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Autore: SeleneLightwood    09/10/2012    9 recensioni
Sette one-shot all'insegna del comico e del fluff scritte per la klaine week, sulla base di sette prompt.
Dal Day 1 - Cooper!Klaine:
[cit.]
Blaine abbassa gli occhi e prende a giocherellare con il bordo della maglietta di Kurt, come fa sempre quando è nervoso.
"Che cosa è venuto a fare, qui? Perché non affittare un appartamento a New York?" domanda Blaine a nessuno in particolare. "I soldi non gli mancano. Io non- non capisco. Perché non prima? Perché adesso?"
"Non lo so, ma ho avuto come la sensazione che ci sia qualcosa che non ci sta dicendo, e l'unico modo per avere le risposte che cerchi è dargli una possibilità. Fallo rimanere e vediamo cosa succede in queste due settimane" suggerisce Kurt con calma.
Blaine si agita ansiosamente tra le sue braccia. "Non lo so se c'è posto per Cooper e per il suo ego piuttosto ingombrante, in questa casa".
Oh, Blaine. Kurt sorride teneramente, piegandosi per baciarlo con forza.
"Non c'è posto in questa casa..." sussurra, sorridendo sulle sue labbra e spostando la mano sul petto del suo ragazzo, per premere il palmo proprio sopra al cuore. "...o non c'è posto qui?".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 – Roomates Klaine

2 – Roomates Klaine

 

 

Friday

 

 

Quella giornata è cominciata come tante altre: un normalissimo venerdì, in cui Kurt si è alzato all’alba, si è infilato sotto la doccia e ha poi impiegato ben quindici minuti a decidere che crema idratante utilizzare nel suo rituale mattutino, ed altri quindici a cambiare idea.

Come tutte le mattine ha indossato la divisa della Dalton con un sospiro e si è sistemato i capelli con cura, e la sveglia di Nick ha suonato proprio in quel momento, costringendo il Warbler ad allungare una mano oltre la massa di coperte ed afferrarla per lanciarla contro il muro. Evitando Kurt per un pelo, come tutte le mattine.

Nick, smetterai mai di attentare alla mia vita?” borbotta Kurt come d’abitudine. Nick grugnisce qualcosa che può essere ‘che giorno è?’ come anche ‘voglio un kiwi’, così Kurt alza gli occhi al cielo.

“Se non stacchi la faccia dal cuscino non capisco se stai chiedendo aiuto perché stai soffocando o se stamattina hai solo voglia di chiacchierare” gli fa notare gentilmente senza staccare gli occhi dallo specchio, assorbito dalla sua lotta contro quel ciuffo che non ne vuole sapere di star giù.

Mpfh” esala Nick una volta tolta la faccia dal cuscino. “Sei adorabile quando sei sarcastico di prima mattina” Il ragazzo sbadiglia con tanto entusiasmo da rischiare di slogarsi la mascella e Kurt ridacchia. “Che giorno è oggi?” biascica poi, passandosi le mani tra i capelli con aria persa.

“Venerdì. Dai, oggi non sarà tanto male. Abbiamo francese e poi il fine settimana tutto per noi” risponde Kurt afferrando la lacca per dichiarare guerra ai suoi capelli.

Nick si alza a fatica e si trascina verso il bagno come un condannato a morte. “Uh, sto morendo di sonno” commenta, soffocando un altro sbadiglio. Quando non ottiene risposta si volta verso Kurt, che al momento è troppo occupato a soffocarsi di lacca per prestargli attenzione.

“Ed eccolo che cerca di aprire il buco dell’ozono un altro po’” borbotta con una punta di sarcasmo. “Sei una delle maggiori cause del riscaldamento globale. Tu e il gel per capelli di Blaine, uno dei mali peggiori del mondo, e – aspetta un momento”.

Kurt gli lancia un’occhiata a metà tra il perplesso e lo sconcertato tramite lo specchio che ha di fronte, ma Nick sembra aver appena avuto la rivelazione della sua esistenza.

“Oggi è venerdì” annuncia con tono estasiato.

Kurt inarca elegantemente un sopracciglio, domandandosi perché,  perché è passato da un coro di sfigati ad un coro di pazzoidi scatenati, ma non presta troppa attenzione a Nick.

Pessima idea.

Se avesse prestato abbastanza attenzione al suo compagno di stanza probabilmente avrebbe notato il luccichio pericoloso nei suoi occhi o il ghigno di pura malvagità dipinto sul suo volto.

Peccato che Kurt fosse troppo occupato ad allargare il buco dell’ozono e contribuire al riscaldamento globale per accorgersene. Chissà, se si fosse accorto forse avrebbe evitato che la catastrofe avvenisse. Forse avrebbe intuito che quello non sarebbe stato un venerdì come tanti altri.

