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Autore: Christine_Heart    30/10/2012    5 recensioni
Mi tolgo i granelli di sabbia rimasti su i miei vestiti e mi avvicino a Shiki, che saltellando si era già posizionato con le spalle al sole.
Il suo peluche stretto in mano.
Mi sistemo al suo fianco.
Prendo una zampina del panda, per farsi che sia esattamente tra noi due.
Avvicino la mia testa alla sua.
Il sole e quel dipinto di colori, con il mormorio del mare alle nostre spalle.
Sorrido.
***
[Contest sfida] [AU]
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ying & Yang'
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Capitolo 2:  Sbagli e perdoni.
 
Lo sapevo.
Non sono riuscito ad affrontare al meglio la cosa.
Mi sono sentito male e sono corso in bagno.
Ho rimesso il thè preso prima.
“Doveva calmarmi, non uccidermi.” penso sarcastico, alzandomi dal water.
Scarico via il sinistro composto.
Tossisco con troppa energia, da farmi male.
I coniati di vomito sono finiti, ma non è passato l'amaro in bocca.
Mi avvicino al lavandino.
Sciacquo prima due vote le mani con acqua e sapone.
Poi mi sciacquo la faccia.
Chiudo l'acqua.
Le piccole gocce rimaste attaccate al mio volto, scendono giù piano piano, una alla volta.
Sospiro.
Guardo la mano sinistra.
Anche se il bruciore è passato, la mia mano è sempre un po' rossa.
Riapro l'acqua e la rinfresco lì sotto.
Ma mi rendo conto che non mi fa più male.
L'acqua smette di scorrere.
“Spero solo che Shiki non mi abbia sentito!” penso tra me e me.
Prendo l'asciugamano, e mi asciugo faccia e mani.
Lo rimetto a posto ed esco dal bagno.
Accompagno la porta per chiuderla.
Nella stanza accanto c'è il mio Shiki.
Mi avvicino alla porta della sua camera.
Poggio l'orecchio sulla superficie di legno bianco.
“Sta ancora piangendo.” penso sconsolato sentendolo.
Con attenzione per non fare rumore, apro la porta e sbircio dentro.
Il mio dolce Shiki, si è buttato sul letto, a pancia sotto.
Ancora tremante e con le orecchie basse.
Le mani strette intorno al cuscino, che continua a bagnare con le sue lacrime.
Abbasso gli occhi sul suo culetto.
Era ancora rosso, e doveva ancora dargli qualche fitta.
Tant'è che la sua coda poggiava di lato, per evitare che sfiorasse la pelle ferita.
Le gambe appena divaricate per stare più comodo.
Abbasso gli occhi, scoraggiato.
Richiudo la porta senza farmi sentire.
“E adesso che cosa faccio?” penso ritornando nella mia stanza.
Mi sento vibrare in tasca.
Prendo il mio cellulare.
Rispondo senza neanche vedere chi fosse.
“Pronto.” dico subito.
La tosse mi sorprende all'improvviso.
Cerco di soffocarla, e nasconderla con la mano.
Esce solo uno spasmo sommesso.
“Fratellino, che succede?” domanda subito mio fratello.
“Niente...”
La tosse insiste.
“Mi stavo solo soffocando con un goccio d'acqua!” mento.
Via telefono mi riesce.
“Com'è andata?” mi chiede preoccupato.
Chiudo la porta della mia stanza.
Shiki non, deve assolutamente sentirmi.
Faccio scattare la serratura.
Respiro profondamente, prima di rispondergli.
“E' stato orribile!” confesso.
“Ryan...mi dispiace...”
Sento gli occhi bruciarmi di nuovo.
Maledette lacrime.
Scoraggiato mi lascio cadere lungo la porta.
“No, Alex...tu non capisci...mi sento un verme...” continuo.
Più ci penso, più mi fa male.
Le lacrime iniziano a scendere.
E mio fratello mi sente piangere.
“Ryan...ascoltami...” mi dice con premura.
“Shiki lo sa che l'hai fatto per il suo bene...” continua.
“…lo sa che tu eri solo arrabbiato e hai agito di conseguenza.”
“Non m'importa che lui lo sappia...mi sento egualmente un mostro....” insisto tra le lacrime.
“Tu non c'eri...non sai quello che ho provato...non sai quanto è stato difficile...”
