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Autore: Writer96    06/12/2012    4 recensioni
"-Io sono qui perché studiare come vivono quelli come te è il mio lavoro, più o meno.- disse, la voce che era all’improvviso alta e sicura. Lui sbuffò e fece un ultimo tiro di sigaretta, facendo uscire dalle labbra degli anelli di fumo che a June ricordavano terribilmente Alice in Wonderland. Rimase immobile e aspettò che lui, nel silenzio e nel buio parlasse.
-E ripeto, vorresti farmi credere che sei normale, tu? Che scegli di venire qui, di avere a che fare con i disperati che non si salveranno?- disse, la voce amareggiata, qualcosa –forse la mano- che saettava verso l’alto, verso quella che doveva essere la testa. June rimase in silenzio e fece un passo avanti, la mano nella tasca che giocherellava con le forcine rotte dopo l’ultima lezione di ginnastica."
E' una raccolta. Saranno cinque storie, cinque personaggi diversi. Decontestualizzati, strappati via dalla loro solita immagine. Mi servivano dei visi per i personaggi. Ora li hanno.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Allora?-
-Cosa?-
-Cos’hai disegnato?-
-E’ un segreto.-
-Voglio saperlo.-
-Sempre la solita petulante viziata?-
-Sempre il solito arrogante?-
-Lo vuoi davvero sapere?-
-Sì.-
-Di solito però non ti piacciono i miei pensieri.-
-Di solito ci insultiamo in mezzo ai corridoi.-


Lunedì.
 
Quando Zayn Malik uscì dall’aula poteva dirsi più che soddisfatto. Aveva ancora in mente il volto felice della sua professoressa di Arte, che elogiava il suo ultimo disegno davanti a tutta la classe e gli diceva che era una soddisfazione vera e propria l’avere studenti come lui. Due ragazze della sua classe l’avevano guardato con un’ammirazione tale da fargli credere che ben presto sarebbero cadute a terra e gli sarebbero strisciate fino ai piedi e in quel momento Zayn si era sentito completo. Assolutamente fiero di sé.
Fece un paio di passi ancora, cercando di dirsi che non sarebbe dovuto essere così tanto arrogante nel credersi un genio del disegno, ma alla fine la soddisfazione e l’orgoglio ebbero la meglio e lui si ritrovò a sorridere come un idiota, i libri sotto al braccio che non pesavano più niente e l’aria soffocante e puzzolente del corridoio che non sembrava neanche più essere così fastidiosa.

-Potresti, per esempio, anche stare a guardare dove vai invece che spogliare con gli occhi il tuo gigantesco ego, cosa ne pensi?- una voce aspra lo colpì all’improvviso e Zayn si trovò davanti agli occhi una ragazza il cui viso, purtroppo, gli era più che noto.
Con i suoi capelli biondo scuro e i suoi occhi verde bottiglia, Angelica Power sarebbe potuta benissimo essere ritenuta una delle ragazze più belle della scuola, se solo non avesse avuto l’irritante vizio di correggere tutti e tutto e di voler sembrare (e spesso anche essere) la più brava della classe.
-Ti ho fatto male?- chiese Zayn, cercando di apparire distaccato mentre si chiedeva cosa ci fosse che non andava, visto che lei era a più di cinquanta centimetri di distanza da lui e non gli sembrava di averla urtata né niente.
-Per tua fortuna no, ma sono sicura che me ne avresti fatto se non ti avessi fermato, visto che stavi camminando senza neanche guardare dove andavi.- lo rimbeccò lei, la voce petulante simile a quella delle bambine piccole che vogliono per forza avere ragione.
-Non penso. Sai, il mio ego sarebbe andato addosso al tuo e penso sarebbe scappato intimorito dall’antipatia che il tuo emana, quindi sì, mi sarei accorto di te in tempo.- E ti avrei evitata come ho sempre fatto, aggiunse interiormente, sapendo che era meglio non irritarla troppo se non si voleva scatenare una fastidiosa bomba ad orologeria. La verità era che Zayn non la capiva proprio: era bella e, a detta di quelli che erano i suoi amici, anche abbastanza simpatica, quindi perché sforzarsi di costruire una maschera di antipatia e superiorità che faceva inevitabilmente allontanare tutti?
Notando che non aveva più detto niente, la guardò e la vide stringere le labbra per poi sospirare.