O forse no.

 

*

 

Blaine Anderson prova nei confronti della lezione di francese del venerdì un odio talmente viscerale che ormai è noto a tutta la scuola, insegnante di francese inclusa.

 

Quella mattina, quindi, si prepara ad affrontare quella tortura cinese come un soldato che si arma per la battaglia pur sapendo che morirà alla prima carica.

Una battaglia persa in partenza, per l’appunto: lui il francese non lo capisce né lo capirà mai. Le sue conoscenze non vanno al di là di ouì e tour Eiffel, ad essere sinceri.

 

Il suo compagno di stanza, Jeff, ha smesso di lamentarsi del suo cattivo umore il venerdì mattina quella volta che Blaine gli ha tirato il tubetto del gel dritto in faccia, lasciandogli un bernoccolo al centro della fronte talmente evidente da farlo sembrare un unicorno biondo con delle ottime mosse di danza.

 

Ora Jeff accende una candela sotto al santino di Pavarotti – pace all’anima sua – ogni giovedì sera, incurante del rischio di dare fuoco alla loro stanza, se non all’intera Dalton.

Il punto è che Blaine odia talmente tanto il francese che non solo passerebbe a Jeff i fiammiferi con un ghigno; se avesse dell’acqua per spegnere il fuoco, la berrebbe.

 

Tanto per essere chiari, ecco.

 

Quel venerdì mattina, quindi, non fa eccezione: Blaine scivola per i corridoi tetro come un Dissennatore, il malumore a livelli mai visti, succhiando via la gioia da tutti gli studenti che ha la sfortuna di incrociare.

 

Poi si domandano perché il venerdì sera ci va pesante con l’alcool!

 

Di Warblers in giro non ce ne sono, ma ormai quasi tutti hanno imparato a stargli alla larga; non è saggio rivolgere la parola a Blaine Anderson il Giorno del Male.

 

Perso nei suoi funerei pensieri, Blaine gira l’angolo senza guardare e un secondo dopo entra in collisione con qualcosa di molto caldo, molto morbido e molto profumato che squittisce all’impatto.

 

Il suo radar del malumore gli suggerisce qualcosa come ‘nessuno va a sbattere con Blaine Anderson di venerdì mattina’ e sta per comunicarlo allo sventurato che ha osato compiere cotanta efferata azione, quando un ciuffo molto familiare e due brillanti occhi azzurri invadono il suo campo visivo.

 

“Oh, Blaine, scusa, non ti avevo visto!”

 

Oh. È Kurt.

 

“Ehi! No, tranquillo, ero distratto e non ho guardato dove stavo andando” gli risponde con un sorriso, sistemandosi la tracolla sulla spalla e affiancandolo nel suo tragitto.

 

Ebbene sì, Blaine ha scoperto che Kurt è l’eccezione alla Regola del Venerdì. Difatti sembra essere l’unico mammifero in grado di avvicinare Blaine prima, durante e dopo la lezione di francese ed uscirne illeso.

 

Kurt è la luce attraverso il buio, il Patronus del suo Dissennatore interiore, l’unico pensiero felice di venerdì mattina e – Kurt lo sta anche fissando con aria preoccupata. Ops.

“Ehi, va tutto bene?” gli domanda scrutandolo in cerca di segni di malessere. “Sembri…di cattivo umore”.

 

Ah, già. Uhm, la verità è che Kurt non è a conoscenza del suo piccolo problema con la francia, le baguettes e le lumache crude (escargot, che schifo!).

 

Il controtenore non ha mai avuto l’occasione di scoprirlo: il primo venerdì dopo il trasferimento di Kurt alla Dalton, Blaine si era svegliato nelle tenebre più oscure ed era marciato verso l’aula come sempre, quando qualcuno aveva delicatamente picchiettato sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione.

L’intero corpo studentesco aveva trattenuto il fiato all’unisono e Blaine si era voltato, pronto a lanciare un’occhiataccia capace di gelare il Texas, e si era ritrovato di fronte Kurt.

Kurt, con un sorriso meraviglioso, una divisa orgogliosamente blu e rossa ed orgogliosamente indossata e – oh, un medium drip tra le mani.

 

“Ho pensato di portarti del caffè” aveva mormorato timidamente, ignaro degli occhi di mezza scuola puntati su di loro in attesa del cataclisma. “So che non fai mai in tempo a passare in Caffetteria perché sei sempre in ritardo, la mattina, così…” e aveva semplicemente alzato le spalle, con quel suo modo di arricciare il naso da far perdere la testa.

 

Blaine l’aveva guardato e aveva sorriso, così, spontaneamente, per poi seguirlo in classe e ringraziarlo per il pensiero.

