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Autore: TheOnlyWay    29/08/2012    16 recensioni
Ho sempre pensato che i ragazzi fossero stupidi e insensibili. Poi ho conosciuto lui e ne ho avuto la conferma: sono dei completi idioti.
E non è colpa loro, probabilmente è una questione genetica, anche se in effetti dovrebbero iniziare a cercare una cura per questa stupidità dilagante.
Insomma, ci sarà pur qualcosa che si possa fare, per evitare che diano aria alla bocca, tanto per dimostrare che sono addirittura in grado di formulare un pensiero coerente.
Quando ho capito che Louis Tomlinson è un idiota?
Non mi ci è voluto molto, se devo essere sincera. È bastato che lo incontrassi nel corridoio, vicino al mio armadietto.
«Ciao, bambolina.»
Era il mio primo giorno nella nuova scuola e tutto ciò che desideravo era diventare invisibile. Essere al centro dell’attenzione non mi era mai piaciuto un granché: preferivo starmene sulle mie, parlare il tanto necessario e ignorare completamente tutto il resto. Louis aveva rovinato i miei piani, perché aveva catturato l’attenzione di tutti i presenti con due semplici parole.
Sorrideva, mentre dietro di lui quattro ragazzi osservavano la scena con particolare interesse. E poi si dice che sono le ragazze a girare in branco.
«Bambolina ci chiami tua sorella, idiota.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '"Like an Hurricane"'
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Chapter 16.

 
 
 
«Avresti un pigiama da prestarmi?» chiesi, affacciandomi timidamente nella stanza di Louis. All’improvviso, mi ero quasi pentita di essere sembrata tanto tranquilla all’idea di dormire con lui. Come avevo fatto ad uscirmene con una frase del genere? “Possiamo tranquillamente dormire insieme.” Insomma, non ci credevo neanche io. E se Louis si fosse aspettato qualcosa? Sapevo che, in tutta probabilità, era abituato a fare tutt’altro nel letto. Anzi, dubitavo che qualcuna si fosse mai fermata a dormire.
E se avesse voluto la stessa cosa anche da me? Non ero pronta per avere con Louis una relazione che comprendeva anche il sesso. Proprio no. Forse ero ancora bloccata per quella storia di Etienne, forse mi spaventava l’idea che stare con Louis mi sembrasse così naturale. Lo amavo. E lui mi amava, quello lo sapevo. Avevo l’impressione di stare con lui da sempre, perciò mi spaventava che dopo così poco tempo che stessimo insieme, lui fosse già diventato una parte integrante e assolutamente fondamentale della mia vita.
«Mi sembri un po’ nervosa, bambolina.» mormorò, tranquillo. Si avvicinò, reggendo in mano dei pantaloncini verdi e una maglietta gigante, bianca.
Scossi la testa, ma evidentemente non gliela diedi a bere.
«Cosa c’è che non và?» domandò, curioso. Sorrisi, quando allungò un braccio per sistemarmi una ciocca di capelli dietro le orecchie: era un gesto che faceva spesso e che lo faceva sembrare così dolce che non riuscivo a credere che fosse lo stesso ragazzo che il primo giorno di scuola mi aveva fatto incazzare come una biscia. Scossi di nuovo la testa, ma il mio sguardo cadde comunque sul letto a una piazza e mezza.
Louis seguì la traiettoria e sul suo volto comparve un sorriso.
«Oh, capisco. Non preoccuparti, bambolina. Non ho intenzione di sfiorarti neanche con un dito, a meno che non sia tu a chiedermelo.» disse, porgendomi il pigiama con un’espressione indecifrabile. Arrossii fino alla radice dei capelli, facendolo ridacchiare.
«Sei un’idiota.» borbottai. Louis continuò a ridere, imperterrito.
«Per una volta che faccio il gentiluomo, mi devo anche beccare gli insulti.»
Alzai gli occhi al cielo, spazientita e ancora imbarazzata.
«Ma che gentiluomo e gentiluomo. Piantala, e fammi cambiare in pace.» borbottai, spingendolo fuori dalla stanza piuttosto bruscamente e chiudendogli la porta davanti alla faccia.
Ignorai la sua risata e iniziai a spogliarmi. Quando rimasi in mutande e reggiseno, la porta si spalancò. Ero pronta a gridare a Louis di uscire prima che lo picchiassi violentemente, ma mi bloccai di fronte ad Harry, che mi squadrava da capo a piedi, cercando di cogliere ogni minimo dettaglio.
«Ero venuto a darti la buonanotte…» ridacchiò, senza staccarmi gli occhi di dosso. Infilai velocemente la maglietta e i pantaloni, poi gli rivolsi un’occhiata in tralice.
«Hai tre secondi per sparire, Styles.» minacciai.
«Uno. Due.» prima che riuscissi ad arrivare al tre, Harry si era dileguato, ridendo.
«Buonanotte! E belle mutande!» urlò, dal fondo del corridoio.
«Louis! Harry ha provato a baciarmi!» urlai di rimando. Louis accorse su per le scale, con un’espressione confusa e al tempo stesso arrabbiata.
«HARRY!» sbraitò, con un tono oltraggiato che mi fece scoppiare a ridere. Harry, intanto, si era affacciato al corridoio, piuttosto confuso.
«Che c’è?»
«Come ti sei permesso?»
«Di fare che?»
«Hai provato a baciare Cassidy!» lo accusò Louis, puntandogli contro il dito indice.
«Non è vero!» negò Harry, agitando le mani. Io, nascosta dietro a Louis, continuai a ridere.
«LEI E’ MIA! CAPITO? MIA!» urlò di nuovo Louis, prima di ridere come un deficiente per l’acuto che aveva appena tirato. Dopo aver augurato la buonanotte ad entrambi, Harry tornò a chiudersi in camera, ma ancora ridacchiava.
 
