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Autore: Juliefer    20/09/2012    60 recensioni
Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente, l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di se, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi prima o poi.
-Juliefer.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER Three





 

Rosalie


 



-Para questa Rose, se ce la fai!- urlò Jessy calciando con tutta la sua forza.

Poco vento. Palla a giro. Probabile direzione: incrocio dei pali sulla destra.
Mi affidavo completamente ai calcoli del mio cervello. Ormai, era automatico.
Soddisfatta mi buttai verso il punto prestabilito e con facilità accolsi il pallone tra le mie braccia.
Jessy scoppiò a ridere e avvicinandosi mi diede una pacca sulla spalla.
-Sei la migliore, capitano.
Un sorriso malizioso si dipinse sul mio volto.
 
Ero una ragazza esile ma allo stesso tempo atletica. Il calcio mi aveva aiutata a sviluppare un’agilità straordinaria. Spesso me ne sorprendevo io stessa.
Il mio viso ovale era delicato: avevo un naso piccolo e all’insù, due occhi di un colore particolare tra il verde e l’azzurro, a seconda del mio umore, e una spruzzata di lentiggini qua e là.
I capelli biondi ricadevano sulla schiena in una nuvola vaporosa di boccoli. Il mio corpo era flessuoso e dinamico.
Nonostante avessi fatto del calcio una parte fondamentale della mia vita, mantenevo la mia femminilità in ottime condizioni a quanto giudicava l’altro sesso.
Cambiavo spesso ragazzo, non avevo nessuna intenzione di legarmi a qualcuno così giovane.
In squadra, ero essenziale. Non c’era pallone che non riuscivo a prendere.
Ero una sicurezza e, portando la fascia di capitano, dovevo mantenere certe responsabilità. Mi ero guadagnata il soprannome di ‘Occhi di gatto’.
Secondo il mister gli avversari mi sottovalutavano per via della mia costituzione in confronto al resto della squadra ma si sbagliavano di grosso.
Non mi sfuggiva nulla. Il mio sguardo sondava tutto e ogni mossa era già stata prevista.
 
 
Dopo due ore e mezza di allenamento, arrivai a casa stanca.
Mi catapultai letteralmente dentro la vasca.
Un bel bagno caldo mi avrebbe restituito le forze.
Accesi la radio e sguazzai nell’acqua con le paperelle.
Chiusi gli occhi, facendomi cullare dalla musica.
-Raro momento di riposo…- mormorai tra me e me, svuotando la mente.
La voce di soprano di mia madre distrusse ogni piccolo desiderio di pace e tranquillità.
-Rose, sei in casa?
Se avessero potuto, i vetri delle finestre si sarebbero frantumati in mille pezzi.
-Cara, mi senti?
Perché no, anche i bicchieri.
-Come sono andati gli allenamenti? Tommy è dal dottore ma tornerà tra poco!
Come facciamo a parlare da una parte all’altra di casa?
-Io preparo la cena… Quando hai fatto vai a studiare!
Ecco, brava.
Studiare? Ovvio.
Le paperelle continuavano a fissarmi.
-Tranquille, scherzavo. Vi pare che mi metto a studiare?
Scoppiai a ridere.




Harry
 

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Adoravo i gatti.
Li avevo sempre considerati degli animali superiori. Autoritari e indipendenti. Li ammiravo per questo.
Briciola si accoccolò vicino a me, facendo le fusa.
Lo accontentai, accarezzandolo dolcemente.
Ero steso sul comodo divano del salotto.
Da un’enorme vetrata sul giardino, vedevo i ragazzi giocare a pallone. Louis aveva rotto due finestre nel giro di un mese.
Eravamo una squadra abbastanza forte, a livello agonistico, e ultimamente avevamo guadagnato anche qualche trofeo.
Presto avremmo avuto uno dei tornei più importanti. Le squadre provenivano da tutta l’Europa.
Mi ero promesso di portare in alto quei ragazzi.
 
Il mio umore era sottoterra. Da quando avevo compiuto i 18 anni, c’era qualcosa che mi tormentava.
Non saprei dire cosa. Mi mancava qualcosa, come se una parte di me fosse vuota. O addirittura sconosciuta a me stesso.
Probabilmente, però, era solo una delle mie strane sensazioni.
 
Come se mi leggesse nella mente, la palla di pelo inizio a leccarmi il polso.
Fin dai miei primi ricordi mantenevo quel tatuaggio particolare. Era una lettera incisa in caratteri gotici.
Spesso avevo cercato di chiedere spiegazioni a mia madre via telefono ma lei cambiava tatticamente discorso.
Non mi dispiaceva. Era elegante, ma non ne avevo mai capito il significato.
Nessun nome in famiglia iniziava con la ‘R’.
 
La voce di Zayn mi riportò alla realtà.
-Harry, vieni a giocare! Stiamo perdendo di brutto!
Scoppiai a ridere e tutte le preoccupazioni sparirono all’istante.



















 



Trullallero!
Eh, macarena (?)
Let's go crazy, crazy, crazy till we see the sun,
I know we only met but let's pretend
it's love!
 

Quanto sono belli? Tanto. Tantissimissimo.
Sono la mia vita :')
*dolcezza sdolcinata di (quasi) fine giornata traumatica*
Ricapitolando today:
Video Inedito di LWWY (Live While We're Young)

Twitcam della durata di 60 secondi
ITunes festival
Le mie ovaie sono esplose in mille pezzi ed ora sto cercando di recuperarle!
Anyway, cosa ne pensate del capitolo?
Rosalie e Harry vivono la loro vita tranquillamente (o quasi) ma sembra esserci una cosa che li accomuna...
Mmmmh... Con i prossimi capitoli le cose inizieranno a farsi più chiare per voi quanto per i protagonisti :)
Ho pensato di rappresentare Rose con quella grande faigona lassù.
Mi sembra adattissima v.v
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensioncina
(con più di dieci parole, please)
e godetevi il nuovo singolo!
Io l'ho già imparato a memoria. Yeah, buddy!
Love ya,


//g.

   
 
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