 

Venti teste di Warbler avevano fatto capolino dalla porta dell’aula e Blaine aveva sorriso anche a loro, lasciandone metà basiti e metà sull’orlo delle lacrime. Jeff singhiozzava senza ritegno sulla spalla di Nick.

 

Insomma, il riassunto è che Kurt non ha mai saputo del Giorno del Male, né del fatto che la sua presenza ne allevi gli effetti. David, Wes e tutti gli altri sono stati ben attenti a non spifferare nulla e Blaine ha il sospetto che sia perché sono convinti che se Kurt sapesse, l’effetto svanirebbe.

Blaine ha persino beccato Wes e Trent a nascondersi dietro Kurt, un paio di venerdì mattina.


“Tutto ok” si decide a rispondere Blaine, accettando il caffè che Kurt gli porge, come tutte le mattine, con un sorriso di gratitudine. Inspira profondamente, quasi infilando il naso nel bicchiere. Aaah, caffè. “Sono solo stanco, credo. Fortuna che oggi inizia il fine settimana”.

 

Alla loro sinistra compaiono David e Wes, giusto un po’ più indietro nel corridoio, e prendono ad osservarli attentamente. Blaine li ignora, troppo occupato a godersi gli occhi di Kurt – stamattina un bel grigio brillante, che riflette il cielo nuvoloso fuori dalla finestra – illuminati di entusiasmo.

 

“Oh, ho in programma un pomeriggio fantastico!” esclama Kurt, posandogli la mano sul braccio con delicatezza. “Non vedo l’ora! Ho organizzato una sessione di shopping con Rachel e Mercedes e – ma che accidenti -“

 

 

Blaine avrebbe dovuto aspettarselo fin dal momento in cui ha notato Wes e David far loro la posta dal corridoio, ma non è che passa le giornate a sospettare che i suoi amici complottino contro di lui, quindi forse è giustificato se non ha avuto la prontezza di riflessi necessaria a reagire.

 

Perché in fondo Blaine Anderson odia il francese di venerdì mattina, sì, ma forse essere rapito dagli Warblers proprio fuori dall’aula è peggio.

Il suo ultimo pensiero prima che qualcuno gli infili un calzino in bocca e una mano gli copra gli occhi, trascinandolo indietro, è chiaro quanto doloroso.

No. L’Operazione Canarino Incarcerato no.

 

 

*

 

 

Kurt pensava di essersela meritata, una vita tranquilla. Visti i suoi trascorsi al McKinley, sperava che le dorate mura della Dalton e i suoi costosi divanetti sopra ai quali Blaine ama tanto saltare l’avrebbero tenuto lontano dai guai.

 

Non immaginava certo che si sarebbe ritrovato stipato nello sgabuzzino delle scope insieme all’intero gruppo di Warblers intento a fulminarli con lo sguardo talmente tanto da farsi venire un tic all’occhio.

Ammanettato al suddetto Blaine.

 

Ecco, quello è un problema. Perché diavolo è ammanettato a Blaine, di grazia?

Blaine è seduto su un secchio rovesciato proprio di fianco a lui, ha raggiunto una colorazione violacea un po’ preoccupante e sta guardando gli Warblers come se stesse immaginando di scioglierli nell’acido.

Non parla, cosa che impensierisce abbastanza Kurt più dell’assurdità della situazione.

 

Nessuno sta parlando, nemmeno gli Warblers. Quelli se ne stanno lì come una serie di canarini rincitrulliti a fissarli con aria soddisfatta.

E lui ha un polso ammanettato. Ha un polso ammanettato al polso di Blaine.

Quello è il pensiero che lo riscuote dal suo stato di shock e lo spinge a domandare, con voce meno decisa di quanto voglia: “Qualcuno si degna di spiegarmi che diavolo sta succedendo?”

 

Canarino Wes – o meglio, così dice la targhetta di carta appiccicata con lo scotch sulla sua divisa, di fianco alla D di Dalton – si fa avanti schiarendosi la gola e ghigna.

 

“Questa, Warbler novizio Kurt, è l’Operazione Canarino Incarcerato” gli annuncia indicandosi il petto con l’onnipresente martelletto. Kurt sbatte le palpebre un paio di volte, e se non avesse la mano ammanettata a quella di Blaine probabilmente si sarebbe dato un pizzicotto. “Una cosa piuttosto semplice: dovrete rimanere ammanettati per ventiquattro ore a partire da – butta un’occhiata all’orologio – adesso. Divertitevi”.

 

“Ma cosa cavolo – Wes, dove avete preso le manette?” esclama Kurt, guardando gli Warblers come se fossero un gruppo di alieni appena sbarcati sul tetto di casa sua.