Sono davvero nervoso.
Non riesco a far fermare le lacrime.
Anche se continuo ad asciugarle, sembra tutto inutile.
E frustato, mi passo una mano tra i capelli corti.
“Sì è sciolto in lacrime Alex...e io non potevo confortarlo, accarezzarlo, consolarlo...non potevo fare nulla...non sono mai stato così severo con lui...non sono mai stato così severo con nessuno...”
Le lacrime continuo a scendere.
E io mi ammutolisco, per lasciare libero sfogo al mio dolore.
“Ryan...”
La voce di mio fratello è così calda e dolce.
Mi rincuora.
Un pochino.
“Ascolta, ti capisco, non è stato facile per te...tutti adorano e vogliono bene al piccolo Shiki, compreso io...ma ormai è una cosa fatta e non sopporto sentirti così giù di corda...” sospira preoccupato.
“Sto rientrando adesso in città...” mi dice.
“Se vuoi passo da te...”
Nuovamente la mia mano sfiora i miei capelli castani.
“No...sta tranquillo...sto bene!” gli dico.
“Sei sicuro...ci metto un attimo, e sono da te.” aggiunge subito dopo.
“No, dico davvero...”
“Sei da solo?”
“Sì, l'ho mandato in camera sua a riflettere sul suo comportamento.”
“Sei da solo, con i nervi a fior di pelle?”
“Esatto...”
“Vuoi ammazzarti?” mi chiede serio.
“Perchè?” domando io confuso.
“Rilassati...non lo hai ucciso, è un adolescente, e ha bisogno di una figura adulta che lo guidi nelle scelte che fa e che lo riprenda quando sbaglia....calmati Ryan...finirai con l'ammalarti se continui così...fatti un thè o una camomilla.” la butta lì.
“Non posso.” gli rispondo.
“Perchè?”
“Ho un problema con il thè!”
“Che problemi si può avere con il thè?” chiede stranito Alex.
“L'ho appena vomitato, l'ultima tazza di thè che mi sono fatto per calmarmi.”
“Ryan...”
Sento mio fratello sospirare.
“Quanto sei stupido...ti avevo detto di provarci. Potevi benissimo rimproverarlo e proibirgli di fare una determinata cosa nel corso della settimana, potevi rimproverarlo e dirgli che dopo scuola sarebbe dovuto venire subito a casa a studiare, senza rimanere fuori con i suoi amici. Avevi tante alternative, perché non ascolti quanto ti parlo? Se non te la sentivi, perchè l'hai fatto?”
“Perchè non mi ha lasciato altra scelta...” gli spiego.
“C'è sempre una scelta!” mi dice saggio Alex.
“No, se il mio neko è diventato un teppista, bugiardo e ladro...mi ha nascosto la sua carriera scolastica...ha rubato in un negozio...”
Ho un groppo alla gola, per le troppe lacrime. Tossisco di nuovo.
“Ehi, Ryan...devi farmi il sacro santo favore di calmarti...” mi consiglia mio fratello.
So che ha ragione. Ma è un’impresa in quel momento.
Sospiro di nuovo, appoggiando la fronte contro il palmo della mano libera.
Deglutisco.
“Alex...ho fatto la cosa giusta, non è vero?” domando confuso.
Ho il cuore a pezzi. Mi sento impazzire.
“Ryan...i voti a scuola posso anche capirlo...ma ha rubato in un negozio...”
“E' solo un orecchino...”
“E pur sempre un furto...avresti dovuto consegnarlo alla polizia, e invece lo hai punito... voglio dire c'è una bella differenza tra le due cose...”
Annuisco come se lui potesse vedermi:
“Sì, è vero...ma sono preoccupato per lui, non si è mai comportato così.”
“Sta sera prova a parlarci... forse si è reso conto dei guai che ha combinato e ti darà una valida spiegazione...” ipotizza subito ottimista mio fratello.
“Sì, è meglio se ci provo.” dico.
Asciugo le ultime lacrime e mi alzo dal pavimento.
“Sei sicuro che non vuoi che venga da te...guarda che Nicole, può aspettare!”
Mi sdraio sul letto.
Ridacchio.
“Sì, sono sicuro...va a casa da tua moglie...”
“Deciso...posso passare e parliamo tutti e tre assieme...” propone subito.
