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Autore: Kiki87    30/10/2012    3 recensioni
Halloween Kurtbastian Week.
24 - Trick or Treat è il primo Halloween a New York per Kurt e Rachel che si lasciano prendere (fin troppo) dallo spirito della festa, ignari di imbattersi in Sebastian e in una maniera del tutto particolare.
25 - Nightmares: Un incubo ricorrente per Kurt: più il tempo passa e più il dolore sembra divenire acuto ma i due uomini più importanti della sua vita gli ricorderanno sempre che non sarà mai solo.
26 - Ghost Stories: La giornata per Sebastian inizia male, un funerale di un bisnonno di cui non gli è mai importato e che lo condurrà nel suo passato e in futuro con Kurt.
27 - Wizards And Witches - Chris Colfer ha difficoltà a trovare ispirazione per TLOS 2 quando si addormenta leggendo Harry Potter, ne esce una Kurtbastian in versione Hogwarts.
28 - Lycanthropy of any sort - Kurt riscuote molto successo nella sua fanfiction dedicata a Twilight ma Jacob non è il solo a dover accettare le sue "verità nascoste".
29 - Lost... so very lost - La fotografia di un viaggio a Parigi e una nuova consapevolezza nel guardare il presente.
30 - Crossover: Gossip Glee - Fatale incontro tra i Kurtbastian nell'Upper East Side.
Genere: Comico, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Eccoci all’ultimo appuntamento della Kurtbastian Week, passata anche più rapidamente di quanto avevo immaginato, malgrado stessi lavorando su queste tracce da quasi un mese, ma bando ai rammarichi e alla nostalgia.

Questa è stata in assoluto la prima storia della Kurtbastian Week che abbia scritto: è cominciato una Domenica mattina in cui ero particolarmente ispirata e sono letteralmente sgusciata dal letto. Questa fan fiction non sarebbe stata possibile se Irene, a cui la dedico per quanto sia un gesto semplice e riduttivo rispetto alla nostra amicizia, non mi avesse spronato a conoscere Gossip Girl. Devo ammettere di aver avuto molti pregiudizi e tuttora alcuni elementi della fiction mi lasciano a desiderare, ma sono felice di essermi fidata di lei, anche in qualcosa di così semplice. Mi sono lasciata sedurre dagli intrighi di Blair, dal mistero alla base della fiction e dai tanti volti e vicende che si intrecciano e ho pensato che un Crossover con Kurt e Sebastian fosse irresistibile. Seppur A/U per una questione di trama, ma lo vedrete.

Per coloro che non conoscono Gossip Girl, vi tranquillizzo perché non ci saranno menzioni particolari che vi impediranno la lettura scorrevole, ma comunque provvederò ad inserire qualche breve nota che possa aiutarvi. Per coloro che la conoscono, non c'è una cronologia precisa a cui affidarsi ma spero che il divertimento sia doppio.

Rinnovo i ringraziamenti a chiunque abbia letto, recensito, preferito, seguito e ricordato questa Week, ne sono molto onorata.

Un bacione alla mia Blaine e Sebastian e non mi resta che augurarvi una buona lettura!

 

CROSSOVER: 

Gossip Glee

 

 

Sono Gossip Girl[1], la vostra sola fonte di notizie sulle vite scandalose dell'élite di Manhattan.

Anche quest'anno l'inverno si preannuncia gelido, amici dell'Upper East Side; sembra il momento che una torbida passione possa scontrarsi con il drastico calo delle temperature. E, per mia fortuna, la mia Principessa preferita è sempre pronta a far parlare di sé.

Avvistati: B che ospita un uomo nel suo letto e... non si tratta di Chuck Bass. E neppure di Nate Archibald...

 

 

Un lieve mugugno e la giovane si era tolta la fascia che le copriva gli occhi: aveva emesso un lamentoso pigolio quando Dorota, la sua fedele governante, aveva schiuso le tende e lasciato che la luce del giorno entrasse nella stanza.

Deve alzarsi, signorina Blair, come diciamo in Polonia...”.

Mhm, va via, Dorota” aveva pigolato la giovane che si era ulteriormente rannicchiata contro le coperte, incurante dei bonari rimproveri della sua dipendente.

“Come desidera ma poi non si lamenti con me se arriverà in ritardo e dubito sua madre sarà comprensiva: è la settimana della moda e ha bisogno di tutto l'aiuto possibile[2]”.

La giovane Waldorf le aveva fatto un cenno imperioso con la mano e un mugugno più forte: se non avesse voluto disturbare il cosiddetto sogno di bellezza del giovane accanto, l'avrebbe già minacciata con parole ben più eloquenti e il suo caratteristico tono perentorio. Si era messa di un fianco, abbracciando ancora il cuscino, prima di osservare con un sorriso il viso del ragazzo: sembrava davvero fatto di porcellana, come poi veniva comunemente definito seppur in un'accezione del tutto ironica. Dopotutto qualcosa di buono Hamphrey[3] l'aveva anche fatta, conducendolo a quel brunch nel quale si era subito contraddistinto per la sua splendida mise e il gusto impeccabile per la moda. Quando aveva saputo del suo trasferimento a New York e della sua ricerca di un lavoro nell'ambito della moda, era stato automatico far cadere casualmente l'attenzione su di lui – era bastato avvicinarsi e far scattare una fotografia da Penelope[4] e inviarla a Gossip Girl. In vero, non si era dimostrato soltanto la sua anima gemella in quanto a competenza nell'ambito della moda (anch'egli la considerava un'arte che attingeva anche alla storia e lo dimostravano alcuni elementi decisamente retrò del suo guardaroba colorato e multi - accessoriato) ma ne amava la tempra ironica e quel pizzico di vanità, la sua scrupolosa cura di se stesso che nascondevano un animo più fragile e sentimentale.

Qualcosa che, in fondo, riusciva ad accomunarli. Se lo avesse conosciuto prima, non avrebbe mai avuto bisogno di quella biondastra butterata e... scosse il capo. Non voleva certamente rovinarsi la mattinata partorendo pensieri omicidi nei confronti di S[5]. Sarebbe soltanto occorso del tempo perché tutti ne comprendessero la sua vera natura ed ella restasse sola quando anche quel bifolco di Humphrey avrebbe compreso che... ma perché vi stava ancora pensando?

Suo malgrado, per quanto detestasse le prese di iniziativa di Dorota, che le facevano venir voglia di rispedirla in Bielorussia o da qualunque paese dell'Est Europa provenisse la sua famiglia, non poteva ignorare quell’ammonimento e sapeva che sua madre non sarebbe stata affatto flessibile.

Aveva sorriso e si era avvicinata al giovane, rannicchiandosi contro il suo pigiama di seta, cingendolo appena e sfiorandogli la guancia con un bacio.

Lo sentì mugugnare qualcosa.

Dormito bene?” aveva domandato e, lentamente, il giovane aveva schiuso le palpebre per rivelare quelle iridi più splendenti degli zaffiri di cui ella stessa amava circondarsi. Lentamente le sue labbra si mossero in un sorriso, seppur sostò qualche altro istante contro il guanciale.

Meravigliosamente bene: mai sentito un materasso più comodo” aveva convenuto e la giovane non aveva potuto trattenersi dall'emettere uno sbuffo divertito. Non che ne dubitasse: era soltanto perché conosceva Kurt e la sua cura di se stesso se ospitava qualcuno che aveva respirato la stessa aria del loft più simile ad una discarica di Dan Humphrey. Lo stesso nel quale, e represse il pensiero con un brivido di disgusto, spesso aveva pernottato la sua acerrima nemica.

Si era addolcita nell'osservarlo e aveva sorriso ulteriormente prima di accoccolarsi maggiormente alla sua spalla e sentirlo sfiorarle gentilmente i capelli, quasi a volerla ulteriormente cullare per un altro breve istante.

Vi era sempre stata un'intesa particolare, aveva convenuto Blair: riuscivano a comprendersi e non soltanto quando condividevano opinioni e pareri sugli abiti che la madre metteva in mostra nelle sue sfilate ma spesso la loro comunicazione, seppur mancasse di parole di particolare stucchevolezza, riusciva a lenire al tutto con un semplice gesto. Si era sempre sentita al sicuro nel suo abbraccio, una sensazione che non aveva più provato da quando suo padre si era allontanato dalla madre o almeno fino a quando la madre non si era risposata.

E' la prima volta che indosso lingerie nuova dormendo con un ragazzo e non rischiando che mi sia strappata rudemente via” aveva commentato con tono più frivolo e compiaciuto che aveva fatto appena arrossire Kurt all'allusione a Chuck Bass e al suo precedente fidanzato, Nate per il quale – mai lo avrebbe confessato – aveva avuto un'infatuazione fin dalla prima volta che ne aveva scorto il profilo a quel brunch in cui Dan lo aveva condotto, invitato da Serena. Colei che, nelle ultime ore, era divenuta rappresentante del “fronte nemico”.

... che è esattamente il motivo per cui le madri adorano gli amici gay delle figlie e poi rovinare una vestaglia di Raulph Lauren!” era letteralmente rabbrividito alla sola prospettiva e Blair aveva riso, pizzicandogli il naso.

Sei la mia anima gemella gay, Kurt Hummel. Sei sprecato per Brooklyn e Humphrey”.

