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Autore: raimbowcomet    06/10/2012    10 recensioni
-E’ tua abitudine ficcanasare negli armadietti altrui?- chiese una voce alle sue spalle.
-C…Come scusa?
-Oltre che ladra anche sorda?- ironizzò lui- quello è il mio armadietto.
Un espressione perplessa si dipinse sul volto della ragazza:
-No penso ci sia un errore, questo è il mio- disse indicando il foglietto che aveva in mano.
-Sono arrivato prima io- fece lui.
-Ma si può sapere chi sei?- domandò stizzita.
-Io-sorrise sghembo- sono Edward Cullen carina- schioccò la lingua portandosi un dito al petto.
-Ed io- rispose lei portando il dito di Edward verso il suo petto- sono Bella Swan e questo- puntò il dito del ragazzo- è il mio armadietto, facile no?- parlò lentamente come ad un bambino.
-Ladra, sorda e acida…ma da dove esci?- chiese squadrandola da capo a piedi.
~
Era stanco di provare a resisterle, aveva desiderato baciarla e stringerla a lui dal primo istante in cui l’aveva vista di spalle. Non si sarebbe più negato tutto ciò, avrebbe fatto soltanto quello che desiderava da bravo egoista: avrebbe allungato le mani e afferrato senza chiedere ciò che era suo di diritto.
~
-Ehi ladra! Sei libera per il ballo?
-Forse stalker..forse.

[one shot + 3 extra]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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La ladre e lo stalker, extra 3

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Anche l'ultimo extra è dedicato a kresbiten, con l'aggiunta di Giuls senza la quale non lggereste questa... 'cosa'.




