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Autore: eltanin12    08/11/2012    3 recensioni
La notte del 31 ottobre in cui Lily e James Potter vennero uccisi, Harry non fu l'unico sopravvissuto. Nella culla, con lui c'era una bambina.
La sua gemella Jamie Lilian Potter.
Unitevi a loro, al camaleonte Moccì, a un loro nuovo amico, e agli amici che già conoscete, per rivivere l'avventura del loro terzo anno a Hogwarts.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Jamie Potter'
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Ciao a tutti gente,

Passato un buon Halloween ? (a chi è stato indigesto il cibo alla festa di complemorte di Nick-quasi-senza-testa? xd)
Eccomi qua come promesso col nuovo capitolo e il viaggio nel tempo

Buona lettura.... 






Tornare nel tunnel fu complicato. Lupin, Minus e Ron dovettero mettersi di lato per riuscirci; Lupin aveva sempre Minus a tiro di bacchetta e avanzavano goffamente nel tunnel uno a uno. Grattastinchi era ancora il primo della fila. Harry, Jamie e Hermione entrarono subito dopo Black, che faceva galleggiare Piton davanti a loro; il professore continuava a picchiare la testa ciondolante contro il soffitto basso e Jamie lo osservava con un espressione divertita, aveva l'impressione che Black non facesse nessuno sforzo per evitarlo.
«Sapete che cosa significa?» chiese improvvisamente Black a Harry e Jamie, mentre procedevano lentamente lungo il tunnel. «Consegnare Minus?»
«Che tu sei libero» disse Harry.
«Sì» disse Black. «Ma io sono anche» sembrava a disagio «Non so se nessuno ve l'ha mai detto, io sono il vostro padrino».
«Sì, lo sappiamo» sorrise Jamie
«Be', Lily e James mi hanno nominato vostro tutore» disse Black seccamente. «Se fosse successo qualcosa a loro»
Jamie nascose un sorriso più ampio e si scambiò uno sguardo con Harry che stava trattenendo il respiro. Black intendeva dire quello che anche loro pensavano?
«Lo capisco, naturalmente, se volete restare con i vostri zii» disse Black. «Ma... be', rifletteteci. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza, se voleste una... una casa diversa, senza rispostigli»
Jamie ridacchiò per la battuta appena abbozzata, un istante dopo però, si rese conto del significato delle parole di Black e il suo cuore sussultò, qualcosa sembrò esplodere nel suo stomaco e incespicò in una buca sbattendo contro la schiena di Harry.
«Cosa?», Harry guardò Jamie, incredulo, «Venire a vivere con te?» chiese battendo la testa contro una roccia che sporgeva dal soffitto.
Jamie guardava Sirius a bocca aperta «Cioè, lasciare i Dursley. Davvero ?» la voce di un tono più alto del normale.
«Certo, lo sapevo che non avreste voluto» disse Black in fretta mentre Jamie annuiva ancora scossa «Capisco, credevo solo che-»
«Cosa, no sei matto?» lo interruppe Jamie.
«Certo che vogliamo lasciare i Dursley» disse Harry, la voce di colpo roca come quella di Black.
«Hai una casa? Quando possiamo venire?» chiese Jamie trattenendo a stento l’euforia. Non si mise a saltellare solo perché avrebbe rischiato di sbattere la testa contro le rocce.
Black, si voltò a guardarli, la testa di Piton strisciava contro il soffitto, ma non ci fece caso. «Lo desiderate davvero?» chiese «Sul serio?»
«Sì, sul serio» disse Harry e Jamie annuì sorridendo.
Il volto tormentato di Black si aprì nel primo vero sorriso che vi avessero scorto finora. La differenza era sorprendente, come se una persona più giovane di dieci anni brillasse attraverso la maschera incavata; per un attimo, riapparve l'uomo che aveva riso al matrimonio dei loro genitori . Non parlarono più fino alla fine del tunnel. Grattastinchi balzò fuori per primo; evidentemente aveva premuto la zampa sul nodo del tronco, perché Lupin, Minus e Ron si arrampicarono fuori senza che si udisse alcun sibilo di rami infuriati.
Black fece passare Piton attraverso il buco, poi si ritrasse e lasciò uscire Harry, Jamie e Hermione. Finalmente furono tutti fuori.
I prati ora erano immersi nell'oscurità. L'unica luce proveniva dalle lontane finestre del castello. Si avviarono senza dire una parola. Minus continuava ad ansimare e ogni tanto piagnucolava.
Jamie e Harry si sorrisero «Ti immagini quando i Dursley scopriranno che andremo a vivere con l’assassino comparso in televisione?» disse Harry mettendole un braccio intorno alle spalle.
«Portiamoci una macchina fotografica» gli disse all’orecchio.
«Una sola mossa falsa, Peter» disse Lupin minaccioso. Aveva ancora la bacchetta puntata sul petto di Minus.
Risalirono i prati in silenzio, mentre le luci del castello si facevano sempre più grandi. Piton continuava a galleggiare in maniera bizzarra davanti a Black, con il mento che gli sobbalzava sul petto.
Una nuvola passò. All'improvviso sul suolo si allungarono tenui ombre. Il gruppo fu bagnato dalla luce della luna.
Piton urtò contro Lupin, Minus e Ron, che si erano fermati di colpo.
Black rimase immobile. Tese un braccio per bloccare Harry, Jamie e Hermione. Videro la sagoma di Lupin che si irrigidiva. Poi braccia e gambe presero a tremare.
«Oh, cielo» esclamò Hermione col fiato mozzo. «Questa sera non ha preso la pozione. Non è innocuo»
«Correte» sussurrò Black. «Correte. Ora!»
Ma Jamie non riuscì a correre. Minus era incatenato a Lupin. Harry balzò in avanti ma Black lo trattenne e lo risospinse indietro.
«Lasciate fare a me. Correte»
Si udì un terribile ringhio. La testa di Lupin si stava allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a vista d'occhio sul suo viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate. Il pelo di Grattastinchi era di nuovo ritto e il gatto indietreggiò.
Mentre il Lupo Mannaro alzava la testa e faceva scattare le lunghe zanne, Black scomparve dal fianco di Harry. Si era trasformato. L'enorme cane simile a un orso fece un balzo in avanti. Mentre il Lupo Mannaro si liberava delle manette che lo tenevano legato, il cane lo prese per la collottola e lo spinse indietro, lontano da Ron e da Minus. Erano avvinti, mascella contro mascella, gli artigli che sferravano colpi laceranti.
Minus si era tuffato in avanti per afferrare la bacchetta magica caduta a Lupin. Ron, in precario equilibrio sulla gamba bendata, cadde. Ci fu uno schiocco, un lampo di luce, e Ron giacque a terra immobile. Un altro schiocco, Grattastinchi volò per aria e ricadde a terra.
«Expelliarmus!» gridò Harry, puntando la propria bacchetta contro Minus; la bacchetta di Lupin volò per aria e sparì. «Resta dove sei» urlò Harry, correndo in avanti.
Jamie alzò la bacchetta contro Minus «Immobilus» urlò. Troppo tardi.Minus si era trasformato. La sua coda pelata scattò attraverso la manetta sul braccio teso di Ron, e si udì uno zampettare tra l'erba. Jamie corse nella direzione in cui era sparito.
Risuonarono un ululato e un ringhio tonante. Jamie rallentò il passo e alzò lo sguardo su Lupin, il Lupo Mannaro stava fuggendo di gran carriera nella foresta, ma quell’attimo tanto bastò per perdere di vista Minus. Si inginocchiò e avanzò a carponi nel tentativo di individuare la piccola sagoma del topo «No, non ci credo» gridò frustrata. Due mani la presero per le spalle  «Sirius, Minus è scappato, si è trasformato!» urlò Harry mentre la aiutava ad alzarsi.
Black perdeva sangue; era ferito sul muso e sulla schiena, ma alle parole di Harry si rialzò, e dopo un attimo il rumore delle sue zampe svanì nel silenzio mentre si allontanava di corsa attraverso il prato.
Harry prese Jamie per il polso e corsero da Ron, Hermione era già china su di lui. «Cosa gli ha fatto?» chiese Jamie preoccupata. Gli occhi di Ron erano semichiusi; la bocca spalancata. Era senz'altro vivo, sentivano il suo respiro, ma lui non dava segno di riconoscerli.
«Non lo so» disse Hermione «Ron» provò a scuoterlo presa dall’angoscia.
Harry si guardò intorno, disperato. Black e Lupin spariti tutti e due, a far loro compagnia c'era solo Piton, ancora sospeso a mezz'aria, privo di sensi.
Jamie guardò verso la foresta «Dobbiamo andare a cercare Minus»
«Non possiamo lasciarli qui» disse Harry, scostando i capelli dagli occhi e cercando di riflettere «Sarà meglio che li portiamo al castello e avvertiamo qualcuno»
«Ma ci vorrà un’eternità per spiegare tutto» protestò Jamie. La risposta di Harry fu smorzata da un uggiolio: un cane che soffriva.
Jamie sussultò e fece un passo in avanti verso quel lamento.
«Sirius», sussurrò Harry fissando l’oscurità.
Jamie strinse con forza le dita intorno alla bacchetta e partì di corsa, Harry la imitò «Hermione, resta con Ron»
L'uggiolio sembrava provenire dal prato vicino alla riva del lago. Scattarono in quella direzione, Jamie correva più che poteva. Il gelo si stava insinuando attraverso la pelle.
L'uggiolio cessò bruscamente e mentre raggiungevano la riva del lago capirono perché: Sirius era nuovamente umano. Era in ginocchio, le mani sopra la testa.
«No» gemette. «No. per favore»
Dissennatori, almeno un centinaio, che scivolavano in una massa nera attorno al lago, verso di loro.
«No» Jamie urlò e corse da Sirius senza pensarci due volte. Non glielo avrebbero portato via, non un’altra volta.
Afferrò la spalla di Black e puntò la bacchetta contro i Dissennatori. Doveva farcela. I contorni dei mantelli neri perdevano nitidezza, si confondevano con le sagome scure degli alberi. Strizzò gli occhi e scosse la testa per cercare di restare lucida.
Sarebbero andati a vivere con Sirius.
La spalla di Black tremò sotto la sua mano, Jamie perse la presa. Sirius cadde su un fianco e giacque immobile a terra, mortalmente pallido.
Era il loro padrino. Sarebbe guarito.
«Expecto Patronum» una nebbia grossa e argentea uscì dalla bacchetta, un paio di Dissennatori indietreggiarono.
Sarebbero stati felici.
Una mano calda si strinse nella sua, si voltò appena per vedere Harry. Le dava le spalle e puntava la bacchetta contro i Dissennatori dietro di lei. Li stavano accerchiando.
Strinse di più la mano di Harry.
Il suo Patronus si stava affievolendo, inghiottito dai mantelli neri «No» gemette Jamie «No, non ve lo lasceremo prendere», le lacrime presero a scorrerle lungo le guancie e le sfuggì un singhiozzo disperato.
La schiena contro quella di Harry le infuse per un attimo un leggero calore. Non bastò però a infondere forza al suo Patronus, che diventava sempre più debole, come lei.
La mano stretta in quella di Harry.
La presa si stava allentando «Harry», non era certa di aver urlato davvero il suo nome o se fosse accaduto solo nella sua testa.
Alla debole luce del suo informe Patronus, vide un Dissennatore arrestarsi, molto vicino. Non riuscì ad attraversare la nuvola di nebbiolina argentea che Jamie aveva evocato.
Una viscida mano morta scivolò fuori da sotto il mantello. Fece un gesto come per spingere da parte il Patronus.
«Vattene» mormorò Jamie.
Il Dissennatore più vicino parve studiarla. Poi alzò entrambe le mani, e abbassò il cappuccio.
Dove avrebbero dovuto esserci gli occhi c'era solo pelle sottile, grigia, butterata, tesa su orbite vuote. Ma c'era la bocca: un buco informe che si spalancava e risucchiava l'aria in un rantolo.
Jamie cadde sulle ginocchia, con movimenti convulsi cercò Harry, afferrò il suo braccio.
Due mani robuste e appiccicose si strinsero intorno al collo di Jamie.
Perse la presa sul braccio di Harry.
Suo padre urlava nella sua testa.
L’alito putrido dell’essere le soffiò in faccia.
E poi, attraverso la nebbia che la stava per sommergere, credette di vedere una luce argentea che diventava sempre più intensa.
Cadde in avanti sull'erba, a faccia in giù, troppo debole per muoversi, scossa dalla nausea e dai brividi, Jamie aprì gli occhi. La luce accecante illuminava l'erba attorno a lei. L'urlo si era arrestato, il freddo arretrava.
Qualcosa stava respingendo i Dissennatori, girava attorno a lei, a Sirius e a Harry.
I rantoli e i risucchi dei Dissennatori svanirono. Se ne stavano andando, l'aria era di nuovo tiepida.
Jamie alzò appena la testa e vide due animali nella luce che correvano in direzioni diverse attraverso il lago. Erano enormi.
Deglutì e cercò a tentoni la mano di Harry. Le forze la stavano abbandonando.
La mano cadde vuota sul prato, e Jamie batté la testa a terra, svenuta.
 
