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Autore: itsniall    23/11/2012    1 recensioni
Debora non aveva mai creduto nell'amore. Solo una persona era riuscita a convincerla del contrario. Ma quella persona, in realtà, si è rivelata soltanto falsa.
E adesso? Cosa sarebbe successo se non gli avesse creduto? Ora, forse, non starebbe così male.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Sesto.


Entrammo in casa e i proprietari ci accolsero molto gentilmente.
«Prego, accomodatevi.» ci sorrise la moglie. Noi ricambiammo.
Quando varcammo la porta, ci ritrovammo in un enorme atrio che, con tre porte, portava al salotto, alla sala da pranzo (che faceva un tutt’uno con la sala) e al corridoio.
Nell’atrio c’era un pianoforte a muro del ‘500 con uno specchio enorme sopra. Appena entrati la donna chiuse un cancello che bloccava il portone.
Era tutto così surreale.
«Venite, vi porto nella vostra camera.» ci disse il marito, invece.
Noi alzammo le nostre valige e seguimmo l’uomo.
«Piacere, io mi chiamo Bobby e mia moglie Jannet. Nostro figlio è in camera che sta studiando. Lui si chiama Greg.»
Lungo il corridoio c’erano due o tre tavolini con sopra le foto di famiglia.
Alla fine salimmo per una scala a chiocciola e ci trovammo in una mansarda enorme.
C’era un piccolo salottino con un cucinotto, un bagno e una camera arredata con un letto a castello e un altro piccolo lettino. E un armadio.
«Ecco, qui è dove starete voi. Spero che vi ci troverete bene, so che non è molto grande..»
Io ed Eleonora ci guardammo subito e scoppiamo a ridere.
«Non si preoccupi, davvero. Per noi è anche troppo!» lo rassicurammo. Lui ci sorrise e ci disse che dopo poco la cena sarebbe stata pronta.
Io mi tuffai sul letto.
«Io dormo in quello di sopraa!»
«No stronza, ci dormo io!»
Lei cominciò a ridere. «Puoi pure scordartelo!»
«Troia, scendii!» le gridai.
Eleonora mi fece segno di stare zitta. «Shh, sennò mamma e papà si preoccupano!»
Cominciammo a ridere. Dopo un po’ ci calmammo e decisi di cedere il letto all’Ele.
Io cominciai a mettere a posto la mia roba nell’armadio mentre Eleonora si faceva seghe mentali su quello che sarebbe successo in quelle due settimane.
«Te lo immagini si incontra un figo da paura in discoteca, con un amico, ci provano quando siamo ubriache e ci si va a letto? Oh mio dio!» ricominciò a ridere, mentre io divenni subito fredda. «Deb? Che hai?»
«Niente, niente. Non ti preoccupare!» dissi continuando a mettere in ordine i vestiti.
Giulio. Non facevo altro che pensare a lui e non potevo nemmeno dire niente ad El.
Dopo un po’ venne il padre a chiamarci per cenare. Come prima, gli andammo dietro e lo seguimmo fino alla cucina.
Durante il percorso mi colpì una foto. Era di un ragazzo altino, capelli biondi tinti e occhi azzurri, come il mare, che quando li guardavi riuscivi a sentire l’odore del sale.
Nella foto era nel giardino di casa che stava giocando con il cane. Sorrideva, era felice. Aveva gli incisivi un po’ storti però era dolcissimo. Le guance ce le aveva tutte arrossate, sembrava che fosse truccato. Era una foto bellissima, perché non era in posa, era naturale.
«Lui è Niall.» mi sussurrò una voce da dietro. Sussultai, era Bobby.
«Ohu,» mi rigirai verso la foto «è davvero un bel ragazzo. Ma..come mai oggi non c’è?»
Suo padre guardò malinconico la foto. «E’ in Australia. Con la sua band.»
«Oh, canta? Suona? Che fa?»
«Ecco..lui canta principalmente. Però suona anche la chitarra, spesso.»
Era triste, lo vedevo nei suoi occhi.
«Scusa, non volevo..»
«Tranquilla, non è successo niente. Ora però andiamo sennò mia moglie si preoccupa.» disse in tono ironico, sorridendomi.
Andammo in cucina e cenammo tutti insieme. Ridemmo e scherzammo. Nessuno, in quella casa, si azzardò però a parlare di Niall.
Dopo aver cenato, aiutammo Jannet a sparecchiare e poi tornammo nelle nostre camere.
Mi misi subito sotto le coperte. Ripensavo a quel ragazzo e a come suo padre sembrasse ferito.
«Deb, cos’hai?» mi chiese curiosa Eleonora.
«Niente.» dissi girandomi verso il muro.
«Ok, quando hai voglia di parlarmene ci sono, lo sai.» disse mettendosi a letto.
Spensi la luce e provai ad addormentarmi, ma non mi riuscivo. Pensavo a Giulio, ad Arezzo, ai miei amici, a Mattia e a quella foto, a quel biondino.
Mi misi ad ascoltare la musica. Mi addormentai con ‘One’ di Johnny Cash.
 