Canarino Jeff – lui il foglietto ce l’ha attaccato in fronte e dio, Kurt spera tanto che non abbia usato la gomma da masticare come colla – affianca Wes nello spazio già stretto dello stanzino. 

 

“Mio padre è uno sceriffo in pensione” spiega con una scrollata di spalle.

 

“Ma è legale, almeno?” Questi sono pazzi.

Blaine ancora non ha fiatato.

 

“Certo che no” esclama David come se fosse la cosa più naturale del mondo ammanettare insieme il solista e il membro più giovane del coro che gestisci.

 

“Ma – ma – non possiamo andare in giro ammanettati per ventiquattro ore!” protesta Kurt indignato. Nota proprio ora che lui e Blaine sono senza blazer. Qualcuno degli Warblers deve averglieli sfilati per ragioni a lui sconosciute. Blaine tace. Forse è morto. Certo che con solo la camicia sta benissimo. Dovrà punzecchiarlo con un rametto? Non ha tempo ora per controllare se respira. Magari una respirazione bocca a bocca… “Voi siete pazzi”. E ci farete diventare anche me.

 

Canarino Nick solleva un sopracciglio e sbuffa. “Andate sempre in giro come se foste attaccati con la colla. Cosa cambia?”

 

“Che io avevo dei programmi per oggi pomeriggio?” ribatte Kurt acidamente. Blaine è muto come un pesce stecchito.

 

“Portalo con te!”

 

Kurt fa scorrere lo sguardo da lui al foglietto attaccato a mo’ di orecchino per un istante.

“A fare shopping. Ammanettati. Sul serio?”

 

Gli Warblers alzano le spalle quasi in contemporanea e Kurt si complimenterebbe con loro per la sincronia impressionante, se non fosse sul punto di strangolarli. Blaine sta ancora litigando con le corde vocali, che a quanto pare hanno fatto le valigie lasciandolo – beh, muto.

 

“Oh, dio”. Che poi perché Blaine non si sta rendendo utile? Si volta verso di lui e gli lancia uno sguardo disperato. “Pensi di fare qualcosa?”

 

Blaine si riscuote dalla sua momentanea alienazione e lo osserva a lungo prima di pigolare: “Non c’è verso di farsi dare le chiavi – e solleva il polso ammanettato trascinandosi dietro anche la mano di Kurt, per dare una prova evidente del fatto – perché come minimo Wes le ha ingoiate. Ci toccherà rimanere così per un giorno intero”.

 

“Ti arrendi così? Sul serio?” esclama Kurt incredulo.

 

“Ben detto, Warbler Solista Blaine!” esclama David allegramente. Kurt si domanda perché ancora non è saltato addosso ad uno di loro a random per farlo a pezzi e sfogarsi.

 

Blaine incenerisce David con lo sguardo. “La mia vendetta sarà atroce. Steccherò su Raise Your Glass e lo farò davanti a tutto il pubblico delle Regionali. Giuro sulla tomba di Pavarottipace all’anima sua – che lo farò, e non potrete fare niente per fermarmi, se non farmi sparare da un cecchino appostato in fondo alla sala”.

 

Wes sorride, ma sembra agitato. “Non oseresti”.

 

Blaine solleva il mento e arriccia il naso. “Mettimi alla prova”.

 

Kurt continua a non capirci nulla. “Posso sapere almeno perché?” domanda agli Warblers che se ne stanno andando senza lasciar loro la chiave, come se niente fosse.

 

“Oh, chiedilo a Blaine” risponde Wes facendogli l’occhiolino. “Lui lo sa eccome”.

 

 

*

 

 

Blaine lo sa, il perché, ma per nessun motivo al mondo lo confesserà a Kurt.

Non se ne parla.

 

Essere il solista degli Warblers prevede non solo diritti – su tutti gli assoli, perché sì – ma anche doveri. Alcuni sono assurdi, come per esempio leggere l’allucinante Costituzione e il Regolamento degli Warblers.

 

Perciò, legge 103, stilata in seguito all’Incidente della Gabbietta del 1973: “In caso di tensione sessuale o sentimentale irrisolta tra due membri, mettere in pratica l’Operazione Canarino Incarcerato con effetti immediati. L’Operazione avrà la durata necessaria a raggiungere lo scopo previsto e verrà dichiarata completata solo al raggiungimento dello stesso. Questo per evitare che i disastrosi eventi del 1973 si ripetano”.

 

Non c’è assolutamente nessun motivo per cui mettere Kurt a conoscenza della legge 103. Nessuno.

Blaine non ha nessuna intenzione di spiegare a Kurt perché gli Warblers sono convinti che ci sia tensione sessuale o sentimentale tra loro, soprattutto perché la risposta potrebbe non piacergli. Perché è colpa di Blaine.

