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Autore: Gelidha Oleron    09/09/2012    9 recensioni
Sorrise "Potrei aver mentito" scrollò le spalle come se niente fosse.
"Sì" lo sfidai, inchiodandolo con lo sguardo "Avresti potuto, ma non l'hai fatto"
Aveva perennemente un'espressione sarcastica, ironica, come una continua presa per il culo. Fu con questa sua solita espressione, che mi chiese divertito "Ti fidi ciecamente di ciò che dico?"
Non risposi. Qualcosa, dentro me, mi diceva che il suo sarcasmo non era altro che un'arma per nascondere le sue buone intenzioni.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nami, Trafalgar Law
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il resto della giornata volò via monotono, stando seduta nella grande sala circolare ad osservare il mare.

Trafalgar Law non si fece vedere per tutto il pomeriggio. Bepo mi offrì una tazza di the e l'accettai volentieri.

Adesso guardavo fuori dall'oblò e sospiravo, sorseggiando la mia bibita. Ma non riuscivo proprio a pentirmi della scelta di restare a bordo.

Poi, d'un tratto, Jean Bart si sedette accanto a me e mi guardò insistentemente le tette.

"Hey!" schioccai le dita.

Alzò con nonchalance lo sguardo "Come stai?" mi chiese improvvisamente.

Lo fissai un po' confusa "Bene. Perchè?"

"Mi sembri pensierosa" si affrettò a rispondere.

Lo guardai come se fosse matto. Come mai aveva deciso di accomodarsi accanto a me? Ma soprattutto...cosa diavolo voleva?

"Sai, lui non è cattivo..." disse con aria triste.

Senza che avesse pronunciato il suo nome, capii subito a chi si stava riferendo. Non riuscii a trattenere un moto di sorpresa: c'era forse qualcosa in me che tradiva la mia strana propensione verso il chirurgo della morte?

"Lo so" i miei occhi si abbassarono sulla tazza di the ancora mezza piena.

Jean Bart esitò, poi continuò a parlare "E' un uomo davvero eccezionale, oltre che un medico straordinariamente in gamba"

Sbuffai e alzai gli occhi al cielo "Dimentichi di dire che è anche un abilissimo capitano e una temuta Supernova!" e un formidabile amante.

Impressionante il numero di cose che riusciva ad essere Trafalgar Law.

"Già" concordò.

"Tuttavia, non capisco" confessai "Perchè stai elogiando il tuo capitano di fronte a me?" lo guardai di sottecchi.

Non potevo negare che Bart mi avesse abbastanza sorpresa con le sue argomentazioni.

Ma la sua risposta fu ancora più sconvolgente e mi pietrificò completamente "...lui non ti lascerà andare tanto facilmente"

 

 

 

La conversazione con Jean Bart mi aveva piuttosto inquietata, ma andai a letto cercando di non pensarci.

Mi addormentai in quattro e quattr'otto, aprendo dolcemente gli occhi quando sentii delle mani sfiorarmi impercettibilmente il braccio: Trafalgar Law era intento a medicarmi il polso che mi aveva fatto sanguinare il giorno prima, nei suoi occhi non c'era altro che concentrazione, non una nota di emozione turbava il suo volto.

Non si accorse di avermi svegliata.

Probabilmente, in un giorno qualunque gli avrei urlato "Come ti sei permesso di entrare senza avvisare?!", ma non quel giorno.

Quella mattina ero semplicemente felice di vederlo, nel modo più naturale del mondo. Chiusi gli occhi e lasciai che le sue dita accarezzassero premurose la mia pelle, mentre il sollievo diede respiro al mio cuore.

 

 

 

Dopo la colazione, andai a cercare Law e lo trovai in infermeria.

"Posso entrare?" aprii la porta lentamente.

"Accomodati" fu la fredda risposta del chirurgo, mentre sistemava delle fiale sugli scaffali.

Chissà se si trattava di succo d'arancia o che altro. Non era il momento di pensarci, in qualunque caso.

"Ascolta, per quanto riguarda ieri..." mi mancavano le parole.

"Non importa" tagliò corto "In serata raggiungeremo Sabaody e non dovrai più preoccuparti di nulla"

"COSA?" mi lasciò interdetta e le mie ginocchia diedero segno di voler cedere "Credevo che l'Arcipelago Sabaody non rientrasse nei tuoi programmi!"

Scrollò le spalle "Il bello di essere capitano è che posso stravolgere i miei piani, se lo voglio"

Era una mia impressione o c'era una nota di amarezza nella sua voce?

"Non sei contenta?" scrutò con attenzione il mio volto.

