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Autore: nobodyishopeless    03/12/2012    6 recensioni
Rose è una ragazza di 16 anni abusata da 7 dallo zio Heron, a scuola è la sfigata perchè non parla con nessuno e i 5 ragazzi più fighi della scuola la sfottono, secondo lei non sono questi i problemi della vita e invidia quei ragazzi che come preoccupazioni hanno solo la scuola e la vita sociale. Ce la farà il ragazzo dagli occhi blu a capire i suoi demoni e tirarla fuori dalla fossa?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Attenzione è presente una scena rossa molto violenta. Non adatto a persone facilmente impressionabili. Buona lettura.

Restare fuori dalla mia vita.



 

Non gridare. Cazzo, oggi non è di buon umore. Mi picchia pure, di solito non lo fa perché sa che poi dovrei trovare una scusa di come sono “caduta accidentalmente” da intortare a mia madre. Ha finito, grazie a Dio.. un Dio che non c’è se ci fosse allora non sarebbe misericordioso ma un sadico se ne sta a vedere questo porco che mi violenta tutti i sacrosanti giorni, mi autorizza a vestirmi e mi fa andare a lavare la faccia. Mi guardo allo specchio, mi pulisco il naso la bocca e lo zigomo dal sangue, poi mi riporta a casa. Durante il tragitto non so da dove ma trovo il coraggio e gli chiedo:- Perché lo fai?- lui mi guarda, spero che non mi picchi ancora –Per il tuo bene Rose!- mormora semplicemente, mi fa smontare davanti a casa mia prima di andarsene abbassa il finestrino e mi urla:-Rose! Mi dispiace che tu sia caduta per le scale!- io annuisco salendo in casa. Trovo i miei che stanno cenando –Era ora, menomale che Heron ha chiamato sennò ci saremmo preoccupati!- mi rimprovera papà, io mi lavo le mani e mi siedo a tavola:-Scusa!- dico a testa bassa –Ti sei fatta male?- mi domanda mia madre notando il mio livido sullo zigomo – Sono caduta dalle scale in ufficio è per questo che ho fatto tardi..- mi giustifico, congratulandomi per la storia credibile –E’ davvero gentile zio Heron a farti fare lo stage nella sua azienda, spero che non gli darai fastidio..- dice mio padre –Non credo di farlo!- rispondo io mangiando la pasta, ma i miei genitori sono scemi? Io mi stupivo di come fossi brava a mentire ma avrei davvero voluto spogliarmi e mostrare i lividi all’interno delle mie cosce e sul mio collo e sul mio seno ormai devastato dai morsi e dalle sigarette che il mio caro zio spegneva su di me e i lividi nei ricordi, le ferite della mia mente.
Il giorno dopo mi sveglio col mio solito malumore, prendo dei vestiti a casa , mi spazzolo i capelli e scendo a bere un succo, afferro lo zaino ed esco, metto le cuffiette e ascolto i Simple Plan la mia band preferita, mentre pensai a Louis che ieri aveva visto i segni sul mio collo, a lui che importava? Spero solo che mi lasci in pace oggi, ma forse in fondo non gli importerà nulla di me, entro in classe e mi siedo nel banco più isolato che c’è, gli ultimi dieci minuti di lezione il professore dice la cosa più interessante –Allora la settimana prossima partiamo per Parigi, chi non ha portato i soldi si affretti il termine è dopodomani!- annunciò. Avevo completamente dimenticato la gita! I soldi li avevo dati un mese fa, all’idea di stare quattro giorni lontana dalle torture di Heron mi comparve un sorriso sul volto, suonò la campanella dell’intervallo, uscii fuori a fumare con la musica nelle orecchie, aspiravo ed espiravo il fumo, sentivo quasi i polmoni annerirsi , un po’ di sporco in più non avrebbe cambiato molto. Le ore poi passarono in fretta, ma mi parve di sentire lo sguardo di Louis posarsi su di me una volta o due.. forse era solo soggezione, non avrei mai voluto che un ragazzo si avvicinasse a me, Heron sarebbe stato troppo geloso e violento. All’ora di pranzo mi sedetti al mio solito posto in angolo ignorando gli altri studenti, vidi il tavolo centrale ghermirsi dei ragazzi più fighi della scuola tra cui c’era Louis che limonava con una delle troiette della scuola. Quelle ragazze non avrei mai potuto capirle, erano sempre lì a vantarsi di aver perso la verginità a 12 anni.. cosa c’era da vantarsi? Io la mia l’avevo persa.. anzi no me l’avevano strappata via a 8 anni e non c’era nulla da vantarsi nell’ essere puttana, come in fondo mi sento anche io.. tornai alla realtà e vedendo Louis guardarmi mi resi conto di essere rimasta a guardarlo mentre limonava con la tipa.. abbassai lo sguardo di colpo e arrossii imbarazzata per essere stata sgamata, alzai lo sguardo per andarmene, vidi Louis venire nella mia direzione : “Non viene qui sta andando dai secchioni vicino al mio tavolo!” pensai
Certo come no neanche tu ci credi..mi disse una vocina.
-Ciao senti ti ho fotocopiato la relazione così la puoi imparare con calma, tanto l’esposizione è fissata per il mese prossimo!- mi disse Louis gentilmente porgendomi il foglio, lo presi , mormorai un freddo “grazie” e me ne andai.