Kurt aveva schiuso le labbra, quasi in procinto di dire qualcosa ma vi aveva ripensato: in fondo, non era il caso di suscitarle qualche attacco nevrastenico di prima mattina circa le sue supposizioni di quanto, invece, sarebbero stati una coppia interessante. Il fascino fine ed elegante, capriccioso e vanitoso di Blair, Principessa di Manhattan e quello più urbano e trasandato, dal capello e dalla barba incolti – almeno fino a quando non lo avrebbe trascinato lui stesso da un barbiere di fiducia – di Dan Humphrey.

All'ennesimo richiamo di Dorota, avevano esclamato entrambi un “Il bagno è mio!” prima di scapicollarsi verso lo stesso.

Sospirò quando una Blair trionfante si chiuse la porta alle spalle: “Posso usare le tue creme?” aveva gridato dall'interno per poi ridere con un “Grazie, sei un amore!” prima ancora che potesse proferire risposta.

Aveva scosso il capo e si era lasciato ricadere sul letto, sentì i capelli afflosciarsi nell'esatto momento in cui toccò il materasso e si passò una mano sul viso.

Ma quando vide Blair uscire in accappatoio ed esaminare il suo vasto guardaroba, non poté trattenersi dal sorridere mentre le passava accanto e la sentiva strillare dopo averle stropicciato affettuosamente i capelli.

Non adesso, Kurt, ho un'emergenza moda da affrontare prima del pranzo e ancora non so cosa indossare stasera alla festa di Chuck”.

Dopo averle indicato il cerchietto che si sarebbe perfettamente abbinato alla mise del giorno, nonché averle suggerito quali scarpe abbinare e averla vista girarsi su se stessa con fare compiaciuto, dovette sorridere.

Forse, in qualche particolare accezione, erano veramente anime gemelle.

 

~

 

 

Anche quella mattina non poté fare a meno di domandarsi per quale motivo ancora sostasse nella casa di Lily Van Der Woodsen[6] ( o era Buss e poi Humphrey?), quella sorta di mausoleo che assomigliava ad un misto tra un bordello, a giudicare dai ragazzi e gli uomini che l'avessero frequentata per anni alla mercé di Lily e di Serena (e poi lui era giudicato dai bigotti il “prostituto” di famiglia?) e una sorta di mostra d'arte contemporanea. Anche quella mattina, un ghigno stampato sul viso mentre contemplava il suo riflesso dallo specchio del bagno ornato di marmo, si disse che dopotutto avrebbe potuto trarre un qualche vantaggio dall'avere per “mammina” una donna la cui vastità di esperienze in ambito sessuale era pari soltanto alla quantità di zeri del suo conto bancario. Non che l'avesse mai considerata una figura materna e, se fosse dipeso da lui, avrebbe beatamente continuato a vivere la sua vita parigina con il padre e la sua nuova compagna, la donna che lo aveva cresciuto, quella che si era dedicata sempre e soltanto a suo padre, Thomas Smythe[7]. Ma poiché la cara mammina si era lasciata prendere da qualche pseudo rimorso di coscienza – volubile almeno quanto gli abiti che indossava e che per, spasmodico e vitale bisogno, cambiava spesso almeno quanto l'intimo – che cosa gli impediva, dopotutto, di trascorrere nella nota città americana quelle due settimane? Soprattutto se ciò comportava il poter girare in limousine, avere accesso a ristoranti e feste e luoghi di intrattenimento; avrebbe anche potuto sopportare stoicamente quella situazione degna di uno sceneggiato televisivo di pessima specie.

A fare tanto atmosfera da fiction adolescenziale, sembrava che tutti in quella città – e quella famiglia di svitati che lo ospitava non faceva certo eccezione – fossero ossessionati da un'anonima e psicopatica nevrotica che, evidentemente incapace di una vita sociale e/o sessuale, sembrava raggiungere l'orgasmo intellettuale nel diffondere notizie e pettegolezzi, scandali e retroscena delle famiglie più note e prestigiose. Tale soggetto si faceva chiamare Gossip Girl e sembrava che nessuno avesse la benché minima idea di chi fosse la pettegola in questione; che lui personalmente aveva ribattezzato Psyco Stalker Girl.

Non che non avesse meditato di vendere lui stesso le confessioni di un figlio gay abbandonato dalla bizzosa Lily Van Der Woodsen quando ancora in fasce, in seguito ad una breve e torbida relazione. Ma perché rovinarsi il soggiorno con lacrimevoli accuse ed eccessi di isterismo di due arrapate donne mestruate che, quando non riempivano la giornata con il marito/fidanzato del momento, sembravano crogiolarsi nell'eccitante attività di darsi ad un'appassionata litigata con una nevrotica ancora più mestruata. Oppure – gioia di tutte le gioie – partecipare a gala e cene lussuose per il puro gusto di finire sui giornali ed essere viste come icone di moda e di filantropia.

Quell'ambiente non era decisamente sano neppure per un gay e probabilmente l'unico modo di sopravvivervi senza perdere l'uso della ragione, era vivere nella propria ed incantevole bolla di sapone: limitarsi a far strisciare la carta di credito di Lily e cercare qualche locale gay – Chuck Bass[8] (il fratellastro della sua sorellastra o qualcosa del genere) era sembrato interessato alla sua idea – in cui trascorrere la serata, il più lontano possibile da quell'eccesso di estrogeni e di profumi mangia-uomini.

Giunto alla cucina aveva arricciato le labbra in una smorfia di disgusto a quell'evidente quadretto familiare che sembrava tanto l'icona della perfetta famigliola felice e, ancora una volta, dovette sforzarsi per trattenersi dallo sciorinare una delle sue impietose battute o verità scomode. Soltanto quando Lily lo richiamò mettendosi in piedi e sorridendogli, si limitò a farsi avanti e prendere posto accanto a Serena. Allungò il braccio verso la caraffa del caffè mentre Lily tornava a parlare alla figlia, evidentemente avvinta dall'ennesimo dilemma adolescenziale su quale cerchietto far ingoiare a Blair Wandolf oppure quale fosse il prossimo ragazzo con il quale sarebbe uscita, così da anticiparne le mosse e scoparselo, possibilmente nel retrobottega di un matrimonio ancora in corso, giusto per dare alla sveltina un carattere più “sacro”.[9]

Tu e Blair attraversate sempre qualche piccola crisi: certo quando tra l'una e l'altra incorre così poco tempo, probabilmente varrebbe la pena chiedersi se ne valga la pena”.

Serena aveva sospirato con fare melodrammatico nel riporsi le ciocche di capelli dietro l'orecchio e cincischiare con la forchetta nel proprio piatto.

E' la mia migliore amica e, al contempo, la mia peggior nemica: per quanto tempo dovremo continuare a distruggerci?”.

Serena” l'uomo al fianco di Lily di cui non ricordava il nome aveva preso a sua volta la parola: evidentemente ogni tanto doveva ricordarsi di essere l'uomo di casa. A quanto aveva compreso il suo unico contributo, da quando era giunto in quella casa, era stato quello di farsi quasi sottrarre la neo-moglie dal suo primo ex marito e poi, cosa? Coprire la scervellata bionda da una disperata crisi di identità a causa della quale aveva rimandato a data da stabilirsi il suo ingresso alla Brown per poi decidere di seguire la “migliore amica barra nemica”.

A quel punto aveva ufficialmente spento i suoi sensori di ricezione dell'udito mentre un sorriso quasi perverso gli sfiorava le labbra – improvvisamente così secche da doversele lambire lentamente – al ricordo di uno di quei riccastri figli di papà che gravavano intorno a quella casa. Un peccato che fosse troppo interessato alla sodezza del suo sedere per ricordarsi il nome, anzi no, convenne tra sé. Valeva decisamente la pena ricordare i suoi pensieri su quanto sarebbe stato appagante poter-

Sebastian?” aveva sbattuto le palpebre nel momento in cui la donna aveva allungato la mano verso il suo braccio. “Mi stavo chiedendo: la festa di Charles” aveva notato quanto ancora una volta la sua voce aveva assunto quell'intonazione nasale. Era così irritante, senza contare che è inutile che gli improvvisi un nome d'arte, gallina decrepita: hai una figlia battona d'alta società e un figliastro puttaniere e promotore della prostituzione etero, bisessuale e gay. [10]

E poi seriamente? Come si poteva dubitare del suo nome di battesimo quando il suo era un disco rotto che ripeteva costantemente “sono Chuck Bass”; evidentemente il viagra naturale più potente a cui ricorresse prima di masturbarsi nella sua limousine.

Strinse i pugni lungo i fianchi e cercò di trattenersi dal pronunciare quelle parole.

... potrebbe essere un'ottima occasione per presentarti ufficialmente e andarci tutti insieme come una famiglia” sbatté educatamente le palpebre quasi aspettandosi ch'ella si rendesse conto di quali parole aveva effettivamente pronunciato.

Esattamente quale famiglia?” si sentì replicare, la tazza di caffè ancora sospesa tra le mani. “Temo di aver perso il contro tra ex mariti, defunti mariti e vecchie fiamme che diventano i nuovi mariti, senza offesa Reginald”.

