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Autore: emmesmiler    28/11/2012    0 recensioni
Occhi celesti, gli occhi di un principe azzurro.
Occhi verdi, occhi pieni di rabbia e alcool.
Occhi castani, gli occhi di una ragazza forte. Ma quanto poteva essere forte?
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Le lacrime scendevano ancora sul suo volto, non riusciva a fermarsi. Il cellulare continuava a squillare ma in quel momento voleva solo sapere che lui stava bene. Sua zia prese il cellulare della nipote e guardò lo schermo. «non è un numero della tua rubrica..» disse preoccupata.
Tirò su col naso e porse la mano verso il cellulare, sua zia glielo diede. Rispose anche se aveva la voce rotta dal pianto, non le importava.
«Pronto?»
«Pronto? Parla Ivy Silver?» chiese pacatamente.
«Si, sono io..»
Un sospiro dall’altra parte della cornetta «sono il colonnello Wood, suo fratello è nel mio reggimento..», delle lacrime trattenute da Silver, «suo…» un altro sospiro «suo fratello.. si trova in infermeria militare, fortunatamente la mina non l’ha preso. Ha una lieve ferita, nulla di grave» aggiunse.
Lacrime di sollievo rigarono il suo viso e, insieme ad esse spuntò un piccolo sorriso «è solo una lieve ferita, una lieve ferita!» continuava a sussurrare.
«Bene, vedo che è contenta. Adesso devo andare. Arri..» subito Silver lo interruppe.
«E invece James? James Walker.» gli chiese preoccupata.
«Non possiamo dare queste informazioni, signorina... »
«La prego. Mio fratello è fuori pericolo, ma adesso ho bisogno di sapere come sta James.»
Altri sospiri dall’altra parte della cornetta, e delle voci in sottofondo «James… lui.. la mina..»
«No no no! Non può essere! James.. lui.. »
Lasciò la presa del telefono, così da farlo cadere a terra e scappò in camera piangendo.
James era il compagno di stanza di Austin, suo fratello. E per lei era come un secondo fratello. Lo adorava, lui la proteggeva sempre, anche da Austin quelle poche volte che litigavano e gli voleva un gran bene. Non voleva crederci che James fosse ferito. E non una ferita piccola, ma era stato ferito da una mina. Odiava il fatto che entrambi avessero scelto la strada militare e che andassero a fare le missioni. Preferiva averli lontani ma senza alcuna missione, che averli lontani e in pericolo.
Non voleva vedere nessuno, era stata chiusa in camera tutto il giorno. Non aveva nemmeno mangiato ed era mezzanotte. Si rigirò sul letto e notò che Louis non era nel suo letto. Magari è fuori, pensò.
Scese in salotto e lo vide lì, disteso sul divano con il braccio fuori e il telecomando a terra, sicuramente fatto cadere da lui. Sorrise e lo andò a svegliare delicatamente.
«Lou.. Louis, svegliati, è tardi… vai di sopra a dormire, dai»
«Mh, si.. » mugugnò, senza muoversi.
«Lou!» alzò un po’ la voce in modo che la sentisse.
Si svegliò di scatto, passandosi una mano sui capelli «eh? Si.»
«Dai vai a dormire.» disse sedendosi sul divano.
«Si, si.. vado» disse Louis ancora addormentato. Quando fu’ vicino le scale, si girò verso la cugina e le rivolse uno sguardo «stai bene?»
I due si guardarono e lei sorrise «si» no..
Le fece un mezzo sorriso e andò di sopra. Silver stette tutta la notte in salotto a guardare film o programmi televisivi. Erano le 5 di notte, decise di mettere un dvd. Prese “Dear John”, lo aveva regalato a Fizzy per il compleanno poiché anche lei lo amava; era il film preferito di Silver  e ogni volta piangeva sempre.
«Ovunque ti trovi nel mondo, la Luna non è mai più grande del tuo pollice» John aveva proprio ragione, lei ci provava sempre e si ricordava sempre che quando c’era la luna piena e la guardava sapeva che poi non era così lontana da suo fratello e da James.
Pianse per la lettera scritta da Savannah per John, per la lettera di John scritta a suo padre e pianse anche perché suo fratello si trovava dall’altra parte del mondo.
Si addormentò sul divano e con la televisione accesa.
«Silver.. svegliati» era Louis che la svegliava.«Silver.. » la muoveva piano dal braccio, così lei si svegliò di soprasalto e tutta sudata. «ieri tu e oggi io?» aggiunse divertito il cugino.
Sorrise leggermente e si ributtò di nuovo con la testa sul bracciolo del divano. «che male!» disse massaggiandosi la fronte.