-D’accordo. Sappi che non si ripeterà mai più una cosa del genere, ma... scusami. Oggi sono abbastanza isterica.- sospirò lei e Zayn sgranò gli occhi, chiedendosi perché proprio quel giorno Angelica avesse deciso di diventare... quasi umana. Aveva la testa abbassata e stava zitta, forse in attesa che lui se ne andasse e non sembrava una saputella infantile, ma piuttosto una normale ragazza che aveva avuto una giornataccia.
-Oh, beh. Fa niente.- Zayn non era esattamente sicuro di cosa dovesse dire, visto che non si era mai trovato in una situazione del genere. Temeva che quella ragazza reagisse di nuovo in maniera incontrollata ed isterica e lo attaccasse, dimostrandogli ancora una volta quanto poco vero e realistico fosse il suo atteggiamento nei confronti dei non-amici. Si sentiva un po’ in soggezione, perché in quel momento avrebbe semplicemente voluto andarsene e piantarla lì, tornando nel suo mondo dove la professoressa lo elogiava e le sue compagne cadevano subito ai suoi piedi adoranti.
-No, davvero. Spesso sono antipatica, lo so. E’ che.. è un periodaccio.- se Zayn non lo avesse già saputo, in quel momento gli sarebbe stato decisamente chiaro che quella ragazza aveva manie di protagonismo non indifferenti. Sapeva a cosa servivano le frasi come quella: a farti capire che ti saresti dovuto interessare al discorso e quindi, di conseguenza, ad obbligarti a continuarlo. Sospirò a sua volta e decise che quel giorno, oltre ad essere stato ricordato come quello del capolavoro artistico, sarebbe stato ricordato anche come il buon samaritano della situazione.
-Come mai?- chiese e lei alzò la testa, le sopracciglia inarcate. Chissà perché se l’era immaginata già piagnucolante o lamentosa e invece lei era lì, abbattuta, certo, ma anche abbastanza presente e in sé, quasi fosse riuscita a recuperare immediatamente la propria maschera, benchè questa fosse sgualcita e rovinata.
-Dalla tua risposta precedente, non mi aspetto che tu mi consoli nel sentirmi dire che a volte mi sembra che la gente veda in me solo un’egocentrica e spocchiosa secchiona.- ammise e Zayn abbassò gli occhi istintivamente, mentre qualcosa, alla bocca dello stomaco, iniziava a dargli dei pizzicotti. Era incredibile che si stesse sentendo in colpa nei confronti di Angelica Power, quella stessa Angelica Power che più gli stava lontana e meglio era.
-Si, beh, ecco...- si mise una mano dietro alla nuca e la vide scuotere la testa sorridente, quasi tranquilla e serena. Effettivamente, Zayn pensò che avrebbe dovuto provare a consolarla, visto che lei aveva deposto momentaneamente le armi, ma essere sincero gli era sempre sembrata la migliore risposta a tutti i problemi.
-D’accordo, smetto di scocciarti e me ne vado...- mormorò alla fine lei, portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio sinistro e continuando a sorridere mestamente. Zayn la fissò e annuì e aspettò che fosse lei a voltarsi, prima di andarsene. Era davvero incredibile come quella ragazza fosse riuscita a smontare tutta la sua felicità nel giro di un niente e neanche il pensiero delle ultime parole che la professoressa gli aveva rivolto – “Malik, ricordati della competizione di venerdì, voglio vedere il tuo dipinto svettare su quello degli altri in cima alla classifica”- lo riuscì a rincuorare del tutto.