Rufus” aveva risposto l'altro a denti stretti.

Il fatto che io non mi ricordi il tuo nome dovrebbe spiegarti quanto mi importi” aveva risposto impietosamente ma prima che l'uomo potesse reagire – sembrava stesse perdendo le staffe – Lily gli aveva posto una mano sul braccio quasi ciò avesse potere lenitivo sulla ferita che doveva aver posto al suo amor proprio. Probabilmente ben poco restava quando si poteva legittimamente dubitare che degli uomini incontrati durante una giornata, la legittima moglie se ne fosse portati a letto almeno la metà.

Posso chiederti almeno, fino a quando resterai sotto questo tetto, di provare a sforzarti di essere quanto meno educato?” al solito Lily dava sfoggio di quel parlare pacato e gentile. Sembrava che nulla potesse scomporla e le sopracciglia si sollevavano appena, nessuna ruga ne increspava la fronte ma molto probabilmente ciò era imputabile alla bravura del chirurgo estetico.

Un vago sorriso gli increspò le labbra mentre si sollevava dalla propria sedia per poi indossare il proprio cappotto.

Signore e nuovo marito, se poteste cortesemente scusarmi, avrei delle commissioni che mi attendono. Nel frattempo siete tutti pregati, cortesemente si intende, di andare a farvi fottere” aveva sorriso dell'espressione scandalizzata che era apparsa sul viso della donna improvvisamente pallida e della reazione indignata dell'uomo che si era sollevato così bruscamente da far cadere la sedia alle sue spalle.

Possibilmente con lo stesso partner, la sifilide è davvero una gran brutta faccenda a quanto ho sentito. E, Serena” si era volto verso di lei con le sopracciglia inarcate e un ghigno che ne fece illuminare le iridi. “... visto che siamo in vena di confidenze familiari, sono stato io a mandare a Gossip Girl il video di Blair, temo di aver firmato con il tuo nome. Buona giornata”.

Un ultimo e affettato sorriso, aveva sentito Serena alzarsi dal tavolo e provare ad inseguirlo coi tacchi, prima di premere il pulsante dell'ascensore, dopo averle rivolto un ultimo e suadente sorriso.

Dopotutto, la vita a New York continuava a non essere noiosa.

 

~

 

 

Evidentemente il nervosismo e lo stress erano componenti essenziali ed imprescindibili quando, come nel caso della sua referente, nonché leader e proprietaria dell'atelier cui aveva dato il proprio nome, ci si avvicinava ad un evento di fondamentale importanza nell'ambito lavorativo.

La nuova collezione autunnale, infatti, avrebbe dovuto dare nuovo slancio alle industrie Waldorf dopo una battuta di arresto in seguito alla crisi economica; anche l'abbigliamento aveva bisogno di nuovi orizzonti e vedute ed ella non mancava in tale occasione di servirsi anche della fantasia e dell'ingegno dei suoi sottoposti.

Kurt non faceva eccezione ma ciò non lo esimeva dal dover collaborare anche ad una maniera più umile come l'acquisto delle miscele di caffè preferite per tutti i membri del meeting di metà mattinata. Era un sacrificio cui, tuttavia, si prestava ben volentieri, soprattutto l'idea del prestigio che il cognome Waldorf avrebbe apportato sul suo curriculum nonché una dimostrazione di come il sogno americano potesse realizzarsi: e da semplice tirocinante divenire, un giorno, lui stesso direttore di un atelier d'alta moda. Un sorriso trasognato ne aveva illuminato le iridi azzurrine mentre, un vassoio carico di bicchieri di plastica i cuoi coperchi erano contraddistinti per colore ad indicare la diversa miscela, si era voltato rapidamente, dopo aver pagato.

Così facendo, un verso stridulo di sorpresa e di imbarazzo, cozzò contro il soprabito di un ragazzo e se aveva sgranato gli occhi alla vista del caffè versato sullo stesso, (“Mi dispiace, sono desolato: ero completamente sovrappensiero!” aveva squittito) quando l'attimo dopo indietreggiò e sollevò lo sguardo, fu un'altra emozione quella che gli trasfigurò il viso.

Aveva boccheggiato e le sue gote si erano colorate di una delicata sfumatura rosata mentre, il viso leggermente reclinato data la differenza d'altezza, non poteva fare a meno di rimirare il viso del giovane. Doveva avere più o meno la sua stessa età: una figura alta e statuaria dalle spalle larghe e la silhouette ben delineata seppur si riuscisse ad intravedere pettorali e bicipiti tonici di chi doveva tenersi in forma con esercizio fisico, palestra probabilmente.

Il viso era un perfetto ovale, aveva lineamenti cesellati ad arte e sulla fronte ricadevano ciocche di capelli di un biondo cenere, vaporosi e ben curati in quel caschetto. Si sentì totalmente avvinto dal suo sguardo smeraldino e dalla piega delle belle labbra dal taglio virile mentre osservava la chiazza colorata.

Kurt arrossì ancora più intensamente. Aveva avvicinato timidamente una salvietta al suo cappotto, il viso ancora reclinato ad osservarlo.

Mi rincresce moltissimo: mi permetta di pagargli la tintoria, io...” si interruppe nel notare il sorriso che aveva curvato le labbra del giovane, dopo quel primo istante in cui aveva contemplato il disastro con una vaga smorfia.

Potresti pagarmi il caffè: caldo e corretto col cognac” aveva replicato, le braccia incrociate al petto mentre lo scrutava con un sorrisetto saputo ed allusivo, scrutandone la figura con interesse che ne fece scintillare le iridi e procurò a Kurt un singulto strozzato. Aveva annuito, tuttavia, controllato l'ora e depositato il vassoio sul primo tavolo libero, per poi voltarsi verso il balcone, cercando lo sguardo del barista per la nuova ordinazione.

Era trasalito e aveva sussultato quando aveva sentito il fiato caldo del giovane sulla propria nuca e il suo respiro a soffiargli nell'orecchio.

Solitamente non mi faccio offrire il caffè da un altro gay sconosciuto” e Kurt era sobbalzato prima di voltarsi in sua direzione: le sopracciglia inarcate e le labbra schiuse per l'imbarazzo e l'incredulità.

Cosa... come...?” Come aveva fatto a capire che fosse... un momento. Aveva appena detto lui stesso di essere omosessuale? Scosse il capo come a rimuovere quel pensiero spontaneo e repentino ma, quasi fosse riuscito a leggergli il pensiero, lo sconosciuto sogghignò maggiormente.

A giudicare da come mi hai scrutato o lo sei sempre stato o lo sei diventato negli ultimi tre minuti” aveva replicato in tono perfettamente composto e divertito, indugiando nuovamente con lo sguardo sul suo volto, facendolo boccheggiare ed arrossire mentre indietreggiava istintivamente.

Signore, signore... voleva ordinare?” il barista aveva sbuffato l'ennesima volta prima di richiamarlo. Kurt era stato lieto di poter avere un espediente per riprendere lucidità prima di ordinare l'ennesimo bicchiere di caffè oltre a quello che aveva versato in parte sulla giacca del giovane alle sue spalle.

Si era voltato e aveva boccheggiato quando il giovane sembrava essersi volatilizzato fino a quando non lo scorse seduto sullo stesso tavolo cui aveva appoggiato il vassoio. Gli posò di fronte il caffè corretto col cognac, fece per riprendere il vassoio ma l'altro era stato lesto ad allontanarlo dalla sua portata. Aveva sorriso, schioccando la lingua sul palato.

Continuo a non accettare il caffè dagli sconosciuti” aveva recitato nuovamente e Kurt dovette trattenersi dal sorridere con fare troppo languido seppur si rendesse conto di essere completamente alla mercé dei suoi occhi.

Kurt Hummel” aveva sussurrato porgendogli la mano che il giovane aveva ignorato mentre continuava a scrutarlo pensierosamente, lambendosi lentamente le labbra ancora prima che il caffè le sfiorasse. Così facendo suscitò un singulto strozzato a Kurt che dovette ricordarsi di essere atteso da Eleanor e dai suoi collaboratori.

Sebastian Smythe” aveva replicato, indicandogli con il mento il posto di fronte al suo ma Kurt si era morso il labbro.

Scusami Sebastian, è stato un piacere e se vorrai che ti paghi la lavanderia...”.

Lascia perdere la lavanderia: sarebbe scortese lasciarmi solo a prendere un caffè che mi hai così gentilmente offerto” aveva continuato in tono blando e la sfumatura soave della voce che contrastava con quel sorrisetto allusivo e sicuro di sé. “... Kurt” aveva soggiunto, pronunciando il suo nome ad una maniera tale che il giovane sentì letteralmente la terra mancargli sotto i piedi. Un suono quasi languido e sensuale per il modo in cui le sue labbra si erano schiuse e il tono era divenuto roco nel pronunciarlo, quasi lo stesse letteralmente assaggiando.

Io...” oh quanto avrebbe voluto! “mi dispiace, magari un'altra volta e...” si era sporto per riprendere il vassoio ma il giovane nuovamente lo aveva spiazzato cingendone il braccio, pur restando seduto, il viso sollevato a rimirarlo.