«E’ duro, lo so.»
«Adesso lo so anche io» rise insieme a lui, poi si alzò e andò in cucina.
«Giorno!» disse.
Calò un silenzio assordante quando entrò, tutti seguivano le mosse che faceva.
«Che programmi ci sono per oggi?» prese un sorso di latte col caffè mentre aspettava una risposta.
«Silver!» urlò Louis.
«Che c’è?» urlò di rimando la ragazza.
«Vieni un attimo in salotto»
Alzò gli occhi al cielo, poiché non aveva voglia di alzarsi dalla sedia, e andò dal cugino.
«Dimmi. Oh,ciao Niall!» lo saluto sorridendo.
«Ciao Silver!» ricambiò il saluto.
«Silver, volevo chiederti una cosa..noi stiamo uscendo, vuoi venire?» le chiese Louis
Ci pensò un attimo «emh, dovrei andarmi a fare una doccia.. non voglio farvi perdere tempo, meglio se andate voi» disse sorridendo e strofinandosi la mano nel braccio per il freddo.
«Tranquilla, non abbiamo orari» la rassicurò Niall, prendendosi un occhiataccia dall’amico.
«No, davvero, andate voi»
«Non voglio insistere più di tanto..» rispose Niall.
Silver gli sorrise e lui ricambiò.
Louis si avvicinò a Silver e la spinse verso le scale in modo scherzoso «però io si. Quindi vai a lavarti, noi ti aspettiamo qui sotto»
«Va bene, va bene!» disse ridendo.
Intanto i due ragazzi si misero a chiacchierare seduti sul divano.
«Secondo me è meglio quella rossa» replicò Niall.
«Quella blu è meglio!» disse Louis.
«Non ne capisci niente»
«Di ragazze?» chiese Silver appena scese.
Indossava una maglietta grigia larga con su scritto “love” dalle tonalità del blu al bianco, in più righe, una camicia blu, bianca e con qualche tonalità di blu scuro a scacchi, un jeans chiaro e per completare il tutto un paio di converse blu basse.
Louis e Niall si alzarono e si diressero verso la porta «no, di felpe.» rispose il biondo, ridendo.
Tutti e tre i ragazzi risero e uscirono di casa.
«Dove si va?» chiese Silver.
«In giro» stavolta era il cugino a parlare.
Lei annuì sorridendo e li seguì.
Seguiva i discorsi che facevano: calcio, felpe, freddo, cibo e incontri per il pomeriggio o per la sera.
«Ma stasera c’è la partita!» si lamentò Niall.  
«Fa niente. Dai!»
Louis indicò con lo sguardo Silver, facendo così capire a Niall il motivo di così tanta insistenza. Sospirò e accettò. «va bene.. da me per cena?» chiese.
Il moro sorrise «ok.. Silver per te va bene?»
«Eh? Si si, va bene» disse distrattamente.
Doveva ammettere che non ne aveva voglia, voleva ritornare a casa, buttarsi nel letto e piangere mentre mangiava di tutto e di più. La voglia di girare i tacchi e farlo era tanta, ma voleva evitare i: “Silver, tutto ok?” - “che succede? ne vuoi parlare?” o i “andrà tutto bene”.
Niente era ok, non ne voleva parlare e sentiva che non sarebbe andato bene.
Stavano vagando per la città da almeno mezzora e finalmente l’avvisavano che erano arrivati. Era un parco, il Bentley Park, appena entrati alla sua destra vi era un rettangolo di verde, stessa cosa a sinistra solo che c’erano dei fiori colorati, poi degli alberi e poi una rotonda con al centro un cerchio di prato con un albero al centro. Poi, sia a destra che sinistra verde e alberi. Davanti a lei c’era un distesa di verde, e due campi: uno da calcio e uno da basket.
C’erano poche persone, visto l’orario, signori con il cane che giocavano e poi un gruppetto di ragazzi che giocava a calcio nel campo.
Ci sedettero proprio di fronte al campo da calcio, sotto un albero che li copriva dal sole. Incrociò le gambe e sospirò.
«Qualcosa non va?» le chiese il cugino.
«No, tutto bene» sorrise.I due stavano riprendendo a parlare ma leili interruppe«vi dispiace se vado a fare una telefonata?» chiese uscendo il telefono dalla tasca.
«No, tranquilla..» risposero all’unisono. I due amici si guardarono e incominciarono a ridere.
Chi li capisce è bravo, pensò sorridendo.
«Silver!» urlò il cugino, facendola girare «non allontanarti troppo» annuì e riprese a camminare.
