Videogiochi > Silent Hill
Segui la storia  |       
Autore: Liquid King    04/09/2012    5 recensioni
In seguito a un sogno ho deciso di scrivere questa storia e vi chiedo di recensire. Walter riceve una lettera che lo porterà a compiere nuovi crudeli omicidi. Solo per fan di Sullivan.
Gli aggiornamenti avveranno ogni fine settimana.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Walter Sullivan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Walter Sullivan: Il sacrificio.

Luce, nient’altro che luce… forte, accecante e calda. Walter non vedeva altro che questa materia, non vi era punto di rifermento, una sensazione d’infinito e di non ritorno, i suoi occhi verdi e opachi non riuscivano a dare un’informazione di profondità da comunicare al cervello. Poteva essere un’illusione o cosa? Walter non sapeva nemmeno in che posizione fosse o che stava assumendo.

-Sono morto?- Il biondo non trovava altra spiegazione possibile…

Si guardò le mani e notò che erano incorporei… uno spettro.

-Non c’è dubbio, sono morto e questo è il mio inferno personale.- L’animo di Walter calò nella disperazione più nera, era morto invano e senza avere la possibilità anche sfuggente di rivedere Alessa.

-Mi sa che la sua esperienza di premorte dev’essere più disturbante e paranoica del previsto.- Una voce squarciò il silenzio.

-Hai ragione, in più la sua morte è ancora lontana…- Un’altra voce diversa dal primo.

-Chi è?- Walter alzò la testa cercando di capire da dove provenissero quelle voci. Ma non vide nessuno.

“Me li sarò immaginate, sono solo qui.” Walter si sedette in mezzo al vuoto o almeno ci provava e decise di ignorare quelle voci.

-Ehi, avete visto? Il biondo pensa che non esistiamo e che siamo solo voci.- Un’altra voce ancora ruppe il silenzio.

-Beh, che ne dite se ci facciamo vedere? Altrimenti Walter uscirà di senno.- Era la seconda voce che parlava.

-Spegniamo la luce.- La prima voce disse questo.

Un rumore molto forte, come un oggetto elettronico che veniva attivato, attirò l’attenzione del biondo assassino.

Si accorse di trovarsi in mezzo a degli strumenti elettronici del futuro con tanto di lucine lampeggianti e che emettevano sibili continui.

Walter si concentrò soprattutto sui tre che gli stavano davanti: erano bassini con il cranio sproporzionato rispetto al corpicino che era tozzo, con le braccia lunghe e tre dita per mano. I tre esserini lo fissavano con i loro occhi neri e incredibilmente grandi. Erano di pelle grigia.

-Benvenuto terrestre.- Disse uno di loro.

-Dopo Harry, James, Alex e Elle, tu sei il quinto che preleviamo.- Disse un altro.

-Mio dio… questi sono i Grigi!- Walter non riusciva a capire nulla.

-Non spaventarti terreste. Non abbiamo intenzioni ostili.- Disse il terzo.

-Che volete da me?- Walter ormai era all’orlo di una crisi di nervi.

-Abbiamo un regalo per te… visto che sei l’unico che non ci hai incontrato nella tua prima avventura.- L’alieno porse al biondo una pistola giocattolo.

-E che me ne faccio?- Walter prese la pistola dalle mani dell’alieno.

-Completa la tua missione entro sei ore. Poi bombarderemo tutto.- Rispose uno dei tre.

-Che cosa?!- Walter non poté ricevere risposta che l’alieno che gli aveva dato la pistola attivò un macchinario.

Walter si sentì il corpo allungarsi, comprimersi e infine un terribile mal di testa.

-Sveglia!- Un uomo incappucciato gli gettò in faccia un secchio d’acqua gelida.

-Che diamine?- Walter si svegliò di colpo e si guardò in giro… era legato a una sedia da barbiere con dei lacci che gli bloccavano le braccia e le gambe.

“È stato tutto un sogno?” Si chiese il biondo riferendosi all’esperienza di poco prima.

-Ben svegliato traditore!- L’uomo incappucciato aggredì verbalmente il biondo.

-Che è successo? Dove sono?- Walter fissò l’uomo misterioso con odio.

-Tsk… ottuso eri e ottuso sei rimasto!- La voce suonava quello di un uomo anziano.