Fu un momento di stasi nel quale quel contatto fece scorrere un brivido lungo la spina dorsale di Kurt. Così presi da quell'improvvisa contemplazione da non essersi accorto di Penelope che, un sorriso suadente sul volto, scattava una fotografia.

Pochi istanti dopo quasi tutti i cellulari dei presenti, compreso quello di Kurt, presero a suonare ad indicare l'arrivo di un messaggio. Kurt si aggrappò persino a quell'espediente mentre, una volta liberatosi della pressione dell'altro, estraeva l'iPhone dalla tasca del soprabito per poi paralizzarsi quando, dalla consueta finestra che indicava il messaggio di Gossip Girl, vide i loro volti riprodotti.

 

Se le regine del dramma, B e S, in quest'uggiosa giornata autunnale hanno deciso di abbandonarmi, fortunatamente posso sempre contare sulla gentile collaborazione di parenti misteriosi arrivati clandestinamente o di amicizie recenti e già compromettenti.

Avvistati in uno Starbucks del centro: l'amico gay della Principessa B. con nient’altri che il fratellino di S.

E a giudicare dalla stretta, sembra che ci sia qualcosa che sta bollendo ma non è soltanto il caffè...

 

Che c'è?” aveva domandato Sebastian che, il caffè ancora tra le dita, stava scrutando il giovane.

Kurt fissava il display e, dal colorito pallido in viso, sembrava prossimo allo svenimento.

Tu sei il fratello di Serena Van Der Woodsen” aveva pigolato e, di fronte al suo sguardo attonito, aveva mostrato il proprio cellulare. Il giovane aveva aggrottato le sopracciglia nel leggere la notizia appena pubblicata sul celebre blog prima di sorridere allusivo.

Siamo venuti bene: ma forse dovremmo impegnarci per un vero scandalo” aveva sogghignato ma Kurt neppure sembrò averlo udito.

Hai detto di essere Sebastian Smythe!” lo aveva accusato con voce più stridula che lo aveva fatto sospirare prima di stringersi nelle spalle.

Siamo solo fratellastri, padri diversi” spiegò in tono spiccio ed indifferente.

Ma è orribile!” aveva strillato Kurt con voce in falsetto che fece ridere il suo interlocutore.

Perché credi che ogni notte mi svegli urlando?” Kurt aveva alzato le mani a zittirlo, evidentemente agitato.

Tu non capisci: a quest'ora Blair lo avrà già letto, posso considerarmi un uomo morto e sono in ritardo da quella tiranna di sua madre, quindi sono morto e nuovamente morto” aveva continuato a parlare in tono agitato.

Non credi di star leggermente esag-”.

Kurt!”

Sebastian!” si erano entrambi riscossi alla vista delle due giovani che si erano fermate di fronte al loro tavolino: avevano scrutato entrambi prima di fissarsi l'un l'altra.

“E TU CHE CI FAI QUI?” si erano aspramente rimbeccate mentre Kurt gemeva, una mano sul viso.

Che ti avevo detto?” aveva pigolato, afferrando nuovamente il vassoio mentre Blair, dopo aver scambiato altre occhiate di fuoco con Serena, lo afferrava per il braccio.

“Andiamocene, Kurt, non è luogo per noi” aveva commentato altezzosamente fissando schifata la sua rivale. “Avanti, facci un video mentre usciamo guardandoti con disprezzo”.

Per l'ultima volta B, non sono stata io a filmarti insieme a Chuck, è stato.. Sebastian!” il giovane si era alzato dalla sua postazione, una mano affondata nella tasca del suo soprabito, l'altra che reggeva il suo caffè, passò davanti a tutti senza degnare di alcuno sguardo le due litiganti.

Solo quando passò vicino a Kurt, schiuse appena le labbra.

Stasera, all'Empire Hotel di Chuck Bass, non mancare”.

Kurt boccheggiò e, le voci di Serena e Blair registrate in un angolo remoto della sua mente, continuò ad osservare la figura del giovane mentre si faceva largo tra la folla prima di uscire in strada.

Occorse molto tempo e un'invettiva di Blair perché si rendesse conto che non aveva ancora smesso di sorridere.

 

~

 

Come aveva immaginato, ben lungi dall'essere la serata di beneficenza tanto decantata dagli articoli dei giornali, quella serata avrebbe ospitato, nello stesso salone celebrativo, l'élite di Manhattan. Che altro non consisteva in donne di mezza età che ancora cercavano un anelito di popolarità: evidentemente avere un conto bancario spropositato non compensava la mancanza di un minimo senso in tante vite futili. Che lui riuscisse a sentirsi la voce della moralità in quel contesto nel quale tutto ciò che contava era il denaro, il lusso e le apparenze sociali, era abbastanza eloquente del tipo di situazione nella quale si fosse cacciato.

Era stato particolarmente soddisfacente, tuttavia, illudere Lily di aver abboccato alla sua iniziativa da “famigliola felice ed unita” ed era certo che la figlia fosse ancora troppo scossa dal recente litigio con Blair e si stesse preparando ad un'altra serata, per dirle quale fosse il proprio intento.

Aveva osservato il suo riflesso con evidente soddisfazione: dopotutto quei tight d'alta moda non facevano che metterne in risalto la figura longilinea e, tanto per entrare bene nel ruolo, aveva modellato i capelli perché gli ricadessero all'indietro, mettendo così in risalto i bei lineamenti e la lieve spruzzata di barba.

Si era presto scostato dal clan Van Der Woodesn-Humphrey con la scusa di prendere un drink ma aveva cominciato a far vagare lo sguardo tutto attorno, domandandosi se avrebbe scorto un viso familiare tra tante persone anonime, per quanto tutte calzanti abiti di alta sartoria o circondate da lustro e sfarzo che, così riunito, diveniva quasi pacchiano e persino qualcosa di naturale.

Scosse il capo tra sé, prima di avvicinarsi al balcone per farsi preparare da bere: il bicchiere tra le dita e il gomito appoggiato indolentemente sulla superficie piana mentre faceva nuovamente vagare lo sguardo sulla sala. La sua lenta e annoiata contemplazione si interruppe nello scorgere una familiare sagoma e un sorriso gli curvò le labbra prima di rimettersi eretto e, dopo aver ordinato un bicchiere di champagne, si rimise in piedi.

Si stava guardando attorno con lo stesso entusiasmo di un bambino nello scorgere qualche viso evidentemente familiare: era evidente che quell'ambiente gli suscitasse una sincera trepidazione, il braccio porto cavallerescamente alla capricciosa Blair, fino a quando Sebastian non si era fermato alle sue spalle.

Si era chinato al suo orecchio come quella stessa mattina, il calice di fronte a lui e un sorriso nel sfiorare appena l'orecchio con la punta del naso.

Sei arrivato” aveva sussurrato con voce roca e flebile nell'orecchio, sorridendo del suo evidente trasalimento: l'attimo dopo si era volto in sua direzione, gli occhi sgranati di sorpresa, le labbra schiuse e le guance rosate.

Sebastian” ne aveva bisbigliato nuovamente il nome, quasi riuscisse a malapena a respirare.

Chuck Bass” si intromise un'altra voce suadente, nel volgersi al gruppetto per poi osservare la giovane e porgerle il braccio. “Un incantato Chuck Bass, se possibile questa sera sei persino più splendida".

Lo so” Blair aveva scrollato le spalle seppur un sorriso compiaciuto le curvasse le labbra: lasciò il braccio di Kurt dopo aver scambiato uno sguardo allusivo e si strinse a quello di Chuck. 

Signori, buon divertimento” si rivolse a questi ultimi. “E se avete bisogno di una suite, non esitate a farmelo sapere” aveva ammiccato in direzione di Sebastian che aveva fatto schioccare la lingua sul palato, lo sguardo ancora incatenato a quello di Kurt.

Non mancheremo” aveva commentato, il sorriso persino più esteso al vedere il giovane imbarazzato.

 

 

Era sempre stato romantico di natura, in vero, Kurt ma – appena varcata la soglia del lussuoso hotel - non aveva potuto fare a meno di domandarsi se nuovamente avrebbe incontrato il giovane di quella mattina. Vi era qualcosa nel suo sguardo, nel suo modo di sorridere così sicuro di sé e del suo fascino, quel modo di agire molto più estroverso e sfacciato che riusciva, ad una maniera del tutto particolare, a metterlo in soggezione. O probabilmente era il ricordo ancora palpabile dell'esatta sfumatura delle sue iridi: il solo pensiero di quello sguardo penetrante e del modo in cui avesse sussurrato al suo orecchio e persino di quella sorta di invito, erano sufficienti a strappargli il respiro. A renderlo davvero scalpitante e trepidante all'idea di rivederlo.

Non aveva neppure parlato ma era riuscito a riconoscerlo ancora prima che si palesasse e ne scorgesse nuovamente il volto, quasi una parte di sé gli fosse ormai così avvinta da distinguerne la presenza.

Non poté trattenere l'effluvio di emozioni a scorgerne nuovamente il viso: sembrava persino più affascinante in quel bel completo di marca, in quell'acconciatura che sembrava impreziosirne i lineamenti e conferirgli un alone più signorile e dovette ringraziare il suo impeccabile gusto per la moda, se non si era sentito a disagio da quel versante.