«Una faccenda spaventosa, spaventosa. È un miracolo se non è morto nessuno. Mai sentito niente di simile, per tutti i fulmini, meno male che c'era lei, Piton»
«Grazie, Ministro».
«Ordine di Merlino, Seconda Classe, direi. Anche Prima Classe, se solo ci riesco»
«Grazie infinite, Ministro».
«Brutta ferita, opera di Black, suppongo»
«In effetti, è opera dei Potter e di Weasley e Granger, Ministro»
«No»
«Black li aveva stregati, l'ho capito subito. Un Incantesimo Confundus, a giudicare dal loro comportamento. Sembravano convinti che potesse essere innocente. Non erano responsabili delle loro azioni. D'altra parte, il loro intervento avrebbe potuto consentire a Black di fuggire. Credo che fossero convinti di poterlo catturare da soli. L'hanno passata liscia in un sacco di occasioni prima d'ora, e temo che si siano fatti un'alta opinione di se stessi. E naturalmente il Preside ha sempre concesso ai Potter un'eccessiva libertà»
«Ah, be', Piton... Harry e Jamie Potter, sa, abbiamo tutti un debole per loro».
«Si, ma è un bene concedergli un trattamento così speciale? Personalmente cerco di trattarli come tutti gli altri studenti. E qualunque altro studente verrebbe sospeso, come minimo, per aver messo a repentaglio le vite dei suoi amici come hanno fatto loro. Ci pensi, Ministro: contro tutte le regole della scuola, dopo tutte le precauzioni prese per proteggerli, uscire di notte, farsi complici di un Lupo Mannaro e di un assassino e ho anche ragione di credere che uno dei due abbia fatto visita illegalmente a Hogsmeade con la complicità dell’altro»
«Be', be', vedremo, Piton, vedremo. I ragazzi si sono comportati come sciocchi, certo...»
Jamie aprì a fatica gli occhi. Piton stava mentendo. E Sirius dov’era?
Richiuse gli occhi. Si sentiva confusa, le parole che udiva sembravano viaggiare molto lentamente dalle orecchie al cervello, le capiva a stento.
Provò a muoversi, doveva avvertire Caramell. Contrasse i muscoli per sforzarsi, ma sentiva le membra pesanti come piombo. Non riuscì ad alzarsi e rilassò i muscoli.
«Quello che mi stupisce di più è il comportamento dei Dissennatori, davvero non ha idea di cosa li ha costretti a ritirarsi, Piton?»
«No, Ministro. Quando sono arrivato stavano già tornando alle loro postazioni vicino agli ingressi»
«Straordinario. E Black, e Harry e Jamie...»
«Quando li ho raggiunti erano tutti svenuti. Ho legato e imbavagliato Black, naturalmente, ho fatto apparire delle barelle e li ho riportati subito al castello».
Aprì gli occhi, nonostante le palpebre pesanti. Sirius era stato catturato. Boccheggiò per un istante. Doveva fare qualcosa, doveva salvarlo.
Si accorse solo in quel momento di essere in Infermeria, era ancora tutto buio, non doveva essere passato molto tempo. Girò la testa sul cuscino e vide Hermione che la osservava, sdraiata immobile sul letto. Quando Jamie incontrò il suo sguardo, Hermione si premette un dito sulle labbra, poi indicò la porta. Era socchiusa, e dal corridoio arrivavano le voci di Cornelius Caramell e di Piton. Madama Chips percorse a rapidi passi la corsia buia fino al letto di Jamie, che si voltò a guardarla. Portava il più grosso pezzo di cioccolato che avesse mai visto. Sembrava un piccolo macigno.
«Ah, sei sveglia» disse sbrigativa. Posò il cioccolato sul comodino di Jamie e prese a farlo a pezzi con un martelletto. Jamie alzò la testa e vide Harry sul letto accanto a Hermione, anche lui era sveglio.
«Come sta Ron?» chiese Hermione.
«Ce la farà» disse Madama Chips cupa. «Quanto a voi due» disse indicando Harry e Jamie «Resterete qui finché non avrò deciso che... Potter, che cosa credete di fare?»
Jamie si era alzata, anche se barcollante e Harry si era seduto, si era rimesso gli occhiali e aveva afferrato la bacchetta. «Devo vedere il Preside» disse Harry
«Potter» disse Madama Chips in tono suadente, «Va tutto bene. Hanno preso Black. È rinchiuso di sopra. I Dissennatori eseguiranno il Bacio da un momento all'altro-»
Jamie si portò le mani alla bocca, gli occhi sbarrati «No, non possono farlo»
«Che cosa?» Harry balzò fuori dal letto. Jamie e Hermione lo seguirono. Ma le loro grida erano echeggiate nel corridoio; un attimo dopo, entrarono Cornelius Caramell e Piton.
«Harry, Jamie, che cosa c'è?» disse Caramell agitato. «Dovreste essere a letto. Hanno preso del cioccolato?» chiese con ansia a Madama Chips.
«Ministro, mi ascolti» esclamò Harry. «Sirius Black è innocente. Peter Minus ha solo fatto finta di morire. L'abbiamo visto stanotte. Non può permettere che i Dissennatori facciano quella cosa a Sirius, lui è-»
Ma Caramell scosse la testa con un piccolo sorriso. «Harry, Harry, sei molto confuso, hai vissuto un'esperienza terribile, ora sdraiati di nuovo, è tutto sotto controllo-»
«No!» urlò Jamie. «Avete preso l'uomo sbagliato»
«Ministro, ci ascolti, la prego» disse Hermione fissando Caramell con aria supplichevole. «L'ho visto anch'io, era il topo di Ron, è un Animagus, Minus, voglio dire, e-»
«Cosa le dicevo, Ministro?» intervenne Piton. «Sono Confusi, tutti e tre. Black ha fatto proprio un bel lavoro»
Jamie guardò con disgusto Piton «Non eravamo confusi, questo lo sa bene» disse a denti stretti
«Ministro, Professore» disse arrabbiata Madama Chips. «Devo insistere perché ve ne andiate. I Potter sono miei pazienti, e non deve essere disturbati»
«Macché disturbati, stiamo cercando di spiegargli che cosa è successo» ribatté Harry furibondo. «Se solo ci ascoltassero» Ma Madama Chips gli ficcò a tradimento un grosso pezzo di cioccolato in bocca. Harry quasi soffocò, e lei ne approfittò per costringerlo a tornare a letto, trattenendo Jamie, che lottava per liberarsi, con l’altro braccio «Vi sto dicendo che è innocente. Dovete credermi» urlò fuori di sè
«Ora, la prego, Ministro, questi ragazzi hanno bisogno di cure. Per favore, andate via»
La porta si aprì di nuovo. Era Silente. Harry inghiottì a fatica il boccone di cioccolato e si alzò di nuovo. Jamie smise di ribellarsi e lo guardò con un moto di speranza.
«Professor Silente, Sirius Black...» disse Harry
«Per l'amor del cielo!» esclamò Madama Chips in tono isterico. «Questa è un'infermeria o che cosa? Preside, devo insistere»
«Le mie scuse, Chips, ma ho bisogno di scambiare due parole con i signori Potter e la signorina Granger» disse Silente con calma. «Ho appena parlato con Sirius Black»
«Suppongo che le abbia raccontato la stessa favola che ha ficcato in testa a Potter» sibilò Piton. «Qualcosa a proposito di un topo, e di Minus che sarebbe vivo»
«Non è una favola» urlò Jamie, si trattenne, non seppe come, dall’aggiungere “idiota” a fine frase.
«In effetti, è proprio questa la versione di Black» disse Silente, osservando attentamente Piton attraverso gli occhialetti a mezzaluna e ignorando Jamie.
«E la mia testimonianza non conta niente?» ringhiò Piton. «Peter Minus non era nella Stamberga Strillante, e non c'era traccia di lui nel parco».
«Perché lei era privo di sensi, professore» intervenne Hermione. «Non è arrivato in tempo per sentire»
«Signorina Granger, frena quella lingua»
«Avanti, Piton» disse Caramell, turbato, «la signorina è sconvolta, dobbiamo essere pazienti»
«Vorrei parlare con Harry, Jamie e Hermione da solo» ripeté Silente in tono brusco. «Cornelius, Severus, Chips, per favore, lasciateci soli».
«Preside» farfugliò Madama Chips. «Hanno bisogno di cure e di riposo»
«Non possiamo aspettare» disse Silente. «Devo insistere».
Madama Chips, imbronciata, si diresse verso il suo ufficio all'altro capo della corsia e sbatté la porta.
 Caramell consultò il grosso orologio d'oro appeso al panciotto «I Dissennatori dovrebbero essere arrivati» disse. «Andrò loro incontro. Silente, ci vediamo di sopra».
Raggiunse la porta e la tenne aperta per Piton, ma Piton non si mosse «Spero che non creda a una parola della storia di Black, vero?» sussurrò, gli occhi fissi sul volto di Silente.
«Vorrei parlare con Harry, Jamie e Hermione da solo» ripeté Silente per la terza volta.
Piton fece un passo verso di lui «Sirius Black ha dimostrato di essere capace di uccidere a sedici anni» borbottò. «Non se l'è dimenticato, Preside, vero? Non ha dimenticato che una volta ha tentato di uccidere me
«Non ha tentato di ucciderla» replicò secca Jamie, squadrando Piton, torva
Silente la ignorò «La mia memoria è buona come sempre, Severus» disse con calma.
Piton girò sui tacchi e oltrepassò la porta che Caramell teneva ancora aperta per lui e che si chiuse alle loro spalle. Silente si voltò verso Harry, Jamie e Hermione. Tutti e tre presero a parlare nello stesso momento.
«Professore, Black dice la verità, abbiamo visto Minus»
«...è fuggito quando il professor Lupin si è trasformato in un Lupo Mannaro»
«...è un topo»
«...la zampa davanti, voglio dire, il dito, se l'è tagliato via»
«...Minus ha aggredito Ron, non è stato Sirius»
Ma Silente alzò la mano per bloccare la raffica di spiegazioni «Ora tocca a voi ascoltare, e vi prego di non interrompermi, perché abbiamo pochissimo tempo» disse con calma. «Non c'è una straccio di prova a sostegno della storia di Black, eccetto la vostra parola. E la parola di tre maghi di tredici anni non convincerà nessuno. Tantissimi testimoni, una strada intera, hanno giurato di aver visto Sirius uccidere Minus. Io stesso ho fornito al Ministero la prova che Sirius era il Custode Segreto dei Potter».
«Il professor Lupin può dirle-» esclamò Harry, senza riuscire a trattenersi.
«Il professor Lupin al momento è nel cuore della foresta e non può dire niente a nessuno. Quando sarà tornato umano, sarà troppo tardi, Sirius sarà peggio che morto. Devo aggiungere che i Lupi Mannari godono di una così scarsa fiducia presso gran parte di noi che il suo sostegno conterà po-chissimo. E il fatto che lui e Sirius siano vecchi amici...»
«Ma, non si ricorda quello che le ho detto nel suo ufficio, non ha capito cos-»
«Ascoltami, Jamie. È troppo tardi, mi capisci? Dovete ammettere che la versione del professor Piton è molto più convincente della vostra».
«Lui odia Sirius» intervenne Hermione, disperata. «E tutto per qualche stupido scherzo che Sirius gli ha fatto»
«Sirius non si è comportato come una persona innocente. Ha aggredito la Signora Grassa, è entrato nella Torre di Grifondoro armato di pugnale, senza Minus, vivo o morto, non abbiamo alcuna possibilità di modificare la sorte di Sirius».
«Ma lei crede a noi?» chiese Jamie
«Sì» disse Silente piano. «Ma non ho il potere di costringere gli altri a vedere la verità, o di scavalcare il Ministero della Magia»
Jamie fissò il volto grave del mago e si sentì il terreno mancare sotto i piedi. Era sempre stata convinta che Silente sapesse trovare una soluzione per tutto. Era influente, aveva grandi doti oratorie e manipolatorie, poteva rigirarsi chiunque come voleva. Silente era la loro ultima possibilità, ma se nemmeno lui riusciva a trovare una via d’uscita, allora erano senza speranza.
Jamie serrò i pugni «Non mi importa cosa pensa il Ministro. Lo faremo evadere», Harry annuì deciso.
«Ma certo» disse Silente con calma, con un piccolo sorriso «Quello che ci occorre» lo sguardo azzurro che si spostava da Harry, Jamie a Hermione, «è più tempo».
«Ma» esordì Hermione. E poi sgranò gli occhi. «Oh»
«Ora, attenzione» disse Silente, parlando molto piano e scandendo bene le parole. «Sirius è chiuso nell'ufficio del professor Vitious al settimo piano. La tredicesima finestra a destra della Torre Ovest. Se tutto va bene, riuscirete a salvare più di una vita innocente stanotte. Ma ricordate tutti e tre che non dovete farvi vedere. Signorina Granger, tu conosci la legge, sai qual è la posta in gioco. Non dovete farvi vedere».
Jamie non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Silente si voltò e guardò verso di loro mentre si avviava verso la porta. «Vi chiuderò dentro. Ora» e consultò l'orologio, «È mezzanotte meno cinque. Signorina Granger, tre giri dovrebbero bastare. Buona fortuna».
«Buona fortuna?» ripeté Harry, mentre la porta si chiudeva dietro Silente. «Tre giri? Di che cosa sta parlando? Che cosa dovremmo fare?»
Jamie guardò Hermione «Non dirmi che avevo ragione» le disse incredula
Hermione trafficava con il colletto della camicia «Avevi ragione» estrasse una catena d’oro molto lunga e sottile.
La bocca di Jamie si aprì formando una “o” «Cosa? E come fai? Insomma hai una macchina del tempo, o-»
«Non c’è tempo, venite qui» disse Hermione brusca. Prese Jamie per un polso e l’attirò verso di sé e le mise senza troppi preamboli la catena d’oro al collo «Harry muoviti»
Harry avanzò verso di lei, perplesso. Hermione teneva la catena tesa davanti a sé. Harry vide penzolare una piccola clessidra scintillante.
«Vieni qui» Hermione passò la catena anche attorno al collo di Harry. «Siete pronti?» disse in soffio.
«Che cosa succede?» chiese Harry, completamente smarrito.
Hermione fece girare la clessidra tre volte.
Il buio si dissolse. Jamie ebbe la sensazione di volare all'indietro, a grandissima velocità. Un turbine velocissimo di colori e forme gli sfrecciò accanto, le orecchie gli pulsavano, cercò di gridare ma non riuscì a sentire la propria voce.
Avvertì di nuovo il terreno sotto i piedi, e tutto tornò a fuoco. Era in piedi vicino a Hermione e a Harry nella Sala d'Ingresso deserta e una cascata di luce d'oro inondava il pavimento di pietra attraversando le porte spalancate.
«Preferivo una macchina» si lamentò Jamie sturandosi un orecchio.
«Di qua» Hermione li afferrò per le maniche e li trascinò verso la porta di un armadio per le scope, lo aprì, spinse dentro Harry e Jamie tra secchi e stracci, poi chiuse bruscamente la porta alle loro spalle.
«Cosa... come... Hermione, che cosa è successo?» chiese Harry.
«Siamo tornati indietro nel tempo» sussurrò Hermione, sfilando la catena dal collo di Harry e di Jamie. «Di tre ore»
Jamie incrociò le braccia «Ma perché di-», Hermione le tappò la bocca con una mano «Sst. Arriva qualcuno. Credo che potremmo essere noi» Hermione teneva l’orecchio appoggiato all’armadio «Dei passi nell’ingresso. Siamo noi che stiamo andando da Hagrid»
«Mi stai dicendo» sussurrò Harry, «che siamo qui dentro in questo armadio e siamo anche fuori?»
«Sì» disse Hermione, con l'orecchio ancora incollato alla porta.
Jamie si liberò dalla mano di Hermione «Perché lui può parlare e io no?»
Hermione le fece segno di tacere «Sono sicura che siamo noi, non sembra che siano più di quattro persone e camminiamo piano perché siamo sotto il Mantello dell'Invisibilità» Tacque, restando in ascolto. «Siamo scesi per i gradini» Hermione si sedette su un secchio rovesciato. Aveva l'aria molto preoccupata, ma Harry e Jamie volevano ancora qualche risposta.
«Dove hai presoquella clessidra?» le chiese Harry
«È una GiraTempo» sussurrò Hermione, «e me l'ha data la professoressa McGranitt il primo giorno di scuola quest'anno. E da allora che la uso per riuscire a frequentare tutte le lezioni. La professoressa McGranitt mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno. Ha dovuto scrivere un sacco di lettere al Ministero della Magia per farmene avere una. Ha dovuto spiegare che sono una studentessa modello, e che non l'avrei mai usata assolutamente per altro se non per lo studio. La giro e ho delle ore in più, è così che riesco a seguire tante lezioni contemporaneamente, capito? Ma, non capisco che cosa Silente vuole che facciamoPerché ci ha detto di tornare indietro di tre ore? Come possiamo aiutare Sirius?»
«Appunto, dovevamo tornare indietro di più» disse Jamie «Saremmo potuti andare da Hagrid e prendere Minus»
«Non è detto che fosse già lì. E poi, non possiamo interagire con nessuno» disse Hermione perentoria
«Ma se-»
«Jamie, concentriamoci su quello che ha detto Silente» disse Hermione scandendo le parole
Jamie alzò gli occhi e sbuffò, ma annuì.
«Più o meno a quest'ora dev'essere successo qualcosa che vuole che cambiamo» disse Harry lentamente. «Che cosa è successo? Tre ore fa stavamo andando da Hagrid»
«Adessosono tre ore fa, e noi stiamoandando da Hagrid» disse Hermione. «Ci siamo appena sentiti passare»
Harry aggrottò la fronte. Era come se si stesse strizzando il cervello «Silente ha detto solo... ha detto solo che potevamo salvare più di una vita innocente» E poi capì. «Dobbiamo salvare Fierobecco»
Jamie lo guardò per un secondo, poi sorrise appena «Sirius può scappare con lui. Ecco perché Silente ci ha detto qual’era la finestra»
«Esatto, possiamo salvare tutti e due» disse Harry, battendo un pugno sul palmo aperto della mano.
Hermione sembrava terrorizzata «Se ci riusciamo senza farci vedere sarà un miracolo»
«Ehi, voi due» disse Jamie indicando Harry Hermione «Cominciate ad andare a prendere Fierobecco»
«E tu dove vai?» chiese Hermione leggermente isterica «Jamie, non devi-»
«Serve un manico di scopa» la interruppe Jamie calma «Fierobecco non può portare noi tre e poi anche Sirius»
«Ma non ne abbiamo una qui» il tono di Hermione era quasi piagnucolante.
«Lo so. Vado a prendere la mia Nimbus»
«Ce la fai senza farti vedere?» le domandò Harry