Si affrettò a scendere le scale e percorse velocemente il corridoio invaso dagli studenti, essendo ora di intervallo. Si era accorta poco prima che quella peste di sua figlia aveva dimenticato il pranzo nella sua borsa, così era scesa dai piani del liceo dove insegnava letteratura inglese, fino alla classe minore di sua figlia, che aveva dieci anni.
Cercò di sgusciare tra i vari ragazzini, tenendo saldo il sacchetto al petto, onde evitare di farlo cadere a terra: sarebbe stato il colmo dopo che praticamente neanche aveva quasi dato i compiti alla sua classe per fare in tempo, cosicchè non comprasse qualcosa alla mensa della scuola che faceva davvero rabbrividire in quanto a cucina.
Varcò la soglia dell'aula e  scandagliò in cerca della sua piccolina, fino a trovare una testa rossa ben conosciuta.
Le arrivò dietro di soppiatto e si chinò con il busto per vedere cosa stesse scrivendo sul diario, concentrata al massimo.
Aveva le sopracciglia rosse scure aggrottate e gli occhi marroni socchiusi, come se stesse vergando qualcosa molto difficile di assoluta importanza. In realtà altro non era il nome del suo compagno di banco, che le piaceva molto, circondato da cuoricini.
Tipica fase da ragazzina innamorata insomma, l'avevano passata tutti. Che dolce però.
-Ehi, topolina.- si decise a palesare la sua presenza.
-Mamma!- sobbalzò e chiuse di scatto il diario, diventando tutta rossa e guardandosi freneticamente intorno.- che ci fai qui?
Sapeva quanto si vergognasse certe volte, essendo nell'età 'si-ormai-sono-grande-e-posso-fare-tutto-da-sola' ma quel giorno non poteva farne a meno di essere lì.
-Ti sei dimenticata il pranzo nella mia borsa.- alzò un sopracciglio e indicò il sacchetto, la figlia glielo strappò quasi dalle mani e lo aprì, controllandone il contenuto.
-Ah, grazie...- fece imbarazzata, arricciando il nasino in una smorfia colpevole.
-Che sia l'ultima volta eh, non costringermi a scendere in mezzo ai marmocchi.- scherzò e le scombinò i capelli.
-Non siamo marmocchi, pft.- mugugnò addentando il panino al pollo appena tirato fuori.
-Certo, certo.- le concesse lei, sorridendo.- torno nel regno del liceo, ora che ho portato a termine la mia missione.
Le diede un bacio tra i capelli lisci e la salutò, per poi scomparire nel corrridoio.
Ritornata ai piani superiori, si diresse verso l'aula insegnanti per prendere il suo di pranzo, e si sedette comodamente su un tavolo per consumare il suo pasto. Si ritrovò a pensare a quanto amasse quella piccola peste che le aveva riempito l'esistenza, era diventata tutta la sua vita, oh almeno la metà di essa. L'altra metà era suo marito ovviamente.
Quanto le mancava...
Sarebbe stata volentieri tutto il giorno tra le sue braccia ma sapeva non poter essere possibile, sfortunatamente.
Mentre finiva di mangiare, la sedia accanto alla sua era stata spostata o occupata, già sapeva da chi.
-Bellezza, come stai?
-Ma fai pure con comodo Riley, non era occupato quel posto.- disse acidamente e ignorando la domanda.
-Eri tutta soletta, andiamo.
-Ci sarà stato un motivo no? Ci avevo appoggiato la borsa, che ora grazie a te è a terra.
-Ma come siamo indisponenti oggi, zuccherino.
-Smettitela per una buona volta!- si alzò esasperata.
Non lo sopportava proprio. La importunava con battutine e se lo ritrovava ovunque fin dal suo primo giorno di insegnamento, nonostante aveva messo in chiaro di essere felicemente sposata e con una figlia. Certe persone non avevano proprio alcun remore.
Se Edward lo avesse saputo probabilmente si sarebbe catapultato a scuola e lo avrebbe fatto allontanare a suon di cazzotti, o avrebbe impedito a lei di andare a lavoro, conoscendolo.
