Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Gelidha Oleron    16/09/2012    5 recensioni
Mi sedetti sul freddo bancone e accesi una sigaretta. L'ULTIMA SIGARETTA.
Inspirai a pieni polmoni il fumo e assaporai a fondo la nicotina.
"Che strano" pensai, rigirandomela tra le mani "E' soltanto un po' di carta mista a tabacco, eppur mi fotte..." feci un altro tiro profondo.
La prima volta che quel vecchiaccio di Zeff me ne fece provare una, avevo solo quindici anni. Tossii pesantemente, mentre il bastardo se la rideva "Certe cose non sono proprio fatte per i mocciosi". Quanti ricordi, in quell'ultima sigaretta...mi sembrò di risentirle sulle mie labbra tutte quante, una ad una...
Ma quella sera, avevo preso una decisione: l'avrei fatto per l'unica donna che abbia mai amato e, stando a quanto diceva lei, anche per la mia stessa pelle.
Gettai la cicca in un posacenere, schiacciandola ripetutamente e pensando che fosse il corpo di quello spadaccino merdoso.
Non c'erano parole per descrivere quello che aveva fatto...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro, Sanji/Nami
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Ho appena detto a Zoro che in questi giorni dovrà darmi una mano al ristorante, se vuole vedere qualche berry" informai mio marito, mentre si lavava i denti nel bagno adiacente alla nostra camera da letto.

"Ben fatto" concordò, dopo essersi sciacquato la bocca.

Mi liberai dai vestiti in quattro e quattr'otto e indossai una camicia da notte di seta bianca che Sanji mi aveva regalato per il nostro anniversario. Mi sdraiai sul letto circolare e lo attesi con impazienza.

Non appena entrò, un sorriso compiaciuto gli si stampò sul volto "Tu vuoi farmi morire"

Mi scoprii le gambe con fare seducente "Sei davvero bello in mutande"

Per tutta risposta, si fiondò sul letto con una velocità inaudita "Questo non dovevi dirlo!"

Scoppiai a ridere "Piantala, Sanji! Mi fai il solletico!"

"Come? Non ho sentito!"

"Smettila!" cercai disperatamente di trattenere le risate, le quali però venivano fuori con estrema facilità "Zoro potrebbe sentirci!"

"E allora? Che senta, quell'idiota di uno spadaccino!" mi baciò sul collo in modo tanto suadente da farmi gemitare "Hai sentito questo, marimo?"

"Non fare lo stronzo, San..." ecco che arrivò la sua lingua tra le mie labbra e le mie parole furono inghiottite da un bacio che non lasciava scampo.

Intanto, le sue mani andarono a scoprire ancor di più le mie gambe già mezze nude e risalirono su per il mio corpo caldo.

"Ti amo" sussurrai ad occhi socchiusi, mentre affondavo le dita nei suoi capelli biondi.

"Ti amo anch'io" rispose immediatamente, cercando di nuovo le mie labbra.

Gli tolsi quei boxer neri che stringevano le sue parti intime e le lasciai libere "Nami..."

Alzai un sopracciglio con fare malizioso "Zoro si starà annoiando. Che aspetti a farmi tua?"

In un istante fu tra le mie gambe "Ascolta questo, testa d'alga!"

Non potei trattenere una risata "Conoscendo gli standard di Zoro, a quest'ora starà già dormen...aah...Sanji..."

"Basta parlare di lui" mi baciò "Dimmi che mi ami"

"Ti amo..." mormorai ad occhi chiusi "Ti amo..." ansimai ancora, mentre il biondo mi procurava visioni paradisiache.

Mi addormentai tra le sue braccia in men che non si dica. Furono sogni tranquilli, destati ogni tanto da una mano tra i capelli.

Quando mi svegliai, erano già le nove del mattino e il ristorante era in piena attività.

Milioni di volte avevo detto a mio marito di svegliarmi in orario, ma lui si ostinava a lasciarmi dormire "tutto il tempo che il mio bel corpo desiderava".

Mi vestii e feci per scendere al piano di sotto, quando fui bloccata da un forte russio che proveniva dalla stanza in cui dormiva Zoro.

"Eh no, eh! Aveva promesso di aiutarmi!" pensai stizzita "Non avrà mica intenzione di starsene qui a poltrire?"

Aprii la porta istintivamente, senza pensare alle eventuali conseguenze: infatti, lo spadaccino dormiva beatamente nudo nel letto, coperto unicamente da un esile lenzuolo bianco.

"OH, MIO DIO! ZORO!" urlai, coprendomi gli occhi con una mano.

"Eh?" fece assonnato "E' già mattina?"

"Cristo, copriti!" lo rimproverai esasperata "E datti una mossa a scendere, che mi servi!"

Sbadigliò, poi disse "E va bene, arrivo!"

"Sei sempre il solito!" imprecai, chiudendo la porta. Un "Ma che ho fatto?" riecheggiò dalla stanza.