Jamie annuì «Noi siamo usciti e nessuno lo sa. Prendo la scopa e poi scendo in volo»
Hermione si mise le mani tra i capelli «È rischioso. Troppo rischioso»
Jamie sorrise «Giuro che faccio la brava» alzò lo sguardo su Harry «Ci vediamo ai primi alberi della foresta. Vicino alla capanna, ok?»
«D’accordo»
Jamie sorrise, mentre correva su per la torre di Grifondoro. Nessuno lo sapeva, ma era abituata a non farsi scoprire, anche senza mantello o mappa. Se Hermione avesse saputo tutto quello che aveva fatto con Fred e George, l’avrebbe rimproverata all’infinito.
Non incontrò quasi nessuno, se non qualche studente che festeggiava ancora la fine degli esami, ma non le badarono.
Si accodò a un gruppo di ragazzi del sesto anno per entrare in Sala Comune, così da passare inosservata. Camminò con indifferenza di fianco a uno di loro particolarmente alto, e poi sgusciò sulle scale del dormitorio.
Chiuse la porta dietro di sé e si assicurò che non ci fosse nessuno. Si chinò sul baule, per prendere la sua Nimbus quando qualcosa le colpì la testa con se fosse un proiettile «Ahi, como te sei permessa de lasciarme aquì todo el giorno» Moccì si era attaccato ai suoi capelli
«Moccì, mi hai fatto male» si massaggiò la testa «Da dove sbuchi?»
«Ho appiccicato la lengua alla tua treccia» e le camminò impettito sulla testa, fino a sporgersi in giù.
Jamie vide il muso di Moccì e il rigonfiamento degli occhi. Soffiò con la bocca contro il camaleonte «Non ho tempo. Dobbiamo muoverci, Moccì»
«Ahi, in che otro guaio te sei cacciata?», il camaleonte risalì indietro sulla sua testa e sparì dalla vista di Jamie.
«Siamo tornati indietro nel tempo e dobbiamo salvare il nostro padrino»
Moccì roteò gli occhi «Esto è davvero ridicolo»
Jamie lo sentì scendere sulla treccia e poi salire sulla spalla sinistra. Si voltò a guardarlo «Vieni a fare un volo con me?»
Moccì aprì appena di più l’occhio destro, e alzò la coda in modo da formare un grosso punto di domanda.
«O vieni o resti qui»
Moccì buttò in fuori il petto «Bueno, noi De La Fuentes non ci siamo mai-». Strillò, indignato. Jamie si era alzata di colpo e in mano teneva saldamente il manico di scopa. Aprì la finestra e posizionò fuori la scopa, tenendola in orizzontale «Tieniti» disse a Moccì, e il camaleonte si spostò sul grembo di Jamie, aggrappandosi alla camicia.
Jamie mise un piede fuori dalla finestra e si mise a cavalcioni sul davanzale, sempre tenendo la scopa con una mano. Puntò l’altro piede sul davanzale e tenendosi con la mano libera alla finestra portò il piede che pendeva nel vuoto oltre il manico di scopa. La Nimbus ondeggiò appena, come se si fosse risvegliata. Jamie si sporse con busto e si sedette sul manico, posizionò anche l’altro piede e staccò la mano dalla finestra. La scopa ondeggiò e precipitò per un paio di metri. Un istante dopo Jamie sorvolava i tetti di Hogwarts, mentre Moccì, mormorava quella che sembrava una preghiera in spagnolo. Jamie si piegò sul manico e cominciò a planare quando si trovò vicino alla Foresta Proibita. Si abbassò piano e si allontanò dalla capanni di Hagrid. Fierobecco era ancora nell’orto. Harry e Hermione dovevano essere nascosti vicino alla capanna.
Atterrò tra i primi alberi della foresta, si mise la scopa in spalla, Moccì si era spostato su quella libera e non aveva più detto una parola «Stai bene?»
«Stt», Moccì le colpì il collo con la coda «Me sto assicurando che non ci siano pericoli»
Jamie sorrise e gli accarezzò la testa con un dito «Bravo, Moccì»
Un quarto d’ora dopo, riuscì a trovare Harry e Hermione. Erano nascosti, dietro una grossa quercia.
«Ti ha visto qualcuno?» le sussurrò Hermione
«Hermione, rilassati» le disse Harry con un lieve sorriso
«Siamo ancora dentro?» chiese Jamie, scrutando la capanna
«No, Caramell e gli altri, sono appena entrati» disse Hermione «Ma c’è Macnair alla finestra»
Poi udirono la voce di Caramell : «Noi, ehm, dobbiamo leggerti l'avviso di esecuzione, Hagrid. Farò in fretta. E poi tu e Macnair dovrete firmarlo. Macnair, anche lei deve ascoltare, è la procedura»
Il volto di Macnair sparì dalla finestra. Ora o mai più. «Vado io» disse Jamie «’Becco mi conosce meglio»
Moccì, le fece il verso, ma Jamie lo ignorò. Scattò da dietro l’albero e passò sotto la staccionata e si avvicinò a Fierobecco, che alzò il viso facendo schioccare il becco, come per chiamarla. Jamie lo guardò negli occhi e si inchinò. L’ippogrifo cadde sulle ginocchia squamose e si rialzò.
«È stato stabilito dal Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose che l'esecuzione dell'ippogrifo Fierobecco, d'ora in poi definito il condannato, abbia luogo il sei giugno al calar del sole...»
Jamie gli accarezzò il collo piumato e cominciò a trafficare con la corda che lo legava alla staccionata.
«...condannato a morte per decapitazione. La sentenza verrà eseguita dal boia nominato dal Comitato stesso. Walden Macnair...»
«Andiamo, bellissimo» Jamie tirò la corda, Fierobecco puntò le zampe davanti «No, ‘Becco, devi venire con me. Vogliamo aiutarti»
Moccì, saltò sulla testa di Fierobecco «Ahi, dios. Mouvete, non ho intenzione di finire arrestato»
«...davanti ai testimoniHagrid, firma qui...»
Jamie prese il becco dell’Ippogrifo, gli fece abbassare il muso e appoggiò la fronte contro quella di Fierobecco «Bello, guardami. Devi venire via»
«Be', facciamola finita» disse la voce acuta del membro del Comitato dall'interno della capanna. «Hagrid, forse sarebbe meglio se restassi qui»
«No, io...io voglio stare con lui. Non voglio che da solo...»
Moccì fece scattare la coda, nervoso.
Un suono di passi echeggiò dentro la capanna.
Jamie guardò la capanna, e poi tornò a fissare Fierobecco «Hagrid vorrebbe che ti salvassi e noi ti aiuteremo, ma dobbiamo andarcene. Ora», tirò leggermente la corda e l’Ippogrifo cominciò a seguirla, anche se molto riluttante. Erano ancora a tre metri dalla foresta, in piena vista dalla porta sul retro.
«Un momento, prego, Macnair» esclamò Silente. «Deve firmare anche lei». I passi si arrestarono. Jamie tirò la corda. Fierobecco fece schioccare il becco e avanzò un po' più in fretta.
Il volto pallido di Hermione spuntò da dietro un albero «Jamie, muoviti» mormorò.
Jamie sentì la voce di Silente, che continuava a parlare dentro la capanna. Harry scattò da dietro l’albero e afferrò a sua volta la corda, diede uno strattone. Fierobecco ruppe in un trotto riottoso. Ormai erano vicino agli alberi.
«Presto, presto» gemette Hermione, afferrando a sua volta la corda e tirando per costringere Fierobecco a muoversi più in fretta. Harry guardò indietro: ora era impossibile vederli da casa di Hagrid; il giardino del guardiacaccia non si vedeva più.
«Fermatevi» mormorò Harry. «Potrebbero sentirci»
La porta sul retro si era aperta con un tonfo. Harry, Jamie, Hermione e Fierobecco rimasero immobili; anche l'Ippogrifo sembrava in ascolto.
«Dov'è?» esclamò la voce squillante del membro del Comitato. «Dov'è la bestia?»
«Era legata laggiù» disse il boia furibondo. «L'ho vista. Era lì»
«Che cosa straordinaria» disse Silente, con una nota divertita nella voce.
«Becco!» borbottò Hagrid.
Si udì un sibilo e il colpo di un'ascia. A quanto pareva, il boia l'aveva scagliata con rabbia contro la staccionata. E poi venne l'ululato, e questa volta sentirono le parole di Hagrid tra i singhiozzi.
«È scappato! È scappato! Benedetto il suo beccuccio, è scappato! Deve essersi liberato! Becco, bravo ragazzo!»
Fierobecco cominciò a tirare la corda, deciso a tornare da Hagrid. Harry e Jamie rafforzarono la presa puntando i piedi per terra per cercare di trattenerlo.
«Qualcuno l'ha slegato» ringhiò il boia. «Dobbiamo frugare il parco, la foresta»
«Macnair, se Fierobecco è stato davvero portato via da qualcuno, crede che il ladro sia partito a piedi?» disse Silente, ancora più divertito. «Semmai frughi i cieli, se vuole... Hagrid, mi andrebbe una tazza di tè. O un bel bicchiere di brandy».
«Na- naturale, professore
Harry, Jamie e Hermione ascoltarono attentamente. Sentirono dei passi, le imprecazioni del boia, lo scattare della porta, e poi di nuovo silenzio.
«E adesso?» sussurrò Harry guardandosi attorno.
«Dobbiamo restare qui nascosti» disse Hermione, molto turbata. «Dobbiamo aspettare finché non tornano al castello. Poi aspettiamo il momento giusto per far volare Fierobecco fino alla finestra di Sirius. Mancano almeno un paio d'ore. Oh, sarà difficile» Gettò uno sguardo nervoso oltre la propria spalla, verso il cuore della foresta. Il sole stava tramontando.
«Dovremo spostarci» disse Jamie. «Dobbiamo riuscire a vedere il Platano, altrimenti non sapremo che cosa succede».
«D'accordo» convenne Hermione, stringendo la presa sulla corda di Fierobecco. «Ma dobbiamo fare in modo che non ci vedano, ricordatevi»
«Vieni, Becco» Jamie gli accarezzò il testone e l’Ippogrifo li seguì
Avanzarono lungo il limitare della foresta, mentre l'oscurità s'infittiva attorno a loro, finché non furono nascosti da un ciuffo di alberi attraverso i quali si distingueva chiaramente il Platano.
«Ecco Jamie e Ron» disse Harry all'improvviso.
Due sagome scure sfrecciarono attraverso il prato e le grida echeggiarono nell'aria immobile della sera.
«Ron, prendilo»
«Vai via... vai via... Crosta, vieni qui...»
E poi videro altre due figure materializzarsi dal nulla. Harry guardò se stesso e Hermione rincorrere Ron. Poi vide Ron tuffarsi.
«Preso! Vattene via, gattaccio puzzolente...»
«Esto es meglio dei fotoromanzi»
«Ecco Sirius» disse Jamie. La grossa sagoma del cane era spuntata dalle radici del Platano. Lo videro far cadere Harry, poi afferrare Ron.
«Visto da qui sembra ancora peggio, vero?» disse Harry osservando il cane che spingeva Ron tra le radici. «Ahia, guarda, l'albero mi ha appena colpito. E anche a voi, è strano»
«Ahi chica, che colpo»
Il Platano scricchiolava e assestava frustate con i rami più bassi; si videro sfrecciare da tutte le parti, nel tentativo di raggiungere il tronco. E poi l'albero si immobilizzò.
«Quello era Grattastinchi che ha premuto il nodo» disse Hermione.
«Ed eccoci» mormorò Harry. «Siamo dentro».
Nell'istante in cui scomparvero, l'albero riprese ad agitarsi. Qualche attimo dopo, sentirono dei passi vicini. Silente, Macnair, Caramell e il vecchio membro del Comitato risalivano verso il castello.
«Appena dopo che siamo scesi nel passaggio» disse Hermione. «Se solo Silente fosse venuto con noi»
«Sarebbero venuti anche Macnair e Caramell» disse Harry in tono amaro. «Scommetto qualunque cosa che Caramell avrebbe ordinato a Macnair di uccidere Sirius immediatamente»
«Avremmo dovuto fargli fare la stessa fine di Piton» disse Jamie e non sembrava molto dispiaciuta all’idea di dare a Macnair ciò che si meritava.
Guardarono i quattro uomini salire le scale del castello e sparire. Per qualche minuto la scena rimase deserta. Poi...
«Ecco Lupin» disse Harry, mentre un'altra sagoma sfrecciava giù e correva verso il Platano. Harry guardò il cielo. Le nuvole oscuravano completamente la luna.
«Se solo avesse preso la pozione» disse Jamie raccogliendo le gambe «Minus non sarebbe riuscito a scappare»
Osservarono Lupin che raccoglieva un ramo spezzato e premeva il nodo sul tronco. L'albero cessò di lottare, e anche Lupin scomparve nella fessura tra le radici.
«Se solo avesse preso il Mantello» disse Harry. «È lì per terra» Si voltò verso Hermione e Jamie. «Se corressi a prenderlo adesso, Piton non potrebbe mai impadronirsene e»
«Ma non è Piton il problema» disse Jamie «Anche se non mi piace che abbia usato il mantello di papà»
«Harry, non dobbiamo farci vedere!»
«Come fai a sopportarlo?» chiese Harry aspramente. «Come fai a star lì a guardare e basta?» Esitò. «Vado a prendere il Mantello»
«Vai» lo incitò Jamie
«Harry, no
Hermione riuscì a trattenere Harry per i vestiti appena in tempo. Proprio in quel momento sentirono una canzone. Era Hagrid che saliva al castello, cantando a squarciagola e barcollando un po'. Aveva con sé una grossa bottiglia.
«Visto?» sussurrò Hermione. «Visto che cosa sarebbe successo? Dobbiamo stare nascosti! No, Fierobecco!» Hermione afferrò la corda.
L'Ippogrifo stava cercando disperatamente di raggiungere Hagrid. Jamie abbracciò il collo piumato cercando di calmarlo. Anche Harry afferrò la corda, sforzandosi di trattenere Fierobecco. Seguirono con lo sguardo Hagrid che zigzagava verso il castello, un po' brillo. Fierobecco cessò di agitarsi e chinò il testone, malinconico.
«Su, su Becco. Hagrid sta bene, lo rivedrai» disse Jamie dando piccole pacche sul dorso dell’animale.
Pochi minuti dopo, le porte del castello si riaprirono e Piton uscì di corsa, diretto al Platano.
Harry strinse i pugni mentre Piton si fermava vicino all'albero e gettava un'occhiata intorno. Poi Piton afferrò il Mantello e lo sollevò.
«Giù quelle sudice mani» sibilò Harry sottovoce.
«Sst!»
Piton afferrò il ramo che Lupin aveva usato per immobilizzare l'albero, premette il nodo e sparì indossando il Mantello.
«Ecco fatto» disse Hermione piano. «Siamo tutti là sotto, e adesso dobbiamo solo aspettare di uscire» Afferrò il capo della corda che legava Fierobecco e lo annodò con cura attorno all'albero più vicino, poi si sedette sul terreno asciutto e si abbracciò le gambe.«Ragazzi, c'è una cosa che non capisco, perché i Dissennatori non hanno preso Sirius? Ce ne erano tanti, così ha detto Piton»
Anche Harry sedette e guardò Jamie, insieme raccontarono di come due sagome d’argento erano arrivate attraverso il lago e avevano costretto i Dissennatori alla fuga.
Hermione rimase a bocca aperta. «Ma che cos'erano?»
«Potevano essere solo una cosa, per riuscire a mettere in fuga i Dissennatori» disse Harry. «Veri Patronus. Ed erano potenti».
«Ma chi li ha evocati?»
Jamie alzò le spalle «Sono svenuta, non ho fatto in tempo a vedere nessuno»
Hermione si rivolse a Harry «Non hai visto com'erano?» insistette Hermione. «Erano dei nostri insegnanti?»
«Ne ho visto solo uno» rispose Harry. «Ma non era un insegnante».
«Ma doveva essere un mago molto potente per far fuggire tutti quei Dissennatori. Se il Patronus brillava tanto, non era illuminato anche in faccia? Non hai visto?»
 Jamie distolse lo sguardo dal Platano e guardò Harry «Sì, l'ho visto» disse Harry lentamente. «Ma... forse me lo sono immaginato... ero confuso... sono svenuto subito dopo...»
«Chi credevi che fosse?»
«Credo...» Harry deglutì, ben sapendo come sarebbe suonato strano quello che stava per dire. «Credo che fosse mio padre». Guardò Jamie, si era staccata dall’albero e lo fissava con un espressione strana, poi si voltò verso Hermione e vide che lei lo guardava a bocca aperta con un misto di ansia e compassione. «Harry, vostro padre è... be' è morto» disse piano.
«Lo so» ribatté in fretta Harry.
«Credi di aver visto il suo fantasma?»
«Non lo so... no... sembrava vero...»
«Ma allora-»
«Forse era solo una visione» disse Harry. «Ma da quello che ho visto sembrava proprio lui, abbiamo delle foto di lui...»,Hermione continuava a fissarlo come se fosse preoccupata per la sua salute mentale, «Lo so che sembra una follia» disse Harry in tono inespressivo. Si voltò a guardare Fierobecco che affondava il becco nel terreno, apparentemente in cerca di vermi. Ma il suo sguardo era assente.
Jamie continuò a fissare il Platano. James Potter era morto, lui non era un codardo e non si sarebbe nascosto per dodici anni abbandonando i suoi figli. Inoltre se fosse stato vivo, avrebbe salvato Sirius, non avrebbe permesso la sua cattura. Guardò Harry per un istante, avrebbe voluto che quello che aveva visto corrispondesse al vero. Si allontanò dai primi alberi e andò ad accarezzare Fierobecco.
Le foglie sopra le loro teste frusciarono appena nella brezza. La luna spariva e riappariva dietro le nuvole di passaggio. E poi, alla fine, dopo più di un'ora...
«Eccoci» sussurrò Hermione.
Lei e Harry si alzarono. Fierobecco levò il capo. Videro Lupin, Ron e Minus che uscivano barcollando dalla fessura tra le radici. Poi fu la volta di Hermione, poi di Piton, privo di sensi, che fluttuava stranamente. Poi arrivarono Harry, Jamie e Black. Si misero tutti in cammino verso il castello.
Il cuore di Harry prese a battere molto forte. Guardò il cielo. Da un momento all'altro quella nuvola si sarebbe spostata rivelando la luna...
«Harry» mormorò Hermione, come se sapesse esattamente che cosa passava per la testa dell'amico, «dobbiamo stare tranquilli. Non dobbiamo farci vedere. Non possiamo fare niente»
«D’accordo»
Hermione si voltò «Jamie sei pronta?» sgranò gli occhi «Jamie»
Harry si voltò, Fierobecco raspava il terreno, tranquillo, di Jamie non c’era traccia. Sbiancò «Qualcuno l’ha-»
Hermione scosse la testa e sospirò «No, se ne è solo andata»
«Cosa?»
Hermione si torturava le mani «Harry, credo che voglia catturare Minus. Penso che, abbia aggirato il Platano per poter rincorrere Minus da quando l’ha perso»
«E noi cosa facciamo?»
Hermione si morse le labbra «Non possiamo fare niente. È già abbastanza rischioso con lei in giro, meglio seguire il piano.»
 