Era sempre stato impetuoso suo marito, fin da ragazzo, anche se era estremamente dolce in qualunque situazione: mai una sola volta aveva alzato troppo la voce e non gli era neanche passato per la testa di sfiorarla con un solo dito durante un litigio. Certo, non era stato tutto rose e fiori in quegli undici anni di matrimonio, ma erano una coppia perfetta e collaudata, con la giusta dose di pazienza, amore e dialogo avevano superato tutto nel migliore dei modi.
Lei ed Edward si erano sposati a ventitrè anni, non appena conclusa l'università, ed erano andati a vivere insieme. Anche prima  durante gli studi convivevano, ma in un appartamento e bhè, un matrimonio rendeva tutto più ufficiale e speciale. Aiutati dai loro genitori e dai soldi di vari stage e supplenze, erano riusciti a pagare ogni cosa desiderassero ed ad avere i lavori dei loro sogni, per i quali avevano studiato tanto: lei insegnante e lui avvocato.
Dopo un anno nacque la luce dei loro occhi, Katherine, che avevano aspettato e desiderato tanto. La piccola rese ancora tutto più perfetto e nonostante le loro paure, si dimostrarono fin da subito dei genitori modello. Si dice che dopo un figlio la vita coniugale si affievoliva, ma non pensava fosse affatto vero. Sotto le lenzuola avevano sempre fatto faville, fin da quando, studenti del liceo, si appartavano nella macchina di Edward per coccole non propriamente caste, con l'arrivo dell'università poi, si poteva dire che avevano passato più tempo dilettandosi in piacevoli attività che studiando per gli esami. Da novelli sposini la passione aveva infiammato ogni angolo della casa, e persino ora, quando Kathy dormiva dei nonni tutto la loro malizia si risvegliava, al contrario dei normali giorni in cui dovevano fare in silenzio, non essendo soli in casa.
Nonostante questo però, la dolcezza e i sorrisi timidi non erano mai mancati tra di loro, ogni volta che si guardavano negli occhi era sempre come se fosse la prima. Stupendo per due persone che stavano insieme da più di quindici anni a momenti.
-Se suo marito fosse stato qui ti avrebbe già preso a calci.- disse Emily entrando in sala insegnanti. Appoggiò i suoi numerosi registri in quanto la sua materia insegnata era religione, e sollevò il sopracciglio notando una Bella esasperata e un Riley che non mollava facilmente.
-Cosa ci vedi in quel rosso? Cosa ti piace di lui? Io sono meglio.
-Bhè dato che stiamo insieme da praticamente sempre qualcosa ci vedo, tu che dici?- gettò il sacchetto del pranzo e si aggiustò la camicetta e la gonna che portava. Quanto la indisponeva quell'uomo. Che poi aveva anche una pseudo scopamica, Victoria.
Lo trovava così squallido.
-Tra te e lui non c'è paragone, fidati.- lo riprese Emily, guardandolo molto ambiguamente. Sapeva che tutte andavano pazze per suo marito, ma a differenza di molte non era gelosa di lei, era sua amica e sapeva che apprezzava solamente, non si era mai permessa di andare oltre alcune battutine, anche perchè era fidanzata e prossima alle nozze.
Riley sbuffò e se ne andò offeso dall'aula, borbottando.
-Ma non demorde mai quello, eh?- le chiese.
-Non so davvero cosa abbia nel cervello.- le rispose- come se dopo tre anni non l'avesse capito.- scosse la testa e afferrò il cellulare, notando che stava quasi per squillare la campanella.
-Si ritorna nell'inferno.- sibilò Emily e la mora sorrise alzando le spalle: amava il suo lavoro, e non le pesava stare in classe, anche se alcune volte i suoi alunni erano proprio terribili. Uno poi non la smetteva di fare apprezzamenti su di lei, ben sapendo che fosse troppo grande per lui. Il genere maschile di quella città era un po' strano.
Sospirò e afferrando la borsa con la mano sinistra, sorrise soffermandosi ad osservare il suo anulare, sul quale splendeva un anello Tiffany e una splendida fede d'oro, simbolo del loro amore eterno.

