Era rimasta
sola. Sola con il rumore dei suo pensieri che le rimbombava nella testa come un
macigno che si sgretola da una montagna e ruzzola giù. Ma diversamente da come
si sentiva qualche mese prima, la solitudine non la affliggeva affatto perché sapeva
che nell’altra stanza c’era lui, ne sentiva la confortante presenza. Per quanto
si forzasse di non pensare a come avrebbe fatto quando se ne sarebbe andato la
sua mente le riportava sempre a galla quei pensieri, ed allora la solitudine non
era più così sopportabile. Si vedeva stratta in un corridoio infinito e buio le
cui pareti si stringevano sempre di più intorno a lei ad ogni secondo che
passava, ad ogni battito del suo cuore, schiacciandola. Ed allora Il respiro
cominciava a mancarle, la vista si offuscava, brividi freddi le pizzicavano la
pelle contrastando le gocce di sudore ghiacciato che le imperlava la fronte.
Quel giorno non ebbe però l’occasione di perdersi in quel dolore perché una
mano calda e morbida le afferrò delicatamente la spalla scuotendola con
dolcezza.
“A cosa stai
pensando Clelia?” era impossibile ingannare un profiler per una intera
settimana. Era impossibile non sciogliersi al suono di quella voce. Era
impossibile mentire davanti a quegli occhi.
“A tutto e a
niente.” Ripose la ragazza cercando di nascondere alla meglio il gesto della
sua mano che raccoglieva le lacrime che gli occhi blu come il mare si erano
lasciate sfuggire.
“Mi dirai
mai cosa ti affligge?” Spencer sapeva quanto il cuore della ragazza fosse
nascosto in un nebbia fitta ma per quanto potesse supporre non avrebbe mai
immaginato la vera regione del malessere della ragazza.
“Semmai
dovessi dirtelo spero di farlo quando tu sarai già lontano…”
Clelia cercò di abbassare lo sguardo per nascondersi agli occhi caldi del
ragazzo che la fissava seduto di fronte a lei.
“Io ho
capito cosa hai, non te ne devi vergognare. Te ne ho già parlato in una delle
nostre e-mail. So come ci si sente, ci sono passato anche io” non esistevano
parole adatte per affrontare un simile argomento, tutta l’intelligenza del
Dottor Reid non sarebbe bastata per farle dimenticare quello che aveva passato
e cancellarlo per sempre dalla sua memoria. “Hai vissuto un’esperienza che
avrebbe sconvolto chiunque. Io stesso ho passato dei mesi infernali dopo che Raphael mi ha preso, te ne ho già parlato. Ma tu non devi
permettere ad uno come Alessandro Gabella di annientarti e distruggere la tua
vita. Siamo stati noi a vincere e non puoi lasciare che lui vinca su di te
proprio adesso.” Le parole del ragazzo aprirono il via alle lacrime della
ragazza, per quanto la conclusione che aveva tratto fosse stata sbagliata, non
poteva non rimanerne colpita.
“Credimi non
mi è successo neanche una volta di pensare a quel bastardo! Ma su una cosa hai
ragione. Ho lasciato che vincesse, non Gabella, ma ho lasciato che vincesse il
mio cuore. Solo che è talmente stupido che non sa che non potrà mai vincere.” Disse
tra le lacrime, tanto sapeva che per quanto Reid fosse un bravo profiler non
avrebbe mai capito che si stesse riferendo a lui. Ma forse si sbagliava. Spencer
la guardò per un tempo indefinito, si perse ad osservare tutti i suoi dettagli:
analizzò ogni suo riccio rosso, ogni ruga che si diramava intorno ai suoi
occhi, tutte le sfumature di blu dei suoi meravigliosi occhi, tutte le dolci
lentiggini che le tempestavano il viso. Gli fu chiaro in quel momento che amava
ogni atomo del suo corpo, ogni cellula di quella ragazza così diversa da lui, gli
apparteneva e maledisse se stesso più volte per non avere il coraggio di dirle
quanto la amasse, quanto le mancasse ogni giorno che aveva passato senza di lei
in America. Tutti dicevano che era un genio, che avesse il quoziente
intellettivo fuori dalla media, ma quando la vedeva non poteva fare altro che
sentirsi stupido perché in nessun modo sarebbe riuscito ad averla. Non riusciva
a capire il motivo per cui lei lo facesse sentire in quel modo, lo faceva stare
bene, e non capiva perché lui non riuscisse a dirglielo.
Dagli occhi
di Clelia continuavano a scorrere lacrime bollenti pieni di dolore, rimpianti,
delusione e amore. Cercò di tenere lo sguardo basso, come a volersi nascondere
da Spencer che continuava a fissarla con i suoi dolci occhioni color nocciola,
ma non ci riuscì. La tentazione di ricambiare il suo sguardo, di tuffare il blu
dei suoi occhi in quelli caldi del ragazzo era troppo forte. Si era
stupidamente innamorata di lui, e questo lo sapeva. lo aveva capito da quando
era salita su quel maledetto aereo per lasciare l’America e tornare in Italia,
per lasciare lui, per lasciare l’amore e tornare al dolore. Lo aveva capito da
quel giorno, da quando non poteva fare a meno di pensare ogni minuto a lui, di
immaginarlo acconto a se. Erano così diversi, eppure si erano incontrati e in
qualche modo legati. L’amore così forte che provavano l’uno per l’altra era
così strano, così irragionevole, ma era
arrivata alla conclusine che questo era il bello dell’amore: che era del tutto
irrazionale.