“Alex...sto bene...” gli ripeto convinto.
“Guarda che posso fare un bel discorsetto al tuo Shiki?!?” afferma sicuro.
“Lascia stare...ci penso io...più tardi...” sorrido.
“Va meglio? Ti senti un po' più calmo?” mi chiede.
“Sì,va meglio...grazie mille...”
Sospiro.
“Scusa, per prima...mi hai preso in un brutto momento!” spiego dispiaciuto.
“Tranquillo, non fa niente...”
Realizzo in quel momento. Mi tiro su di scatto.
“Ma sei in macchina, stai guidando?” chiedo in ansia.
“No, non ti preoccupare...mi sono accostato alla strada...e ne ho approfittato per chiamarti.”
“E' il braccio non è vero?”
“Fa un po' i capricci.”
Mi è completamente passato di testa.
Quel giorno mio fratello aveva l'esame medico, per controllare e rimuovere il gesso al braccio sinistro dopo l'ultimo incidente avuto con la macchina.
Gli è andata bene, almeno così dicono e continuano a dire i dottori.
“Oddio Alex, mi dispiace...mi sono scordato...”
“Ti ho detto che non fa nulla.”
“Ci sei andato da solo?” domando in pensiero.
“No, mi ha accompagnato Eric!”
“E com'è andata?”
“Dovrò indossare ancora per un bel po' il tutore...ho una spalla un po' sciocca.”
“Ti ha fatto male?”
“No, almeno no come la prima volta!”
Sospiro sollevato:
“Meglio così.” gli dico.
“Ryan...”
“Sì...”
“Fammi un favore, sta sera parla con il piccoletto, e togliti questo peso dall'anima, va bene?”
“D'accordo fratellone.”
“Vedrai andrà tutto bene, siete come una famiglia, la cosa si risolverà per il meglio, e vi perdonerete a vicenda, fidati.”
E io mi sono sempre fidato di mio fratello.
Ha un’ascendete pazzesco sugli altri, e il suo buon’umore è quasi contagioso.
È il suo dono, far sorridere e tranquillizzare chi gli sta attorno.
“Ora vado, altrimenti faccio tardi.” mi spiega.
“Okay, ci sentiamo presto.” lo saluto.
“A presto!”
La comunicazione si spegne.
_____
 
Per ammazzare il tempo e soprattutto per distrarmi, mi sono messo a correggere i compiti dei miei alunni. E in me che non si dica si erano fatte già le otto di sera.
Rimetto ha posto gli scritti ed esco dalla mia stanza.
Mi fermo davanti la porta di Shiki. Accosto di nuovo l'orecchio.
Non sento nulla.
“Forse ora sta meglio!” penso tranquillo.
Scendo giù in cucina e preparo la cena.
Apparecchio la tavola, e aspetto qualche minuto.
Ripercorro con calma i gradini e mi fermo sul pianerottolo.
Busso alla porta di Shiki:
“Shiki, è pronta la cena.” gli dico con tono calmo.
“Arrivo subito Master.” mi sento rispondere da dietro la porta.
Sembra essersi calmato.
Riscendo in cucina.
Spengo il fuoco, e scolo la pasta.
Sistemo l'acqua e servo i piatti.
Sento la porta di Shiki aprirsi.
Lo guardo scendere.
Si è cambiato.
Non indossa più i jeans, ma un semplice pantalone di una tuta nera.
La cosa mi fa capire, che il dolore non è passato del tutto.
“Hai fame?” gli domando calmo.
“Sì...tanta Master!” mi risponde.
Anche se le sue lacrime si sono fermate, il suo volto non si è rallegrato per niente.
“Dai allora mettiamoci a tavola.”
Mi metto seduto.
Il mio neko m’imita.
Ma appena sfiora il cuscinetto della sedia, il suo volto si sfigura dal dolore.
Serra i denti, socchiudendo gli occhi.
“Aspetta!” gli dico con dolcezza.
Mi avvicino al divano. Prendo un altro cuscino, un po' più spesso.
Lo sistemo sulla sua sedia.
Il mio dolce neko riprende posizione.
Non dice nulla, si limita ad annuire.
Gli accarezzo la testa, coccolandogli un po' l'orecchio.
Gli bacio la tempia destra, e gli sussurro:
“Mangia tutto, intesi?”
“Sì, Master...” mi risponde.