-Alessa? Dov’è Alessa? E… dove sono gli altri?!- Walter si preoccupava per i suoi compari.

-È ben strano che ti preoccupi degli altri che per te stesso.- Commentò il signore.

Walter non disse nulla.

-Ti rifiuti di parlare? Bene, parlo io… innanzitutto mi presento, sono Ferdinand Wilde. E presumo che il mio nome non ti dice nulla ma permettimi di spiegarti anzi considerala una confessione. Molti anni fa ero un giovane bello e aitante con un debole per le minorenni. Infatti mi piaceva stare con delle ragazzine che avevano più o meno 14 o 16 anni e abusarle. Poi tre anni fa decisi di fare uno strappo alla regola e iniziai a frequentare una donna…-

-Doriana…- Walter sospirò.

-Esatto! Una lusinga qui, un complimento là e poi una carezza qui, un bacio sfuggente lì ero prossimo ad avere un rapporto completo con quella donna. Peccato che lei avesse lasciato la porta aperta! Quello stupido moccioso mi sembrava una vera furia! Venni cacciato in malo modo e con diverse contusioni alla schiena per le diverse padellate ricevute dal ragazzino.-

“Ben ti sta…” Walter sorrise debolmente immaginandosi la scena.

-Ridi, ridi pure! Doriana era una donna molto psicolabile e non ci volle nulla a convincerla con delle promesse e con delle minacce velate ad uccidere il moccioso e puoi immaginare la mia soddisfazione  quando seppi che Doriana che tanto amava il fratellino lo aveva fatto con le sue stesse mani. Ridi adesso, ridi liberamente!-

-Sei un verme...- Walter non poteva proprio immaginare che la mente di quelli dell’ordine potesse arrivare fino a tanto!

-Ah sì? E tu che mi dici? In questa stanza non vedo santi.- Ghignò il tizio.

-Io non ho le tue stesse colpe… io almeno ammetto di aver ucciso e soprattutto non spingo gli altri a uccidere.- Walter alzò la testa e la lasciò cadere sul poggiatesta.

-Ah sarai contento allora che fra non molto uccideremo la tua puttanella e la sua copia!- Ferdinand si riferiva ad Alessa e Heather.

-Non toccarle!- Walter si fece serio, avrebbe preferito che uccidessero lui e non loro due.

-Tsk, non ci credo. Il grande Walter Sullivan, il bambino prodigio, l’assassino dei vent’uno sacramenti si preoccupa di due puttane? Mi deludi!- Lo schernì l’incappucciato.

Era troppo! Walter con incredibile forza iniziò asforzare le sue braccia per spezzare i legacci e ci riuscì. Ferdinand non restò a guardare ma prese una grossa e pesante mannaia, la stessa che usava Pyramid Head e la sollevò in aria per poi cercare di colpire la testa del biondo con un fendente netto. Ma il biondo aveva fatto in tempo a bloccare la lama a mani unite e ora si stava sforzando per spingere la lama dall’altra parte… ma visto che era impossibile fare una cosa simile, Walter adottò una tattica diversa: la lama cambiò direzione e cadde sul pavimento.

-Non è possibile!- L’incappucciato cadde a terra per la sorpresa, Walter si alzò dalla sedia e con un ghigno rabbioso afferrò la lama pesante e la sollevò con incredibile leggerezza.

-Muori!- Con un colpo netto gli mozzò la testa e infilzò la lama nel torace.

Sudato per l’emozione e lo sforzo si voltò verso lo specchio… si vide.

-Leon… grazie.- Per una frazione di un minuto il riflesso di Walter si mutò in Leon.

Gli sorrideva… Walter s’allontanò dallo specchio e decise di esplorare i sotterranei di Silent Hill. Prima di lasciare la stanza dove era imprigionato, controllò sul tavolo e vi trovò la pistola giocattolo che Walter aveva visto in sogno.

-Forse non era un sogno…- Walter prese la pistola e per verificare il suo funzionamento la puntò sul cadavere del membro ucciso poco prima. Dalla pistola uscì un raggio che aveva un effetto devastante: un buco dalla circonferenza di una palla di cannone era presente al posto della testa.

-Cavoli!- Walter sorrise soddisfatto. Con molta sicurezza aprì la porta pronto a uccidere.

