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Autore: Theboywholived    28/11/2012    4 recensioni
Mi hanno incolpato per una serie di orribili omicidi compiuti da dei miei amici all’epoca del liceo. L’intero gruppo era appassionato dagli horror e hanno volto provare qualche omicidio dei film, ma alla fine č andato tutto storto ed ecco che mi ritrovo chiusa qui dentro.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa sera dovevamo andare ad una festa a casa di Mike ci sarebbe stato anche Carl. Non sapevo come Clarisse avrebbe reagito, non sapevo cosa avrebbe detto Carl quando mi avrebbe visto, non sapevo cosa sarebbe successo. Passammo l’intero pomeriggio a guardare film, leggere dei libri e a parlare del più e del meno. –Cosa ci succederà stasera?- mi chiese Clarisse – cosa faremo quando vedremo Carl? Non posso ignorarlo.- Aveva ragione. Dopo quello che aveva fatto a noi, dopo aver ucciso i nostri fratelli. Per me era dura, ma per Clarisse lo era molto di più. Era stato il suo primo amore, il suo primo bacio. Gli voleva bene e non voleva vendicarsi, ma io si. Lo avrei torturato, gli avrei fatto pagare tutti i suoi peccati con il dolore. Avevo escogitato un piano perfetto, un piano infallibile, un piano da paura.
Arrivò presto l’ora della festa. Erano le 19.00 e io e Clarisse eravamo pronte. Andammo alla macchina e ci dirigemmo da Mike. Avevo portato con me la mia borsa. Non mi separavamo mai da quella borsa, quella borsa che era di Fred. Ero immersa dei miei pensieri quando Clarisse mi fece tornare alla realtà. –Sono innamorata di Mike.- lo disse esplicitamente, senza alcun problema.
-Bhe, lo è anche lui di te.- gli dissi. Non riuscii a trattenermi. Clarisse frenò di botto. –Come fai a saperlo? Sembri così sicura.- disse. Aveva gli occhi lucidi anche se non sapevo il motivo.
- Me lo ha detto lui qualche settimana fa .- lo dissi quasi con disprezzo. Amavo Mike e evidentemente lui lo sapeva. –Non ci posso credere. Ho sempre pensato che era cotto di te. Siete sempre stati così uniti.- Clarisse era in lacrime, era così felice. Ricordo il suo sorriso immerso nelle lacrime, i suoi occhi che emanavano felicità. Anche se Mike era il mio amore segreto, ero felice per Clarisse. Dopo essersi ripresa, rimise in moto la macchina e andammo da Mike. La casa di Mike sembrava diversa la sera. Era illuminata solo per metà da un raggio di luce proveniente da un lampione li vicino. Parcheggiammo la macchina e ci avviammo verso l’ingresso.
Clarisse era ancora un po’ scossa dalla notizia che gli avevo dato, tanto da tremare. Mentre camminavamo, sentivo qualcuno che mi fissava. Mi guardai intorno. L’intera strada era buia e deserta fatto eccezione per una piccola casa di fronte a quella di Mike.  Era avvolta nel buio e l’unica fonte di luce proveniva da una piccola finestra posta al centro della parete esterna. Ero sicura che li c’era qualcuno. –Inizia ad andare, ho dimenticato il cellulare in macchina- dissi a Clarisse- dammi le chiavi. Faccio in un attimo.- Riuscii a farmi dare le chiavi. Mi allontanai e riuscii a sentire Clarisse che salutava Mike e un attimo dopo, la porta che si chiuse con un forte tonfo.