Non alza gli occhi. Non mi sorride.
Di norma a tavola era il più solare di tutti.
Ma non in questo momento.
Riprendo posto.
Auguro buon appetito, e dopo la flebile risposta del mio neko, iniziamo a mangiare.
E stata la cena più noiosa della mia vita.
Non so che dirgli, e Shiki neanche mi guarda in faccia.
Così continuo la mia cena in silenzio, ascoltando il ticchettio dell'orologio della cucina.
L'unico suono della casa accompagnato dalle posate che banchettavano sulle stoviglie.
______
 
Malgrado la giornata storta, sono riuscito a svuotare il piatto.
Forse il nervoso mi aveva messo appetito.
Mi alzo e sistemo tutto nell'acquaio.
“Master...” mi sento chiamare piano.
“Si Shiki.” gli rispondo voltandomi verso di lui.
Non mi guarda ancora.
Ha appoggiato le posate sul tavolo.
“ Non ho più fame.” mi dice con tono basso.
“Va bene...sei pieno?” gli chiedo educato.
“Credo di sì...” mi risponde subito.
“Mi porti il piatto, per favore...”
Si alza, prende il piatto e le posate, e me le consegna.
“Grazie.” pronuncio con delicatezza.
Shiki annuisce, e stringe le mani alla vita.
Non alza gli occhi su di me. Non vederlo solare come sempre, mi spezza il cuore.
Svuoto il piatto dagli ultimi spinaci rimasti, e lo sistemo assieme al resto delle stoviglie sporche.
Shiki nel frattempo sta togliendo il resto della tovaglia.
Si avvicina a me per posare i bicchieri, e la bottiglia d'acqua in vetro colorato.
Io allungo il braccio per prendere il sapone.
E il mio neko lascia rapido la bottiglia.
Questa traballa instabile.
“Shiki...” lo riprendo piano, fermandola.
Il mio dolce neko, sobbalza appena e ferma le mani tremanti, unendole l'una con l'altra.
Abbassa il capo.
Rimango senza parole.
Ha avuto quella reazione improvvisa, perchè sa che io sono arrabbiato con lui.
E quindi ancora soggetto a punizioni e sgridate varie.
Deglutisce, e con calma ritorna verso la tavola.
Deve ancora togliere il pane, i fazzoletti, la tovaglia e spazzare per terra.
E' compito suo tutte le sere.
Lui fa questo, mentre io lavavo i piatti.
“Lascia stare Shiki, ci penso io...tu va pure a fare il bagno!” gli dico con tono calmo.
“Va bene Master...” mi risponde mogio.
Lo vedo allontanarsi.
Sale le scale, reggendosi alla ringhiera.
La schiena ricurva, la coda ferma, le orecchie basse.
 
Sì, dovevo proprio parlare a quel piccoletto.
 ______
 
Credo di aver sforzato troppo la gamba. Il ginocchio mi fa un grand male.
Tanto che ho dovuto rompere un sacchetto di ghiaccio sintetico.
Ho spostato le coperte, sollevato un po' il cuscino e mi sono sdraiato sul letto.
Ho appoggiato la schiena, e allungato le gambe.
Guardo la sveglia sul mio comodino.
Sospiro.
“La relazione non si fa da sola!” penso sconsolato.
Apro il cassetto del comodino e tiro fuori il mio portatile.
L'accendo, metto la password, e inizio a buttare giù qualcosa.
Il ticchettio della tastiera mi fa compagnia per un paio di minuti.
Sento bussare alla porta.
“Master posso entrare un momento?” sento dirmi.
“Prego!” rispondo io.
Alzo gli occhi dallo schermo.
Gli sorrido appena, e ritorno al mio lavoro.
“Io vado a letto...Buonanotte Master!” m' informa Shiki educato.
“Buonanot...”
Ma che sto dicendo.
Il mio neko sta per chiudere la porta e allontanarsi dalla mia stanza.
“Shiki!” lo chiamo.
“Sì Master...” pronuncia lui, facendo capolino.
“Come vai già a letto?” gli domando.
Lui abbassa gli occhi, giocherellando con gli indici.
“Vieni qui!” gli dico calmo.
Shiki entra in camera mia, e rimane fermo ai piedi del letto.
Non lo noto subito, perchè sto riportando le ultime parole.