----

 Nel frattempo Alessa con molta fatica si riprese dalla botta ricevuta. Aprì gli occhi e vedeva solo una luce circolare e alcuni strumenti chirurgici, messi in ordine da qualcuno, su un tavolo poco distante da lei.

-Walter… dove sei? Che cosa sta succedendo?- Alessa non riusciva a muoversi ma si accorse di trovarsi su una barella d’ospedale, la luce della lampada l’accecava molto.

Poco dopo arrivarono alcuni uomini in divisa medica e uno di loro spingeva una sedia a rotelle e sopra di esso vi era il corpo di Heather Mason, svenuta e legato con dei lacci.

-Iniziamo l’operazione…- Disse uno di loro.

-Sissignore.- Rispose un altro andando a prendere una barella simile a quella d’Alessa.

Su quella vi adagiarono e legarono il corpo di Heather Mason.

“Che diavolo hanno, in mente, di fare?!” Alessa cercò di alzare la testa ma due mani coperte di guanti bianchi la tenne ferma e le misero in testa un casco con dei pezzi di ferro ai lati.

-Prova…- Uno di quei dottori attivò un macchinario per l’elettroshock che emise un ronzio molto forte. Il dottore passò all’altro un paio di barre elettriche.

-Potenza minima…- Una scarica elettrica colpì la testa della ragazzina. Lo stesso avvenne anche per Heather.

-Non basta… aumentate la potenza.- Un’altra scarica ancora più forte paralizzò il corpo delle ragazze.

-AAAAAAAAAAAAAhhhh!- Urlarono in coro le due ragazze.

-Uhmm… ci vuole ancora più potenza non riusciamo a sincronizzare le menti di Heather e Alessa.- Borbottò il dottore.

Stava per ordinare di aumentare la potenza ma… sentì bussare alla porta.

-E ora chi è? Vai ad aprire.- Il dottore si rivolse a quello che teneva la testa ferma ad Alessa.

Il dottore lasciò la presa e si avvicinò alla porta e con due giri di chiave la aprì.

-Che succed… Ahh!- Il dottore non ebbe terminato di completare la frase che un proiettile di fucile lo centrò in fronte.

Gli altri due presero gli strumenti da taglio per attaccare l’intruso, ma vennero uccisi da altri colpi di B.A.R (Browning Automatic  Rifle) sparati con una certa precisione al torace e all’addome e così i due dottori caddero a terra morti.

Il  misterioso tiratore era vestito con una tuta da minatore ma non era uno di loro. Non era un nemico. Sparò un altro colpo questa volta diretto al macchinario e lo spense. Cacciò dalla cintura un coltello da caccia e con esso tagliò i lacci che tenevano imprigionate le due ragazze. 

-Grazie… chiunque tu sia.- Disse Heather massaggiandosi i polsi e scendendo dalla barella.

-Heather?! Ma non mi riconosci?- La voce del misterioso salvatore era sorpresa ma poi comprese che con la maschera era impossibile che lo riconoscessero.

-Cosa?! TU!- Heather si trovò faccia a faccia con Padre Vincent. Lei gli regalò un caloroso abbraccio senza risparmiarsi.

-Heather? Allora aveva ragione Walter, sei viva!- Il sacerdote ricambiò l’abbraccio. Erano anni che non si vedevano.

-Ma com’è possibile? Claudia ti aveva ucciso…- Heather a tratti, piangeva dalla gioia.

-Beh, è un po’ complicato da spiegare. Ma posso dirti che non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo ritrovare Walter e gli altri. Io mi sono intrufolato tra le file degli adepti e quando ho scoperto che vi avevano catturati sono intervenuto al momento buono. Andiamocene di qui… il mio tradimento non passerà inosservato.- Spronò Smith.

Alessa non disse nulla ma seguì i due per i corridoi del covo, che era molto più grande di quello che sembrava… e in più non dimentichiamoci che anche questo luogo è stato infettato da Samuel.

Si fecero largo tra i nemici che tentarono di fermarli e, quando arrivarono ad un corridoio, quello che videro fu un fatto imprevisto… non si aspettavano che l’influenza negativa di Silent Hill era già penetrata nel luogo… videro cadaveri dei membri dell’ordine animarsi e attaccare gli altri compresi i tre fuggiaschi.

