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Autore: Rosmary    25/11/2012    9 recensioni
Dopoguerra: ogni cosa tenta di tornare alla normalità. La spensieratezza s'insinua nelle vite dei vittoriosi sopravvissuti.
Tutto procede nel migliore dei modi e poi, d'improvviso, un buffo esperimento dei gemelli più scapestrati di Londra scaraventa sette maghi in mondi paralleli. Quello che si prospetta essere un viaggio nei meandri della fantasia, a causa di assurdi effetti collaterali, si rivela essere un gioco che rimescola tutte le carte già estratte dal mazzo, costringendo Hermione a interrogare ancora una volta il proprio cuore. Ed è così che, tra antichi dissapori, ritrovata routine, insospettabili attrazioni e un improbabile scambio di corpi, tutto ciò che è stato narrato potrebbe essere riscritto.
«Ti piace la mia ragazza?»
«No! No! Non gli piaccio! Sarà qualche magia venuta male… oh, Ron, calmati!»
«No che non mi calmo. Io gli spacco la faccia»
«Spaccamela pure, tanto non cambia niente»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I personaggi presenti in questo racconto sono proprietà di J.K. Rowling;
la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.



 


La Trappola Babbana



Prologo
 
Accade spesso, nella Vita, d’accorgersi troppo tardi d’esser preda di uno scherzo crudele.
Eppure, non riusciamo a maledire quella stessa Vita.
Comprendiamo e accettiamo lo scherzo: non siamo mai stati tanto felici.


 

 

1998, 2 maggio


«Non posso crederci, abbiamo vinto!»

Ѐ l’esclamazione entusiasta e stordita di un volto tra i tanti. Le emozioni sono confuse a Hogwarts, alla fine della seconda guerra magica. C’è chi soffre, chi gioisce e chi è semplicemente incapace di provare sensazione alcuna. È estremamente difficile provare qualcosa quando si è svuotati e stanchi.
In Sala Grande, allineati come soldati in riposo, vi sono i corpi dei caduti, circondati da familiari ed amici. In quel luogo, intorno a quei corpi, l’aria puzza di fiori appassiti e cumuli di terriccio insozzato dall’uomo. In quel luogo, vicino un corpo in particolare, un ragazzo ha il viso pallido ed asciutto, lo sguardo spento e le labbra schiuse, tremanti.
La mano sinistra di George Weasley è poggiata sul petto del gemello, all’altezza del cuore. Un cuore che no, ormai ne è sicuro, non batte più. George non piange e non si dispera, delle funi invisibili l’hanno costretto all’immobilità e del cibo inesistente si è incastrato in gola, impedendogli di parlare e, forse, anche di respirare. George non saprebbe dare un nome alle sue sensazioni né tantomeno al suo dolore, poiché la stessa parola dolore è incapace d’esprimere alcunché.
Una mano carezza le fila rosse del gemello vivo, è una mano colma d’amore e di disperazione, è la mano di una madre. Molly, incapace di provare sollievo dinanzi la vittoria, ha il volto tirato ed inespressivo di chi ha pianto troppo.
 
«Harry Potter è il nostro eroe! Potter! Potter!» Un bambino di circa dodici anni, con indosso un pigiama a quadrettini neri e gialli, saltella e gioisce lontano dagli altri ed irrispettoso dei defunti, complice la giovane età, s’avvicina anche ai corpi dei caduti, ridente e festoso. Non molti badano alla presenza di quell’ignaro bambino. Nessuno ha la forza di rivolgergli occhiatacce sdegnose o parole risentite. Ma quel bambino ha il coraggio e l’innocenza di violare il dolore di George e Molly. «Se non lo chiamate, non si sveglia. Anche mio fratello era svenuto, ma l’abbiamo preso a schiaffi!»
 
Sono parole ingenue, buone, sono parole che destano Molly, la quale smette di guardare Fred ed inizia a guardare quel bambino. Non gli risponde, convinta d’essere ormai incapace di parlare. George, invece, par non aver udito affatto quel dire inopportuno, difatti continua ad osservare il fratello, ignaro che intorno a loro, in silenzio, vi siano anche gli altri componenti della famiglia, pietrificati dalla sofferenza.
 
