volevo accadesse anche con Niall.
«Beh, teoricamente sai già tutto.» Si grattò il mento pensieroso, per poi iniziare quello che aveva l’aria di essere un lungo ma interessante racconto. «Louis si è sposato con una ragazza conosciuta al college. Si chiama Michelle e credimi se ti dico che andreste d’accordo se solo vi conosceste!» Sorrisi, pensando a quanto fosse assurdo che Louis Tomlinson fosse riuscito a trovare qualcuno capace di sopportare il suo umorismo da quattro soldi e la sua vanità. Ma ero felice per lui, perché era sempre stato un ragazzo d’oro. «Ha due figli, il maggiore si chiama Nicholas mentre la piccolina Chelsea.» Annuii, ricordandomi di quando mi aveva mostrato un video di Louis che saltava eccitato per i corridoi dell’ospedale a causa della nascita del suo primogenito.
Mi guardò interrogativo, chiedendomi con lo sguardo se potesse continuare il racconto. «Andiamo, raccontami di Liam» lo spronai esplicitamente, visto che sapevo che avesse paura di parlarmi di lui. Ormai era passato così tanto tempo che il dispiacere per quello che avevo fatto a Liam era svanito quasi del tutto. In un certo senso ero riuscita comunque  a salvarlo dal mio mondo.
«Liam si è fatto anche lui una famiglia. Così come Louis ha due figli: il maschio ha cinque anni e si chiama Justin, mentre la grande… beh ecco, lei si chiama Destiny.» Guardai Niall con occhi spalancati, non potendoci credere. Aveva chiamato sua figlia Destiny, il nome con il quale lui mi aveva conosciuto. Questo era un particolare che Niall aveva sempre omesso durante le nostre telefonate periodiche.
«Non è possibile, lui non si ricorda di me» dissi convinta, afferrando Niall per il braccio e stringendolo, come per dirgli ‘ehi, perché me ne stai parlando soltanto ora?
«Magari in qualche angolo buio della sua mente lui conserva ancora un piccolo ricordo di te» mi disse dolcemente, stringendomi la mano. Sospirai, pensando che in fondo quella fosse una cosa davvero tenera. Mollai così il suo braccio, cercando di cambiare argomento.
«E tu invece? Tu come stai?» Niall abbassò la testa, colpito da quella mia domanda. Forse avrei potuto evitarla, tanto sapevo già cosa fosse successo, ma sapevo anche che lui aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno liberamente e io ero l’unica con cui potesse farlo.
«Non si è fatta più viva dopo il giorno in cui mi ha lasciato» confermò le mie conoscenze. Annuii in silenzio, aspettando che aggiungesse altro. «Adesso sono felice, ho un lavoro e una famiglia, ma non passa giorno senza che mi domandi perché lei lo abbia fatto.»
«Voleva che tu vivessi Niall, lo sai bene» gli risposi, stringendo ancora di più la sua mano.
«Tu l’hai più vista?» mi domandò voltando la testa verso di me. Nei suoi occhi vidi una luce di speranza, che però fui costretta ad uccidere confessandogli che no, neanche io l’avevo più vista o sentita.
«Dopo un po’ di tempo ha smesso di rispondere alle mie chiamate, probabilmente vedermi le ricorda i tempi in cui stavate insieme» gli dissi sincera. «Jenn ti amava davvero Niall, se ti ha lasciato lo ha fatto solo perché sapeva che così non ti saresti mai dovuto trasformare.»
«Lo so, per questo fa ancora più male» aggiunse triste. «Lo sai? Ha anche usato quel suo potere speciale su di me. Ha controllato le mie emozioni in modo che non mi sentissi ferito quando mi ha lasciato, ma dopo che è andata via il dolore è riemerso comunque» mi raccontò, facendo poi cadere quel discorso che lo faceva stare soltanto più male.
Stessimo in totale silenzio per un bel po’ di tempo, guardando i bambini giocare sotto i nostri occhi e i genitori disperati che li rincorrevano. «Sai, mi sarebbe piaciuto diventare mamma» confessai per la prima volta. Non avevo mai avuto un debole per i bambini, è vero. Però un giorno mi sarebbe piaciuto averne uno mio, da crescere e amare.
«Scommetto che saresti stata una madre eccezionale» mi rassicurò. «E scommetto anche che Harry non sarebbe stato poi così tanto male come padre» aggiunse, con una nota di ironia. Scoppiai a ridere insieme a lui, immaginando però come sarebbe stato avere una avere famiglia insieme alla persona che amavo. Harry sicuramente avrebbe trattato nostro figlio come il bene più prezioso al mondo e se ne sarebbe preso cura così come ha fatto con me nel corso di tutti questi anni.
Trascorremmo l’intero pomeriggio su quella panchina a parlare del tempo trascorso e di quello passato. Insieme riportammo a galla vecchi ricordi, immaginammo il nostro futuro, anche se sotto prospettive diverse, e fantasticammo sulla nostra vita. Anche se soffriva ancora quando ripensava alla fine della sua storia con Jenn, Niall adesso era felice. Era riuscito a realizzarsi nella vita, così come Liam e Louis che però, a differenza di lui, non si sarebbero mai ricordati di me.
Quando tornai a casa trovai Harry ad aspettarmi in cucina, dove aveva preparato una cena speciale per noi due. Aveva comprato una piccola villetta nella periferia della città senza dirmi niente, in modo che così avessimo potuto avere un posto che ci accogliesse ogni volta che avremmo voluto far ritorno a casa. Non c’era un giorno in cui non dicesse di amarmi o in cui ripetesse quando fosse felice di avermi al suo fianco. Insieme avevamo trovato il nostro equilibrio, ripromettendoci che non avremmo mai permesso a niente e nessuno di scombussolarlo.
Io ero felice? Si, lo ero totalmente. Magari non sarei mai potuta diventare madre o non avrei mai potuto costruirmi una vita vera mettendo le radici in un posto, ma almeno non ero da sola. Avevo perso tante persone nella mia vita, a partire dalla mia famiglia per arrivare fino ai miei amici. Avevo affrontato difficoltà che sembravano essere insormontabili, eppure alla fine le avevo superate tutte. Ero riuscita a ricongiungermi all’amore della mia vita, anche se all’inizio lo avevo respinto con tutte le mie forze.
Ero felice e lo sarei stata fino a quando Harry sarebbe rimasto al mio fianco.
Il futuro? Ormai non mi spaventava più.


here i am:
scusate per l'attesa, non mi sono resa conto del tempo che passava.. comunque ecco a voi l'epilogo :)
spero che non vi abbia deluso e che la storia vi abbia appassionato almeno un pochino!
io personalmente ne vado molto fiera, mi sono davvero affezionata a questa fan fiction anche se breve.
un saluto speciale a michs che ha avuto gli spoiler mentre scrivevo tranne dei capitoli finali lol love u x
e anche a fortunata che spero stia leggendo (visto fortu? ti ho citato, amami per questo (?))
grazie a tutte voi, davvero!
much love, fede x

   
 
Leggi le 22 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: shesfede