(Non sapevo che mostri mettere, mi si perdoni l’abuso degli zombi n. d. Autore)

La situazione era più difficile… come uccidere qualcosa che era già morto? Gli zombi affamati puntarono sui tre e avanzavano quasi zoppicando con le mani proteste in avanti e la testa reclinata a una parte. Un classico insomma.

Ma qualche minuto dopo si sentirono degli spari seguiti anche da passi ritmici, gli zombi che stavano dietro vennero abbattuti in pochi secondi… pezzi di interiora volavano ovunque, gambe senza torso inginocchiarsi a terra; quegli che avevano solo perso le gambe strisciavano al suolo con l’astilo delle braccia ma venivano subito terminati con dei colpi in piena fronte. Come un automa avanzava Walter Sullivan con gli occhi puntati in avanti e con la pistola laser stretta con entrambe le mani. In poco tempo aveva fatto una strage. Puntò d’improvviso la pistola ad Alessa e sembrava che volesse spararle.

-Stai giù!- Urlò il biondo, tale che la “strega” si tuffò a terra senza preoccuparsi del sangue che bagnava il pavimento.

Un colpo venne sparato al braccio di uno zombi armato di ascia e poi finito con un proiettile dalla potenza di un fucile anticarro.

-Impressionante!- Commentò Vincent vedendo il braccio dell’ adepto “zombizzato” disintegrarsi in seguito al colpo.

Walter senza dire nulla si caricò Alessa sulle spalle e avanzò senza curarsi degli altri due.

-Walter, tutto bene?- Domandò il prete.

-No…- Rispose il biondo.

-È per Alessa?- Chiese Heather.

-No…- Replicò Sullivan.

-E allora perché sei così musone? Sai… sono contenta di rivederti.- Disse Alessa che non si muoveva dalla spalla del biondo.

-Alessa… se puoi, dimenticami.- Rispose a monosillabi.

-Che diavolo dici? Che fine hanno fatto Leon e Lisa?- Alessa  stava innervosendosi per la scarsa attenzione ricevuta dal ragazzo.

-Sono morti.- Con una voce tombale Walter rispose alla domanda.

-Mio dio…- Alessa si zittì subito, era chiaro perché Walter fosse più freddo del solito.

Avanzarono un altro poco e si trovarono di fronte a una grata di ferro che ostruiva il passaggio.

-Mmh… è iniziato.- Disse il biondo con l’aria ancor più mesta…

-Cosa?- Dissero in coro i tre… una sirena si sentì per tutta la zona e l’ambiente iniziò a mutare… L’Otherword iniziava a manifestarsi, al posto della grata apparve una porta di ferro che si apriva tramite boccaporto.

-Ascoltami Vincent, prendi con te le ragazze e tornatene nel mondo umano.- La voce suonava come un ordine.

-Tu che farai?- Vincent sentiva che non si sarebbero rivisti più… ma rispettava la scelta del biondo.

-Lo sai.- Walter fece scendere dalla spalla la “strega” e iniziò a prendere una strada diversa dalle altre.

-Walter… stupido!- Alessa cercò con tutti  i suoi sforzi di non allontanare il biondo e lo faceva in modo infantile… stringendo con le mani la giacca azzurra come un bambino che non voleva che sua madre s’allontanasse dopo averlo lasciato a scuola.

-Alessa… grazie.- Il biondo prese con la mano destra il mento della ragazza e per la prima volta le loro labbra si unirono in un bacio sincero e unico.

Senza aggiungere null’altro, Walter l’allontanò con la mano e fece un cenno al prete di non farle fare pazzie. Alessa non fece nulla ma pianse in silenzio. Vincent cercò di consolarla come meglio poteva mentre il biondo si allontanò da loro.

Walter finì a sua insaputa in un intricato labirinto fatto di corridoi e scale. Per superarlo doveva seguire il rumore delle ventole.

-Il rumore è più forte… sono prossimo.- Walter vide di fronte a sé un passaggio che era bloccato da strani ammassi di organico pulsante che sembravano esplodere da un momento all’altro.

Puntò la pistola e sparò un colpo… la massa si contorse e poi esplose con un forte rilascio di una sostanza viscida e acida. Per poco il biondo non si rovinò gli abiti.