 

Da bravo pollo qual è, ha avuto la brillante idea di confessare a Nick quella cosa riguardo ai suoi sentimenti per Kurt e su come sono molto più chiari da quando il suo piccolo controtenore ha cantato Blackbird – povero Pavarotti, pace all’anima sua – e naturalmente Nick deve averne parlato con gli altri, quel branco di suocere, e insieme devono aver messo su questa pagliacciata.

 

Quindi, fondamentalmente, è colpa di Blaine. E non può certo andare da Kurt e dire: “Ehi, ci hanno ammanettato insieme perché ho accidentalmente confessato a Nick di essere pazzo di te, e il procedimento Warbler prevede che, se il solista si prende una cotta per il membro più giovane, dovranno essere ammanettati insieme fino a che uno dei due non confessa all’altro i propri sentimenti. Quindi abbiamo ventiquattrore di tempo”.

 

Tra l’altro non può andare da Kurt a dirglielo perché a) Kurt è già lì, ammanettato al suo maledettissimo polso e b) Kurt non ha idea dei sentimenti che Blaine prova per lui.

 

Che è proprio il motivo per cui l’Operazione Canarino Imbavagliato è stata messa in piedi.

 

Li ammazzo. Stavolta li ammazzo.

 

“Blaine” chiama debolmente Kurt di fianco a lui, muovendo la mano sinistra e trascinandosi dietro il suo polso. “Oh, scusa. Ehm. Cosa facciamo adesso?”

 

Blaine sospira. Non posso confessarti quello che provo perché dubito fortemente che tu ricambi ancora i miei sentimenti dopo Jeremiah e Rachel e la mia momentanea bisessualità. “Ci organizziamo. Vedrai che troveremo un modo per far funzionare questa cosa e sopravvivere ventiquattro ore”. Tenta di sorridere a Kurt, che alza gli angoli della bocca in risposta, arrossendo. “E quando avremo quelle maledette chiavi…tu li tieni e io li picchio”. Blaine alza la mano destra e la avvicina alla faccia, trascinandosi dietro anche Kurt. “Oh, scusa, mi pizzicava il naso”.

Kurt lo sta guardando di sottecchi. “Credevo fossi un non violento” commenta alzandosi da terra e sbilanciandosi. Si aggrappa al braccio di Blaine e finiscono per intrecciarsi con le manette.

Blaine alza un sopracciglio. “Tiro di boxe ogni tanto, non te l’ho detto?”

E oh, l’espressione di pura meraviglia sul viso di Kurt gli fa pensare per un breve, folle istante che forse l’Operazione Canarino Sbucciato – o quello che è – non è poi così male.

 

 

*

 

 

L’esperimento dello shopping, nemmeno a dirlo, fallisce prima ancora di iniziare davvero.

 

“Kurt, sei sicuro che questa cosa funzionerà?” sussurra Blaine ansiosamente, una mano infilata nel camerino e il resto del corpo fuori.

Kurt, oltre la tenda dei salottini prova, sta tenacemente tentando di provarsi dei pantaloni.

“Ma certo, dammi solo un minuto. Non è facile fare le cose con una mano sola!”.

Finirà in tragedia, Blaine se lo sente come sente lo sguardo del commesso del negozio trapassargli il cranio da parte a parte.

“Mi sento un tantino osservato” sussurra spostando il peso da una gamba all’altra a disagio. “Perché Mercedes e Rachel non sono più volute venire? Una delle due avrebbe potuto aiutarti con i vestiti”

La testa di Kurt spunta dalla tenda, le lacrime agli occhi. Deve aver mosso il braccio, perché Blaine si sente tirato verso il camerino per il polso. “Scusa” mormora Kurt sfiorandogli il dorso della mano. “Niente da fare, non riesco a slacciarli. E Rachel e Mercedes mi sono scoppiate a ridere in faccia quando ho detto loro che potevo venire ma dovevo portare anche te perché ci avevano ammanettato. Quindi le ho bandite dal mio pomeriggio di shopping”.

“Oh”.

Beh, c’è un problema. Blaine non è sicuro di essere in grado di entrare nel camerino con Kurt e togliergli i pantaloni. Potrebbe non riuscire a tenere le mani a freno.

Uhm.

 

*

 

Dopo quattro tentativi falliti e una lunga serie di occhiatacce da parte dei commessi, Kurt è costretto ad abbandonare le sue compere, maledicendo sottovoce gli Warblers e le loro idee folli.

Se non altro è andata meglio del pranzo, dove non avevano idea di cosa fare né di come mangiare, e continuavano ad andare a sbattere tra di loro o intrecciarsi con le manette, e “Sono mancino, Blaine, per la miseria!”.

Una tragedia.