**

-Sei sicura di sentirti bene?- domandò Bella alla sua migliore amica, seduta sul divano di casa sua, mentre si asciugava le lacrime e singhiozzava, portandosi alla bocca un cucchiaio enorme di gelato alla vaniglia. Era piuttosto perplessa dal suo comportamento, l'aveva vista così davvero pochissime volte, e soprattutto durante il periodo in cui aveva rotto con Jasper.
-Ali...- le accarezzò i capelli e quella iniziò a piangere più forte, incapace di contenersi. Che diavolo era successo? Sembrava andare tutto così bene da qualche mese a quella parte! Per la sua quasi sorella, in quegli anni, non era sempre stato tutto rose e fiori.
Oggettivamente, poche persone rimangono insieme per tutta la vita, o magari sposano il ragazzo storico del liceo, come era successo a lei e ad Edward, ma quando Alice e Jasper si lasciarono, a metà del secondo anno di università, fu uno shock per molti.
Stavano insieme dal primo anno di liceo, e nessuno si sarebbe mai aspettato una rottura del genere.
Anche lei era stata malissimo, per lei Jazz era diventato come il fratello che non aveva mai avuto, e vederlo rovinare una cosa così importante come il suo rapporto con Alice era stato devastante. Sapeva per certo che lui la amava, ma non si era potuta dare una risposta logica; le aveva semplicemente detto al telefono che le loro vite avevano ormai preso strade opposte e che era giunto il momento di porre fino ad un sogno ad occhi aperti. Lei si era accontenta di quella spiegazione e non aveva chiesto nulla alla sua amica, onde evitarle altre lacrime inutili. Aveva tentato di tirarla su di morale in ogni modo possibile, non forzandola, dato che era certa che prima o poi il suo cuore avrebbe smesso di sanguinare e sarebbe guarito, pronto ad accogliere nuovo amore.
Peccato però, che il cuore di Alice, sembrava adatto solo a Jasper e la sua esuberanza, la sua sfacciataggine e la sua briosità la portavano sempre a concludere una nuova relazione prima ancora di averla effettivamente iniziata. Bella sapeva che non ci stava neanche provando, ma cosa poteva fare se non parlarle e cercarla di farla ragionare? Nella sua mente paragonava qualsiasi ragazzo al suo ex, e nessuno gli sembrava più bello, più interessante, più dolce e comprensivo di lui.
Ci era davvero andata vicino con Liam, con il quale era stata sette mesi, l'anno precedente, ma proprio durante il loro periodo idilliaco, ecco che nella vita della dolce ragazza dai capelli corti e corvini era ricomparso lui. Perchè era ritornato a rovinare tutto? Cosa voleva ancora? Non gli era bastato rovinare ogni cosa?
Si era semplicemente giustificato con il fatto che la sua vita senza di lei non aveva senso, e dopo vari tentamenti da parte della ragazza erano ritornati insieme. D'altronde, potevano stare solo insieme.
Bella non seppe mai con esattezza cosa era accaduto tra di loro, ma l'importante era che ora stessero bene. E proprio per questo non capiva perchè la sua sorella acquisita stesse piangendo sul divano di casa sua: con il suo ragazzo andava tutto a gonfie vele da quanto le aveva raccontato!
-Che ne dici se ti calmi e mi racconti?- tentò di incoraggiarla. Che diamine aveva?
-Tu non capisci, non capisci.- singhiozzò a bocca aperta.
-Alice, per la miseria, respira. Qualunque cosa sia la sistemeremo insieme va bene?- la afferrò per le spalle e la fissò negli occhi. Negli anni avevano imparato a consolarsi a vicenda e contro ogni prospettiva, Bella era diventata davvero molto forte psicologicamente, al contrario di quando era ragazzina: aveva imparato a cavarsela, con una persona che amava e che la supportava in ogni singola decisione. La moretta annuì tirando su col naso, mentre si stringeva la coperta al petto e prendeva un respiro profondo.
-Sono incinta.- sussurrò con voce tremante.
Bella sgranò gli occhi e per poco non cadde dal divano.
-Cosa?
-Si...-abbassò gli occhi, mentre una lacrime le scendeva sulla guancia.
-M-Ma... è di Jasper vero?- tentò di mantenere la calma, e appena la sua amica fece segno di sì con la testa, la abbracciò.
-E allora di cosa ti preoccupi? Un figlio è la cosa più bella del mondo Al, ti cambierà la vita e sono sicura sarai perfetta!- gli occhi della mora già brillavano d'eccitazione, sarebbe stata una zia perfetta, e non l'avrebbe abbandonata. Sarebbero andate un passo alla volta, ed ora che era tornata con il suo storico fidanzato non c'era motivo di preccoparsi.
-E' troppo presto.- proruppe angosciata. Era questo il problema allora? Non si sentiva pronta?
La capiva, lei aveva scoperto di essere incinta con un matrimonio solido e un marito perfetto, ma per la sua amica non sarebbe stato lo stesso. Sentiva che aveva paura di dirlo a Jazz, temeva un suo possibile rifiuto ed allontanamento come l'ultima volta. Solo però che questa volta ci sarebbe stato un bambino di mezzo, una creatura innocente che avrebbe risentito delle decisioni degli altri.
La abbracciò e le fece posare la testa sul suo petto, accarezzandole i capelli.
-Ehi, ti ricordi che ci sarò sempre vero? Ce la faremo, qualunque cosa succeda. Male che vada questo pupetto avrà due mamme.- tentò di tirarle su il morale- cosa che non accadrà, perchè sono sicura che il tuo ragazzo farà i salti di gioia e ti coccolerà anche più di prima.- la stuzzicò.
-Non è Edward...- tentò di ribattere ma venne immediatamente fermata da una Bella piuttosto battagliera.
-Oh, lo spero vivamente per te, altrimenti avrai la tentazione di strozzarlo per nove mesi!- rise ricordando l'iperprotettività di suo marito quando aspettava la loro bambina. La esasperava per la maggior parte del tempo, ma era assolutamente adorabile.
-Glielo dirò il più presto possibile okay? Già mi  ha assillato in questi giorni notando quanto fossi irritabile e lo notavo triste... mi dispiace un sacco Bells! Non volevo...- smise finalmente di piangere e si tranquillizzò un po'.
-Stai tranquilla tesoro, comprendo le tue insicurezze ma non devi essere terrorizzata, non ti fa bene nelle tue condizioni. Io sono qui, per te e con te, ricordi?- Alice annuì nuovamente commossa, ma questa volte le lacrime che premevno per uscire erano di tenerezza e di felicità.
-Come farei senza di te?- la abbracciò stretta scoccandole un bacio sulla guancia.
-Non so, e non lo scoprirai mai dato che nessuno mi scollerà dal tuo fianco, 'Lice.- era il soprannome che le aveva dato da ragazzine ed era un in'infinità di tempo che non la chiamava così, le era mancato. Quel nomignolo per loro, era una promessa.

