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Autore: Ofelia20    25/11/2012    5 recensioni
Sequel di "Change".
Clelia è tornata in Italia da ormai sei mesi, piena di rimpianti e rimorsi. La sua vita sta andando in pezzi e le paure che pensava di aver perso in America cominciano a riaffiorare. La speranza di poter tornare finalmente a sorridere risplende quando il Dottor Ried approda in Italia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se un giorno mai...'
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Era rimasta sola. Sola con il rumore dei suo pensieri che le rimbombava nella testa come un macigno che si sgretola da una montagna e ruzzola giù. Ma diversamente da come si sentiva qualche mese prima, la solitudine non la affliggeva affatto perché sapeva che nell’altra stanza c’era lui, ne sentiva la confortante presenza. Per quanto si forzasse di non pensare a come avrebbe fatto quando se ne sarebbe andato la sua mente le riportava sempre a galla quei pensieri, ed allora la solitudine non era più così sopportabile. Si vedeva stratta in un corridoio infinito e buio le cui pareti si stringevano sempre di più intorno a lei ad ogni secondo che passava, ad ogni battito del suo cuore, schiacciandola. Ed allora Il respiro cominciava a mancarle, la vista si offuscava, brividi freddi le pizzicavano la pelle contrastando le gocce di sudore ghiacciato che le imperlava la fronte. Quel giorno non ebbe però l’occasione di perdersi in quel dolore perché una mano calda e morbida le afferrò delicatamente la spalla scuotendola con dolcezza.

“A cosa stai pensando Clelia?” era impossibile ingannare un profiler per una intera settimana. Era impossibile non sciogliersi al suono di quella voce. Era impossibile mentire davanti a quegli occhi.

“A tutto e a niente.” Ripose la ragazza cercando di nascondere alla meglio il gesto della sua mano che raccoglieva le lacrime che gli occhi blu come il mare si erano lasciate sfuggire.  

“Mi dirai mai cosa ti affligge?” Spencer sapeva quanto il cuore della ragazza fosse nascosto in un nebbia fitta ma per quanto potesse supporre non avrebbe mai immaginato la vera regione del malessere della ragazza.

“Semmai dovessi dirtelo spero di farlo quando tu sarai già lontano…” Clelia cercò di abbassare lo sguardo per nascondersi agli occhi caldi del ragazzo che la fissava seduto di fronte a lei.

“Io ho capito cosa hai, non te ne devi vergognare. Te ne ho già parlato in una delle nostre e-mail. So come ci si sente, ci sono passato anche io” non esistevano parole adatte per affrontare un simile argomento, tutta l’intelligenza del Dottor Reid non sarebbe bastata per farle dimenticare quello che aveva passato e cancellarlo per sempre dalla sua memoria. “Hai vissuto un’esperienza che avrebbe sconvolto chiunque. Io stesso ho passato dei mesi infernali dopo che Raphael mi ha preso, te ne ho già parlato. Ma tu non devi permettere ad uno come Alessandro Gabella di annientarti e distruggere la tua vita. Siamo stati noi a vincere e non puoi lasciare che lui vinca su di te proprio adesso.” Le parole del ragazzo aprirono il via alle lacrime della ragazza, per quanto la conclusione che aveva tratto fosse stata sbagliata, non poteva non rimanerne colpita.

“Credimi non mi è successo neanche una volta di pensare a quel bastardo! Ma su una cosa hai ragione. Ho lasciato che vincesse, non Gabella, ma ho lasciato che vincesse il mio cuore. Solo che è talmente stupido che non sa che non potrà mai vincere.” Disse tra le lacrime, tanto sapeva che per quanto Reid fosse un bravo profiler non avrebbe mai capito che si stesse riferendo a lui. Ma forse si sbagliava. Spencer la guardò per un tempo indefinito, si perse ad osservare tutti i suoi dettagli: analizzò ogni suo riccio rosso, ogni ruga che si diramava intorno ai suoi occhi, tutte le sfumature di blu dei suoi meravigliosi occhi, tutte le dolci lentiggini che le tempestavano il viso. Gli fu chiaro in quel momento che amava ogni atomo del suo corpo, ogni cellula di quella ragazza così diversa da lui, gli apparteneva e maledisse se stesso più volte per non avere il coraggio di dirle quanto la amasse, quanto le mancasse ogni giorno che aveva passato senza di lei in America. Tutti dicevano che era un genio, che avesse il quoziente intellettivo fuori dalla media, ma quando la vedeva non poteva fare altro che sentirsi stupido perché in nessun modo sarebbe riuscito ad averla. Non riusciva a capire il motivo per cui lei lo facesse sentire in quel modo, lo faceva stare bene, e non capiva perché lui non riuscisse a dirglielo.