-Accidenti…- Borbottò il biondo allontanandosi leggermente. Il pezzo di strada davanti a lui franò.

-Dannazione!- Con uno sforzo incredibile spiccò un balzo in avanti e riuscì ad attraversare la massa organica che componeva la porta, rotolandosi avanti per qualche centimetro.

-Hannf… haanf…- Ansimò un po’ e si accorse che la sua giacca si stava consumando per via dell’acido.

Se lo strappò di dosso e lo gettò via con stizza. Il peggio era che aveva perso la pistola durante il balzo. Il rumore delle ventole era nettamente più forte e si poteva sentire molto bene. Il suo viaggio era quasi alla fine…

“Dove porteranno queste doppie ante?” Davanti a sé vide due porte di ferro con un piccolo vetro squadrato per ogni anta. Cercò di vedere oltre attraverso il vetro ma erano troppo opachi.

Stava per spingere ma un dubbio lo assalì.

“E se quello che vedo non dovesse piacermi?” Si fermò come impaurito… -Tsk… siamo arrivati fin qui, non posso fermarmi ora!-

Con una pedata aprì le doppie porte e davanti a sé vide una gabbia d’acciaio sospesa a mezz’aria con un gancio di ferro attaccato al soffitto.

-Perché? Perché Walter… che ti ho fatto?- Walter osservò quello che ospitava la gabbia: era una donna…

-Doriana…- Walter come suo solito non mostrò alcuna compassione, ma si limitò a fissarla mentre si graffiava e si scarnava il corpo.

Era al limite dell’umano… lei era agonizzante e non desiderava altro che trovare una pace irraggiungibile e inesistente.

-Chi è la causa del suo mal pianga sé stesso.- Non poté dire che questo.

-Walter!! Maledetto tu e chi ti ha generato! Tu… dagli occhi di cane ma dal cuore di cervo[1]!- Doriana era irriconoscibile… si era strappata gli occhi e si era rotta la lingua a morsi… ma continuava a proferire maledizioni a non finire.

-Brucia nell’inferno e riposa in pace.- Disse solo questo il biondo senza muovere ciglio.

Sapeva che era inutile parlare con lei… era completamente pazza.

Ignorandola semplicemente, Walter stava per avanzare… ma sentì un rumore.

-Thomas… ti avevo avvisato.- Walter si voltò verso una figura arcinota e aggiunse:-Mh… sei una nuova forma d’esecutore? O è ciò che tu provi verso di me? Odio? Rabbia? Tradimento? Inganno? Non lo so.-

Quello che gli andava incontro era ciò che rimaneva di Thomas o meglio, la forma oscura potenziata da Samuel…

-Mi rivolgo alla forma umana di Thomas… sono fiero di te.- Disse solo questo mentre la figura accorciava le distanze.

Walter poté vedere meglio… indossava una specie d’armature a scaglie, alla testa portava la maschera di Pyramid Head e impugnava una falce da esecuzione.

-Thomas… non hai voluto ascoltarmi… e ora ne paghi le conseguenze. Fare un patto con un diavolo vale offrirsi senza ricevere nulla in cambio. Guarda me… io ne sono l’esempio più comune. Ho ucciso 21 persone in cambio di che? Non ho può riavuto mia madre, non ho più una vita e fra poco perderò anche Alessa.-

Nell’intimo, Thomas rifletteva le sue parole.

*Flashback*[2]

Ignorandolo riprese a leggere:-“La polizia è andata a visitare la tomba dell’assassino, il corpo non è stato trovato. Il caso Walter Sullivan è stato riaperto.”- Concluse la lettura e alzò lo sguardo verso il ragazzo.

-C’è qualcos’altro che mi devi dire?- Walter non era molto lusingato di avere un estimatore, anzi.

-Sì… beh, quando sono morto, ho fatto un patto con l’entità di Silent Hill e lei mi ha assegnato te.- Spiegò il ragazzino.

-Umpf… hai la minima idea di ciò che hai fatto? Sarai peccatore anche tu… io sono solo l’esecutore.- Walter non nascose il suo sguardo di rimprovero.

-Appunto, non m’importa che mi succederà, mi basta sapere che la mia morte prematura non sia stata vana.- Il ragazzo si alzò con aria seria e decisa.