Jamie era acquattata dietro dei cespugli bassi, vedeva se stessa di spalle, vicino a Harry e a Sirius. Lui aveva appena chiesto loro di andare a vivere insieme.
Moccì era sulla sua spalla e osservava la scena, attento, gli occhi che si muovevano in direzioni diverse «Porquè devi siempre cacciarte nei guai»
«Zitto, Moccì»
Stando attenta a non fare rumore, si spostò rapidamente, aggirò sé stessa e avanzò tra gli alberi, in un punto da cui avrebbe potuto inseguire Minus senza dover superare o incrociare l’altra sé stessa. Il profilo di Lupin le copriva la visuale.
Estrasse la bacchetta, le ombre sul terreno si dilatarono. Lupin cominciò a trasformarsi.
Jamie si alzò appena, per facilitarsi con lo scatto. Sirius prese le sembianze del grosso cane e attaccò il lupo, Ron venne sbalzato a terra insieme a Minus.
Jamie vide sé stessa e Harry puntare la bacchetta contro Minus, il suo incantesimo andato a vuoto e Minus trasformarsi in un topo.
Inarcò la schiena, Minus stava scappando «Lumos» accese la bacchetta e corse rasente gli alberi, si vide fermarsi di colpo. Era quello il momento.
Illuminò il terreno, e lo vide. Era a pochi metri davanti a lei e correva squittendo tra gli alberi, Jamie scattò e gli lanciò contro un incantesimo «Pietrificus Totalus», lo mancò, il muso del topo si voltò per un secondo verso di lei. Adesso che l’aveva vista sarebbe stato più difficile prenderlo.
Lo inseguì, sentiva i suoi squittii e tentava di illuminarlo con la bacchetta. Lanciò un altro incantesimo, Minus si riparò dietro a una roccia. Era maledettamente difficile colpire un bersaglio così piccolo in movimento. Jamie corse più veloce, si tuffò a terra, le mani aperte per catturarlo. Sentì la presa stringersi contro il corpo piccolo di Minus. ce l’aveva fatta. Il topo si dimenava e squittiva «Non mi scappi questa volta», chiuse gli occhi «Ahi»
Minus aveva cominciato a morderle le mani e le dita e Jamie serrò la presa, senza preoccuparsi di fargli male «Non mi costringere a farti morire soffocato»
Moccì lo frustò con la lingua «Zotico de un ratto. Non me è mai piaciuto»
Un ululato troncò gli squittii di Minus. Jamie si paralizzò, distesa a terra. Portò Minus al petto e si tirò su. Un altro ululato, sembrava più vicino.
«Dobbiamo andare via da àqui» disse Moccì, il muso puntato in aria come se cercasse di capire qualcosa.
Jamie si schiacciò contro un albero e scrutò, ansiosa tra gli alberi «Professore non è il momento» sussurrò appena, stringendo di più Minus, che aveva ripreso ad dimenarsi e a mordere senza pietà le sue mani. Jamie strinse i denti, non lo avrebbe lasciato nemmeno se le avesse staccato un dito.
Un ululato, uno stormo di uccelli, gracchiò, volando via dai rami.
«Questo era vicino» Jamie si guardò intorno, corse veloce. Doveva uscire dalla foresta,.
Gli alberi cominciarono a farsi più radi, sentiva il rumore dell’acqua. Era vicina al lago. Si fermò di colpo, le scarpe scivolarono sul terreno umido. I Dissennatori, potevano essere vicini.
Un ringhio, un rumore di rami spezzati. Il lupo mannaro balzò dalla sua sinistra, tranciando buona parte del tronco con una zampata. Jamie lo guardò con occhi sbarrati «Professore, no. Per favore» indietreggiò di un paio di passi.
Moccì si sporse dalla spalla e fece schioccare la lingua.
Il Lupo mannaro li fissava con due grandi occhi arancioni, la fila di zanne in mostra ricoperta dalla bava che gocciolava lungo la le fauci aperte. Minus squittì più forte, e affondò i denti sul dorso della mano sinistra di Jamie, che sussultò e mollò la presa «No»
Il topo cadde a terra e corse via, squittendo tra le zampe del lupo mannaro che lo ignorò, continuando a ringhiare e a fissare lei.
Jamie indietreggiò ancora, disperata «Professore, cerchi di-», il Lupo mannaro le si avvicinò piano.
«Professore», indietreggiò ancora. La schiena urtò il tronco di un albero «Professor Lupin» il lupo mannaro ringhiò più forte «Lunastorta», il lupo si alzò sulle zampe anteriori.
Un altro latrato, più basso e arrabbiato squarciò la foresta. Il Licantropo annusò l’aria, poi ringhiò. Una figura nera, sbucò dagli alberi e si fiondò sul lupo mannaro con un enorme balzo, ruzzolarono entrambi a terra «Sirius» Jamie guardò la scena a occhi sgranati.
Il lupo e il cane si rialzarono e cominciarono a fronteggiarsi, gli occhi gialli di Sirius saettarono per una frazione di secondo su di lei e le ringhiò contro, poi si lanciò sul lupo e lo afferrò per la gola. Il licantropo lo morse sul collo.
Moccì picchiettò con la coda sulla sua testa «Ehi, esta es una buona occasione. Andiamocene»
Jamie si allontanò di un paio di metri, poi vide un albero coi rami bassi. Non poteva lasciare Sirius da solo. Afferrò un ramo con le mani e puntò il piede su quello più basso, cominciò a salire, finché non fu ad un altezza ragionevole e che potesse impedire al lupo mannaro di arrivare a lei. Si mise a cavalcioni sul ramo e estrasse la bacchetta, sotto di lei, il lupo aveva afferrato Sirius con una zampa e lo aveva scagliato contro un tronco. Jamie si premette una mano sulla bocca per non urlare. Puntò la bacchetta su un albero vicino al lupo «Deprimo», il tronco esplose contro il licantropo, che guaì proteggendosi con le zampe «Diffindo» colpì un altro albero che cadde tra il lupo e il cane. Il licantropo ringhiò, ruotò il busto e si voltò poggiandosi sulle zampe anteriori, e riprese a correre, allontanandosi da loro.
Jamie vide Sirius alzarsi, il corpo premuto contro il tronco dell’albero per aiutarsi, zoppicava, e aveva il dorso graffiato, lo vide dirigersi fuori dalla foresta, verso il lago.
Sentì urlare sé stessa e Harry in lontananza.
Guardò sotto di sé, il terreno cominciò a ghiacciarsi, scese veloce dall’albero e saltò giù quando mancarono un paio di metri.
La bacchetta puntata davanti a sé, Harry diceva di aver visto il loro padre, doveva andare a controllare, doveva solo aggirare la sponda del lago.
«Ahora, vogliamo agire da gente con un po’ di sale in zucca?» le chiese Moccì, per nulla intenzionato a trovarsi di nuovo faccia a faccia con il lupo mannaro.
Jamie, fece finta di non sentirlo, corse più che poteva, il gelo che le penetrava le ossa, ancora non riusciva a vederli, ma li sentiva. Erano intorno a lei.
Un’ondata gelida le mozzò il fiato, due figure alte e nere si stagliarono tra gli alberi di fronte. Non l’avrebbero fermata, non questa volta.
Avrebbe salvato Sirius prima che Piton fosse arrivato. Se ci fosse riuscita, forse avrebbero avuto l’opportunità di spiegare.
Sarebbero andati a vivere con lui. Sarebbero stati felici.
Alzò la bacchetta «Expecto Patronum» urlò con tutto il fiato che aveva. Un’enorme figura argentea saltò fuori dalla bacchetta, era un cane.
Era identico a Felpato.
Jamie sorrise appena, il cane prese a correre contro i Dissennatori davanti a lei, li investì e questi indietreggiarono fino a sparire tra gi alberi. Jamie mosse la bacchetta e il cane tornò indietro correndo, lo diresse verso il lago, dove la sua sé stessa, Sirius e Harry erano svenuti circondati dai Dissennatori. Guidata dalla luce del Patronus, si avvicinò al lago. Il cane puntò contro i Dissennatori, correndo a grandi falcate.
Un’ altra figura, illuminò il lago e galoppò verso i Dissennatori, era un cervo. Jamie lo osservò un po’ sorpresa. Erano quelle le due figure che lei e Harry avevano visto.
I Dissennatori, sconfitti dai due Patronus si ritirarono e Jamie richiamò il cane. Corse verso l’altra riva del lago, e vide una figura in piedi, vicino all’acqua. Strizzò gli occhi e lo illuminò con la bacchetta «Harry», suo fratello trasalì e si coprì gli occhi con una mano. «Nox»
«Jamie, ma dove ti eri cacciata?» era leggermente arrabbiato.
«Ho inseguito Minus» disse andando da lui.
«E lo hai preso?»
Jamie annuì «Sì, ma poi ho incontrato Lupin»
«Cosa?» Harry la prese per le spalle «Stai bene?»
«Sirius mi ha salvata appena in tempo, ma Minus è scappato», si guardò le mani, erano sanguinanti e piene di graffi e morsi, soprattutto la sinistra, dove Minus aveva affondato i denti prima di scappare, il sangue usciva copioso, e Jamie non se ne era nemmeno accorta. Harry prese un fazzoletto dalla tasca e lo premette sul morso.
«Gracias, anche io sto bene» disse ironico Moccì
Con un tuffo al cuore sentirono un rumore alle loro spalle. Si voltarono di scatto e videro Hermione che correva verso di loro con Fierobecco e la Nimbus di Jamie.«Che cos'hai fatto?» disse furiosa, poi si accorse della presenza di Jamie «E tu dove ti eri cacciata?»
Jamie alzò le mani «Scusa, ho inseguito Minus. Credevo fosse una buona idea» si scusò con un sorrisetto pentito «Ma mi ha visto solo Sirius, va tutto bene», Hermione le scoccò un’occhiata truce e poi guardò Harry, in attesa di spiegazioni.
«Ci siamo appena salvati la vita» disse Harry. «Mettiti lì, dietro quel cespuglio, adesso ti spieghiamo».
Hermione ascoltò il racconto di Harry ancora una volta a bocca aperta. «Vi ha visto qualcuno?»
«Sì, non mi hai sentito? Io mi sono visto. Va tutto bene.»
«Non ci posso credere, avete evocato dei Patronus che hanno cacciato via tutti quei Dissennatori. Questa è magia molto, moltoavanzata»
«Le lezioni di Lupin hanno dato buoni frutti» disse Jamie
«Questa volta sapevo che potevo farcela» disse Harry, «perché l'avevo già fatto. Ha senso tutto questo?»
«Non so, Harry. Guardate Piton»
Insieme spiarono oltre il cespuglio, verso l'altra riva. Piton era tornato in sé. Aveva fatto apparire delle barelle e vi sistemava i corpi inanimati di Harry, Jamie e Black. Una quarta barella, senza dubbio quella di Ron, fluttuava già al suo fianco. Poi, con la bacchetta tesa davanti a sé, le fece partire a mezz'aria in direzione del castello.
«Va bene, è quasi ora» disse Hermione tesa, guardando l'orologio. «Ci restano circa quarantacinque minuti prima che Silente chiuda la porta dell'infermeria. Dobbiamo salvare Sirius e rientrare prima che qualcuno si accorga che non ci siamo»
Attesero, osservando le nuvole in viaggio riflesse nel lago, mentre il cespuglio accanto a loro sussurrava al vento. Fierobecco, annoiato, aveva ripreso a cercare vermi.
«Credi che sia già lassù?» chiese Harry, controllando l'ora. Guardò verso il castello e prese a contare le finestre sulla destra della Torre Ovest.
«Guardate» mormorò Hermione. «Chi è quello? Qualcuno sta tornando indietro»
Jamie fissò lo sguardo nell'oscurità. L'uomo correva sul prato, verso uno degli ingressi. Qualcosa di lucente brillava alla sua cintura.
«Macnair» esclamò Harry. «Il boia. Sta andando a chiamare i Dissennatori. Forza!»
Jamie prese la Nimbus da Hermione e montò, Moccì si rintanò di nuovo nel suo grembo «Ahi, dios. Che giornata impegnata»
Jamie aspettò che montassero entrambi su Fierobecco e si librò in aria. Volò davanti a loro, verso i piani alti del castello e contò le finestre che scorrevano davanti a lei. Alla tredicesima, fermò la scopa bruscamente. Uno spostamento d’aria la fece ondeggiare, Fierobecco le si era affiancato «Direi che è questa» disse a Harry e a Hermione. Si sporse verso la finestra per vedere all’interno e riconobbe Sirius «Eccolo», bussò forte alla finestra.
Black alzò gli occhi e rimase sbalordito. Balzò dalla sedia, corse alla finestra e cercò di aprirla, ma era bloccata.
«Stai indietro» urlò Jamie, estrasse la bacchetta, reggendosi al manico di scopa con una sola mano «Alohomora» la finestra si spalancò, Jamie avanzò, lasciando spazio all’Ippogrifo.
«Come... come...?» disse Black debolmente, guardando l'Ippogrifo.
«Sali, non abbiamo molto tempo» disse Harry afferrando il collo sottile di Fierobecco per farlo star fermo. «Devi andartene di qui. Stanno arrivando i Dissennatori. Macnair è andato a chiamarli».
Black si puntellò con le mani ai lati della finestra e si spinse fuori. Era una fortuna che fosse tanto magro. In un attimo riuscì a lanciare una gamba oltre il dorso di Fierobecco e a salire sull'Ippogrifo, dietro Hermione.
«Vai, Fierobecco, su» disse Harry agitando la corda. «Su alla torre... dài!»
Jamie volò davanti a loro e in un attimo atterrò sui bastioni. Fierobecco atterrò subito dopo di lei con uno scalpiccio.
Jamie si mise la Nimbus in spalla e si avvicinò agli altri. Harry e Hermione erano scesi dall’Ippogrifo e Sirius aveva preso le redini.
«Sirius, è meglio se vai, presto» disse Harry ansimando. «Saranno nello studio di Vitious da un momento all'altro e scopriranno la tua fuga».
Fierobecco raspò le pietre con la zampa, agitando la testa.
«Che cosa è successo all'altro ragazzo, Ron?» chiese Sirius concitato.
«Si rimetterà presto, è ancora privo di sensi, ma Madama Chips dice che lo farà star meglio. Presto... vai!»
Ma Black continuava a guardare Harry e Jamie. «Non potrò mai ringraziarvi» Black fece voltare Fierobecco verso il cielo aperto «Ci rivedremo» disse «Siete davvero i figli di vostro padre», colpì i fianchi di Fierobecco con il tallone. Harry, Hermione e Jamie dovettero fare un balzò indietro mentre le enormi ali si dispiegavano di nuovo. L’ippogrifo prese il volo.
Lui e il suo cavaliere diventavano sempre più piccoli, poi una nuvola passò davanti alla luna e sparirono alla loro vista.
«Harry, Jamie» Hermione li tirò per le maniche «Dobbiamo correre.Abbiamo esattamente dieci minuti per tornare nell'infermeria senza che nessuno ci veda... prima che Silente chiuda a chiave la porta»
Jamie sospirò «Va bene. Andiamo»
Scivolarono attraverso la porta alle loro spalle e discesero una stretta scala a chiocciola. Giunti in fondo, udirono delle voci. Si appiattirono contro il muro, in ascolto. Sembravano Caramell e Piton. Avanzavano rapidi nel corridoio ai piedi della scala. «...sperare solo che Silente non faccia difficoltà» stava dicendo Piton. «Il Bacio verrà eseguito immediatamente?»
«Non appena Macnair toma con i Dissennatori. Tutta questa faccenda di Black è stata molto imbarazzante. Non vedo l'ora di informare La Gazzetta del Profeta che finalmente l'abbiamo preso. Credo che vorranno intervistarla, Piton... e una volta che i ragazzi Potter saranno tornati in sé, mi aspetto che raccontino alla Gazzetta come lei li ha salvati, con tutti i particolari...»
Jamie si rabbuiò «Saprò di certo come ringraziarlo» disse muovendo appena le labbra
Harry strinse i denti «Guarda come sorride compiaciuto», Piton, al fianco di Caramell, passò accanto al loro nascondiglio.
Il suono dei loro passi si spense. Harry, Jamie e Hermione attesero qualche istante per essere certi che i due si fossero davvero allontanati, poi presero a correre nella direzione opposta; giù per una scala, poi un'altra, lungo un nuovo corridoio... poi sentirono una risatina davanti a loro.
«Pix!» borbottò Harry, afferrando Hermione per il polso e spingendo Jamie . «Qui dentro»
Si precipitarono in una classe deserta alla loro sinistra. Appena in tempo. Pix procedeva a balzi nel corridoio, ridendo come un pazzo, e sembrava di ottimo umore.
«Oh, è orribile» sussurrò Hermione, l'orecchio appoggiato alla porta. «Scommetto che è tutto eccitato perché i Dissennatori vogliono finire Sirius» Controllò l'orologio. «Tre minuti»
Aspettarono finché la voce maligna di Pix non si spense in lontananza, poi scivolarono di nuovo fuori dalla porta e ripresero a correre.
«Hermione, che cosa succederà se non torniamo dentro prima che Silente chiuda la porta?» disse Harry ansante.
«Sì, rischiamo di alterare il futuro, Doc?» chiese Jamie ironica
«Non voglio pensarci!» mugolò Hermione, ricontrollando l'orologio. «Un minuto»
Erano alla fine del corridoio dell'infermeria. «Ok, sento la voce di Silente» disse Hermione, tesa. «Dài, muoviamoci»
Avanzarono furtivi lungo il corridoio. La porta si aprì. Comparve la schiena di Silente. «Vi chiuderò dentro» lo sentirono dire. «Ora è mezzanotte meno cinque. Signorina Granger, tre giri dovrebbero bastare. Buona fortuna».
Silente uscì dalla stanza ed estrasse la bacchetta per chiudere a chiave la porta. Presi dal panico, Harry, Jamie e Hermione scattarono. Silente li guardò e un gran sorriso comparve sotto i lunghi baffi d'argento. «Allora?» disse piano
«Ce l'abbiamo fatta» disse Harry senza fiato. «Sirius è fuggito con Fierobecco»
Silente rivolse loro un gran sorriso. «Ben fatto. Credo» Tese l'orecchio per ascoltare i rumori provenienti dall'infermeria. «Sì, credo che anche voi siate fuggiti. Entrate, vi chiuderò dentro»
Harry, Jamie e Hermione entrarono. L'infermeria era vuota a parte Ron, che giaceva ancora immobile nell'ultimo letto. Mentre la serratura scattava alle loro spalle, andarono in punta di piedi verso i loro letti. Hermione si infilò di nuovo la GiraTempo sotto i vestiti e Jamie nascose la Nimbus sotto il letto, mentre Moccì si accomodava sul cuscino. Un attimo dopo, Madama Chips usciva a grandi passi dal suo ufficio. «È uscito il Preside? Ora posso occuparmi dei miei pazienti?»
Era di pessimo umore. Harry e Jamie pensarono bene di prendere il loro cioccolato senza opporsi. Madama Chips li sorvegliò per assicurarsi che lo mangiassero. Jamie, Harry e Hermione aspettarono, le orecchie tese, i nervi a fior di pelle... E poi, mentre  prendevano il quarto pezzo di cioccolato, sentirono un lontano ruggito di rabbia echeggiare da un punto sopra di loro
«Che cos'era?» chiese Madama Chips allarmata.
Risuonarono scoppi di voci irate, sempre più forti. Madama Chips fissò la porta.
«Ma insomma, sveglieranno tutti. Che cosa credono di fare?»
Jamie sogghignò e cercò di sentire che cosa dicevano. Si stavano avvicinando.
«Dev'essersi Smaterializzato, Severus, avremmo dovuto lasciare qualcuno di guardia nella stanza... quando si saprà...»
«NON SI È SMATERIALIZZATO» ruggì Piton, ora molto vicino. «NON CI SI PUÒ MATERIALIZZARE SMATERIALIZZARE IN QUESTO CASTELLO! SONO SICURO CHE C'ENTRANO I POTTER!» Jamie guardò Harry con un ghigno sul volto
«Severus, sii ragionevole... Harry e Jamie erano sotto chiave...»
La porta dell'infermeria si aprì di colpo.
Jamie si affrettò a nascondere il ghigno, mordendo un grosso pezzo di cioccolato.
Caramell, Piton e Silente entrarono nella corsia. Solo Silente sembrava tranquillo. Anzi, sembrava che si stesse divertendo. Caramell pareva arrabbiato. Ma Piton era fuori di sé.
«SPUTATE IL ROSPO, POTTER!» gridò furibondo. «CHE COSA AVETE FATTO?»
«Professor Piton» strillò Madama Chips. «Si controlli»
«Andiamo, Piton, sia ragionevole» disse Caramell, «questa porta era chiusa a chiave, abbiamo appena visto...»
«L'HANNO AIUTATO A FUGGIRE, LO SO» ululò Piton, indicando Harry, Jamie e Hermione. Aveva la faccia deformata dalla rabbia e sputacchiava saliva dappertutto.
«Si calmi, amico» abbaiò Caramell. «Sta dicendo delle sciocchezze»
«LEI NON CONOSCE I POTTER» strillò Piton. «SONO STATI LORO. LO SO CHE SONO STATI LORO...»
«Basta così, Severus» disse Silente tranquillo. «Pensa a quello che dici. Questa porta è chiusa da quando sono uscito dall'infermeria, dieci minuti fa. Madama Chips, questi ragazzi si sono allontanati dai loro letti?»
«Ma certo che no» esclamò Madama Chips incollerita. «Sono rimasta con loro da quando lei se n'è andato»
«Visto, Severus?» disse Silente con calma. «A meno che tu non stia insinuando che Harry, Jamie e Hermione possono trovarsi in due luoghi diversi nello stesso momento, temo che sia assolutamente inutile turbarli più di cosi».
Piton rimase lì, furibondo, lo sguardo che correva da Caramell, profondamente turbato dal suo comportamento, a Silente, i cui occhi scintillavano dietro gli occhiali. Piton si voltò di scatto, con il mantello che frusciava alle sue spalle, e uscì rapido dall'infermeria.
«Il ragazzo sembra piuttosto instabile» disse Caramell guardando nella sua direzione. «Se fossi in lei, Silente, ci starei attento».
«Oh, non è instabile» disse Silente con calma. «Ha solo subito una notevole delusione».
«Non è il solo» sbuffò Caramell. «La Gazzetta del Profeta avrà di che sbizzarrirsi. Avevamo Black sotto chiave e ci è scivolato fra le dita un'altra volta. Ora ci manca solo che trapeli la storia della fuga di quell'Ippogrifo e sarò lo zimbello di tutti. Be', meglio che vada a informare il Ministero»
«E i Dissennatori?» chiese Silente. «Saranno allontanati dalla scuola, mi auguro»
«Oh, sì, dovranno andarsene» rispose Caramell passandosi distrattamente le dita fra i capelli. «Non avrei mai immaginato che avrebbero cercato di somministrare il Bacio a dei ragazzi innocenti, del tutto incontrollabili... no, li farò rispedire ad Azkaban questa notte stessa. Forse dovremmo pensare a qualche drago per l'ingresso della scuola»
«Hagrid lo apprezzerebbe di sicuro» commentò Silente sorridendo a Harry, Jamie e Hermione. Mentre lui e Caramell uscivano dall'infermeria, Madama Chips corse alla porta e la chiuse di nuovo a chiave. Borbottando furiosa fra sé, tornò nel suo ufficio.
Dall'altro capo della corsia si levò un debole gemito. Ron si era svegliato. Lo videro alzarsi a sedere, massaggiarsi la testa e guardarsi intorno.
«Cosa... cosa è successo?» gemette. «Harry... perché siamo qui? Dov'è Black? Che cosa succede?»
Jamie si sdraiò sul letto «è complicato, Ron»
Harry e Hermione si scambiarono un'occhiata. «Spiega tu» disse Harry, prendendo un altro po' di cioccolato.
Quando Harry, Jamie, Ron e Hermione uscirono dall'infermeria la mattina dopo a mezzogiorno, trovarono il castello semideserto. Grazie alla calura opprimente e alla fine degli esami tutti si stavano godendo un'altra visita a Hogsmeade. Né Ron né Hermione avevano voglia di andarci, comunque, così vagarono per i prati assieme a Harry e Jamie, discutendo ancora gli eventi straordinari della notte passata e chiedendosi dove fossero Sirius e Fierobecco in quel momento. Seduto vicino al lago, dove la piovra gigante muoveva pigramente i tentacoli sull'acqua.
Un'ombra cadde su di loro. Alzarono lo sguardo e videro un Hagrid con gli occhi cisposi che si asciugava la faccia sudata con uno dei suoi fazzoletti formato tovaglia e sorrideva. «Lo so che non devo essere felice dopo tutto quello che è successo ieri notte» disse. «Voglio dire, Black che è fuggito di nuovo e tutto il resto... ma la sapete una cosa?»
«Cosa?» chiesero i ragazzi, fingendosi incuriositi.
«Becco è scappato, è libero Ho festeggiato tutta la notte»
«È meraviglioso» esclamò Hermione lanciando a Ron un'occhiata di rimprovero, visto che pareva lì lì per scoppiare a ridere.
«Sì, forse non l'avevo legato bene» disse Hagrid, guardando i prati con aria felice. «Ero in pensiero stamattina, però. Pensavo che magari incontrava il professor Lupin nel parco, ma Lupin ieri notte ha detto che non ha mai mangiato niente»
«Per fortuna» disse Jamie memore del faccia a faccia col Lupo Mannaro
«Cosa?» disse Harry in fretta.
«Non avete sentito?» disse Hagrid col sorriso un po' meno largo. Abbassò la voce, anche se non c'era nessun altro in vista. «Ehm, Piton l'ha detto a tutti i Serpeverde stamattina. Ormai lo sanno tutti... il professor Lupin è un Lupo Mannaro, ecco. E ieri notte era libero nel parco, adesso sta fa-cendo le valigie, naturale».
«Come?» Jamie era saltata in piedi
«Sta facendo le valigie!» esclamò Harry allarmato. «Perché?»
«Va via, no?» disse Hagrid, sorpreso per la domanda. «Ha dato le dimissioni stamattina presto. Dice che non deve succedere un'altra volta».
Jamie guardò Harry che balzò in piedi. «Andiamo da lui» disse a Ron e a Hermione.
«Ma se ha dato le dimissioni...»
«...direi che non c'è niente che possiamo fare...»
«Le dimissioni si possono ritirare» disse Jamie decisa
«Ci troviamo qui» disse Harry prima che se ne andassero
La porta dello studio di Lupin era aperta. L'insegnante aveva già messo via quasi tutte le sue cose. L'acquario vuoto dell'Avvincino era vicino alla sua vecchia valigia consunta, che era aperta e quasi colma. Lupin era chino su qualcosa sopra la scrivania, e alzò lo sguardo solo quando Harry e Jamie bussarono alla porta.
«Vi ho visto arrivare» disse Lupin sorridendo. Indicò la pergamena davanti a lui. Era la Mappa del Malandrino.
«Abbiamo appena parlato con Hagrid» disse Harry. «Dice che lei ha dato le dimissioni. Non è vero, eh?»
«Temo di sì» rispose Lupin. Cominciò ad aprire i cassetti della scrivania e a estrarne il contenuto.
«Perché?» chiese Harry. «Il Ministero della Magia non crederà che lei abbia aiutato Sirius, vero?»
Lupin andò verso la porta e la chiuse. «No. Il professor Silente è riuscito a convincere Caramell che stavo cercando di salvarvi la vita». Sospirò. «Per Severus è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Credo che la perdita dell'Ordine di Merlino sia stata un duro colpo per lui. E così questa mattina a colazione lui si è fatto sfuggire... ehm... per caso che sono un Lupo Mannaro».
«Non se ne andrà solo per questo!» disse Jamie.
Lupin fece una smorfia. «Domani a quest'ora, cominceranno ad arrivare i gufi spediti dai genitori... non vorranno che un Lupo Mannaro sia l'insegnante dei loro figli. E dopo ieri notte, li capisco. Avrei potuto sbranare uno di voi...con te ci sono andato vicino» disse rivolto a Jamie. Non deve succedere più».
«I genitori brontoleranno solo un po’, ma io e Harry possiamo convincerli...e anche Caramell se serve»
«Lei è il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto!» esclamò Harry. «Non se ne vada!»
Lupin scosse la testa senza parlare. Continuò a vuotare i cassetti. Poi, mentre Harry e Jamie cercavano di pensare a una buona ragione per indurlo a rimanere, Lupin disse: «Da quello che mi ha detto il Preside questa mattina, ieri notte avete salvato un sacco di persone. Se c'è una cosa di cui sono fiero, è quanto avete imparato. Raccontatemi dei vostri Patronus».
«Come fa a saperlo?» chiese Harry, confuso.
«Che cos'altro avrebbe potuto respingere i Dissennatori?»
Spiegarono a Lupin quello che era successo.
Quando ebbero concluso, Lupin sorrise di nuovo «Avevate solo bisogno della giusta motivazione. Il desiderio di salvare Sirius è stato più forte e intenso di qualsiasi altra cosa. E avete indovinato, vostro padre si trasformava sempre in un cervo. Per quello lo chiamavate Ramoso»
Lupin gettò gli ultimi libri nella valigia, chiuse i cassetti e si voltò verso di loro.«Ecco, l'ho portato via dalla Stamberga Strillante ieri notte» disse, passando a Harry il Mantello dell'Invisibilità. «E» esitò, poi tese a Jamie la Mappa del Malandrino. «Non sono più un vostro insegnante, quindi non mi sento in colpa a restituirvi anche questa. A me non serve, e credo che voi, Ron e Hermione troverete il modo di usarla» poi sorrise Jamie «Anche perché credo che prima o poi avresti trovato il modo di riprenderla comunque» le sorrise Lupin
«Sì, ma la sua partenza improvvisa mi avrebbe scombinato i piani» disse Jamie con un sorriso «Mi ha detto che Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso avrebbero voluto attirarmi fuori dalla scuola, ha detto che l'avrebbero trovato divertente».
«Ed è quello che avremmo fatto» disse Lupin, chinandosi per chiudere la valigia. «Non ho alcun dubbio: James sarebbe stato molto deluso se i suoi figli non avessero mai scoperto nessuno dei passaggi segreti che portano fuori dal castello».
Qualcuno bussò alla porta. Rapidi, Jamie e Harry s'infilarono in tasca la Mappa del Malandrino e il Mantello dell'Invisibilità.
Era il professor Silente. Non parve sorpreso di vedere Harry e Jamie.
«La tua carrozza è al cancello, Remus» disse.
«Grazie, Preside». Lupin prese la sua vecchia valigia e l'acquario vuoto dell'Avvincino.
«Be'... addio» disse sorridendo a Harry e Jamie. «Farvi da insegnante è stato un vero piacere. Sento che ci incontreremo di nuovo prima o poi. Preside, non c'è bisogno che mi accompagni al cancello, ce la faccio...»
Jamie lo guardò un po’ triste. Piton l’avrebbe pagata per quella sua boccaccia. Harry ebbe l'impressione che Lupin volesse partire il più in fretta possibile.
«Allora addio, Remus» disse Silente laconico. Lupin spostò appena l'acquario dell'Avvinano per poter stringere la mano a Silente. Poi, con un ultimo cenno a Harry e a Jamie e un breve sorriso, uscì dallo studio.
Jamie si sedette sulla cattedra, il mento appoggiato alle mani e prese a guardare la porta, come se Lupin potesse cambiare idea da un momento all’altro. Harry prese posto nella sedia rimasta vuota e fissò il pavimento con aria tetra.
La porta si chiuse. Silente era ancora lì.
«Perché siete così tristi?» disse piano. «Dovreste essere molto fieri di voi dopo la scorsa notte».
«Non è servito a niente» disse Jamie amareggiata. «Minus è fuggito, per bene due volte».
«Non è servito a niente?» ripeté Silente con calma. «È servito a tutto, Jamie. Avete dato una mano a scoprire la verità. Avete salvato un uomo innocente da un destino orribile».
Orribile. Qualcosa si mosse nella memoria di Harry. Più grande e più orribile che mai... La profezia della professoressa Cooman. «Professor Silente... ieri, all'esame di Divinazione, la professoressa Cooman è diventata molto... molto strana».
«Davvero?» commentò Silente. «Ehm,vuoi dire più strana del solito?»
«Sì, le è venuta una voce profonda e le roteavano gli occhi e ha detto... ha detto che il servo di Voldemort aveva intenzione di tornare da lui prima di mezzanotte... ha detto che il servo lo avrebbe aiutato a riprendere il potere». Harry fissò Silente di sotto in su. «E poi è tornata normale, e non si ricordava niente di quello che aveva detto. Era... stava facendo una profezia vera?»
Silente parve vagamente colpito. «Lo sai, Harry, che credo proprio di sì?» disse pensieroso. «Chi l'avrebbe mai detto? E con questa le sue vere profezie salgono a due. Dovrei offrirle un aumento di stipendio»
«Due?» chiese Jamie
«Ma» Harry lo guardò sbalordito. Come faceva Silente a prenderla con tanta flemma? «Ma, io ho impedito a Sirius e al professor Lupin di uccidere Minus. Allora è colpa mia se Voldemort ritorna»
«Non è così» disse Silente tranquillo. «L’ esperienza con la GiraTempo non ti ha insegnato niente, Harry? Le conseguenze delle nostre azioni sono sempre così complicate, così mutevoli, che predire il futuro è davvero molto difficile... La professoressa Cooman, che Dio la benedica, ne è la prova vivente. Avete compiuto un gesto molto nobile risparmiando la vita di Minus».
«Veramente credevo solo che Azkaban e il bacio dei Dissennatori fossero una fine peggiore» disse Jamie con tranquillità, ma con anche un po’ di amarezza per la mancata punizione.
Silente sorrise «Senz’altro una giusta punizione, quella che gli spettava in fondo»
«Ma se lui aiuterà Voldemort a tornare al potere...» disse Harry
«Minus vi deve la vita. Soprattutto a te, Harry. Hai mandato a Voldemort un aiutante che è in debito con te... quando un mago salva la vita a un altro mago, questo crea un certo legame fra i due e dubito molto che Voldemort voglia un servitore indebitato con Harry Potter».
«Non voglio nessun legame con Minus» esclamò Harry. «Ha tradito i nostri genitori»
«Questa è magia della più profonda e impenetrabile, Harry. Ma credetemi... forse verrà un giorno in cui sarete molto felici di questo».
Né Harry, né Jamie  riuscivano a immaginare quando sarebbe potuto accadere. Silente parve capire che cosa stavano pensando. «Conoscevo molto bene vostro padre, sia a Hogwarts che dopo» disse con gentilezza. «Anche lui avrebbe risparmiato Minus, ne sono certo».
Harry lo guardò. Silente non avrebbe riso... A lui poteva dirlo...
«Credevo che fosse stato mio padre a far apparire il mio Patronus. Voglio dire, quando mi sono visto dall'altra parte del lago... ho pensato che fosse lui quello che vedevo».
«Un errore comprensibile» disse Silente con dolcezza. «Credo che tu sia stufo di sentirtelo dire, ma somigli a James in maniera straordinaria. A parte gli occhi... hai gli occhi di tua madre».
Harry scosse la testa. «È stato stupido, pensare che fosse lui» mormorò. «Voglio dire, lo sapevo che è morto». Jamie gli mise una mano sul braccio con fare comprensivo.
«Credete che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credete che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Le persone che amate vivono in voi. E si mostrano soprattutto quando avete bisogno di loro. Altrimenti come avreste fatto a evocare proprio quei Patronus? Ramoso e Felpato sono tornati a correre la notte scorsa».
Jamie portò una mano alla tasca dove aveva nascosto la mappa «Lei sa?» chiese incredula
«La notte scorsa Sirius mi ha raccontato tutto di come sono diventati Animagi» disse Silente sorridendo. «Un risultato eccezionale e sono anche riusciti a farlo a mia insaputa. Senza dubbio, l’altra sera, avete trovato due dei Malandrini dentro di voi»
E Silente uscì dallo studio, lasciando Harry e Jamie soli con i loro pensieri.
 