La strada faceva paura. Completamente avvolta nel buio con un gelido vento che sfiorava le chiome degli alberi generando un fruscio tenebroso. Superai la macchina e mi diressi verso quella casa misteriosa. Sembrava abbandonata. Sicuramente aveva un bel passato alle spalle. Si riusciva ad intravedere un colore accesso sulle pareti che ormai erano state rovinate dai forti venti e dalle piogge. La porta era aperta. Lo trovai molto strano. Cercai nella borsa dei fiammiferi ma l’unica cosa che trovai fu una piccola torcia elettrica. L’accesi ed entrai. Non riuscii a fare due passi che mi dovetti coprire il naso con la manica della felpa. C’era una puzza esagerata. Una puzza di putrefatto. La luce che emanava la torcia non era molto utile. Riuscii ad individuare la fonte di luce. Era una piccola lampadina adagiata su una mensola. Percorsi con la mano il filo della lampadina. Era ricoperto di muffa. Dopo una ventina di centimetri toccai qualcosa di molle, qualcosa di disgustoso. Tastai meglio per riuscire a capire di cosa si trattava. Qualcosa mi colò lungo la mano così la illuminai con la torcia e mi accorsi che era un liquido rosso. Dopo averlo esaminato per qualche secondo mi resi conto che era sangue. Quasi svenni. Illuminai la fonte del sangue. Lancia un urlo lancinante. Ciò che vedevo era disgustoso. Erano tutte ammucchiate lì, in un angolo. Erano interiora, o meglio, organi umani. Sentivo che stavo per vomitare. Ma ad un tratto intravidi qualcosa a me familiare. Vidi un piccolo ciuffo biondo che spuntava da dietro un lenzuolo. Scostai il lenzuolo e mi trovai di fronte allo spettacolo più orribile della mia vita. Il copro di un bambino giaceva lì terra. Non ero sicura di chi era eppure aveva un aspetto così familiare. Scostai di poco il braccio che copriva il viso e riuscii a vederlo in faccia. Quegli occhi che mi fissavano senza potermi guardarmi. Un espressione di terrore gli si poteva leggere sul volto. Avevo gli occhi colmi di lacrime. Non riuscivo a guardare il cadavere di Sam, il fratellino di Clarisse. Lo avevo visto nascere, crescere e purtroppo anche morire. Non riuscii a rimanere lì dentro per altri cinque secondi. Corsi verso la porta quando mi trovai quel verme viscido di fronte. –Tu, pezzo di merda.- mi gettai su Carl con forza ma mi bloccò con un semplice schiaffo. Mi afferrò per i capelli e mi trascinò in una botola nascosta da un mobile. Lì sotto c’era puzza di muffa, puzza di chiuso. Mi trascinò per circa dieci metri quando mi trovai in davanti ad una porta. La aprì con un calcio. Schegge di legno volavano ovunque e per poco una non mi entrò nell’occhio. Carl mi strattonò e mi spinse contro il muro. –Sei fottuto. La polizia sta per arrivare- gli dissi- resterai in carcere per il resto della tua vita .- Non sembrava importarsene molto. Stava scrivendo qualcosa contro il muro. Riuscii a leggere solo metà frase “ Lei sa di….”  In pochi secondi mi trovai la testa chiusa in sacchetto. Sentivo che mi stava tirando. Il suolo era ruvido e pieno di fosse. Dopo qualche minuto, mi tolse il cappuccio. All’inizio rimasi abbagliata dalla luce della stanza, ma poi misi a fuoco tutto. Quella stanza aveva un non so cosa di familiare. – Tu resta qui. Se farai la brava ti ucciderò senza farti sentire niente.- disse Carl. Uscì dalla stanza. Rimasi sola. Mi alzai da terra per ispezionare il luogo. Mi resi conto solo dopo che avevo un taglio sulla guancia. Strofinai via il sangue che colava con la manica della felpa. La stanza era così dannatamente familiare. Mi avvicinai all’armadio. Era decorato con incisioni nel legno. C’erano delle rose e dei tulipani. Mentre osservavo quelle incisioni, un gemito mi raggiunse. Proveniva dall’armadio. Non sapevo cosa fare. L’ultima volta che mi avvicinai ad un armadio sbucò fuori un pazzo assassino. Mi feci coraggio. Ero entrata in una casa abbandonata con un pazzo in circolazione. Abbassai lentamente la maniglia. Aprii l’anta così velocemente che cigolò. A terra c’era un enorme fagotto. Lo tirai fuori e mi accorsi che non era un fagotto ma qualcuno che era stato rapito. Slegai tutte le corde. Rimasi ferma sulla figura coperta. Bastava un tocco e il drappo sarebbe caduto. Non sapevo cosa aspettarmi dopo aver visto il corpo di Sam. –Coraggio Amanda.- sussurrai. Spostai il drappo e urlai. Era Clarisse. La aiutai ad alzarsi da quella vecchia stoffa. Scoppiò in lacrime. –Mi ha cat..turato. Non posso crederci.- non riusciva a parlare. Era traumatizzata. –Ok calmati. Dimmi chi è stato.- gli dissi asciugandogli gli occhi.
Un’espressione di paura apparve sul suo volto. Non voleva parlare. – Mike. È stato Mike.- disse scoppiando in lacrime. Mi sentii il mondo crollarmi addosso. Mike, il mio migliore amico. L’amico con cui avevo condiviso alcuni degli attimi più belli della mia vita. –Sai dov’è? Clarisse sai dov’è?- gli dissi. –Proprio qui.- una voce agghiacciante mi raggiunse alle spalle. Una figura incappucciata apparve dalla finestra. Aveva un coltello nella mano destra. Io e Clarisse iniziammo a correre. Aprimmo la porta e ci trovammo sul pianerottolo della casa di Mike. Corremmo giù per le scale fino a quando non ci trovammo l’assassino avanti. Come era possibile? Mike era dietro di noi. Ora tutto era chiaro. Carl e Mike erano gli assassini. Ecco perché mi sentivo osservata. Non ebbi il tempo di pensare che Carl mi afferrò per una piede e Mike afferrò Clarisse per i capelli. Caddi con un tonfo sulle scale. Carl mi portò in cucina. Era piena di sangue. Guardai il pavimento. C’erano i cadaveri di  Matt, Harry e Lara. I nostri più cari amici uccisi da qui due pazzi. Dopo due secondi arrivò Mike con Clarisse.