Come fosse
una automa, senza dare peso ai suoi pensieri Spencer si avvicinò a Clelia, e
con le sue morbide e calde mani asciugò una lacrima che con estenuante lentezza
le rigavano il volto. Le concesse uno dei suoi soliti, dolci e impacciati
sorrisi, uno di quelli che Clelia adorava, di quelli che lei era certa non si
sarebbe mai stancata di vedere. Sentendo la mano di Reid sfiorarle
delicatamente la guancia la ragazza avvertì un brivido lungo la schiena, si
abbandonò al suo tocco e chiuse gli occhi godendosi ogni istante di quel breve e
semplice incontro.
“Clelia sappi che io per te ci sarò sempre” mormorò il
ragazzo tanto vicino al suo viso che la ragazza avvertì il suo alito caldo,
profumato e avvolgente travolgerla e allo stesso tempo avvolgerla. La ragazza frugò nella sua mente che
singhiozzava solo pensieri sconnessi in cerca di qualcosa da dire, qualcosa che
esprimesse a fondo quello che lui significava per lei. Ma decise che non erano
le parole che le servivano in quella situazione così, senza pensare, senza
indugiare si spinse a fare quello che da tempo il suo cuore che chiedeva.
Le labbra carnose di Clelia si unirono a quelle di Reid che,
contrariamente alle aspettative della ragazza, dopo un attimo di smarrimento si
affrettò a ricambiare il bacio, il bacio
che da troppo tempo ormai i due bramavano di darsi, le loro labbra di muovevano
al ritmo del loro amore in un bacio passionale.
Si staccarono dal bacio e restarono a fissarsi, ma questa
volta i loro sguardi sapeva cosa volevano dirsi, dai loro occhi traspiravano
amore. La rossa di strinse al petto scarno del giovane poi, guardandolo negli
occhi gli disse:
“Spencer, io mi sono innamorata di te!” Questa volta mentre
pronunciava quelle parole, dette per la prima volta ad alta voce, non pensò a
quanto stupida fosse stata ad innamorarsi di lui in una sola settimana o nelle
sole e-mail che si erano scambiati. Quella volta era sicura e fiera di quella
frase. Spencer ascoltò quelle parole riecheggiare nelle sue orecchie, avrebbe
volute risponderle, anzi urlarle che anche lui l’amava ma, non essendo mai
stato molto bravo con le parole, decise di replicare tornando a poggiare le
labbra sulle sue. Clelia si strinse tra le braccia del ragazzo mentre Spencer
intrecciava le sue affusolate dita tra i suoi ricci color fragola, aveva
desiderato farlo fin dal primo momento che l’aveva vista. La ragazza crcò di stamparsi nella mente quel istante, il leggero peso
delle labbra di Reid sulle sue, i miliardi di piccoli brividi che si
arrampicavano sulla sua schiena, la sua mano che scendeva timida sulla sua
guancia, fino a quando non riacquistarono il coraggio per approfondire il
bacio, dischiusero le labbra permettendo l’uno all’altra di coinvolgersi in un
bacio denso di passione. Le loro inibizioni, solitamente troppo alte, si
azzerarono per quella sera, come sparirono anche i pensieri. Per tutta la
durata della notte la parola domani fu abolita, nessuno dei due ebbe il
coraggio di pensare a cosa sarebbe successo. L’unica cosa che pensarono quella
notte mentre si fondevano l’uno con l’altra, intraprendendo un sentiero da cui
non si poteva più tornare indietro, era che si appartenevano, e non c’era più
posto per le domande in quella notte.
CLELIA è TORNATA!
Vi prego non uccidetemi. Lo
so questa storia è bloccata da quasi un anno, ma ho avuto un sacco di problemi
che non sto qui ad elencarvi, che mi hanno impedito di scrivere questa FF, che
se posso dire è quella a cui tengo di più tra tutte quelle che ho scritto. Ho
deciso di tornare per restare, e credetemi ne avremo ancora per molto con Reid
e Clelia. Perché ammettiamolo: il fandom di Criminal Minds
qui su Efp (e non solo) è uno dei migliori!
Sicuramente uno di quelli in cui mi sono trovata meglio. Bè mi aspetto molti
insulti da parte vostra per il ritardo ma, ammettetelo sono tornata con questi
due che Finalmente cavolo si sono decisi! Bè se siete arrivati a leggere fino a
qui vi ringrazio moltissimo.
Ah se qualcuno non lo avesse
letto e non lo ricordasse Alessandro Gabella è l’Artista, S.I
a cui danno la caccia Reid e Clelia in Change.