Alzo gli occhi e con un sorriso:
“Dai Shiki...vieni qui...accanto a me” gli dico battendo due colpetti sul letto.
“Come tutte le sere!” gli ricordo tranquillo.
Il sorriso raggiante, illumina il volto del mio dolce neko.
Salta sul letto, e si accoccola accanto a me.
Gli sorrido con affetto.
“Non sei più arrabbiato con me?” mi chiede subito un po' timido.
“Non lo so...ci sto pensando!” rispondo.
“Sta di fatto che oggi mi hai fatto davvero arrabbiare!” aggiungo.
Chiudo il computer, e lo ripongo a posto.
Non ho il tempo di sistemarmi, che Shiki si è già sistemato sul mio petto.
Sì, forse era un bel modo per farsi perdonare.
Ha le gambe un po' rannicchiate, la coda si muove allegra, le mani calde poste su di me.
Gli accarezzo i capelli.
Il mio adorabile Shiki in tutta risposta, si allunga di più sul mio petto.
Chiude gli occhi sognante e rilassato.
Sorride felice e appagato. :3
“Hai ancora un po' i capelli bagnati.” gli dico.
“Così ti prenderai il raffreddore.” aggiungo.
Non mi risponde. Continua a godersi le mie carezze.
Abbasso gli occhi sui capelli scuri del mio neko.
“Sei stanco?” chiedo.
“No Master...” mi risponde subito lui, alzando gli occhi su di me.
“Allora possiamo parlare?”
“Certo Master...” mi risponde scodinzolando.
Gli accarezzo il volto, sfiorandogli il mento.
Lui mi sorride di nuovo.
“Possiamo parlare di quello che è successo oggi?” gli chiedo con calma accarezzandogli le orecchie, scombinandogli un po' i capelli.
Sorride felice, scodinzolando con più ritmo.
“Allora possiamo?” chiedo pizzicandogli un po' la guancia.
Il mio adorabile neko, smette di sorridere. Il suo volto si rabbuia.
“Dobbiamo proprio Master Ryan?” mi chiede triste.
“Sì Shiki...dobbiamo!”
Lo prendo in braccio e lo sistemo meglio sul mio petto.
Mi appoggio meglio con la schiena.
“Va bene Master.” mi dice poco convinto.
Gli accarezzo di nuovo i capelli e un po' la fronte.
“Bravo il mio piccolo tesoro!” esclamo sereno.
Lui mi sorride allegro.
“Lo so che te l'ho già chiesto, ma c'è qualcosa che non va?”
“Io...non lo so...”
“Cos'è che ti spaventa?”
Shiki s'accoccolo meglio sul mio petto, allungando le gambe sul mio corpo.
“Master...io credo che...”
“Qualche professore ti da fastidio?”
“No Master...”
“Le lezioni o i corsi sono troppi, ti senti sotto pressione?”
“Ci sei sempre tu che mi dai una mano con i compiti!” mi risponde sorridente.
Muove di nuovo la coda felice.
“Il problema è qualche compagno?”
Qualcosa brilla nei suoi occhi, ma non ottengo risposta. 
“ Vuoi lasciare la scuola?” aggiungo.
“No Master...assolutamente no!”
“Allora spiegami, qual è il problema?”
“Master...devo proprio dirlo adesso?” mi chiede rattristato.
“Non me ne vuoi parlare?”
“Chiedo scusa Master!”
“No...sta tranquillo...non importa...” gli dico calmo accarezzandogli di nuovo la testa.
“Però tu sai che quando hai bisogno io sono qui?”.
“Lo so Master...”
“Ma non vuoi parlarmi, per via della punizione di oggi?” gli chiedo un po' preoccupato.
Senza pensarci, la mia mano scende lungo la sua schiena, fino al suo culetto.
Lo sfioro con dolcezza.
Ma malgrado la mia buona intenzione, non ottengo molto.
O meglio una cosa l'ottengo.
Shiki soleva di colpo la testa, inarcando la schiena.
Chiude gli occhi, e serra le mani sulla mia pelle nuda.
“Fa ancora molto male?” chiedo in pensiero, togliendo la mano.
Il mio piccolo, nasconde il volto contro di me.
Le sue mani non mi lasciano.
Il suo corpo si rilassa appena.
Annuisce, sfiorandomi con la fronte.