"Certo" risposi un po' troppo in fretta.

"Molto bene"

I suoi occhi grigi, la sua barba, i suoi lineamenti...quanto, tutto questo, mi sarebbe mancato!

Ma il suo atteggiamento non cambiò: il suo sguardo continuò ad essere glaciale e non sembrò voler cedere di un millimetro.

Per quanto ancora aveva intenzione di comportarsi così?

Scossi la testa e decisi di lasciar perdere: aggiungeva soltanto confusione alla confusione e me ne preoccupavo decisamente troppo.

 

 

 

Otto ore passarono in fretta, nonostante i continui blackout. Chiesi più volte del capitano, ma Bepo e Penguin mi ripeterono che era molto impegnato in sala operatoria.

Alle sei di sera mi rassegnai e decisi di trascorrere le mie ultime due ore sul sottomarino a mettere da parte i miei vestiti e a fare un ultimo giro per il sommergibile giallo.

La stanza beige non era cambiata: c'erano le solite bende sparse ovunque e l'odore di disinfettante che mi aveva stordita il primo giorno.

Da allora, molte cose erano diverse: innanzitutto, adesso riuscivo a fare sogni tranquilli (soprattutto grazie ad un ansiolitico che si era rivelato banalissimo succo d'arancia); avevo dei vestiti nuovi (comprati sotto il sole dell'isola di Sida in compagnia di Anita); conoscevo la storia del canino dorato dello squalo (anche se, purtroppo, non avevo potuto impossessarmene); avevo smesso di insultare Bepo (il quale si era dimostrato piuttosto cordiale, insieme a tutti gli altri Heart), e le mie ferite erano del tutto guarite (grazie ad un chirurgo fantastico che non amava essere ringraziato).

Non era tanto male, in fin dei conti.

Ma adesso era finalmente giunto il momento di tornare dai miei compagni. A pensarci bene, mi mancavano molto: ero certamente felice di rivederli, ma avrei lasciato il sottomarino con una leggera amarezza.

Attraversai per l'ultima volta il corridoio ed entrai in biblioteca: un pezzo di carta era adagiato sul tavolino circolare. Quando mi avvicinai, capii che si trattava della lettera del padre di Law. Strappata.

 

 

 

Attraccammo a Sabaody che era già buio. Penguin mi comunicò che i pirati Heart non sarebbero scesi a terra, e avrebbero ripreso il loro viaggio dopo essersi assicurati che io avessi ritrovato i miei amici e i feriti i loro capitani.

"L'ha ordinato il capitano Law?" chiesi speranzosa.

Annuì senza dare ulteriori spiegazioni.

"Portami da lui" gli ordinai in un tono che non ammetteva repliche.

"Ma il capitano ha detto di non disturb..."

"Me ne frego di quello che ha detto il tuo capitano!" lo afferrai per la felpa bianca "Devo vederlo immediatamente!"

"Sì, signorina" si arrese infine, con un'espressione terrorizzata stampata sul volto.

Trafalgar Law era di spalle, intento a sfilarsi i guanti in lattice, quando io e Penguin entrammo in sala operatoria.

"Capitano, mi ha costretto minacciando di uccidermi!" ci tenne a giustificarsi immediatamente il pirata dal cappello a forma di pinguino.

Law si voltò con cautela, ignorando completamente il suo compagno che continuava a blaterare e concentrando unicamente lo sguardo enigmatico su di me.

"...che avrebbe fatto fuori Orca e avrebbe rasato a zero la pelliccia a Bepo..."

Digrignai i denti "Insomma, te ne vai?!"

"Eh?" s'interruppe di colpo "Subito!" sparì chiudendosi la porta alle spalle.

Seguì un istante di imbarazzante silenzio. Poi trovai il coraggio di parlare "Beh, non mi saluti neanche?"

"Non..." gli impedii qualsiasi tentativo di risposta gettandogli le braccia al collo e baciandolo avidamente.

Le sue labbra erano inaspettatamente più avide delle mie.

"Mi sei mancato, mi mancherai!" sussurrai affannata, mentre la sua bocca si apriva nuovamente e i suoi occhi si chiudevano piano.

Lo baciai altre otto, nove, dieci volte. Sentivo di non averne mai abbastanza. Poi, d'improvviso, la luce andò via.

"Ci risiamo" sospirò "Maledetto rettile ancestrale!"

Non potei fare a meno di ridere. Quelle parole avevano in parte sciolto l'atmosfera pesante che si era venuta a creare tra noi.

Poi avvertii una mano delicata sul volto "Non sei obbligata ad andare"

Aveva detto proprio così?