L'altra coppia si era appena allontanata che aveva visto il giovane porgergli la mano ed indicare la pista da ballo, dopo aver posato il suo bicchiere sul vassoio del primo cameriere di passaggio.

Vieni, diamo a Gossip Girl un motivo per cui parlare” aveva sussurrato in tono sardonico ed allusivo, di nuovo quel sorriso più suadente ma Kurt sentì le gote infiammarsi.

Qui...?”.

Kurt, di solito non porto un ragazzo che ho appena agganciato nel cubicolo di un gabinetto: sarebbe così volgare” aveva commentato, storcendo il naso ad una maniera così aristocratica ed altezzosa che Kurt avrebbe persino potuto ridere se non fosse stata ben altra emozione a scuoterlo nel profondo.

Probabilmente avrebbe dovuto essere quello il segnale a fargli comprendere che avrebbe seriamente rischiato di lasciarsi troppo andare: ma, di fatto, guardandosi nervosamente attorno, si stava lasciando condurre verso la pista da ballo.

Sebastian doveva averne intuito l'imbarazzo ma aveva sorriso maggiormente e, l'attimo dopo, con un fluido movimento, la sua mano ne aveva cinto il fianco e l'aveva avvinto a sé. Si era chinato al suo orecchio, un sospiro nuovamente appena percepibile.

Rilassati: non mordo, almeno fino ai preliminari” aveva alitato nel suo orecchio e il giovane aveva emesso un verso strozzato d'emozione e di indignazione.

Aveva sollevato il mento, le sopracciglia aggrottate per quel continuo schermirsi di lui: le braccia esili che ne cingevano il collo in un gesto più intimo e confidenziale, ignaro degli sguardi loro volti.

Le sopracciglia inarcate e le labbra piegate in un sorrisetto più allusivo.

Pensi davvero di arrivare a tanto?” aveva domandato, il tono volutamente ironico malgrado sostasse in quella posizione, dondolandosi a sua volta a tempo di musica e lasciando che gli facesse fare una lieve piroetta prima di avvincerlo nuovamente a sé, la presa ben salda sul suo fianco.

Non lo penso” aveva sussurrato contro il suo orecchio, facendo scivolare il respiro lungo la linea sensibile del suo collo. “Io lo so” aveva soggiunto, strappandogli un verso di indignazione ma una rapida risposta altrettanto ironica.

Ma più volte dovette cercare di non sorridergli, più volte di nascondere l'emozione di quel contatto o di non lasciarsi completamente annullare da quello sguardo che sembrava cercare qualcosa di preciso, scavare tra le sue emozioni e renderlo più vulnerabile di come si sentisse.

Persino quando, una volta allontanatisi dalla folla, si ritrovò premuto contro la parete, e il respiro di Sebastian contro il proprio orecchio, cercò di restare fedele a se stesso.

Persino negli sguardi che si incontravano a poche spanne, nel respiro più accelerato e in quel luccichio dello sguardo quando lo guardò: non lo stava semplicemente contemplando, sembrava volerlo letteralmente immobilizzare nello sporgersi al suo viso.

Aveva sentito tutto il sangue fluire al viso, la mano di Sebastian ancora avvinta al suo fianco, il suo respiro caldo sul viso ma si era irrigidito, le labbra tremanti.

Dovette accorgersene perché si fermò e Kurt arrossì ulteriormente ma fu lesto ad appoggiare le mani al suo petto, quasi a trattenerlo.

Scusami” aveva bisbigliato, la voce più rauca. “... mi piaci. Mi piaci molto” aveva soggiunto, le guance che si erano nuovamente arrossate, facendo sorridere l'altro giovane.

Questi aveva sfregato il naso contro la sua carotide, strappandogli un singulto strozzato e facendogli letteralmente scoppiare il cuore in gola, nel tentativo di restare lucido e presente a se stesso.

Ma... io...”.

Tutta questa timidezza è insolitamente eccitante” aveva replicato l'altro, il sorriso sulle labbra mentre sfilavano lungo la sua guancia, scivolando verso il collo, rendendo il respiro di Kurt persino più flebile. Fu con un enorme sforzo che riuscì ad aumentare la pressione sul suo petto così da farlo gentilmente scostare per rimirarlo in viso: si stava morsicando il labbro, lo sguardo basso e le guance ancora arrossate.

Mi dispiace, non posso... non così” aveva sussurrato con voce flebile.

Sentì la pressione di Sebastian sul suo fianco venir meno e pregò perché infrangesse quel silenzio sceso tra loro, fin quando non lo sentì sollevargli il mento così da rimirarlo in viso: le sopracciglia inarcate e lo sguardo interrogativo.

Non hai mentito: so di piacerti” aveva constatato guardandolo negli occhi e fu ancora più difficile per Kurt trovare le parole. “... allora qual è il problema?”.

Il mio primo bacio” aveva esalato, le guance infiammate e le labbra tremanti “... se prima potessimo frequentarci, conoscerci meglio, se tu volessi una-”.

Una relazione?” aveva domandato Sebastian ma, di fatto, si era già scostato, le braccia incrociate al petto e le sopracciglia inarcate.

“Torno in Europa tra due settimane, Kurt e temo di non essere il tipo da relazioni. Almeno quelle che durano più di quindici minuti, il tempo necessario per... sì, hai capito” aveva replicato e Kurt sentì il cuore strozzato in una morsa dolorosa, il respiro venir meno mentre gli sembrava che tutta l'aria fosse venuta a mancare.

Boccheggiò ma rimase silente.

Ma sembrava già aver capito, già deciso: si strinse nelle spalle e affondò le mani nelle tasche dei pantaloni, completamente incurante di sgualcirle a quella maniera.

Un ultimo sguardo o così lo interpretò Kurt.

Se cambiassi idea, saprai dove trovarmi. Buona notte, Kurt” non aveva atteso risposta e si era allontanato.

Lo aveva osservato a lungo, cercando di convincersi che la propria fosse stata la giusta decisione.

Ma sembrò arduo, terribilmente arduo, soprattutto nel loft che condivideva con Dan, quando, dopo essersi congedati, rimase a lungo seduto sul proprio letto a sfiorarsi le labbra.

Quasi riusciva a sentirlo: il dolore di un bacio mancato.

 

Chi aveva detto che la Francia fosse il paese dell'amore? Sicuramente non conosceva il fratellino rinnegato di S. Sembra proprio che il caro SebastiHard abbia portato dall'Europa qualcosa di più dello spazzolino da denti. Forse qualche abitudine che non era nota alla cara mammina?

Avvistato: SebastiHard che esce dal bagno di uno streap bar per gay nel quartiere più dissoluto della città; sembra che dopotutto non tutti soffrano il gelo invernale. E sembra, soprattutto, che io abbia trovato un nuovo amico.

xoxo Gossip Girl

 

 

Aveva lasciato ricadere il cellulare sul comodino accanto al letto, si era immerso maggiormente sotto le coperte.

Affondò il viso nel cuscino, morse le lenzuola e chiuse con forza gli occhi, sperò che il sonno lo raggiungesse subito.

 

~

 

Blair storse il naso mentre faceva scorrere la timeline della schermata del sito di Gossip Girl: sembrava che negli ultimi giorni, la tanto odiata fonte di gossip si fosse concentrata su un solo obiettivo. E come se non bastasse aveva bellamente ignorato i suoi spostamenti nonché la sfilata della madre, se non riportando soltanto un breve articolo mostrando una fotografia di Kurt particolarmente provato ed alludendo ad una “sindrome di mancanza da SebastiHard”.

Stai scendendo sempre più in basso, Gossip Girl” commentò tra sé e sé mentre tambureggiava con le dite smaltate sul touchpad del portatile.

Non che mi sorprendi, è figlio di Lily” aveva soggiunto con la stessa smorfia sprezzante. Si riscosse alla vibrazione del blackberry e lo sollevò per poi osservare il nome del chiamante. Premette il pulsante per ignorare la telefonata, prima di ricevere un sms.

[From Serena 11.24 AM]

B, rispondi. Non è una domanda.

Come se le Waldorf prendessero ordini da qualcuno” aveva borbottato infastidita, mentre Dorota, il pancione sempre più proteso per l'imminente e seconda nascita, prendeva a spolverare.

Signorina Blair, non può continuare ad ignorare la signorina Serena”.

Allora rispondile tu, sempre che in Polonia esista qualche rito voodoo che possa essiccarle le ovaie per linea telefonica”.

La cameriera aveva borbottato qualcosa nella sua lingua madre prima di rispondere al telefono che non aveva smesso di squillare dall'ultimo messaggio che aveva deliberatamente ignorato.

Signorina Serena, salve. Sì, è qui con me ma non vuole rispondere!” aveva alzato la voce alle ultime tre parole, una smorfia in direzione della giovane che in risposta aveva incrociato le braccia al petto, gli occhi sollevati al cielo.

Dopodiché si era messa in ascolto, annuendo.

Dice che è importante” aveva commentato, porgendole il cellulare ma la ragazza si era ritratta come se le avesse sferrato contro un pugnale.

Forse vorrà informarti su quanti gay single il suo fratellino si sia portato a letto nell'ultima ora”.

Dice che è per il signorino Hummel”.