Jamie era appoggiata con la schiena ad un albero, osservava gli studenti rientrare da Hogsmeade, le zazzere rosse di Fred e George le saltarono subito all’occhio, le loro braccia erano cariche di pacchetti, probabilmente venivano tutti da Mielandia e Zonko, avrebbe dovuto organizzare lo scherzo di fine anno con loro in effetti, ma il suo interesse al momento era un altro.
Si alzò dall’albero e si diresse a passi decisi vero il sentiero, affiancando un ragazzo biondo «Sei diventato il cliente affezionato di Madama Piediburro?»
Gabriel le sorrise «Ho dovuto corromperla, non ho trovato altre petulanti ficcanaso»
«Potrei presentarti Lavanda Brown»
«Un po’ troppo» Gabriel sembrò non trovare l’aggettivo adatto, o forse ne aveva troppi a disposizione e l’imbarazzo della scelta «Non sopporterei la sua compagnia senza pietrificarla»
«Dovremmo cercare un Basilisco»
Gabriel si voltò verso di lei «Non dovresti essere coi tuoi amici?»
Jamie sorrise appena e sorvolò la sua domanda «Sono qui per raccontarti di quello che è successo l’altra sera»
«Questo non me lo aspettavo» disse con sincerità
«è anche grazie a te se sono arrivata alla verità. E poi sono abbastanza sicura che non dirai niente di niente a nessuno»
«Su questo hai ragione» Gabriel la guardò
«E il tuo aiuto è stato fondamentale, sai? E per questo ti ringrazio davvero tanto. Adesso, almeno noi, sappiamo che il nostro padrino era innocente»
«Lo immaginavo» disse Gabriel « E Minus?»
«Era il traditore» disse Jamie amara «Se penso che avremmo potuto vivere con Sirius... Invece ci toccherà tornare dai Dursley»
«Perché non passate le vacanze a casa dei Weasley o della tua amica, la Granger?»
Jamie alzò le spalle «Disposizioni di Silente, credo. In realtà i Weasley ci invitano spesso, fosse per loro staremmo lì tutta l’estate»
Gabriel tornò a guardare davanti a sé «Io non sopporterei di essere trattato così, essere tagliato fuori dal mondo» scosse la testa «è ridicolo»
«Sono i Durlsey» sospirò Jamie
«Sono dei Babbani di davvero basso livello»
Jamie guardò verso il parco, dove accanto a un faggio vide le figure di Harry, Ron e Hermione «Ora devo andare»
Gabriel alzò un sopracciglio « Non mi dovevi raccontare tutta la storia?»
Jamie sgranò gli occhi « è vero...peccato però, ora non ho tempo» si fece pensierosa e poi esibì un sorriso malandrino « Scrivimi quest’estate»
«Cosa?»
«Sì, così posso scriverti quello che è successo»
«Ma-»
«Non puoi pretendere che sia io a scriverti per prima. E poi sei tu quello che vuole sapere, non dirmi che non vuoi scoprire come Sirius riusciva a entrare a scuola»
Gabriel aprì bocca per replicare ma Jamie non gliene diede modo : «Bene, Little Whinging Privet Drive numero quattro» disse Jamie sorridente « è l’indirizzo dei miei zii. Meglio se fai arrivare il gufo di notte» gli diede le spalle e si allontanò con calma
«Senti, non penso sia il caso-» provò di nuovo lui
Lei si voltò a guardarlo, un sorriso birichino e le mani intrecciate dietro la schiena «Ma certo che sì. Ricorda, Little Whinging, Privet Drive, quattro. Ti racconterò tutto», si voltò ma riuscì lo stesso a sentire il sospirò di Gabriel, sorrise appena e si allontanò.
 