“Shiki...”chiamo con dolcezza.
Con cura mi alzo dalla morbidezza dei cuscini.
Lo tengo sempre stretto a me.
Con delicatezza e attenzione lo lascio scivolare al mio fianco.
L'aiuto a stendersi sul letto.
Gli accarezzo con affetto la testa.
Lo sento irrigidirsi, sotto il mio tocco.
“Master...non ancora, ti prego...” mi dice in un sussurro.
Rimango paralizzato.
“Sta tranquillo tesoro, voglio solo vedere!” dico sfiorandogli le mani affondate sul cuscino.
“No, per favore.” mi dice subito alzando lo sguardo su di me.
“Non è nulla.” continua tornando a fissare la federa.
“Fammi vedere...per favore.” lo supplico.
Sono davvero preoccupato.
Sono stato duro e severo con lui, quell'oggi.
Shiki deglutisce rumorosamente.
Poi alza il bacino dalle coperte, piega appena le gambe e i gomiti.
Non si volta a guardarmi.
I suoi capelli scendono verso il basso, nascondendo il suo volto.
“Va bene Master...”
Alza la coda per facilitarmi il compito.
Gli sfioro l'elastico dell'indumento.
Non sento i boxer.
Per la seconda volta in quel giorno gli abbasso i pantaloni.
Il suo pigiama, si ferma all'altezza del ginocchio.
Ha ragione a dire che fa male.
La luce soffusa della luna, e la piccola lampada della mia stanza, bastano per farmi vedere.
Il suo fondoschiena, era ancora un po' rosso, e i segni del righello adesso erano più evidenti.
Erano in rilievo, e terribilmente viola.
Gli accarezzo con calma, quelle due sfere tonde.
“Mhm!” esclama con difficoltà.
“Shiki...mi dispiace tanto!” gli dico.
Gli coccolo un po' il capo, e con tenerezza gli bacio la guancia.
Lo rivesto, provando a non fargli male.
Il mio adorato neko, si stende di nuovo.
Si volta a guardarmi.
“Ma se tu mi avessi detto cosa succedeva da subito, non sarei mai arrivato a tanto!” gli spiego, sfiorandogli con un dito il mento.
“Quando ho parlato con i professori, mi sono sentito morire, mi sono sentito tradito...per i primi tre secondi, ho creduto che avessero sbagliato persona...e invece...” gli confesso rattristato.
Ora sono io che non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.
“Master...” mi mormora stranito.
“Io non credevo che...”
“Credi davvero che io ci tenga così poco a te?” gli chiedo quasi offeso.
“No Master Ryan...non lo credo per nulla.” mi confessa subito.
Si getta al mio collo, e mi abbraccia forte.
“No Master non pensare ad una cosa del genere...ti prego!” continua a dirmi.
Con dolcezza mi lecca il mento.
La sua lingua un po' ruvida, mi addolcisce l'anima.
“Ti prego Master...io ti voglio bene!” mi dice sicuro.
Gli sfioro la testa, come un padre fa con un figlio.
Gli sorrido rincuorato.
Lui continua a leccarmi con tanta dolcezza da rendermi felice.
La sua lingua mi sfiora di nuovo.
“Shiki.” lo chiamo fermandolo per le spalle.
Lui si sfiora appena le labbra e si mette in ginocchio davanti a me.
“Sì Master?” mi chiede educato.
“Da oggi in poi se c'è qualche problema, se c'è qualcosa che non va, una qualsiasi cosa, anche la più banale, tu me lo dici subito, mi hai capito?”
“Capito Master!”
“Non devi solo capire Shiki, me lo devi promettere!” aggiungo.
“Perchè?” mi chiede confuso.
“Perchè io non voglio più punirti...mai più...”
Shiki sgrana i suoi bellissimi occhi.
“Tu non sai cosa ho provato oggi mentre ti colpivo...avevo paura che il mio cuore si potesse fermare da un momento all'altro!” gli confesso.
Lui abbassa gli occhi e le orecchie.
La sua coda si muove leggermente di meno.
“Avete...cioè hai fatto bene a punirmi!” mi sussurra.
“Ma che cosa dici?” domando confuso.
“La verità...così facendo ci penserò due o tre volte prima di comportarmi da perfetto maleducato e neko cattivo...”