LOUIS.
I ragazzi mi prendevano in giro perché ero capitato con la Thooren per il progetto di fisica, la prendavamo spesso in giro, era troppo sfigata! Non che fosse una brutta ragazza, anzi se si fosse curata sarebbe stata figa, si vestiva troppo di nero, troppo casual e con un trucco pesantissimo per oscurare gli occhi, ma ciò che la rendeva sfigata era il suo atteggiamento :sempre sulle sue, non dava corda a nessuno, fumava da sola sembrava una ritardata. A mensa parlammo della gita :-Dai cominciamo con le scommesse a che ruberete la grande V in gita?- disse Harry, naturalmente quel ragazzo ragionava con l’uccello ma era comunque il mio migliore amico. – Beh io la Sanders!- annunciò Zayn , noi annuiamo, Megan Sanders era la tipica ragazza casa e chiesa, sebbene fosse piuttosto popolare e altrettanto figa. Io e i ragazzi eravamo famosi per sverginare le pure ragazze, ci piaceva.. non so perché, forse perché una volta che hai rubato la verginità ad una ragazza lei sarà in qualche modo tua per sempre, non feci in tempo a reffarmi a quel pensiero che due labbra o meglio ventose si fiondarono sulle mie e una lingua a polipo cominciò a ruotare sulla mia. Dopo aver fatto un po’ di scena mi tolsi da quel bacio. Era Clair naturalmente , una delle più troie della scuola ed era innamorata di me – Scusami Clair miscopotuttiHolmes.. ma questa è una chiacchierata tra ragazzi quindi SPARISCI!!!- tuonò Niall che non la sopportava affatto, lei mi sorrise, fulminò Niall e poi se ne andò via mentre ridevamo :-Louis, ti sfido a farti la Thooren , è da quando ti stavi facendo con Clair che non ti toglie gli occhi di dosso!- mi infornò Harry, mi voltai e vidi la Thooren.. si il suo sguardo era su di me ma capivo che era assorta nei suoi pensieri e stava pensando ad altro, incrociò i miei occhi e abbassò la testa arrossendo –Facciamo così:vince chi la svergina!- esclamò Harry, ricordai i morsi sul collo-Chi te lo dice che è vergine?- esclamai –Andiamo Louis una sfigata così chi se la potrebbe trombare?- rispose Harry -Ci stai?- mi chiese poi -No. Non mi va!- risposi prima di alzarmi e andare a darle il foglio con la relazione di fisica, vidi il suo volto pieno di lividi uno sullo zigomo destro, una crosta sul labbro inferiore, per non parlare del collo di com’era torturato, se ne andò spiccicando un grazie e io rimasi a chiedermi cosa accadesse a quella ragazza. Cercai di convincermi che non erano affari miei, che certe cose succedono solo nei film, che le storie di violenza non ci sono da queste parti. Ma non riuscivo a ignorare l’alone di mistero che avvolgeva quella ragazza. Suonò la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni pomeridiane, entrai in ritardo al laboratorio di chimica, l’unico posto rimasto era appunto accanto alla Thooren, mi sedetti accanto a lei e mi ignorò.. Una ragazza che mi ignora? Impossibile! A metà della lezione non mi aveva ancora guardato: -Cosa hai fatto alla faccia?- le chiesi in un sussurro, lei rispose altrettanto piano senza guardarmi –Sono caduta dalle scale..- mentì lei scossi la testa con un sorriso amaro:-Mi prendi per uno stupido?- le chiesi seccato
-Vuoi davvero una risposta?- mi chiese a sua volta sarcasticamente
-Non mi prendere per il culo!- ringhiai seccato
-Tu e i tuoi amici con me lo fate sempre!- esclamò lei sempre restando fredda. Mi aveva spiazzato, aveva ragione. Suonò l’ultima campanella la vidi rabbrividire e alzarsi in piedi pronta per andarsene, la afferrai per il polso molto forte, forse troppo perché cominciò a tremare e a pregarmi a denti stretti in un sibilo:-Ti prego! Lasciami non posso fare tardi!- mi disse
-No!- dissi secco
-Louis.. tu non sai in che guai mi stai cacciando..- mormorò
-Cosa hai fatto alla faccia?- chiesi con tono duro
-Ho fatto rissa con una contento? Ora lasciami!- urlò infine. Non l’avevo creduto naturalmente ma la lasciai andare . Decisi di seguirla, la vidi salire nell’auto con quell’uomo e poi seguii la macchina fino ad una casa. Strano.