Kurt?” aveva domandato la giovane che era sembrata evidentemente indecisa di fronte allo sguardo promettente di Dorota. Aveva sbuffato, infine, e le aveva fatto cenno di avvicinarle il cellulare all'orecchio.

Hai due minuti, S., non ho tempo da perdere”.

 

 

~

 

Non sapeva esattamente perché si trovasse in quel luogo fuori dall'orario lavorativo dopo che, per giunta, Eleanor era andata in Francia per una settimana di relax dopo gli impegni per la sfilata. Ma, come aveva scoperto da quando si era trasferito a New York, non era assolutamente facile, anzi era impossibile dire di no a Blair Waldorf ed aspettarsi che ella desistesse tanto rapidamente. Certo, la prospettiva di poter provare qualche abito della sfilata o persino di curiosare nelle zone più remote di cui Blair aveva l'accesso, era una prospettiva eccitante. Ciò almeno gli avrebbe impedito, per qualche ora se fosse stato abbastanza fortunato, di continuare a scrutare imperterrito il proprio cellulare, alla ricerca di qualche nuovo aggiornamento dallo spietatissimo sito di gossip.

Non era mancato giorno nel quale non avesse osservato quelle fotografie e ripensato a quella serata e ciò che ne sarebbe stato dell'epilogo se si fosse completamente lasciato andare.

Si costrinse a tornare alla realtà quando Blair gli mostrò un completo, ancora avvolto nel cellofan, costituito da una camicia nera di seta e un paio di attillati pantaloni dorati che avevano davvero l'aria di essere una riproduzione di...

Oh, mio Dio: sono, sono loro! I pantaloni che indossava-”.

Hugh Jackman in “Not the boy next door”: mia madre era una sua fan o forse il compagno di mio padre, non lo so[11]” aveva borbottato in tono chiaramente indifferente prima di porgergli il tutto con delicatezza. “Perché non li provi?”.

Lo sguardo di Kurt sembrò essersi illuminato ma altrettanto rapidamente aveva indietreggiato e scosso il capo.

No, non posso” .

Oh, avanti: quando mai ti potrà ricapitare, non puoi vivere nell'Upper East Side senza commettere qualche follia”.

Veramente io vivo a Broo-”.

Per carità, non nominarlo neppure quel luogo” aveva ribattuto con sguardo sprezzante prima di indicargli il camerino con le sopracciglia inarcate, muovendo il completo di fronte a lui come un giocattolo di fronte ad un cucciolo.

Un sorriso suadente le aveva curvato le labbra nell'osservarlo ritirarsi dietro il camerino prima che il suo cellulare l'avvertisse dell'arrivo di un messaggio.

[From Serena 03.35 PM]

Stiamo arrivando, trattienilo.

 

 

Non avrebbe mai ammesso di essersi, se così si poteva dire, abituato all'Upper East Side, di certo tutta quella sorta di fama e popolarità era piuttosto divertente, ed era stato un modo abbastanza efficace per trascorrere gli ultimi dieci giorni.

Avrebbe soltanto dovuto concludere la settimana in bellezza prima di far ritorno alla sua vita parigina. Studiò accigliato la ragazza al suo fianco, ancora incredulo di essersi davvero lasciato convincere a seguirla: aveva osservato le porte dell'ascensore richiudersi con il caratteristico ronzio.

Ricordami ancora perché mi trovo qui”.

I modelli gay, ricordi? E poi Eleanor ha visto le tue foto su Gossip Girl, saresti un perfetto testimonial”.

La risposta parve essergli sufficiente visto il sorriso tronfio e sicuro di sé.

E immagino che questo non sia un modo per infastidire ulteriormente la tua ex amichetta” aveva domandato con le sopracciglia inarcate e le mani affondate nelle tasche del soprabito.

Più o meno” aveva risposto vagamente, sorridendo all'arrivo di un messaggio.

Di nuovo Gossip Girl?” aveva domandato sfacciatamente sorridente ma Serena ma si era stretta nelle spalle. “E' Dan” aveva risposto con un sorrisetto allusivo al che Sebastian aveva alzato gli occhi al cielo prima di osservare le porte schiudersi con evidente sollievo. Non avrebbe sopportato i retroscena della cosiddetta “Derena Love Story” intrisa di separazioni e di riappacificazioni che facevano concorrenza ad una squallida soap opera adolescenziale.

Si lasciò condurre dalla giovane attraverso gli ampi corridoi dalle cui vetrate si poteva osservare il sole morente che donava all'ambiente un alone rossastro e quasi rilassante alla vista.

Si era guardato attorno piuttosto circospetto, soprattutto il denotare che non sembrasse esserci alcuna presenza della Direttrice, tanto meno di sarti o modelli che facessero avanti ed indietro.

Là dentro” lo aveva esortato Serena e, dopo averle rivolto un altro sguardo circospetto, era entrato in quella che sembrava essere la camera di prova delle modelle data la presenza degli ampi specchi sulle pareti.

Blair?” una voce familiare dal camerino alle sue spalle e, l'attimo dopo, così lo vide dal riflesso,  Kurt Hummel vestito di un paio di pantaloni dorati, incredibilmente attillati, e una camicia di seta, comparve a pochi passi da lui.

Fissarono entrambi il riflesso dell'altro, senza parole.

 

E' entrato?” Blair era uscita dal nascondiglio con la stessa espressione esaltata di quando un complotto giungeva a buon fine.

Credi che andrà tutto bene?” aveva domandato Serena con tono preoccupato e Blair si era stretta nelle spalle.

Credo che Kurt potrà ritenersi fortunato se non gli strapperà quei pantaloni con lo sguardo” aveva replicato e si erano osservate un lungo istante prima di ridere.

Mi dispiace, B per tutta la faccenda del video”.

E' acqua passata, avrei dovuto saperlo che non era opera tua: ma dovrò escogitare un modo per farla pagare a Sebastard. E se farà soffrire di nuovo Kurt, lo farò deportare in Bielorussia”.

 

 

Aveva sgranato gli occhi ed era rimasto immobile, completamente sconvolto: sembrò aver perso il respiro, il viso era divenuto completamente esangue mentre indietreggiava, dopo essersi guardato nervosamente attorno ed aver compreso cosa doveva essere successo.

Alla fine lui stesso era stato vittima di uno dei famosi intrighi di Blair Waldorf ma di certo non avrebbe immaginato che ciò avrebbe comportato la presenza dello stesso giovane il cui ricordo non aveva mai smesso di tormentarlo.

Sebastian non sembrò essersi scomposto: dopo il primo istante di stasi e di immobilità nel quale era rimasto ad osservarne l'esile figura alle sue spalle, studiandolo attraverso lo specchio, si era voltato.

I loro sguardi si incrociarono nuovamente e Kurt si sentì più vulnerabile e fragile che mai: se aveva sempre avuto la percezione che il giovane di fronte a lui riuscisse a sondare la sua stessa anima, indossare quelle vesti tanto compromettenti sembrava essere un vero e proprio suicidio involontario.

Silenziarono a lungo ma lentamente le labbra di Sebastian si piegarono in un sorriso allusivo. Lo osservò umettarsi lentamente le labbra e quasi istintivamente si ritrasse ulteriormente, suscitandone un verso di lieve ilarità.

Quel rossore continua ad essere eccitante. Ma non è la sola cosa” aveva convenuto, le mani ancora affondate nelle tasche mentre, il viso inclinato di un lato e il sorriso suadente, si avvicinava: lo sguardo incatenato a quello del giovane che non aveva potuto che indietreggiare, quasi sgomento. In trappola, un pensiero repentino che lo indusse ulteriormente ad irrigidirsi.

N-Non sapevo che saresti stato qui” si sentì in dovere di dire, per qualche strano motivo che fece soltanto sogghignare il giovane.

Oh, non lo metto in dubbio” aveva replicato l'altro, senza tuttavia interrompere quello scambio di sguardi. “... ma se non vuoi essere baciato, hai sbagliato pantaloni” aveva sussurrato una volta che si era fermato di fronte a lui: si era chinato a sussurrare quelle parole al suo orecchio e Kurt aveva emesso un ansimo d'emozione, percependo nuovamente quella scarica di brividi.

Brividi caldi e freddi scesero lungo la spina dorsale: consapevole che se non vi fosse stata la parete alle sue spalle non sarebbe stato in grado di sopportarne lo sguardo.

Aveva reclinato il capo, il bisogno di continuare a sondare in quello smeraldino e, tuttavia, la consapevolezza ch'egli non avrebbe agito.

Non se non lo avesse desiderato.

Se non vuoi che io possa conoscerti, hai sbagliato ad avvicinarti” aveva sussurrato e, malgrado il rossore sulle guance e la difficoltà ad articolare persino motto, ne aveva sostenuto lo sguardo.

Rimasero entrambi immobili e silenziosi, un altro lungo istante prima che Sebastian sorridesse, vagamente ironico, il viso inclinato di un lato.

Me ne andrò tra quattro giorni” lo aveva informato, scostandosi ma era stato Kurt questa volta a ridurre le distanze, le mani adagiate al suo petto a trattenerlo.

Allora ti chiederò soltanto quattro giorni” aveva replicato, la voce più flebile mentre, lentamente, lo sguardo di Sebastian era attraversato da un remoto guizzo di divertimento o di qualcos'altro, non avrebbe saputo dirlo.