-Io, proprio non li capisco… - Mormorò il biondo, restituì il foglio a Thomas e si alzò dalla tomba.

-Allora Walter? Mi aiuterai?- Il ragazzo strinse le mani ossute del biondo, nelle sue.

-Umm… ho già un’idea.- Walter fece un piccolo sorriso sinistro.

*Fine Flashback*

Walter sospirò e stava per prendere un bastone di ferro per lottare contro il suo stesso discepolo.

-Non importa come andrà, sappilo… mi hai reso orgoglioso di te.- Walter sorrise e impugnò l’arma.

Thomas dall’interno della maschera sorrise…

Iniziò con una schioccata che venne schivata con una capriola che permise al biondo di trovare subito un angolo libero dove colpire.

-Mh… ti ho colpito ma non sembra che ne abbia risentito.- Commentò il biondo mentre s’allontanò.

Thomas emise un piccolo ruggito e si preparò a un nuovo attacco, ma qualcosa li interruppe subito… uno dei muri crollò sotto i colpi di un possente maglio di ferro. Quello era il boogeyman.

-Che diavolo?- Walter s’allontanò e si preparò ad affrontarlo, ma Thomas alzò il braccio come a fermare il biondo e…

-Vuoi che vada attraverso il buco creato da lui?- Walter ricevette la risposta affermativa dal gigante.

Walter aspettò che il Pyramid head attirasse l’attenzione su di sé e poi quando i due giganti iniziarono a lottare si tuffò nel buco.

“Maledetto! Vendicherò Leon!” “Fatti sotto, pivello!” I due giganti si gettarono in un possente testa a testa. Doriana, nel frattempo, rischiò di morire per le forte ondate d’urto che i due colossi causavano mentre si scambiavano i colpi.

Walter nel frattempo era finito in una riproduzione in scala reale di una Silent Hill nebbiosa o era fuori? Questo non lo possiamo stabilire, ma possiamo dire che i pericoli non erano finiti… infatti un misterioso buco nero iniziò a risucchiare ogni cosa compreso Walter…

-Non mi faccio aspirare per nessun motivo!- Iniziò a correre, visto che per vivere a Silent Hill bisognava essere dei corridoi professionisti.

La corsa era molto lunga e non priva d’ostacoli ma che il biondo seppe usare a proprio vantaggio, infatti gettando a terra gli oggetti  il buco impiegava più tempo ad aspirarli. La corsa durò ancora parecchio finché non vide che la strada s’interrompeva bruscamente, forse per la fretta o per disattenzione, Walter vi si gettò.

-Dannaaaaaaziiiiooonneeeee!!!- Un urlo e poi il silenzio. Il buco aspiratore era sparito.

Qualche periodo di tempo dopo… Walter sentiva le ventole che continuamente ronzavano. Era a pancia in giù sul suolo. Con grande fatica si alzò con un gemito di dolore.

-Dove sono?- Walter non vedeva altro che uno strano triangolo volteggiare in aria, lui lo sfiorò.

 

Un lampo forte e si trovò crocifisso sul pavimento: aveva alle braccia delle catene che lo fissavano al legno della croce.

-Uh… è questa la fine?- Walter  non aveva finito di pronunciare quelle parole che la croce si eresse in alto e potette vedere… un campo tinto di rosso e strane creature nere lo circondavano.

-Questo è l’inferno?- Walter si sforzava a respirare e a spostare il peso del corpo sulle sue braccia per non cadere. I muscoli erano tesi allo spasmo per reggere il corpo… Walter non riusciva a capire ma aveva sentito che qualcuno aveva nel passato già affrontato una realtà simile alla sua ma ben più dolorosa.

-Sì.- A rispondergli era stato una creatura… Samuel. Egli era puro spirito e gli parlava come un’eco.

-Cosa vuoi per lei?- Walter voleva chiudere i conti con il demone di Silent Hill.

-Voglio tutto il tuo sangue e la tua anima.- La richiesta era atroce… Walter avrebbe dato se stesso per la persona che amava.

-Così sia.- Walter chiuse gli occhi e le labbra si socchiusero in un piccolo sorriso innocente, il sorriso di un bambino.

Nel frattempo Alessa era giunta insieme agli altri nell’autostrada dove lo avrebbe portata a via da quell’inferno.