ROSE.
Entrammo in casa, gli avevo detto della gita ed era incazzato a morte con me.
La paura, la stessa di sempre cominciò a farsi largo nel mio corpo, si spogliò e mi sbattè faccia a terra violentemente facendomi sanguinare il labbro e il naso, mentre mi sfilava le mutande cominciai a piangere, entrò violentemente in me e cacciai un urlo, poi mi afferrò i fianchi cominciando a spingere per soddisfare sé stesso. Gemeva. Anch’io gemevo. Gemevo di disperazione e di dolore, del fatto che mi sentivo sempre più sporca e orrenda, ripugnante. Quando finì uscì da me e si tolse il preservativo, da quando avevo avuto le mestruazioni tre anni fa doveva stare attento. Mi tirai su con le gambe tremanti aspettando che il bruciore passasse, feci per raccogliere le mutande e mi arrivò un ceffone, mi massaggiai la guancia :-Tua madre mi ha chiamato , ha detto che è strano che tu ti vesta sempre.. così .. che non ti importi della tua immagine.. mi ha chiesto se sapevo qualcosa. Ti rendi conto? Potrebbe sospettare. Perché non fai la ragazza normale cazzo!- sbraitò incazzato , lì non ressi più la rabbia era troppa :-Per colpa tua!- urlai a mia volta. Merda.. che cazzo avevo fatto?! Mi prese e mi sbattè nella stessa posizione di prima con più forza e urlò:- Vuoi fare la cagna? Va bene.. Stronza, puttana, ingrata!- lo sentii togliersi le braghe e abbassarsi le mutande –Scusa, scusami.. ti prego..- lo supplicai piangendo –Me ne fotto delle tue scuse!- rispose entrando con un colpo secco nel mio culo. Urlai.. forse… sì urlai! Con tutto il fiato che avevo, urlai ad ogni spinta, perché il dolore era insopportabile, la nausea era insopportabile.. tanto che vomitai, non mi importava se poi mi avesse picchiata per il vomito, volevo che mi uccidesse non ne potevo più- TI PREGO SMETTILA!- urlai con tutto il fiato che avevo piangendo , ma se ne fregò delle mie urla, degli urli laceranti che avrebbero spaccato i vetri tra un po’, appena finì urlò di piacere e uscì da me. Mi fece pulire il vomito e il sangue. Avevo ancora dolore, dolore che una ragazza della mia età non dovrebbe provare, ma io con tutto ciò che avevo vissuto ero lontana anni luce dalle ragazze della mia età. Uscimmo di casa per fare shopping.. si sentiva in colpa, lo vedevo.. ci era andato troppo pesante, uscii dal cancello e vidii.. Louis?? Mi avrebbe messo nei guai ne ero certa! –Ciao!- mi salutò allegramente, lo ignorai e gli rivolsi solo un’ occhiata della serie: “Sparisci!!” –Conosci questo ragazzo?- domandò Heron -Nono.. siamo solo compagni di scuola e mi sta antipatico.. anche se tutti lo considerano figo!- dissi