Un vago cenno d'intesa.

Quattro giorni saranno sufficienti a farti desistere”.

 

~

 

Non aveva avuto mai niente di simile ad una vera e propria relazione per propria idiosincrasia al riguardo e ciononostante, quella che stava vivendo con il giovane in quei giorni era stato quanto di più vicino. Aveva imparato ad apprezzarne in breve la compagnia: ben lungi dall'osservarlo soltanto ad un'ottica meramente fisica e carnale, seppur l'occhio, specie un occhio allenato come il suo!, volesse la sua parte.

Ciò che ne aveva apprezzato fin da subito, una volta superato quel velo di emozione che lo faceva sembrare così timido ed indifeso (non che ancora non mancasse di arrossire a quella maniera deliziosa, nei momenti in cui ardiva qualche parola o gesto di particolare confidenza) erano quelle schermaglie ironiche che intrattenevano spesso e volentieri. Nelle quali entrambi adottavano un atteggiamento più puerile nell'ostinarsi a volere ragione sull'altro e spesso e volentieri per le questioni più frivole come il gusto nell'abbigliamento che Kurt riteneva intoccabile; ma tutt'altro che litigi all'insegna dell'ostilità. Al contrario, sembravano all'insegna della mera e semplice complicità che li vedeva sostare persino in quei battibecchi con un sorriso più spensierato.

Per la prima volta, soprattutto, aveva vissuto l'emozione scalpitante di un primo bacio: il primo bacio di Kurt, il quale lo aveva accolto con quel rossore sulle guance e quello scintillio nello sguardo così devoto ed emozionato che persino lui era riuscito a sentire l'anelito di un calore sconosciuto da molto tempo.

Il riflesso delle sue stesse emozioni che sembravano invaderlo, come potessero trascendere da quel corpo più gracile che stringeva quasi con l'implicito timore di poterlo spezzare ad una pressione troppo intensa eppure, al contempo, volendo trattenerlo come ad assicurarsi che non avesse a sfuggirgli.

Avevano cenato nel loft di Brooklyn (dopo che Kurt lo aveva letteralmente trascinato e, per una volta, si era detto d'accordo con Blair nel rimirare quel distretto come una discarica a cielo aperto rispetto al lusso e sfarzo da cui era si era fin troppo abituato in quelle settimane) nel quale Kurt si era premunito di creare un'atmosfera ad arte con tavola apparecchiata per due, candele e musica di sottofondo.

Se hai scelto questa sera per perdere la tua verginità, potrei essere di buon umore” aveva convenuto con suadente divertimento nel vederlo arrossire come da regola.

Erano usciti nel balcone dopo aver consumato la cena: rimirando il cielo stellato come le luci dei locali dell'Upper East Side non avevano mai concesso ed era stato quanto una folata di vento aveva scarmigliato i capelli di Kurt, che Sebastian aveva compreso di non poter più pensare di trascorrere un altro istante con lui senza avvalersi di quel bacio ancora in sospeso tra loro.

Era stato un momento spontaneo quello con cui ne aveva spostato quel ciuffo sbarazzino che soleva spesso ricadergli sulla fronte: i loro sguardi si erano incrociati, aveva osservato il rossore sulle sue gote eppure entrambi erano rimasti immobili a contemplarsi, in attesa di quel gesto che suggellasse quel momento.

Scostati adesso se non vuoi” aveva sussurrato con voce più rauca ma il giovane aveva sorriso in risposta mentre le braccia affusolate ne cingevano il collo.

Hai intenzione di farmi attendere ancora per molto?” aveva domandato in tono sardonico mentre l'altro aggrottava le sopracciglia, facendolo cozzare contro il muro esterno del loft.

Non provocarmi” aveva sussurrato a fior di labbra ma non vi era stato tempo per altro o non gli avrebbe comunque concesso diritto di replica.

Non in quel momento almeno.

Era stato con un movimento fluido quello con cui ne aveva cinto la gota con la mano libera e si era chinato finalmente a cogliere il respiro sulle sue labbra: aveva sentito le sue braccia stringersi più strettamente intorno al suo collo, i suoi battiti cozzare contro i propri e il sorriso che ne aveva curvato le labbra nel bel mezzo del bacio. Aveva inclinato il viso di un lato, dopo essersi scostato per un breve istante, a coglierle con maggiore pressione. Ne sfiorò il fianco e lo attirò maggiormente a sé: il tempo necessario a lambirne le labbra con più intensità e conferire un sapore a quel momento.

Si era scostato dopo un lungo istante, il sorriso ancora sostava sulle labbra di Kurt, l'espressione così trasognata e raggiante che non aveva potuto che sorridere nuovamente, per poi inarcare le sopracciglia al vederlo alzarsi sulle punte.

Ingordo” lo aveva blandito, un vezzo ironico che si estinse nel sorriso che lui stesso impresse nell'ennesimo contatto.

 

~

Malgrado la sua indole romantica e sognatrice, non avrebbe saputo quale termine fosse più opportuno per definire il suo rapporto con Sebastian.

Neppure avrebbe saputo dire se il loro, da parte propria, fosse un esempio di quello che la letteratura e i film sentimentali, ai quali si dedicava spesso e volentieri, definivano “colpo di fulmine”. Non perché non mancasse di ricordare quel primo incontro con evidente emozione e un anelito più divertito, ma perché non credeva esistessero metri di paragone per il tipo di rapporto che avevano instaurato. E neppure per descrivere il modo in cui sembrasse esser divenuto così intensamente e così semplicemente parte di sé e della propria quotidianità, come fosse divenuto parte dei suoi pensieri e fatto presa sui propri sentimenti.

Si era ripromesso che non avrebbe lasciato che l'imminente ritorno di Sebastian a Parigi potesse intaccare quell'ultima serata ma sembrava che, malgrado nessuno dei due ne facesse parola, il semplice bisogno di sostare l'uno tra le braccia dell'altro, fosse più vivo e scalpitante che mai. E così avevano sostato anche quella serata tra le consuete schermaglie, una passeggiata e momenti nei quali le parole erano fin troppo superflue eppure mai completamente esaustive.

Lo aveva condotto nella sua camera d'albergo – aveva preferito lasciare l'abitazione dei Van Der Woodsen e, a giudicare dagli ultimi giorni, aveva particolarmente giovato della totale privacy della suite che Chuck gli aveva messo a disposizione – e aveva cercato di ignorare la vista delle valigie nelle quali aveva già iniziato a riporre parte dei suoi effetti personali. Ma c'era quell'inevitabile tensione negli sguardi, a comprensione di quel pensiero che sostava silenzioso tra loro.

Sarebbe stato forse il giusto momento di parlare di sentimenti? Forse avrebbe dovuto cercare di guardare dentro se stesso e comprendere quanto ormai fosse divenuto parte di sé e l'idea della separazione gli troncasse il respiro.

A quale pro rendere più evidente quella realtà che sarebbe stata fin troppo espressiva e crudele da lì a poche ore?

Sembrò intuire lo stato d'animo perché gli si sedette accanto, togliendogli il bicchiere che neppure aveva sfiorato dalle mani, prima di costringerlo a guardarlo in viso.

Non pensare a nulla adesso” aveva sussurrato al suo orecchio e, malgrado quell'intonazione più suadente che lo contraddistingueva, vi era quella nota più dolce che fece stringere il cuore di Kurt, il respiro appena più convulso.

Sebastian” ne aveva sussurrato il nome a mo' di preghiera o di supplica ma aveva emesso un languido gemito e si era abbandonato alla pressione delle sue labbra, laddove quel bacio sembrò racchiudere tutto mentre si abbandonavano sul materasso.

Sostò con il capo affondato contro il suo petto: si sollevò sul gomito ad osservarlo un lungo istante e, sotto il suo sguardo incuriosito, le sopracciglia inarcate, percorse con la mano e gentilmente quei lineamenti tanto noti, indugiando laddove i nei ne sfioravano la guancia a creare una linea curva immaginaria.

Kurt”.

Voglio restare, stanotte” aveva sussurrato e il ragazzo aveva schiuso le labbra in un modo di reale sorpresa nel sollevarsi appena con il busto: sembrò in procinto di dire qualcosa ma non gliene diede il tempo.

Ne sfiorò nuovamente le labbra, con maggiore intensità, ricercando la sua mano con la propria, stringendola e affondando per un altro istante il viso contro il suo collo, apponendo le labbra a seguire la linea immaginaria creata dai nei, baciandoli con devozione.

Non voglio alcun rimpianto, nessuna paura o incertezza: solo noi” aveva sussurrato, lo sguardo azzurro brillante di una nuova determinazione nel rimirarne gli occhi. Prima di essere avvinto tra le sue braccia con maggiore intensità e sentire le sue labbra sulle proprie con maggiore passione e quasi disperazione nell'intrecciare le dita alla sua nuca, a trattenerlo per serbare quel calore.

 

~

 

La sua pelle era chiara e delicata come l'aveva immaginata, quasi rivestita di un pallore perlaceo alla luce della luna; sembrava realmente fatto di porcellana e non si sorprendeva fosse un nomignolo che gli era stato affibbiato.