In quel momento il suo cuore aumentò i battiti e la sua mente passò a Walter Sullivan…

-NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!- Lei aveva capito… Walter lo aveva fatto per lei… per Leon, Thomas. Per Silent Hill.

In quel preciso momento Vincent vide delle luci che si avvicinavano e dopo un po’ vide un enorme camion. Si fermò in prossimità dei ragazzi, una voce calda e gentile si fece sentire:-Avete bisogno di un passaggio?-

-Grazie!- Heather e Vincent salirono.

-Benvenuti nel mio camion, sono Travis Grady e sono diretto a Portland, vi porto lì?- Disse un uomo con una barba curata anche se, in alcuni punti era  un po’ grigia, con un capello da camionista e infine una giacca antivento gialla.

-Travis?! È il cielo che vi manda!- Disse Heather mettendosi comoda.

-Ma non eravate in tre?- Fece notare d’improvviso il camionista.

-Alessa!- Vincent gettò uno sguardo in strada ma non vide nessuno.

-Non preoccuparti, sta bene.- Disse Heather (che, non dimentichiamo, ha un legame con Alessa.)

-Okay, mi fido.- Vincent sospirò e si addormentò.

Qualche minuto dopo.

-Mmh… si sono addormentati.- Travis li osservò mentre Heather teneva la testa sulla spalla di Vincent e lui con la testa reclinata da una parte. Il cullare della strada e del camion allietava il loro sonno.

Alessa invece non riusciva a capire che cosa era successo… si trovava in mezzo alla strada di Silent Hill e ciò che vedeva non era normale.

Vedeva scena di vita quotidiana, vedeva uomini andare al lavoro, donne che portavano i loro bambini a scuola e come sfondo a tutto questo vi era un sole luminoso e splendente.

-Alessa…- Una voce la stava chiamando.

-Walter… dove sei?- Alessa seguì la voce e si trovò al lago di Toluca.. vide un battello approdare al pontile. Si poteva vedere il nome sulla fiancata: Little Baroness.

-Ma che è successo?- Alessa era molto sconcertata, non poteva essere possibile.

-Perché non è possibile?- Alessa vide in mezzo ad alcune piante il viso sorridente di Walter anche se, intorno a lui, tutto appariva cupo.

-Walter, sei vivo!- Le lacrime le solcarono le guance.

-No, non sono vivo. È Silent Hill ad essere viva.- Walter la fissava senza mai spegnere quel sorriso.

-Cos’hai fatto?- Alessa fremeva dalla voglia di abbracciarlo.

-Sono riuscito dove nessuno si era mai avvicinato… ho cancellato la maledizione di Silent hill. Piano piano questa diventerà una città come le altre.- Walter sapeva che così facendo si sarebbe allontanato in maniera definitiva da lei.

-Alessa… dimenticami.- Dopo pronunciato quelle parole scomparve.

Questo era il sacrificio di un semplice essere umano che, nei limiti imposti dalla divinità, era arrivato oltre.

Alessa chiuse gli occhi e pianse… versò lacrime amare.

Sette anni dopo…

-E Gesù disse… chi è senza peccato scagli la prima pietra e vedendo che nessuno lo faceva…- Vincent in tonaca predicava nella nuova chiesa rinnovata su quella pagana dell’ordine.

Si sentì la campanella suonare.

-Oh, è già mezzo giorno. Continueremo un’altra volta.- Reverendo Vincent chiuse il tomo del Nuovo testamento, pronunciò la frase di congedo, aspettò che tutti si allontanassero e poi uscì anche lui (in abiti civili) e ad attenderlo fuori dalla chiesa c’era una Heather molto più matura e prosperosa di quando era diciassettenne.

-Ciao tesoro!- Vincent s’avvicinò a lei senza perdere l’occasione di fare allusioni un po’ imbarazzanti alla prosperità di quel seno così fiorente.

-Smettila di fare lo sciocco… sei un reverendo!- Heather lo calmò subito.

-Sì, scusami ma mi è venuto naturale. Come va a scuola?-

-Al Midwhich School? Beh, i miei alunni stanno sempre attenti. È strano perché insegno matematica.-

-Chissà perché.- Rispose Vincent mentre fissava la quarta di seno di Heather.