-Grazie simpatia portami via!- disse Louis alzando gli occhi al cielo. Lo zio mi diede delle banconote, molte banconote –Vai a fare shopping con lui io devo fare una cosa!- mi disse lasciandomi con Louis. –Andiamo a fare shopping allora..- disse indicando la sua auto, alzai gli occhi al cielo e accettai. Durante il tragitto Louis mise la musica: “ You and I both!” di Jason Marz, ad ogni dosso o buca che prendeva la macchina avevo una fitta lancinante che mi prendeva l’ano e l’osso sacro. Parcheggiò in centro :-Non serve che tu venga con me grazie del passaggio!- dissi tutto d’un fiato aprendo la portiera, Louis la richiuse con forza impendendomi di scendere –No! Tu ora mi dici chi era quello e cosa avete fatto per due ore in casa! Ti ho sentito gridare..- esclamò Louis, una ventata di rabbia mi travolse:- Stammi a sentire! Tu non sei nessuno.. sarai il più figo per la scuola ma per me non sei nessuno. Io non ti conosco e non voglio conoscerti, non ti racconterò mai la mia vita!torna nel tuo mondo perfetto, con gente perfetta che avete tutto dalla vita e sfottete persone di cui non sapete un cazzo!- tuonai –Vengo a fare shopping con te!- annunciò ignorando le mie parole –Louis te lo dico per l’ultima volta: “ Resta fuori dalla mia vita!” – tuonai forse con più aggressività del dovuto –Va bene! Vai a fare la troietta sfigata che sa scoparsi solo i sessantenni!- tuonò Louis a sua volta, lo guardai con un espressione addolorata.. pensava davvero questo di me? Il dolore provato nel pomeriggio era nulla in confronto, gli piansi davanti e poi corsi verso l’ H&M per rendere la mia immagine normale e non far arrabbiare Heron.
-Scusate il ritardo!- dissi entrando a casa
-Tranquilla lo zio Heron è passato a informarci del tuo pomeriggio..- disse mio padre, stavo per ridergli in faccia.
-Ha detto che sei uscita con un ragazzo!- disse mia madre versando la zuppa nei piatti
-Sì infatti..- abbassai lo sguardo
-Come si chiama?- domandò curiosa mia madre
-L- Louis..- dissi con un sospiro, pensava che scopassi con i sessantenni.
-Lo rivedrai?
-No.. non credo..
-Ah, peccato!
Prima di andare a dormire pensai alla mia vita, avrei davvero voluto uccidermi per poter smettere di soffrire, non ero così coraggiosa però.


ECCO UN NUOVO CAPITOLO, SONO CONTENTA DELL'ENTUSIASMO PER QUESTA STORIA.. VI HA INCURIOSITO QUESTO CAPITOLO? CHE NE PENSATE DEI RAGAZZI? DEL RAPPORTO TRA LOUIS E ROSE? ASPETTO LE RISPOSTE NELLE VOSTRE RECENSIONI :) QUANDO ARRIVO A TRE CONTINUO. BACI MAR.

  
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