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Autore: telesette    03/09/2012    1 recensioni
Si avvicina l'anniversario del Primo Bacio tra Ron e Hermione.
Per celebrare la ricorrenza come si deve, i due decidono di fare una vacanza in Italia da soli: niente amici, niente nemici, niente guerre all'ultimo sangue, niente interferenze insomma!
Mentre Ron si scervella per trovare qualcosa di veramente speciale per Hermione, il fascino di Firenze e una dolce favola d'altri tempi saranno gli ingredienti giusti per...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il giorno dopo i due fidanzatini si trovavano nel bel mezzo del centro storico di Firenze, nella piazza antistante il celebre Duomo e il Battistero. Hermione ammirò estasiata lo stile e l’architettura degli edifici, aggrottando tuttavia le sopracciglia per le grosse tracce nere di smog che i due monumenti presentavano tristemente lungo tutto l’esterno.

- Che vergogna - mormorò la ragazza tra sé. - Delle opere così belle, rovinate in questo modo per colpa dell’inquinamento…
- Pensare che basterebbe un colpo di bacchetta per mettere tutto a posto - osservò Ron ingenuamente.

Hermione sorrise.

- Non sarebbe una cattiva idea, in effetti, sempre ammesso che il Ministero dei Beni Culturali approvi l’uso della magia per la salvaguardia delle opere d’arte!
- Come la fai difficile - borbottò Ron. - Guarda che un incantesimo del genere posso farlo anch’io!
- Fermo, per carità - fece Hermione, non appena lui mise mano alla bacchetta. - Ti credo, ti credo sulla parola, ma andiamo via adesso!
- Se proprio insisti…

Preoccupata che Ron potesse attirare l’attenzione di tutti i babbani di Firenze, Hermione lo trascinò via per un braccio. I due si allontanarono così dalla Piazza del Duomo e infilarono il vicolo che, attraverso le bancarelle del mercato, conduceva verso Borgo San Lorenzo. Qui la folla era ovunque: le persone erano raccolte sui gradini della basilica, in fila per visitare la chiesa e il museo, mentre tutt’attorno i turisti erano pigiati per strada come tanti grappoli d’uva.
Per un attimo Ronald fu tentato di smaterializzarsi, in cerca di un luogo più tranquillo e con meno ressa, ma poi si rese conto che Hermione stava già ammirando l’architettura di quegli edifici risalenti al medioevo.
Procedendo piano lungo la strada intasata di gente, Ronald si rese conto che la ragazza sembrava a suo agio. Per quanto riguardava lui, non era certo piacevole farsi largo in mezzo a un gregge di pecore rumorose, con tutti che parlano lingue diverse e incomprensibili. Tuttavia, per amore di Hermione, era disposto a sopportare anche questo.
Poco oltre la basilica, più o meno all’angolo con la chiesa di San Giovannino, uno strano e buffo individuo gestiva un piccolo banco da indovino. Costui era di media statura, con spesse lenti cerchiate e due orrendi baffetti scuri, e chiunque con un minimo di cervello avrebbe riconosciuto in lui nient’altro che un ciarlatano pronto a spillar soldi al prossimo.
Sulle prime Ronald pensò di ignorarlo ma, con un forte vocione arrabbiato, qualcuno cominciò ad accusare il cosiddetto “indovino” di averlo truffato.

- Sporco tricheco che non sei altro - tuonò un uomo calvo, con braccia grosse e muscolose come noci di cocco, afferrando il malcapitato per il bavero della giacca. - Mi hai spillato venti euro per raccontarmi un mucchio di frottole!
- Per favore, si calmi - lo supplicò l’indovino. - Così mi sgualcisce la giacca… Non è colpa mia se le stelle hanno preso un granchio!
- Fai anche lo spiritoso - ringhiò il bestione, sollevando il pugno minacciosamente. - Non so proprio chi mi trattenga dal…
- Una visione - strillò all’improvviso l’indovino, facendo grandi gesti nell’aria. - Vedo… vedo… vedo qualcosa: un colpo violentissimo, milioni di stelle, e un dolore atroce!

Il volto dell’energumeno si distese in un sorriso cinico.

- Mi sa che stavolta ci hai azzeccato, pagliaccio!
- Sì, lo penso anch’io - aggiunse l’indovino, aggiustandosi gli occhiali sul volto. - Questa volta ci ho proprio azzeccato… purtroppo per te!

Neanche il tempo di finire la frase, l’indovino gli sferrò un calcio poderoso nel bel mezzo dei… dei… di quelli lì, insomma. L’altro strabuzzò gli occhi e divenne cianotico, mollando tosto la presa e portandosi entrambe le mani al cavallo dei pantaloni, incapace di resistere a quel dolore disumano.
Senza battere ciglio, come se tutto ciò fosse la cosa più naturale del mondo, il falso indovino si spolverò le maniche della giacca e si rivolse all’energumeno con incredibile faccia tosta.

- Spiacente - esclamò. - Ho finito le previsioni, ci vediamo eh!
- Ehi, che cavolo succede qui ?!?

Improvvisamente tre giovanotti piuttosto robusti ( senza dubbio amici dell’energumeno ) si fecero avanti tra la ressa, per assistere alla scena del loro compagno in ginocchio e raggomitolato su sé stesso.

- Robert, che è successo?
- Chi ti ha ridotto così? Parla!

A denti stretti, con la bava alla bocca per la rabbia e il dolore, l’energumeno sollevò appena l’indice e indicò il farabutto che lo aveva colpito alle parti basse.

- Lo voglio morto - strillò con voce da checca.
- Oh cacchio - fece l’indovino sottovoce. - Le stelle mi dicono che mi conviene sparire!
- Fermatelo !!!

Mentre l’indovino se la dava a gambe levate, inseguito dai compagni dell’energumeno, Ron non fece fatica ad immaginare cosa gli avrebbero fatto una volta raggiunto. Non erano affari suoi ma, per qualche assurdo motivo, quel miserabile ciarlatano gli era quasi simpatico. Senza dubbio non era la prima volta che si ficcava nei guai, probabilmente anzi ci era pure abituato, e tuttavia gli dispiaceva il pensiero che lo massacrassero di botte. In fin dei conti, il raggirato era stato parecchio ingenuo, nel dar credito a un simile furfante; non che questo giustificasse il comportamento del truffatore, il quale meritava certo una punizione, ma agli occhi di Ron il pestaggio di gruppo sembrava eccessivo… oltretutto, in un certo senso, l’ultima previsione l’aveva effettivamente azzeccata: il malcapitato era ancora per terra, che si contorceva per l’immane dolore, e l’indovino non aveva specificato CHI avrebbe sferrato il “colpo violentissimo” né CHI avrebbe visto milioni di stelle.

- Hermione, scusami un momento - esclamò il ragazzo, indicando un grande negozio di magliette lì accanto. - Ho urgente bisogno del bagno… Puoi aspettarmi qui, finché non torno?
- Ma veramente…
- Grazie, sei un angelo - la interruppe lui, baciandola sulla fronte. - Torno subito, non ti preoccupare!

Prima che Hermione potesse ribattere qualcosa, Ron era già corso nel vicolo che dava su Via Martelli. Il tempo di assicurarsi che nessuno facesse caso a lui e, sfoderando rapido la bacchetta, tracciò un magico cerchio in aria e scomparve nel nulla.

( continua )

   
 
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