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Autore: Melaniee    15/10/2012    2 recensioni
-Non possiamo- urlai dando un pugno nel muro.
-Perchè?-
-Lo ricordi il livido? E' quello della flebo. Ho la leucemia Harry. Morirò tra qualche mese- risposi tra le lacrime.
Era la prima volta che piangevo di fronte a qualcuno. La sua faccia diventò improvvisamente seria e gli occhi lucidi.
-voglio starti accanto fino a quando potrò. combatteremo insieme- disse lui abbracciandomi
-è impossibile, batterla, la leucemia. ho perso tutte le speranze-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come al solito, al rientro da scuola, la prof non si fa mai i cazzi suoi e vuole sapere tutto sull'estate di tutti.
Che ho fatto io? Sono stata in ospedale. Il mare? L'ho visto due o tre volte, ma mentirò. Dirò di essere andata in una casa in riva al mare, così non farà altre domande.
Dicono tutti che sono più magra e più pallida, che si facciano i cazzi loro.
Finisce la prima giornata di scuola, così. Con la campana che suona alle 11.15 perchè ancora i quartini si devono ambientare, con le ragazze che si organizzano per andare al centro e io che chiamo mio padre per chiedergli se ha comprato le medicine.
Mi sento così lontana da loro. Ma per me è un bene. Non voglio accomunarmi a quelle lì, povere ochette senza sogni. Io cel'ho un sogno. O più che altro una lista. Sono 100 cose che voglio fare prima di morire, ma credo che, con il passare del tempo riuscirò a farne massimo 20.
Intanto però non sto tutta la giornata a preoccuparmi per le unghie.
Qualcuno mi chiama da dietro.
-Gisèle- sento urlare.
Mi giro, è Harry, corre verso di me.
-senti, oggi pomeriggio verresti a prendere un gelato?- chiede con un sorriso stampato in faccia.
Dovrei stare a casa a studiare, è l'unico pomeriggio libero che ho dalle cure, ma chi se ne fotte. Se non studio per una volta, non cascherà il mondo.
-certo. dove ci vediamo?- rispondo
-dove abiti?-
-Qui di fronte-
-Perfetto, passo alle 5, fatti trovare pronta- dice lui mentre cammina per andare via. Forse era in ritardo.
Mi do un pizzico sulla guancia per vedere se è vero o è tutto un sogno.
Sapete com'è, l'altro giorno stato sposando Jhonny Deep e mi sono accorta che non era vero, quando mi sono svegliata stavo per piangere.
E' tutto vero. E io non ci credo.