-Ehi, aspetta un secondo!- la voce affannosa di Angelica gli arrivò prepotentemente alle orecchie e lui si voltò, chiedendosi come mai tutto quel giorno stesse pian piano andando degradandosi.
-Dimmi.- cercò di sembrare paziente, benchè in realtà morisse dalla voglia di lasciarsi alle spalle quella ragazza che faceva solo danni. Sentiva su di sé lo sguardo di Liam e immaginava già di sentire gli ingranaggi del suo cervello che si muovevano per capire come mai Angelica Power, quella ragazza che tante volte Zayn aveva denigrato in sua presenza, gli stesse correndo incontro. A dire il vero se lo stava chiedendo lui stesso e per questo fu tentato di lasciar cadere definitivamente i libri a terra quando lei gli disse il motivo per cui l’aveva rincorso.
-Ci sarai anche tu alla competizione artistica di venerdì, vero? La professoressa Loran mi ha detto che dovremo cercare di piazzarci il più in alto possibile e che quindi dovremmo collaborare...- spiegò lei, le mani che battevano sui fianchi su cui erano posate.
-Che vuol dire che dovremmo collaborare?- chiese, cercando di balbettare. Il fatto che Angelica avesse posto anche se stessa come soggetto della frase lo inquietava e indispettiva allo stesso tempo: sognava da una vita di essere ammesso a quella gara e se l’era sempre immaginata come una prerogativa solo sua.
-Che... ah, non lo so. Probabilmente qualcosa di spiacevole, immagino.- commentò e per la prima volta dopo un sacco di tempo (da quando si conoscevano, praticamente) lo guardò senza cercare di schernirlo. Zayn in quel momento comprese che il disagio non era solamente suo, anzi. Probabilmente quella ragazza doveva essere addirittura più competitiva di lui e doveva tenere a quella competizione se non quanto lui almeno in una maniera molto simile.
-Ti avrà detto qualcosa, no?- la incitò, sentendo un improvviso calore in tutto il corpo. Quella gara era sua. La sentiva dentro, così come sentiva quell’inspiegabile calore che lo riempiva ogni volta che prendeva in mano la matita o il pennello per creare qualcosa.
-Che... dovremmo, che ne so, incontrarci in questi due giorni per riuscire a creare dei disegni... lei li ha chiamati complementari. Ovvero, il mio senza il tuo è bello, ma ha meno senso e così lo stesso vale per te. E’ un modo per costringere i giudici a valutarci nella stessa ottica. Cioè, in una sorta di insieme comune. Senza separarci.- le parole le uscivano disordinate dalla bocca e Zayn apprezzò il fatto che per una volta non avesse fatto la perfettina che sapeva tutto. Iniziò a sentire dentro di sé una sorta di calore che non aveva niente a che vedere con il piacere di dipingere o di disegnare e che probabilmente sarebbe stato più facilmente definibile come rabbia. Ma non era rabbia da sola, rabbia pura e incontrollata: era quella rabbia mista a delusione che poi portava allo sconforto: davvero la professoressa, che tanto l’aveva elogiato, pensava che non fosse in grado di vincere da solo, con solo il proprio disegno?
-Io... ah. Quindi...- le parole non gli uscirono di bocca e lui fu relativamente grato al fatto che ci fosse solo una persona che potesse contestargli quelle capacità oratorie che lo avevano sempre portato ad avere voti alti in tutte le materie orali.

-Senti, non l’ho chiesto io. So che ti scoccia stare con me, perciò possiamo anche farne a meno e dire che non importa e non siamo interessati, va bene? Se vuoi, posso anche non venirci a quella competizione... Per me non è importante quanto per te, penso.- concluse Angelica, guardandolo negli occhi e colpendolo con quello sguardo maturo che ancora portava le tracce delle ferite di prima. A Zayn si bloccò per un secondo ogni pensiero, mentre analizzava le sue parole e le capiva. Si aspettò che la felicità e la soddisfazione salissero di botto, ma questo non avvenne mentre di nuovo quel dannato senso di colpa lo graffiava all’interno.
-Me ne pentirò, ma.. no, penso che tu debba venire. Se ti ha scelta, un motivo dovrà pur esserci, no?- chiese, titubante, gli occhi di Anglica che sbattevano veloci davanti al suo viso e la bocca che si socchiudeva. Poi lei si riprese e si passò velocemente la lingua sulle labbra, continuando a tenere lo sguardo puntato su Zayn.
-Quindi accetti?- chiese, la voce di nuovo aspra.
-Accettiamo.- precisò lui e lei annuì, prima di tirare fuori da un quaderno un pezzo di carta.
-Ti scrivo il mio numero, va bene? Così ci accordiamo.- commentò poi, semplicemente, chinandosi per prendere una penna da dentro la borsa a tracolla che le pendeva molle su un fianco. Scrisse qualche cifra prima di correre via e dileguarsi, a momenti senza neanche salutare. Zayn rimase lì, impalato in mezzo al corridoio, gli occhi spalancati e il foglietto in mano.