 

“Cosa possiamo fare adesso?” domanda Kurt guardando sconsolato il centro commerciale, ormai fuori dalla sua portata. “Eccetto sterminare gli Warblers, naturalmente”.

“Cos’è che non richiede l’utilizzo delle mani?” domanda Blaine arrossendo velatamente, perché in effetti un paio di idee ce le avrebbe, ma purtroppo richiedono molto, molto utilizzo delle mani e – che diavolo sta pensando?

“Uhm” commenta Kurt, totalmente ignaro dei suoi pensieri poco consoni. “Potremmo andare a vedere un film”.

Blaine gli sorride e si sistema un ciuffo ribelle, costringendo Kurt a seguire la sua mano. Nel movimento, il polso del ragazzo gli sfiora la guancia.

“Oh, scusa. Cinema o preferisci tornare alla Dalton e vedere qualcosa sul computer in camera mia?” chiede piegando la testa.

Kurt gli sorride timidamente. “Caffè al Lima Bean e poi film alla Dalton? Così possiamo rivedere West Side Story”.

“Mi sembra perfetto”.

Il momento meraviglioso tutto rose e fiori è rovinato dal fatto che prendono due direzioni diverse, vengono tirati indietro dalle manette e una vecchietta li indica con l’ombrello rosa a pois ed esclama: “Pervertiti!”

Maledetti abitanti dell’Ohio.

 

 

*

 

 

Kurt e Blaine hanno trovato una sorta di equilibrio. La ciotola dei popcorn è in bilico sulle loro gambe e sono costretti ad usare la mano libera per tirare su i pop corn, ma le cose vanno decisamente meglio. Probabilmente il fondo l’hanno toccato quando la barista del Lima Bean ha riso loro in faccia.

Hanno visto West Side Story e poi hanno deciso di mettere su anche Les Miserables, al quale è seguito Love Never Dies per la centesima volta. Non sono andati a sbattere meno volte di prima, ma è un inizio.

“Ora di cena” borbotta Kurt adocchiando l’ora al lato dello schermo del computer.

Mhm. Tu hai fame?”

“No, tu?”

“No”.

Kurt sospira e si butta sul cuscino, facendo sbilanciare Blaine che cade all’indietro.

Ops. Scusa” mormora arrossendo.

“No, niente”. Nessuno dei due parla per un paio di minuti, poi Blaine trova il coraggio di confessare ciò che gli preme da almeno metà pomeriggio.

“Kurt”

Mhm

“Kurt, devo – devo andare in bagno”.

Merda”.

 

 

*

 

Kurt trascina Blaine fuori dal bagno senza riuscire a smettere di ridacchiare. Blaine ha le guance rosse per l’imbarazzo e gli occhi lucidi, ma sta sorridendo.

“Che imbarazzo” commenta prima di scoppiare a ridere di nuovo. Si appoggia a Kurt per non cadere e si ritrova a premergli la fronte sulla spalla, sorretto dal suo braccio intorno alla vita. Non è la prima volta che si abbracciano, in fondo sono migliori amici, ma Blaine, questa volta più di altre, si sente a casa.

“Questa storia non uscirà da questa stanza” esala Kurt, ancora violaceo di vergogna – o dal ridere, chissà.

“Assolutamente no. Giura sulla tomba di Pavarottipace all’anima sua – che gli Warblers non lo sapranno mai!”

“Non puoi nemmeno farmi il solletico, Blaine, siamo ammanettati!”

E Kurt è talmente bello mentre ride che Blaine pensa che forse potrebbe ammettere di provare qualcosa per lui e vedere cosa succede.

Coraggio, Blaine.

 

“Kurt, io dovrei dirti una cosa. Si tratta di –“

 

E naturalmente qualcuno bussa alla porta.

E che cazzo, allora.

 

 

*

 

 

Nick, hai tre secondi per sparire dalla porta della mia camera, prima che ti stacchi la testa a morsi”.

Nick gli sorride angelicamente, nascondendosi dietro Jeff. “Siamo solo venuti a dirvi che capiamo la vostra situazione e che per stasera vi lasceremo essere compagni di stanza, visto che in due camere diverse non potete dormire. Tutto qui”.

Oh, a questo Blaine non aveva affatto pensato. Merda.

“Vi odio”.

 

 

*

 

 

“Allora” dice Blaine stringendo le labbra e fissando il letto.

“Allora” gli fa eco Kurt con voce strana. E oh, è terrorizzato.

Non riesce a capire perché gli Warblers gli hanno fatto un torto del genere. Perché, dannazione? Lui muore dietro a Blaine.

 

Pensavano forse che ammanettarli insieme per un’intera giornata e nascondere la chiave delle manette nella sua tasca avrebbe risolto qualcosa?