 
***
 
 
Una volta rimasti da soli, sprofondai nel più completo imbarazzo. Louis dovette accorgersene, perché mi abbracciò con dolcezza e mi lasciò un bacio sulla fronte.
«Posso dormire nella stanza degli ospiti, bambolina.» propose, serio.
«No, no. È tutto a posto. Anzi, scusami se sto facendo tutte queste scene, ma sono un po’ preoccupata…» mormorai, andando a sedermi sul letto. Incrociai le gambe e osservai Louis mentre si sfilava la maglia e rimaneva con i pantaloni della tuta. Arrossii un po’, ma lui non ci fece caso. Apprezzai davvero, consapevole che gli costasse un certo sforzo, comportarsi in quel modo. Insomma, di sicuro non era abituato ad avere a che fare con ragazze che non saltavano di gioia all’idea di trovarsi nel suo stesso letto. Sospirai, poi mi infilai sotto le coperte e senza dire una parola mi voltai di lato. Era davvero preoccupata per mamma: cosa stava succedendo? E perché non mi diceva niente? non poteva credere sul serio che non mi sarei allarmata, di fronte al suo tono.
Louis spense la luce, poi si sdraiò accanto a me. Sembrava del tutto intenzionato a non sfiorarmi nemmeno con un dito e il materasso era abbastanza grande affinché ci riuscisse senza sforzo.
Ero io, però, a non volerlo così lontano. Avevo bisogno di sentirlo vicino a me, almeno per quella notte. Ed ero anche consapevole di essere del tutto contraddittoria, ma non potevo farci niente.
Così mi voltai verso di lui e gli avvolsi le braccia intorno ai fianchi. Louis mi dava la schiena, ma percepivo che era teso e mi sentii in colpa, perché probabilmente con il mio comportamento lunatico e altalenante lo stavo disorientando al punto che non sapeva come comportarsi.
Tuttavia, rimase in perfetto silenzio per qualche minuto, poi si voltò e mi strinse a sé. Sollevai lo sguardo, incontrando i suoi occhi. Anche se l’unica luce nella stanza era quella che filtrava dalla finestra, riuscivo a vedere perfettamente la sua espressione. Era combattuto, forse un po’ nervoso e un po’ triste.
«Mi dispiace di essere così.» sussurrai, nascondendo il viso nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla. Lui mi baciò la fronte e sorrise.
«Così come?»
«Così lunatica.»
«Non dispiacerti, Cass… se tu non fossi così, probabilmente non mi piaceresti neanche.» confessò, accarezzandomi la schiena con dolcezza.
«Potresti trovare qualcuno di meno complicato.»
«E il divertimento dove sarebbe, in quel caso?» ribatté, tranquillo. Poi mi lasciò un bacio sulle labbra e chiuse gli occhi.
«Dormi, bambolina. E non preoccuparti, andrà tutto bene.»
Gli credetti, perché da quando lo conoscevo, bene o male, Louis era sempre stato sincero ed io mi fidavo.
«’Notte, Lou.»
«Sogni d’oro…»
Mi addormentai quasi subito, cullata dal suo respiro leggero che mi solleticava i capelli e dalla carezze lievi che mi lasciava sulla schiena. Non mi ero mai sentita così sicura, tra le braccia di qualcuno.
 