“Un altro padrone, si sarebbe comportato diversamente...avrebbe pensato subito alla polizia o ad un riformatorio...mai al rimprovero e ad una punizione...” continua tranquillo.
“Io ad essere sincero...ho apprezzato molto di più, il tuo essere duro, il tuo rimprovero, il tuo tentativo di parlarmi, la tua stessa mano...di qualsiasi altra soluzione!” mi dice senza vergogna.
Sono quasi commosso dalle sue parole.
Ha ragione, un'altro padrone avrebbe sicuramente cacciato via il proprio neko, per un simile comportamento, ma non io...io non sarei mai stato capace.
Allungò una mano, verso di lui.
Con tenerezza, gli accarezzo i capelli, sfiorando con le dita, il suo orecchio destro.
Shiki chiude gli occhi, godendosi quel dolce affetto.
Muove la coda, quasi come un cagnolino.
Gli bacio la fronte:
“Ora sì, che ti riconosco!” gli dico contento.
Shiki sorride felice.
“Sei il mio neko Shiki, è nessun'altro, a parte me, ha il compito di educarti come si deve!”
“Sì Master, lo so bene.” mi risponde lui, senza nascondere un nuovo sorriso.
“Allora, visto che lo sai bene...mi prometti che appena c'è un piccolo problema, ne parli subito con me.” gli dico serio.
“Ma così Master...ti arrabbierai di nuovo con me.”
“Io mi sono arrabbiato oggi solo perchè, mi hai nascosto un sacco di situazioni che non avresti dovuto...ne avremmo potuto parlare con calma, avremmo potuto anche risolverle assieme...io sono qui anche per questo.”
“Sì, è vero...ma tu ti saresti arrabbiato.”
“Mi sarei arrabbiato comunque, ma sicuramente avrei agito in un modo differente...e il tuo sedere adesso non ne avrebbe risentito così tanto!” provo a scherzare.
Mi sembra più tranquillo, quella chiacchierata, era servita a molto.
Shiki ridacchiata tra se e se.
La cosa mi conforta molto.
“Sì, è vero!” mi dice con un bel sorriso.
Lo guardo negli occhi.
Gli sorrido con affetto.
“Lo prometto Master...da oggi in poi, non ci saranno più segreti tra noi...ti dirò tutto...accetterò i tuoi consigli e il tuo aiuto...sarò bravo...sarà tutto come prima!” mi dice tranquillo e felice.
Mi abbraccia forte, strofinando il suo musino dolce sul mio petto.
“Non deve essere tutto come prima...tu stai crescendo, e va bene così...” gli dico accarezzandogli il volto, pizzicandogli un po' le guance:
“...ma devi sempre essere te stesso Shiki...tu sei unico, e nessuno può dirti come vivere la tua vita...neanch'io posso...”
“Quindi?” mi domanda un po' confuso.
“Quindi devi sempre essere un neko bravo, ubbidiente, solare e divertente...devi sempre essere il neko che io ho conosciuto...non lasciarti condizionare da altri...tu sei fantastico così!” gli dico spontaneo sollevandogli il volto, raccogliendolo tra le mie mani.
Mi sorride felice.
Non so come, forse troppa felicità, forse le sue gambe erano troppo vicine alle mie, Shiki mi colpisce il ginocchio. Normalmente la cosa non mi avrebbe fatto nulla, ma non quel giorno.
“...Nngh!” esclamo senza pensarci.
I miei occhi, sotto le palpebre chiuse, tramano senza sosta.
Sono costretto a liberarmi del suo morbido abbraccio.
Lo sposto, senza fretta.
“Master, che succede?” mi domanda subito apprensivo.
Si sposta accanto a me, spaventato dalla mia azione.
I suoi occhi tremano impauriti.
Mi massaggio un po' il ginocchio, appena toccato.
“Non è niente Shiki...non è niente!” cerco di tranquillizzarlo.
“Ti sei fatto male?” mi chiede di nuovo.
Guarda fisso la mia mano che cerca di alleviare il dolore dalla gamba.
“E' stata solo una piccola botta!” gli rispondo pizzicandogli sotto l'occhio.
Con dolcezza mi sposta la borsa del ghiaccio.
Poi mi tira su in piccoli risvolti larghi il pantalone della tuta che stavo indossando.
“E' livido!” mi dice preoccupato.