-Allora, che voleva?- gli chiese Liam, sopraggiungendo da dietro. Zayn sobbalzò e piegò la testa di lato, prima di infilare il foglio in tasca e scrollare la testa.
-Oh, niente. Direi solo che è venuta a scombussolarmi l’esistenza e basta.- borbottò, con fare ironico, prima di andarsene.

   ****

Venerdì.

-Allora, ripetiamo con calma. Qualunque sia il soggetto, tu lo fai secondo una visione negativa. E io positiva.- disse Zayn, indicando prima Angelica e poi se stesso. Lei rise, sbuffando e singhiozzando leggermente come faceva quando era sotto pressione.
-No, non hai capito niente come al solito. Io positivo, tu negativo.- ripetè, abbassando la testa e picchiando il mento contro il petto. Zayn alzò gli occhi al cielo, poi si portò le mani sui fianchi, chiuse a pugno, e iniziò a saltellare sul posto.
-Io uomo-negativo, uh, uh. Tu donna-positiva, uh, ah.- le fece il verso, imitando un uomo delle caverne. Si sentiva abbastanza un idiota a fare così con lei –Angelica Power, accidenti!- ma gli veniva naturale. La verità era che, a passarci tutti i pomeriggi insieme per una settimana, si scopriva che lei non era neanche lontanamente antipatica come sembrava.

Zayn se n’era accorto fin dal secondo giorno, quando lei gli aveva mostrato uno dei suoi disegni confusionari e al tempo stesso perfettamente precisi.
-Non è che mi piaccia, ma penso che come genere vada bene, così. Intendo dire, se devo esprimere la positività, che so, della vita, devo essere anche oggettiva nel far capire che spesso la positività stessa si basa su una confusione nel cervello che, come dire, fa sì che le idee non siano perfettamente chiare e dunque facciano risultare la realtà diversamente.- aveva detto, pensierosa, battendosi la penna contro il mento. Zayn l’aveva guardata e, trattenendo una risata, aveva afferrato il disegno verso di sé.
-Detto a parole tue?- le aveva chiesto e l’aveva vista trattenere a sua volta una risata mentre si riprendeva il disegno.
-Che quando uno giunge a questi livelli di positività dovrebbe cambiare spacciatore.- aveva spiegato, scoppiando poi a ridere sotto lo sguardo divertito di Zayn.
-Quindi mi vorresti dire che trovi che essere positivi nella vita sia un reato?- aveva domandato lui, un sorriso che gli aleggiava ancora sulle labbra.
-Oh assolutamente no. Ma un conto sono ottimismo e positività, un conto sono la deficienza e la moda di adesso di essere quelli sempre spensierati e felici.- gli aveva detto lei, prendendogli poi una guancia e tirandogliela verso il basso, modificando l’espressione del ragazzo così che sembrasse triste e imbronciato.
Da quel momento le cose erano cambiate, nell’istante in cui lei si aveva espresso la propria opinione imponendogliela solo giocosamente e ponendo se stessa su un piano che non aveva nulla a che fare con quella fiera altezzosità che l’aveva sempre contraddistinta.