Da un’altra parte al cimitero di Silent hill una donna dai capelli neri e gli occhi del medesimo colore pregava sulla tomba che riportava sulla lapide un nome: Walter Sullivan.

Dopo qualche minuto si alzò e sentì tuonare, aprì l’ombrello che aveva portato con sé per le eventualità simili e ritornò in macchina dove alla guida c’era un uomo di una trentina.

-Come sempre… hai pregato per lui?- Disse l’uomo.

-Sì, lo sai perché.- Rispose Alessa.

-Va bene, torniamo a casa, fra non molto pioverà.- L’uomo accese il motore e iniziò a sfrecciare per le vie di Silent Hill. Passarono per una piazza ed alla donna sembrò di vedere su una delle panchine un uomo biondo e con indosso un cappottone che la guardava tenendo i gomiti sulle ginocchia e la schiena curva. Sorrideva.

Alessa sorrise… anche se non era sicura di se quello che aveva visto fosse proprio lui.

A Fukiyama City, un ragazzo stava chiudendo la sua officina e poco dopo una ragazza lo raggiunse di corsa.

-Alvin! Hai finito?- Samantha arrivò con indosso una giacca antivento fucsia e un jeans con delle scarpe da ginnastica.

-Sì, Sam… dove andiamo oggi?- Il ragazzo si pulì le mani sporche di olio con un asciugamano che aveva poggiato alla spalla.

-Beh, possiamo andare a trovare la zia e lo zio.- Samantha stringeva a una mano dei crisantemi appena colti.

-Li hai presi nel tuo negozio?-  Chiese il ragazzo.

-Già!- Si presero per mano e come si poteva  evincere dallo sguardo non erano più parenti ma coetanei.

Una luce brillava lassù nel cielo tinto di nero e non era una stella ma un oggetto volante non identificato.

Un tizio incappucciato camminò per una stanza ovale e andò incontro a un uomo dai capelli biondi e gli occhi verdi. Con la mano accarezzava Yumie e lo sguardo era rivolto all’infuori dell’oblò dell’astronave.

-Rimpianti?- Chiese.

-Nessuno.- Walter si voltò verso l’uomo che si levò il cappuccio.

-Mi fa piacere, ancora non ti abbiamo ringraziato per aver collaborato a disinfettare la città.- Disse l’uomo.

-Dovevo farlo… per i miei amici e per lei.- Walter sorrise e s’alzò dalla sedia. Con il passo leggero uscì dalla stanza seguito dal cane.

-Ah… Alex?- Walter si voltò e fissò quell’uomo.

-Sì?- -Ellie ha preparato il pranzo?- -Sì, aspettiamo solo te.- Walter dopo la risposta si mise le mani nei capelli e con lo stomaco che borbottava si diresse verso la cucina.

-Che ne dici Mira?- Alex si rivolse a un cane di razza giapponese dal pelo giallo.

-Woof, wooof.- Un cane con le cuffie alle orecchie abbaiò.

-Sono d’accordo con te.- Alex sorrise e si diresse anche lui in cucina, se era come pensa, Walter aveva già chiesto il bis.

Fine.



[1] È la stessa frase che disse Achille ad Agamennone durante un passo dell’Iliade che riguarda l’Ira d’Achille.

[2] Capitolo 11: Un piccolo amico fantasma



Accidenti... mai e poi mai mi sarei aspettato di mettere la parola fine! Ma è così che deve andare. Devo ammetterlo, nonostante questa storia sia iniziata con un sogno fatto si e no due mesi fa, sia potuta evolversi in questo modo. Sono meravigliato. Beh, ovviamente il merito non è solamente mio ma è anche di tutti coloro che hanno seguito la mia storia. Ringraziamo (in ordine alfabetico):

Fiammah_grace
Valerie Townshend
WalterSullivan24
YoungRevolverOcelot

Poi abbiamo anche Golden_Skans, lucia1997, MagnamonX, Meg Giry, raizen34, savior. Pur non avendo recensito, hanno seguito la mia storia e li ringrazio.

Un ringraziamento va anche a te caro lettore che sei giunto fino a qui. Quindi per concludere in bellezza: Lasciate una bella recensione! Alla prossima!!! 


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Silent Hill / Vai alla pagina dell'autore: Liquid King