“Sta tranquillo...” gli rispondo con un sorriso incoraggiante.
Abbassa gli occhi, e con la stessa premura di prima, mi sistema di nuovo il sacchetto freddo.
“Sei sicuro che non ti faccia male?” mi chiede triste.
“Sì...sta tranquillo.”
Mi sistemo a sedere.
“E ora...”
Gli tiro un piccolo buffetto sul suo bel culetto.
“Ahio!” esclama quasi scherzando.
“A letto, signorino!” esclamò felice.
“Si è fatto tardi, e io devo ancora finire la mia relazione!” concludo.
Il mio piccolo tesoro, scivola via dal mio letto.
“Buona notte Master!” mi dice felice una volta fuori dalla porta.
“Buona notte Shiki!” gli rispondo con dolcezza.
“Ti voglio bene Master!” mi dice sorridendo, e muovendo allegro la coda.
“Ti voglio bene anch'io Shiki!” gli dico con tenerezza.
Lo saluto con la mano, e lo guardo andare via.
Sospiro rilassato.
E sorrido sollevato.
Sono felice adesso.
Tutto si è risolto.


 
Note dell’autrice:
Lo so, oggi non è mercoledì, ma mi sono fermata a pensare che domani non ci sono, e quindi non avrei avuto modo di postare, e che quindi due persone di mia conoscenza, mi avrebbero fatto saltare la testa appena le avrei contattate con un messaggio. ù.ù
 Quindi per evitare la cosa posto oggi! ;)
Allora, che ve ne pare di questo capitolo???
Ricreduti/e su Ryan???
Avete visto che in realtà è carino e coccoloso???
E Shiki, non è mega dolce – dolcissimo???
 
Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.
 
Spiegazioni:
-Alex: Il vero nome di battesimo del fratello maggiore di Ryan, è Alexander, ma in tutti i capitoli faccio riferimento a lui come Alex.
-Thè: “Che problemi si può avere con il thè?”
Ora non so se questa battuta ha fatto morire dal ridere qualcuno, ma a me tempo indietro è capitato, di ridere tipo matta. :D
Stavi scrivendo un'altra ff, e un maggiordomo doveva servire un thè, con un dolce appropriato, e non avevo la più pallida idea di che cosa potesse essere. Ho chiesto aiuto alla mia consulente più vicina, e via sms, abbiamo avuto una conversazione simile, quindi quella piccola parte, è un omaggio, a questo. ^^
-Quanto sei stupido: Alex in breve aveva detto al fratello che Shiki andava punito, ma nel modo più “sobrio” possibile così da non “ferire” nessuno. Ma Ryan era nel panico e nell’agitazione assoluta, quindi a frainteso le parole del maggiore.
-Shiki: Un fattore importante che ho dimenticato di dirvi nel capitolo precedente.
Un neko (In verità solo il mio) per quanto possa essere “grande” ha la tendenza a comportarsi da bambino, fin quando non raggiunge la maggiore età (21 anni) o fin quando non cerca una compagna. Infatti, spero che fare caso al fatto che Shiki, (Quando non accade nulla di spiacevole) è sempre molto gioioso, solare, felice, esuberante, allegro…insomma è molto vivace. ;)
Per di più ha la tendenza di dare del voi, al proprio Master, come forma di rispetto.
Solo se il Master gli chiede (Non ordina, chiede) di dargli del tu, il neko obbedisce.
Ma malgrado questo, come si usa dire: Le vecchie abitudini sono dure a morire, quindi di tanto in tanto Shiki, da del voi inconsciamente a Ryan.   
- Un altro padrone, si sarebbe comportato diversamente: Da questa frase spero che si sia capito che in questa New York moderna, e quasi normale vedersi passare un neko accanto e che la loro condizione di semi umanoide, non da troppo fastidio.
Un neko che non ha famiglia, o che si ritrova in una poco adagiata, viene adottato, e il tutore che se ne prende carico (E che soprattutto che è onesto con se stesso), ne ha cura, e lo educa, insegnandogli l’educazione e le buone maniere, senza ricorrere ad altro o ad altre istituzioni, che posso causare un trauma al piccolo.
E Ryan se la stava cavando abbastanza bene in questo, ecco perché dice:
“Sei il mio neko Shiki, è nessun'altro, a parte me, ha il compito di educarti come si deve!”
 
 

  
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