**

-Allora?- chiese a sua figlia, in trepidante attesa.
-Mh...- fece una faccia birichina per farla attendere e poi si aprì in un meraviglioso sorriso- sono perfette!
Bella sospirò e si accinse a portare in tavola in tavola le patate arrosto che Katherine aveva appena assaggiato, aveva pensato fossero troppo salate ma l'aveva tranquillizzata. Odiava fallire in cucina, anche se non se non sarebbe morto nessuno nessuno per un po' di sale in più, la innervosiva. Per lei sinonimo di brava donna era capace di cucinare perfettamente.
-Ora a lavarti le mani su, che fra poco ritorna papà e si cena!- le diede una dolce pacchetta sul sedere e la sospinse verso il corridoio, mentre si girava nuovamente verso il piano cottura. Qualche secondo dopo, udì il portone di casa chiudersi e i familiari passi di suo marito nell'atrio. Entro' in cucina con ancora la valigetta tra le mani e si precipitò a baciare sua moglie, la prima cosa che faceva una volta rientrato a casa. Bella adorava il fatto che dopo ben quindici anni facesse ancora caso a quelle piccole attenzioni che la facevano sentire la donna più desiderata del mondo. Non era molto, ma un cioccolatino fatto trovare sul cuscino o una rosa in un giorno qualunque la facevano salire al settimo cielo. Il marito perfetto.
Baciare Edward era sempre stata una delle esperienze più paradisiache del mondo, avrebbe potuto scriverci un'intera enciclopedia. Il sapore della sua lingua, la consistenza delle sue labbra, la morbidezza dei suoi capelli, il suono dei gemiti trattenuti e la pressione delle sue mani... era tutta un calore solo a pensarci!
-Ehi...- sussurrò lui sorridendo lievemente dopo essersi staccato- come sta la mia bellissima mogliettina?
Bella ridacchiò e allacciò le braccia dietro al suo collo:
-Mh, direi decisamente meglio ora. E il mio dolcissimo marito?
-Direi che sta decisamente meglio anche lui dopo questo bentornato.- sorrise sghembo e portò le mani ai suoi fianchi.
-E' andato tutto bene oggi?- la mora appoggiò la guancia sul suo petto e sospirò mentre le accarezzava dolcemente i lunghi capelli.
-Sì, sono stato in riunione fino a poco fa. Te invece?- le baciò la testa e immerse il naso tra i capelli.
-Solito. Dopo scuola sono passata a fare la spesa e poi a casa. E' venuta Alice a trovarmi...
-Ah sì? Come ti è sembrata?- chiese con nonchalance. Lei corrugò la fronte e si staccò da lui, per guardarlo negli occhi.
-Perchè me lo chiedi? C'è qualcosa che non so?- alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. Edward esitò e distolse lo sguardo dal suo, imbarazzato. Non avrebbe voluto svelare ogni cosa alla moglie, quindi sarebbe stato meglio non fissarla: dopo tutti quegli anni si capivano con un solo sguardo.
-Hai due secondi per raccontarmi tutto se non vuoi dormire sul divano.- gli intimò.
-Cosa? In quindici anni non ho dormito una sola volta sul divano!- replicò stupito. C'erano state delle incomprensioni ma non erano mai arrivati a quel livello.
-C'è sempre una prima volta caro.-lo rimbeccò e alla sua faccia sconvolta cercò di trattenere le risate- allora?
-Se te lo dico, giura che non dirai nulla ad Alice. GIURALO.
-Oddio, la vuole lasciare un'altra volta vero? Io lo ammazzo, giuro che domani mi presento da lui e gli taglio le palle, ci puoi scommettere quanto è vero che mi chiamo Isabella Swan. Per la miseria che ritardato, che cosa ha che non va quell'uomo nel cervello? Che cazzo di problemi ha?- iniziò ad inveire senza dare nessuna possibilità di replica.
-Ehi ehi, amore calmati!- la afferrò per le braccia.
-No che non mi calmo! Porca di quella  miseria Edward, Alice è incinta! Incinta! Come la mettiamo adesso? Eh?- abraitò come una pazza, afferrando il coltello che si trovava sul piano della cucina e poggiandolo rabbiosamente sul tavolo. Il marito si tirò indietro onde evitare di essere colpito e la guardò scioccato.
-Incinta?- non credeva alle sue orecchie. Jasper gli aveva detto che in quei giorni era stata parecchio strana, ed era arrivato persino a pensare che l'avrebbe lasciato lei stavolta, invece si era sbagliato.
-Sì! Incinta!- sillabò la moglie con gli occhi spalancati dalla rabbia.
-Ah, bene.- sospirò sollevato. Aveva pensato al peggio, invece si sarebbe sistemato tutto.
-Bene?- strillò lei.
-Sì, perchè Jazz le voleva chiedere di sposarlo, smettila di fare l'isterica, sembri tu quella incinta!
-Q-quindi s-si sposano?- sorrise come una pazza e iniziò a ridere da sola, incredula.
-Se lei accetta penso proprio di sì, stasera appena tornato a casa glielo avrebbe chiesto, quindi bhò.- allargò le braccia- spero proprio di sì, se lo meritano quei due.- sorrise dolce.
-S-si!- stava per piangere, e l'avrebbe fatto se un piccolo uragano non fosse entrato nella cucina strillando 'papi' e catapultandosi su di lui.
-Amore di papà!- l'accolse lui abbracciandola e sollevandola in aria, per poi darle un bacio sulla fronte- ecco la mia principessa!
In quel momento il telefono di casa squillò e Bella si precipitò a rispondere:
-Sarà Alice, voi intanto iniziate a mangiare, ne avrò per un po',- strillò eccitata. Edward sorrise e scosse la testa, a volte sua moglie ritornava un'adolescente, e l'adorava anche per questo.