 

Sì, avete capito bene. Kurt ha la chiave delle manette in tasca sin dal primo istante in cui gli Warblers li hanno rapiti. Ce l’ha infilata Nick, facendogli l’occhiolino con aria cospiratoria, e lui non ha avuto il coraggio di dirlo a Blaine perché per un attimo ci ha sperato anche lui  che magari dopo una giornata passata attaccati per un braccio avrebbe trovato il coraggio di confessare a Blaine che è innamorato di lui praticamente fin da quando hanno cantato Baby It’s Cold Outside.

 

È stato sul punto di fingere di trovarla tante volte – una delle quali quando si sono ritrovati in bagno con una vescica gonfia e nessuna idea di come svuotarla – perché pesa sempre di più nella sua tasca, brucia anche a contatto con la stoffa, quasi a ricordargli che è lì e può liberare Blaine in qualsiasi momento, ma c’è una parte disperata del suo cervello che gli sta urlando di non farlo ininterrottamente da dieci ore, e fino ad ora ha avuto la meglio.

 

“Facciamo così” sospira Blaine alla fine, arrossendo violentemente in zona orecchie. “Ci stendiamo e – e vediamo come va, ok? Mi dispiace che questa cosa ti metta in imbarazzo, Kurt, è colpa mia, io –“

 

“Non mi mette in imbarazzo” si affretta a mentire Kurt. “Cioè, un po’ sì, ma non fa niente. E non è colpa tua, davvero”. No, la colpa è tutta sua che ha raccontato a Nick di avere una cotta per Blaine, maledizione! Che pessima, pessima idea.

 

“Ok, allora” gli sorride timidamente Blaine, spostando il polso e facendo scivolare la catena piuttosto corta delle manette in modo da poterlo prendere per mano.

 

Kurt si sente un budino anche solo così, quindi non osa immaginare come starà quando andranno effettivamente a dormire nello stesso letto.

Cosa che è già successa, sì, ma questa volta sono ammanettati e Blaine non rischia di vomitargli addosso perché è ubriaco fradicio.

 

“Aspetta” lo ferma, tirandogli delicatamente la mano. Il solista degli Warblers alza su di lui gli occhi dorati con un’espressione perplessa.

 

“Non penserai mica di andare a dormire vestito, vero?”

Quando Blaine spalanca gli occhi e la bocca contemporaneamente, Kurt si rende conto del sottile doppio senso della sua frase e si affretta a correggersi.

 

“Nel senso – domani mattina avremo la divisa tutta stropicciata. Kurt Hummel non va mai in giro stropicciato, nemmeno per un’occasione come questa”.

 

Blaine gli lancia uno sguardo carico di dubbio.

“Siamo ammanettati. Anche se le giacche ce le hanno tolte stamattina, come facciamo a toglierci le camicie, esattamente?”

Ecco, a questo dettaglio Kurt non ci aveva proprio pensato – ma a quanto pare gli altri Warblers sì, perché i loro blazer sono chissà dove. Merda.

 

“No, hai ragione” esala Blaine lanciando un’ultima occhiata al letto. “Hai perfettamente ragione, non oso immaginare come sarà domani mattina la camicia se ci dormo sopra. Ok, proviamo?”

 

Kurt, suo malgrado, deglutisce rumorosamente. “Proviamo” sussurra, piazzandosi di fronte a Blaine. “Puoi – puoi chiudere gli occhi?” E dio, quanto si sente ridicolo.

Blaine sorride e gli fa l’occhiolino – oh mio dio, oh mio dio – prima di abbassare le palpebre e abbandonare la mano alla suo controllo, cercando di seguire i suoi movimenti nonostante non riesca a vederlo.

 

Kurt si perde un attimo ad osservare l’ombra delicata delle ciglia di Blaine riflessa sugli zigomi prima di portare le mani alla cravatta ed iniziare a slacciarla con difficoltà, riuscendo persino ad intrecciarsi con il nodo per quanto gli tremano le mani.

“Maledizione” borbotta a denti stretti, sentendo le guance arrossarsi.

Blaine sospira e improvvisamente le sue dita sono intrecciate a quelle del ragazzo, ferme sopra al nodo della cravatta ancora al suo posto.

“Aspetta” sussurra Blaine con un lieve sorriso e oh, Kurt non riesce nemmeno a smettere di guardarlo mentre alza delicatamente anche l’altra mano e, ad occhi chiusi, inizia a trafficare con il nodo della cravatta di Kurt, riuscendo a slacciarlo del tutto.

 

Non sta succedendo davvero.