«Debora? Debora,  sono le 8. Dai alzati!» mi sussurrò Bobby nell’orecchio. Io sobbalzai nel letto dalla paura. Lui si mise a ridere e così feci io.
«Scusa, non volevo farti paura.»
Mi tolsi le cuffie dalle orecchie e gli sorrisi. «Non ti preoccupare Bobby, è tutto ok. Grazie per essere venuto a svegliarmi. Eleonora è già alzata?» dissi mettendomi a sedere, per quanto ci riuscissi.
«No, ancora dorme. La puoi svegliare te per favore? Così io intanto vado a preparare la colazione.»
Io gli feci l’occhiolino. Lui sorrise e andò in cucina. Io mi rituffai sul cuscino e cominciai a fissare il letto sopra.
Chissà cosa stava facendo Giulio. Gli mandai un messaggio.
“Buongiorno tesoro. Come stai?”
Aspettai una risposta, ma dopo 10 minuti ci rinunciai.
«Eeel, svegliatiii!» le urali.
«Hmm lasciami staree.»
«Sono le 8.15 muoviti.»
«No!»
«Ci s’ha il test, idiota!»
Mugolò per altri dieci minuti buoni, poi decise di alzarsi. Io intanto mi ero già lavata e vestita. Mi mancava solo di truccarmi ed ero pronta.
«El, io scendo a fare colazione.»
«No no, ma che, oh. Te ora m’aspetti.»
«See, col cazzo vai. Io ho fame. Ci si vede giù. Muoviti.» Dissi scendendo le scale.
Ogni volta che passavo per quel corridoio mi fermavo a guardare quella foto. Era bellissima.
«È l’unica che mia madre ha lasciato.» mi disse Greg da dietro.
«E come mai?»
«Lei non vuole mai che si parli di lui quando non c’è. Quindi praticamente mai. È perché le manca e parlarne le farebbe ancora peggio.» guardammo la foto insieme in quell’istante di silenzio. «Forse è meglio che andiamo a fare colazione.» mi sorrise. Io ricambiai e ci dirigemmo in cucina.
Da mangiare c’erano pancakes con sciroppo d’acero, uova in padella e cereali.
«Tutto quello che vuoi c’è, per cui non esitare.»
«Ehm..prenderò un pancake, grazie.»
Appena mi misi a sedere arrivò Eleonora. Si scusò e si mise a tavola pure lei.
Mangiammo tranquillamente, tanto la prima volta ci avrebbe accompagnato Bobby.
 
Arrivammo a scuola alle 8:55. Appena entrate in classe cominciammo a fare il test. Non era difficile, ma neanche tanto facile.
Per il resto la giornata andò abbastanza liscia. Mangiammo in mensa io, El, Mattia, Federica e il resto della classe. La gente ogni tanto ci guardava male perché non ci aveva mai visti, ms di lì a poco ci avrebbero conosciuti bene.
 
Il messaggio di Giulio, quel giorno, non arrivò. Nemmeno la sera, prima di andare a letto. Niente.
Per il resto fu una bella giornata.
Non ci sentimmo per cinque giorni. Poi mi arrivò un messaggio con scritto “Amore, ti prego, scusami. Appena posso ti spiegherò ma sono successi un sacco di casini. Ti scongiuro, perdonami. Ti amo, a presto!”
Quel giorno, quando io ed El tornammo da scuola, ci fu una gran bella sorpresa ad aspettarci.

 
Ohh chi si risente(?)!
Scusate se ci ho messo tanto a scrivere ma non avevo ispirazione çç
Come state? Spero tutto bene c:
comunque adesso devo andare. Ciao belle, ci sentiamo presto!
Ps. Recensite se vi va e datemi dei consigli, che non fanno mai male! :3 sciao <3
  
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