Aveva già composto il numero, ora aspettava una sua risposta.
«Dai rispondi..»
«Mh?» segno che stava dormendo. 
Silver scoppiò a ridere «sveglia!» le urlò, facendo ricadere l’attenzione su di lei.
«Mh, mh»
«Sono incinta»
«Mh, mh» staproprio dormendo, eh..
«Di uno che non conosco, l’ho conosciuto l’altra sera.. prima di venire qua»
«E’ impossibile, siamo state insieme e non poi scopri di essere incinta dopo una settimana» disse oramai del tutto sveglia.
«Oh, ma buongiorno bella addormentata!» le disse sorridente.
Sbadigliò «Si, buongiorno. Ma che ore.. » silenzio, poi si sentì un “oh mio dio!”di Kaitlyn, Silver si mise a ridere «per quale motivo sei sveglia alle 10 e 15?»
«Ci sono tre motivi, quale vuoi sapere?»
«Il terzo» rispose l’amica.
«Mi sono vista un film e mi sono addormentata»
«E che centra con il fatto che sei sveglia alle 10?» chiese confusa Kaitlyn.
«E’ uno dei terzi motivi, me l’hai detto tu!»
«Non ci sto capendo più nulla. Parla direttamente Silver!»
«Vuoi sapere il primo motivo?»
L’amica sospirò, poi la riprese «Silver!»
«Ok ok, ho capito» prese un bel respiro e parlò veloce, ma facendosi capire «Austin ha una lieve ferita.. e …» s’interruppe, non sapendo se dirle di James.
«Oddio, e tu come stai? Vuoi che ti raggiunga? Vuoi prendere un volo per andare dai tuoi?»
I miei, doveva dirglielo ma non voleva farli preoccupare, infondo il colonnello ha detto che non è nulla di grave.
Una merda. Si, ti prego, raggiungimi «Sto bene.. e i miei non so se lo sanno. I colonnelli o chiunque si occupi di mio fratello, hanno il mio numero, gliel’ho dato per non far chiamare i miei e farli preoccupare più di tanto..»
L’amica l’ascoltò in silenzio per poi dire la sua «dovresti chiamarli, devono saperlo. E non dovevi dare il tuo numero, Silver» le disse con tranquillità.
«So entrambe le cose.. Kait… » le vibrò il telefono, vide chi era: sua madre. «Kaitlyn..» deglutì nervosamente.
«Si?» «E’ mia madre»
«Ok, stai calma, respira e di tutto, tutto d’un fiato» la tranquillizzò.
«Va bene. Ti metto in attesa»
«Non è bello far attendere un ragazza» le disse ridendo.
Rise anche lei «Mi dispiace, a fra poco»
«Ok. Anzi, ne approfitto per farmi una doccia»
«A dopo, allora. Ciao!» la salutò e chiuse la chiamata, per poi aprire quella della madre. «Mamma!»
«Silver! Ma con chi parlavi?»
«Kaitlyn»
«Aah, ora capisco, come sta?» chiese sua madre.
In realtà non lo sapeva, avevano parlato di tutto tranne di come stesse lei.
Che amica di merda che sono.
«Bene, sta bene.. Voi come state? Come ve la passate?»
«Qua va tutto bene, c’è caldo e ce la passiamo molto bene! Oggi andiamo a vedere le stelle.. quelle sul pavimento»
«Quali.. stelle? Ah, si ho capito! Ma non mi ricordo come si chiama»
«Tu come stai? Come va li?»
«Va tutto bene, sono al parco con Lou e Niall e..»
«No, aspetta! Come?» disse ridendo piano.
«Hai capito. Ma’, ma perché bisbigli?»
«Qui sono le 5.40 e tuo padre dorme»
«Chiamarmi di mattina no, vero?» chiese la figlia ridendo.
«Volevo sentirti» ammise la madre.
«Va bene» il cellulare vibrò di nuovo «mamma, ci sentiamo dopo, è Kaitlyn. Vai a dormire e salutami papà!»
«Va bene.. salutami gli altri, anche Niall»
«Ok, a dopo mamma. Ciao ciao!» ripeté un infinite di volte “ciao” finchè non chiusero. Aprì l’altra chiamata «Kaitlyn!»
«Cosa?»
Il sorriso che aveva sul volto le si spense, si girò verso il cugino in cerca del suo sguardo.
«Silver? Ci sei?» chiese.
Altre lacrime uscirono a rigare le sua guance rosse «Austin! A- austin.. tu, oddio, come stai? Ti sei fatto niente? Ti prego parla!» si asciugava le lacrime con il dorso della mano. Sentire la sua risata era la cosa più bella, ma sentirla finire per un verso di dolore, no.