Ma che ho fatto? Ma che ho fatto? Ma che ho fatto?

Ero stanca di sentirmi ripetere sempre quella stessa frase. Erano anni ormai che me la sputava in faccia chiunque.

Scesi le scale che portavano al ristorante e notai con piacere che avevamo già qualche cliente.

"Buongiorno, amore" s'illuminò Sanji appena mi vide.

"Ciao, Sanji" sorrisi. Non riuscivo proprio a chiamarlo "amore", "tesoro", "pasticcino" o altre schifezze simili. Tutto ciò perchè ero abituata a vederlo come un compagno d'avventure, un ragazzo della ciurma che aveva una tremenda cotta per me.

E per almeno un milione di altre ragazze...

Prendere sul serio le intenzioni di Sanji infatti era stato, a suo tempo, piuttosto imbarazzante: avevo dovuto imparare a considerarlo mio marito, ad amarlo per ciò che era e a stargli accanto ancor di più di quanto gli stessi durante gli anni con Rufy e gli altri.

Ed ora eccoci qui: a gestire un ristorante tutto nostro e a vivere in una grande casa a pianta circolare proprio sopra di esso!

Chi l'avrebbe mai detto, che alla fine avrei sposato quel ragazzo fuori di testa che al nostro primo incontro mi porse una rosa?

"Buongiorno" finalmente lo spadaccino comparve al piano inferiore.

"Era ora" lo salutai acida "Al tavolo quattro vorrebbero ordinare"

Storse il naso "Da quando vivi con quell'imbecille ti svegli ancora più nervosa, la mattina?"

"Hey, guarda che ti ho sentito!" Sanji si avvicinò a lui e lo minacciò con un tono che metteva i brividi "Se osi ancora rivolgerti in quel modo a mia moglie, sappi che ti prendo a calci in culo!"

"Zoro" richiamai la sua attenzione prima che potesse replicare e generare l'ennesima lite "Tavolo quattro"

"Sì" rivolse uno sguardo glaciale al cuoco "Meglio che vada"

 

 

 

Nel pomeriggio, arrivò un cliente losco che mi squadrò da capo a piedi, per poi chiedermi "C'è qualcosa su questo menù che sia sexy come te, bambolona?"

Aveva un paio di baffetti neri che gli si arricciarono non appena pronunciò quelle parole che, secondo lui, avrebbero dovuto colpirmi.

Non feci neanche in tempo a posizionare il braccio per l'imminente ceffone, che Zoro rivolse all'uomo uno sguardo minaccioso e Sanji fu subito al mio fianco "Cos'ha detto a mia moglie, scusi?"

"Sua moglie?" l'uomo, impaurito, sgranò gli occhi "Io credevo che..."

"Ascolta, pidocchio" lo afferrò per la giacca grigia e tutti i presenti si voltarono a guardarli allibiti.

"Sanji, non è necessario" cercai di minimizzare.

Ma figuriamoci...

"Sparisci immediatamente dalla mia vista, se non vuoi che ti prenda a calci davanti a tutti!" lo scaraventò sul tavolo, provocando un notevole rumore.

Il signorotto con i baffi si alzò velocemente e, nel giro di un secondo, scappò dal locale senza voltarsi indietro.

Ci fu un momento di imbarazzante silenzio, in cui tutte le persone sedute ai tavoli osservarono il violento proprietario accendersi una sigaretta. Nemmeno io e Zoro fiatammo, finquando non afferrai mio marito per il bavero e lo trascinai in cucina "Continuate a mangiare, signori" mi sforzavo di sorridere "Non è niente, mio marito è un po' impulsivo"

Zoro scosse la testa "Un po' fanatico..."

"Ma insomma!" chiusi con violenza la porta della cucina alle mie spalle "Ti ha dato di volta il cervello?!"

"Cara, quell'uomo ti stava importunando!" rispose con ovvietà, scrollando le spalle "Dovevo intervenire!"

"Sì, ma era qui per MANGIARE! E ci avrebbe anche PAGATI! E lo sai quanto ne abbiamo bisogno, nell'ultimo periodo!"

Fece un tiro, poi disse "Non le voglio le canaglie, nel mio ristorante"

"Innanzitutto, è il NOSTRO ristorante" mi scaldai "E poi canaglia o no, significa comunque SOLDI!" ringhiai "Cristo, smettila di fumare!" gli strappai quella dannata sigaretta dalle labbra e la gettai a terra, calpestandola ripetutamente.

Sanji sgranò gli occhi "Dolce Nami, non..."

Ignorai completamente le sue lamentele e continuai imperterrita con la ramanzina "Uno dei motivi per cui non circolano molti soldi, è proprio il tuo stupido vizio!" gli rinfacciai spudoratamente "Quand'è che deciderai di togliertelo, eh?"