 
***
 
 
Sognai, quella notte.
Ed erano sogni sconclusionati, apparentemente senza senso e senza logica alcuna. Per prima, apparve Mallory: era ancora più bella del solito e continuava a ripetermi che era inutile illudermi perché tanto Louis non mi avrebbe mai amato come amava lei.
«Sei una nullità, Cassidy Montgomery e nessuno potrebbe mai volerti bene. Guardati, sei brutta, insignificante e nemmeno tanto intelligente. Credi davvero che Louis potrebbe interessarsi a te? Abbiamo scommesso che ci saresti cascata, ed infatti eccoti lì, tra le sue braccia.» all’improvviso, Mallory si trasformava in Etienne e lui era ancora così dolorosamente bello che io ero scoppiata a piangere, prima ancora che iniziasse a parlare.
«Povera, piccola Cassidy. Nessuno ti vuole. Be’, almeno io mi sono divertito. Certo, a letto non sei un granché, ma scaricarti davanti a tutti è stato parecchio esilarante. Dovresti ringraziarmi, però. Avrei potuto essere anche più stronzo.» diceva, ridendo.
Poi arrivava Louis e si comportava come all’inizio, quando io ero appena arrivata a Doncaster.
«Ciao, bambolina. Guarda un po’ cosa succede ora…» mormorava, afferrando Mallory per un braccio. La tirava a sé e la baciava con una passione che con me non aveva mai dimostrato. E Mallory ricambiava, con ardore, come se non ci fosse nessuno a guardarla.
Era stato allora che mi ero svegliata, con il fiatone, le lacrime agli occhi e un peso opprimente che mi schiacciava lo stomaco.
Louis era sveglio e mi fissava un po’ preoccupato. Stava per chiedermi se stavo bene, ma non gliene diedi il tempo. Lo baciai con urgenza, perché avevo bisogno di sentirmi desiderata, avevo bisogno di sapere che in realtà mi voleva, anche se non ero bellissima, anche se ero lunatica.
E Louis me lo dimostrò, portandosi sopra di me, senza separarsi nemmeno per un attimo. Gli accarezzai il petto, con le mani tremanti e le lacrime agli occhi.
Sentii la sua mano che si insinuava dolcemente sotto la mia maglietta, accarezzandomi la pelle e facendomi rabbrividire.
«Cass… se vuoi che mi fermi devi dirmelo adesso.» mormorò, prima di lasciare una scia di baci bollenti sul collo.
«Cass…» mi chiamò di nuovo, quando non gli risposi.
Se volevo che si fermasse?
No.
Avevo pensato di non essere pronta, di non essere abbastanza. Avevo pensato che fosse troppo presto per fare l’amore con Louis. Eppure, quando si unì a me con dolcezza, non potei fare a meno di pensare che non avrebbe potuto esserci un momento migliore di quello e tutte le paure, le ansie e le preoccupazioni svanirono.
Rimaneva solo Louis, con i suoi baci e con i suoi occhi azzurri fissi nei miei.  
 