«Davvero, Signora, deve chiamarlo o prenderlo a schiaffi!» Sorride l'indesiderato ospite, accovacciandosi accanto a Fred, facendo indurire i tratti di Arthur Weasley, in piedi alle spalle della moglie  «Ora le faccio vedere!» Neanche il tempo di dirlo: quel bambino rilascia un ceffone sulla guancia destra del morto.
 
«NON LO TOCCARE» Non è George. Non è Molly. Non è Arthur. Sono Percy e Bill, trattenuti da Ron e Charlie, così da impedire che si scaglino contro il ragazzino, ora terrorizzato.
 
È questione di secondi. Lunghi, strazianti e maledetti secondi. I muscoli del corpo di Fred si tendono, paiono riscuotersi da un profondo sonno, le labbra del ragazzo si schiudono, rapide, in cerca d’aria e la mano di George, poggiata sul petto di Fred, percepisce un cambiamento, c’è qualcosa che si muove, che batte.
 
«Ѐ vivo…» Ginny e il suo sibilo incredulo.
 
«Ve l’avevo detto…» Tenta il dodicenne, con voce intimidita «…Che era svenuto»
 
Ma nessuno più l’ascolta. Nessuno gli spiega che no, Fred Weasley non è mai svenuto. Fred Weasley è morto, morto clinicamente, una morte apparente, ingannevole e crudele.
 
 

****
 

 

1998, 2 agosto

 
«Ehi, ragazzina, nel calderone!» Esclama perentorio George Weasley, impedendo ad una cliente di sporcare la pavimentazione del negozio.
 
«Ancora non è iniziato l’anno e già fanno scorte!» Lee Jordan, ammirato.
 
«Non sono mica scemi» Asserisce convinto Fred, raggiungendo il gemello e l’amico nei pressi del bancone.
 
«Chi era quel tizio, Fred?»
 
«Il proprietario della gelateria qui accanto» Afferma verso George, con aria distratta «Voleva organizzare non-so-che per non-so-cosa» Un dire che fa ridacchiare sia Lee che George.
 
I Tiri Vispi Weasley non sono mai stati tanto affollati: complice la fine della guerra, grandi e piccini si accalcano in quel negozio dalle dimensioni, da una quindicina di giorni, più che generose. Il mondo magico non ha ripreso le consuete abitudini, ma cerca di rimettersi in piedi, con attenzione, pazienza ed impegno. Gli equilibri sono stravolti, le gerarchie ribaltate e le celle di Azkaban pullulano d'ospiti. I più piangono ancora gli amici ed i parenti persi in guerra; ma va bene così, ripetono ogni giorno i giornali, i Ministeriali e tutti gli altri.
 
Un tintinnio annuncia l’ingresso di altri visitatori. Lee anticipa i gemelli, guardando in direzione dell’ingresso. Ghigna il ragazzo dai capelli rasta. «Famiglia in arrivo!»
 
«Oh, no» Fred, portando una mano al volto «Mica è mamma?» George, al suo fianco, rabbrividisce al solo pensiero.
 
«No, non è mamma» S’intromette Ginny, divertita «Ma se vuoi posso portarla!»
 
«Ma quanto sei spiritosa, eh, sorellina?!»
 
«Lasciala stare, George» Afferma un ridacchiante Lee «Cosa ci fate qui?»
 
«Questo» Harry, porgendo a Fred e George il proprio mantello dell’invisibilità «Mi raccomando, ragazzi, niente scherzi»
 
«Io, fossi in te, non glielo presterei» Borbotta Ron.
 
«Ma a nessuno interessa il tuo parere, vero, Ronnie?» Ammicca Fred, appropriandosi del manto di Harry.
 
«Perfetto. Muoviamoci! Voglio proprio vedere che faccia farà Hermione quando ci vedrà!»
 
«Sì, una mezz’ora e possiamo andare» Obietta George, porgendo alcune falci ad un cliente «Non ti prestiamo la macchina, Ron»
 
«Ma se so guidarla benissimo!»
 