 

Ha le guance arrossate e gli occhi ancora chiusi e Kurt non riesce a capire come, ma la sua mano è salita ad accarezzare la guancia di Blaine. Mentre i polpastrelli scorrono delicatamente sul filo di barba quasi inesistente, le mani di Blaine scorrono sui bottoni della sua camicia, aprendoli uno ad uno, facendogliela scivolare lungo la spalla con leggerezza. Blaine sospira e Kurt non ce la fa più.

 

“Blaine” sussurra, talmente piano che teme quasi che Blaine non lo senta, e nonostante tutto incapace di spezzare la magia del momento. Fa scivolare la mano dalla sua guancia alla tasca, stringendola attorno alla chiave. “Blaine, a-apri gli occhi”.

 

È questione di un istante. Blaine solleva le palpebre lentamente, dischiude le labbra e alza gli occhi nei suoi.

“Io – non te l’ho detto subito perché sono un idiota – mi dispiace, non so cosa mi è preso, ma Nick mi ha lasciato la –“

“Chiave” sussurra Blaine, completando la frase al posto suo con un lieve sorriso. “Lo so, l’ho sentita prima quando ho iniziato a farti il solletico. C’è una cosa che non ti ho detto, Kurt”.

“Tu sapevi che – cosa?”

Blaine si prende un momento per osservarlo, facendo scorrere lo sguardo dalla cravatta slacciata alla camicia aperta sopra la t-shirt, agli occhi azzurri pieni di lacrime.

“Tu – mi commuovi, Kurt. Quel duetto era solo una scusa per passare più tempo con te. Sono – sono contento che tu non abbia aperto le manette, perché – perché adesso posso fare questo”.

Kurt spegne il cervello, perché chi ha bisogno di un cervello, adesso che Blaine Anderson si è chinato in avanti per baciarlo?

Si scioglie letteralmente tra le sue braccia, sospirando sulle sue labbra quando Blaine gira il polso e gli prende la mano oltre le manette, portandosela sulla guancia. Continuano a baciarsi fino a non avere più fiato. Quando Kurt si stacca, tutto quello che riesce a fare è tirare fuori la chiave e premerla sul palmo di Blaine, lasciandogli un altro bacio lieve a fior di labbra.

Per una volta, non hanno bisogno di tante parole.

Blaine sorride, apre le manette con uno scatto e le sfila dal polso di Kurt, avvicinandosi poi per continuare a baciarlo e sfilargli la camicia. Un istante dopo, anche la sua è appoggiata in fondo al letto.

Kurt ridacchia leggermente sulle sue labbra e sussurra: “Ci voleva questo per convincerti a baciarmi?”

“Scusa” sussurra Blaine di rimando. “Meglio tardi che mai”. Poi, con un sorriso un po’ più ampio, gli prende la mano e gli richiude le manette intorno alla mano.

Kurt chiude gli occhi e sospira.

“Blaine”.

Mhm”.

“Dì un po’, ora i pantaloni come ce li leviamo?”.

Oh”.

 

 

*

 

Gli Warblers sono ammassati sotto al tavolo della mensa. Fin qui, niente di strano. Lo sanno tutti che gli Warblers sono fuori di testa. La cosa strana è che con suddetto tavolo è stato costruito un fortino, e che sono tutti intenti ad osservare Kurt e Blaine, dall’altra parte della sala, intenti a destreggiarsi con la colazione, ancora ammanettati l’uno all’altro.

 

“Ma Kurt aveva la chiave” protesta Nick sottovoce, spintonando Jeff per vedere meglio. “Dite che glie l’ha detto che ce l’aveva?”

“Secondo me sì” risponde Wes saggiamente. “Però non subito”.

“Dite che ha funzionato?” domanda David, tormentandosi il labbro inferiore tra i denti.

 

Kurt e Blaine, dall’altra parte della sala, si piegano l’uno sull’altro e si passano piatti e tazze di caffè con una destrezza impressionante, finendo in un abbraccio quando Kurt si sporge oltre Blaine per prendere lo zucchero. Blaine sorride e gli alza delicatamente il mento con il gomito, Kurt sorride e – oh, si stanno baciando.

 

“Si stanno baciando!” grida Jeff, spuntando fuori dal fortino, tirando la manica del blazer di Nick come un invasato. “Ha funzionato, si baciano!”

 

La chiave tirata dritta verso di loro arriva direttamente in testa a Wes e beh, se lo sono meritato.

 

 

 

 

*

 

 

 

Note dell’autrice

 

Fa schifo, ma ho fatto del mio meglio. Quella di domani (la Herpes) è quella che preferisco, è anche sugli Warblers e ci ho messo l’anima, quindi forse mi perdonerete per questa…cosa.

 

Fra. Spero vivamente che non ti faccia pena xD

 

Cosa c’entra col la Roomates? Dormono insieme. Saranno compagni di stanza per un giorno. Boh.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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