Sanji protese una mano verso il mio volto "Tesoro, questo non c'entra. Io cercavo solo di proteggerti" il suo tono era più sincero che mai "Se qualcuno dovesse farti del male o infastidirti in qualunque modo, giuro che non me lo perdonerei"

Indietreggiai "Posso pensarci benissimo da sola! E sai che non è la prima volta che cacci qualche cliente dal ristorante a causa della tua ossessiva gelosia!"

Ecco, stava per pronunciare le ultime parole famose "Ma che ho fatto?"

"Dio!" digrignai i denti e strinsi gli occhi e, approfittando di questo momento, Sanji riuscì a stringermi in un caldo abbraccio, cogliendomi di sorpresa.

"Sono solo colpevole d'amarti troppo, mia cara" disse in un sibilo "Che io sia maledetto in quest'istante, se non fosse così"

"Ma Sanji, io non credo che..."

"Shh..." stoppò ogni mio tentativo di protesta e premette leggermente le sue labbra sulle mie "Ti amo"

Sospirai. Lo odiavo quando riusciva a passarla liscia così.

"Ti amo anch'io" risposi, privata ormai di tutta la mia forza di controbattere.

Fummo interrotti da uno spadaccino particolarmente spazientito, che entrò in cucina senza nemmeno curarsi di bussare "Scusate, piccioncini..."

Ci voltammo verso di lui, allarmati "Zoro!"

"...i clienti cominciano a lamentarsi per la lentezza del servizio" ci informò.

Sanji mi baciò sulla fronte e sciolse l'abbraccio "Il cuoco sta arrivando!"

"Vengo anch'io" mi precipitai "E tu, Zoro, muovi il culo!"

"Lo sto muovendo anche più di te, nel caso non te ne fossi accorta!" ribattè offeso.

Soffocai un risolino: Zoro in versione cameriere era davvero uno spettacolo inedito.

L'ultima volta che l'avevamo visto, era stato qualche mese fa: io e Sanji avevamo deciso di passare a trovare Usopp e Kaya a Shirop e ci avevamo trovato anche lui. All'epoca usciva con una ragazza di nome Amelia, la quale però non ci pensò due volte a mollarlo per la sua scarsa stabilità economica e sociale.

In effetti, Zoro era l'unico tra noi che non avesse ancora trovato compagnia amorosa e probabilmente la cosa gli pesava. Ma, stando a ciò che affermava egli stesso, non aveva bisogno di un rapporto fisso per essere felice: "Datemi le mie spade e un nemico da sconfiggere e mi renderete l'uomo più felice della terra".

"Un uomo libero", così amava definirsi. Ma in cuor nostro, tutti noi sapevamo che in fondo gli mancava qualcosa...

 

 

 

La giornata lavorativa sembrò durare un'eternità e a fine serata ci ritrovammo io, Sanji e Zoro stanchi morti accasciati sui divanetti dell'angolo the.

"Ecco il tuo stipendio" consegnai i soldi allo spadaccino.

"Che cosa?!" li fissò incredulo "Cinque berry? E questo me lo chiami stipendio?"

"Vedi di non lamentarti, dopotutto sei qui solo da un giorno!" ribattei con tono feroce.

"Quindi domani mi pagherai di più?"

"Certo" sfoderai un sorriso furbo "Se pulisci il bagno ti do sei berry"

Scosse la testa "Ma tu sei tutta matta!"

"Hey, spadaccino" Sanji fece un tiro di sigaretta "Non far imbestialire la mia Nami, altrimenti sono guai"

Sospirai "Beh, io vado a lavare i piatti" feci per alzarmi, ma fui trattenuta "Resta pure, mia cara. Ci penso io"

Ma poco dopo, data l'enorme quantità di stoviglie da lavare, decidemmo di dargli una mano anche io e Zoro, dopodichè io mi dedicai al bancone e il ragazzo dai capelli verdi salì al piano di sopra a dormire affermando che "era stato un primo giorno di lavoro molto duro per lui".

Mi passai una mano tra i capelli sudati e vidi che si era fatta mezzanotte.

Improvvisamente, avvertii alle mie spalle delle mani che mi cinsero la vita e delle labbra sul lobo destro che mi fecero sussultare.

Lasciai cadere a terra lo straccio e chiusi gli occhi "Sanji..." reclinai la testa all'indietro e lasciai che mi baciasse appasionatamente.

"Devo andare a comprare le sigarette" m'informò con voce suadente "Ti trovo qui, quando torno?" la sua mano sinistra andò a finire tra i miei capelli, mentre la destra iniziò ad accarezzarmi un seno.

Fui io a baciarlo "Torna presto"

"Certo" promise "Indossa quel vestito rosso che mi piace tanto" ©

 

 

 

 

Eccomi qui con il secondo capitolo! Ho il pessimo (o vantaggioso) vizio di aggiornare soltanto quando con la scrittura mi trovo come minimo due capitoli avanti.

Sperando che anche questo vi sia piaciuto, vi saluto! ;)

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Gelidha Oleron