«Certo, certo» Liquida Fred, infilando in tasca le chiavi della macchina magicamente modificata.
 
 

****

 
 
«Mamma, non riesco a trovarlo»
 
«Cerca bene, l’ho messo lì»
 
«Ma non lo trovo. Non può essere sparito, è un cellulare!»
 
La madre di Hermione è costretta a sbuffare e ad avvicinarsi al ripiano che ospita il televisore ed oggetti affini «Ѐ qui, ti ho detto. Hai visto dietro il videoregistratore?»
 
«Perché il cellulare dovrebbe essere dietro il videoregistratore?» Obietta Hermione, contrariata.
 
La Signora Granger inarca le sopracciglia «Non hai visto» Conclude, asciutta. Allunga la mano destra e tasta dietro il videoregistratore nero e, con espressione tronfia, agguanta il fantomatico cellulare, di dimensioni piuttosto generose, un oggettino che, in fin dei conti, non si nasconde perfettamente.
 
«Non avrebbe dovuto star lì» Continua piccata Hermione «Non è il suo posto!»
 
«Quante storie» Asserisce la madre, componendo un numero telefonico ed allontanandosi dalla figlia.
 
Hermione ha appena il tempo di scuotere il capo contrariata, poiché un rumoreggiare di freni e motori attira l’attenzione della strega. Accigliandosi, s’affaccia alla finestra del soggiorno, naturalmente spalancata a causa del caldo. Un sorriso s’increspa sulle labbra della giovane, improvvisamente di buon umore.
 
«Vi occorre aiuto?» Scherza la Granger, ridacchiando in direzione di Ron, Harry e gli altri.
 
«Puoi dirlo forte: prenditi il tuo fidanzatino!» Esclama George, uscendo dalla macchina e richiudendo la portiera «Dobbiamo dare un’occhiata ai freni»
 
«Sarebbe bastato rallentare» Si lamenta Ron, avvicinandosi a Ginny e Harry che, nel frattanto, sono scesi dalla motocicletta ereditata da Sirius.
 
«Non vi aspettavo» Afferma allegra Hermione, correndo verso Ron, salutandolo con un casto bacio sulle labbra.
 
«Non davanti a noi, Granger» Fred, fingendosi nauseato.
 
«Concordo» Lee e George, all’unisono, imitando l’espressione di Fred.
 
Ridacchiano i giovani maghi e, guidati da una sorpresa Hermione, si accalcano nel soggiorno di casa Granger. La madre della ragazza saluta tutti, facendo la conoscenza di Lee e dopo aver offerto del gelato si congeda per recarsi allo studio dentistico. Tutti, ad eccezione di Harry, adocchiano con curiosità gli oggetti Babbani presenti in quella sala. Lee, in particolare, par sviluppare una sorta di venerazione per il televisore, quando comprende che pigiando un tondino rosso la scatola muta diviene scatola parlante.
 
«Questi Babbani sono una forza!» Commenta infatti Jordan, standosene seduto sul divano, tenendo con la destra il cono gelato e con la sinistra il telecomando «Guarda! Parlano! Ma mi sentono? Mi vedono?»
 
«Certo che no!» Interviene Harry.
 
«Secondo me ci sentono, invece. Guarda, parlano verso di noi»
 
«Certo che sei un salame, Ronnie. Non ci sentono, i televisori funzionano così…»
 
«…La gente parla da sola, è la scatola dei pazzi» Conclude Fred il discorso iniziato dal gemello, entrambi convinti del proprio dire.
 
«Non è una scatola per pazzi!» Hermione, puntigliosa.
 
Ma Lee Jordan ha ormai scoperto un mondo nuovo e misterioso ed infatti, alzandosi dal divano, abbandonando il gelato, s’avvicina al videoregistratore «Hermione, questo a cosa serve?»
 
«Oh» Sorride lei, alzandosi «Questo apparecchio serve a vedere dei film»
 
«Film?»
 
«Sì, prendi una di quelle scatoline nere» S’intromette Harry, cingendo una videocassetta «E la infili dentro» Detto, fatto.
 