Quando mi svegliai, la mattina seguente, Louis non c’era.
Ero completamente nuda, coperta fino al collo dal lenzuolo e il letto era freddo. Era così che si erano sentite, tutte le ragazze che Louis aveva lasciato subito dopo aver fatto sesso con loro?
Era normale provare quel senso di smarrimento, di dolore opprimente e di vergogna verso sé stesse? O ero solo io, che come una stupida mi ero innamorata ancora una volta della persona sbagliata? Non ne potevo più di soffrire.
Affondai il viso nel cuscino, cercando di trattenere le lacrime di delusione, ma inutilmente. Nel giro di un secondo stavo piangendo. Dio, quant’ero diventata patetica. Io, che mi facevo vanto di essere così forte, così orgogliosa, così furba.
Io, che avevo promesso a me stessa che non avrei mai più permesso a qualcuno di prendersi gioco di me, avevo ceduto al sentimento che provavo per Louis e, ancora una volta, mi ritrovavo da sola.
Poi, mentre piangevo, una mano si posò con delicatezza sul mio capo. Mi voltai di scatto, incrociando lo sguardo preoccupato di Louis.
«Che succede, piccola?» chiese, sedendosi accanto a me. Singhiozzai di nuovo, lanciandomi contro di lui. Incurante di essere coperta solo da quel leggero lenzuolo, mi strinsi al suo petto.
«Pensavo che te ne fossi andato!»
«Nel caso in cui te ne fossi scordata, vivo qui.» ridacchiò Louis, passandomi le mani sulle guance e cancellando le lacrime. Mi baciò sulle labbra, poi si alzò e raccattò i miei vestiti.
«Vestiti, dai. Facciamo colazione tutti insieme.» mi porse i vestiti e fece per uscire, bloccandosi solo all’ultimo, un istante prima di chiudere la porta.
«Ah, un’altra cosa: non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, bambolina. Non pensarci nemmeno.» mi sorrise.
Sospirai, sentendomi pure stupida per aver dubitato di lui in quel modo. Dovevo iniziare a dargli un po’ di fiducia. Mi fidavo, in realtà, però non potevo neanche negare che tutte le cose che avevo sentito sul suo conto – tipo che si fosse sbattuto mezza Doncaster – non mi erano del tutto indifferenti. Ogni tanto, avevo il dubbio di essere una delle tante, anche se dal modo in cui mi guardava non sembrava affatto.
Perciò mi rivestii con calma, feci una tappa in bagno per controllare in che condizioni fossi e scesi in cucina, dove Niall, Zayn, Liam, Melanie ed Harry litigavano su quale pacco di biscotti fosse il caso di aprire. Louis era in disparte, appoggiato al bancone della cucina con le braccia incrociate. Quando si accorse di me, sorrise e spalancò le braccia.
Risi, felice, e un po’ divertita da tutta quella platealità e mi fiondai tra le sue braccia. Lasciai un bacio all’altezza del suo cuore e mi voltai verso i ragazzi, che ci osservavano tutti a bocca spalancata.
«È un succhiotto, quello?» chiese Mel, avvicinandosi per osservare meglio il mio collo.
«Avete fatto sesso!» urlò, poi. Arrossii fino alla radice dei capelli, in imbarazzo, mentre Louis scoppiava a ridere, evidentemente divertito.
«Smettila di fare la scema!» la accusai, puntandole un dito contro.
«Ma avete fatto sesso! E non me l’hai detto!» ribatté lei, risentita.
«La prossima volta ti mando un messaggio nel mentre.» le disse Louis. Mi voltai verso di lui, incenerendolo con lo sguardo.
«Se non la pianti di dire cazzate, non ci sarà nessuna prossima volta.» lo minacciai.
«Idiota.» aggiunsi poi, tanto per ribadire il concetto.
 
 
 
***
 
 
 
Si, sono proprio io.
Ce l’ho fatta ad aggiornare, finalmente. Innanzitutto, mi scuso per non essere riuscita a mandare a tutte quante il solito messaggio con l’avvertimento, ma in questi giorni sono piuttosto di fretta, perciò confido che vi accorgerete della storia sbirciando tra le seguite e le blablabla.
Per quanto riguarda il capitolo, sono molto in dubbio. Odio descrivere le scene di sesso, non mi piace proprio ed ho sempre il timore di cadere nel volgare e nello squallido. Preferisco lasciare tutto più sottinteso ed è ciò che ho cercato di fare anche questa volta. Non so cosa ne è uscito fuori, ma ormai è andata.
Che ve ne pare del capitolo, quindi?
Fatemi sapere, mi raccomando!
 
Bene, credo di aver detto tutto ^^
 
Come al solito, vi ringrazio per aver inserito la storia tra le seguite-preferite-ricordate e per aver inserito ME tra gli autori preferiti. È stato inaspettato e vi ringrazio davvero, mi fa piacere che apprezziate ciò che scrivo.
 
Poi, per chi volesse, su Twitter mi trovate come @FTheOnlyWay
 
Un bacione,
Fede. <3
   
 
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