Non erano mancate singole nottate nelle sue esperienze e neppure di riuscire a intingersi del sapore della pelle di qualcun altro, sentire quel calore irradiare e fremere lungo la spina dorsale ma, per qualche motivo su cui non voleva realmente interrogarsi, fu tutto diverso.

Scoprì una delicatezza e un'attenzione, una premura che non incisero sulla foga e la passione che sembravano irradiare ma fecero riscoprire dei gesti cui non era più avvezzo, eppure così naturali mentre si specchiava in quell’azzurro sconfinato dei suoi occhi.

Laddove i respiri si fondevano e il suo sapore non era mai sufficiente, laddove continuò a stringerne la mano e ne intuì la preghiera anche quando ritrovò se stesso in quel turbine di emozioni.

Aveva continuato a stringerlo tra le braccia, aveva lasciato che si adagiasse al suo petto, ne aveva coperto le spalle con il lenzuolo e aveva osservato il modo in cui il suo viso riuscisse a trovare un incavo perfetto nello spazio tra il collo e la spalla, laddove lo sentì sfregarvi il naso, inducendolo a sfiorarne i capelli.

Non dimenticarmi” aveva sussurrato, quasi timoroso: quasi che quelle parole, se pronunciate a voce troppo alta, potessero corrodere quell'atmosfera.

Come potrei dimenticare un simile culo?” aveva commentato in risposta in quel blando tentativo di ripristinare quell'atmosfera più suadente e briosa.

Rise Kurt, ma quando Sebastian rafforzò la pressione dell'abbraccio, si abbandonò in un tremore più delicato e fanciullesco nel socchiudere gli occhi: la mano adagiata al suo torace ad ascoltarne i battiti del cuore, socchiudendo le palpebre ad ogni tocco della mano di Sebastian lungo la schiena.

Sorrideva, tuttavia, quel mattino mentre ancora dormiva: era stato attento a non svegliarlo mentre si scostava per alzarsi dal letto ma, anche quando si fu lavato e vestito e le valigie furono pronte, restò a rimirarne il volto a lungo.

Non aveva mai amato gli addii e se anche sarebbe stato semplice allontanarsi dalla famiglia Van Der Woodsen senza tradire alcuna emozione (non che fosse divenuto così sentimentale!), non avrebbe voluto vivere il momento della separazione.

Sarebbe stato più semplice ricordarsi quegli ultimi giorni e sperava che lo comprendesse e non avesse, così, a portargli rancore.

Sospirò e rimase immobile per un altro lungo istante prima di chinarsi a sfiorarne le labbra, sostò a pochi centimetri dal suo viso, un'ultima carezza sul viso di porcellana. Scostò quel ciuffo sbarazzino dalla fronte ma si sentiva già lontano un oceano da lui.

Addio Kurt”.

 


Aveva cercato il posto contraddistinto dal suo biglietto per l'imbarco e si era lasciato cadere con un sospiro. Ancora un vago sorriso sulle labbra al ricordo delle parole di congedo di Lily e come sembrassero realmente dispiaciuti della sua imminente partenza. Come, poi, cercasse di nascondere che una parte di sé fosse nettamente sollevata perché il suo cognome non sarebbe più stato associato a quello che era stato conosciuto dai media come SebastiHard.

Aveva saputo fin dall'inizio che non sarebbe mai appartenuto all'Upper East Side ma, fin quando aveva visto quegli occhi di zaffiro, era stata una piacevole illusione.

Constatò con uno sbuffo che gli era toccato il lato corridoio ma si era seduto, ben intenzionato a ignorare qualsivoglia presenza.

Neppure si accorse che il suo vicino aveva appena abbassato il giornale, un sorriso sbarazzino sul volto.

Non ho mai visto la Francia ma la settimana della moda deve essere incredibile. Te l'ho detto che parlo un ottimo francese, vero?”.

Era trasalito e con un gemito di sorpresa aveva sondato in quel sorriso compiaciuto e sbarazzino in quel moto d’allegria con cui si era dondolato con il busto.

Kurt”.

Perché così sorpreso? Fai un bel sorriso, questa la mandiamo a Gossip Girl”.

Aveva sorriso, puntando l'iPhone di fronte a loro e avvicinando il volto a quello del giovane prima di scattare la fotografia.

Un ottimo francese, hai detto. Niente ripetizioni di lingua, quindi?” aveva domandato, sporgendosi al suo orecchio, quella scintilla di suadente divertimento-.

Ma nella carezza con cui gli sfiorò il viso e nello scintillio dello sguardo, vi era tutta la dolcezza, il sollievo e la gioia di quell'istante.

Lo aveva visto sollevare gli occhi al cielo ma vi era un sorriso vezzoso sulle labbra mentre si sporgeva a sfiorare le sue per un breve istante.

Peut-être[12]”.

Oh sì, decisamente sì”.

 

 

Lo confesso, questa partenza mi rattrista ma dopotutto non sarebbe la prima volta che la vostra intrepida amica, riesca a varcare gli oceani. Non ho mai avuto una particolare predilezione per questi finali da commediola romantica ma per una volta, e soltanto per questa, potrei fare un'eccezione.

A quanto pare il nostro SebastiHard tornerà in Francia e non sarà soltanto una valigia quella che porterà con sé: preparatevi perché la Kurtbastian Oktober Fest si è appena conclusa ma non si può mai sapere!

Sapete di amarmi,

Bisous Bisous,[13]

Gossip Girl

 

 

 

 

 

Credo che non mi resti che aggregarmi al saluto di Gossip Girl, quando mai potrebbe ricapitarmi l’occasione?
Al solito, i commenti sono benvenuti e sarei curiosa di sapere quale dei sette racconti sia stato il più gradito o se avete una classifica personale al riguardo.
Ringrazio nuovamente tutti coloro che hanno seguito l’intera settimana, chissà che non torni con qualche altro progetto Kurtbastian, ma per questo mese posso dirmi sinceramente soddisfatta di aver contribuito umilmente e dato un piccolo pegno della mia passione per questa coppia, che diventi canon o meno.
Per questo mese è tutto, buon Halloween!
Kiki87


[1]              Gossip Girl di cui non si conosce l’identità (a parte nella quinta stagione dove si sono nascoste Giorgina e poi Serena dietro lo pseudonimo), è la gestrice di un sito internet nel quale si raccontano le vicende delle principali famiglie nonché i protagonisti della fiction. Soprattutto attraverso la collaborazione di loro stessi (mandando soprattutto foto e filmini) quando ne fanno ricorso per spionaggio, vendetta o per semplice amore di pettegolezzo. Ha l’abitudine di assegnare a personaggi dei soprannomi o chiamarli con l’iniziale (B sta per Blair, infatti).

[2]              Blair è figlia di Eleanor, una famosissima stilista di New York che dirige un atelier a suo nome.

[3]              Dan Humphrey, un altro dei protagonisti della fiction: vi basti sapere che vive a Brooklyn e ciò fa sì che spesso venga trattato con sufficienza, soprattutto Blair che non manca spesso di rinfacciarglielo almeno fino ad un loro avvicinamento nella quinta stagione. E’ nel loft che apparteneva ai genitori che ospiterebbe il nostro Kurt.

[4]              Nelle prime stagioni era una dei lacchè al servizio di Blair ma non manca di tirarle ogni tanto qualche tiro mancino, aspirando lei stessa alla sua stessa fama e popolarità.

[5]              Serena Van Der Woodsen, un’altra delle protagoniste della fiction nonché miglior amica/nemica di Blair, hanno un rapporto abbastanza distruttivo e non è poco comune che litighino più volte in una stessa stagione per i più disparati motivi; di certo Blair che ama essere al centro dell’attenzione spesso si sente minacciata dal modo in cui Serena attiri su di sé l’attenzione. Ha avuto una lunga relazione con Dan Humphrey.

[6]              La madre di Serena nonché vecchia fiamma di Rufus Humphrey (il padre di Dan). Si badi bene che, a parte l’ironia, Sebastian non esagera affatto poiché ella è stata sposata per tre – o quattro?! – volte  prima di sposare Rufus; suo marito “attuale” nella narrazione.

[7]              Tutto questo è ovviamente farina del mio sacco ma doveva esserci un motivo se Sebastian è giunto a NY, diciamo che è un Crossover e A/U

[8]              Chuck è fratellastro di Serena, in quanto Lily è stata sposata anche con Bart, suo padre per l’appunto. Ed essere figlio di Lily – che i RIB mi fulmino! – lo renderebbe fratellastro di Serena a sua volta.

[9]              Qui Sebastian fa riferimento al famoso matrimonio Sheppard, rimasto celebre nella fiction perché lei e Nate, allora fidanzato con Blair, avevano fatto sesso prima che ella scappasse dal locale e poi dalla città.

[10]             Chuck è stato per molto tempo al timone delle industrie del padre e non è insolito che tra varie attività, vi siano locali o intrattenimenti a luci rosse.

[11]             Come si scopre nella prima stagione, il padre di Blair ha abbandonato la moglie, in quanto innamorato di un modello che lavorava con Eleanor.

[12]             Traduzione: “Forse”.

[13]             Solitamente Gossip Girl si firma con “xoxo”, in un caso come questo ricorrerebbe ad un “baci baci” in lingua francese.

   
 
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