Quando torno a casa sembrano tutti un pò più tristi. Papà, Cate e mamma sono intorno al tavolo e stanno parlando, quando mi vedono entrare alzano lo sguardo e sobbalzano in aria.
Forse mi stanno nascondendo qualcosa, ma non m'importa.
Prendo una, due, tre pasticche diverse prima di mangiare, ma come sempre, non ho fame e non finisco neanche il piatto di pasta.
Salgo in camera per ascoltare un pò di musica, almeno quella, c'è sempre.
Credo che al mio funerale ordinerò di far mettere Hey There Delilah. Anche se odio i funerali. Sono tutti così neri e scuri.
Io voglio che il mio funerale sia BIANCO. Bianco che sta per rinascita, perchè secondo me, la morte non è niente.
La vita ti sembra più bella quando senti la voce dei coldplay accarezzarti i timpani, il sole entrare dalla finestra e gli uccellini cantare.
E pensare che sono cose che avevo disprezzato fino a non poco tempo fa, le ritenevo superflue, e invece, è questo che ti rende bella la giornata.
Pensate a una vita senza musica, sarebbe vuota.
Pensate a una giornata senza sole, sarebbe orrenda.
Pensate a un risveglio senza uccellini, sarebbe meno rompi coglioni, ma poi dopo un pò il loro cinguettio ti rilassa.
Prendo un foglio e comincio a disegnare qualcosa.
Quando non sai cosa disegnare puoi benissimo tracciare una linea a caso e vedere cosa ti ispira, e sotto quella prospettiva continuare e fare un disegno meraviglioso.
Mi sono usciti così, i miei disegni più belli. Dicono che la mia mano riesca a riportare su un foglio ogni minimo dettaglio della realtà. E' semplice, solo perchè io do importanza a piccolezze che la gente non vede.
Traccio una c, sul foglio. Spremo le meningi per pensare a qualcosa. E qualcosa riesco a trovarla. Si chiama Harold,ma si è presentato come Harry, e quella c è identica a uno dei suoi ricci.
Disegno una piccola guida per il viso e cerco di fare i lineamenti. Sembra un angelo nella realtà come sembra un angelo sul mio foglio.
Sono le 4, dovrei sistemarmi.
-Cate, tra un'ora esco- dico a mia sorella.
E' l'unica con cui posso parlare di tutto, anche della leucemia, perchè lei, lo sa.
-Dove vai? Dovresti studiare- risponde con la voce di una maestra.
E' la mia sorella maggiore, ma in realtà sono più matura di lei, infondo ci dividono solo 9 mesi.
-Esco con un compagno di classe- a dirlo le guancie mi diventano rosse.
Ancora a 17 anni mi vergogno di mia sorella. Ho ancora i sentimenti di una bambina, e esternamente sembro una bambola di porcellana.
Potresti mettermi su uno scaffale in esposizione e nessuno si accorgerebbe che sono viva.
Salgo su e mi sistemo. Niente di nuovo, un paio di Jeans e una canottiera, ma potrebbe fare freddo, così, metto una felpa dentro una borsa, insieme a medicine necessarie quando esco.
Mi guardo allo specchio, sono veramente più magra. Mi vergogno di me stessa,sembro un fantasma da quanto sono bianca e neanche il trucco può fare niente.
16.59, un clacson suona due volte sotto casa mia, mi affaccio.
Un ragazzo sopra il motorino si toglie il caso e agita la testa. Riconsoco i capelli, riconosco il gesto, gli sorrido e ricambia.
-Sto uscendo mamma- urlo distrattamente mentre chiudo la porta.
Mi mancava questo tipo di sensazione. Sapete quella che si prova quando devi vedere un ragazzo, anche solo un amico ma ti spaventi di non essere abbastanza?
Di pensare di essere troppo brutta? O vestita male? Quando dentro fino all'ultimo momento senti un impulso che ti dice 'chiamalo e digli che non puoi'. L'avrei fatto anche io, ma non avevo il suo numero.
Prendo l'ultimo respiro prima di aprire il portone. Dall'altra parte della strada c'è il suo motorino, lui è voltato verso di me.
Ci salutiamo e salgo. Dove andiamo, lo sa lui. E onestamente, non m'importa.


Si ferma sul lungomare. Vuole fare una passeggiata.
-come mai a scuola non stai con le ragazze?- mi chiede all'improvviso.
Vedo le sue dita giocare tra di loro, come le mie, ma non credo sia nervoso.
-non ho niente in comune con loro- rispondo fiera di me stessa.
-in che senso?-
Sembra interessato al discorso.
-sono così superficiali. per essere felici vogliono borse firmate, unghie glitterate, capelli piastrati. io voglio solo un foglio e una penna, oppure tanta bella musica- lo dico e sorrido. Perchè so che è vero, che non sto mentendo.
Sorride anche lui, come se avessi detto qualcosa di assurdo.
Evidentemente ha sempre conosciuto altri tipi di ragazze, ero la prima a dire una cosa del genere.
Mi prende per mano e mi trascina dentro una gelateria lì vicino. Non ho fame, di solito non mangio neanche, ma per lui, farò uno sforzo.
Fa il gentiluomo, e paga tutto lui.
Per lui, solo cioccolato. Per me fondente e bianco.
Non ci sediamo, continuiamo a camminare, perchè è più bello stare fuori che stare rinchiusi in un negozio. Perchè a quest'ora puoi vedere il tramonto e goderti ogni secondo.
Lo tiro per il braccio e lo trascino in spiaggia. Mi siedo a gambe incrociate come i bimbi in attesa che tramonti il sole, lui fa ciò che faccio io, sorridendo.
Caro mio, a quanto pare, il tuo sorriso, al sole, fa concorrenza
.


Ciao ragazze, come vi sembra? Ringrazio chiunque leggerà e calcolerà le mie parole.
Ringrazio chi recensirà.
Chi la metterà tra i preferiti.
Tra le seguite.
Tra le ricordate.
Siete voi che mi date la forza di scrivere, perchè so che qualcuno, in un modo o nell'altro mi leggerà.
Continuo se vedo qualche recensione o un minimo di interesse.
Siete bellissime, grazie ancora.
Melaniee.
  
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