**

-Ancora? Ma non ti stanchi mai?- sussurrò l'uomo contro il cuscino.
-Ancora papi! Dai dai ti prego!- fece gli occhi dolci sua figlia.
-Va bene, ma poi a nanna.- intimò facendola infilare sotto le coperte.  Katherine si era appena fatta la doccia ed era ora di dormire, le aveva promesso una favola mentre la madre sistemava la cucina. Di solito si rilassavano tutti mezz'oretta in salotto, ma quel giorno era stato pesante per tutti, così non vedevano l'ora di finire nel loro caldo letto.
-Raccontami ancora come vi siete conosciuti tu e la mamma! E' la mia preferita!- sorrise eccitata, nonostante conoscesse quella storia a memoria. Si sistemarono entrambi sul cuscino ed Edward iniziò a raccontare, perso nei ricordi.
-Allora, era il nostro penultimo anno di liceo e...

**

-Non ero io la pazza.- affermò Bella ad una frase del rosso, entrando in camera a piedi scalzi. Marito e figlia si voltarono immediatamente verso la porta, ridacchiando.
-Si invece.
-No! Eri tu uno stalker! Kathy te lo ha detto di quando mi seguiva e me lo ritrovavo ovunque?- salì sul letto a carponti e si andò a sistemare vicino a loro.- è sempre lui a raccontare la sua versione, così passo per la ragazzina immatura.- sbuffò scherzando e abbracciandoli entrambi.
-Non la ascoltare amore di papa', lei è sempre stata la peggiore. Era una ladra!- la bambina allargò gli occhi, sorpresa da quella nuova variante della storia.
-Perchè? Cosa ti ha rubato?- chiese stringendo il cuscino e fissandoli, lunghi accanto a lei, mentre si stringevano la mano dolcemente.
-Il cuore tesoro, questa ladra fin dal primo sguardo mi ha rubato il cuore.- le rispose sussurrando, guardando negli occhi una delle sue ragioni di vita. Bella sorrise, deliziata da quelle parole. Se lei le aveva rubato il cuore, bhè, in famiglia allora ce ne erano sempre stati due di ladri.






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No non state sognando. Posto l'ultimo extra ad un anno di distanza, wow.
Non picchiatemi ma è stato un anno difficile, infatti sono ritornata da poco sul fandom, e ho sentito solo ora la necessità di mettere una parola 'fine' a questa storiella senza pretese, iniziata per scherzo e che avete accolto con grande ardore. Quindi grazie grazie grazie a tutte voi. Spero che non siate deluse e che mi facciate sapere se siete disposte a lasciare un commentino :)
Questo Edward in versione marito-papà è la mia morte, lo adoro. piccolo e dolce lui ç_ç e volevo farmi avere un assaggio della loro vita insieme, sono perfetti aw.
PS: GIULS SE NON TI PIACE TI ATTACCHI AL CAVOLO, MI HAI ROTTO LE BALLS PER 4 MESI PER QUESTO EXTRA. SE NON VEDO UNA MEGA RECENSIONE TI AMMAZZO. LOV IU.
Un bacione, Athena xx
   
 
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