Nessuno a Hogwarts seppe la verità su ciò che accadde la notte in cui Sirius, Fierobecco e Minus scomparvero, a parte Harry, Jamie, Ron, Hermione, e il professor Silente. Mentre si avvicinava la fine del trimestre, Harry e Jamie sentirono molte teorie diverse su ciò che era successo veramente, ma nessuna di esse si avvicinava alla verità.
Malfoy era furibondo per la faccenda di Fierobecco. Era convinto che Hagrid avesse trovato il modo di far sparire l'Ippogrifo e metterlo al sicuro, e sembrava offeso per il fatto che lui e suo padre fossero stati messi nel sacco da un guardiacaccia. Percy Weasley, nel frattempo, aveva da dire la sua sulla fuga di Sirius.
«Se riuscirò a entrare al Ministero, avrò un sacco di proposte da fare per l'Applicazione della Legge sulla Magia!» disse all'unica persona che lo stava a sentire, la sua fidanzata Penelope.
Benché il tempo fosse perfetto, benché l'atmosfera fosse così allegra, benché sapesse che avevano fatto l'impossibile per aiutare Sirius a restare libero, Harry e Jamie non avevano mai affrontato la fine della scuola con il morale così basso.
Di certo non erano gli unici a rammaricarsi per la partenza del professor Lupin. Tutta la classe di Difesa contro le Arti Oscure si rattristò alla notizia delle sue dimissioni.
«Chissà chi ci toccherà il prossimo anno» disse Seamus Finnigan in tono tetro.
«Forse un Vampiro» suggerì Dean Thomas speranzoso.
Non era solo la partenza del professor Lupin a opprimerli. Non riuscivano a fare a meno di pensare alla profezia della professoressa Cooman. Continuavano a chiedersi dove fosse Minus, se avesse già trovato rifugio da Voldemort. Ma la cosa che li abbatteva di più era la prospettiva di tornare dai Dursley. Per forse mezz'ora, una gloriosa mezz'ora, avevano creduto che sarebbero andati a vivere con Sirius, il migliore amico dei loro genitori. Sarebbe stata la cosa più bella del mondo, a parte riaverli. E se nessuna nuova voleva decisamente dire buona nuova, perché significava che Sirius era riuscito a nascondersi, Harry e Jamie non potevano non sentirsi depressi quando pensavano alla casa che avrebbe potuto avere, un desiderio ormai impossibile da realizzare.
I risultati degli esami furono annunciati l'ultimo giorno del trimestre. Harry, Jamie Ron e Hermione erano stati promossi in tutte le materie. Harry fu stupito di essersela cavata in Pozioni, persino Jamie, che aveva tenuto un esame perfetto non si aspettava un Eccezionale. Avevano il fondato sospetto che Silente fosse intervenuto per impedire a Piton di bocciarli. Il comportamento di Piton verso Harry e Jamie durante l'ultima settimana era stato piuttosto preoccupante: Non ritenevano possibile che l'avversione dell'insegnante nei loro confronti potesse aumentare, ma di sicuro era così. Un muscolo si contraeva in maniera sgradevole a un angolo della bocca sottile di Piton tutte le volte che guardava Harry o Jamie, e l'insegnante fletteva di continuo le dita, come se morisse dalla voglia di stringerle attorno al loro collo.
Percy aveva ottenuto il suo M.A.G.O. a pieni voti; Fred e George erano riusciti a strappare una manciata di G.U.F.O. per ciascuno. La Casa di Grifondoro, intanto, grazie soprattutto alla sua spettacolare prestazione nella Coppa del Quidditch, aveva vinto la Coppa delle Case per il terzo anno di fila. E così il banchetto di fine trimestre fu celebrato in un trionfo di decorazioni scarlatte e dorate, e il tavolo dei Grifondoro fu il più rumoroso di tutti, perché tutti festeggiavano. Perfino Harry e Jamie riuscirono a dimenticare per un po' il ritorno dai Dursley che li attendeva l'indomani, mangiando, bevendo, chiacchierando e ridendo assieme agli altri.
 