-Ora ti è chiaro Amanda? Ti è tutto chiaro?- mi disse Mike con un ghigno bastardo. Aveva le mani sporche di sangue. Così anche la maglia e il pantalone.
-Ti è chiaro il perché di tutto questo?- mi guardava come se fossi un pezzo di carne – ho ucciso io Fred. Ho ucciso io Dan. E ho ucciso io mio padre. Tutto questo l’ho fatto per vendetta. Mio padre mi maltrattava e ho tenuto l’odio verso di lui dentro di me fino a quando l’ho ucciso. Ora passiamo a Dan e a Fred. Loro ridevano di me. Ridevano della mia lurida vita. Ridevano delle mie disgrazie. Così un giorno decisi che era arrivato il momento di farla finita. Decisi che dovevano soffrire, che dovevano morire.- la sua voce risuonava nella mia testa. – Perché hai ucciso Sam? Lui non aveva fatto niente.- disse Clarisse in lacrime. – Qui entro in scena io- disse Carl. –Il tuo caro fratellino aveva capito tutto. Me lo aveva detto la sera prima. Mi disse che sapeva che era stato Mike. Aveva capito tutto perché aveva visto. Aveva visto dalla finestra della sua camera dato che affaccia direttamente sul garage di Dan. Così dovetti farlo fuori. Ha sofferto molto fidati. Ha pianto come una femminuccia sai? Mi supplicava. Ma con un colpo secco l’ho tagliato come un salame.- disse Carl ridendo. Clarisse rabbrividì. Io ero in lacrime e ad un tratto, una scarica di adrenalina mi percorse. Diedi un calcio a Carl. Andò a sbattere contro un mobile. Presi un coltello e glielo ficcai dritto nel petto, nel cuore. Il sangue schizzo ovunque e sul suo volto apparve un espressione di felicità. Era strano,molto strano quel ragazzo. –Puttana!- Mike lasciò Clarisse e si gettò su di me come un toro. Riuscii a mancarlo ma me ne pentii. Mike tornò da Clarisse, la prese e la pugnalò allo stomaco dopo di che, si tagliò la gola cadendo a terra morto.
Afferrai Clarisse in tempo. Mi inginocchiai con lei tra le braccia.
-Resisti. Resisti ti prego- ero in lacrime,non sapevo cosa fare- non morire.- gli dissi. Ero tutta un fremito. –Mi dispiace Amanda. Non dovevamo venire. Ti ho convinta io a venire.- disse Clarisse con un filo di voce. Il sangue scorreva ovunque. Ero in preda i singhiozzi. La mia migliore amica era tra le mie braccia a morire. In un attimo mi passarono davanti agli occhi tutti gli attimi passati insieme. Le estati passate nel giardino, i pomeriggi a studiare insieme, le nostre risate, le nostre liti, i nostri pianti.
-Promettimi una cosa- mi disse Clarisse singhiozzando- promettimi che non mi vendicherai. Sei stata un’ottima amica. Ti ho sempre voluto bene. Ciao Amanda.- e dopo queste ultime parole, Clarisse chiuse gli occhi e non si mosse più. Rimasi ferma con il suo corpo tra le braccia. Con lo sguardo perso nel vuoto e le lacrime che mi rigavano il viso. –Addio Clarisse.- dissi.
Dopo mezz’ora arrivò la polizia. –Ferma do sei.- mi disse un poliziotto puntandomi una pistola alla testa. Dei giorni seguenti non ricordo niente. Solo attimi confusi.
 
Qualcuno bussa alla porta della cella. –Lexus. È ora di cena. In sala pranzo.- è l’infermiere. Non mi rendo conto che sto piangendo. Ricordare Clarisse è doloroso. La mia migliore amica. Mio fratello. Tutte persone che appartengono ad un passato doloroso. Ad un passato che non auguro a nessuno. Spero che a nessuno capiti ciò che è successo a me. Ora vi lascio per sempre. Vado a mangiare la merda che ci danno. Addio.



Ecco a voi l'ultimo capitolo. Vi ringrazio per aver seguito la mia storia. Spero che vi sia piaciuta. E spero in qualche recensione. -Theboywholived
  
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