Persino in quell’istante, in cui lo stava prendendo in giro e scimmiottando con quella luce isterica negli occhi, Angelica sembrava diversa da come Zayn se l’era immaginata ed era quasi un piacere stare con lei, a patto che non le prendesse la mania di dargli deboli ma fastidiose sberle sulle spalle come stava facendo in quel momento.
-Angie? Potrebbe bastare di darmi botte, per caso?- le chiese lui, bloccandole le braccia e guardandola intensamente. Lei arrossì e scosse la testa, sospirando e bloccandosi immediatamente.
-Scusa. E’ che quando sono sotto pressione divento facilmente irritabile...- gli disse, allontanandosi un po’ senza dare il minimo segno di voler allontanare le proprie mani da quelle intrappolate nella presa di Zayn.
-Credi che non lo sappia?- le chiese beffardo lui, allungando il viso per buttarle le parole direttamente sul volto.
-Idiota.- gli disse lei, ottenendo come risposta uno sbuffo che le scompigliò i capelli.
-Veramente mi chiamo Zayn...- mormorò lui, facendole digrignare i denti e lanciare uno sgrilletto acuto in risposta.
-D’accordo, la smetto. Ascolta, so che sei agitata e lo sono anche io, però non facciamoci prendere dal panico, va bene?- le chiese, allentando leggermente la presa sui suoi polsi e limitandosi a stringerne uno solo.

-Io faccio così perché sono una tonta, ma lo so che devo stare calma. Sono sicura che vincerai e dico sul serio, Zayn. Sei bravissimo e io ho visto pochi disegni così... sinceri come i tuoi.- ammise, la pelle che le scottava sopra il polso sinistro. Se l’avessero vista le sue amiche in quel momento non ci avrebbero mai creduto, pensò. Stava lì, ad incoraggiare e a fare complimenti a quell’arrogante di Zayn Malik e sorrideva come una deficiente mentre lui riprendeva la sua imitazione dell’uomo scimmia. Sapeva che definirlo arrogante era ingiusto, ma se avesse dovuto descriverlo come quello che veramente era –un bravissimo e dolcissimo ragazzo perfettamente conscio di esserlo- si sarebbe vergognata troppo e questo per lei era impensabile.
-Vedo il tuo cervello che si muove e si sforza come quando si tratta di fare storia...- la prese in giro lui, notando con piacere come l’espressione assente fosse sparita, sostituita da quella saccente e irriverente che aveva imparato ad associarle.
-Si è trattato di un episodio che non si verificherà più, va bene? Quel giorno non avevo voglia di fare quegli esercizi, non c’è niente di strano.- si difese lei, il mento che scattava verso l’alto ad ogni parola. Zayn rise, sentendo l’ansia crescere anche dentro di sé nel vedere i giudici avvicinarsi con le buste e gli inservienti che iniziavano a controllare che le tele fossero regolari, bianche e senza schizzi preparatori sopra.

Zayn la voleva quella vittoria. Aveva voluto tutto quello fin dal primo istante in cui aveva scoperto di essere bravo a disegnare ed in quel momento, alla prima competizione seria –ai primi tre spettava un posto alle provinciali e poi alle nazionali- della sua vita, si rendeva conto di quanto fosse realmente importante per lui essere lì. Poteva anche fare quello sempre bravo in tutto, certo, ma non sarebbe mai riuscito a nascondere che l’unica cosa che gli importasse di più fosse, appunto, l’arte, quell’arte che gli aveva sempre insegnato a guardare oltre e a rendersi conto che niente è come sembra e che nasconde sempre una propria personalità, che emerge soprattutto quando non si riesce a renderla con precisione nel cercare di rappresentarla.
Abbracciò Angelica, sentendosi sotto le dita i suoi capelli leggermente crespi. Lei rimase impietrita per qualche istante prima di abbracciarlo di nuovo, il mento poggiato contro la sua clavicola e le mani che gli sfioravano il bordo della maglietta.