La mattina dopo, mentre l'Espresso di Hogwarts si allontanava dalla stazione, Hermione comunicò a Harry e Ron alcune sorprendenti novità (Jamie già le conosceva)
«Sono andata a trovare la professoressa McGranitt questa mattina prima di colazione. Ho deciso di lasciar perdere Babbanologia».
«Ma hai passato l'esame con il massimo dei voti e anche di più!»
«Lo so» sospirò Hermione, «ma non posso reggere un altro anno come questo. Quella GiraTempo mi stava facendo impazzire. L'ho restituita. Senza Babbanologia e Divinazione, riuscirò a riavere un orario normale».
«Non riesco ancora a credereche tu non ce l'abbia detto» disse Ron imbronciato. «Dovremmo essere tuoi amici».
«Mi hai addirittura mentito quando ti ho chiesto se viaggiavi nel tempo» la punzecchiò Jamie
«Avevo promesso di non dirlo a nessuno» disse Hermione in tono severo. Cercò lo sguardo di Harry, che guardava Hogwarts sparire dalla vista al di là di una montagna. Due mesi interi prima di rivederla.
«Oh, su con la vita, Harry» esclamò Hermione malinconica.
«Sto bene» disse Harry in fretta. «Stavo solo pensando alle vacanze».
«Ti prego non ne parliamo» disse Jamie che fino a quel momento aveva tenuto quel pensiero lontano più che poteva.
«Si, ci stavo pensando anch'io» intervenne Ron. «Dovete venire da noi. Sistemo le cose con mamma e papà e poi vi chiamo. Adesso lo so come si usa un feletono...»
«Telefono, Ron» lo corresse Hermione. «Davvero, tu dovresti andare a lezione di Babbanologia il prossimo anno»
Ron la ignorò. «Quest'estate c'è la Coppa del Mondo di Quidditch. Cosa ne dite? Venite da noi, e andremo a vederla! Di solito a papà danno i biglietti in ufficio».
La proposta ebbe l'effetto di rallegrare molto sia Harry che Jamie.
«Sì, scommetto che i Dursley sarebbero felici di lasciarci venire, specialmente dopo quello che abbiamo fatto l’estate scorsa»
«E soprattutto dopo che gli presenterò Moccì» ridacchiò Jamie
Decisamente rinfrancati, Harry e Jamie giocarono alcune partite a Spara-Schiocco con Ron e Hermione, e quando arrivarono la strega col carrello del tè, fecero un bel pranzetto, Jamie si prese anche un bel dolce al cioccolato, in onore a Lupin.
Ma fu solo nel tardo pomeriggio che accadde la cosa che li rese davvero felici
«Harry» disse Hermione all'improvviso, lanciando un'occhiata al di sopra della sua spalla. «Che cos'è quella cosa lì fuori dal finestrino?»
Harry si voltò e guardò fuori. Qualcosa di grigio e molto piccolo appariva e spariva oltre il vetro. Si alzò per vedere meglio e si accorse che era un piccolo gufo che trasportava una lettera decisamente troppo grande per lui. Il gufo, in effetti, era così piccolo che continuava a rovesciarsi a mezz'aria, sbatacchiato di qua e di là dalla corrente del treno. Harry aprì rapido il finestrino, tese il braccio e lo afferrò. Sotto le dita sembrava un Boccino molto soffice. Lo tirò dentro cautamente. Il gufo lasciò cadere la lettera sul sedile di Harry e prese a svolazzare nello scompartimento, evidentemente molto soddisfatto di aver portato a termine la sua missione. Edvige fece schioccare il becco in tono di dignitosa disapprovazione. Grattastinchi si mise seduto e prese a seguire il volo del gufo con i suoi grandi occhi gialli, Moccì sonnecchiava sulla testa soffice del gatto. Ron, che se n'era accorto, afferrò il gufo e lo mise al sicuro, fuori dalla portata del gatto.
Harry prese la lettera. Era indirizzata a lui e a Jamie. Strappò la busta ed esclamò: «È di Sirius»
Jamie sorrise e gli saltò di fianco.
«Cosa?» esclamarono Ron e Hermione eccitati. «Leggila ad alta voce»
Cari Harry e Jamie,
Spero che questa lettera vi venga recapitata prima che arriviate dai vostri zii. Non credo che siano abituati alla posta via gufo.
Io e Fierobecco siamo in clandestinità. Non vi dirò dove, nel caso che questo messaggio finisca nelle mani sbagliate. Ho qualche dubbio sull'affidabilità del gufo, ma è il migliore che ho trovato, e sembrava impaziente di affrontare la missione. Credo che i Dissennatori mi stiano ancora cercando, ma non hanno alcuna speranza di trovarmi qui dove sono. Sto progettando di farmi vedere al più presto da alcuni Babbani, molto lontano da Hogwarts, di modo che venga tolta la sorveglianza al castello. 
C'è una cosa che non sono riuscito a dirvi nel nostro unico breve incontro. Sono stato io a mandarti la Firebolt, Harry.
«Ah!» esclamò Hermione trionfante. «Visto? Te l'avevo detto che era lui»
«Sì, ma non le aveva fatto un malocchio, vero?» disse Ron. «Ahia» Il gufetto, che ora tubava allegramente nella sua mano, gli aveva beccato un dito in quello che a suo parere era un gesto di affetto.
Grattastinchi ha portato l'ordine all'Ufficio Gufi per conto mio. Ho usato il tuo nome, Harry, ma ho dato disposizione di prelevare il denaro dal sotterraneo numero 711 della Gringott, il mio. Ti prego di accettarla come dono del tuo padrino per il tuo tredicesimo compleanno. 
Grattastinchi mi ha anche detto che non avevi gradito, Jamie. Mi hai ricordato molto tua madre in quel momento, ma mi farò perdonare al prossimo compleanno.
Voglio anche scusarmi  per lo spavento che temo di avervi fatto prendere quella notte che siete fuggiti da casa dei vostri zii, volevo solo assicurarmi che steste bene, prima di riprendere il mio viaggio verso nord. Quando vi ho aperto la porta del ripostiglio non ho potuto assicurarmi della vostra salute o mi avreste scoperto, così vi ho seguito di nascosto da quando siete usciti a quando avete preso il Nottetempo.
Accludo un'altra cosa per voi, una cosa che credo renderà più piacevole il vostro prossimo anno a Hogwarts. 
Se avete bisogno di me, mandate un messaggio. Il vostro gufo mi troverà. 
Vi scriverò presto. 
Sirius 
 