«Se non parli, magari. Sembri mamma! Sto bene, la ferita è lieve e.. »
La sorella lo interruppe «quando scendi?» chiese sorridendo al solo pensiero di rivederlo dopo.. non sapeva nemmeno lei da quanto non lo vedeva. Silenzio e un sospiro «perché scendi? tu scendi..?»
«Silver.. è complicato. Non posso scendere»
«Perché? C’è bisogno che ti prenda in pieno una mina per farti scendere?» quelle parole le urlò, solo dopo si ricordò di James.«Come sta?» chiese ritornando calma.
Intanto in cugino e l’amico l’avevano raggiunta, preoccupati. Mimò un “sto bene” e gli sorrise.
«Sta’..»
Odiava sentire la sua voce triste e immaginarselo mentre si guardava le scarpe.
«E’ forte, lo sai anche tu. Ce la farà. Senti ti passo una persona» disse sorridendo e porgendo il telefono a Louis.
«Chi è?» le chiese il cugino a bassa voce.
«Rispondi!» gli disse sorridente.
«Pronto?» rispose titubante.
Sbarrò gli occhi e la sua bocca di allargò in un sorriso «Oh mio dio! Austin!» urlò.
Non si preoccuparono degli sguardi altrui.
«Come stai? Si si, qui tutto bene..» si soffermò a guardare Silver che a sua volta lo guardava, poi rise «ok, lo farò.. si promesso!!» era contento di sentirlo, si vedeva. «va bene, te la passo. Riprenditi. Ciao!» salutò e passò il telefono alla proprietaria.
«Austin»
Sentiva Niall lamentarsi con l’amico «mi dite chi è? Voglio saperlo anch’io! Appena lo chiedevo a Silver mi zittiva per ascoltare te!»
«E’ Austin, suo fratello» rispose l’amico.
«Silver! Non posso scendere, te l’ho detto.. e sì, c’è bisogno che mi colpisca una mina per farmi scendere! Appena James starà meglio, scenderà e starà lì tre o quattro mesi»
«Preferirei farmi investire da una macchina pur di sentire queste parole..» ammise al fratello.
«In quel caso scenderei» disse ridendo a pena Austin.
«Allora lo farò» disse ridendo.
Una parte del suo cervello ci stava pensando, ma non l’avrebbe mai fatto.
«Emh, Silver.. devo»
«Si, devi andare..» sospirò tristemente. 
«Già. Scusami.. »
Lo interruppe di nuovo «E’ il tuo lavoro. Emh, a non so quando, allora..»
«Silver!»
«Scusa. Salutami James e digli che anche Kaitlyn lo saluta!»
«Lo sa?» le chiese.
«No, ma lo saprà» un piccolo silenzio da parte di entrambi, poi lei parlò «ok, adesso vai!»
«Si..» sentiva delle voci in sottofondo, grida. «Silver devo andare! Si arrivo!» urlò.
«Che succede? Austin!» nessuna risposta. Aveva chiuso.
«Silver, qualcosa non va’?» chiese Niall.
«Ha chiuso. C’erano delle urla e lui ha detto che arrivava»
Altre lacrime le rigavano il volto.
Entrambi i ragazzi si guardarono e abbracciarono Silver, per consolarla.
Il telefono vibrò e Silver si affrettò a prenderlo.
«Ora basta!» disse Louis, prendendole il telefono.
«Ma che..?»
«Ssh!» la zittì «pronto?» aveva cambiato faccia e tono della voce «si è qui»
E adesso chi era?
«Vogliono te» disse Louis dandole il telefono.
«Signorina Silver?» era una voce maschile.
«Si»
«Ivy Silver?»
«Si, sono io»
«Abbiamo una cosa da dirle»
Non posso sopportare tutto questo.



I’m baaaack! non che vi importi ahahah nuovo capitolo, nuove cose, nuove suspense. 
In questo capitolo si parla molto, lo so, c’è poco “scritto” e molta conversazione ma nei prossimi capitoli
ci sarà meno dialogo…spero.. devo ancora elaborarlo. In testa ho già tutto devo solo scriverlo.
Spero vi piaccia come inizio Jqualche recensione? O qualche consiglio, critica?
ok, vi lascio.. non so nemmeno se leggerete lol va bene adios e al prossimo capitolo!
ultima cosaaa! Che ne pensate di Take me home? È bellissimo, ci hanno lavorato molto e si vede. Vostra canzone preferita? Io ancora non ne riesco a sceglierne una ahah
E… di nuovo, adios! Al prossimo capitolo! :)
  
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