-Ehm.- mormorò lei poi, senza staccarsi.
-Sì?- chiese Zayn, premendole il naso contro la testa. Sarebbe stato melenso da raccontare in giro, perciò ringraziò per l’ennesima volta di poter tenere per sé i suoi pensieri quando si rese conto che solo in quell’istante aveva capito quanto realmente si fosse sbagliato su Angelica e quanto, in realtà, lei fosse fantastica a modo suo. L’aveva sempre considerata carina ma insopportabile nel guardarla con gli occhi di un ragazzo, mentre in realtà era bella e così piena di personalità se guardata con gli occhi di un artista che si malediceva per non essersi mai soffermato prima su un pensiero del genere.
-Buona fortuna.- disse lei, schiarendosi la gola e allontanandosi quel tanto che bastava a premergli le labbra su una guancia.

Zayn rimase interdetto e lasciò che si allontanasse mentre l’assurdità di tutta quella situazione si faceva largo nella sua testa, cancellando ogni pensiero che riguardasse la gara o la concentrazione.
Quando i giudici aprirono la busta che riguardava il tema da rappresentare, quasi scoppiò a ridere in faccia a loro e a quel titolo –La nascita dell’amore­- che sembravano prendersi gioco di lui e del suo dover fare la sua opera in chiave negativa.
Angelica, da due tele più in là, gli sorrise e poi si abbassò a prendere la matita per iniziare a disegnare, il collo che si piegava in una curva quasi perfetta.
Zayn sorrise a sua volta, prendendo un foglio e iniziando a schizzare il proprio disegno.
Per l’ennesima volta, l’arte sembrava avergli letto dentro come non mai.


-Perché hai sempre ragione tu, Power?-
-Perché voglio sapere cosa diavolo hai disegnato, Malik.-
-Se te lo dico ti arrabbi?-
-No.-
-Ho disegnato te.-
-Io sarei La nascita dell’amore in chiave negativa?-
-Dovresti prenderlo come un complimento!-
-Io non...-
-Oh, andiamo. Ci stavi troppo bene.-
-Cos’hai disegnato, esattamente?-
-Te che parlavi, parlavi, parlavi da sopra una barchetta in mezzo ad un oceano di parole.-
-E quindi?-
-E io stavo lì ad ascoltarti, nonostante avessi in mano un paio di paraorecchie.-
-Certo che sono proprio dei geni, se l’hanno capito.-
-Mi pare che allora possiamo qualificarli come tali.-
-Ah sì?-
-Sì.-
-E cosa te lo fa dire?-
-Il fatto che attualmente siamo ad una gara provinciale e che io possa sperare in un bacio porta-fortuna un po’ migliore di quello dell’altra volta.-




 


Writ's Corner
Ma buonasera! Allora. Sono qui in un tempo relativamente breve. E con un banner che mi piace un sacco.
Il fatto è che per questa raccolta ho praticamente già tutte le storie in mente (va bene, una ce l'ho in mente a metà, ma qualcosa mi inventerò)

Qui ho cercato di essere meno OOC dell'altra volta: Zayn è un artista, bravissimo a scuola, arrogante ma innamorato di ciò che fa.
Angelica... è un personaggio che sento vicino. E' un po' (un bel po') me, a parte che io sono mora, liscia, con i capelli corti e gli occhi scuri. Ma tutto il resto c'è. L'ansia, le battute squallide, la voglia di vincere. Poi che c'entra, a me storia piace tantissimo e beh, non avrei mai il coraggio di fare ciò che fa lei, ma è lo stesso.
Il capitolo mi convince a metà. Nel senso, i personaggi sono quelli che volevo raccontare: un po' esagerati, ma, credetemi, non stereotipati. Per niente, semplicemente perchè ispirati a persone vere. Capisco che innamorarsi di qualcuno in una settimana sembra poco realistico, ma, ribadisco: questa raccolta nasce perchè quelle che descrivo sono scene che ho in testa, scene che sanno MOLTO di film. I dialoghi sono filmeschi, le scene e le storie anche. Dovrebbero essere una pausa, a metà tra le mie storie depresse e deprimenti e le demenzialità che scrivo di solito.
Ecco, questo è quanto.
Un'ultima cosa: siccome voglio rifare la mia presentazione Efp, accetto suggerimenti sullo stile e le cose da metterci.
E l'ultimissima cosa: Se volete contattarmi, sono anche su Twitter, come Writ96

Un bacione
Writ

   
 
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