Harry e Jamie guardarono con ansia dentro la busta. C'era un altro foglio di pergamena. Lo lessero in fretta :
 
Io, Sirius Black, padrino e tutore di Harry e Jamie Potter, con la presente concedo loro il permesso di visitare Hogsmeade nei finesettimana. 
«A Silente basterà» disse Harry allegramente. Guardò di nuovo la lettera di Sirius. «Aspettate, c'è un poscritto»
Ho pensato che il vostro amico Ron potrebbe essere felice di tenersi questo gufo, visto che per colpa mia non ha più un topo. 
Ron sgranò gli occhi. Il minuscolo gufo continuava a tubare eccitato. «Tenerlo?» disse in tono incerto. Per un attimo guardò il gufo da vicino, poi, con grande sorpresa di tutti, lo tese a Grattastinchi perché lo annusasse. «Cosa ne dici?» chiese Ron al gatto. «Siamo sicuri che è un gufo?»
Grattastinchi fece le fusa.
«Per me va bene» esclamò Ron, soddisfatto. «È mio».
Harry e Jamie lessero e rilessero a turno la lettera di Sirius per tutto il viaggio fino alla Stazione di King's Cross. Jamie la teneva ancora stretta in mano quando insieme a Harry Ron e Hermione riattraversò la barriera del binario nove e tre quarti.
Videro subito zio Vernon. Era a una certa distanza dai signori Weasley e li squadrava sospettoso: quando la signora Weasley abbracciò Harry e Jamie per salutarli, i suoi peggiori sospetti su di lei furono confermati.
«Vi chiamo per la Coppa del Mondo» gridò Ron a Harry e a Jamie, che salutarono lui e Hermione e poi diressero i carrelli con i bauli e la gabbia di Edvige verso zio Vernon, che li accolse nel solito modo.
«Che cos'è quella roba?» ringhiò fissando la busta che Jamie aveva ancora in mano. «Se è un altro modulo da firmare, non se ne-»
«No» rispose Harry allegro. «È una lettera del nostro padrino».
«Padrino?» farfugliò zio Vernon. «Voi non avete un padrino»
«Si che lo abbiamo» disse Jamie felice. «Era il migliore amico di mamma e papà. È stato condannato per omicidio, ma è fuggito dalla prigione dei maghi e ora è latitante. Comunque vuole tenersi in contatto con noi... per sapere cosa ci succede ed essere sicuro che siamo felici»
«Oh, ed era sempre lui che ha rasato Squarta ed è entrato in casa. Si è fatto un’idea di come stavamo» aggiunse Harry con un sorriso a trentadue denti.
Zio Vernon si lasciò superare, ancora stava assimilando quelle nuove inquietanti informazioni su un vegeto parente dei Potter quando vide Moccì, appollaiato sulla spalla di Jamie che lo fissava con entrambi gli occhi. «E quello che diavolo è?» sbraitò, diventando rosso
«Il mio camaleonte, si chiama Moccì»
«Moises Chico Lucero De la Fuentes, por ti, grassone» pronunciò tutto impettito
«Non ti permetterò di-»
«Il nostro padrino, vuole molto bene anche a lui. Avrà voglia di rivederlo quando ci verrà a trovare» ghignò Jamie
E sorridendo all'espressione di terrore apparsa sulla faccia di zio Vernon, Harry e Jamie puntarono all'uscita della stazione,verso quella che prometteva essere un'estate molto migliore delle
precedenti. 



Tana Del Camaleonte:

Ed ecco che arriva la parola fine, le avventure del terzo anno di Jamie&co. si sono concluse, ma non preoccupatevi, questo non è un addio, perchè ho intenzione di continuare a parlare delle loro avventure.
Ho le trame dei prossimi "libri" già definite, e penso di postare il seguito dopo capodanno, così da farvi un regalo per il nuovo anno, che spero apprezzerete :)
Ora, voglio inanzitutto ringraziare tutti voi, che avete seguito letto o anche solo sbirciato la mia storia, e grazie naturalmente anche a chi l'ha recensita, mi avete dato una gioia e una soddisfazione enorme, davvero.
Che dire, spero che abbiate gradito la mia intromissione nella storia della Rowling e che abbiate apprezzato i miei OC ( Gabriel, Jamie, Moccì) e come ho reso i personaggi già presenti nel libro.

Al 2013

Eltanin ;)


Posto qui il capitolo avviso perchè colpa della mia ignoranza non sapevo che fosse vietato, quindi mi scuso e rimedio:

 
Non sapevo come avvertire tutti e ho deciso di aggiungere un avviso.
Annuncio ufficialmente che ho pubblicato il sequel di questa fan fiction che si intitola Harry e Jamie Potter e L'inquisitore Supremo :)
Gazie a tutti,

Eltanin ;)

  
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