Dagli occhi di Clelia continuavano a scorrere lacrime bollenti pieni di dolore, rimpianti, delusione e amore. Cercò di tenere lo sguardo basso, come a volersi nascondere da Spencer che continuava a fissarla con i suoi dolci occhioni color nocciola, ma non ci riuscì. La tentazione di ricambiare il suo sguardo, di tuffare il blu dei suoi occhi in quelli caldi del ragazzo era troppo forte. Si era stupidamente innamorata di lui, e questo lo sapeva. lo aveva capito da quando era salita su quel maledetto aereo per lasciare l’America e tornare in Italia, per lasciare lui, per lasciare l’amore e tornare al dolore. Lo aveva capito da quel giorno, da quando non poteva fare a meno di pensare ogni minuto a lui, di immaginarlo acconto a se. Erano così diversi, eppure si erano incontrati e in qualche modo legati. L’amore così forte che provavano l’uno per l’altra era così strano, così irragionevole, ma  era arrivata alla conclusine che questo era il bello dell’amore: che era del tutto irrazionale.

Come fosse una automa, senza dare peso ai suoi pensieri Spencer si avvicinò a Clelia, e con le sue morbide e calde mani asciugò una lacrima che con estenuante lentezza le rigavano il volto. Le concesse uno dei suoi soliti, dolci e impacciati sorrisi, uno di quelli che Clelia adorava, di quelli che lei era certa non si sarebbe mai stancata di vedere. Sentendo la mano di Reid sfiorarle delicatamente la guancia la ragazza avvertì un brivido lungo la schiena, si abbandonò al suo tocco e chiuse gli occhi godendosi ogni istante di quel breve e semplice incontro.

“Clelia sappi che io per te ci sarò sempre” mormorò il ragazzo tanto vicino al suo viso che la ragazza avvertì il suo alito caldo, profumato e avvolgente travolgerla e allo stesso tempo avvolgerla.  La ragazza frugò nella sua mente che singhiozzava solo pensieri sconnessi in cerca di qualcosa da dire, qualcosa che esprimesse a fondo quello che lui significava per lei. Ma decise che non erano le parole che le servivano in quella situazione così, senza pensare, senza indugiare si spinse a fare quello che da tempo il suo cuore che chiedeva.

Le labbra carnose di Clelia si unirono a quelle di Reid che, contrariamente alle aspettative della ragazza, dopo un attimo di smarrimento si affrettò a ricambiare il bacio,  il bacio che da troppo tempo ormai i due bramavano di darsi, le loro labbra di muovevano al ritmo del loro amore in un bacio passionale.

Si staccarono dal bacio e restarono a fissarsi, ma questa volta i loro sguardi sapeva cosa volevano dirsi, dai loro occhi traspiravano amore. La rossa di strinse al petto scarno del giovane poi, guardandolo negli occhi gli disse:

“Spencer, io mi sono innamorata di te!” Questa volta mentre pronunciava quelle parole, dette per la prima volta ad alta voce, non pensò a quanto stupida fosse stata ad innamorarsi di lui in una sola settimana o nelle sole e-mail che si erano scambiati. Quella volta era sicura e fiera di quella frase. Spencer ascoltò quelle parole riecheggiare nelle sue orecchie, avrebbe volute risponderle, anzi urlarle che anche lui l’amava ma, non essendo mai stato molto bravo con le parole, decise di replicare tornando a poggiare le labbra sulle sue. Clelia si strinse tra le braccia del ragazzo mentre Spencer intrecciava le sue affusolate dita tra i suoi ricci color fragola, aveva desiderato farlo fin dal primo momento che l’aveva vista. La ragazza crcò di stamparsi nella mente quel istante, il leggero peso delle labbra di Reid sulle sue, i miliardi di piccoli brividi che si arrampicavano sulla sua schiena, la sua mano che scendeva timida sulla sua guancia, fino a quando non riacquistarono il coraggio per approfondire il bacio, dischiusero le labbra permettendo l’uno all’altra di coinvolgersi in un bacio denso di passione. Le loro inibizioni, solitamente troppo alte, si azzerarono per quella sera, come sparirono anche i pensieri. Per tutta la durata della notte la parola domani fu abolita, nessuno dei due ebbe il coraggio di pensare a cosa sarebbe successo. L’unica cosa che pensarono quella notte mentre si fondevano l’uno con l’altra, intraprendendo un sentiero da cui non si poteva più tornare indietro, era che si appartenevano, e non c’era più posto per le domande in quella notte.

 

 

CLELIA è TORNATA!

Vi prego non uccidetemi. Lo so questa storia è bloccata da quasi un anno, ma ho avuto un sacco di problemi che non sto qui ad elencarvi, che mi hanno impedito di scrivere questa FF, che se posso dire è quella a cui tengo di più tra tutte quelle che ho scritto. Ho deciso di tornare per restare, e credetemi ne avremo ancora per molto con Reid e Clelia. Perché ammettiamolo: il fandom di Criminal Minds qui su Efp (e non solo) è uno dei migliori! Sicuramente uno di quelli in cui mi sono trovata meglio. Bè mi aspetto molti insulti da parte vostra per il ritardo ma, ammettetelo sono tornata con questi due che Finalmente cavolo si sono decisi! Bè se siete arrivati a leggere fino a qui vi ringrazio moltissimo.

Ah se qualcuno non lo avesse letto e non lo ricordasse Alessandro Gabella è l’Artista, S.I a cui danno la caccia Reid e Clelia in Change.

 

   
 
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