Quella frase, bisbigliata così a bassa voce quasi da non essere udibile, mi riempì il cuore di gioia e sorpresa.

Sentii il suo respiro caldo a un centrimetro dalla mia bocca e fu di nuovo bacio.

Le mie mani andarono ad esplorare il suo viso nel buio: le basette, le ciglia, la barba...sperai di conservare per sempre la forma del suo volto sulle mie dita.

Poi mi accoccolai tra le sue braccia e feci scivolare la guancia sulla sua felpa morbida. Per la prima volta, le mani del chirurgo non si posarono sul mio fondoschiena, ma mi strinsero in un dolce abbraccio.

"Ci morirei, tra le tue braccia" mi lasciai sfuggire.

Law rise lievemente e mi baciò i capelli.

E come avrei dovuto temere una persona del genere? Come avrei potuto essere in pericolo stando in sua compagnia?

In quel momento, realizzai ancor di più ciò che mi era ormai estremamente chiaro: Trafalgar Law era un uomo buono. Aveva questo modo di nascondersi dietro a cinismo e sarcasmo, e in pochi eravamo a conoscenza dei meravigliosi tesori che teneva così ben protetti.

Dopotutto, una finta reputazione è tutto ciò che un uomo possiede...*

"Devi andare" mormorò dopo un po', ansioso di cancellare l'aria quasi sentimentale che si era creata.

Non glielo permisi: gli presi le mani e gliele strinsi più forte che potei. Stranamente, me lo lasciò fare senza opporre resistenza.

"Trafalgar...questo non è un addio, vero?" non saprei dire se fossi più in cerca di rassicurazioni o semplicemente di parole sincere.

Esitò, dopodichè mi diede una risposta il cui unico intento sembrava quello di volermi consolare "Certo che no. Devo sconfiggere il tuo capitano nel Nuovo Mondo"

La mia fronte contro la sua, adesso "E sei sicuro di farcela?"

La fitta oscurità non mi permetteva di ammirare il suo volto, ma ebbi l'impressione che stesse sorridendo "Ovviamente"

Inedito, questo Trafalgar Law. Forse con l'assenza di luce si sentiva più sicuro a rendere nota quella parte di che era sempre rimasta nascosta.

Premetti lentamente le mie labbra sulle sue, decisa a rimandare ancora il mio incontro con la ciurma e a godermi ancora un po' di chirurgo della morte.

"I tuoi amici ti staranno aspettando" disse in un sibilo, ma tutti i suoi tentativi venivano prontamente stroncati dalla mia lingua, finquando nella sua voce non si percepì una certa impazienza "Va'...ti prego" si lasciò sfuggire.

Capii che era davvero il momento di andare via e, dopo aver lasciato a malincuore quelle mani miracolose, uscii dalla stanza senza poter guardare per l'ultima volta i suoi occhi grigi. ©

 

 

 

*Chi ha visto Rapunzel avrà notato la citazione di Eugène (che, personalmente, ho trovato molto divertente!)

Mi scuso per i troppi “paragrafi” inseriti in questo capitolo, ma non ho saputo ordinarli meglio.

Premetto: questo è stato il capitolo che mi ha dato maggiori difficoltà, ancor più sul contenuto che sulla forma. Nella prima stesura, Nami parlava con il fratello di Hawkins (?!), dove lo sono andata a pescare non lo so (volevo farle avere una conversazione con un personaggio di secondo piano, ma nessuno mi sembrava abbastanza profondo…alla fine ho optato per Jean Bart, dopotutto non lo conosciamo poi così bene, no? Ad Amazon Lily direbbero: “Nuovo capitolo, le doti nascoste di Jean Bart” xD); nella seconda stesura Nami chiedeva scusa a Trafalgar Law senza girarci troppo intorno (cosa che mi è sembrata eccessivamente OOC,  dato che anche Nami ha le sue punte d’orgoglio); nella terza stesura mi ero decisa a dividere il capitolo in due e formarne così un sedicesimo (che però risultava troppo corto).

Alla fine, il risultato è questo:  tenetevelo così com’è xD

Giusto qualche parolina sull’ultima parte: ho voluto inserire un po’ di “sano sentimentalismo” da fine fan fiction, che agli sgoccioli non guasta mai. Ho cercato di mantenere Law freddo e distante il più possibile, ma alla fine sarebbe stato stupido non farlo cedere nemmeno di un millimetro, avrebbe perso d’effetto tutto l’intento della storia. Spero di averlo fatto rientrare almeno nei limiti dell’IC!

Alla prossima! ;)

  
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