«Quindi cosa c’è nella scatolina nera?» Ginny, curiosa, avvicinandosi anche lei, seguita a ruota da Ron.
 
«Beh, in quella c’è Casper  1  » Afferma Hermione.
 
«Cosa sarebbe Casper? Qualcosa da mangiare? Si mangia la scatolina nera?»
 
«No, Lee, no! Casper è un film, cioè un racconto… ecco… invece di leggere una storia, grazie a questa scatolina nera, tu puoi vederla nel televisore»
 
«Wow» Lee e Ginny, ammirati, osservano Hermione con sguardi avidi di altri particolari «Possiamo vederlo?»
 
«Certo che possiamo» George, scocciato quanto il gemello. S’avvicina al gruppetto e con estrema nonchalance avvia il videoregistratore «Papà ha spiegato a me e Fred come funziona ‘sta roba»
 
«Voleva che la vendessimo»
 
«E noi stiamo sperimentando un modo per renderla più interessante» Un’affermazione, quella di George, che cattura l’attenzione di tutti. Sorride sghembo il ragazzo, facendo un cenno al gemello.
 
«Sarete le nostre prime cavie» Estrae la bacchetta Fred «Dovreste esserne onorati!» Non dà tempo a Hermione e Ginny di protestare, a Ron e Harry di impallidire e a Lee di sghignazzare. Agita la bacchetta, pronunciando una formula stramba, a seguito della quale i nostri eroi spariscono in un curioso puff.
 
Trascorrono esattamente tre secondi di nulla assoluto e poi, finalmente, si avverte un altro curioso puff ed i sette ragazzi riappaiono. Ma c’è qualcosa di strano: il soggiorno della casa di Hermione è sparito, sostituito da un ampio e tetro androne. Il calore estivo è stato sostituito dalla brezza autunnale.
 
«Bucanieri e dobloni d'oro, Whipstaff nasconde un gran tesoro!2»
 
«Chi ha parlato?» Ѐ il quesito stranito di Hermione.
 
«Io e non so neanche perché l’abbia detto»
 
«Ron… tu sei...» Harry deglutisce, incapace di proseguire.
 
«Un fantasma! Eh, sì!» Conferma Lee ridendo.
 
«Io vi odio con tutta me stessa»
 
«Grazie, sorellina!» Esclamano Fred e George, unendosi alle risate dell'amico.
 
 
 
 



 
“Casper”: si riferisce al film Casper del 1995 diretto da Brad Silberling e ad esso sono riferite le citazioni e le descrizioni presenti in questo e nei successivi capitoli.
Bucanieri e dobloni d'oro, Whipstaff nasconde un gran tesoro!”: citazione tratta dal film Casper del 1995 diretto da Brad Silberling.





Angolo Autrice:

Poche note per spiegare la morte apparente di Fred: è un fenomeno esistente, viene chiamata morte apparente proprio perché il soggetto è clinicamente morto, dunque non c'è battito cardiaco, i muscoli non reagiscono, la temperatura corporea cala e così via, un fenomeno che, laddove si manifesti, può durare sino a quarantotto ore, in genere, difatti, il decesso viene accertato una volta trascorso quest'arco temporale. Ora, siccome la Rowling ci ha lasciati con Fred presumibilmente morto ed un epilogo di diciannove anni dopo in cui non s'accenna all'esistenza o meno di Fred, come anche di George, Percy o Seamus e così via, io mi sono presa la libertà d'immaginare che il caso di Fred rientrasse nella morte apparente e che, di conseguenza, lui fosse vivo e vegeto. Per il resto, non ho modificato nulla della conclusione della Rowling, riprendendo la narrazione dalla fine della guerra anziché dai diciannove anni dopo. Hermione, com'è stato dichiarato dalla stessa Rowling, alla fine della guerra ritrova i suoi genitori e spezza l'incantesimo di memoria, dunque ecco perché la storia inizia con Hermione in compagnia della madre. Riguardo Casper, chi ha letto qualcos'altro di mio avrà intuito quanto mi piaccia, vi garantisco che non sarà il fulcro della storia! È tutto. Alla prossima :)

   
 
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